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SINTESI IN RPIMO PIANO – 24 gennaio 2019

24.01.2019

IN EVIDENZA SUI MAGGIORI QUOTIDIANI

– Seggio Onu e Fincantieri, nuove tensioni Roma – Parigi
– Trivelle, scontro in maggioranza tra M5S e Lega
– Missione Sophia, la Germania non intende ritirarsi
– Venezuela, Trump riconosce Guaidò presidente

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Giu. Fer. 
Titolo: Conte, la sfida alla Francia – Conte invoca un’Europa del popolo E sfida la Francia sul seggio all’Onu
Tema: Tensione Roma – Parigi

Il premier Giuseppe Conte, impegnato nel Forum Economco Mondiale di Davos, torna sulle tensioni tra Roma e Parigi, definite ieri dalla ministra transalpina per gli Affari Europei Nathalie Loiseau, “una gara di stupidità”: “II rapporto di amicizia non è in discussione”, precisa Conte; “Si tratta però di affrontare i problemi politici critici dell’agenda attuale”. E tra questi, oltre alla polemica sui migranti, entra in scena la questione del seggio all’Onu, dopo che Parigi si è detta disponibile a sostenere l’assegnazione di un posto permanente a Berlino: “Se la Francia vuole mettere a disposizione il proprio seggio nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, parliamone, e facciamolo nel contesto europeo, se davvero vogliamo dare importanza a tale contesto”, dice il premier italiano.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  t.mas. 
Titolo: Italia e Francia, lite continua Conte: all’Onu seggio europeo – Migranti, scontro in Ue Conte tratta con Merkel “Serve l’Europa del popolo”
Tema: Tensione Roma – Parigi

Da Davos, pur sottolineando che con la Francia “non c’è alcuna lacerazione”, Giuseppe Conte non ha mancato di pungolare Parigi su una questione molto seria come il seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, che dovrebbe andare “alla Ue”, secondo il presidente del Consiglio, e non alla Germania, come promesso da Macron nel Trattato di Aquisgrana. Critiche alla Francia poi anche sulla spinosa questione FIncantieri-Stx, con il premier che ha sottolineato “l’ambiguità” di Parigi, che insieme a Berlino ha avanzato una richiesta di esame del dossier a Bruxelles. Nello stesso momento, andrebbe aggiunto, in cui Francia e Germania difendono a spada tratta la mega fusione Alstom-Siemens che l’Antitrust potrebbe bocciare a giorni. Intanto da Parigi la ministra per gli affari europei, Nathalie Loiseau, ha tentato di non riaprire troppo le polemiche dopo gli attacchi di Salvini e Di Maio: “Non vogliamo giocare al concorso di chi è più stupido. Con l’Italia abbiamo molte cose da fare e vogliamo continuare a farle. Ma – ha avvertito – mi recherò in Italia solo quando il clima si sarà calmato”.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Ajello Mario 
Titolo: Italia-Francia, sfida sul seggio Onu – Il premier sfida Parigi sull’Onu: «E ora serve un’Europa del popolo»
Tema: Tensione Roma – Parigi

“Se la Francia vuole mettere a disposizione il proprio seggio nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, parliamone e facciamolo nel contesto europeo, se davvero vogliamo dare importanza a tale contesto”, queste le parole del premier Giuseppe Conte al Forum Economico Mondiale di Davos. Una sollecitazione che non può far piacere al governo di Macron, naturalmente. “Il nostro obiettivo non può essere quello di dare un seggio permanente in più a un singolo Parse europeo”, incalza il premier italiano che di fronte alle polemiche scatenate contro Parigi da Di Maio e da Salvini si erge a mediatore ma a sua volta non rinuncia ad entrare nella contesa. Soprattutto dopo le garanzie offerte da Macron a Merkel ad Aquisgrana. Mal a polemica con la Francia c’è ed è forte. “Di Maio e Salvini? Parole insignificanti”. Lo ha detto la ministra francese degli Affari europei, Nathalie Loiseau. Che rincara la dose: “Non vogliamo giocare al concorso di chi è più stupido. Con l’Italia abbiamo molte cose da fare e vogliamo continuare a farle. Mi recherò in Italia quando il clima si sarà calmato”. E questo lo ha detto a chi le chiedeva se la Francia fosse pronta ad adottare eventuali ritorsioni contro l’Italia, ad esempio sul caso Stx-Fincantieri o sul dossier Alitalia.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Dominelli Celestina 
Titolo: Conte: dalla Francia troppa ambiguità su Fincantieri-Stx – Fincantieri-Stx, Conte attacca «Posizione francese ambigua»
Tema: Tensione Roma – Parigi

Resta alta la tensione tra Italia e Francia sul caso Fincantieri-Stx. Ieri a lanciare l’affondo è stato il premier Giuseppe Conte che, dopo i toni distensivi dei giorni scorsi, ha alzato il tiro contro Parigi parlando a margine del World Economic Forum di Davos.”È paradossale – ha spiegato il presidente del Consiglio – che proprio mentre si crea un campione europeo della cantieristica per competere più efficacemente sui mercati mondiali come il gruppo Fincantieri-Stx, da parte della Francia si coinvolga la Commissione europea in modo così ambiguo”.  forte presa di posizione del primo ministro, unita alla richiesta di affidare il seggio permanente della Francia nel Consiglio di sicurezza Onu “nel contesto europeo” e non più “a un singolo Paese”, ha provocato l’immediata replica della ministra francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, che ha però escluso possibili ritorsioni contro l’Italia sul caso Fincantieri e sulla vicenda Alitalia.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Zatterin Marco 
Titolo: Intervista a Pierre Moscovici – “Sono polemiche assurde e pretestuose Per Italia e Francia un destino comune”
Tema: Tensione Roma – Parigi

