Civiltà del Lavoro, n. 2/2023

PRIMO SETTORE, BOOM DELL’AGRITECH Intervista a Massimiliano Giansanti I programmi del Governo TURISMO, AGIRE CONTRO I PARADOSSI Interviste a Daniela Santanchè e Marina Lalli CANTIERE ITALIA Lavoro, oltre i pregiudizi per rilanciare il Paese Verso il Convegno Nazionale Testimonianze e iniziative di Cavalieri del Lavoro Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro anno LXVIII - bimestrale Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro numero 2 - marzo • aprile 2023

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PRIMO MAGGIO 7 Il lavoro nel “cantiere Italia” 9 Mattarella: Motore di crescita e coesione PRIMO PIANO | Futuro nei campi 16 Pnrr e rinnovabili Le sfide per l’agricoltura di Paolo Mazzanti 19 Imprese agricole tra automazione e tutela Intervista a Massimiliano GIANSANTI di Paolo Mazzanti 23 Agritech, è boom A colloquio con Andrea BACCHETTI di Brunella Giugliano 26 Come sostenere l’agricoltura in tempi difficili di Federico GRAZIOLI 28 Una strategia a 360 gradi per l’industria lattiero-casearia di Giandomenico AURICCHIO Anno LXVIII - n. 2 Civiltà del Lavoro Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Direttore Cavaliere del Lavoro Maurizio Sella Comitato Editoriale Presidente: Cavaliere del Lavoro Francesco Rosario Averna Cavalieri del Lavoro: Alessandro Bastagli, Daniela Gennaro Guadalupi, Paolo Gentilini, Maria Luigia Lacatena, Clara Maddalena, Sebastiano Messina, Guido Ottolenghi, Debora Paglieri, Emmanuele Romanengo, Olga Urbani Hanno collaborato a questo numero i Cavalieri del Lavoro: Giandomenico Auricchio, Alberto Barberis Canonico, Daniela Gennaro Guadalupi, Giacomo Gnutti, Federico Grazioli, Francesco Merloni, Costanza Musso, Massimo Perotti, Andrea Rigoni, Nicola Risatti, Paola Togni Direttore responsabile ai fini della legge della stampa Paolo Mazzanti Direttore editoriale Franco Caramazza Coordinamento per le attività istituzionali Carlo Quintino Sella Coordinamento editoriale Cristian Fuschetto Coordinamento redazionale Paola Centi Redazione Flaminia Berrettini, Clara Danieli, Cristian Fuschetto, Brunella Giugliano, Giovanni Papa, Silvia Tartamella Progetto grafico Marco Neugebauer e Roberto Randi (thesymbol.it) Impaginazione Emmegi Group Srl Via F. Confalonieri 36 - 20124 Milano Concessionaria Pubblicità Confindustria Servizi SpA Viale Pasteur, 6 – 00144 Roma Tel. 06 5903263 [email protected] Stampa Arti Grafiche Boccia SpA Via Tiberio Claudio Felice, 7 – 84131 Salerno Foto 123RF, AGF, Stefano Guidoni, Shutterstock Foto di copertina: Suwin @ Shutterstock Gli inserzionisti di questo numero Banca Finint, Birra Forst, Colacem, De Matteis Agroalimentare, Edenred, Ferrari f.lli Lunelli, Fontana Finanziaria, Generali Italia, Gruppo Save, Intesa Sanpaolo, Marsilli, Pastificio De Cecco, Scavolini, Starhotels, Stevanato Group, Urbani Tartufi Autorizzazione Tribunale di Roma n. 4845 del 28-9-1955 Autorizzazione per il web Tribunale di Roma n. 294/2013 Finito di stampare l'8 maggio 2023 [email protected] CIVILTÀ DEL LAVORO 1 - 2023 Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro anno LXVIII - bimestrale Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro numero 1 - gennaio • febbraio 2023 SCUOLA, MOTORE INCEPPATO DELLO SVILUPPO LE SFIDE DELLA FORMAZIONE Interviste a Gianfelice Rocca, Giuseppe Valditara, Giovanni Brugnoli e Antonello Giannelli Veneto e Campania, parlano gli assessori MUSEO KARTELL Forme diventate immaginario L’ACQUA di SEMPREl’oro CONVEGNO NAZIONALE CAVALIERI DEL LAVORO #lacqualorodisempre GENOVA 8 LUGLIO 2023 Verso il Convegno Nazionale Intervista a Ugo Salerno Genova 2023 PRIMO SETTORE, BOOM DELL’AGRITECH Intervista a Massimiliano Giansanti I programmi del Governo TURISMO, AGIRE CONTRO I PARADOSSI Interviste a Daniela Santanchè e Marina Lalli CANTIERE ITALIA Lavoro, oltre i pregiudizi per rilanciare il Paese numero 2 - marzo • aprile 2023 Verso il Convegno Nazionale Testimonianze e iniziative di Cavalieri del Lavoro [email protected] 6 09/05/23 15:02 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023

32 Agricoltura biologica soluzione perfetta e attuabile di Andrea RIGONI FOCUS 1 | Verso il Convegno Nazionale 37 Più scienza (e coscienza) contro lo spreco 41 Investiamo sul riuso di Alberto BARBERIS CANONICO 43 Sostenibili con la “cura” del ferro di Costanza MUSSO 46 Risorsa a rischio, serve responsabilità di Paola TOGNI FOCUS 2 | Turismo 49 L’anno del sorpasso A colloquio con Daniela SANTANCHÈ di Clara Danieli 52 Un paradosso chiamato turismo Intervista a Marina LALLI di Silvia Tartamella 54 Un buon servizio parte dalla formazione di Giacomo GNUTTI 56 Spazio al lavoro di qualità di Nicola RISATTI FOCUS 3 | Impresa e parità di genere 59 Che “genere” di impresa guidi? di Federica ORIGO e Gianmaria MARTINI 64 L’ascensore sociale comincia dalla parità A colloquio con Daniela GENNARO GUADALUPI MUSEI 66 Collezione Ferragamo Incisioni tra fede, natura e bellezza di Giovanni PAPA LIBRI 73 Francesco Merloni Il secolo dello sviluppo 77 Michele Ferrero Condividere valori per creare valore VITA ASSOCIATIVA 78 “Missione” partenopea per gli allievi del Lamaro Pozzani Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 L’ACQUA di SEMPREl’oro CONVEGNO NAZIONALE CAVALIERI DEL LAVORO #lacqualorodisempre GENOVA 8 LUGLIO 2023 2023

