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SINTESI IN PRIMO PIANO – 8 giugno 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Salvini chiede di andare al voto in autunno.
– Caso maxi-commessa a moglie e cognato, Fontana sotto accusa.
– Stati Generali sull’economia, il Pd spige per l’ok al Mes.
– Migranti: lettera dell’Italia all’Ue chiede “quote obbligatorie per gli Stati membri”.
– USA: altro weekend di proteste mentre i repubblicani voltano le spalle a Trump.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cavalli Giovanna 
Titolo: Mattarella: «No ai conflitti fra istituzioni»
Tema: Scenario politico

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio con cui ha celebrato il cinquantenario delle Regioni a statuto ordinario, ha fatto appello al “principio di autonomia, delle Regioni e degli enti locali” che è “alle fondamenta della costruzione democratica, perché appartiene al campo indivisibile delle libertà e costituisce un regolatore dell’equilibrio costituzionale”. Autonomi ma comunque uniti, questo il monito del capo dello Stato, che invita alla concordia, dopo i recenti, spesso aspri contrasti tra Stato e Regioni. “La libertà dei territori e l’autonomia delle comunità sono un contributo all’unità nazionale, nel quadro di leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali. Le intese tra Stato, Regioni, Comuni, Province sono parte qualificante dell’azione di governo”.  Tanto più oggi che c’è da affrontare un nemico comune chiamato coronavirus. “Siamo chiamati a una prova impegnativa: l’Italia ha le carte in regola per superare la sfida”, sottolinea Mattarella. Ma “non vincerà da solo un territorio contro un altro, non prevarrà un’istituzione a scapito di un’altra, ma solo la Repubblica, nella sua unità”. Apprezza il discorso presidenziale Francesco Boccia, ministro delle Autonomie: “Mattarella ci esorta a proseguire sulla strada dell’attuazione rigorosa della Costituzione nel rispetto, dei principi di sussidiarietà e autonomia dei territori”. Ringraziamenti dal governatore del Veneto, Luca Zaia: “Autonomia non è sottrazione di potere, ma un’opportunità, come afferma il Capo dello Stato. Qualcuno metta sul comodino le sue parole”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Lamattina Amedeo 
Titolo: Intervista a Matteo Salvini – La spallata di Salvini “Conte vada a casa alle urne a ottobre” – “Niente esecutivi camuffati e sostegni esterni Conte è finito, andiamo a votare in autunno”
Tema: Opposizioni

Le parole del leader leghista ed ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, che invoca un election day in autunno che rinnovi il Parlamento: “Noi abbiamo tentato di collaborare con il governo. Lo abbiamo inondato di proposte. Ascolto da parte del governo: zero. Mi sembra chiaro che ignorino le stesse richieste del Presidente Mattarella. Continueremo a fare proposte, consapevoli che Conte, Pd e 5 stelle se ne fregano delle preoccupazioni di imprenditori, professionisti e artigiani. I prestiti da restituire in 6 anni sono inutili e dei 400 miliardi ipotizzati solo 25 sono stati richiesti”. Salvini ribadisce le priorità della Lega: “Due: taglio della burocrazia sul modello Genova: significa sospensione del codice degli appalti per 5 anni. Scommetto che non lo faranno per due motivi. I 5 Stelle sono pregiudizialmente ostili all’impresa: arresterebbero qualunque imprenditore che respiri. Già abbiamo faticato a convincerli a procedere con il commissario Bucci. Secondo: il Pd è ostaggio della Cgil. Altra priorità: taglio delle tasse, flat tax modulata al15 o 20% in base al reddito. Costo: 13 miliardi, e si aiutano 10 milioni di famiglie”. E ancora: “Gli italiani verranno chiamati a votare per le regionali, comunali e per il referendum sul taglio dei parlamentari. Speriamo che per quella data in autunno la situazione sia tranquilla, visto che i dati sui contagi migliorano di giorno in giorno. E allora si chieda agli elettori di esprimere un governo che duri 5 anni e abbia le idee chiare. Abbiamo i dossier pronti per governare. Via questo governo ideologico, contrario alla libertà di impresa e di culto, alle scuole e agli ospedali privati. Anche in Europa auspicano un governo stabile. Sarebbe un’operazione verità. Pd e 5S facciano un esame di coscienza come ho fatto io, che ho chiuso un’esperienza di governo quando ho capito che tutto era bloccato”.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Ajello Mario 
Titolo: Intervista a Silvio Berlusconi – Berlusconi: «Pronti a votare a favore del salva-Stati» – «Noi voteremo a favore del fondo salva-Stati»
Tema: Opposizioni

