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SINTESI IN PRIMO PIANO – 20 luglio 2019

– Governo in ‘stand by’. Autonomia, Fontana e Zaia sfidano Conte.
– Salvini vuole un governo a trazione leghista. “Via Trenta e Toninelli”.
– Sequestrata nave britannica nel Golfo. Sale la tensione tra Usa e Iran.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Trovati Gianni – Tucci Claudio 
Titolo: Governo in stand by Autonomia, Fontana e Zaia sfidano Conte –
Autonomia, cancellata la scuola I governatori: «Così è scontro»
Tema: Governo

Il governo naviga a vista. Di Maio (5 Stelle) esclude la crisi. Salvini (Lega) ammorbidisce i toni verso l’alleato ma aggiunge che il problema sono i ministri grillini che dicono troppi no. Nel mirino, Danilo Toninelli (Infrastrutture) ed ElisabettaTrenta (Difesa). Una dichiarazione che qualcuno interpreta come segnale di un possibile rimpasto, subito smentito dal premier Conte: «Non mi è arrivata nessuna richiesta di rimpasto. Sono soddisfatto della mia squadra». Dal canto suo, Di Maio getta acqua sul fuoco: «Escludo che possa esserci una crisi, dobbiamo realizzare riforme importanti». RibatteSalvini: «Di Maio? Ci vedremo sicuramente, ma a colpi di no l’Italia non può andare avanti». Sui mercati però rispunta il nervosismo. Piazza Affari chiude in rosso (-2%), mentre lo spread risale a 192 punti base dai 187 della chiusura di giovedì. In netta risalita anche il rendimento del BTp decennale (+1,61%). Al vertice di maggioranza sull’autonomia passa la linea del M55 sulla scuola. E viene soppresso l’articolo 12 del testo Stefani che prevedeva l’assunzione diretta dei docenti su base regionale, come chiesto dalla Lega. Rivolta dei governatori di Lombardia, Attilio Fontana e Veneto, Luca Zaia: «Presi in giro da Conte, non da Salvini. Se queste sono le premesse non firmiamo». Replica di Conte: «I governatori non avranno tutto quello che hanno chiesto».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: Salvini accusa Toninelli e Trenta Il premier difende «la squadra»
Tema: Governo

Prove di dialogo e di riavvicinamento fra Salvini e Di Maio. «Io escludo che ci possa essere una crisi», ha detto il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio. «Aggiungo che tra persone mature è meglio vedersi, piuttosto che parlarsi a mezzo stampa». La risposta di Salvini è costruttiva ma sino ad un certo punto: «Di Maio? Ci vedremo sicuramente, ma a colpi di no l’Italia non può andare avanti. Il problema non è Di Maio, ma la politica dei No e dei blocchi da parte di molti dei Cinque Stelle». Ma Salvini insiste anche nel rinfocolare la polemica. E oggi se la prende con i ministri del M5S Toninelli e Trenta, lamentandosi per i loro troppi «no» e agitando il fantasma del rimpasto: «Con Di Maio mi vedrò sicuramente. II problema non è lui. C’è un evidente e totale blocco sulle proposte, iniziative, opere, infrastrutture da parte di alcuni ministri del M55 che fa male all’Italia. Niente di personale, Luigi Di Maio è persona corretta e perbene, ma sono inaccettabili i “no” e i blocchi quotidiani. Ieri Toninelli (con centinaia di cantieri fermi) che blocca la Gronda di Genova, che toglierebbe migliaia di auto e di tir dalle strade genovesi; oggi Trenta che propone di mettere in mare altre navi della Marina, rischiando di attrarre nuove partenze e affari per gli scafisti». Ma anche i Cinque Stelle mettono nel mirino due ministri: Marco Bussetti, Istruzione, e Gian Marco Centinaio, Agricoltura, pur dicendo che non risponderanno più alle accuse infondate della Lega. E che loro le infrastrutture le vogliono e non le bloccano, ma soprattutto «non favoriamo gli amici degli amici».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Politica 2.0 Economia & Società – Salvini al bivio: sfiducia a Conte in parlamento o voto a giugno
Tema: Governo

Ormai si accettano scommesse. Nella Lega sono sicuri che Salvini farà la crisi ad horas. Nei 5 Stelle, invece, sono sicuri che non succederà nulla e che la marcia indietro è già arrivata con la rinuncia a salire ieri mattina al Colle – incontro disdetto l’altroieri sera – perché quello sarebbe stato davvero il passo ufficiale verso le urne. Non l’ha fatto – dicono i fedelissimi di Luigi Di Maio – perché avrebbe avuto in mano il cerino della crisi tant’è che perfino al vicepremier grillino era venuto in mente di andare da Sergio Mattarella ma poi si sarebbe fermato proprio per tenersi lontano da qualsiasi responsabilità di accelerare le tensioni. Dunque, siamo a un passo dalla fine ma ancora in piena tattica. Anche se sul terreno ci sono scontri di sostanza come quello tra i potenti Governatori del Nord – Zaia e Fontana – che ieri hanno aperto il fuoco contro il premier dando però l’impressione di voler incoraggiare e spingere Salvini a rompere.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: La Nota – L’offensiva contro Conte svela i malumori nel Carroccio
Tema: Governo

