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SINTESI PRIMO PIANO – 10 settembre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Istruzione, il premier Conte: la scuola riparte il 14 settembre. Ma si moltiplicano i Comuni che rimandano al 24 del mese.
– Borsa Italiana, il ministro dell’Economia Gualtieri: meglio se resta nell’Eurozona.
– Recovery plan, approvato ieri il piano. Conte soddisfatto, Gualtieri ora guarda ai fondi Mes.
– Esteri, Lesbo: brucia il campo profughi, 13mila in fuga sulle montagne. Bruxelles esorta gli Stati Ue a essere solidali.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: Conte ai presidi: si parte il 14 – I dubbi dei presidi, ma Conte: ora si parte
Tema: Istruzione
«L’anno scolastico ripartirà il 14 settembre, in sicurezza», ha assicurato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in conferenza stampa con i ministri dell’Istruzione, Lucia Azzolina, della Salute Roberto Speranza, e dei Trasporti, Paola De Micheli. «Il rientro a scuola avverrà in un contesto nuovo e non facile. Ci sarà qualche cambiamento e regole nuove. Abbiamo predisposto con le massime competenze questo obiettivo. Quindi avendo valutato tutto, posso dire che garantiamo un rientro in sicurezza e non è una affermazione leggera». Nonostante le indicazioni governative si moltiplicano i Comuni, attualmente sono almeno una ventina, dal Lazio alla Liguria, che decidono autonomamente di riaprire il 24 settembre. Lo scetticismo dei presidi è del presidente dell’associazione nazionale, Antonello Giannelli: «E’ evidente che per riaprire in sicurezza è necessario che alcuni problemi vengano risolti. A quanto sappiamo, la consegna dei banchi monoposto è in grave ritardo. Altre due criticità importanti sono quelle delle aule, perché gli enti locali non le hanno reperite ovunque, e l’assegnazione piena dell’organico».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Zunino Corrado 
Titolo: Conte: scuola al via lunedì Mascherina anche al banco per 50 mila studenti
Tema: Istruzione

Conte esclude un nuovo lockdown e fa sapere: «Siamo certi che ci saranno contagi a scuola, ma siamo pronti ad affrontarli». Soltato ieri sono arrivate notizie di positività a scuola in Trentino, Friuli, Emilia e Sardegna. Il ministero stima che oggi gli studenti senza la possbilità di rispettare il metro di distanza, siano 50 mila, «ma a giugno erano un milione», ha detto Azzolina. Andranno comunque in classe con la mascherina al banco. Un istituto su tre, ha assicurato, ha avuto almeno un intervento: «Sono state ricavate 5.177 aule in più e 4.812 sono state ampliate». Nel weekend saranno nominati 60 mila supplenti «che non andranno in ruolo» e altre 70 mila nomine saranno fatte dai presidi. Conte si sbilancia: «In ruolo ci saranno in tutto 160 mila nuovi insegnanti e 77 mila a tempo determinato tra docenti e amministrativi». Ma non indica date e non cita i fallimenti di graduatorie e call. Sostiene che sulla scuola si sono investiti 7 miliardi, ma senza i fondi europei sono 2,9: novecento milioni in più del 2019 (senza Covid). Per i genitori con figli in quarantena, possibile lo smart working. Le mascherine, ha assicurato il premier Conte, saranno date gratis a scuola: Io Stato ne consegnerà 11 milioni ogni giorno. Diversi presidi, segnala l’Associazione nazionale, assicurano che i quantitativi fin qui arrivati sono insufficienti.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lauria Emanuele 
Titolo: Referendum, ribelli del No a destra “Mandiamo a casa il governo Conte”
Tema: Referendum