Il commissario Ue per l’Economia Pierre Moscovici sulle tensioni tra Italia e Francia: “Spero che trovino il linguaggio e l’attitudine per ricondurre la loro relazione su un binario conforme all’interesse condiviso e alla storia comune”. E poi sulla situazione economica italiana: “Conosciamo la situazione italiana, la misura del debito è un tema da tenere sotto controllo, sebbene si sia avuto un buon accordo col governo Conte. La situazione delle banche, ci ha rassicurato Tria, non comporta rischi sistemici anche se ci sono situazioni particolari che vanno seguite bene. L’Italia è un attore importante per l’economia europea. Il nostro auspicio è che persegua la riduzione del debito e il sostegno allo sviluppo”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Lepri Paolo 
Titolo: Il corsivo del giorno – Seggio Ue all’Onu L’idea non è sbagliata i tempi sono sospetti – L’idea non è sbagliata (ma i tempi sono sospetti)
Tema: Tensione Roma – Parigi

La proposta “ad effetto” del premier Giuseppe Conte è di ridiscutere in chiave europea il seggio della Francia al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. “Ad effetto” perché le discussioni sulla modifica di questo organismo hanno sempre dato quasi per scontato l’intoccabilità dei posti con diritto di veto andati alla cinque potenze vincitrici della seconda guerra. Ma, ciò nonostante, il fascino dell’idea del presidente del Consiglio è grande. Non è scritto da nessuna parte infatti che Parigi non possa fare un gesto di apertura alle istanze europee. Oltretutto il consolidamento del rapporto tra Francia e Germania sancito dal Trattato firmato ad Aquisgrana, implica una forte disponibilità di Emmanuel Macron verso la richiesta tedesca di entrare nel Consiglio di sicurezza. Perché loro sì e l’Europa no? Conte se lo è chiesto, e non ha tutti i torti. Resta una domanda: ci si può ricordare dell’Europa come entità comune e del ruolo dell’Onu quando è utile per tenere alta la “dialettica” tra il governo italiano e la Francia?
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Folli Stefano 
Titolo: Il punto – Conte europeista ma non sconfessa Di Maio e Salvini
Tema: Tensione Roma – Parigi

Le parole del premier Conte sul passaggio dell’accordo di Aquisgrana che prevede la disponibilità di Parigi, titolare di un seggio permanente nel consiglio di sicurezza dell’Onu, a sostenere la richiesta tedesca, volta a ottenere anch’essa quel seggio che finora è stato negato alla Germania in quanto potenza sconfitta nella seconda guerra mondiale, sono occasione per rinforzare la polemica del governo contro Parigi, lanciata dai vicepremier Salvini e Di Maio. Per farlo, Conte ha riesumato una vecchia proposta europeista che finora non ha mai avuto fortuna: l’idea di un seggio alle Nazioni Unite assegnato non a una singola nazione bensì all’Unione europea in quanto tale. In tal modo il presidente del Consiglio tenta di attirare l’attenzione sul nazionalismo mascherato dell’accordo di Aquisgrana, dove i seggi all’Onu sembrano un affare a due tra Parigi e Berlino. Al tempo stesso gioca una carta (dare il seggio all’Unione) che ai “sovranisti” di casa nostra non può piacere, benché la accettino sul piano tattico in quanto tutte le munizioni sono utili contro Macron. È chiaro in ogni caso che la politica interna prevale sulla politica estera, come accade quasi sempre.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: La nota – Se viene meno un premier mediatore con l’Europa
Tema: Tensione Roma – Parigi

Le provocazioni anti-francesi di M5S e Lega sul seggio nel Consiglio di sicurezza dell’Onu o sul neocolonialismo africano, avranno solo l’effetto di irritare e riavvicinare Germania e Francia; e di spingere un’Italia periferica verso Paesi “sovranisti” con interessi nazionali opposti ai nostri. Non è chiaro se il governo gialloverde tema o voglia un simile epilogo. In ogni caso, non porterà nulla di buono.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  gio.vi. 
Titolo: Affondo di Prodi sulle primarie “Mancano leader e prospettive”
Tema: Centrosinistra