Intervista al presidente di Forza Italia ed ex premier, Silvio Berlusconi: “Sinceramente se io fossi al posto del Presidente Conte non mi preoccuperei di durare, mi preoccuperei di lavorare per far uscire il Paese dalla crisi drammatica in cui sta precipitando. Io credo che uno dei difetti peggiori nella politica italiana sia proprio il fatto di essere ripiegata su sé stessa. Crede che agii italiani interessi il futuro del governo delle quattro sinistre o piuttosto il futuro del lavoro che rischiano di perdere, delle aziende che potrebbero chiudere, dei ragazzi che vedono vanificato l’anno scolastico e forse anche il loro avvenire? Il governo potrebbe durare, nonostante le sue contraddizioni, perché i partiti che lo sostengono, soprattutto i Cinque Stelle, hanno il terrore del giudizio degli italiani. Li capisco, perché dopo essersi messi alla prova in due governi, gli elettori potranno giudicarli”. Aggiunge Berlusconi: “Occorre un supplemento di responsabilità, e noi abbiamo messo in campo le nostre competenze, la nostra esperienza, le nostre relazioni Internazionali per questo scopo e solo per questo. La tattica politica non e’entra nulla, il nostro ruolo è all’opposizione di questo governo e tale rimarrà. Ma questo per chi conosce la mia storia non dovrebbe neppure essere necessario precisarlo”. Poi sul Mes: “Voteremo come sempre nell’interesse dell’Italia. che è la nostra stella polare. In questo caso il nostro interesse, evidentissimo, addirittura ovvio, è quello di portare a casa 37 miliardi per costruire ospedali, rinnovare quelli esistenti, assumere nuovi medici e infermieri, pagare meglio quelli che ci sono, investire nella ricerca, ristrutturare case di riposo e carceri per adeguarle alle esigenze sanitarie, far lavorare per questo molte imprese”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Marco 
Titolo: Centrodestra, alta tensione sui candidati alle Regionali Un vertice per ricucire
Tema: Opposizioni

Il centrodestra non pare neppure vicino a trovare l’accordo sui candidati presidente delle sei regioni che andranno al voto (presumibilmente) in settembre. Il confronto in programma oggi è stato rinviato, con Salvini che tornerà a Roma soltanto in tarda serata, al termine di un tour in Marche e Abruzzo. La sfida si annuncia difficile, perchè sottointende un confronto tra le leadership di Meloni e dello stesso Salvini, con la prima determinata a capitalizzare il consenso accumulato negli ultimi mesi. La situazione è delicata al punto che in molti già danno per probabile la rottura della coalizione, con i partiti del centrodestra ad affrontare le elezioni in ordine sparso. Ipotesi al momento respinta da Salvini e da Tajani, che in Campania ha detto: “Se si rompe la coalizione di centrodestra, Matteo Salvini se ne assumerà tutta la responsabilità. Forza Italia non ha mai avuto tutta questa pazienza”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Pucciarelli Matteo 
Titolo: Fontana e la maxi commessa alla moglie e al cognato “Mezzo milione? Mai preso”
Tema: Caso Fontana

Il Fatto Quotidiano e la trasmissione RAI Report mettono in imbarazzo il governatore lombardo Attilio Fontana, portando alla luce la storia dell’ordine di camici per 513 mila euro effettuato dal Pirellone in piena emergenza coronavirus lo scorso 16 aprile, ad un’azienda della moglie del presidente Fontana e del cognato. Poco più di un mese dopo, il 22 maggio, la stessa azienda però stornò quella fattura, che – sostengono sia Fontana che il cognato – doveva essere una donazione e non una compravendita. L’emissione della fattura sarebbe stata quindi un errore dovuto ad automatismi burocratici da parte della macchina amministrativa regionale. “Quando io non ero in azienda durante il Covid, chi se ne è occupato ha male interpretato, ma poi me ne sono accorto e ho subito rettificato tutto, perché avevo detto ai miei che doveva essere una donazione”, si giustifica Dini. Una versione dei fatti che però non basta alle opposizioni, che chiedono a Fontana di intervenire in Consiglio regionale domani. Il sospetto che aleggia è che la variazione in corso d’opera da acquisto a donazione sia stato un modo per mettersi al riparo dalle polemiche. “Una “gara-non gara” a insaputa dei protagonisti, magie che solo i leghisti possono fare nonostante attorno a loro morissero migliaia di persone”, ci va giù duro il 5 Stelle Massimo De Rosa. “Nella migliore delle ipotesi è un altro pasticcio, uno dei molti”, sottolinea invece il pd Fabio Pizzul. La reazione di Fontana e della Lega è stata invece rabbiosa, con annessa richiesta alla Rai di bloccare la messa in onda del servizio.
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Testata:  Giornale 
Autore:  SteZu 
Titolo: Intervista ad Attilio Fontana – «Una donazione per i medici Stufo delle bugie di sinistra»
Tema: Caso Fontana

