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Dare forma allo splendore. Cassetti: le botteghe sono fucine d’incanto | Civiltà del Lavoro 6/2023

19.02.2024

Articolo pubblicato nella rivista n.6/2023 di Civiltà del Lavoro

 

É amministratore di Cassetti Gioielli, azienda fondata da suo padre come laboratorio di argenteria sulla Costa dei Magnoli a Firenze e da lei sviluppata in una catena di gioiellerie con sei punti vendita in Italia. Come è riuscita a coniugare con successo tradizione e innovazione?

Negli anni Sessanta ho affiancato alla produzione tradizionale una collezione di gioielleria in argento smaltato. Il decennio successivo ha segnato l’inaugurazione del primo negozio Cassetti su Ponte Vecchio e il trasferimento in una nuova e più ampia sede produttiva a Scandicci. Sotto la mia guida è nata la collezione di gioielli da donna “Maria Grazia Cassetti”, caratterizzata da accuratezza delle finiture unita a ricercatezza e design contemporaneo. Negli anni ho consolidato la presenza dell’azienda nell’oreficeria di alta gamma attraverso l’apertura dei punti vendita a Firenze, a Forte dei Marmi e successivamente a Prato.

Quanto conta il legame con il territorio in un’attività ad altissima vocazione artigianale?

Il legame con Firenze è fortissimo. La mia città natale, dove ho vissuto tutta la vita, è una fra le più belle mete che esistano al mondo, culla dell’alto artigianato artistico. L’artigianato ha reso famosa Firenze nel mondo, un biglietto da visita al pari del suo patrimonio artistico. Oro, pelle, vetro, ceramica, seta, profumi, sartoria, ricami, calzoleria e altro ancora. Gioielli che prendono forma nelle botteghe artigiane fiorentine, nell’Oltrarno, tra i quartieri di Santo Spirito, San Niccolò e San Frediano, o nei pressi di Ponte Vecchio e Santa Maria Novella, per arrivare a conquistare i gusti di esigenti clienti, attenti al dettaglio e alla qualità dei materiali.

Il passaggio generazionale è un tema sempre discusso, quanto è difficile emanciparsi da chi tiene il timone prima di noi?

All’età di 20 anni, nonostante la contrarietà paterna e le molte difficoltà per una divergenza di mentalità, sono entrata nella realtà artigianale dimostrando fin dai primi anni un talento creativo. Ho realizzato importanti creazioni in argento e cristalli e in argento e porcellana, collaborando con importanti fabbriche fiorentine.

Lei fa parte della delegazione regionale Aidda, la prima associazione italiana di donne imprenditrici. Che consigli darebbe ad una giovane donna che si appresta ad avviare un’azienda?

Aidda è la prima associazione italiana nata con lo specifico obiettivo di valorizzare e sostenere l’imprenditoria al femminile, il ruolo delle donne manager e delle professioniste. L’associazione dà un prezioso supporto e contributo in termini di idee e di esperienza del mondo imprenditoriale e professionale femminile, rappresentato dalle piccole, medie e grandi imprese femminili italiane con una trasversalità in ogni settore merceologico, una forte rappresentanza di aziende familiari, storiche, artigianali specchio di una Italia fatta di tradizione, creatività, eccellenza, qualità: un inestimabile patrimonio culturale, storico e produttivo. Ho dedicato impegno e costanza a costruire la solidità della mia azienda, la mia vita infatti è stata centrata sul lavoro, sacrificando moltissimo il lato personale. Il mio consiglio per riuscire bene è quello di dedicare se stessi con passione al lavoro, e sicuramente ci saranno dei buoni risultati.

Quando ha saputo di essere stata nominata Cavaliere del Lavoro, cosa ha provato e a chi dedica questa onorificenza?

È stata davvero un’emozione inaspettata e sono fiera di essere stata insignita di questa prestigiosa onorificenza che dedico a me stessa per i risultati ottenuti grazie al duro lavoro.

 

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