Nei congressi di circolo più caotici e meno partecipati di sempre – fra accuse di brogli e un’affluenza che nelle sezioni dove si è riuscito sin qui a votare raggiunge a fatica il 51% – la parte del leone la fa Zingaretti, che risulta in testa con il 48,5%, distanziato Maurizio Martina al 35,1, mentre Roberto Giachetti fa l’exploit e con il 12,8% costringe Francesco Boccia a un misero 2,3. Numeri ancora parziali, a causa di denunce di irregolarità e sospetti di tesseramenti falsi, soprattutto al Sud, che hanno obbligato la commissione nazionale a rinviare a domenica il termine ultimo per la celebrazione delle assise interne al Pd. Aumentando il timore di un flop alle primarie del 3 marzo. Alle quali persino uno come Calenda, iscritto da meno d’un anno e promotore del listone anti-sovranista per le Europee, ha già detto di non voler partecipare. Scatenando la reazione stizzita del favorito alla segreteria; “Dico a Carlo che è importante andare a votare”, commenta Zingaretti. Parole di biasimo ed esortazione insieme, che sembrano fare il paio con le riflessioni venate d’amarezza formulate ieri da Romano Prodi in trasferta a Bruxelles.”La sinistra può riprendersi in Italia? Il problema è avere un’idea, una prospettiva e anche un leader, quel che manca oggi”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vitale Giovanna 
Titolo: Intervista a Laura Boldrini – Boldrini “Calenda ci ripensi i veti a sinistra non servono bisogna unire i progressisti”
Tema: Centrosinistra

Le parole dell’onorevole Laura Boldrini, a commentare la presa di posizione dell’ex ministro Calenda, autore di un manifesto europeista: “Nel luglio scorso fui io a lanciare l’idea di una lista unica dei progressisti per le elezioni Europee, che rappresentano davvero uno spartiacque per il futuro dell’Europa minacciato dall’avanzata di una destra illiberale, nazionalista e xenofoba. Lo dissi allora che era impensabile presentarsi a questo appuntamento divisi e con gli stessi simboli usciti sconfitti il 4 marzo. Vale tanto più oggi”. Ma verso la posizione di Calenda, la Boldrini avanza qualche critica: “Pur non avendolo sottoscritto, ho detto che poteva andare nella direzione giusta. Ma nel dibattito di questi giorni vedo il rischio di una piega troppo politicista. E poi non si può costruire”. E ancora: “Occorre fare chiarezza e rispondere a una domanda precisa: si vuol fare una lista per chi ha già votato Pd alle ultime elezioni? Oppure si vuole allargare, rivolgersi a chi ha fatto altre scelte o si è astenuto? Nel primo caso sarebbe un progetto modestoe autoreferenziale che non andrebbe molto lontano”. Conclude la Boldrini: “Credo sia necessario pensare a un simbolo nuovo che rappresenti tutte e tutti, costruendo un percorso inedito, con delle precise priorità perla nuova Europa. Un simbolo che può essere l’inizio di un diverso cammino politico. Cambiare l’Europa per salvarla”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Intervista a Enrico Letta – «Servono nuovi partiti con al centro l’idea di un’Italia europeista»
Tema: Centrosinistra

Interviene nel dibattito aperto dalla proposta dell’ex ministro Carlo Calenda di creare un Fronte Repubblicano anche Enrico Letta: “Il protagonismo di Calenda è utile e positivo, c’è voglia di unità in giro. Però il vero guaio del nostro Paese è stata la saldatura tra M5S e Lega e una narrazione élite contro il popolo, antipopulisti contro i populisti, rischia di rafforzarli. Io ho voluto mettere in guardia Calenda da questo rischio forte. (…) Ora mi sembra si sia reso conto del rischio e che i suoi ragionamenti stiano evolvendo. Vediamo come va a finire. Tutto ciò che avviene a partire dal congresso del Pd e anche quel che si muove attorno a Calenda spero diano vita a nuovi progetti, movimenti e partiti politici che abbiano al centro l’idea di una Italia europeista e aperta. Ma prima serve un passaggio purificatore attraverso i contenuti”. Infine un commento sulle imminenti primarie del Pd: “Da anni non sono più iscritto al Pd. E un congresso importante, lo seguo con attenzione e simpatia e al momento opportuno deciderò se votare e per chi”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  De Vito Luca 
Titolo: Fondi Lega, Salvini grazia i Bossi condannato soltanto il tesoriere
Tema: Lega
Ieri a Milano una sentenza  ha dichiarato l’improcedibilità nel processo d’appello per Umberto e Renzo Bossi, padre e figlio che erano stati condannati in primo grado per appropriazione indebita: per loro l’accusa era di aver utilizzato per scopi personali della famiglia Bossi i soldi del partito. Ora l’accusa è decaduta e non si potrà più procedere nei loro confronti per questi reati.  realtà i giudici della corte d’Appello, presieduti da Cornelia Martini, non hanno fatto altro che prendere atto del mutato panorama legislativo: una norma introdotta dal governo Gentiloni (voluta da quello di Renzi) ha modificato la procedibilità per il reato di appropriazione indebita. Una decisione presa nonostante il sostituto procuratore generale Maria Pia Gualtieri avesse chiesto nella sua requisitoria di estendere la querela a tutti gli imputati «al di là delle intenzioni del querelante». Era stato lo stesso Salvini, a fine novembre, a “salvare” di fatto il Senatur e il figlio, decidendo di rivalersi soltanto sull’ex tesoriere. E questo nonostante padre e figlio Bossi avessero subito una condanna in primo grado a 2 anni e 3 mesi e al anno e 6 mesi, inflitte dai giudici nell’estate del 2017.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Breda Marzio 
Titolo: Mattarella: i terroristi in fuga scontino la pena – Mattarella e i terroristi in fuga devono scontare la loro pena
Tema: Mattarella

