È stato di estremo interesse vedere questa frontiera avanzata, scientifica e tecnologica che qui si realizza e si coltiva. Per questo è un punto di forza per il nostro Paese questo settore. Lo è della nostra economia: sul solo mercato degli Stati Uniti, l’esportazione di farmaci e medicamenti per scopi terapeutici è stata, nel 2023, di 4.356 milioni di dollari. Lo è sul piano sociale, quello della salute della popolazione. Ben lo sapete in questo stabilimento, così impegnato sul fronte della ricerca e della produzione di farmaci d’avanguardia antitumorali e di contrasto a malattie neurodegenerative.
Avete l’opportunità, davvero di grande livello, affascinante, di vedere da vicino come il frutto del lavoro che si svolge contribuisca alla salute delle persone, al miglioramento delle cure, alla qualità del vivere, al potenziamento della stessa scienza della vita. […] Il lavoro non può separarsi mai dall’idea di persona, dalla unicità e dignità irriducibile di ogni donna e di ogni uomo. Nessuno deve sentirsi scartato o escluso. La Repubblica è fondata sul lavoro. […] Il lavoro è radice di libertà, ha animato la nostra democrazia, ha prodotto eguaglianza e, dunque, coesione sociale.
Il progresso civile, l’effettiva esistenza dei diritti, la sostenibilità del nostro modello sono legati, al tempo stesso, all’efficacia delle istituzioni e all’attività degli attori economici e sociali. Il lavoro richiama e sollecita la corresponsabilità, la solidarietà. È stato il vettore più potente di giustizia, di mobilità sociale, di costruzione del welfare. […] Il settore nel quale oggi ci troviamo è fra quelli tecnologicamente avanzati e di maggiore integrazione internazionale. Sapete bene che questa sfida è aperta. La cooperazione è alla base del progresso scientifico, a partire dalla integrazione europea nel governare i processi. Su altro versante si affacciano nuovi rischi, ne faceva cenno poc’anzi il Cavaliere Braca, derivanti dalle prospettive di ampio ricorso ai dazi, antica forma di prove di forza, che possono ostacolare il diritto all’accesso alle cure, alla salute, per ogni popolo del mondo, specialmente i più poveri e fragili.
Prospettive che, inoltre, producono effetti negativi sull’economia globale. Effetti che possono interpellare anche il nostro Paese. Per quanto ci riguarda si registrano oggi, in questo periodo, segnali incoraggianti sui livelli di occupazione. Permangono, d’altro lato, aspetti di preoccupazione sui livelli salariali, come segnalano i dati statistici e anche l’ultimo Rapporto mondiale 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro. […] Sappiamo tutti come le questioni salariali siano fondamentali per ridurre le disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso. Salari inadeguati sono un grande problema, una grande questione per l’Italia. Incidono anche sul preoccupante calo demografico, perché i giovani incontrano difficoltà a progettare con solidità il proprio futuro. Resta, inoltre, alto il numero di giovani, con preparazione anche di alta qualificazione, spinti all’emigrazione.
Questi fenomeni impoveriscono il nostro “capitale umano”. Anche per questo, sono importanti realtà come queste, questo settore della nostra economia che è proiettato sul futuro e sulla qualità della preparazione. Un grande valore per l’economia italiana e per la coesione della nostra società assume il tema del territorio. […] La variabile territoriale incide direttamente sul lavoro. La carenza dei servizi nelle aree interne favorisce lo spopolamento e con esso il venir meno delle opportunità di utilizzo delle risorse e dei saperi di quelle aree. Occorre porre argine a queste dinamiche, per non rischiare di provocare vuoti e fratture nel corpo unitario, prezioso del Paese. A sopperire al calo demografico, non bastano le migrazioni dall’estero, tanto permane la circostanza che un lavoratore su due tra quelli cercati dalle imprese, permane tra quelli a “difficile reperibilità”. Peraltro, il trattamento dei migranti – con salari che, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, risultano inferiori di un quarto rispetto a quelli dei connazionali – se non addirittura con fenomeni scandalosi come il caporalato, va contrastato con fermezza. Il carattere della nostra società italiana è a misura della dignità della persona che lavora, anche per rispettare l’articolo 36 della nostra Costituzione. […] Tutto attorno a noi cambia velocemente. Tanti lavori di qualche decennio or sono non esistono più. Nuove occupazioni si affacciano. E altre ancora sorgeranno presto nella società. Quel che non tramonta è il carattere del lavoro, come espressione della creatività e della dignità umana. Nei cambiamenti, permanente il suo valore di libertà e di coesione.