Il governatore lombardo Attilio Fontana replica alle accuse di Report sull’ordine di camici realizzato con la società del cognato e della moglie: “Sono stufo di dovermi difendere da accuse inconsistenti. Peggio, frutto di menzogne”. Spiega Fontana: ” Per quello che so, perché certo non ho seguito quella vicenda, quella era una donazione e mio cognato ci ha rimesso. Ma cercano sempre una sfumatura negativa, una zona d’ombra nella gestione della giunta Fontana, qualche colpa da scontare”. E ancora: “Veniamo dipinti come una congrega di affaristi senza scrupoli. Io non amo la pubblicità, ma mio cognato Andrea ha bonificato più di 60mila euro sul conto del Covid e ha donato a comuni e soggetti vari mascherine e dispositivi di protezione”. Aggiunge Fontana, sulla questione zone rosse e gestione delle Rsa: “Avremo fatto i nostri errori, ma non possono incolparmi di quel che non ho commesso. E invece la sinistra e i suoi alleati montano ad ogni occasione un processo sommario contro il sottoscritto”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele 
Titolo: M5S, da gennaio seimila attivisti in meno
Tema: M5S

Seimila attivisti persi in quattro mesi, due trattative delicate all’orizzonte e una sfida sempre più affollata di potenziali concorrenti per la leadership. Le prossime due settimane saranno decisive per il movimento. Da una parte c’è l’idea del comitato elettorale che dovrebbe traghettare il M5S per un anno, fino alle porte del semestre bianco, dall’altra la corrente che vorrebbe un voto subito sul capo politico. Le notizie di un «interim» di Beppe Grillo continuano a rimbalzare, nel frattempo però Vito Crimi prosegue la sua attività e i suoi incontri. E la corsa al ruolo di capo politico si infittisce di nomi, con Paola Taverna che ha dato la sua disponibilità per un periodo (e intanto prepara la sua campagna interna), Chiara Appendino che rimane sullo sfondo del progetto abbozzato sei mesi fa e Stefano Buffagni pronto a scendere in campo per far sentire la voce dei Cinque Stelle del Nord. Senza dimenticare il ruolo di Alessandro Di Battista, il cui seguito appare in crescita. Tutti i contendenti (o il comitato) dovranno anzitutto riannodare le fila dei rapporti con la base. Da fine gennaio ad oggi, in contemporanea con lo scoppio dell’epidemia da coronavirus, il Movimento ha subito una vera e propria emorragia: i meetup hanno perso seimila attivisti e sono stati chiusi 76 gruppi (il 13,9% del totale).
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Testata:  Stampa 
Autore:  Ghisleri Alessanda 
Titolo: La ripartenza aumenta il malumore Un italiano su due boccia il governo
Tema: Sondaggi

Come conferma l’ultimo sondaggio Euromedia Research, il governo rischia di essere sepolto da una valanga di richieste e istanze che spaziano nelle più varie materie ministeriali. Nonostante un indice di fiducia nel presidente del Consiglio Giuseppe Conte al 43,4% (-0,9% rispetto alla scorsa settimana) e quello del governo al 34,2% (-0,4% in una settimana), esiste la consapevolezza nell’elettorato italiano di una sottile linea di crisi: essere all’altezza della situazione odierna significa fare alcune cose in maniera rapida e tempestiva. Il significato dell’oggi sembra sfuggire di fronte alle grandi promesse nei confronti del futuro. Gli elettori hanno compreso che nell’ombra dell’emergenza Covid 19, è cresciuto un forte conflitto politico per accreditare o screditare il proprio nemico. Una marea di polemiche che hanno coinvolto tutti dalla gestione pubblica a livello nazionale fino a quella locale. Ora è chiaro che tutto questo mette in grave difficoltà il premier e la maggioranza perché non si può più sfuggire al tempo. Un importante quota di elettori per esempio fatica a intendere che le regole costituzionali impediscono al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di farsi personalmente carico di decisioni che spettano in prima battuta al governo e al parlamento.
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Economia e finanza

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: Stati generali, adesso la lite è sui tempi
Tema: Stati Generali sull’economia

Il margine di incertezza politica sulla proposta degli Stati Generali dell’economia voluti dal Capo del Governo ora si sposta sui tempi: per Palazzo Chigi basterebbero tre giorni, giovedì, venerdì e sabato prossimi, e poi un’ ultima tappa per tirare le fila, per il Pd invece ci vuole «una vera e propria fase di ascolto» che duri «almeno due o tre settimane», e che serva davvero per far arrivare al governo le migliori proposte delle imprese, delle categorie produttive, dei sindacati, delle forze di opposizione. Quel che finora è certo è che si svolgeranno a Roma, a Villa Doria Pamphili, e che Conte vi arriverà con un documento di sintesi delle varie proposte, a cominciare dal dossier del gruppo di Vittorio Colao. Gli Stati Generali incroceranno il piano nazionale delle riforme che Roma dovrà inviare entro giugno a Bruxelles e soprattutto sarà un lavoro che costituirà il primo embrione di quel piano che il nostro governo dovrà portare in autunno alla Commissione europea. “Arriveremo con le nostre proposte”, ha promesso Confindustria, dopo le incomprensioni e le frizioni dei giorni scorsi fra Conte e Bonomi. Di sicuro si tratterà di una grande assemblea che radunerà “tutte le forze produttive e le energie migliori” del Paese, spiega Conte.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lopapa Carmelo 
Titolo: Stati generali, il Pd a Conte “Idee chiare sui fondi Ue” Berlusconi: collaboriamo
Tema: Stati Generali sull’economia