Sergio Mattarella va a Genova per ricordare Guido Rossa, l’operaio ucciso dalle Brigate Rosse nel 1979, e nella sua riflessione sul terrorismo risuonano certi echi del caso Battisti: “L’impegno non è concluso. L’azione delle istituzioni per ristabilire piena luce, dove questa è ancora lacunosa, non può fermarsi. Una chiusura di quella pagina richiede che sia resa compiuta giustizia, con ogni atto utile affinché rendano testimonianza e scontino la pena loro comminata quanti si sono macchiati di gravi reati e si sono sottratti con la fuga alla sua esecuzione”. Dice Mattarella: “La nostra comunità ha superato la prova grazie alla propria coesione, rafforzata da quelle personalità e da quelle forze politiche e sociali che sono state capaci di ricostruire unità nei momento cruciali”. Tuttavia quella “battaglia perla libertà non concede tregua”, perché “i fantasmi del passato sono sempre in agguato” e contro di essi la coscienza internazionale “ha il dovere d’essere vigile e forte”. Insomma, nel passato come nel presente, per lui vale l’eterno principio per cui “la democrazia si difende se resta se stessa e non rinuncia ai propri valori, scolpiti nella Costituzione”.
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Economia e finanza

Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso – Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: Trivelle, nuovo scontro Lega-5S Costa: preferisco dimettermi che autorizzarle – Trivelle, ultima trincea dei 5S Costa minaccia: “Me ne vado”
Tema: Trivelle

“Io i permessi alle trivelle non li firmo, se mi sfiduciano torno a fare il comandante dei Carabinieri”. Questa la dura presa di posizione del ministro dell’Ambiente Sergio Costa sul tema al centro del dibattito interno alla maggioranza. L’emendamento al decreto semplificazioni che aveva cercato di trovare un’intesa su un nodo che vede le posizioni di Lega e MSS agli antipodi prevedeva la sospensione delle ricerche di idrocarburi in mare per 24 mesi e la contemporanea redazione di un Piano per la transazione energetica sostenibile nelle aree idonee. Accompagnato da un aumento degli oneri di concessione, i canoni di coltivazione e stoccaggio degli idrocarburi. Quel compromesso, accettato dal sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, viene rimesso in discussione da Salvini in persona, preoccupato dalle ripercussioni economiche. Così parte il fuoco di fila MSS. Prima Costa, che dall’Abruzzo minaccia di non firmare la Via, la valutazione di impatto ambientale, per le 39 concessioni che la attendono. A costo di lasciare il suo posto al ministero. Il sottosegretario leghista all’Economia Massimo Garavaglia ribatte: “Se il Parlamento prende una decisione il ministro deve prenderne atto”. Costa mostra una sentenza della Consulta che rimette a lui ogni potere di autorizzazione, almeno in questo caso. Si aggiunge il presidente della Camera Roberto Fico, che con un post su Facebook invita di fatto a non cedere: “Dobbiamo investire nelle rinnovabili, nel futuro. Il passato e le tecnologie obsolete lasciamoceli alle spalle”. Alle 22 di ieri, era tutto saltato. Di Maio ricorda alla Lega che nel semplificazioni ci sono anche i soldi per i parenti delle vittime di Rigopiano. Se il decreto salta, la responsabilità è di Salvini, è il messaggio.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine – Mobili Marco 
Titolo: Trivelle, braccio di ferro Lega-M5S – Trivelle, duello sui maxi-canoni Indennizzi oltre i 378 milioni
Tema: Trivelle

Nuovo braccio di ferro tra M5S e Lega, stavolta sul tema energia. Ieri a sorpresa, nelle commissioni del Senato, il decreto semplificazioni si è di nuovo impantanato per il «no» della Lega all’ultimissima versione dell’emendamento M5S “blocca trivelle”. E spunta anche l’ipotesi di uno stralcio con rinvio a un “Decreto energia”. La tensione politica sull’emendamento che stabilisce una moratoria per la ricerca e lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio (fino ad un massimo di due anni) è altissima. Ieri si è detto contrario alle “trivelle” il presidente della Camera Roberto Fico e il ministro grillino dell’Ambiente Sergio Costa è stato ancora più netto: ” Mi sfiduciano come ministro? Tomo a fare il generale dei Carabinieri”. Ottimista in serata il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli “Troveremo un accordo”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Griseri Paolo 
Titolo: La sfida di Landini tenere insieme le anime diverse del sindacato – La Cgil di Landini scommette sui giovani ma dovrà mediare
Tema: Cgil

Alle 3 di notte tra martedì e mercoledì è arrivato l’accordo sul nome di Maurizio Landini come successore di Susanna Camusso al vertice della Cgil. Non è stato un parto semplice. Ma una soluzione unitaria era inevitabile: “I delegati ci chiedono di evitare una spaccatura. Non saprebbero come tornare a casa a spiegarla alle loro organizzazioni”, confessavano già martedì pomeriggio esponenti delle due aree in cui ha finito per dividersi la maggioranza. Il  tempo per scongiurare la spaccatura era quasi scaduto. Ieri sera infatti il congresso avrebbe dovuto comunque votare i nomi dei 320 delegati che oggi eleggeranno il segretario generale. In realtà, anche con l’accordo fatto, la discussione sulla composizione dell’assemblea decisiva è durata più lunga del previsto e tutte le votazioni sono state concentrate nella giornata di oggi. Da oggi pomeriggio dunque Maurizio Landini sarà il segretario generale della Cgil. Toccherà a lui, già in questi giorni, distribuire le deleghe ad una segreteria composta da dieci membri che rappresentano le anime della Cgil.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mania Roberto 
Titolo: Da ribelle a leader
Tema: Cgil