IL LAVORO nel “cantiere Italia” 7 Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. La prima frase della Costituzione scolpisce i termini fondamentali della nostra convivenza: Repubblica, democrazia, lavoro. “Dicendo che la Repubblica è fondata sul lavoro – si legge nel commento di uno dei padri costituenti, Amintore Fanfani, scelto dalla Federazione Cavalieri del Lavoro per celebrare il primo maggio con una pagina sul Sole 24 Ore – si esclude che essa possa fondarsi sul privilegio, sulla nobiltà ereditaria, sulla fatica altrui e si afferma invece che essa si fonda sul dovere, che è anche diritto ad un tempo per ogni uomo, di trovare nel suo sforzo libero la sua capacità di essere e di contribuire al bene della comunità nazionale. Quindi, niente pura esaltazione della fatica muscolare, come superficialmente si potrebbe immaginare, del puro sforzo fisico; ma affermazione del dovere d’ogni uomo d’essere quello che ciascuno può, in proporzione dei talenti naturali, sicché la massima espansione di questa comunità popolare potrà essere raggiunta solo quando ogni uomo avrà realizzato, nella pienezza del suo essere, il massimo contributo della prosperità comune”. In questa frase di Fanfani è racchiuso il profondo significato del lavoro che abbiamo celebrato il Primo maggio: non un diritto garantito dallo Stato (come se tutti potessimo diventare dipendenti pubblici, come nella vecchia Urss), ma un diritto-dovere: i cittadini hanno il diritto di chiedere allo Stato di favorire con ogni mezzo l’accesso e la dignità del lavoro, ma anche “il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società” (art. 4 della Costituzione). Questa è la bussola per affrontare le sfide che fronteggiano il lavoro: l’innovazione tecnologica che minaccia di sostituire il lavoro umano con robot e intelligenza artificiale; il calo demografico che rischia di ridurre i lavoratori necessari; la lotta alle piaghe del lavoro povero, nero e minorile; la prevenzione degli incidenti; l’esigenza di aumentare il tasso di occupazione femminile e di colmare il divario Nord-Sud. Sono i punti toccati dal presidente Mattarella nel suo discorso sul lavoro pronunciato il 29 aprile nel distretto della Meccatronica di Reggio Emilia. Dopo aver ricordato il buon andamento del Pil, dell’export e anche dell’occupazione, il Capo dello Stato ha citato il “cantiere del Pnrr” con “l’ineguagliabile opportunità che offre per ridurre e colmare ritardi strutturali, sostenere strategie di crescita e favorire con l’innovazione più diffuse opportunità”. Ma non sono tutte rose e fiori. L’obiettivo politico della piena e buona occupazione è ancora un miraggio, mentre la disoccupazione resta elevata, l’inflazione riduce il potere d’acquisto dei dipendenti, abbiamo il record europeo dei giovani che non studiano e non lavorano (i cosiddetti Neet) - con un dato particolarmente acuto al Sud - e al contempo, paradossalmente, le imprese non tro- “L’ Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO MAGGIO

8 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO MAGGIO vano lavoratori adeguatamente formati, perché il mondo della formazione e quello delle imprese faticano ancora a dialogare. Le ricette per superare queste difficoltà sono fonte perenne di polemiche e il primo maggio scorso non ha fatto eccezione. La premier Giorgia Meloni ha voluto “santificare” la festa del lavoro con un Consiglio dei ministri per varare un nuovo taglio al cuneo fiscale e varare una serie di norme per superare il Reddito di cittadinanza con nuove misure meno generose - più finalizzate all’inserimento lavorativo - e semplificare le assunzioni, anche riducendo i vincoli ai contratti a tempo determinato e ampliando i voucher. I sindacati (convocati in extremis la sera prima) e le opposizioni hanno protestato, affermando che queste misure sono insufficienti dal punto di vista finanziario e finiranno per aumentare la precarietà. I sindacati hanno chiesto più risorse, aumentando le tasse sui cosiddetti “extra profitti” e il Pd ha invocato le misure contro il lavoro temporaneo del governo socialista spagnolo, che sta facendo esplodere le assunzioni a tempo indeterminato. Nel frattempo, il governo ancora non ha dato seguito all’impegno di riaprire il decreto flussi per aumentare gli ingressi regolari di immigrati: il decreto flussi 2023 prevedeva 82mila ingressi (di cui 44mila stagionali), ma le imprese hanno chiesto 277mila migranti. Ci sarebbe dunque spazio per un nuovo decreto flussi per 100-150mila ingressi regolari, ma il governo prende tempo, mentre le imprese premono perché hanno bisogno subito di manodopera in settori nevralgici come l’agricoltura (il presidente di Confagricoltura Giansanti chiede 200mila lavoratori) e il turismo. La stessa ministra del Lavoro Calderone ha ammesso che mancano complessivamente almeno un milione di posizioni. E senza lavoratori si rischia di compromettere la ripresa economica che sta proiettando il nostro Paese ai vertici dell’Europa: nel primo trimestre il nostro Pil è aumentato dello 0,5%, contro lo 0,2% della Francia, lo 0 secco della Germania e lo 0,1% della media Ue. Sul lavoro si sta dunque giocando una partita fondamentale per il futuro del Paese, una partita che rischia di essere inquinata da pregiudizi ideologici: il governo sembra bloccato dall’avversione ai migranti; la sinistra rischia di confondere la necessaria flessibilità del lavoro con la precarietà. Sarebbe utile tornare allo spirito della concertazione del 1992-93, quando politica e parti sociali seppero combattere l’inflazione e rimettere l’Italia su un sentiero di crescita duratura, accettando ciascuno la propria parte di diritti-doveri, nello spirito della Costituzione. (P.M.)