Il premier Conte si è ritirato per due giorni per mettere a punto agenda e documento degli Stati generali sull’economia, che dovrebbe essere il punto di partenza per la Fase 3, quella del rilancio (ma anche del governo). Trapela che semplificazioni e sblocca-cantieri dovrebbero essere inseriti nel prossimo decreto, per diventare il primo atto del Piano della Rinascita. Ma la strada per Conte resta in salita. E con uno sbarramento di fuoco soprattutto dal fronte Pd. Questa mattina il segretario Zingaretti aprirà la direzione nazionale con una relazione in diretta streaming con cui porrà nuovi pesanti paletti. “La convegnistica si fa quando si è all’opposizione, al governo si governa. E per discutere c’è il Parlamento”, dice Matteo Orfini. Mentre il vicesegretario Andrea Orlando continua a sperare che gli Stati generali “siano un inizio e non una falsa partenza”. Perfino il deputato vicino al ministro dell’Economia Gualtieri, il romano Claudio Mancini, mette in guardia la Presidenza del Consiglio dal “chiudere per qualche giorno Villa Pamphili per un normale incontro con le parti sociali”. Alla fine, l’appuntamento viene sostenuto con convinzione solo dal M5S.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Conti Marco 
Titolo: Il retroscena – Sanità, il piano con i fondi Mes – Sanità, scuola e green pressing Pd su Conte: «Dire sì al Mes unica via»
Tema: Stati Generali sull’economia

La sorpresa del partito di Nicola Zingaretti per l’inattesa decisione di convocare le parti sociali a villa Pamphili, è ormai superata dalla voglia dei dem di stringere i tempi su alcuni punti che l’esecutivo si trascina da tempo, da Ilva ad Autostrade, fino alla delicata partita Mes. Al vertice di questa sera Conte si presenterà con i sette punti enunciati qualche giorno fa, attraverso i quali ritiene si possa recuperare il netto divario economico e produttivo che c’è al momento tra l’Italia e gli altri Paesi dell’Unione. Il Pd spinge molto sulla sburocratizzazione visto che il decreto semplificazione – tante volte annunciato – non è ancora uscito dal consiglio dei ministri. Digítalízzazione, banda larga e sblocco dei cantieri ancora fermi, e che potrebbero essere a breve oggetto di apposito provvedimento come chiesto anche da Matteo Renzi. E poi ancora la scuola e l’università, devastate dal virus, chiuse e mai riaperte. In ultimo, ma non per importanza, il sistema sanitario che va adeguato – dopo anni di tagli – al rischio di nuove pandemie e che avendo a disposizione quaranta miliardi del Mes, non rientra né nel Sure (che riguarda la cassa Integrazione), né nel Recovery Plan.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: Recessione, resistono le città del Sud Soffrono Torino, Venezia e Genova
Tema: Coronavirus, la crisi economica

Le ultime rilevazioni di Google sulla mobilità mostrano un’Italia che prova a rimettersi in cammino dopo il lockdown. Dieci giorni fa, la frequentazione di bar, ristoranti, centri commerciali o musei era del 35% sotto alla normalità pre-epidemica; ma a metà aprile era crollata di quasi il 90%. Ma le ferite della quarantena rimangono visibili. Secondo uno studio commissionato dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (And) a Cerved, la nuova geografia della recessione inverte alcuni dei riflessi tradizionali del Paese, con i territori urbani del Nord più colpiti rispetto alle aree del Sud. Anche nello scenario meno negativo, fra le 12 maggiori città italiane l’impatto economico più drammatico nel 2020 dovrebbe concentrarsi su Torino (caduta del reddito del 14,4%, a causa del settore auto), Venezia (meno 13,8% per il turismo) e Genova (meno 12,5% per il commercio internazionale). Gravissima ma meno pesante invece la contrazione a Catania (meno 9,49), Bari (meno 10,6%) o Reggio Calabria (meno 11%). Milano, in questo, è allineata al capoluogo calabrese. Cerved avverte però che questo è il meglio che possa accadere quest’anno: una caduta del prodotto lordo del 12,7% nel Paese è lo «scenario soft». Secondo invece la prospettiva più negativa, il calo dell’economia può arrivare anche al 18%. Cerved calcola che in Italia 3,5 milioni di persone a febbraio lavoravano in aree di specializzazione travolte dagli effetti del virus. Si tratta del 42% degli occupati di Venezia, del 41% di quelli di Messina, quasi il 37% di quelli di Torino e il 29% di quelli di Milano. La falcidie nell’occupazione potrebbe essere solo agli inizi.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Monticelli Luca 
Titolo: L’Abi alle banche: ecco le nuove norme sulla liquidità facile
Tema: Coronavirus, la crisi economica