Maurizio Landini, l’oppositore, il ribelle, il massimalista, il movimentista, l’estremista, l’operaista, l’arringapopolo corteggiato dai radical chic, ora è il nuovo segretario della Cgil. L’uomo delle battaglie identitarie, degli scioperi di testimonianza e delle eroiche sconfitte. Tanta politica (quella delle piazze piene e delle urne vuote) e poco sindacato. Ma il suo progetto di Coalizione sociale, nel quale avrebbe voluto mischiare la Fiom con l’associazionismo, i precari con gli ambientalisti, il lavoro autonomo con quello dipendente, è rimasto nella culla. L’idea di rompere gli steccati all’insegna della civile partecipazione democratica fiori dai partiti e, in qualche modo, anche dai sindacati, si è rivelato velleitarismo puro. Che però gli ha permesso di modificare rapidamente rotta e di puntare, da una posizione di minoranza, alla scalata della Cgil, il grande sindacato rosso. Un sindacato sì in declino di rappresentatività, imbottito di iscritti-pensionati che parlano del passato più che del futuro, accerchiato dalla profonda frantumazione del lavoro e dalla globalizzazione dei processi di produzione, ma pur sempre la più folta organizzazione sociale del Paese con cinque milioni e mezzo di tessere.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Vico Dario 
Titolo: Il commento – Da cardinale a papa, come cambieranno le idee del neo-leader
Tema: Cgil

Tutti conosciamo il Landini cardinale ma al contempo non sappiamo quasi nulla di come sarà il Landini papa. Per capirne di più bisognerà attendere quantomeno domani quando nel discorso dell’accettazione il nuovo leader della Cgil comincerà a delineare i contorni programmatici della sua segreteria. Può sembrare un paradosso ma un lunghissimo congresso, come è tradizionalmente quello della maggiore confederazione sindacale italiana, poco ci ha detto in merito. Ottenuta la vittoria, per come è maturata la stessa richiederà a Landini di operare una sintesi, seppur parziale, tra le sue idee e quelle del suo (leale) concorrente Vincenzo Colla. Visto il tradizionale posizionamento movimentista del nuovo segretario molte attenzioni saranno dedicate al rapporto che andrà a stabilirsi tra la sua Cgil e il populismo di governo.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fortis Marco 
Titolo: La pressione fiscale torna a salire lo dice un nuovo indice trimestrale – Tasse, la pressione torna a salire
Tema: Fisco

Il tema della riduzione delle tasse è stato al centro della scorsa campagna elettorale. I partiti usciti vincenti dalle ultime elezioni ne avevano fatto un loro cavallo di battaglia. Ora invece rischiamo di avere meno crescita e più pressione fiscale, perché, secondo lo stesso “Aggiornamento” pubblicato dal Mef subito dopo il varo della manovra, la pressione fiscale salirà dal 41,9% del Pil del 2018 al 42,3% nel 2019. La pressione fiscale viene misurata con il cosiddetto Tax rate, calcolato normalmente su base annua come la somma di imposte dirette, imposte indirette, imposte in conto capitale e contributi sociali divisa per il Pil a valori correnti. Fintanto però che non disporremo di quattro trimestri consecutivi di statistiche su imposte e Pil attribuibili al governo giallo-verde, non sarà possibile dare un giudizio completo sull’operato dell’esecutivo Conte. Gli unici dati di cui disponiamo sono quello Istat sul terzo trimestre 2018, durante il quale il Tax rate è risultato di 0,1 punti di Pil superiore al corrispondente trimestre del 2017, e l’indicazione del Mef che, come detto all’inizio, prevede per il 2019 un aumento del Tax rate nel 2019 di 0,4 punti di Pil. Di certo, non stiamo andando incontro alla roboante riduzione delle tasse promessa in campagna elettorale.
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Testata:  Foglio 
Autore:  Cerasa Claudio 
Titolo: Intervista a Vincenzo Boccia – Sei idee per salvarci dalla decrescita infelice. Parla V. Boccia – L’urgenza di un piano B per il governo
Tema: Decrescita

