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Ricci “Primi Al Mondo A Sfilare A Luxor Festeggiamo 50 Anni Realizzando Il Mio Sogno”

17.10.2022

Da Firenze, per la precisione dalle Calcine, dove è lo stabilimento da 9 mila metri quadri e 600 dipendenti della maison Stefano Ricci, a Luxor dove mai si era vista prima una sfilata di moda. Domenica scorsa i 400 fortunati invitati da 40 diverse città del mondo se la sono goduta sulla strepitosa scena nel tempio di Hatshepsut dove Stefano Ricci, fondatore, presidente e designer della maison, ha festeggiato i 50 anni del suo brand di lifestyle maschile di lusso, da11972 a oggi, restando un’azienda di famiglia: tutta presente sulle rive del Nilo, la moglie Claudia, la compagna di sempre e di tutto, e i figli Niccolb (il ceo) e Filippo (il direttore creativo).

Ricci, è vero che la moda è anche sogno, ma non è di tutti i giorni l’idea di celebrare i cinquant’anni di un brand nel tempio di Luxor.

Come le è venuta?

«La moda è sogno ma anche ogni uomo ha molti sogni. Uno dei miei, da 20 anni, quando l’ho visitata la prima volta e nel 2003 ho scritto il libro Luxor, era sfilare un giorno nell’antica Tebe. E ci sono riuscito portando in passerella 90 mie creazioni per l’estate 2023 del mio uomo classico ma innovativo, raffinato, amante della qualità e l’eccellenza, interamente made in Italy. Sfilando su una delle due gradinate del tempio in ordine contrario al rituale della passerella, ovvero partendo dalla sera tinta dei colori dell’oriente: il blue royal Ricci, ma anche l’oro e il rosso per tessuti coperti di leggeri geroglifici. Apriva Andrea Bocelli con l’Aida e la chiudeva con Nessun dorma. Abbiamo coinvolto circa mille persone tra ospiti e sarti, vestiariste, scenografi, parrucchieri, cuochi per le due cene».

Orgoglioso di questo successo?

«Per la prima volta nella storia, l’Egitto ha aperto i propri templi alle sfilate di moda internazionali, grazie alle autorizzazioni concesse dal governo egiziano, in particolare di Ahmed Eissa Abou Hussein, ministro del turismo e delle antichità, e di Mostafa Waziri, segretario del Consiglio supremo delle antichità. Più un tour nel Tempio e la Valle dei re sotto la guida di un archeologo di fama mondiale come Zahi Hawass Posso dire di esserci perché forte di una certa reputazione».

Di creatore di moda per uomini di lusso internazionali?

«Direi soprattutto per il mio amore per l’arte e la cultura e per quanto ho fatto nella mia città. Dalla sfilata agli Uffizi, alla nuova illuminazione della Loggia de’ Lanzi, quella del Ponte Vecchio, il restauro dei volumi medievali delle Antiche Arti e dei Mestieri custoditi presso l’Archivio di Stato di Firenze, il sostegno per l’esposizione agli Uffizi dei Fogli del Codice Atlantico della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, alla riapertura, con una sfilata, della Sala Bianca di Palazzo Pitti dove è nato il Made in Italy.

Un percorso ideale verso Hatshepsut». Già ma che nesso c’è tra Luxor e Firenze?

«Un omaggio ideale alla bellezza di un luogo che rappresenta la storia intensa di un connubio di religione, amore per il bello e l’eleganza trasferito nell’architettura, nei colori, in una creatività così raffinata che nessuno ha più raggiunto per secoli, se non il Rinascimento molto dopo. Ecco io, essendo fortemente fiorentino, mi sento uomo del Rinascimento e mi sono innamorato di Tebe. Il nesso è semplice».

150 cinquant’anni sono iniziati a Firenze. Ci racconti.

«Avevamo vent’anni. Uso il plurale perché in tutti questi 50 anni mia moglie Claudia e io siamo stati sempre insieme, abbiamo deciso e fatto tutto insieme, siamo cresciuti insieme e trasmesso la nostra passione ai figli: qualità, eccellenza, artigianalità, cento per cento fatto in Italia. Comincib nel 1972 con le cravatte che mi piacevano tanto e poi il passo dalla piccola manifattura familiare al grande gruppo internazionale è stato breve ma sempre a conduzione familiare e con gli stessi principi di manualità e stile prezioso. In breve passammo alle camicie e alla piccola pelletteria. Nel ’90, al total look. Del ’93la prima boutique in Cina in anticipo sugli altri, ora ne abbiamo 70 nel mondo. Nel 2005 l’aquila reale diventa l’anima del brand, via via il carattere di luxury lifestyle si accentua inglobando anche dagli accessori pregiati per la casa , le fragranze, l’Antico Setificio Fiorentino che rileviamo, la Luxury Yacht Division per arredare i mega-yachts, di radica, travertino, coccodrillo, la Junior Collection per vestire i figli sul modello dei padri, gli occhiali. Via via sempre avanti».

Per passare dai primi cinquant’anni ai difficili tempi attuali?

«Come ha ben spiegato mio figlio Niccolb a Luxor, nonostante la pandemia che persiste in Oriente e la guerra più vicino a noi, la moda è in forte ripresa e noi siamo tornati ai 150 milioni di fatturato del 2019. Per via dell’entusiasmo di vestirsi bene per uscire di casa che si è diffuso soprattutto a livello internazionale. Una casa che stava stretta ma dove tuttavia, si è scoperto il piacere della comodità e adesso il vestire maschile anche per fuori è diventato più morbido e leggero».

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Articolo pubblicato l’11 ottobre da “La Repubblica di Firenze”

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