Arrivano le istruzioni dell’Abi agli istituti di credito per aggiornare le misure del decreto Liquidità: con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge, avvenuta nella serata di sabato, ieri l’Associazione ha diramato una circolare per spiegare a tutte le filiali come cambiano le norme sui prestiti garantiti dallo Stato a favore delle imprese danneggiate dall’emergenza Covid. Il presidente Antonio Patuelli richiama le banche alla «massima attenzione e all’immediato impegno».  I finanziamenti fino a 25 mila euro, con garanzia statale al 100%, sono stati innalzati a 30 mila e potranno essere restituiti in dieci anni, rispetto ai sei stabiliti inizialmente. Per quelli superiori è stato introdotto un preammortamento, ossia il periodo in cui il finanziamento inizia a essere ripagato dopo l’erogazione, fino a 24 mesi. Di «particolare rilievo», sottolinea l’Abi, è il nuovo articolo 1-bis che prevede la presentazione della domanda tramite l’autocertificazione del titolare dell’impresa. Venerdì il contatore del Fondo di garanzia segnava 492 mila domande per gli aiuti da 25 mila euro, una mole di operazioni che supera i 10 miliardi. Ma secondo le verifiche della Task force liquidità – di cui fanno parte Mef, Mise e Bankitalia — al momento le aziende hanno ricevuto sui propri conti poco più della metà dei finanziamenti approvati: 5,4 miliardi di euro.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Tomasello Maria_Rosa 
Titolo: L’usura minaccia le aziende in crisi Il 10 per cento finisce nella rete
Tema: Coronavirus, la crisi economica

La pandemia è diventata un affare per le mafie. Nel terziario una impresa su dieci, denuncia Confcommercio, risulta esposta a usura o a tentativi di appropriazione «anomala», percentuale che cresce quasi fino al 20% per quegli imprenditori che si dicono molto preoccupati per il verificarsi di questo tipo di fenomeni nel proprio quartiere. L’indagine condotta da Confcommercio in collaborazione con Format research sul rischio di infiltrazioni criminali nel settore del commercio e della ristorazione conferma che durante l’emergenza sanitaria, carenza di liquidità e calo dei consumi hanno rappresentato il principale ostacolo all’attività del 60% delle imprese, il 15% è rimasto impigliato in difficoltà burocratiche, mentre il 13,3% segnala il peso grave delle spese necessarie per garantire la sanificazione dei locali. Il recente rapporto della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario conferma la fatica nell’ottenere risorse: i prestiti sopra i 25 mila euro erogati alle imprese più grandi sono un quarto (24,1%) rispetto alle domande: 11.663 su 48.252.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Bei Francesco 
Titolo: Intervista a Pasquale Tridico – Lavoro, subito i soldi a tutti – Tridico “Entro venerdì la cassa integrazione sarà liquidata a tutti”
Tema: Welfare

Intervento del presidente dell’INPS Pasquale Tridico, che annuncia come la cassa integrazione sarà liquidata a tutti entro venerdì: “Entro il 12 giugno pagheremo tutte le 419 mila domande di cassa integrazione giacenti”. Aggiunge Tridico: “Stiamo notando un fortissimo calo delle richieste di Cig, stimiamo un meno 50 per cento. Un dato che mi dice che il Paese è ripartito. Finalmente”. Il presidente INPS prosegue: “All’Inps ci sono lavoratori straordinari che si stanno facendo in quattro per dare una risposta a tutti: Come quelli della Sanità hanno garantito la protezione dal virus, noi abbiamo garantito la protezione sociale. I nostri hanno lavorato a Pasqua, il 25 aprile, il primo maggio, hanno subito minacce, insulti. Non è giusto, l’Italia deve essere orgogliosa di loro. Anche perché la Cig, al 90 per cento, è stata pagata”. E ancora: “Certo, ci sono stati ritardi, il modello della Cig è molto complicato. Ma è uno strumento pensato per tempi normali, qua ci siamo trovati di fronte a un’Apocalisse. Pensi che in tutto il 2009 (l’anno della crisi) abbiamo pagato 1,2 miliardi di ore, mentre nel solo mese di aprile 2020 ne abbiamo fatte un miliardo e quattrocento milioni.” Conclude Tridico: “L’estensione della Cig e lo sblocco dei licenziamenti vanno allineati. Se intervengono i fondi Sure dell’Ue sarà un passo avanti enorme che consentirà al governo di aumentare la copertura degli ammortizzatori fino alla fine dell’anno. Se possibile inserendo qualche condizionalità e soprattutto un grande piano di formazione per la riqualificazione dei lavoratori in cassa integrazione”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Conte Valentina 
Titolo: Ma per le imprese le richieste in attesa sono più di un milione – E i lavoratori ancora in attesa superano il milione
Tema: Welfare
I lavoratori ancora senza cassa integrazione di marzo e aprile sono quasi un milione e mezzo, ma i numeri possono ancora lievitare. La chiave per interpretare i numeri è l’SR41, il documento che contiene i dati dei lavoratori effettivamente messi in cassa dalle imprese corredati dalle coordinate bancarie di ciascuno per l’accredito delle somme sul conto corrente. Secondo l’INPS, solo di 420 mila lavoratori conosciamo l’SR41, le altre imprese non ce l’hanno mandato. Se ci concentriamo solo sugli SR41, si scopre che Inps — sul suo sito aggiornato al 4 giugno — non ha indicato un numero essenziale per capire come stanno le cose. Sappiamo cioè quanti lavoratori con SR41 sono stati già pagati dall’Istituto: 3.249.249. Ma non sappiamo a quanto ammontano i lavoratori da pagare in totale. Come si fa a capire quanti stanno ancora aspettando i soldi senza sapere qual è la platea totale a cui devono arrivare le risorse? Inps non lo mette sul sito. Ma un documento interno, datato sempre 4 giugno, lo rivela: sono 4.798.609. Sottraendo i due dati (arrotondando: 4,8 milioni meno 3,3 milioni già pagati) si ottiene quanti sarebbero davvero i lavoratori dipendenti che — come dimostrano le storie che pubblichiamo in queste pagine — aspettano le risorse da settimane o mesi: 1.439.520. Quasi un milione e mezzo di famiglie: ben più delle 420 mila indicate da Inps.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Dell’Oste Cristiano – Parente Giovanni 
Titolo: Obiettivo rimborsi: la crisi accelera i 730 – La crisi di liquidità accelera i tempi di invio del 730 per rimborsi immediati
Tema: Fisco