Di colpo sembra tutto come prima. I vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini si incontrano per siglare l’ennesima tregua. II presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, fa sapere ancora una volta che la legge sull’autonomia chiesta da alcune regioni del Nord è in dirittura d’arrivo. E le istantanee dell’altra sera su un governo sull’orlo della crisi per lo scarto improvviso del capo leghista sono già ingiallite. Eppure, la superficie apparentemente calma della maggioranza è increspata dall’irritazione dei governatori leghisti contro Conte; e dal mistero del ripensamento di Salvini. II premier sta sottraendo uno a uno gli argomenti che sono il cuore dell’autonomia chiesta da Lombardia e Veneto dopo i referendum consultivi. Prendendo tempo, mira a smontare gli elementi di rottura dell’unità nazionale.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Folli Stefano 
Titolo: Il punto – E Salvini paga lo strappo europeo
Tema: Governo

E’ difficile non vedere che la mancata crisi di governo è figlia dell’improvvisa debolezza politica di Salvini. Debolezza politica e non elettorale, dal momento che i sondaggi continuano a fornire dati generosi per la Lega. E’ il primo aspetto da non trascurare: fino a che punto la contraddizione può acuirsi senza destabilizzare un equilibrio precario? L’irritazione di Zaia e Fontana per il freno all’autonomia scolastica è l’indizio che gli scontenti crescono. Il vicepremier e leader del partito più votato alle Europee ha dimostrato i suoi limiti gestendo in modo incerto gli ultimi passaggi. E oggi ne paga le conseguenze. A parte l’opaca vicenda russa, pesa molto il voto contrario a Ursula von der Leyen. L’episodio, in parte sottovalutato, è cruciale. Votando «no», Salvini ha spezzato la sua maggioranza, ha infranto le intese raggiunte con il premier Conte, ha messo in imbarazzo Giorgetti, una delle personalità più solide di cui il Carroccio dispone. Mentre l’amico Orbán – peraltro uomo del Ppe – sosteneva la presidente tedesca, e lo stesso facevano i polacchi, Salvini si estraniava, chiuso in un angolo insieme ai delegati dell’estrema destra europea meno credibile.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Giannini Massimo 
Titolo: Il commento – Uno spettacolo che l’Italia non si merita – Il governo del tempo perduto
Tema: Governo

Cosa hanno fatto di male gli italiani per meritarsi di correre su queste stupide “montagne russe”? Nel folle Luna Park gialloverde le cose funzionano così. Nei giorni pari, in un gorgo di penultimatum, il governo precipita nell’abisso della crisi: Salvini braccato dai fantasmi putiniani di Moscopoli accusa Di Maio di aver tradito la sua fiducia, mentre Di Maio esasperato dalle prevaricazioni leghiste accusa Salvini di averlo pugnalato alle spalle. Nei giorni dispari, in un vortice di pentimenti, il governo ridà l’assalto al cielo: lo stesso Salvini spaventato dall’idea di un ribaltone Cinque Stelle-Pd ritrova miracolosamente la fiducia in Di Maio, e lo stesso Di Maio terrorizzato dalla prospettiva di tornare a vendere bibite al San Paolo ritende generosamente la mano a Salvini. È la cronaca spicciola di questo fine settimana: l’altroieri lo strappo politico, che sembra consumato e definitivo; ieri la solita ricucitura diplomatica, che pare raffazzonata e provvisoria.
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Testata:  Stampa 
Autore:  D’Amelio Diego 
Titolo: “Nessun sospetto su Matteo e la Russia Il governo va avanti”
Tema: Intervista a Luigi Di Maio – Governo

Luigi Di Maio arriva in Friuli Venezia Giulia per parlare della riorganizzazione del Movimento, ma la testa è a Roma e alla crisi che sembra imminente ma che il vicepremier assicura essere un’illusione ottica. Ve ne siete detti di tutti i colori ormai. Crisi inevitabile o ennesimo falso allarme? «Di inevitabile c’è solo il lavoro per il benessere del Paese. Dico chiaramente che non c’è nessuno spettro di crisi. Quello che vogliamo è rimboccarci le maniche e proseguire. Abbiamo tanto da fare: salario minimo, abolizione del canone, aiuti alle famiglie». Che ne pensa di Moscopoli? Come se ne esce? «Se avessi sospetti su Salvini non sarei al governo con lui. La questione comunque impone di non rimaner con le mani in mano. La nostra proposta è istituire una commissione parlamentare di inchiesta sul finanziamento dei partiti. Un atto di trasparenza verso i cittadini».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Martirano Dino 
Titolo: Nord, governatori in rivolta – Autonomia, la frenata sulla scuola Governatori furiosi: non firmiamo
Tema: Autonomia

