Menu

Focus innovazione. Rina, il progetto Hydra punta sull’idrogeno

05.03.2024

Durerà fino al 2028, coinvolgerà un team di 120 ingegneri, richiederà un investimento di 88 milioni di euro e svilupperà tecnologie e processi in grado di ridurre del 95% le attuali emissioni di CO2. Sono le cifre di Hydra, il nuovo progetto avviato da Rina, multinazionale italiana di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica, per decarbonizzare con l’idrogeno la produzione dell’acciaio. Produzione che a livello mondiale ha un impatto dell’8% sul totale delle emissioni di anidride carbonica, visto che per produrre una tonnellata di acciaio, in media, vengono rilasciate in atmosfera 1,63 tonnellate di anidride carbonica. «L’iniziativa fa parte degli Ipcei, ossia gli “Importanti progetti di comune interesse europeo” finanziati dalla Ue. Ma, a differenza degli altri, il nostro è un progetto di ricerca indipendente, il primo al mondo a non essere legato a un produttore di acciaio. La filosofia che guida Hydra è basata sul concetto di open innovation, un modello di innovazione a cui tutti gli stakeholder possono liberamente contribuire e da cui possono trarre valore», premette Carlo Luzzato, da poco più di due mesi nuovo ad e dg del Rina che succede a Ugo Salerno, attuale presidente esecutivo del gruppo.

SCARICA L'APP