Civiltà del Lavoro, n. 1/2016 - page 24

CIVILTÀ DEL LAVORO
I - 2016
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INCHIESTA
AL LAVORO PER L’
ITALIA
DEL
FUTURO
Con Marianna Madia, ministro per la Semplificazione e Pubblica amministrazione, abbiamo
approfondito i contenuti della riforma con la quale il Governo punta a produrre cambiamenti
reali nella vita dei cittadini e a facilitare lo sviluppo delle imprese. A cominciare dal Sistema
pubblico di identità digitale, grazie al quale ci lasceremo alle spalle file e faldoni.
sa non solo nel senso di farla nascere, ma anche di farla
crescere. In una parola per vivere.
La legge 124 del 2015 è il cuore di questo sforzo e pre-
vede circa una ventina di decreti legislativi. I primi undici
decreti sono stati emanati lo scorso 20 gennaio e stan-
no raccogliendo i pareri delle Camere, delle Regioni e del
Consiglio di Stato, per poi tornare in Consiglio dei ministri
per l’approvazione definitiva.
Il primo pacchetto ha tre obiettivi: la cittadinanza digitale
come principale strumento per semplificare la vita del-
le persone; la certezza di regole e di tempi per i cittadi-
ni e gli operatori economici; la qualità dei servizi pubbli-
ci. Tutti gli undici decreti, dal nuovo CAD alla Conferenza
dei servizi alla riduzione delle società partecipate, sono
all’interno di questi principi guida.
I restanti decreti guardano all’interno dell’amministrazio-
ne. Vogliono migliorare il modo di lavorare della Pubblica
amministrazione: penso alla riforma del Testo unico del
pubblico impiego, che affronterà nodi come quello del re-
clutamento, con il passaggio dal sistema delle piante or-
ganiche a quello dei fabbisogni, che guarda alle vere ne-
cessità di chi usufruisce del servizio.
Il nostro obiettivo è completare l’attuazione di tutta la ri-
forma nei tempi dettati dalla legge delega.
A quali organi spetterà il potere di controllo per veri-
ficare il corretto recepimento della riforma?
Appartengo ad una generazione cresciuta politicamente
con il mito delle riforme e, proprio per questo, ritengo sia
importante partire dalla consapevolezza che una riforma
non si misura sulla base della quantità di leggi che si ap-
provano, ma rispetto ai cambiamenti che riesce a produr-
re nella vita delle persone, nello sviluppo delle imprese.
Per questo il processo riformatore non può dirsi esaurito
La riforma della Pubblica amministrazione è legge, ma
affinché esplichi i suoi effetti occorrono i decreti attua-
tivi, di cui i primi già approvati. Quanti ne mancano e
quando sarà completato il processo di approvazione?
La riforma della Pubblica amministrazione non è una mi-
sura di settore, ma è la riforma delle riforme, perché con-
sente di dare certezze e rapidità a tutte le altre politiche
pubbliche: dalla sanità alla scuola, alla sicurezza, alle po-
litiche industriali.
È una riforma per il Paese, per dare certezza di regole e
tempi ai cittadini e alle imprese. Per restituire a ciascu-
no più tempo per lavorare, per produrre, per fare impre-
Marianna Madia
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