Autonomia regionale differenziata, un passo avanti e due indietro. A giudicare dall’ira mostrata dai governatori leghisti Luca Zaia (Veneto) e Attilio Fontana (Lombardia) — all’esito dell’ennesimo vertice a Palazzo Chigi con Conte e Di Maio ma senza Salvini — i passi indietro sarebbero quasi tre se si tiene conto che il M55 ieri ha portato a casa il mantenimento del controllo statale sulle assunzioni degli insegnanti, riuscendo poi a rinviare anche ogni decisione sul nodo finanziario che poi è il punto cruciale: ovvero le tasse incamerate dalla regioni ricche (Nord e Centro) che oggi vengono versate in parte come extra-gettito in un fondo perequativo capace di alimentare le regioni povere (Sud e Isole). E non caso la ministra leghista per gli Affari regionali, Erika Stefani, ha tuonato: «L’autonomia funziona se c’e’ quella finanziaria. Non accetteremo nessun compromesso. Chi riesce a garantire servizi efficienti riuscendo a risparmiare dovrà gestire come meglio crede queste risorse».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ruffolo Marco 
Titolo: L’analisi – A Lombardia, Emilia e Veneto quasi tre miliardi in più Ma il conto lo pagano gli altri
Tema: Autonomia

Dopo aver accettato di cancellare la regionalizzazione della scuola, la Lega fissa ora la sua nuova linea del Piave su cui non accetta ulteriori cedimenti: il mantenimento del generoso sistema di finanziamento delle nuove competenze che verrebbero riconosciute a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Capitolo sul quale non c’è ancora l’accordo con i Cinque Stelle e su cui resta più di un dubbio da parte del Tesoro. Ed ecco la sorpresa: se l’articolo sulle risorse finanziarie restasse quello contenuto nei progetti di autonomia che abbiamo letto finora sul sito del Dipartimento per gli affari regionali, le tre Regioni potrebbero avere in prospettiva 2,7 miliardi in più all’anno. E di questi miliardi, 1,4 sarebbero disponibili proprio per l’istruzione, anche se, dopo l’accordo di ieri, le competenze regionali rimaste per questo capitolo di spesa potrebbero limitarsi all’edilizia scolastica e all’alternanza scuola-lavoro. Ora, siccome tutta questa operazione non dovrà produrre nuovi oneri per il bilancio dello Stato, e non potrà comportare nuove tasse, ci sarà un solo modo per avere quelle risorse aggiuntive: sottrarle alle altre regioni.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Giannattasio Maurizio 
Titolo: «Conte mi aveva rassicurato Ma sono dei piccoli individui, governo di bieca restaurazione»
Tema: Intervista a Attilio Fontana – Autonomia

«Non firmo». Attilio Fontana, governatore della Lombardia, è uomo mite e poco incline alla polemica. Non questa volta. Appena ha saputo come si è concluso il Consiglio dei ministri ha fatto un balzo dalla sedia. Presidente che succede adesso? «Ho letto le premesse al testo. Sono fatte apposta per toglierci ogni possibile autonomia su istruzione e scuola. Elimina anche la norma che ci consentirebbe di trattenere in Lombardia risparmi fatti con l’efficientamento dei servizi. Non ci sono le condizioni per poter sottoscrive un accordo che nasce in maniera distorta. Nasce come se noi volessimo truffare lo Stato o il Sud». Invece? «Invece noi crediamo che la riforma sia una grande opportunità per il Sud. Sono indignato con chi ha voluto creare una contrapposizione tra Nord e Sud perché non solo è in malafede ma è il più grosso nemico del Sud». Presidente Fontana il tira e molla sull’autonomia andava avanti da mesi. Un po’ se l’aspettava questa conclusione. «Assolutamente no perché la settimana scorsa ho avuto un colloquio di un’ora con il premier Conte che mi aveva rassicurato sul fatto che ci fosse la volontà di arrivare a una soluzione. Così non è stato. Alla fine ha fatto la sua scelta che è quella di stare dalla parte delle corporazioni sindacali e non dalla parte del futuro dei ragazzi. A questo punto non ci dica più che è il governo del cambiamento. Questo è il governo della più bieca restaurazione».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso – De Marchis Goffredo 
Titolo: Il retroscena – Salvini ha Conte nel mirino “Adesso il problema è lui”
Tema: Rimpasto?

