L’edizione dei Cinquant’anni del Premio Nonino 1975-2025, dedicata a Benito, “il padre della grappa italiana che ha trasformato la parente povera del vino in una bevanda nobile” (The Times, 8 agosto 2024), ci ha coinvolto – assieme a tutti gli ospiti – con grande emozione. Sì, un’edizione speciale e indimenticabile, anche per la scelta dei Premiati di quest’anno: da Germaine Acogny, l’ambasciatrice della danza africana, a Ben Little, l’irlandese friulano amante del Pignolo, al prestigioso letterato tedesco Michael Krüger, al diplomatico Dominique de Villepin che “… con i suoi interventi lucidi e coraggiosi sugli eventi che segnano la nostra epoca fa comprendere, senza polemica violenta, tutta la drammatica situazione internazionale”. La Distilleria Nonino nasce nel 1897 con un alambicco montato su ruote che girava per le campagne del Friuli a distillare le vinacce dei “sotans”, i contadini nullatenenti, ai quali, dopo il lavoro per il padrone, non rimaneva altro che la buccia dell’uva. L’alambicco passa di padre in figlio, finché arriva nelle mani di Benito e mie che iniziamo la battaglia per dare alla Grappa l’onore che le spettava, rivoluzionando Benito la qualità del prodotto ed io la sua immagine. Dopo dieci anni di studi, ricerche, prove e assaggi, il primo dicembre 1973 portò l’idea vincente: contro l’usanza che voleva la distillazione delle vinacce assemblate e lungamente conservate, Benito ha realizzato il miracolo, distillando separatamente le bucce selezionate del vitigno Picolit – il più nobile del Friuli – e ottenendo la Prima Grappa Monovitigno®: Non lo dimenticherò mai! L’ho raccolta nel palmo della mano, con Cristina, Antonella ed Elisabetta che si stringevano a me, inconsapevoli ma emozionate per la sacralità di quel momento; ho trovato in quelle gocce lo stesso profumo del miele d’acacia e delle mele cotogne mature, i profumi delle vigne da cui provenivano le bucce dell’Uva Picolit: la battaglia era vinta! Quel giorno è cominciata la Rivoluzione della Grappa, la Rivoluzione Nonino e la sua riscossa alla conquista del Mondo.
Il 27 Novembre 1984 segniamo una nuova svolta, distillando l’uva intera e creando l’Acquavite d’Uva: ÙE® – l’Autorizzazione Ministeriale alla produzione dell’Acquavite d’Uva (D.M. 20.10.84) è concessa su specifica richiesta dei Nonino misuratisi contro ogni sorta di ostacolo burocratico e di categoria.
Dopo il Picolit, Benito voleva distillare la vinaccia di un singolo vitigno di uva rossa. E qui nacque il problema: ricercando gli antichi vitigni autoctoni friulani scopriamo che i più prestigiosi – Schioppettino, Pignolo, Tazzelenghe e Fumat a cui si aggiunge la Ribolla Gialla in purezza – non essendo stati inseriti nell’albo comunitario delle varietà vitivinicole coltivate in Friuli, ufficialmente non esistevano più. Non potevamo accettarlo, facevano parte della nostra storia e della nostra vita! Così, il 29 novembre 1975, per fare ufficialmente riconoscere gli antichi vitigni autoctoni friulani dalle autorità regionali presso la Comunità Europea, istituimmo il Premio Nonino Risit D’Aur – Barbatella d’oro – da assegnare ai vignaioli che avessero messo a dimora il migliore impianto di uno o più di questi vitigni, preservando così la biodiversità del territorio. Ottenemmo dapprima l’autorizzazione sperimentale alla coltivazione, seguita dal DM del 14.06.77 con l’autorizzazione definitiva alla coltivazione. Il 30 giugno 1977 al Premio Nonino Risit D’Aur viene affiancato il Premio Nonino di Letteratura – con la Giuria presieduta da Mario Soldati -, nato con il preciso proposito di sottolineare la “Permanente attualità della Civiltà Contadina nel rispetto dell’Uomo e della Terra”, che dal 1984 sarà completato con il Premio Internazionale Nonino. Il Premio Nonino – insieme alla rivoluzione della Grappa che Benito ed io abbiamo portato con la creazione del Monovitigno® – è la più importante eredità che lasciamo alle nostre Figlie ed ai nostri Nipoti: in 50 anni del Premio abbiamo avuto il privilegio di premiare e conoscere Persone ”Uniche”, eccezionali che sono diventate Amici, Amici veri insostituibili per tutta la nostra famiglia. Ne ricordo alcuni: Ermanno Olmi (Premio Nonino 1979) che entrò a far parte della Giuria e che propose e premiò nel 1989 la copertina del Time raffigurante la terra stritolata dal filo di ferro con la scritta” Salviamo il Pianeta”: messaggio purtroppo rimasto inascoltato! Leonardo Sciascia (Premio Nonino 1983) che intervistato da un giornalista disse “La civiltà industriale è già morta; nel momento in cui morirà la civiltà contadina morirà anche l’uomo!”. Claude Levi-Strauss (Premio Nonino 1986), il più importante antropologo del 900, che ha vissuto parte della sua vita in Amazzonia e che dichiarò ”…Nella mia vita ho viaggiato tanto, per via del mio mestiere, in paesi lontani, ma devo dire che nessun viaggio mi è parso più esotico di quello che ho fatto a Percoto… Grazie alla Famiglia Nonino si stabilisce il contatto più stretto, quello fra lo scrittore e la vita“. Peter Brook (Premio Nonino 1991) che nel suo discorso fra l’altro dichiarò “I Nonino mi hanno fatto conoscere il significato della parola Famiglia”. V.S. Naipaul (Premio Nonino 1993) che definì Nonino la sua Famiglia Italiana. Claudio Abbado che, ricevendo il Premio Nonino nel 1999, disse “Verrò sempre al Premio Nonino, perché qui mi si è aperta una finestra sul Mondo”. E proprio in onore di Claudio Abbado, nel 2010, abbiamo istituito il Coro Manos Blancas del Friuli Venezia Giulia – primo coro Manos Blancas al di fuori dal Venezuela – formato da Bimbi diversamente abili, in particolare senza voce ed udito, che sostituiscono il canto con il movimento delle mani coperte dai guanti Bianchi. Edgar Morin (Premio Nonino 2004), che ci ha voluto accanto a lui all’Eliseo, in occasione dei festeggiamenti che il Presidente Macron ha organizzato per i suoi Cento Anni! Mo Yan (Premio Nonino 2005), il quale dichiarò “Questo Premio ha un significato che va al di là dell’ambito letterario, può suscitare nella gente la nostalgia della cultura contadina antica e il riconoscimento del suo valore, può far sì che ci si dia da fare per proteggere il più possibile le antiche tradizioni preziose nel montare della marea modernizzatrice, conferendo ricchezza e colore alla nostra vita”.
Il Premio Nonino ha anticipato ben 6 premi Nobel: Rigoberta Menchú (Premio Nonino 1988, Premio Nobel 1992), V.S Naipaul (Premio Nonino 1993, Premio Nobel 2001), Tomas Tranströmer (Premio Nonino 2004, Premio Nobel 2011), Mo Yan (Premio Nonino 2005, Premio Nobel 2012), Peter Higgs (Premio Nonino gennaio 2013, Premio Nobel dicembre 2013), Giorgio Parisi (Premio Nonino 2005, Premio Nobel 2021), grande Amico sempre presente al Premio Nonino dove scoprì fra l’altro il piacere della Danza.