Le parole del numero uno di Confindustria Vincenzo Boccia, da mesi critico con il governo del cambiamento e alla luce delle notizie degli ultimi giorni, alla luce cioè delle scazzottate dell’Italia con la Francia e con la Germania, accanto al timore di avere di fronte una fase economica caratterizzata da una decrescita infelice, intravede un’altra preoccupazione sintetizzabile con una parola che il capo del sindacato degli industriali oggi considera chiave per capire la fase storica vissuta• dal nostro paese: isolamento: “La settima potenza industriale del pianeta-dice Boccia – dovrebbe capire che un paese con la testa sulle spalle sa distinguere la traiettoria di un partito da quella del governo. Se si fa l’errore di trasformare la linea di un partito, e la sua propaganda elettorale, nella linea del governo, e se si sceglie cioè di sacrificare il rapporto tra due paesi sull’altare della campagna elettorale, si rischia di non tutelare l’interesse nazionale. La Francia e la Germania, tanto per essere chiari, sono i principali partner economici del nostro paese. In Francia finisce il dieci per cento del nostro export, in Germania il dodici per cento, e al di là degli aspetti commerciali c’è un tema di carattere geopolitico che merita di essere messo a fuoco quando parliamo di cosa rischia un paese come il nostro a restare isolato”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Dragoni Gianni 
Titolo: L’accordo tra Parigi e Berlino rischia di penalizzare l’industria italiana – L’asse Parigi-Berlino rischia di isolare Roma
Tema: Accordo Parigi – Berlino

L’accordo tra Francia e Germania per un rafforzamento della cooperazione nella difesa potrebbe penalizzare l’industria di altri paesi europei. In particolare l’Italia, che rischia di trovarsi ai margini dei grandi programmi militari, che sono sempre più internazionali. Se l’Italia non riuscirà a entrare nell’ingranaggio franco-tedesco, potrebbe essere sospinta verso la Gran Bretagna, dove c’è una presenza industriale di Leonardo-ex Finmeccanica. Questo potrebbe portare anche a stringere legami più stretti con gli Stati Uniti. Ci sono già collaborazioni con Boeing (aeronautica e difesa) e Lockheed Martin (F-35).
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Da Rin Roberto 
Titolo: Trump riconosce Guaidò presidente autoproclamato – Venezuela, Trump in campo: Maduro non è più il presidente
Tema: Venezuela

Venezuela nel caos: Juan Guaidò, 35 anni, presidente dell’Assemblea nazionale si è autoproclamato presidente “pro tempore” del Venezuela. Sembra l’epilogo della presidenza Maduro: migliaia di persone in strada, scontri, morti e l’incubo di una guerra civile. Il Parlamento, dominato dall’opposizione, è stato dichiarato, “illegittimo” dal Tribunale supremo controllato dal governo di Maduro. Una scelta azzardata rischia di portarlo sul baratro, con le opposizioni che, cavalcando una crisi economica e un dissesto politico e sociale ormai irrevesibili, si giocano la carta più pesante: la destituzione, de facto, del presidente. Cruciale poi il ruolo dei militari, non più compatti accanto all’establishment. In campo anche il presidente americano Donald Trump che ha riconosciuto il governo di Guaidò e con lui altri Paesi latinoamericani. L’invito di Trump a rinnegare Maduro è benzina sul fuoco in un Paese spaccato in due.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cotroneo Rocco 
Titolo: Ora il Venezuela ha due presidenti Scontri e vittime – Guaidó: «Sono io il presidente» Ma Maduro: il popolo mi sostiene
Tema: Venezuela

Il leader dell’opposizione Juan Guaidò si è autoproclamato ieri “presidente incaricato” del Venezuela al posto di Nicolas Maduro, definito “usurpatore”. Nel giro di pochi minuti arriva il riconoscimento degli USA, con un gesto altrettanto clamoroso. Altri riconoscimenti formali sono giunti nella stessa giornata di ieri, primo tra tutti dal Brasile di Jair Bolsonaro e poi dalla vicina Colombia, mentre dalla Russia sono arrivate critiche alla mossa Usa. Manifestazioni e scontri sono andati avanti tutta la notte nella capitale Caracas, e nel resto del paese. Le proteste sono state duramente represse e ci sarebbero almeno nove morti e decine di feriti tra gli oppositori. Le prossime ore saranno decisive per chiarire lo scenario: ieri circolavano insistenti voci di un imminente mandato di arresto per Guaidò, che potrebbe trovare rifugio in un’ambasciata straniera. mentore politico di Guaidó, Leopoldo López, venne arrestato cinque anni fa in una situazione simile a quella di ieri: una sorta di autoproclamazione al termine di una grande marcia per le strade di Caracas. Ma stavolta la posta in gioco è assai più alta, per via dei riconoscimenti internazionali, il collasso ormai totale dell’economia e i fermenti nelle forze armate.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  R.Co. 
Titolo: Il dilemma dei militari tentati dall’amnistia
Tema: Venezuela

I militari che decidessero di abbandonare il governo godranno di una totale amnistia: è questa la carta giocata da Juan Guaidò per tentare il corpo armato ad abbandonare Maduro. Ci sarebbero oggi nel Paese almeno 200 militari arrestati in varie momenti per complotti, veri e presunti, contro il regime. Le sanzioni degli Stati Uniti verso molti militari e il fatto che alcuni di loro, accusati di narcotraffico, potrebbero finire i loro giorni in una galera americana, potrebbero essere riviste nel caso di un patto di transizione tra il chavismo e un nuovo governo democratico. Ma che tiri aria di una soluzione così semplice al momento è un’ipotesi azzardata.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pelosi Gerardo 
Titolo: Sophia, Berlino non si ritira Roma: nuove regole su sbarchi
Tema: Missione Sophia