La roulette intorno ai nomi di Toninelli e Trenta e il possibile rimpasto sono solo la facciata di un nuovo giorno di scontri e di sospetti nella maggioranza. C’è direttamente il premier Giuseppe Conte nel mirino di Matteo Salvini e dello stato maggiore della Lega, governatori del Nord compresi. «Nella lettera a Repubblica — si sfoga il ministro dell’Interno — dice che lui è il garante, che lui coordina. L’ho trovata un’iniziativa gratuita, ma se è vero che fa tutto lui si attivi per mandare avanti le cose invece di assecondare solo i No». Perciò il problema è Palazzo Chigi, il suo attuale inquilino, che quei ministri li difende. E l’ipotesi di un ricambio in alcuni dicasteri, con quello che comporta modificare un equilibrio già fragile, lascia emergere il possibile bersaglio grosso, un avvicendamento alla presidenza del Consiglio. Il premier vede il suo vice come un «uomo ferito», confida in privato. La situazione dunque sarebbe favorevole. Ferito per la vicenda dei finanziamenti russi, ma proprio per questo Conte ne segue con attenzione spasmodica tutte le mosse. «Sta diventando imprevedibile», aggiunge il premier-avvocato. Sul dossier autonomie l’attacco leghista è chiaro e diretto. «Pensavo che Conte fosse così autorevole da chiudere in fretta — dice il presidente del Veneto Luca Zaia — invece ci prende in giro». Sui rapporti tra Lega e Movimento aleggia poi l’incontro tra Sergio Mattarella e Salvini. Previsto per oggi, rinviato per impegni privati del vicepremier (non si può escludere un contatto telefonico), ma che al Quirinale considerano solo congelato non annullato. E’ un incontro che Salvini non ha concordato con Conte, tantomeno con Luigi Di Maio.
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Testata:  Stampa 
Autore:  I.LOMB. 
Titolo: Salvini vuole un governo a trazione leghista “Via Trenta e Toninelli” –
Il piano di Salvini contro Conte per un governo a trazione Lega
Tema: Rimpasto?

Eppure Matteo Salvini al Colle era atteso. Le smentite del leghista possono arrivare fino a un certo punto, poi devono fare i conti con le verità degli altriinterlocutori. A Palazzo Chigi si sono informati e confermano di aver saputo di un colloquio chiesto dal vicepremier al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Anche Luigi Di Maio sapeva di questo appuntamento. Ma soprattutto il Colle non lo ha mai smentito. Alla fine però Salvini non è salito al Quirinale e due sere fa, dal comizio aBarzago, ha addirittura negato di volerlo fare. Dichiarazioni che non hanno riscontro nelle versioni di altre, molteplici fonti, comprese quelle leghiste. E allora cosa è successo? Di certo, è successo che l’incontro doveva rimanere segreto e invece se n’è avuta notizia, non smentita per ore, nel pomeriggio dell’altro ieri. Nelle stesse ore il sottosegretario Giancarlo Giorgetti è andato a consegnare a Mattarella le ragioni della sua rinuncia alla candidatura a commissario Ue. Giorgetti ha avuto modo di parlare con il Capo dello Stato ed è più che ragionevole pensare che, mentre fuori infuriava la tempesta e Salvini sembrava puntare dritto verso il terremoto di governo, i due abbiano affrontato la questione delle convulsioni nella maggioranza e che il numero due della Lega abbia ricevuto quantomeno raccomandazioni e indicazioni sui possibili percorsi di una crisi.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Capurso Federico – Lombardo Ilario 
Titolo: Retroscena – Il M5S punta su Bongiorno come commissario europeo
Tema: Rimpasto?

Non è come dicono i 5 Stelle, che di rimpasto ne parlano solo i giornali. Perché ieri il tema ha infiammato gli staff della comunicazione di Lega e M5S, impegnati per tutto il giorno ad accusare l’altro di volersi occupare solo di poltrone e non dei problemi del Paese. Invece di poltrone discutono eccome, dopo la fatwa di Matteo Salvini contro i suoi due bersagli prediletti, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e la collega della Difesa Elisabetta Trenta. Di fronte ai siluri leghisti, Luigi Di Maio ha ordinato di mantenere il silenzio. Di rimpasto se ne potrà parlare solo quando sarà il vicepremier della Lega a chiederlo ufficialmente. Fino ad allora difenderà assieme a Giuseppe Conte i ministri M5S, nel tentativo di sgonfiare le pretese di Salvini. Tutti sanno però che il rimpasto allungherebbe la vita di questo governo e i primi a non disdegnarlo sono proprio i grillini. L’operazione si lega a doppio filo alla nomina del futuro commissario italiano a Bruxelles. Una partita, questa, che si è andata complicando dopo la rinuncia di Giancarlo Giorgetti.
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Economia e finanza

