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Teschi di corallo e disegni con il sangue 21 Gallery accoglie le opere di Jan Fabre

25.01.2024

Cuori a grandezza naturale ma composti in piccolissime schegge di corallo, quasi palpitanti, accolgono il visitatore alla “21 Gallery” di Treviso, che ospita lo straordinario mondo di Jan Fabre, tra i più grandi maestri del contemporaneo, nella mostra “Allegory of Caritas (an Act of Love)” aperta da oggi al 27 marzo (ore 10-19, ingresso libero). Fabre, di origine fiamminga e cittadino di Anversa, è il primo artista vivente ad aver esposto al Louvre di Parigi e all’Ermitage di San Pietroburgo, e nel capoluogo della Marca porta una recentissima produzione, in precedenza vista solo a Roma, Londra e Singapore. Si tratta di una selezione di 50 opere, a cura di Melania Rossi, che includono sculture e installazioni in corallo e disegni realizzati da Fabre con il suo stesso sangue, per rappresentare le ecografie del feto del suo primogenito, ad emblema della nascita dell’umanità. Le opere tridimensionali, realizzate con piccolissime tessere coralline diverse eppure assemblate minuziosamente alla perfezione, chiamano incausa simbologie sacre e profane.

C’è il “cappello della strega” in omaggio all’intelligenza delle donne e al loro anticonformismo, ma anche il teschio di “vanitas”, ci sono tabernacoli e altarini, croci e madonne con il bambino, ma anche la sfera dello Yin-Yang e il nodo celtico, in una visione iconografica ecumenica. Il suo autoritratto è un “Pinocchio”, perché infondo l’artista, trasfigurando la realtà, crea una meravigliosa bugia. «Questo lungo naso — spiega Fabre — è fatto di roselline e rappresenta la bugia dell’immaginazione, che è un miracoloso placebo, per me la bellezza è una medicina importantissima. Le mie allegorie della “caritas” sono la “propaganda” dell’amore contro la propaganda della guerra, l’estetica dell’arte difende la vulnerabilità dell’essere umano».

Una parte della galleria è allestita in forma di Cappella, per ospitare quattro miniature di quattro opere permanenti che circondano il capolavoro di Caravaggio “Le sette opere di Misericordia” al Pio Monte della Misericordia a Napoli. «Fabre esalta due elementi antichissimi tra loro legati—continua la curatrice Rossi — se pensiamo che già nelle “Metamorfosi”, Ovidio racconta la nascita del corallo dal sangue di Medusa. Gesù bambino stringe corallo nelle pitture del rinascimento, il cornetto di corallo è un talismano, e i suoi rametti sembrano vasi sanguigni». La mostra segna un nuovo corso della galleria, fondata tre anni fa da Alessandro Benetton, Davide Vanin e Massimiliano Mucciaccia. «La 21 Gallery sta cercando di posizionarsi in ambito internazionale ospitando nomi del calibro di Jan Fabre — chiude Vanin — pur mantenendo il dialogo con i talenti emergenti, com’è nostra vocazione, animando in futuro i giardinetti di Sant’Andrea con opere di street art».

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