9 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO MAGGIO MOTORE DI CRESCITA E COESIONE Pubblichiamo l’intervento tenuto il 29 aprile 2023 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Distretto della Meccatronica di Reggio Emilia in occasione della celebrazione della “Festa del Lavoro” elebriamo il valore della giornata del 1° maggio con necessario anticipo, nel cuore del distretto della Meccatronica, qui a Reggio Emilia. Dopo l’anno scorso, a Udine, anticipiamo anche questa volta la celebrazione della Festa del Lavoro in un luogo di lavoro che guarda all’innovazione. Una realtà che ribadisce il valore costituzionale del lavoro e che sottolinea, al contempo, come esso si confermi il motore della crescita e della coesione sociale della Repubblica. È il lavoro che ci mette di fronte alle sfide nuove, alle necessità e a bisogni emergenti, per chiederci come rilanciare il nostro Paese in Europa e nel mondo. Il lavoro è stato lo strumento che ha permesso e favorito la mobilità sociale. È stato ed è misura del contributo ai doveri inderogabili di solidarietà tracciati dalla Costituzione. Il lavoro è ciò che mette ogni cittadino nella condizione di scegliere il proprio posto nella vita della comunità. E il lavoro riguarda le persone. Quel capitale umano che è all’origine dell’esperienza che qui, oggi, viene messa in rilievo con l’immagine della fabbrica come “cantiere permanente” evocata dalla Presidente Anceschi. Un cantiere in cui, ogni giorno, si guarda avanti, non accontentandosi della difesa, del galleggiamento, di una visione di mera conservazione del tessuto industriale esistente. Certo, serve, come è stato osservato, un ecosistema adeguato, che permetta alle imprese di generare valore e occupazione, di far crescere la produttività attraverso i necessari investimenti. Di creare, come qui è avvenuto, filiere produttive accompagnate da dialogo sociale e da rapporto costruttivo con le istituzioni. Il riferimento al Patto del Lavoro sottoscritto fra Regione Emilia-Romagna, forze sociali e istituzioni, le Università, viene alla mente immediatamente, con la varietà delle iniziative che ne sono derivate. Il confronto con l’integrazione del mercato in Europa e poi globale, con i risultati di crescita a doppia cifra dell’export - confermato anche nei momenti più avversi della congiuntura dopo la folle guerra scatenata dalla Federazione Russa in Ucraina - e nonostante l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, ribadisce il valore del modello dei distretti industriali presenti nel nostro Paese. È ulteriormente incoraggiante, sul piano generale, la crescita del Pil oltre le previsioni. Il distretto come esso stesC Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Serve un ecosistema adeguato, che permetta alle imprese di generare valore e occupazione, di far crescere la produttività attraverso i necessari investimenti

10 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO MAGGIO so catena di valore. Fabbrica, a un tempo, diffusa e integrata, alla prova, ormai - e non a caso siamo sul terreno della meccatronica - della gestione della governance dei dati, come ci ha ricordato il presidente Rocchi e, alla prova, inevitabilmente, dell’intelligenza artificiale, con i benefici e le incognite che ne scaturiscono. Tutto questo nella consapevolezza che ne deriva una trasformazione del lavoro e che dà origine contemporaneamente - come risultante del dialogo fra le parti sociali - a nuovi diritti, come quello, richiamato, di un vero e proprio diritto soggettivo alla formazione in capo al lavoratore, per difendere l’occupazione. Si affaccia un nuovo mondo del lavoro e si affianca a quello esistente e dobbiamo saper inverare i principi costituzionali nei nuovi modelli produttivi con eguale saldezza. Ci troviamo – ripeto - in un ambito territoriale di eccellenza della nostra industria, che ha già saputo porsi, ad esempio, il tema della industrializzazione della nuova mobilità e dei processi che dovranno caratterizzarla, senza complessi di inferiorità rispetto ad aree di altri Paesi. Una grande capacità di innovazione resa possibile dalla passione degli imprenditori, dal contributo dei lavoratori alla vita e agli obiettivi dell’impresa, al rapporto con il mondo della ricerca. Se siamo usciti a testa alta dalla pandemia, e dalle più pesanti conseguenze sociali dovute al prolungato rallentamento delle attività, lo dobbiamo anche alla forza della nostra industria manifatturiera e, dentro di essa, alle aziende più innovative protese sui mercati internazionali. Esempio di quanto la fiducia e la determinazione possono permettere di raggiungere. E l’immagine del cantiere riporta al Cantiere Italia, al cantiere del Pnrr, con la ineguagliabile opportunità che offre per ridurre e colmare ritardi strutturali, per sostenere strategie di crescita e per favorire, con l’innovazione, più diffuse opportunità. Opportunità che interpellano il sistema delle imprese per mettere a terra le diverse iniziative. La memoria riporta ad altri momenti significativi del dibattito per trasformare l’economia italiana e per puntare alla piena occupazione. Dal Piano del lavoro proposto dalla Cgil di Di Vittorio nel 1949 alla proposta di Schema di sviluppo dell’occupazione e del reddito in Italia nel 1955, voluto dal Ministro Vanoni, di cui ricorrono, quest’anno, 120 anni dalla nascita. Quello statista aveva indicato come obiettivi da perseguire quelli della piena occupazione, della riduzione degli squilibri Nord-Sud, del risanamento del bilancio dello Si affaccia un nuovo mondo del lavoro e si affianca a quello esistente e dobbiamo saper inverare i principi costituzionali nei nuovi modelli produttivi con eguale saldezza Reggio Emilia, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita lo stabilimento Walvoil S.p.A. - Gruppo Interpump, in occasione della celebrazione della “Festa del Lavoro”

