“L’ Europa, anche se ancora incompiuta, è già un miracolo della storia: 27 nazioni sovrane che scelgono ogni giorno di condividere valori, regole e responsabilità, per fare il bene comune, dando vita a uno straordinario spazio di opportunità e di futuro. L’anno prossimo gli Usa compiranno 250 anni dalla dichiarazione di indipendenza, firmata inizialmente nel 1776 da 13 Stati. Occorre ora fare un secondo miracolo: fare in modo che nel 2026 inizi il primo anno degli Stati Uniti d’Europa!”. Così il Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Maurizio Sella in chiusura del Convegno nazionale della Federazione tenuto sabato 7 giugno 2025 a Venezia. Dal Convegno, cui hanno partecipato circa 160 Cavalieri del Lavoro, espressione dell’eccellenza del mondo imprenditoriale italiano, è emersa la necessità di rilanciare la leadership europea su scala globale puntando su innovazione, capitale umano e forti politiche industriali comunitarie.
Mattarella: “L’Unione europea è fattore di stabilità e pace”
Centrati sul tema “L’Europa che vogliamo”, i lavori sono stati aperti dal messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha sottolineato come “Il contesto internazionale, i conflitti aperti, l’appannamento delle convenzioni e delle attività internazionali basate su principi di cooperazione, rendono più che mai prezioso il ruolo della Unione europea, fattore di stabilità, progresso e pace”. Superare l’unanimità nel processo decisionale, rafforzare l’emissione di debito comune e avviare una profonda semplificazione normativa a favore della competitività.
Zobele: “Serve concretezza e una nuova governance comune”
“Concretezza e rilancio della competitività – ha spiegato Enrico Zobele, presidente del Gruppo Triveneto dei Cavalieri del Lavoro, organizzatore del Convegno – devono essere i cardini del nuovo corso europeo. Nei suoi primi 70 anni l’Europa ha conseguito successi enormi, ora l’obiettivo non può che essere un governo comune, che porti avanti temi e politiche necessari. Occorre pensare a una unione energetica, a una armonia fiscale e a un mercato degli investimenti capace di favorire scelte strategiche e tecnologiche più rilevanti”.
Metsola: “Parlamento Ue al fianco delle imprese”
“Il Parlamento europeo – ha detto in video messaggio Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo – è al fianco delle imprese nelle sfide della contemporaneità: a partire dalla congiuntura geopolitica, ma pure nella semplificazione e nella realizzazione di politiche industriali che mettano al centro l’innovazione, la sostenibilità e la dignità del lavoro
Tajani: “Una politica industriale comune per non perdere le basi produttive”
Ad arricchire i lavori anche il messaggio di Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. “Serve una vera politica industriale comune – ha sottolineato Antonio Tajani – che favorisca la crescita delle imprese dando risposte ai problemi dei prezzi energetici, delle materie prime, delle competenze, del credito. Non possiamo perdere le nostre industrie di base. La parola d’ordine deve essere sburocratizzare. Servono ingenti investimenti anche per la transizione digitale, l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale”.
I lavori si sono articolati in tre sessioni tematiche, che hanno affrontato i nodi centrali del rilancio del progetto europeo sotto il profilo economico, industriale e istituzionale.
Competitività, governance, industria: le tre sessioni
La prima sessione del Convegno, organizzato con la partnership scientifica dello Iai – Istituto Affari Internazionali, dedicata al tema “L’Unione europea potenza economica globale fra innovazione e investimenti comuni”, ha visto gli interventi dei Cavalieri del Lavoro Antonio Patuelli (presidente ABI), Ugo Salerno (presidente esecutivo Rina) e gli esperti Marco Buti (Istituto Universitario Europeo), Veronica De Romanis (Luiss Guido Carli e Stanford University), Paola Subacchi (Sciences Po). Il dibattito ha messo in luce le sfide poste dalla crescente competizione globale e la necessità di investimenti comuni e strategie industriali condivise, capaci di rendere l’Unione più autonoma, innovativa e resiliente.
La seconda sessione, intitolata “Verso una nuova politica industriale europea: le sfide dell’impresa”, si è concentrata sulle trasformazioni del sistema produttivo europeo. Hanno preso la parola i Cavalieri del Lavoro Lucia Aleotti (Pharmafin – Menarini Group Holding), Marco Bonometti (Omr Automotive), Laura Colnaghi Calissoni (Gruppo Carvico), e Bruno Veronesi (AIA) e l’esperto Daniel Gros (Università Bocconi).
La terza sessione, “Nuove istituzioni per governare la competitività”, ha infine affrontato il tema della riforma delle istituzioni europee, anche alla luce dell’allargamento dell’Unione e della crescente complessità del contesto geopolitico. Sono intervenuti i Cavalieri del Lavoro Franco Bernabè (Università di Trento e Techvisory), Antonio D’Amato (Seda Group), Michl Ebner (Gruppo Athesia) e gli esperti Nicoletta Pirozzi (Iai) e Rosa Balfour (Carnegie Europe). Il dibattito ha evidenziato l’urgenza di superare il principio dell’unanimità nelle decisioni chiave, rafforzare il metodo comunitario e dotare l’UE di strumenti più efficaci per governare la competitività. Il Convegno si è svolto in un luogo altamente simbolico: l’Isola di San Giorgio Maggiore, sede della Fondazione Cini, che il Cavaliere del Lavoro Gianfelice Rocca nei saluti iniziali ha definito “un’isola del lavoro e della cultura”. “Qui – ha ricordato – siamo in un’isola benedettina e San Benedetto è stato nominato il santo europeo perché la riunione degli abati Benedettini è stato il primo Parlamento Europeo. Oltretutto è il santo del lavoro, ora et labora, e quindi non è un caso che nel ‘59 i Cavalieri del Lavoro si siano riuniti qui, in questo posto. Per noi quindi la Fondazione Cini non è solo questione di gestire un’isola meravigliosa, ma di capire un’isola del lavoro e un’isola dell’Europa”.
Ed è proprio dal dialogo tra memoria e visione che si è alimentato il senso profondo della giornata, come hanno ricordato i passaggi letti da Luigi Einaudi sul superamento dello Stato sovrano in nome di una vera federazione europea.