«Io voto No. A titolo personale e per un motivo squisitamente politico: voglio mandare questo governo a casa e non attendere fino al 2022 per ridare la parola agli elettori». Nel cortile della Camera, nell’ora più calda, mostra il suo volto l’ultimo “ribelle” del centrodestra: è Paolo Grimoldi, il segretario della Lega in Lombardia, non esattamente un comprimario del partito di Salvini. Uno dei dirigenti che, all’ombra del Carroccio, hanno interpretato in modo elastico il tiepido Si del segretario: «A chi si esprime in modo contrario mica cavo gli occhi», aveva detto il Capitano. E infatti. Da Nord a Sud ecco una serie di sbandate dalla linea che è ufficiale ma non rigida. «Sarebbe un delitto far passare un taglio dei parlamentari che allarga collegi e fa perdere ogni contatto fra eletti ed elettori», dice il deputato Alessandro Pagano, originario di Caltanissetta. In mezzo, ci stanno i toscanissimi No pronunciati da Alberto Bagnai e Claudio Borghi, consiglieri economici di Salvini. E ci sta la rivolta di una pletora di colonnelli di provincia, che non si limitano a esplicitare la propria preferenza ma fanno campagna elettorale. Un esempio? In Sicilia quasi tutta la classe dirigente scelta da Salvini e dal comnússario Candiani ha bardato con l’insegna “Io voto No” i profili social. Sono tutti segnali di una coalizione che, con l’avvicinarsi della data del referendum, si sta spostando decisamente sul No.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Bracalini Paolo 
Titolo: Se anche la figlia di Bersani vota No – La strana piazza del No E Bersani è «disperato»: mia figlia non voterà Sì
Tema: Referendum

Il no al referendum sul taglio dei parlamentari è in crescita ma si tratta di un fronte tutt’altro che omogeneo politicamente. Al contrario, si è creata un’area trasversale al punto che va dalla sinistra estrema alla destra estrema, dai cattolici ai radicali mangiapreti, dall’Anpi a Casa Pound, dalla Cgil a Formigoni, dagli ex Dc alle Sardine, dagli europeisti della Bonino ai sovranisti No euro come il leghista Borghi, vede insieme partiti e personaggi da sempre su posizioni diametralmente opposte su tutto. La lacerazione è particolarmente acuta a sinistra, con la scelta dei vertici Pd di accordarsi sul Sì per assecondare gli alleati grillini malgrado la pancia del partito dica No. Il dissidio è entrato persino nelle case di alcuni esponenti storici della sinistra italiana, mettendo contro padri e figli. Se ne duole Pierluigi Bersani, favorevole al Sì, diversamente da sua figlia, decisa per il No. «Non solo nella mia famiglia politica molta gente vota No, ma anche nella mia famiglia propriamente detta. Io sono di diversa opinione mi spiace. Lo dico alle sardine e lo dico anche a mia figlia, lo dico a tutti: quando c’è un cambiamento ragionevole non si può lasciare in mano alla demagogia. E’ il riformismo che deve riuscire a cambiare le cose» ha detto l’ex segretario del Pd.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Schianchi Francesca 
Titolo: Saviano accusa “Zingaretti nullo Di Maio despota” – “Il Pd ormai è solo vapore acqueo Voterò convinto no al referendum”
Tema: 
Intervista a Roberto Saviano
«Non se ne può più di chi non ha una posizione su nulla e giustifica la propria esistenza da 25 anni prima in opposizione a Berlusconi e poi a Salvini. Indignandosi quando sono all’opposizione e lasciando tutto immutato (per meglio gestire il potere) quando sono al governo. È politica questa? A me pare arte della sopravvivenza». Ha parlato di «bugie» del Pd: a quali si riferisce? «La prima e più grande è l’inversione di rotta sulle politiche migratorie. Il dramma libico è talmente enorme che solo la storia potrà rendere giustizia all’immane sofferenza di esseri umani che preferiamo “gestire” pagando direttamente i loro carnefici». Per questo nel suo tweet mette in relazione il referendum agli accordi con la Libia? «È offensivo parlare del nulla mentre sull’altra sponda del Mediterraneo la gente soffre le pene dell’inferno. Questo è il problema principale di Zingaretti: mostra grande determinazione sulle cazzate e si defila sulle questioni fondamentali».
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Economia e finanza