L’obiettivo del rimborso nella busta paga di luglio – vero punto di forza del modello 730 – quest’anno sottoporrà a uno “stress test” le strutture di Caf e professionisti. L’anno scorso sono stati 3,3 milioni (+21% rispetto al 2018), contro i 17,9 milioni che si sono rivolti a un intermediario abilitato. L’emergenza coronavirus ha imposto un allungamento del termine per la trasmissione del modello 730 (dal 23 luglio al 30 settembre). Ma ha anche aumentato le esigenze di liquidità di tante famiglie. Il primo termine “interno”, per gli intermediari abilitati, è lunedì prossimo,15 giugno: data entro la quale vanno trasmesse al Fisco le dichiarazioni presentate dal contribuente entro la fine di maggio. È chiaro che la campagna dichiarativa è più indietro rispetto allo scorso anno. Anche perché le Entrate – sempre a causa del coronavirus – hanno reso disponibile la precompilata 115 maggio anziché il 15 aprile. Per molti contribuenti, perciò, il rimborso fiscale non arriverà nella busta paga di luglio. Venerdì scorso è uscito il provvedimento delle Entrate che conferma i criteri per il blocco dei rimborsi in caso di anomalie. Manca ancora, invece, la circolare “manuale” sul visto di conformità (l’anno scorso la 13/E arrivò il 31 maggio).
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarzanini Fiorenza 
Titolo: «Migranti, ora quote europee» – La lettera dell’Italia alla Ue (con altri quattro Stati) «Ora le quote obbligatorie»
Tema: Migranti

L’Italia, insieme a Spagna, Grecia, Malta e Cipro, ha inviato una lettera all’Ue chiedendo “quote obbligatorie” nella distribuzione dei migranti tra i paesi membri. E’ il Viminale con la ministra Luciana Lamorgese a guidare le mosse di questa alleanza in vista di un’estate che potrebbe rivelarsi complicata sulla gestione degli sbarchi e che potrebbe presentare per il Paese una nuova emergenza, dopo quella sanitaria. La strategia italiana si concentrerà su due fronti: quello europeo e quello della trattativa con Libia e Tunisia per controllare le partenze: nei prossimi giorni infatti la ministra Lamorgese incontrerà le autorità tunisine per riallacciare i rapporti di collaborazione. Sul tavolo del negoziato si metterà un’offerta di collaborazione in termini di mezzi e assistenza, ma anche una richiesta di pattugliamento e di riammissione di chi è arrivato in Italia senza avere i requisiti. Ma il tutto non può prescindere da una discussione sui trattati di Dublino e da qui la missiva inviata all’Europa: l’obiettivo è dichiarato: “Prevedere una specificità della gestione delle frontiere marittime”. A tal fine, si ripropone dunque un”istanza fin qui ignorata: “Introdurre un meccanismo di ricollocazione a carattere obbligatorio e automatico che comporti la distribuzione fra tutti gli Stati membri di coloro che fanno ingresso nel territorio di uno Stato membro”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  F.Sar. 
Titolo: Immigrazione, l’allarme dei Servizi: pronti a partire in 20 mila
Tema: Migranti

