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In rotta verso la sostenibilità. Amoretti: Flotte Hi-Tech e formazione permanente | Civiltà del Lavoro 6/2023

19.02.2024

Articolo pubblicato nella rivista n.6/2023 di Civiltà del Lavoro

 

È amministratore delegato di Amoretti Armatori Group, azienda leader nel trasporto marittimo di prodotti petrolchimici. Quali sono state le sue maggiori soddisfazioni in un settore a prevalenza maschile?

Le mie maggiori soddisfazioni sul lavoro sono state non tanto influenzate dall’essere di genere femminile, ma bensì dall’aver portato la compagnia di famiglia ad un importante livello di eccellenza riconosciuto internazionalmente. Mi rendo conto che l’essere donna può sembrare singolare se rapportato al mio contesto lavorativo, ma quando siedo ai tavoli delle trattative rappresento la mia azienda con la sua reputazione, valore e qualità. E questo indipendentemente dal genere cui appartengo.

Amoretti Armatori è attiva nel Mediterraneo e nel Nord Europa con una flotta di 11 navi. Opera con una sede principale a Parma, due sedi tecniche ad Augusta e Rotterdam e occupa oltre 440 dipendenti. Una storia che parte da lontano, nel 1946, con suo padre Odoardo. Quali sono le tappe più importanti di questo percorso?

Il percorso di mio padre è segnato da alcune tappe fondamentali: il passaggio dal trasporto su gomma dei prodotti petroliferi al trasporto fluviale, il successivo passaggio dal fiume al mare, l’aver capito in forte anticipo che il futuro della flotta si sarebbe misurato sui temi ambientali, dotando la compagnia di navi a doppio scafo, quando ancora non era norma di legge.

Negli anni seguenti con mia sorella abbiamo creato una struttura di management molto giovane e motivata che ha segnato il passaggio da una azienda strettamente familiare ad una azienda strutturata al passo coi tempi. Ancora oggi nostro obiettivo primario è sempre la massima attenzione alla salvaguardia della vita umana in mare e all’ambiente.

Anche le sue figlie sono impegnate in azienda. Come è possibile mantenere solidi i valori familiari in un mondo in continua evoluzione?

Non credo ci sia una regola da seguire. In una azienda famigliare non esiste mai una divisione netta fra lavoro e famiglia, è un tutt’uno che ci accompagna nella vita e che fa respirare giorno per giorno l’evoluzione aziendale. Questo permette il passaggio del patrimonio della conoscenza alle nuove generazioni.

La sfida fra diverse generazioni è riuscire a lavorare insieme integrando tradizione ed innovazione in un’armonia di rapporti avendo chiari e condivisi gli obiettivi da raggiungere.

Tra gli stakeholder dell’industria marittima si parla molto della digitalizzazione delle navi e delle tecnologie sostenibili. La Amoretti Armatori Group che soluzioni ha adottato?

Sia la digitalizzazione, che in generale le tecnologie di efficientamento energetico, sono in parte legate all’età anagrafica delle navi. Per questo la compagnia si è focalizzata negli anni sul continuo ringiovanimento della flotta con lo scopo di dotarsi di navi sempre più all’avanguardia in materia di tecnologie sostenibili ad oggi presenti sul mercato. Nel contempo dedica una forte attenzione alla formazione del personale, che deve sviluppare le competenze per l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Cosa ha significato per lei la nomina a Cavaliere del Lavoro?

La nomina a Cavaliere del Lavoro è stata una vera sorpresa, ed il pensiero che il Presidente della Repubblica abbia considerato il mio percorso imprenditoriale degno di un così grande riconoscimento mi ha riempito di orgoglio. Ha significato per me una presa di coscienza di quanto avevo fatto nella vita per mantenere e far progredire il patrimonio di cultura e rispetto verso l’azienda che nostro padre ha lasciato a me e mia sorella. Nella vita mi sono concentrata al massimo sulla famiglia e sul lavoro ai quali ho senz’altro dato molto, ma mi rendo conto oggi che sono stati loro, ancor di più, ad avere dato a me. Per cui questa nomina non è solo mia ma di tutti quelli che camminando al mio fianco hanno condiviso i valori di responsabilità e senso del dovere.

 

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