Nessun caso dietro l’annuncio del mancato invio (previsto peri primi giorni di febbraio) della nave ausiliaria da rifornimento Berlin che avrebbe dovuto sostituire la fregata Augsburg: tutto lo staff tedesco di Sophia resterà al suo posto nel quartier generale di Roma. Berlino chiede che vengano definiti meglio i compiti della missione, ma la cancelliera Angela Merkel ha confermato direttamente ieri al premier italiano, Giuseppe Conte che “i tedeschi non vogliono ritirarsi da Sophia”, aggiungendo di considerare “perfettamente legittima” la richiesta italiana di una migliore distribuzione dei migranti salvati dalle unità navali di Sophia. Tutti problemi che andranno chiariti meglio a livello dei ministri della Difesa europei che si riuniranno nei primi giorni di febbraio a Bucarest e poi al Comitato politico e di sicurezza europeo. Si dovrà decidere se prolungare la missione dopo marzo e se accogliere in tutto o in parte le richieste italiane volte a modificare il piano operativo della missione nel senso di prevedere un meccanismo automatico di distribuzione tra vari Paesi europei dei migranti salvati nel Mediterraneo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Martirano Dino 
Titolo: Roma-Ue, duello sulla missione Sophia
Tema: Missione Sophia

La Germania non abbandona la missione Sophia, come confermato dalla cancelliera Merkel ieri al premier Conte. La mossa di Berlino — che lascia al loro posto 110 ufficiali tedeschi dislocati in posizioni chiave nel comando Eunavfor Med di Roma-Centocelle — è quella di non procedere all’avvicendamento della fregata “Augsburg” con la nave ausiliaria “Berlin” previsto per il 3 febbraio. Da quella data, dunque, il dispositivo Sophia si ridurrà a 2 unità navali, 4 aerei e 2 elicotteri. “Ed è chiaro — ha detto il comandante della missione, l’ammiraglio Enrico Credendino — che senza navi militari aumenta il rischio che arrivino non solo i migranti ma anche altro”. Ma i tedeschi ora accusano l’Italia di aver cambiato le priorità del dispositivo, puntando sul contrasto al traffico di armi e di idrocarburi: “II comando italiano ha spedito la Marina tedesca da quasi un anno negli angoli più remoti del Mediterraneo dove non ci sono rotte di profughi né tratte nascoste. Da sei mesi noi non abbiamo avuto un compito sensato nel Mediterraneo”, ha detto il ministro della Difesa Ursula von der Leyen. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha risposto seccamente: “Se qualcuno si sfila dalla missione Sophia per noi non è un problema”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mastrobuoni Tonia 
Titolo: Intervista ad Ursula Von der Leyen – Von der Leyen “Via le navi tedesche finché l’Italia ci tiene lì senza fare nulla”
Tema: Missione Sophia

La Germania resta nella missione Sophia, ma finché non ci sarà quel chiarimento, niente navi tedesche nel Mediterraneo. Questa è la posizione di Berlino, espressa dalla ministra della difesa Von der Leyen a margine del Forum Economico Mondiale di Davos: “Vorrei ricordare che siamo l’unico Paese che dal 2015 ha ininterrottamente avuto uomini lì, che li ha specializzati, e che abbiamo lottato con successo contro i trafficanti di uomini. E dal 2015 la Marina tedesca ha salvato 22.000 esseri umani dai naufragi”, dice la Von der Leyen, aggiungendo: “E tuttavia ci è accaduto, come altri Paesi che hanno ritirato le loro navi, che negli ultimi mesi siamo stati comandati negli angoli più remoti del Mediterraneo dove non ci sono né scafisti né navi da salvare”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  FRA. GRI. 
Titolo: Sophia sempre più in bilico La rabbia dei militari italiani
Tema: Missione Sophia

Il giorno dopo lo strappo diplomatico italo-tedesco sulla missione Sophia, la ministra della Difesa tedesca spiega: “Per tre quarti dell’anno il comando italiano ha mandato la nostra Marina negli angoli più remoti del Mediterraneo, dove non ci sono rotte di trafficanti, per cui per mesi non ha avuto alcun compito sensi”. In sostanza, accusando l’Italia di avere stiracchiato il mandato per altri scopi. “Mai tenuti fuori i tedeschi dalle decisioni”, rispondono fonti italiane, che si dicono sbigottite. La prima a restare travolta è la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, preoccupata della china presa dal dibattito. Non può far altro che ribadire il principio di questo governo, e cioè: “Vogliamo che Sophia resti operativa, ma a patto che cambino le regole”. Salvini ci va a nozze: “L’unico Paese che avrebbe avuto convenienza a uscire da Sophia era l’Italia. Se Macron e Merkel sfilandosi pensano di farci torto, si sono fatti un dispetto da soli”. Si adegua Luigi Di Maio: “La missione Sophia, firmata dal governo Renzi, deve continuare, ma se gli altri Paesi del Mediterraneo aprono i porti”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ziniti Alessandra 
Titolo: Il Viminale: “Contatti tra Ong e trafficanti” Il caso Alarm Phone
Tema: Migranti

