Civiltà del Lavoro, n. 2/2023

73 LIBRI IL SECOLO DELLO SVILUPPO Internazionalizzazione e coscienza territoriale 97 anni Francesco Merloni studia quotidianamente l’inglese per colmare un suo vecchio rimpianto. Un dettaglio che la dice lunga sul carattere di uomo che ha scritto uno dei più bei capitoli del “Secolo dello sviluppo”, per citare il titolo della biografia che Giorgio Mangani dedica a una figura chiave della scena non solo economica ma anche politica, istituzionale e culturale dell’Italia del secondo Novecento. Della centenaria impresa fondata dal capostipite Aristide si sa quasi tutto. Si sa del suo impegno sul fronte della Prima guerra mondiale, dell’impiego da operaio in una fabbrica di bascule a Pinerolo, dei propositi di avviare un’impresa (nel 1924 elabora un “Progetto di fabbrica strumenti per pesare e costruzioni meccaniche”), della effettiva decisione di metter su un’attività nella propria terra e quindi della nascita, nel 1930, del primo stabilimento ad Albacina. Si sa dell’amicizia con il marchigiano Enrico Mattei, originario della vicina Matelica, del business delle bombole e degli scaldabagni, fino alla leadership globale negli elettrodomestici. Si sa come tutto questo sia diventato il primo e più paradigmatico caso di quella che Peppino Turani definì “multinazionali A Francesco Merloni con il papà Aristide Foto Fondazione Aristide Merloni

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