Testata:  Repubblica 
Autore:  Petrini Roberto 
Titolo: Italia in stagnazione, crescita zero rischio manovra da 50 miliardi
Tema: Ciclo economico

Si confermano le previsioni “piattiste” sulla crescita del Pil di quest’anno mentre la manovra rischia i 50 miliardi. Ieri l’Upb, l’autorità indipendente sui conti pubblici, ha emesso il suo verdetto d’estate stimando una crescita per il 2019 dello 0,1 per cento, una previsione sulla quale sono allineati tutti i centri studi, dalla Banca d’Italia alla Commissione Ue all’Fmi; solo il governo si tiene un po’ più in alto ma, realisticamente, non va sopra lo 0,2 per cento. Stiamo indietro, un quadro di “stagnazione”, viene definito, che non promette nulla di buono: basti pensare che secondo le più recenti stime estive della Commissione l’area dell’euro, seppure in difficoltà, dovrebbe crescere dell’1,2 per cento e non può consolarci la compagnia della Germania che, afflitta dai problemi del settore dell’auto, quest’anno farà un inedito 0,5 per cento. Gli occhi sono tutti puntati all’autunno con l’ipoteca della prima sortita della presidente della Commissione Ursula von der Leyen che ha ricordato che l’Italia sarà oggetto di attento monitoraggio.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Cipolletta Innocenzo 
Titolo: Perché l’inflazione ritornerà – Dazi, dirigismo e populismi: l’inflazione è destinata a risalire
Tema: Ciclo economico

Sono oltre 20 anni che l’inflazione nei Paesi industriali è di fatto scomparsa, tanto che si fa di tutto per farla tomare e si guarda con sgomento a prezzi che non si muovono come dovrebbero. Per chi ha vissuto gli anni della stagflazione (inflazione alta e crescita bassa) questa è una novità assoluta. Ma è anche un ripetersi di novità (se così si può dire) nel senso dell’alternarsi di periodi con diversa inflazione. Durante il Miracolo economico (anni 50 e 60) l’inflazione era considerata come un’anomalia temporanea, da combattere con politiche restrittive di breve durata: la normalità era costituita da un’inflazione moderata, sotto al 2% annuo, mentre la politica economica puntava essenzialmente a mantenere una crescita elevata. Poi vennero gli anni della stagflazione (anni 70 e 80 del secolo scorso) e si era arrivati alla conclusione che l’inflazione fosse un fenomeno permanente, insito nel sistema di crescita dei Paesi industriali. Per debellare il fenomeno dell’inflazione o per difendersi da esso vennero adottate molte strategie. Bisogna riconoscere che l’insieme di queste misure ha funzionato. Alla fine degli anni 90 l’inflazione è scesa e successivamente non è più aumentata fino al punto che, dopo la crisi finanziaria del 2007, si è paventato l’avvento di una fase di deflazione. Le banche centrali hanno dovuto azionare una politica monetaria fortemente espansiva per riportare l’inflazione vicina al 2% che si riteneva essere una tasso di crescita fisiologico dei prezzi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Penati Alessandro 
Titolo: È presto per parlare di recessione – È ancora presto per parlare di recessione
Tema: Ciclo economico

Da mesi si discute del rischio di una recessione globale. La più prolungata ripresa Usa del dopoguerra (oltre 120 mesi) ha trainato il ciclo mondiale,ma sta cominciando a perdere forza propulsiva. L’inversione della curva dei rendimenti dei titoli di stato statunitensi (tassi a breve più alti di quelli a lungo) storicamente anticipa le recessioni. Le guerre commerciali di Donald Trump hanno penalizzato il commercio internazionale e causato danni al ciclo produttivo oggi frammentato in diversi Paesi (supply chain), contribuendo a una contrazione globale dell’attività manifatturiera: per la prima volta dalla crisi l’indice Ihs Markit globale è sotto 50, un livello indicatore di contrazione. E la guerra con la Cina ha finito per danneggiare anche i Paesi dell’Eurozona, orientati più degli Stati Uniti al manifatturiero e all’export. Il livello di indebitamento globale è ormai superiore a quello precedente la crisi dei mutui subprime: si stima che negli ultimi 10 anni sia aumentato dal 180 al 220% del Pil mondiale. E le valutazioni nei mercati azionarie del credito sono storicamente elevate, specie alla luce delle prospettive e dei potenziali rischi indicati. Nessuno di questi argomenti, però, convince pienamente. Di per sé la longevità del ciclo americano non implica che non possa durare ancora. Quello che conta è il grado di utilizzo delle risorse: raggiunta la piena occupazione, prezzi e salari cominciano a salire, erodendo margini e alimentando le aspettative di inflazione; per contrastarle, la banca centrale adotta politiche restrittive che in passato hanno innescato una recessione.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: Domande senza risposta – L’Italia e l’Unione Europea domande senza risposta
Tema: UE

