Civiltà del Lavoro, n. 2/2023

IL LAVORO nel “cantiere Italia” 7 Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. La prima frase della Costituzione scolpisce i termini fondamentali della nostra convivenza: Repubblica, democrazia, lavoro. “Dicendo che la Repubblica è fondata sul lavoro – si legge nel commento di uno dei padri costituenti, Amintore Fanfani, scelto dalla Federazione Cavalieri del Lavoro per celebrare il primo maggio con una pagina sul Sole 24 Ore – si esclude che essa possa fondarsi sul privilegio, sulla nobiltà ereditaria, sulla fatica altrui e si afferma invece che essa si fonda sul dovere, che è anche diritto ad un tempo per ogni uomo, di trovare nel suo sforzo libero la sua capacità di essere e di contribuire al bene della comunità nazionale. Quindi, niente pura esaltazione della fatica muscolare, come superficialmente si potrebbe immaginare, del puro sforzo fisico; ma affermazione del dovere d’ogni uomo d’essere quello che ciascuno può, in proporzione dei talenti naturali, sicché la massima espansione di questa comunità popolare potrà essere raggiunta solo quando ogni uomo avrà realizzato, nella pienezza del suo essere, il massimo contributo della prosperità comune”. In questa frase di Fanfani è racchiuso il profondo significato del lavoro che abbiamo celebrato il Primo maggio: non un diritto garantito dallo Stato (come se tutti potessimo diventare dipendenti pubblici, come nella vecchia Urss), ma un diritto-dovere: i cittadini hanno il diritto di chiedere allo Stato di favorire con ogni mezzo l’accesso e la dignità del lavoro, ma anche “il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società” (art. 4 della Costituzione). Questa è la bussola per affrontare le sfide che fronteggiano il lavoro: l’innovazione tecnologica che minaccia di sostituire il lavoro umano con robot e intelligenza artificiale; il calo demografico che rischia di ridurre i lavoratori necessari; la lotta alle piaghe del lavoro povero, nero e minorile; la prevenzione degli incidenti; l’esigenza di aumentare il tasso di occupazione femminile e di colmare il divario Nord-Sud. Sono i punti toccati dal presidente Mattarella nel suo discorso sul lavoro pronunciato il 29 aprile nel distretto della Meccatronica di Reggio Emilia. Dopo aver ricordato il buon andamento del Pil, dell’export e anche dell’occupazione, il Capo dello Stato ha citato il “cantiere del Pnrr” con “l’ineguagliabile opportunità che offre per ridurre e colmare ritardi strutturali, sostenere strategie di crescita e favorire con l’innovazione più diffuse opportunità”. Ma non sono tutte rose e fiori. L’obiettivo politico della piena e buona occupazione è ancora un miraggio, mentre la disoccupazione resta elevata, l’inflazione riduce il potere d’acquisto dei dipendenti, abbiamo il record europeo dei giovani che non studiano e non lavorano (i cosiddetti Neet) - con un dato particolarmente acuto al Sud - e al contempo, paradossalmente, le imprese non tro- “L’ Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO MAGGIO

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