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Scaglioni Alice 
Titolo: Borsa Italiana, il Tesoro pronto a usare il «golden power»
Tema: Piazza Affari 

Nella partita di Borsa Italiana il Tesoro non rimarrà a guardare. Le offerte per l’acquisto di Piazza Affari saranno vagliate dal governo e dalle autorità di vigilanza sulla base della normativa sul golden power. A dirlo è lo stesso ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che è intervenuto ieri sulla questione con una nota. L’obiettivo del Tesoro, come si legge nel comunicato, è «assicurare la sana e prudente gestione, la competitività, e la tutela degli interessi pubblici sottesi a tali asset strategici». Borsa Italiana, continua Gualtieri, può dare un contributo fondamentale nella ripartenza del Paese, soprattutto «se coglierà l’opportunità di svolgere un ruolo propulsivo nella realizzazione del progetto europeo di integrazione dei mercati dei capitali».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mo.D. 
Titolo: Governo allo scoperto: per Borsa un partner Ue
Tema: Piazza Affari
Alla vigilia delle offerte vincolanti per Borsa Italiana, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha deciso di chiarire la posizione del Mef riguardo ad alcuni punti cruciali delle trattative. Innanzitutto, con il comunicato diffuso ieri, chiarisce come l’auspicio del governo italiano è che Borsa Italiana torni nell’ambito dell’Eurozona, ora che viene ceduta dalla britannica Lse: «L’operazione di mercato in corso evidenzierà il valore e le prospettive di sviluppo del gruppo italiano. Le istituzioni italiane – afferma in una nota – sono coinvolte, e valuteranno, secondo le proprie competenze, i progetti di investimento che saranno configurati. Il mio auspicio è che il gruppo Borsa Italiana trovi la sua collocazione strategica all’interno del Mercato Unico e dell’Eurozona, con partner industriali e finanziari che possano sostenere e rinforzare al meglio il progetto di un mercato dei capitali unico a livello europeo, aperto, spesso e liquido, che connetta tutti i mercati e gli ecosistemi locali. Solo così saremo in grado di sbloccare il reale potenziale, per imprese e investitori, di un mercato dei capitali pienamente integrato ed efficiente, rafforzando anche la competitività a livello mondiale del sistema finanziario europeo». Una seconda indicazione viene data sulla natura degli acquirenti: industriali e finanziari. Un identikit che sembra calzare con la cordata Euronext-Cdp, che potrebbe in un secondo tempo aggregare altri soggetti finanziari e investitori istituzionali italiani
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ducci Andrea 
Titolo: Recovery fund, ok alle linee guida «Ma i tempi li decide l’Europa»
Tema:  Recovery fund