Negli ultimi giorni i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono crollati sotto una soglia simbolica, per ciò che rappresenta nella nostra storia recente. Oggi il termometro del rischio segna temperature più sopportabili di quelle di inizio maggio del 2oi8, quando si affacciò la prospettiva di un governo giallo verde con le promesse di allora: tanto deficit in più sperando di produrre crescita, referendum sull’euro, default verso la Banca centrale europea (che ha comprato debito italiano per centinaia di miliardi tramite Banca d’Italia) e varie altre fughe dalla realtà. Ma, appunto, per la prima volta siamo tornati finanziariamente su uno spicchio di territorio del mondo di prima, quando quelle idee sembravano fuori gioco. In parte ha aiutato la stessa Bce, segnalando che darà ancora altro sostegno all’economia europea e forse riprenderà a aumentare i titoli di Stato in bilancio con un nuovo ciclo di interventi. Che Christine Lagarde succeda a Mario Draghi a Francoforte è parso a molti rassicurante. Ma se siamo tornati al mondo di prima, è anche perché i risparmiatori italiani e gli investitori internazionali iniziano a pensare che la stagione delle promesse impossibili sia finita. Quelle idee — si spera nel mercato — per il momento sono uscite di scena
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Pacifico Francesco 
Titolo: Accordo Lega-5Stelle sul cda dell’Inps va al Carroccio la direzione generale
Tema: Inps

Ci sono voluti quasi quattro mesi (tanto è passato dalla nomina del presidente Pasquale Tridico), ma Cinquestelle e Lega hanno trovato l’accordo sulla composizione del nuovo consiglio d’amministrazione dell’Inps. Con il Carroccio che punta alla poltrona di direttore generale anche per limitare l’attivismo del padre del reddito, che ha già delineato la riorganizzazione dell’istituto. La fumata bianca sarebbe arrivata a inizio settimana, dopo un vertice tra il sottosegretario al Lavoro, il leghista Claudio Durigon, e quello alle Autonomie e agli affari regionali, Stefano Buffagni, che è soprattutto il plenipotenziario per le nomine dei pentastellati. Per il partito di via Bellerio dovrebbero entrare Adriano Morrone, che sarà vicepresidente e ha il placet dello stesso Tridico, e Raffaele Fortuna, capo segreteria di Durigon in via Veneto. A completare la squadra Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi dei consulenti, e un rappresentante nominato dalle opposizioni. Se il posto toccherà al Pd, il Nazareno avrebbe scelto l’ex parlamentare Luisa Gnecchi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Vico Dario 
Titolo: La politica industriale 4.0 è tornata al punto di partenza
Tema: Industria

Si è esaurita la spinta propulsiva della politica industriale per il 4.0. L’indice Ucimu riferito al secondo trimestre `19 reso noto ieri certifica, infatti, che siamo tornati ai livelli del 2014. A prima, dunque, che partisse il ciclo virtuoso degli investimenti favorito da Industria 4.0 e che ha avuto il grande merito di rinnovare ampiamente il parco macchine dell’industria italiana sia dal punto di vista della pura sostituzione sia dell’ingresso di tecnologie di connessione. Complessivamente nei mesi che sono andati da aprile a giugno dell’anno in corso gli ordini dei costruttori di macchine utensili sono scesi del 31,4% ma la frenata è stata particolarmente secca sul mercato interno (-43%). «II calo degli ordini interni — ha commentato Massimo Carboniero, presidente di Ucimu — dimostra che il mercato domestico sta tornando alle sue dimensioni pre-provvedimenti 4.0 e l’inversione ci preoccupa perché è stata particolarmente repentina».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guastella Giuseppe 
Titolo: Bankitalia e Procura di Milano, task force contro i reati finanziari
Tema: Protocollo d’intesa Bankitalia – Procura

Super esperti della Banca d’Italia e magistrati che indagano fianco a fianco nelle inchieste sulla criminalità economica e finanziaria scambiandosi informazioni e disegnando strategie investigative comuni. Un protocollo d’intesa firmato a Palazzo Koch istituisce nella Procura di Milano un «Nucleo permanente» di funzionari di Bankitalia, il primo in una sede giudiziaria. Riciclaggio, frode fiscale, ostacolo alle funzioni di vigilanza, truffa ai danni dei risparmiatori, corruzione, usura: negli ultimi dieci anni, la Banca d’Italia ha fornito un apporto concreto alle indagini della Procura di Milano nelle inchieste su questi reati. Lo ha fatto attraverso cinque suoi dipendenti distaccati in Procura e diretti da un funzionario, Marco Pacini, che hanno redatto gratuitamente più di trecento consulenze in inchieste come quelle sulla «Lista Pessina», l’avvocato svizzero che nel febbraio del 2008 fu arrestato e trovato in possesso di oltre 50o nomi di evasori fiscali italiani con conti in paradisi fiscali, che ha portato nelle casse dello Stato circa mezzo miliardo di euro, oppure quella più recente su una presunta corruzione internazionale che ruota intorno alla società petrolifera brasiliana Petrobras.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Cimmarusti Ivan 
Titolo: Task force nelle prefetture: nuova governance all’Agenzia
Tema: Anbsc