Il Viminale è consapevole in questa fase che ritorno in mare delle navi delle Ong potrebbe far ricominciare gli sbarchi sulle nostre coste, anche se i porti continuano ad essere chiusi per l’emergenza Covid. Secondo gli ultimi report ci sarebbero almeno 20 mila stranieri pronti a salpare. Persone che in questi mesi di lockdown mondiale si sono affidati alle milizie e ai trafficanti in attesa di trovare un mezzo su cui imbarcarsi. La convinzione degli esperti è che i viaggi, adesso che è stata superata la fase peggiore della pandemia, potrebbero riprendere a ritmo elevato.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Mangani Cristiana 
Titolo: Migranti, il ritorno: in ventimila pronti a partire dalla Libia – Migranti, l’Italia pressa la Ue «Ventimila pronti a partire»
Tema: Migranti

La fine del lockdown e l’arrivo della bella stagione fanno immediatamente aumentare i numeri degli sbarchi. E così le navi delle Ong riprendono il mare: Sos Mediterranée si prepara a salpare con la Ocean Viking 3, mentre la Sea Watch 3 ha già mollato gli ormeggi sabato scorso da Messina, direzione costa libica. Anche in conseguenza dell’epidemia di coronavirus, si prevede un aumento del numero di migranti, rimasti senza lavoro per lo stop all’economia turistica. Sono già più di 800 quelli arrivati sulle nostre coste e 1044 sono provenienti dal Bangladesh. Ieri, poi, si è sbloccata la questioncdci 425 migranti che erano in mare da 40 giorni davanti a Malta, a bordo di quattro barconi turistici affittati dal governo maltese per tenerli al largo dell’isola.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  … 
Titolo: Serraj: ora niente tregua E punta a prendere Sirte
Tema: Libia

Il cessate il fuoco in Libia, almeno per il momento, non ci sarà. ll governo di Tripoli ha respinto la tregua proposta dall’Egitto, sponsor del generale della Cirenaica. Ed ora punta a chiudere i conti con il suo nemico riprendendosi Sirte, e quindi i pozzi petroliferi ad est. L’Italia “accoglie l’iniziativa con attenzione”, ha sottolineato la Farnesina, ponendo l’accento sul principio della “condivisione”. Il premier Giuseppe Conte e il leader egiziano ne hanno discusso al telefono sottolineando – ha fatto sapere Palazzo Chigi – «la necessità di un rapido cessate il fuoco e il ritorno al tavolo negoziale». Mentre, ieri, il Noc, l’Ente nazionale per gli impianti petroliferi, ha annunciato la ripresa della produzione nel giacimento di Sharara, nel Fezzan. Decisione presa dopo una «lunga trattativa» con una milizia armata che aveva chiuso i pozzi a gennaio: forse, un ulteriore segnale che Haftar non è mai stato così lontano dall’obiettivo di unificare la Libia sotto il suo comando.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Rivolte Usa, la polizia sotto accusa
Tema: Rivolte negli USA

In due settimane la protesta contro gli agenti di Minneapolis, responsabili secondo la Procura della morte di George Floyd, si è trasformata in un atto di accusa nei confronti della polizia in generale: secondo un sondaggio del Wall Street Journal, due terzi degli americani sono preoccupati più per gli atteggiamenti violenti delle forze dell’ordine che per le distruzioni notturne di vandali e saccheggiatori. La diffidenza verso i tutori della legge è soverchiante tra gli elettori democratici (81%) ed è solo leggermente minoritaria tra i repubblicani (48%). Inoltre addirittura l’80% degli interpellati ritiene che il Paese stia finendo «fuori controllo». Ieri Trump ha annunciato che i circa quattromila militari della Guardia Nazionale mobilitati per vigilare sulle manifestazioni del fine settimana, possono tornare a casa. Il Presidente ha poi attaccato Joe Biden, suo rivale per la corsa alla Casa Bianca del prossimo novembre, ritwittando una foto del suo avversario mentre si inginocchia per rendere omaggio alla memoria di Floyd: “I leader guidano, i codardi si inginocchiano», ha scritto.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Usa, la protesta pacifica piega Trump che ritira la Guardia nazionale
Tema: Rivolte negli USA

Dopo un sabato segnato da grandi manifestazioni pacifiche nelle grandi città USA, il Presidente Donald Trump ha deciso di ritirare la Guardia Nazionale dalle vie di Washington; intanto a New York, il sindaco Bill de Blasio sospende il coprifuoco e promette tagli al bilancio della polizia. Sono le prime vittorie ottenute dal movimento nato a seguito dell’uccisione di George Floyd, dopo che le proteste – devastanti nei primi giorni – sono diventate sempre più numerose e sempre meno violente. Il sabato di Washington e New York, Los Angeles e San Francisco, ha visto pochi scontri, rare tensioni con le forze dell’ordine, mentre prevaleva un clima di impegno civile e perfino di festa. Le razzie violente, gli assalti alle vetrine, i saccheggi di negozi di marca non si sono ripetuti. Chi puntava sullo scontro – compreso il Presidente “Law and Order” – è stato neutralizzato da una cooperazione convergente: nel movimento è salita la vigilanza contro estremisti, professionisti dello scontro e predatori; nelle autorità ha prevalso quasi ovunque un dispiegamento di polizia più composto e calmo che nei primi giorni.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Guaita Anna 
Titolo: Usa, Trump voleva l’esercito ma i generali hanno detto no
Tema: Rivolte negli USA