11 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO MAGGIO Stato. Uno sforzo che partiva dalla convinzione di come il mondo del lavoro fosse la locomotiva di un Paese che vuole avanzare. Partiva dalla consapevolezza che il lavoro costituisce indice di dignità. Del rapporto stretto che interviene tra lavoro, coesione sociale e saldezza delle istituzioni e, dunque, della democrazia. Lavoro, dunque, per un esercizio pieno dei diritti di cittadinanza. Lavoro come antidoto, come strumento efficace per combattere in modo proficuo discriminazioni e illegalità diffuse. Il lavoro è parametro che permette di misurare l’effettivo livello di parità, sul terreno della occupazione e dei salari, tra donne e uomini. Al fine di verificare il rispetto di quanto disposto dall’art. 37 della nostra Costituzione: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”. L’unità del Paese significa anche unità sostanziale sul piano delle opportunità di lavoro. Significa impegno per rimuovere le disuguaglianze territoriali. Presidiare e promuovere l’unità significa anche tutto questo. Il lavoro è indice di dignità perché è strettamente collegato al progetto di vita di ogni persona. E, allora, mentre talvolta affiora la tentazione di arrendersi all’idea che possa esistere il lavoro povero, la cui remunerazione non permette di condurre una esistenza decente, è necessario affermare con forza, invece, il carattere del lavoro come primo, elementare, modo costruttivo di redistribuzione del reddito prodotto. Il Primo Maggio, che qui celebriamo per tutta Italia, è la festa quindi della dignità del lavoro. È la festa della Repubblica fondata sul lavoro. Il lavoro è un diritto. Luigi Einaudi – rigoroso maestro liberale di economia - in risposta all’appello di Giorgio La Pira, definito “in difesa della povera gente”, in cui indicava la lotta alla disoccupazione e lo sradicamento della miseria come impegno primario dello Stato - siamo nel 1950 - affermava che “lo Stato moderno ha come primo compito di non creare disoccupazione e miseria”, elencando i motivi che le aggravano. Il lavoro è anche un dovere. Ce lo ricorda l’art.4 della Costituzione: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Per proseguire: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Ecco perché favorire l’ingresso nel mondo del lavoro è compito delle autorità pubbliche preposte che devono creare le condizioni affinché le imprese possano svilupparsi. E l’intervento del Ministro del lavoro – che ringrazio - manifesta questa consapevolezza. Ma, come noto, il richiamo ai valori fondanti della nostra società è ben più impegnativo. La Repubblica – sappiamo - è “fondata sul lavoro”. Abbiamo adempiuto appieno a questo precetto? Abbiamo saputo, nei 75 anni di Costituzione repubblicana, promuovere sempre le condizioni per rendere effettivo per tutti il diritto al lavoro? È una missione che non appartiene soltanto ad alcuni ma riguarda l’intera società. Ancora, trovano piena applicazione l’art.36 della Costituzione: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”? L’art. 37, che prima ho ricordato, per la parità tra donne e uomini nel lavoro, afferma anche che “La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato”. E che “La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione”. Un recente rapporto ha posto in evidenza come il lavoro minorile sfruttato sia ancora una piaga presente. Lo sfruttamento ai danni dei minori costituisce un grave furto di futuro, sottraendo questi ragazzi alla scuola e spingendoli verso la marginalità. È un tema che riguarda anche la condizione di molti lavoratori immigrati. Altro aspetto da porre in primo piano è quello degli infortuni sul lavoro, che distruggono vite, gettano nella disperazione famiglie, provocano danni irreversibili, con costi umani inaccettabili. Sappiamo bene che anche le battaglie del movimento sindacale dei lavoratori hanno contribuito in modo significativo a raggiungere traguardi di progresso sociale evidenti e che l’Italia, nella sua trasformazione, ha compiuto giganteschi passi di crescita e di sviluppo. Ma sappiamo anche che le contraddizioni tendono sovente a riprodursi, come in ogni vicenda umana. C’è amarezza in chi constata che la piena occupazione, specie per i giovani e le donne, è di là da venire. Così come nel Mezzogiorno. L’unità del Paese significa anche unità sostanziale sul piano delle opportunità di lavoro. Significa impegno per rimuovere le disuguaglianze territoriali

12 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO MAGGIO Persistono frammentazione e precarietà, condizioni di lavoro insicure, divari salariali; si registra un costo della vita in aumento, in funzione anche delle tensioni internazionali in atto. Stagnazione salariale e sicurezza sul lavoro, nonostante i passi compiuti, sono temi in perenne discussione. I rappresentanti sindacali - Bigoni e Perrone - che hanno preso la parola, lo hanno dichiarato e denunciato. A quale lavoro pensiamo? Le imprese cercano personale qualificato e formato. La precarietà come sistema stride con le finalità di crescita e di sviluppo. Se le cifre sono preoccupanti e note, e denunciano in Italia un alto tasso di inattività rispetto ai parametri europei, una risposta adeguata può venire soltanto da un concreto impegno di mobilitazione collettiva che sappia valorizzare il grande patrimonio di competenze presente nel nostro Paese. Ampliare la base del lavoro, e la sua qualità, deve essere assillo costante a ogni livello, a partire dalle istituzioni. Naturalmente, non sarà possibile creare nuovo lavoro, sostenere le innovazioni necessarie, affrontare con coraggio e creatività la competizione dei mercati senza il protagonismo delle imprese, grandi, medie e piccole. Senza la partecipazione dei lavoratori e dei sindacati, senza il contributo del Terzo settore, senza l’apporto del mondo delle professioni. Il Primo maggio di quest’anno conferma i grandi valori che ispirano questa giornata di Festa per i lavoratori e per l’intera comunità nazionale. È una giornata di impegno, perché sollecita a rendere concreta l’affermazione che la Repubblica è fondata sul lavoro, traguardo a cui tendere costantemente. Buona festa del lavoro a chi il lavoro ce l’ha. A chi lo crea e a chi lo difende. Ai Cavalieri e ai Maestri del lavoro. A quanti non hanno lavoro e lo cercano. Ai giovani che si vanno formando. Alle donne, nella realizzazione professionale. Ai diversamente abili che, nel lavoro, affermano la loro dignità di persone. A quanti hanno concluso la loro esperienza lavorativa, e hanno partecipato al progresso dell’Italia. Auguro una giornata serena e festosa ai giovani al Concertone di piazza San Giovanni a Roma. La musica sottolinea anche la connessione di speranza tra le parole “lavoro” e “pace”. Lo sfruttamento ai danni dei minori costituisce un grave furto di futuro, sottraendo questi ragazzi alla scuola e spingendoli verso la marginalità Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita lo stabilimento Walvoil S.p.A. - Gruppo Interpump, in occasione della celebrazione della “Festa del Lavoro”