A riassumere le sei aree di intervento del Recovery fund, destinate al Parlamento, è il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Nell’elenco figurano, come ribadisce il titolare di Via XX Settembre, una lista di priorità: «innovazione, digitalizzazione, sostenibilità ambientale, infrastrutture, coesione sociale e territoriale, sanità». Sono queste le linee guida del piano condiviso durante la riunione di ieri a Palazzo Chigi del Comitato interministeriale per gli affari europei (Ciae), coordinato dal ministro degli Affari Ue, Enzo Amendola. Al premier Giuseppe Conte e ai ministri sono bastate tre ore per dare il via libera alle fondamenta del piano per utilizzare il Recovery fund, i 209 miliardi di euro messi a disposizione dalla Ue. Uno dei principi rimarcati da Conte poggia sulla necessità di utilizzare tutte le risorse, «scongiurando che non vada sprecato un euro. Non possiamo permettercelo». Al tavolo del Ciae la discussione si è tenuta alla larga dal tema Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, che potrebbe assicurare all’Italia ulteriori 36 miliardi. All’interno della maggioranza il M5S resta contrario, sebbene sia un’eventualità che lo stesso Conte ha smesso di escludere. A tornarci sopra è, intanto Gualtieri, per ripetere che i fondi del Mes, destinati alla sanità, andrebbero utilizzati. «Sapete la mia posizione, noi consideriamo il Mes un importante strumento nel quadro degli strumenti che abbiamo contribuito a mettere sul campo, vogliamo massimizzare l’utilizzo delle risorse europee, per sostenere e rilanciare l’innovazione anche sulla sanità», ha spiegato il ministro dell’Economia.
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Testata:  Foglio 
Autore:  Cerasa Claudio 
Titolo: “Sì: abbassare le tasse grazie all’Europa si può”. Recovery e futuro. Parla Gualtieri – Crescita, ottimismo, Recovery e Salvini. Parla R. Gualtieri
Tema: Intervista a Roberto Gualtieri

I piani da finanziare con i fondi europei. L’ottimismo sulla crescita. La rivoluzione della pa. E un invito all’opposizione: basta propaganda, collaboriamo. Intervista con il ministro dell’Economia che dichiara:”Vedrete, saremo veloci come la Francia” […] “Vogliamo focalizzarci su tre punti in particolare: l’innovazione, la sostenibilità ambientale e la coesione sociale e territoriale. Intorno a questo non faremo una somma di singoli microprogetti, che disperdano queste risorse in mille rivoli, ma cercheremo di concentrarli in alcuni grandi progetti, che abbiano la capacità di generare maggiore pil e di creare maggiore occupazione. E se si faranno gli investimenti giusti, quelli che vanno a toccare alcuni dei problemi strutturali che questo paese ha accumulato da troppo tempo, l’impatto economico soprattutto di medio periodo può essere straordinario”.
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Testata:  Mf 
Autore:  Fregonara Gaudenzio 
Titolo: Gualtieri (Mef): per Mps cerchiamo partner strategici
Tema: Mps
«Abbiamo salvato Mps con la grande operazione di de-risking che stiamo realizzando e che abbiamo negoziato con l’Europa, abbiamo posto le condizioni per un rilancio di questa importante banca e adesso siamo in una fase anche di ricerca di partner strategici». Lo ha dichiarato ieri il ministro dell’ Economia Roberto Gualtieri rispondendo a una domanda sul futuro di Mps. «La prospettiva», ha aggiunto il responsabile del Tesoro, «è quella di un rilancio di una banca fondamentale per l’Italia e per la Toscana». Con queste parole, e in particolare con il riferimento alla ricerca di partner strategici, Gualtieri sembra aver risposto indirettamente a quei settori dei 5 Stelle che spingono per il mantenimento della quota di controllo del Monte dei Paschi (68% circa delle quote) in capo al ministero dell’Economia e delle Finanze, specie in una fase difficile come quella attuale sul fronte dell’economia, che presumibilmente si tradurrà in un aumento dei crediti difficili per tutto il sistema bancario italiano.
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Testata:  Mf 
Autore:  Ninfole Francesco 
Titolo: Nagel: una bomba le norme npl
Tema: Sistema bancario

