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Tra populismo e cattolicesimo frammentato, Gruppo Centrale a confronto con Massimo Franco

12.02.2020

Il populismo in Italia anche alla luce delle recenti prove elettorali in Emilia e Romagna e in Calabria e la posizione del Vaticano nell’attuale contesto socio politico italiano, sono gli argomenti sui quali il Gruppo Centrale dei Cavalieri del Lavoro ha aperto una riflessione nella riunione del mese di febbraio, svoltasi a Roma alla casina Valadier, con l’intervento dello scrittore ed editorialista del Corriere della Sera Massimo Franco.

Al folto gruppo di colleghi presenti, tra i quali ospite gradito il Cavaliere del Lavoro Licia Mattioli del Gruppo Piemontese, il Presidente Vittorio Di Paola ha ricordato come l’illustre giornalista e commentatore politico abbia partecipato già in due altre occasioni, nel 2009 con la presentazione di un libro su Giulio Andreotti e poi nel 2013, a interessanti incontri che hanno consentito di aprire ampi squarci di conoscenza e di approfondimento sulle vicende del nostro Paese.

Oggi chi voglia esaminare in profondità la realtà italiana deve convenire, ha detto Franco, che i populisti e nello specifico la Lega e Salvini, non sono dei marziani, ma figli di uno scontento radicato e strisciante. Il tutto inserito in un contesto alimentato da una classe politica che ha fatto dei disvalori un vero e proprio punto di forza. Il responso elettorale in Emilia Romagna e in Calabria, profondamente diverso negli orientamenti che ne sono emersi, riflettono comunque un’opinione pubblica impaurita e disorientata. L’aspetto più problematico per la Lega e che rappresenta un ostacolo quasi insuperabile (palesatosi in occasione delle elezioni europee di Ursula Von Der Leyen) è costituito dalla sua progressiva emarginazione a livello internazionale. Salvini non può infatti sperare di governare contro Trump e l’Europa.

L’attuale situazione delicata e confusa, ha proseguito Massimo Franco non manca di provocare riflessi anche sulla posizione del Vaticano. Una posizione fortemente dialettica, che vede la Santa Sede molto più attenta agli umori dell’opinione pubblica e meno incline rispetto al passato ad accettare mediazioni esterne come quella esercitata in passato ad esempio, da personaggi come Andreotti, capaci di orientare il mondo cattolico. Oggi il Papa finisce per assumere atteggiamenti che sembrano rasentare il filo-peronismo, derivanti da ideologie coltivate in ambienti del suo paese di origine.

Entrando più nel particolare, anche su sollecitazione del Cavaliere del Lavoro Pellegrino Capaldo interessato ad un parere dell’ospite sulla situazione vaticana, Massimo Franco ha detto che una corretta analisi degli eventi non può né deve prescindere dal cambiamento generale del contesto nel quale anche la Chiesa si muove. Un contesto nel quale anche il Vaticano non ha più referenti precisi in quanto gli stessi cattolici sono spaccati e vivono al loro interno un momento di conformismo, divisi come sono tra Vescovi che in realtà hanno posizioni più vicine alla Lega ed altri collocati invece su versanti opposti. Per questo posizioni più chiare e definite potrebbero finire con accentuare spaccature all’interno della Chiesa stessa.

Tornando alla situazione italiana ed alle carenze che affliggono il nostro Paese, il Cavaliere del Lavoro Luigi Abete ha affermato con molta chiarezza che il vero nodo irrisolto è che l’Italia manca di un vero ceto dirigente, mentre quello esistente non ha avuto la forza e la capacità di cogliere l’occasione per esercitare il potere. E pertanto a poco servono anche le giustificazioni da alcuni avanzate su un ingresso troppo affrettato nella UE voluto da Ciampi e da Prodi. Ed è un errore, ha detto a sua volta Massimo Franco, scaricare sull’Europa quelle che invece sono nostre responsabilità.

Per Franco Bernabè oggi l’Italia presenta l’immagine di un paese deluso e impoverito, in cerca di risposte che né Renzi, né i Cinque Stelle, né Salvini sono stati sin qui in grado di dare. Bisogna invece cercare di creare, ha detto, un sistema istituzionale in grado di governare il paese.

Secondo il Cavaliere del Lavoro Rainer Stefano Masera il vero e principale problema dell’Italia è rappresentato dall’inaffidabilità e da un debito pubblico insostenibile. Il tutto aggravato, a suo giudizio, dal vizio di fondo dell’ingresso nella UE, nonostante gli avvisi sul rischio che ciò avrebbe comportato. Anche il Cavaliere del Lavoro Mauro Moretti ha espresso il convincimento che l’Italia debba mettere mano in via primaria al suo sistema istituzionale, adeguandolo alla realtà del mercato e soprattutto alle esigenze di un mondo in continuo cambiamento. Tornando invece al secondo argomento della giornata e cioè i rapporti con il Vaticano, Moretti ha osservato come il mondo cattolico non riesca ad interpretare in modo esaustivo un futuro sempre più permeato da una cultura interclassista.

A conclusione il Presidente Di Paola nel congratularsi per il contributo di idee e di stimoli forniti da Massimo Franco, gli ha consegnato, a ricordo dell’incontro, una medaglia d’argento coniata dal Gruppo Centrale.

 

 

 

 

 

 

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