Viva la Festa del 1° Maggio! La Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro augura a tutti Buon 1° Maggio ricordando le parole di uno dei Padri costituenti “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” In questa formulazione l’espressione democratica vuole indicare i caratteri tradizionali, i fondamenti di libertà e di eguaglianza, senza dei quali non v’è democrazia. Ma in questa stessa espressione la dizione “fondata sul lavoro” vuol indicare il nuovo carattere che lo Stato italiano, quale noi lo abbiamo immaginato, dovrebbe assumere. Dicendo che la Repubblica è fondata sul lavoro, si esclude che essa possa fondarsi sul privilegio, sulla nobiltà ereditaria, sulla fatica altrui e si afferma invece che essa si fonda sul dovere, che è anche diritto ad un tempo per ogni uomo, di trovare nel suo sforzo libero la sua capacità di essere e di contribuire al bene della comunità nazionale. Quindi, niente pura esaltazione della fatica muscolare, come superficialmente si potrebbe immaginare, del puro sforzo fisico; ma affermazione del dovere d’ogni uomo d’essere quello che ciascuno può, in proporzione dei talenti naturali, sicché la massima espansione di questa comunità popolare potrà essere raggiunta solo quando ogni uomo avrà realizzato, nella pienezza del suo essere, il massimo contributo della prosperità comune. Amintore Fanfani Dal discorso all’Assemblea Costituente del 22 marzo 1947 FEDERAZIONE NAZIONALE DEI CAVALIERI DEL LAVORO

PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO PIANO 14 Foto budabar © 123RF.com FUTURO NEI CAMPI Digitale e sostenibile, l’agricoltura italiana è 4.0

15 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 Sviluppo di strategie di adattamento, recupero di aree marginali, adeguamento dei consumi e, soprattutto, l’adozione di soluzioni tecnologiche sempre più pervasive sono alla base di una trasformazione del settore primario che chiama in causa la competitività delle imprese e, al contempo, la capacità del sistema paese di rispondere alle sfide dei cambiamenti climatici. Come sta reagendo l’agricoltura italiana? Ne parlano Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, Andrea Bacchetti, direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, e i Cavalieri del Lavoro Federico Grazioli, Giandomenico Auricchio e Andrea Rigoni

16 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 agricoltura si colloca alla frontiera di una delle sfide più importanti che il nostro mondo deve affrontare: i mutamenti climatici, le difficoltà di approvvigionamento alimentare, i temi della sicurezza alimentare nel mondo, le difficoltà di approvvigionamento idrico, il mutamento dei processi produttivi. La sostenibilità, insomma”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sintetizzato i grandi obiettivi dell’agricoltura celebrando a Cesena i 40 anni di Macfrut, la fiera dell’ortofrutta. Sfide che il governo e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida stanno cercando di affrontare e che hanno voluto indicare aggiungendo alla denominazione del ministero la dizione “sovranità alimentare”. “Valorizzare il concetto di sovranità alimentare – ha spiegato Lollobrigida – significa difendere il diritto di scegliere politiche agricole e alimentari che tutelino la nostra cultura e le nostre produzioni di qualità. I prodotti italiani sono eccellenza nel mondo e oggi più che mai siamo chiamati a difendere questa ricchezza. È una scelta che non va letta in chiave sovranista: ho già ricordato che questo concetto è stato introdotto per la prima volta nel 2008 dall’Ecuador a guida socialista”. Quindi una rinnovata attenzione alla qualità nella gestione del patrimonio agricolo del Paese. Nel 2022 l’Istat ha censito una superficie agricola utilizzata (Sau) di 12,5 milioni di ettari e una superficie agricola totale (Sat) di 16,4 milioni di ettari, con un valore della produzione di 72,4 miliardi di euro, contro i 96,6 della Francia, i 74,4 della Germania e i 63,8 della Spagna. Il nostro Paese è tra i più ricchi per varietà e biodiversità: con lo 0,5% della superficie del pianeta abbiamo 7mila specie vegetali commestibili, 58mila specie animali, 1.200 vitigni autoctoni e 140 varietà di grano. Un grande patrimonio da preservare e valorizzare, anche combattendo le contraffazioni. “Il Governo – ha detto ancora Lollobrigida – ha ben chiara l’importanza di contrastare con decisione il fenomeno dell’Italian sounding, quel mercato del falso che sottrae alla nostra economia 120 miliardi di euro, il doppio dei 60 miliardi di export. Per questo abbiamo potenziato il personale dell’Ispettorato centrale qualità e repressione frodi e istituito il tavolo per la tutela agroalimentare con i Comandi dei Caradi Paolo Mazzanti Il significato del concetto di sovranità alimentare. La promozione del made in Italy e la lotta alle contraffazioni. Le quattro misure del Pnrr, tra sostenibilità e innovazione. I problemi di reperimento di manodopera e l’impegno a varare un decreto flussi triennale per l’ingresso regolare di migranti. Il piano d’azione del ministro Francesco Lollobrigida Francesco Lollobrigida Pnrr e rinnovabili LE SFIDE PER L’AGRICOLTURA Foto Minichiello / AGF “L’