Da nuove task force di supporto alle prefetture, a corsi di formazione con la Scuola Superiore della Magistratura: è la nuova governance dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla mafia (Anbsc). Regole innovative che rappresentano una nuova sfida nel contrasto alla criminalità organizzata, che ora posano sui tre macro obiettivi prefissati dal neo istituito Tavolo nazionale di indirizzo e verifica: rafforzamento della cooperazione tra istituzioni, valorizzazione del patrimonio immobiliare confiscato e reimissione nel circuito dell’economia legale delle aziende portate via alle mafie. È un Agenzia 4.0 quella su cui mette la firma il prefetto Bruno Frattasi, dal 4 febbraio scorso a capo dell’ente che gestisce i beni sottratti alla criminalità. La copertura finanziaria già c’è: si tratta di fondi previsti dal Pon Legalità 2014-2020, Fondo Sviluppo Coesione 2014-2020 e sostegni della Legge di Bilancio 2016. Alla Commissione parlamentare antimafia, presieduta da Nicola Morra, Frattasi ha illustrato la nuova governance dell’Anbsc, che posa sua una direttrice fondamentale: la cooperazione tra istituzioni sulla riga di quanto stabilito dal Tavolo nazionale di indirizzo e verifica, in vigore dal 6 marzo scorso come disposto con delibera del Cipe.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Olimpio Guido 
Titolo: Sequestrata nave britannica Sale la tensione tra Usa e Iran –
L’Iran sequestra una nave britannica Partita sempre più rischiosa nel Golfo
Tema: Iran

Si fermeranno o continueranno? Nel Golfo Persico è in corso una sorta di «Iraneide», con prove di forza, provocazioni e guerra psicologica. Una partita ad alto rischio. Lo avevano promesso e l’hanno fatto. I pasdaran hanno intercettato due petroliere nella zona di Hormuz. Prima hanno fermato la britannica Staina Impero: è stata affiancata da motovedette e seguita da un elicottero, quindi costretta a proseguire verso l’isola di Qemsh. Poco dopo ambienti marittimi hanno segnalato il repentino cambio di rotta di una seconda nave, la Mesdar, e fonti citate dalla Cnn hanno confermato che l’unità era finita nelle mani dei guardiani. Ma successivamente avrebbe ripreso il viaggio verso l’Arabia Saudita. Una situazione confusa. L’abbordaggio è la probabile rappresaglia per un’analoga mossa inglese, non meno spettacolare: il fermo —il 4 luglio — della Grace i con greggio iraniano a Gibilterra, un carico proibito perché destinato alla Siria. Proprio ieri le autorità hanno allungato lo stop di almeno un mese. Il governo britannico, riunitosi d’urgenza, ha denunciato il gesto inaccettabile.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Nigro Vincenzo 
Titolo: Checkpoint Hormuz
Tema: Iran

Lo Stretto di Hormuz è una frontiera di guerra, oggi di sicuro è il confine più caldo del mondo. Non soltanto perché oltre ad essere una linea di divisione “politica” è anche una arteria, un oleodotto marino attraverso cui passa 11 90 per cento del petrolio prodotto nel Golfo. Ovvero il 20 per cento della produzione che quotidianamente viene messa in movimento per il pianeta. Ma anche perché lo Strettoèil punto di contatto/non contatto più vicino fra gli attori del Golfo Persico. Da sempre questo vasto mare “interno” è l’area del mondo su cui si affacciano due civiltà in perenne conflitto, quella persiana e quella dei Paesi arabi della sponda occidentale. Due mondi al flanco dei quali si sono schierati alleati potenti, a partire da Usa e Israele contro Russia e Cina.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Doppia strategia Usa Ora Trump cerca alleati
Tema: Iran – Usa