Le norme europee sulle coperture obbligatorie dei nuovi crediti deteriorati, note come calendar provisioning, potranno essere «una bomba atomica» per le banche nel post-Covid. Il monito è arrivato ieri dall’ad di Mediobanca Alberto Nagel in audizione alla commissione d’inchiesta sulle banche. Per Nagel le regole sono «sbagliate» perché «è stata fatta di tutta l’erba un fascio. Sarà un disastro per i bilanci delle banche, non solo italiane». […] Il calendar provisioning è stato varato a fine 2018 dopo lunghe negoziazioni tra Stati: i Paesi nordici spingevano per norme ancora più severe, che però sono state ammorbidite anche grazie all’attuale ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (ai tempi presidente della commissione economica del Parlamento Ue). Oggi gli accantonamenti obbligatori possono evidenziare un difetto ricorrente delle regole bancarie: la prociclicità, particolarmente pericolosa con il Covid. Tornando all’audizione, Nagel ha comunque evidenziato che «i provvedimenti su liquidità e moratorie sono stati molto utili, perché hanno rappresentato una rete di salvataggio» e «un piano di allentamento della pressione» per famiglie e imprese nella pandemia.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Festa Carlo 
Titolo: «L’ingresso dello Stato nelle infrastrutture motore per ripartire»
Tema: 
Intervista a Enrico Chiapparoli
«In questa fase sono due le priorità per far ripartire l’Italia – spiega Enrico Chiapparoli, country manager di Barclays in Italia, una delle banche estere con la maggiore tradizione tra i confini tricolori – Da una parte è essenziale mantenere sotto controllo il virus, in quanto un secondo lockdown sarebbe un disastro per l’economia. È necessario mantenere aperto il Paese. La seconda priorità è investire: ad esempio, diventa rilevante investire in salute. Quando a marzo siamo stati colpiti da questo virus, i nostri numeri di posti letto in terapia intensiva erano inferiori a quelli di molti Paesi europei, in primo luogo della Germania. Poi c’è da colmare un gap infrastrutturale e tecnologico del Paese: sarà quindi necessario investire su infrastrutture, fisiche e digitali». Il tema delle infrastrutture resta dunque una priorità, anche per il mondo finanziario.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Giambertone Francesco 
Titolo: Italia stabile, tanti picchi in Europa A Londra vietato riunirsi in più di 6
Tema: Dati Covid

La curva dei contagi in Italia continua la sua salita, anche se relativamente contenuta e con numeri simili a quelli delle ultime tre settimane. Ieri i nuovi positivi erano 1.434, pochi più del giorno prima (1.370), rintracciati su 95.990 tamponi, in aumento di quasi 4 mila rispetto a martedì. La regione con più casi è la Lombardia (218), seguono Campania (203) e Lazio (175). II tasso di positivi rispetto ai test giornalieri è stabile intorno all’1,5%, come già dall’ultima settimana di agosto, mentre continuano a salire più velocemente (ma per ora senza provocare grandi allarmi) i ricoverati con sintomi negli ospedali: ieri sono arrivati a 1.778, cioè 18 più del giorno precedente, e ora sono 150 in terapia intensiva (+7 su martedì, quando erano aumentati solo di 1). Numeri che non preoccupano nell’immediato sulla tenuta degli ospedali, anche se le persone in condizioni più gravi nei reparti di rianimazione in Italia sono triplicate da metà agosto. Anche i decessi sono lievemente saliti da ieri: 141 le vittime, di cui 3 in Lombardia e altrettante in Veneto. Nel Paese ci sono quasi 35 mila persone attualmente positive, mentre 211.272 sono quelle considerate guarite (o dimesse).
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Serafini Marta 
Titolo: Brucia il campo di Lesbo: in 13 mila profughi restano senza un tetto
Tema: Grecia