17 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO PIANO binieri per la Tutela Agroalimentare Forestale e Parchi, la Guardia di Finanza, il Reparto Pesca, Agea e l’Agenzia delle Dogane. L’obiettivo del Tavolo è quello di assicurare controlli più efficaci e capillari a garanzia dei cittadini e dei produttori che tengono alto il nome del made in Italy. Dall’altro lato, stiamo potenziando la nostra azione sui mercati esteri, sostenendo le imprese italiane. Il Comitato per il made in Italy nel mondo (Cimim), un organo voluto dal governo Meloni, consentirà di elaborare, condividere e attuare strategie promozionali mirate dei prodotti italiani. La recente candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale Unesco è un’altra scelta che va in questa direzione”. In tema di contraffazione, il ministero ha recentemente rinnovato l’accordo col grande portale di e-commerce cinese Alibaba stipulato nel 2016: sinora il 98% delle segnalazioni dei nostri ispettori di prodotti alimentari contraffatti sono state rimosse dal portale, che collega oltre 40 milioni di buyer professionali nel mondo. IL PROBLEMA DELLA SICCITÀ La sfida più urgente per la nostra agricoltura è il rischio siccità. “Paghiamo le conseguenze – ha spiegato il ministro – di una mancata visione, combinata a primati negativi nella dispersione di acqua, giunta al 40% di media nazionale con punte anche del 50%, a un recupero di acque piovane che non supera l’11% e a criticità nell’utilizzo delle acque reflue, lontano dal livello auspicato dall’Ue e dallo straordinario 77% raggiunto da Israele. Servono fondi, ma ancor più interventi immediati per disboscare quella sovrapposizione di enti, consorzi, competenze e legislazione che crea i prodromi del problema. Penso, ad esempio, alle dighe. Ne abbiamo oltre 500, la cui capienza non è però sfruttata per un terzo per l’accumulo di detriti, il cui smaltimento è frenato dalle procedure: se vi mettessimo mano, sarebbe come costruire 150 dighe nuove. Puntiamo poi a una strategia basata su piccoli bacini per l’agricoltura, sulla scelta di colture meno idro-esigenti, su desalinizzatori da realizzare nel medio periodo, oggi a costi più abbordabili grazie alle nuove tecnologie”. PASSI AVANTI NEL PNRR Anche l’agricoltura può utilizzare i fondi del Pnrr per innovare e migliorare la propria produttività. “Tutti i target e milestone del mio ministero – ha detto Lollobrigida – fissati dalla Commissione Ue per il Pnrr al 31 dicembre 2022 e l’interim step previsto per il 31 marzo 2023, sono stati raggiunti”. Il ministero è titolare di quattro misure: sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo; Parco Agrisolare; innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare; investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo. Gli interventi ammontano complessivamente a 3,68 miliardi, che arrivano a 4,88 miliardi col Piano nazionale complementare (Pnc). Fino ad oggi sono stati pubblicati bandi per oltre 3 miliardi e sono stati individuati migliaia di soggetti. In particolare, in tema di sostenibilità e decarbonizzazione, nel quadro della misura Parco Agrisolare il ministro ha adottato il 19 aprile scorso un decreto per promuovere la realizzazione di impianti fotovoltaici sui tetti dei fabbricati agricoli. A dicembre 2022 era già stato emanato un primo bando attraverso il quale sono stati assegnati 500 milioni di euro ad oltre 7mila imprese. “Col Parco Agrisolare – ha commentato Lollobrigida – realizziamo un obiettivo particolarmente importante nella direzione della sempre maggiore sostenibilità dell’intero comparto agricolo. Non solo perché consente di Abbiamo oltre 500 dighe, la cui capienza non è però sfruttata per un terzo per l’accumulo di detriti, il cui smaltimento è frenato dalle procedure: se vi mettessimo mano, sarebbe come costruire 150 dighe nuove Foto nadianb © 123RF.com

18 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, ma anche perché ciò avviene senza consumo di suolo. Il nuovo decreto incrementa il contributo a fondo perduto concesso alle imprese agricole; introduce un nuovo concetto di autoconsumo condiviso; raddoppia la potenza installabile senza consumo di suolo; raddoppia la spesa massima ammissibile per i sistemi di accumulo e ricarica”. Altri 500 milioni sono stati ripartiti tra le Regioni per incentivare l’innovazione nella meccanizzazione agroalimentare e 100 milioni per l’ammodernamento dei frantoi oleari. GIOVANI E AGRICOLTURA L’agricoltura rappresenta anche un’opportunità di sbocco professionale per i giovani, che sono tornati ad apprezzare questa attività. “I giovani – ha detto Lollobrigida – scelgono sempre più il mondo dell’agricoltura. Lo dimostra il successo della misura Generazione Terra di Ismea, che finanzia fino al 100% l’acquisto di terreni da parte dei giovani. Abbiamo registrato un vero e proprio boom di domande, più della metà da parte di laureati o diplomati, tanto da far esaurire in un solo mese i 60 milioni di euro messi a disposizione. L’agroalimentare si dimostra un settore ricco di opportunità e prospettive per chi si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro. Dobbiamo andare avanti su questa strada, lavorare sulla formazione delle giovani generazioni e garantire strumenti concreti per chi vuole investire il proprio futuro nell’agricoltura. Sostenere le idee dei nostri ragazzi è un dovere per il futuro della nostra Nazione”. MIGRANTI E LAVORO I giovani italiani non bastano tuttavia ad esaurire la “fame” di occupati di cui le imprese agricole hanno urgente bisogno. Era stato lo stesso Lollobrigida a sostenere che si potrebbe arrivare ad aumentare l’immigrazione regolare fino a 500mila soggetti, contro gli appena 82mila concessi dal decreto flussi 2023. “Puntiamo – ha ribadito il ministro – su una programmazione triennale dei flussi e sulla formazione, anche per i nostri giovani disoccupati. È assurdo avere persone che possono lavorare, ma restano a casa prendendo il reddito di cittadinanza, mentre sappiamo che il lavoro c’è proprio perché le aziende chiedono più manodopera e alcuni settori, in primis agricoltura e turismo, lamentano carenza di lavoratori. Non capisco perché alcuni settori possano essere considerati meno degni di altri. E lo dico da nipote di un emigrato che mi ha insegnato la dignità del lavoro”. Le imprese attendono dunque con impazienza un nuovo decreto flussi. TRASPARENZA SUI NUOVI ALIMENTI Il ministro si è distinto anche per una posizione particolarmente severa contro la carne coltivata, che resta vietata, e contro le farine a base di insetti, che potranno essere vendute ma con totale trasparenza verso i consumatori. “Nessuno – ha detto Lollobrigida – deve mangiare insetti a sua insaputa. Informazione e trasparenza sono condizioni basilari per permettere alle persone di decidere quale cibo scegliere. Questo, però, non vale solo per le farine di insetti. Si pensi alle battaglie di questo Governo contro gli alert apposti sulle bottiglie di vino in Irlanda o al contrasto al Nutriscore in sede europea. Le etichette devono servire ad informare, non a condizionare. Se i cittadini vogliono acquistare o assaggiare farina di insetti devono sapere da dove proviene o se ci sono rischi per eventuali allergie”. IL PATRIMONIO BOSCHIVO C’è infine un capitolo che riguarda il patrimonio forestale. Al recente Salone del Mobile di Milano le imprese del legno-arredo hanno chiesto al governo di sviluppare il patrimonio boschivo nazionale perché sono costrette ad importare fino all’80% del legno che utilizzano. “Abbiamo varato i contratti di filiera e un fondo di dieci milioni per il settore forestale rivolto a silvicoltori privati, Comuni e Consorzi collegati – ha detto il ministro – per apportare nuova linfa all’economia e alle aree interne della nostra nazione, nel rispetto della tutela e della conservazione della biodiversità e del paesaggio. Le foreste rappresentano un valore inestimabile del nostro territorio”. Foto deyangeorgiev © 123RF.com