Le dimostrazioni del l’ultimo fine settimana non hanno precedenti nella storia USA per vastità e varietà. Si sono estese a 650 città in tutti e cinquanta gli Stati, e vi hanno preso parte afro-americani, bianchi, latino-americani, asiatici, giovani e anziani. Qualche scontro non è mancato, anche se in misura decisamente minore rispetto alla scorsa settimana. Il Presidente Trump ha reagito con il consueto appello via social alla “Legge e Ordine”. Per il Presidente rimane di primaria importanza svuotare le strade, «dominarle» come ama dire. Ma su questo punto non ha ottenuto sempre quel che voleva. Secondo quanto ricostruito dal New York Times infatti, Trump avrebbe voluto un intervento ancor più duro dell’esercito a sedare le rivolte di piazza, pretendendo dal capo del Pentagono Mark Esper e dal capo degli Stati Maggiori Mark Milley, che schierassero i soldati federali nelle strade della capitale. I due invece hanno solo convocato 1600 membri della polizia militare, dislocandoli fuori città, e hanno piuttosto fatto ricorso alla Guardia Nazionale. Rifiutandosi di contrapporre i soldati federali ai cittadini sulle strade della capitale, Esper e Milley hanno evitato un precedente costituzionale pericoloso.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: La rivolta dei repubblicani Ora anche Powell molla Trump – Powell, Bush e gli ex militari Le star dei repubblicani voltano le spalle a Trump “Calpesta la Costituzione”
Tema: USA

Il partito repubblicano USA volta le spalle a Donald Trump. Tra i leader più influenti, non ne è rimasto nemmeno uno a fianco del Presidente in carica. Tra gli ultimi, l’ex inquilino della Casa Bianca George W. Bush, che starebbe addirittura pensando di appoggiare il candidato democratico Biden, come rivelato dal New York Times. Stesso discorso per l’ultimo candidato presidenziale repubblicano, Mitt Romney, e per la vedova di John McCain, che era stato accusato da Trump nel corso delle ultime primarie perché si era fatto catturare in Vietnam. L’ex vice presidente Cheney osserva un silenzio assordante, ma sua figlia Liz, terza nella graduatoria della leadership repubblicana alla Camera, non perde occasione per criticare Donald. E ieri Colin Powell, primo segretario di Stato nero, ha definito Trump “un pericolo per la democrazia”. Con Trump sono rimasti i senatori McConnell, Cruz, Graham, e Cotton, che punta alla Casa Bianca nel 2024 con la stessa base e agenda, ma più sofisticato. Il Presidente al momento non si preoccupa: la sua approvazione tra gli elettori repubblicani rimane infatti pari al 96%.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Spalla Alfredo 
Titolo: Nel mondo 400mila morti E Bolsonaro oscura i dati
Tema: Coronavirus nel mondo

Il Brasile messo sempre più in difficoltà dal coronavirus. E il governo di Bolsonaro arranca: il ritardo nella divulgazione del bollettino su contagi e decessi si è fatto via via sempre più consistente, per limitare la diffusione di numeri allarmanti sui tg della sera. Poi sono stati modificati in criteri del conteggio, un ulteriore passo, forse il più grave, sulla strada del negazionismo che il presidente brasiliano ha sposato fin dalle prime ore di emergenza. Il nuovo bollettino brasiliano non informa il totale di decessi e contagi, né a livello statale, né federale. Non rivela il numero di morti degli ultimi 3 giorni, neppure il totale del pazienti guariti o di quelli in osservazione, e non offre dati sui decessi sospetti. Intanto le vittime nel mondo continuano a crescere (ieri è stata superata quota 400 mila morti) e i contagi si diffondono in modo esponenziale (sempre ieri toccati i 7 milioni a livello globale e 1 2 milioni negli Usa).
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Rosaspina Elisabetta 
Titolo: Il focolaio è sottoterra: nelle miniere della Slesia l’85% dei contagi polacchi
Tema: Coronavirus nel mondo

Il coronavirus si diffonde nelle minerie della Slesia, in Polonia. Il governo locale ha scelto di non istituire una zona rossa, e il focolaio sotterraneo è divampato, pesando sul bilancio nazionale dell’epidemia, che sarebbe stato altrimenti forse uno dei meno funesti d’Europa, mantenendosi finora al di sotto dei 27 mila casi e delle 1.200 vittime: almeno la metà dei 300 o 400 casi di contagio quotidiani si sono manifestati nella zona mineraria, tuttora ultimo bastione di resistenza del virus: all’inizio di questo mese su 234 casi segnalati a livello nazionale nell’arco di 24 ore, ben 202 – l’85% – sono localizzati in Slesia. Più di quattromila addetti ai pozzi di carbone si sono ammalati e si sta procedendo allo screening di altri 14 mila, ma l’epicentro della malattia è in una zona industriale nevralgica della Polonia che il governo non ha potuto o voluto paralizzare a lungo.
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