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Streparava: «Pmi Fucina Di Capitale Umano»

06.02.2022

Nel cuore della Franciacorta, a Adro, pulsa il cuore operativo del gruppo Streparava, realtà con consolidata reputazione internazionale, apprezzata dal top delle case del comparto automotive, alle quali fornisce componenti, sistemi powertrain, driveline, sospensioni e sistemi motore. Qui, nel suo habitat naturale, si concretizza l’incontro con il presidente della Streparava Holding spa e dell’omonima azienda manifatturiera – il gruppo ha sviluppato nel 2020 un fatturato consolidato di oltre duecento milioni di euro – il Cavaliere del Lavoro Pier Luigi Streparava.
Molte cose sono cambiate dal 1951, quando il padre, Angelo Luigi, per tutti Gino a sua volta insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro, con tre soci ha dato vita in una chiesa sconsacrata di Cologne a un’impresa che produceva viti e bulloni conto terzi. Negli anni Settanta il padre ha acquisito la totalità della proprietà, iniziando un percorso di successo che il figlio Pier Luigi, prima da solo, poi coadiuvato dal figlio Paolo, oggi amministratore delegato e direttore generale della Streparava, hanno brillantemente continuato, consentendo di tagliare l’anno scorso il traguardo dei primi settant’anni, condiviso con tutti i collaboratori. Molte cose, dicevamo, sono cambiante dal punto di vista della struttura e della tecnologia. Immutati rimangono il rigore professionale e imprenditoriale e il forte legame con i collaboratori e il territorio. L’incontro offre anche l’occasione a Pier Luigi Streparava di ricordare la giornata nella quale ha ricevuto l’importante onorificenza. Il Cavaliere parla di «un’emozione doppia», vissuta negli aulici spazi istituzionali del Quirinale in occasione della cerimonia che lo ha visto protagonista, con altri 24 colleghi di tutta Italia, dell’ambito riconoscimento. «All’emozione legata all’intrinseca rilevanza del prestigioso traguardo – racconta – si sommava quella del ricordo vissuto negli stessi spazi al fianco di mio padre, 25 anni prima, nel 1994, quando egli stesso fu nominato Cavaliere del Lavoro. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato di una cortesia squisita, è una persona curiosa, che approfondisce sempre con grande intelligenza e
ama il confronto». A Streparava preme ricordare quello che diceva l’ex presidente della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Antonio D’Amato, circa l’unicità italiana e forse europea dell’onorificenza: viene conferita solo dopo attento esame con un’analisi profonda non solo degli aspetti professionali e imprenditoriali, ma anche di quelli sociali. Non nasconde la soddisfazione, legata anche alla consapevolezza di legare il proprio nome a quello di figure di grande rilievo, come Pirelli, Marconi, Agnelli. Insieme al legittimo orgoglio di «essere parte di un gruppo di imprenditori che ha grande rilevanza». Il Cavalier Streparava, inoltre, sottolinea che ogni riconoscimento a imprenditori espressione di aziende «con dimensioni come le nostre, rappresenta anche un riconoscimento al ruolo e al valore delle Pmi».
Parlando del lavoro, Streparava spiega che è «qualcosa di indispensabile» per la sua vita, aggiungendo: «Quest’anno compirò 80 anni ma tutti i giorni vengo in azienda o rimango in contatto – sottolinea -. E una piacevole abitudine, ci si sente responsabili anche se, come nel nostro caso, l’azienda va avanti da sola grazie alla guida di ottimi dirigenti». Per il Cavalier Streparava l’impresa significa «soprattutto il valore del capitale umano, che si intende far crescere ulteriormente, anche sulla base del motto, nato nel 1951, siamo una famiglia». Sostiene che l’azienda «ha anche un ruolo sociale, dal quale deriva l’attenzione al territorio, la preoccupazione di essere tempestivi nell’individuare associazioni che hanno bisogno d’aiuto». In merito al motivo per cui ritiene di aver ricevuto il cavalierato del Lavoro, spiega che, probabilmente, sia legato alle attività in azienda, nel mondo associativo e in quello del terzo settore. Certo, è convinto che la forte crescita impressa all’azienda, anche con siti produttivi all’estero e con estesa presenza sui mercati internazionali, abbia avuto il suo peso. Consistente il numero dei dipendenti, quasi mille in totale, 460 dei quali in Italia soprattutto nel quartier generale di Adro. Pier Luigi Streparava, quindi, evidenzia che la Federazione dei Cavalieri del Lavoro è «una realtà seria, dinamica, che in tanti anni non ha mai sollevato critiche e malumori, anche perché le nomine sono precedute un esame collegiale serio e rigoroso». E aggiunge che «la realtà offre continue occasioni di formazione, conoscenza e di crescita culturale, nell’ultimo periodo proposte anche in versione digitale».

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Articolo pubblicato il 06/2/2021 su Bresciaoggi

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