«È una bomba atomica». Non trova pace Lesbo, l’isola greca che ospita il famigerato hotspot di Moria, al centro delle polemiche da anni per la sua inefficienza e per il sovraffollamento. La nuova emergenza è scoppiata dopo che un incendio ha devastato sia il campo ufficiale che quello informale ribattezzato Olive Grove. «Le persone si sono dirette verso le montagne, sono sparse ovunque», ha dichiarato sconsolato Michalis Frantzeskos, vice sindaco della piccola isola greca. Nella notte tra martedì e mercoledì l’incendio ha divorato effetti personali, medicinali, documenti, delle quasi 13mila persone che vivono da anni, private dei servizi essenziali, in una struttura costruita per dare ospitalità a poco più di 2.750 rifugiati. Secondo un primo bilancio, non si è registrato nessun ferito. Ma tra i 4 mila e i 6 mila rifugiati sono rimasti senza un riparo mentre risulta chiaro come l’intera struttura non sia più in grado di ospitare nessuno. L’Ue si è detta pronta a sostenere la Grecia e a finanziare il trasferimento immediato di 400 minori non accompagnati. Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha invitato gli Stati membri a essere solidali, mentre Heiko Maas, il ministro degli Esteri della Germania, che presiede il semestre europeo, ha esortato ad accogliere i migranti.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Argenio Alberto 
Titolo: L’Europa: ora migranti da redistribuire Ma la politica di Atene finisce sotto accusa
Tema: Ue a sostegno di Lesbo

«Siamo pronti a dare sostegno». A caldo, appena appresa la notizia dell’incendio al campo profughi di Moria, Ursula von der Leyen mette a disposizione la Commissione europea per aiutare il governo di Atene. Come primo aiuto Bruxelles ha finanziato lo spostamento dei bambini, quindi ha affittato un traghetto per ospitare almeno 600 persone tra le più vulnerabili che hanno dovuto lasciare Moria, prevalentemente donne incinta e famiglie. Il tutto coordinandosi costantemente con il premier Mitsotakis e con i ministri competenti. Contatti utili anche per capire le reali necessità a Lesbo, con Bruxelles che nella notte aspettava l’attivazione da parte di Atene del meccanismo d’emergenza della Protezione civile Ue per poi smistare le richieste alle altre capitali, pronte a inviare equipaggiamenti, tende, prefabbricati, dottori e medicinali.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gaggi Massimo 
Titolo: E Trump disse a Woodward «Sapevo già da gennaio che il virus era mortale»
Tema: USA

Donald Trump, che per mesi ha minimizzato la gravità dell’epidemia di coronavirus e che, quando la situazione gli è sfuggita di mano, ha accusato la Cina di aver nascosto la pericolosità del Covid-19, sapeva già tutto a fine gennaio. E all’inizio di febbraio aveva discusso della gravità della crisi sanitaria col presidente cinese Xi Jinping. Ma in pubblico continuava a dire che la situazione era sotto controllo, che i pochissimi casi di contagio in America presto si sarebbero azzerati: «Ad aprile, col caldo, il virus svanirà miracolosamente». Non è la prima volta che il presidente viene accusato di aver sottovalutato una crisi della quale conosceva la gravità. Ma «Rage», il nuovo libro di Bob Woodward anticipato ieri alla stampa non contiene solo rilievi ben argomentati e supportati da testimonianze più o meno credibili. Nel saggio c’è anche uno straordinario autogol del presidente che, conversando con lo stesso Woodward che lo stava intervistando, il 7 febbraio gli aveva raccontato del suo colloquio con Xi, aggiungendo che «questo virus e roba grave, mortale: si trasmette nell’aria, respirando ed è molto più pericoloso degli altri virus influenzali» che, pure, uccidono 25-30 mila americani l’anno, anche se la gente non se ne rende conto.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: “Trump negò la verità sul Covid”. Lui confessa: non volevo il panico – “Ho voluto minimizzare il virus” La confessione che inguaia Trump
Tema: USA

“Ho sempre voluto minimizzarlo. E continuo a farlo, perché non voglio creare panico”. Le due citazioni del presidente fanno parte del nuovo libro-bomba di Bob Woodward, il giornalista del Washington Post reso celebre dallo scandalo del Watergate quasi mezzo secolo fa, e che da allora non ha mai smesso di sfornare scoop. Trump ha un debole per le celebrity e quindi è caduto ancora una volta nella trappola, parlando con Woodward ha ammesso di aver ingannato deliberatamente il popolo americano. Negazionista, dunque, lo era sapendo di mentire.
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