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Rigassificatori: Ip rilancia il dossier Falconara

13.05.2022

È un salvagente lanciato al governo alle prese con il piano di diversificazione energetica per affrancarsi progressivamente dal gas russo. Che fa leva su un binario, quello dei rigassificatori galleggianti, su cui lo stesso esecutivo ha deciso di accelerare per aumentare la capacità di rigassificazione della penisola. La sponda arriva dal grippo Api, di proprietà della famiglia Brachetta Peretti, íl principale gruppo privato nel settore dei carburanti, con una rete di oltre 4.600 distributori a marchio Ip e una logistica che rifornisce ogni regione del Paese, numerosi porti e i prindpalt aeroporti della penisola.

Ip sta infatti interloquendo con il governo in merito alla possibilità di realizzare un rigassificatore offshore allargo di Falconara Si tratta da un progetto dalla capacità annuale di almeno 4 mrf sardi di standard metri cubi, basato sull’utilizzo di un’unità galleggiante (Fsru, floating storage and regasification).
Il progetto di Falconara – spiega al Sole 24 Ore il presidente Ugo Brachetti Peretti – era già stato autorizzato nel lontano 2011. Le scelte dei governi successivi sulla strategia di approvvigionamento non permisero direallzzarlo.

Ora le condizioni sono cambiate e noi mettiamo a disposizione del sistema energetico nazionale un progetto da rigassaficazione galleggiante già definito net dettagli e pronto per essere realizzato». A differenza di altri progetti, dunque, quello di Falconara risulta già a uno stadio piuttosto avanzato dal momento che, come ricorda íl presidente di lp, il piano aveva già incassato il disco verde dell’allora ministero dell’Ambiente (oggi Mite) e della Regione Marche ed è quindi dotato da tutti gli studi di impatto ambientale e delle analisi di sicurezza.

Un tassello, quest’ultimo, cruciale a fini del fattore tempo su cui, come detto, fl governo ha l’esigenza di accelerare per individuare il più rapidamente possibile delle fonti di approvvigionamento alternative a Mosca. C’è, poi, un altro vantaggio non trascurabile. L’impianto di Falconara potrebbe garantire un processo di rigassificazione a circa io chilometri dalla costa che si collegherebbe alla rete Snam dopo un breve tratto a terra. E questo assicurerebbe un impatto assal ridotto rispetto alle attività on shore e una minimizzazione del rischio. Senza contare i benefici legati al contesto complessivo perché íl progetto sa inserisce all’interno di una realtà industriale dell’oil e gas, la raffineria di Falconara, di proprietà del gruppo, che pub vantare i più elevati standard di gestione e di sicurezza nonché una expertise di primo livello nel settore. «il rifornimento di gas naturale è un pezzo importante della strategia di indipendenza energetica del Paese-prosegue Brachetta Peretti – ma è anche un tassello strategico del processo di transizione verso la sostenibilità di industrie energetiche come la nostra.

Le prime interlocuzioni e l’evoluzione della normativa a cui stiamo assistendo ci sembrano incoraggianti». Perché è chiaro che Il gruppo, con il suo progetto, è intenzionato a sfruttare il fast track autorizzativo che il decreto aiuti, tornato nei giorni scorsi in Cdm per al via libera definitivo e ora atteso in Gazzetta ufficiale, ha previsto per gli impianti galleggianti.

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Articolo pubblicato il 13 Maggio 2022 da Il Sole 24 Ore

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