19 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO PIANO l futuro dell’agricoltura italiana poggia sul buon andamento dell’export agroalimentare ma dovrà misurarsi con le sfide di sostenibilità e siccità. Abbiamo fatto il punto con il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Presidente, vede più luci o più ombre? Occorre sempre, da imprenditore, soprattutto di un settore come quello agricolo, guardare al futuro con ottimismo. Detto ciò, certamente abbiamo vissuto tempi migliori: se da un lato i cittadini con la pandemia si sono resi conto dell’importanza dell’agricoltura, dall’altro l’aumento dei prezzi, non solo energetici, il cambiamento climatico e uno scenario macroeconomico instabile, hanno coinvolto tutto il settore primario, costringendoci a rivedere il nostro modello produttivo, riducendo i costi senza perdere i ricavi per la tenuta dell’intero sistema. Non c’è dubbio che occorra rivedere ancora questo modello per rafforzarlo, aumentandone produttività e competitività e favorendo la collaborazione di tutta la filiera. Come state affrontando la crisi della siccità? Soprattutto in alcune aree del Paese non è più solo un’emergenza per le nostre coltivazioni, ma un problema strutturale. Qualche anno fa non avremmo mai nemmeno immaginato, ad esempio, che il Piemonte potesse diventare un’area siccitosa o che nel bacino del Po le precipitazioni, in trent’anni, diminuissero del 45% in tutte le stagioni, perfino in quelle fredde. Indubbiamente siamo preoccupati: siccità al Nord, piogge torrenziali improvvise e gelo al Sud sono il segno inequivocabile della tropicalizzazione del nostro Paese, ma senz’acqua nel modo giusto e al momento giusto non c’è agricoltura. Abbiamo apprezzato il Decreto Siccità varato dal Governo. È importante la misura, da noi fortemente voluta, per il riutilizzo delle acque reflue depurate ad uso irriguo e le procedure semplificate per la realizzazione di infrastrutture idriche, tra cui i progetti di desalinizzazione e la realizzazione di invasi “aziendali”. Poi occorre ridurre gli sprechi: perdiamo oltre un terzo dell’acqua immessa nella rete di distribuzione ed è opportuno promuovere un uso consapevole di questa risorsa fondamentale. Gli agricoltori sono impegnati a non sciupare acqua: oltre il 50% delle aziende ha introdotto da molto tempo l’irrigazione a goccia e i risicoltori stanno utilizzando sempre più la semina in asciutto. Intervista a Massimiliano GIANSANTI di Paolo Mazzanti Massimiliano Giansanti Imprese agricole tra AUTOMAZIONE E TUTELA I Foto Maria Laura Antonelli / AGF

20 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 Una parte dell’acqua utilizzata per le coltivazioni torna, comunque e sempre, nel sottosuolo. Una speranza per fronteggiare il cambiamento climatico con una produzione agricola sostenibile sono anche le tecnologie di evoluzione assistita. Anche l’agricoltura è chiamata a fare la sua parte contro il cambiamento climatico e per la decarbonizzazione: quali sono le iniziative più importanti? Agricoltura e foreste sono le uniche attività produttive in grado di sottrarre anidride carbonica dall’atmosfera, incorporandola stabilmente nei suoli e nei vegetali, andando così a compensare le emissioni di CO2 residue anche di altri settori produttivi. Per tali motivi gli agricoltori, i silvicoltori e i gestori del territorio hanno elevate attese sullo sviluppo di un nuovo modello economico legato all’assorbimento di carbonio nei suoli. Anche in relazione all’iter legislativo europeo sui cicli sostenibili del carbonio, che vedrà nei prossimi due anni definire il percorso attuativo per gli Stati membri, è importante dotare l’Italia di regole condivise. In questo modo sarà possibile supportare le imprese del settore nella valorizzazione dei servizi ecosistemici, funzionali all’assorbimento di carbonio, alla gestione razionale dell’acqua e alla tutela delle biodiversità. Per Confagricoltura è importante che vengano valorizzati sia i percorsi di mantenimento dei depositi di carbonio e sia il loro incremento, come pure l’ulteriore impegno nella riduzione delle emissioni. Aspetti, questi, fondamentali per perseguire l’obiettivo di neutralità climatica al 2050 indicato dall’Ue attraverso la mitigazione delle emissioni prodotte e l’assorbimento di quelle residue. Le imprese agricole, con i loro impianti a biogas e biomasse, contribuiscono a più del 6% della produzione elettrica rinnovabile del Paese, operando fattivamente alla transizione energetica e alla decarbonizzazione. Sulle biomasse riteniamo necessario riconsiderare il ruolo di quelle legnose nella produzione di energia, che oggi risulta assolutamente marginale e in riduzione al 2030. Il recente incremento dei costi dell’energia ha evidenziato, da un lato, l’urgenza per il nostro Paese di incrementare la propria capacità di produzione di energia, in particolare da fonti rinnovabili, dall’altro che la transizione energetica non può prescindere dalla sostenibilità sociale ed economica oltre che ambientale. In tale logica, i circa 12 milioni di ettari di boschi italiani possono offrire un contributo significativo e immediato sia per la diversificazione che la sicurezza energetica del Paese, mediante l’adozione di pratiche di gestione attiva e sostenibile capaci di traguardare, congiuntamente, la Foto eric1513 © 123RF.com