Gli Stati Uniti sono pronti «a coordinarsi» con la Gran Bretagna per affrontare l’escalation, sempre più pericolosa, nello Stretto di Hormuz. Donald Trump tuttavia per ora si mantiene prudente: «Parlerò con Londra e vediamo. Noi lì abbiamo molte navi, navi da guerra, ma non molte petroliere». Il presidente ha aggiunto che il sequestro delle petroliere britanniche è la conferma di quanto Teheran sia fonte di problemi. È evidente, però, che l’amministrazione di Washington non ha ancora raccolto elementi sufficienti: forse Trump sta aspettando anche rapporti del Pentagono e dell’Intelligence. Intanto Garret Marquis, portavoce del Consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, scrive in una nota: «È la seconda volta in poco più di una settimana che il Regno Unito è l’obiettivo della dilagante violenza del regime iraniano. Gli Stati Uniti continueranno a lavorare con i loro alleati e partner per difendere la loro sicurezza e i loro interessi dai comportamenti nefasti dell’Iran». In realtà, da diversi mesi gli americani stanno cercando di capire se esiste la possibilità di un negoziato reale con il Paese degli ayatollah.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mastrobuoni Tonia 
Titolo: Merkel: “Il caso Metropol? Ci preoccupa l’aiuto di Mosca ai partiti populisti” – Merkel sfida Mosca
Tema: Il caso Metropol

All’incontro estivo con la stampa estera – una tradizionale maratona di un’ora e mezza – Angela Merkel ha accettato ieri di rispondere a una domanda sulla Lega e lo scandalo dei finanziamenti dalla Russia. E, in sintonia con quanto già affermato dalla neo presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, la cancelliera nasconde la sua preoccupazione per i continui tentativi del Cremlino di interferire nella politica europea. Merkel pensa nello specifico che i chiarimenti su Moscopoli «spettino all’Italia», in particolare «al Parlamento» e «a chiunque vorrà che ci siano». È anche ovvio, però, che il tentativo del Cremlino di influenzare la Lega e altri partiti in Europa «susciti degli interrogativi». Per Merkel «vediamo di continuo che partiti populisti e di destra ricevono in questa e in altre forme» l’appoggio del Cremlino. E ciò, ha precisato Merkel, «è motivo di preoccupazione».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Monaci Sara 
Titolo: Merkel: «Contatti tra populisti e Russia, l’Italia chiarisca»
Tema: Il caso Metropol

Gli inquirenti a caccia dei flussi di denaro, eventualmente anche all’interno dell’associazione Lombardia-Russia della Lega. La procura e la Guardia di finanza di Milano dovranno dunque capire se c’è stato passaggio di denaro, anche prima degli incontri avvenuti in Russia, per dare maggiore concretezza all’indagine sul caso “Russiagate”, ovvero i presunti fondi (65 milioni) che dovevano essere stornati da una commessa petrolifera tra una società russa e una italiana e girati alla Lega. E a questo proposito, la commessa probabilmente non è mai avvenuta, ma potrebbe comunque esserci stata una trattativa con una promessa, e già questo fatto potrebbe rientrare nella fattispecie della corruzione internazionale, reato su cui sta indagando la procura.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Rauhe Walter 
Titolo: “Non spetta a me, ma all’Italia chiarire sui fondi russi della Lega”
Tema: Il caso Metropol

«Non spetta a me, ma al Parlamento e alle istituzioni italiane fare chiarezza attorno alla vicenda dei fondi russi alla Lega». È con queste parole che Angela Merkel, nella tradizionale conferenza stampa estiva che ogni anno tiene prima di partire per le sue vacanze, ha risposto alla domanda di una giornalista. Rifiutando diplomaticamente ogni commento diretto sul caso e sulle influenze del Cremlino sulla politica italiana, la cancelliera lancia ugualmente una frecciata in direzione di Mosca. «Il fatto che i partiti populisti in Europa vengano sostenuti dalla Russia è comunque un fatto preoccupante e anche irritante. Importante è continuare a mantenere un rapporto costruttivo col Cremlino, anche se la realtà non è sempre come uno si auguri che sia», ha aggiunto Merkel.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Barlaam Riccardo 
Titolo: Cina, la grande fuga delle multinazionali – Cina, l’industria straniera in fuga dai dazi americani
Tema: Cina

La pace commerciale tra Cina e Stati Uniti non sembra tanto preoccupare il presidente Donald Trump. Nei suoi comizi continua a utilizzare come cavallo di battaglia l’argomento dei «miliardi e miliardi di dollari» che sarebbero entrati grazie ai dazi nelle casse americane. Le cose non stanno esattamente così, dati alla mano. Tuttavia è indubbio che il prolungamento della guerra sui dazi comincia a far sentire i suoi effetti soprattutto in Cina. I dati pubblicati a inizio settimana sulla crescita economica cinese nel secondo trimestre dell’anno parlano di un rallentamento al 6,2%, il tasso più basso di crescita del Pil perla Cinada 27 anni. Il governo sta facendo di tutto per stimolare gli investimenti stranieri, l’occupazione e lo sviluppo delle sue aziende. Nell’intercertezza generale che caratterizza i rapporti attuali tra le due prime potenze mondiali è cominciata una vera e propria fuga delle multinazionali dalla Cina.
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