Durante una conferenza stampa al Viminale, il ministro Salvini torna a parlare di “evidenze” che legano “le persone a bordo delle navi delle Ong e alcuni trafficanti a terra. E le consegneremo all’autorità giudiziaria perché questo riguarda l’autorità giudiziaria e non il ministro dell’Interno”. Dunque a quali “evidenze” si riferisce Salvini nel comunicare a mezzo stampa una notizia, evidentemente riservata, prima di passarla all’autorità giudiziaria? Fonti di intelligence italiane e straniere. Al Viminale sarebbe arrivata una nota di intelligence relativa a conversazioni attraverso le quali i migranti (o forse gli stessi scafisti) avrebbero comunicato la loro posizione per chiedere i soccorsi, proprio come accaduto nel 2017 con l’avvio dell’inchiesta del procuratore di Catania Zuccaro. Riflettori accesi anche su alcuni servizi come Alane phone, un ” call center” con un numero dedicato per smistare gli Sos dei barconi e che spesso, oltre che con le sale operative delle zone Sar, ha un filo diretto con gli equipaggi delle pochissime navi umanitarie in mare. Se fossero evidenze di intelligence non avrebbero comunque alcuna utilizzabilità processuale.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Bianconi Giovanni 
Titolo: Il delitto Regeni senza risposte e il muro d’Egitto – Giulio, tre anni dopo I magistrati al capolinea Ora tocca alla politica
Tema: Caso Regeni

Giulio Regeni fu sequestrato al Cairo la sera del 25 gennaio 2016, tre anni fa. Una settimana più tardi lo fecero ritrovare cadavere sul ciglio della Desert road per Alessandria d’Egitto. L’autopsia confermò i giorni di prigionia, le torture e poi l’esecuzione. Su questo orrendo crimine la Procura di Roma ha aperto un’indagine che s’è potuta basare esclusivamente su ciò che i magistrati egiziani hanno acconsentito di condividere.  La conclusione del procuratore Giuseppe Pignatone e del sostituto Sergio Colaiocco è stata raggiunta nel dicembre scorso, quando hanno iscritto sul registro degli indagati i nomi di cinque militari egiziani: nei loro confronti, “in concorso con altri soggetti rimasti ignoti”, ci sono “elementi che ne evidenziano il coinvolgimento nel sequestro di persona di Giulio Regeni”. La scorsa settimana, Pignatone e Colaiocco sono andati al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, a spiegare, in seduta segreta, che più in là la magistratura italiana non è in grado di andare. Servirebbe ora una collaborazione con le autorità egiziane. In alternativa dovrebbe essere la Procura del Cairo a perseguire in patria le persone che ragionevolmente si possono ritenere responsabili della scomparsa di Giulio, ma non sembra averne l’intenzione. Dunque, per provare a ottenere «”erità e giustizia” per Giulio Regeni resta aperta l’altra strada, quella politico-diplomatica. Ma nemmeno su questo fronte sono finora giunti i risultati sperati.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bolis Paola 
Titolo: Intervista a Roberto Fico – Fico: su Regeni l’Egitto deve dirci la verità – “Su Giulio Regeni stallo inaccettabile Dall’Egitto ora vogliamo la verità”
Tema: Caso Regeni

Il caso di Giulio Regeni è in stallo, Amnesty International Italia resta in attesa dei “passi in avanti” annunciati dal governo italiano del quale più esponenti negli ultimi mesi si sono recati in Egitto. “I  magistrati della Procura di Roma che seguono il caso Regeni avevano già comunicato questo stallo al rientro dal Cairo qualche settimana fa. Ed è per questo che hanno preso la decisione di iscrivere cinque ufficiali egiziani nel registro degli indagati”, dice il presidente della Camera Roberto Fico; “Un atto forte, che come istituzioni dobbiamo interpretare e raccogliere, dando alla Procura tutto il nostro sostegno. Questo stallo non è più accettabile”. Prosegue Fico: “L’Italia ha sicuramente rapporti consolidati con l’Egitto e attori economici estremamente rilevanti in tutta l’area. Però come ho detto al Cairo fare impresa, avere rapporti commerciali, non è qualcosa che può essere scisso da quello che accade intorno, dalla situazione dei diritti umani, e anche dalla mancanza di questa verità. Non ci si può voltare dall’altra parte”. E infine: “Non ci dobbiamo fermare mai. Se le istituzioni continueranno a lavorare compatte, se le persone continueranno a pretendere verità, se questa luce non si spegne arriverà il giorno della verità”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Scuderi Raffaella 
Titolo: Silvia, tre arresti riaccendono la speranza
Tema: Rapimento Silvia Romano

A 64 giorni dal sequestro della cooperante milanese Silvia Romano in Kenya, arrivano tre arresti di presunti complici: Mohamed Andirahman, Aden Hassan e Ibrahim Ali Bayou, di lingua somala, sono stati fermati nella contea di Garissa in possesso di armi senza licenza, poco lontano dal luogo del rapimento. Gli investigatori sono entrati in possesso di cellulari e sim card, ora al vaglio degli inquirenti, che confermano le frequenti comunicazioni degli imputati con la Somalia. I tre verranno trattenuti per trenta giorni in una località sconosciuta nelle vicinanze di Nairobi per essere interrogati, e compariranno in tribunale il 25 febbraio. Una svolta questa, che riaccende le speranze sui tempi di ritrovamento della cooperante.
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