Civiltà del Lavoro, n. 1/2016 - page 30

CIVILTÀ DEL LAVORO
I - 2016
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INCHIESTA
PREGI
E
DIFETTI
DELLE
RIFORME
Dopo le riforme l’Italia dovrebbe essere una “democrazia decidente”, con processi
di deliberazione più rapidi, un’attuazione meglio garantita e costi inferiori. Nonostante
molti siano perplessi bisogna proseguire su questa strada. Ne abbiamo parlato con uno
dei massimi esperti di Pubblica amministrazione, il professor Sabino Cassese,
già ministro della Funzione pubblica e giudice costituzionale.
tita, minori i costi. Questo esito lascia molti perplessi, in
quanto la fase di discussione e preparazione delle decisio-
ni risulterebbe compressa, prevalendo quella di decisione.
Io ritengo che occorra procedere per la strada che si è im-
boccata, salvo introdurre correttivi, non destinati a rallen-
tare i processi decisionali, ma ad assicurare una democra-
zia “dibattimentale”.
Quali sono a suo giudizio i punti di forza e i punti di
debolezza delle riforme?
Ridurre dimensioni e compiti del Senato, adottare una leg-
ge elettorale che dovrebbe dare stabilità ai governi, sem-
plificare l’amministrazione, mi sembrano i punti di forza.
Quelli di debolezza riguardano un residuo di complessi-
tà nell’iter legislativo, l’assenza di iniziative sulle Regioni
(che andrebbero accorpate), il compromesso raggiunto
sul tema della selezione della dirigenza.
I critici delle riforme dicono che il nuovo Senato sarebbe
solo un “dopolavoro per consiglieri regionali e sindaci”
e che tanto valeva abolirlo del tutto. Che ne pensa?
Penso che bisogna aspettare per giudicare.
Se il Senato sarà composto di persone capaci, potrà svol-
gere la funzione di raccordo Stato-Regioni, che le varie
Conferenze tra Stato, Regioni ed enti locali non riescono
a svolgere.
Professor Cassese, che Italia esce dalle riforme istitu-
zionali e amministrative avviate dal Governo Renzi?
La risposta a questa domanda non può che essere provvi-
soria, perché i processi di riforma sono complessi e molti
fattori interferiscono con la loro messa in opera.
Detto ciò, direi che l’Italia dopo le riforme dovrebbe essere
una democrazia decidente, dove i processi di deliberazione
dovrebbero essere più rapidi, l’attuazione meglio garan-
Sabino Cassese
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