Menu

L’arte di gestire il rischio. Impronta: orientati al servizio della manifattura italiana. | Civiltà del Lavoro 6/2023

19.02.2024

Articolo pubblicato nella rivista n.6/2023 di Civiltà del Lavoro

 

Lei vanta un’esperienza trentennale nel settore assicurativo. Come sono cambiate in questi anni le abitudini degli italiani?

Senza dubbio, nel corso degli ultimi tre decenni, ho notato un significativo sviluppo culturale riguardo ai rapporti con il mercato assicurativo. Attualmente, tutte le aziende hanno iniziato a comprendere l’importanza vitale e strategica della gestione del rischio. Questo approccio non solo crea nuove opportunità e supporta la crescita aziendale, ma conferma anche il ruolo cruciale del mercato assicurativo, fondamentale per la sopravvivenza di molte realtà. Dal punto di vista individuale, si osserva che un approccio attento alla gestione del portafoglio assicurativo di ciascun italiano contribuisce a garantire maggiore serenità a ogni famiglia.

Attraverso una strategia di crescita per linee esterne, lei ha superato la marcata specializzazione iniziale del Gruppo nei segmenti aviation e marine e ne ha guidato l’ingresso nella mediazione assicurativa, nel ramo assicurativo delle costruzioni e nel brokeraggio di attività finanziarie. Cosa immagina per il futuro del Gruppo?

Riguardo al futuro del Gruppo, immagino un impegno continuo nel sostenere le numerose aziende manifatturiere italiane, che rappresentano il secondo paese manifatturiero in Europa dopo la Germania. Queste imprese, spesso a conduzione familiare e ricche di entusiasmo, nuove idee e passione, hanno espanso la propria presenza a livello globale. La nostra “vision” si concentra su supportare queste aziende assicurando il futuro degli imprenditori e delle loro realtà. Naturalmente, intendiamo perseguire questo obiettivo sfruttando le nuove tecnologie disponibili, al fine di migliorare e innovare costantemente i servizi offerti.

In che modo le compagnie assicurative possono supportare lo sviluppo di aziende, professionisti, organizzazioni?

Anche il mercato assicurativo è cambiato nel corso degli ultimi 30 anni. Oggi ci sono poche aziende, soprattutto in Italia, ma di grandi dimensioni. Le compagnie assicurative devono quindi essere vicine alle realtà italiane che spesso sono fatte di piccole aziende sparse su tutto il territorio. Credo che questo stia avvenendo anche attraverso un cambiamento culturale non solo concentrato sulla vendita, come era un tempo, ma appunto sulla vicinanza agli imprenditori.

Quali sono, oggi, i criteri guida nel condurre un’azienda?

Io posso parlare di quelli che ritengo i criteri per la mia azienda, naturalmente oltre alla professionalità di chi la gestisce e delle capacità nell’essere innovativi e efficienti credo che quello che faccia diventare un’azienda speciale sia la felicità di chi ci lavora, che è fatta di tante cose e che porta a viverla con passione contribuendo in modo sostanziale al suo successo e al supporto di idee nuove.

Con che stato d’animo ha vissuto la sua nomina a Cavaliere del Lavoro?

La nomina a Cavaliere del Lavoro è stata per me un momento di grande significato e gioia. Questo riconoscimento è particolarmente prezioso per un imprenditore, specialmente quando si tratta di un’azienda a conduzione familiare come la nostra, operante nel settore del brokeraggio assicurativo. In un panorama in cui molte realtà simili alle nostre hanno ceduto il passo a grandi multinazionali straniere, il fatto che la nostra azienda, giunta alla terza generazione con una quarta in vista, riceva questo prestigioso titolo rappresenta una spinta motivante verso il futuro. È stato un momento speciale che ha consolidato il nostro impegno e la nostra dedizione nel perseguire l’eccellenza nel settore.

 

Sfoglia l’articolo

Scarica la rivista completa

SCARICA L'APP