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Gabriele Clementi. Un laser made in Italy per salvare Notre-Dame

25.09.2023

Articolo pubblicato il 25 settembre 2023 da “Repubblica Affari&Finanza”

 

Una tecnologia utilizzata in diversi campi, dal medico al meccanico, passando per le opere d’arte, come è accaduto per il recupero delle statue e della cappelle annerite di Notre-Dame a Parigi dopo il rogo dell’aprile 2019. E se la Cattedrale riaprirà i battenti nel 2024, in tempo per le Olimpiadi come promesso dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron, il merito sarà anche del laser “made in Italy”. Un sofisticato raggio di luce, realizzato dalla toscana Deka, società che fa parte della multinazionale italiana EI.En, tra le prime cinque a livello mondiale nel comparto laser medicali. Una storia da start up americana: più di 40 anni fa, nel 1981, un professore, Leonardo Masotti, ordinario di ingegneria elettronica, crea in una camera e cucina una società con il suo più bravo studente, Gabriele Clementi, oggi presidente e anima strategica del gruppo EI.En, sigla che sta per Electronic Engineering. Fasci di luce che negli anni sono diventati sempre più sofisticati e adatti a diverse esigenze.

Il laser “Punto” da poco più di un mese viene usato nell’ospedale Rizk di Beirut per curare le cicatrici da ustione delle persone investite e ferite, più di 7 mila, dalla grande esplosione nel porto della capitale del Libano nell’agosto del 2020. Non è la prima volta che il gruppo, quotato al mercato Euronext Star di Milano di Borsa Italiana, dona un apparecchio a una struttura sanitaria: «L’idea nasce da una discussione con il professor Richard Rox Anderson, famoso scienziato americano nel campo della foto-medicina – racconta Paolo Salvadeo, amministratore delegato di Deka – già in Armenia, con il nostro laser regalato ad un ospedale pediatrico, ha curato numerosi bambini vittime di un’esplosione causata da una sigaretta che aveva incendiato, ad una festa, centinaia di palloncini che erano stati gonfiati con idrogeno e non con elio». Il medicale, che vale circa il 60% del fatturato di EI.En, rimane uno dei principali settori.

«Il laser è al centro di tutti i nostri prodotti. È una tecnologia complessa, che richiede molte competenze tecniche, dall’ottica all’elettronica, dalla meccanica alla fluido dinamica, per arrivare al prodotto finale, ma che consente di fare tante cose», dice Andrea Cangioli, amministratore delegato del gruppo e socio con il 15%. Non solo estetica, ma applicazioni chirurgiche per i calcoli renali, il tumore del fegato e il trattamento della tiroide. Il gruppo oggi è capofila di 30 aziende sparse in tutto il mondo e continua ad avere sede a Firenze: conta 1800 dipendenti, circa la metà in Italia con 5 stabilimenti: a Firenze, a Prato, a Samarate, vicino a Malpensa, a Vicenza e a Torre Annunziata, nel napoletano. Conta tre siti in Cina e uno in Germania, a Jena, che è il polo tedesco dell’ottica, oltre a una fabbrica di dimensioni ridotte in Brasile. «Siamo una piccola multinazionale, con produzione in Europa e Cina, ma serviamo tutto il mondo», dice Cangioli. La Cina è il mercato di riferimento per i laser industriali, ma nei primi sei mesi del 2023 c’è stata una forte frenata del segmento taglio lamiera.

Una delle ragioni del calo del fatturato fuori dall’Europa sono gli Stati Uniti per il settore medicale, ma i dati dell’ultimo semestre indicano una crescita dell’Italia e dell’Europa in termini di fatturato, mentre nel resto del mondo si è registrata una flessione. Nel 2000, quando si quota in Borsa, EI.En fatturava 25 milioni di euro. A fine 2021 i ricavi hanno superato i i 550 milioni. Nel primo semestre del 2023 si è arrivati a 345,6 milioni di euro contro i 326,9 milioni di euro dello stesso periodo del 2022. A fine anno, se il trend verrà confermato, la multinazionale potrebbe arrivare a sfiorare i 700 milioni. A far crescere i numeri non è solo il medicale, ma gli altri segmenti. Non solo l’industriale, ma l’abbigliamento: il laser serve a scolorire i tessuti, come il jeans, evitando lo stone washing che danneggia l’ambiente. E poi c’è la marcatura della pelle e della plastica. E il restauro del patrimonio artistico, perché il laser permette di ripulire un monumento senza provocare danni. Prima di Notre-Dame, EI.En ha ripulito una lunga lista di capolavori, dagli affreschi della Villa dei misteri a Pompei ai guerrieri di Xian, in Cina, inclusa la Porta del Santo Sepolcro a Gerusalemme e le statue di Michelangelo a San Lorenzo a Firenze.

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