Civiltà del Lavoro, n. 2/2023

77 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 LIBRI Michele Ferrero CONDIVIDERE VALORI per creare valore rossimamente, alla Supercrema confezionata verrà data la denominazione di Nutella. […] La produzione attuale in confezioni con l’indicazione Supercrema continuerà fino a quando non avremo esaurito le scorte di incarti, di etichette e di capsule: probabilmente fino al 20 aprile 1964”. Michele Ferrero informa attraverso una circolare aziendale tutti i Dipartimenti e gli Ispettori delle filiali del lancio di un nuovo prodotto, la Nutella. È a questa circolare che si fa risalire, per convenzione, la data di nascita del prodotto italiano più conosciuto al mondo: un momento che ha segnato una discontinuità non solo nella storia dell’industria dolciaria, me nella storia dell’industria tout court. Italiana e globale. I numeri sono impressionanti: Nutella è oggi prodotta, oltre che in Italia, in Germania, Francia, Svizzera, Stati Uniti e Australia per complessive 365mila tonnellate. Innovazione di prodotto, di processo, strategia di comunicazione rivoluzionarie, marketing e packaging all’avanguardia (la scelta del barattolo è ancora oggi un caso di scuola), esprimono in un solo prodotto alcune delle peculiarità della Ferrero e, in particolare, di Michele Ferrero. La Ferrero, ovviamente, non è solo Nutella. Ferrero è la più grande e la prima multinazionale italiana. Guidata di marchi iconici, dal Mon Chéri ai Ferrero Rocher, dalla galassia Kinder al Duplo, fino al recentissimo boom dei Nutella Biscuits, Ferrero è una realtà industriale dal fatturato (2022) di 14 miliardi di euro per un organico di 41.441 collaboratori. “Michele Ferrero. Condividere valori per creare valore” di Salvatore Giannella, edito per Salani Editore, traccia il profilo dell’artefice di tutto questo. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 1971, Michele Ferrero è un uomo straordinario. Affascinato dalle macchine è ossessionato dall’urgenza di innovare. Non perde un fascicolo delle pubblicazioni italiane e straniere specializzate in macchine industriali, su gran parte di esse interviene con modifiche e continue “personalizzazioni”, sa coniugare in modo impareggiabile la conoscenza delle materie prime con gli strumenti necessari a trasformarle. “Mandami a Parigi, a Londra, a Francoforte, a New York” diceva il giovane Michele al papà Pietro, “ma non a fare il turista, mandami a vedere macchine nuove, a comprarle. Abbiamo bisogno di innovazione tecnologica per crescere nella produzione e nell’occupazione”. Ascolta tutti. “I dipendenti devi rispettarli, coccolarli” confida Michele ai suoi collaboratori. “Devi farli sentire imprenditori a loro volta. Dall’operaio al dirigente, devono sentire l’azienda come propria e così contribuiranno insieme alla sua crescita. E tu, imprenditore, puoi addormentarti sereno la sera”. Ma ascoltare tutti non vuol dire? sottrarsi a responsabilità. “Se vuoi andare in fallimento, ascolta tutti. Senza essere tu a prendere la decisione finale”. Una sua frase ricorrente era “vag ‘n chimica”, vado nella stanza accanto ai laboratori, dove faceva notte in camice bianco con i collaboratori più stretti ad assaggiare cioccolato e a provare decine di varianti. Leggendaria la sua riservatezza. Nel 2004, in occasione del quarantennale della Nutella, Enzo Biagi lo raggiunge ad Alba per un’intervista. Ferrero spiega al giornalista che, a causa dell’immensa timidezza e della preoccupazione di sembrare vanesio, non può accettare. “Con lei – gli risponde – sono tre le persone che non sono riuscito a intervistare: le altre due sono Stalin e Giovanni Paolo II”. “P

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