21 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO PIANO valorizzazione economica degli accrescimenti e l’incremento del sink di carbonio. L’agricoltura si sta rivelando un settore ad elevata innovazione. Quali sono le tecnologie d’avanguardia più usate dagli agricoltori? L’agricoltura di precisione, big data, piattaforme di analisi ed elaborazione di comandi attuabili, droni e automazione sono fondamentali per tutta la filiera agroalimentare, per un uso ottimale delle risorse terra, capitale e lavoro, con beneficio per le aziende e l’ambiente. Sono stati fatti enormi passi avanti negli ultimi anni, grazie alle misure di Transizione 4.0, proposte e sostenute fortemente da Confagricoltura. Il settore primario dà poi una risposta alla crisi energetica attraverso l’agrovoltaico e il solare può essere una fonte inesauribile di energia per l’agricoltura di precisione. Ci sono poi le soluzioni agrifood-tech per contribuire alla lotta contro l’insicurezza alimentare: miglioramento genetico bovino per una maggiore produzione di latte, piattaforme intelligenti per il controllo di qualità e lo smistamento dei prodotti ortofrutticoli, e agricoltura verticale indoor sostenibile. Sono ricorrenti gli allarmi delle vostre imprese sulla carenza di lavoratori, anche immigrati. Che cosa chiedete al governo a questo riguardo? Aumenta la richiesta di lavoratori in campagna e cresce in modo elevato la manodopera di origine extracomunitaria, che rappresenta circa il 70% del totale di quella straniera. Nonostante gli arrivi superino quelli del 2022, non sono comunque sufficienti rispetto alla domanda e continuiamo ad avere difficoltà a reperire collaboratori, in particolare specializzati. Il problema non sono solo i numeri, ma anche i tempi, perché la necessità di manodopera è sempre più impellente. Abbiamo apprezzato alcune semplificazioni introdotte dal recente decreto, come quella del silenzio-assenso nei 30 giorni e il fatto che le amministrazioni hanno demandato alle organizzazioni di categoria i controlli sulla congruità delle domande e sulla capacità reddituale delle imprese richiedenti, elementi che contribuiscono a snellire le procedure. Sarebbe necessario anche rafforzare gli sportelli unici del lavoro, affinché le tempistiche di disbrigo delle pratiche coincidano con le effettive necessità delle aziende. Mancano 200mila addetti nell’agricoltura in tutto il Paese, con regioni dove già adesso la carenza di manodopera è drammatica e potrebbe compromettere la raccolta e le lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi. Ci farebbe piacere assumere italiani, ma non possiamo fare a meno di chi arriva da lontano. L’agricoltura è fatta di aziende strutturate, i contratti di lavoro vengono rispettati, i giovani possono trovare belle soddisfazioni. Che cosa suggerirebbe a un giovane che pensa di diventare imprenditore agricolo? Se vogliamo garantire un futuro all’agricoltura, dobbiamo necessariamente affidarlo ai giovani e per farlo abbiamo il dovere di rendere il settore remunerativo e profittevole. Da un lato occorrono strumenti legislativi in grado di garantire l’ingresso e la permanenza nel settore, dall’altro sono gli stessi aspiranti imprenditori agricoli che devono essere consapevoli di voler fare un lavoro meraviglioso, ma che dipende da molti fattori, prima di tutto la natura, con i suoi tempi e le sue evoluzioni. La formazione è determinante per diventare imprenditori di successo, ma anche il confronto, l’aggiornamento e la partecipazione attiva alla vita sindacale sono fattori che possono fare la differenza. Abbiamo, al nostro interno, l’Anga, l’associazione che riunisce gli “under 40” di Confagricoltura, sostenendoli nel loro percorso di crescita imprenditoriale. Per chi parte avvantaggiato con una terra, la sfida sarà certamente più facile, ma non bisogna scoraggiarsi, perché i giovani imprenditori sono sì diminuiti secondo l’ultimo censimento Istat, ma hanno titoli di studio più elevati, investono in innovazione e diversificazione e conducono aziende con una dimensione media doppia rispetto a quelle degli over 40. Perdiamo oltre un terzo dell’acqua immessa nella rete di distribuzione ed è opportuno promuovere un uso consapevole di questa risorsa fondamentale. Gli agricoltori sono impegnati a non sciupare acqua: oltre il 50% delle aziende ha introdotto da molto tempo l’irrigazione a goccia

23 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO PIANO resce il numero di aziende agricole e zootecniche che adottano soluzioni di agricoltura 4.0. Sensori IoT, software di analisi di grandi moli di dati, piattaforme integrate, ma anche droni, robot e algoritmi di intelligenza artificiale sono già una realtà e l’Agritech in Italia supera quota 2 miliardi di euro, più 31% rispetto al 2021. Lo confermano i risultati della ricerca realizzata dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del laboratorio Rise (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia. A spiegare le caratteristiche di questo fenomeno è Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood. Cosa emerge dalla vostra indagine? È emersa una tendenza di crescita importante: il trend della digitalizzazione del mondo agricolo sta aumentando rapidamente perché è evidente che si tratta del principale C Intervista ad Andrea BACCHETTI di Brunella Giugliano Nel 2022 il mercato ha continuato a crescere in doppia cifra, raggiungendo 2,1 miliardi di € 4.0 Milioni di euro 100 370 450 1.300 1.600 2017 2018 2019 2020 2021 2022 Stima a preventivo Valore a consuntivo +270% +22% +189% +23% +31% 2.100 IL MERCATO DELL’AGRICOLTURA 4.0 NEL 2022 Fonte: Politecnico di Milano / Dipartimento di Ingegneria Gestionale AGRITECH, È BOOM

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