Civiltà del Lavoro, n. 2/2023

21 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO PIANO valorizzazione economica degli accrescimenti e l’incremento del sink di carbonio. L’agricoltura si sta rivelando un settore ad elevata innovazione. Quali sono le tecnologie d’avanguardia più usate dagli agricoltori? L’agricoltura di precisione, big data, piattaforme di analisi ed elaborazione di comandi attuabili, droni e automazione sono fondamentali per tutta la filiera agroalimentare, per un uso ottimale delle risorse terra, capitale e lavoro, con beneficio per le aziende e l’ambiente. Sono stati fatti enormi passi avanti negli ultimi anni, grazie alle misure di Transizione 4.0, proposte e sostenute fortemente da Confagricoltura. Il settore primario dà poi una risposta alla crisi energetica attraverso l’agrovoltaico e il solare può essere una fonte inesauribile di energia per l’agricoltura di precisione. Ci sono poi le soluzioni agrifood-tech per contribuire alla lotta contro l’insicurezza alimentare: miglioramento genetico bovino per una maggiore produzione di latte, piattaforme intelligenti per il controllo di qualità e lo smistamento dei prodotti ortofrutticoli, e agricoltura verticale indoor sostenibile. Sono ricorrenti gli allarmi delle vostre imprese sulla carenza di lavoratori, anche immigrati. Che cosa chiedete al governo a questo riguardo? Aumenta la richiesta di lavoratori in campagna e cresce in modo elevato la manodopera di origine extracomunitaria, che rappresenta circa il 70% del totale di quella straniera. Nonostante gli arrivi superino quelli del 2022, non sono comunque sufficienti rispetto alla domanda e continuiamo ad avere difficoltà a reperire collaboratori, in particolare specializzati. Il problema non sono solo i numeri, ma anche i tempi, perché la necessità di manodopera è sempre più impellente. Abbiamo apprezzato alcune semplificazioni introdotte dal recente decreto, come quella del silenzio-assenso nei 30 giorni e il fatto che le amministrazioni hanno demandato alle organizzazioni di categoria i controlli sulla congruità delle domande e sulla capacità reddituale delle imprese richiedenti, elementi che contribuiscono a snellire le procedure. Sarebbe necessario anche rafforzare gli sportelli unici del lavoro, affinché le tempistiche di disbrigo delle pratiche coincidano con le effettive necessità delle aziende. Mancano 200mila addetti nell’agricoltura in tutto il Paese, con regioni dove già adesso la carenza di manodopera è drammatica e potrebbe compromettere la raccolta e le lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi. Ci farebbe piacere assumere italiani, ma non possiamo fare a meno di chi arriva da lontano. L’agricoltura è fatta di aziende strutturate, i contratti di lavoro vengono rispettati, i giovani possono trovare belle soddisfazioni. Che cosa suggerirebbe a un giovane che pensa di diventare imprenditore agricolo? Se vogliamo garantire un futuro all’agricoltura, dobbiamo necessariamente affidarlo ai giovani e per farlo abbiamo il dovere di rendere il settore remunerativo e profittevole. Da un lato occorrono strumenti legislativi in grado di garantire l’ingresso e la permanenza nel settore, dall’altro sono gli stessi aspiranti imprenditori agricoli che devono essere consapevoli di voler fare un lavoro meraviglioso, ma che dipende da molti fattori, prima di tutto la natura, con i suoi tempi e le sue evoluzioni. La formazione è determinante per diventare imprenditori di successo, ma anche il confronto, l’aggiornamento e la partecipazione attiva alla vita sindacale sono fattori che possono fare la differenza. Abbiamo, al nostro interno, l’Anga, l’associazione che riunisce gli “under 40” di Confagricoltura, sostenendoli nel loro percorso di crescita imprenditoriale. Per chi parte avvantaggiato con una terra, la sfida sarà certamente più facile, ma non bisogna scoraggiarsi, perché i giovani imprenditori sono sì diminuiti secondo l’ultimo censimento Istat, ma hanno titoli di studio più elevati, investono in innovazione e diversificazione e conducono aziende con una dimensione media doppia rispetto a quelle degli over 40. Perdiamo oltre un terzo dell’acqua immessa nella rete di distribuzione ed è opportuno promuovere un uso consapevole di questa risorsa fondamentale. Gli agricoltori sono impegnati a non sciupare acqua: oltre il 50% delle aziende ha introdotto da molto tempo l’irrigazione a goccia

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=