Civiltà del Lavoro, n. 1/2016 - page 17

INTERVENTO
CIVILTÀ DEL LAVORO
I - 2016
17
BISOGNA PARTIRE DA UN
APPROFONDIMENTO VERO
SU QUELLA CHE È L’ESSENZA
UNIFICANTE DELL’EUROPA:
QUALI I VALORI E QUALI GLI
IDEALI E COME COSTRUIRE
SU QUESTI UNA NUOVA
FASE PROGETTUALE
Bisogna partire da un dibattito serio, da un approfondi-
mento vero su quella che è l’essenza unificante dell’Eu-
ropa: quali sono i valori, quali sono gli ideali, quali sono
le ragioni per le quali dobbiamo e vogliamo essere eu-
ropei, quali sono gli elementi che ci tengono insieme e
come costruire su questi ideali, su questi valori e su que-
sto patrimonio di civiltà e di cultura che ci uniscono, una
nuova fase progettuale dell’Europa.
Quello che è mancato nella costruzione dell’Europa unita
era questa parte di visione. Abbiamo fatto un’Europa dei
mercati, abbiamo promesso un’Europa dei benefici eco-
nomici e abbiamo fallito nell’immaginare un’Europa dei
valori e degli ideali. Ed è da qui che noi dobbiamo par-
tire. Su questo, io sono convinto, il nostro Paese ha una
straordinaria opportunità e anche uno straordinario ruolo
da giocare. L’Italia è, infatti, uno dei grandi Paesi fonda-
tori dell’Europa, ha dato un contributo rilevante alla co-
struzione del patrimonio di civiltà e di cultura del mondo
e noi abbiamo una responsabilità importante da gioca-
re sul piano della costruzione di un’Europa diversa. Per
poterlo fare abbiamo, però, bisogno di portare a termine
le riforme sociali e istituzionali che permettono al nostro
Paese di riconquistare autorevolezza e credibilità, di tor-
nare a essere competitivi e di portare al processo di co-
struzione di questa nuova fase dell’Europa un contributo
di idee e soprattutto un contributo di proposte che parta-
no proprio dalla visione degli ideali e dei valori sui quali
ricostruire l’Europa.
Il processo riformatore del nostro Paese è un processo che
ha subìto diversi arresti e chi vi parla, negli anni in cui era
alla presidenza della Confindustria, si è fatto fortemente
promotore di riforme sociali, del mercato del lavoro e della
competitività. Alcune di queste riforme hanno impiegato
decenni per essere compiute e sono state recentemente
portate a termine, parlo del Jobs Act e delle riforme del
mercato del lavoro. Altre, invece, sono ancora ben lonta-
ne dall’essere completate e sono tutte indispensabili non
solo per permettere al nostro Paese di far bene e di cre-
scere, ma soprattutto per permettergli di essere un pro-
tagonista vero di questa nuova costruzione politica e isti-
tuzionale dell’Europa.
Su questa strada bisogna andare avanti con grande fer-
mezza e grande determinazione e bisogna farlo soprattut-
to rendendoci conto che noi abbiamo ancora moltissimo
da poter esprimere in termini di potenzialità e in termi-
ni di opportunità. Siamo ancora un Paese con un eleva-
to tasso di imprenditorialità, nonostante negli ultimi dieci
anni si sia assistito a un fenomeno di contrazione. Abbia-
mo impiegato due generazioni per costruirlo e dieci an-
ni per demolirlo.
Però abbiamo ancora una grande passione imprenditoria-
le, abbiamo una grande capacità di lavoro, abbiamo anco-
ra dei giovani intelligenti e di talento, siamo il Paese più
ammirato e più invidiato nel mondo per lo stile di vita,
la storia, l’arte, la cultura, la moda e la cucina. Però sia-
mo un Paese che non si vuole bene, che spesso trascu-
ra il proprio patrimonio artistico e culturale e che non è
in grado di appropriarsi delle proprie opportunità per co-
struire un futuro diverso.
Questa è, invece, l’inversione di tendenza sulla quale biso-
gna lavorare e noi lo stiamo facendo. E qui torno ai Cava-
lieri del Lavoro. Lo stiamo facendo ciascuno nelle proprie
aziende, come imprenditori, e nell’ambito della nostra Fe-
derazione promuovendo il più possibile la consapevolezza
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