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SINTESI IN PRIMO PIANO – 8 gennaio 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Covid-19, risale il tasso di positività, da lunedì nuove chiusure.
– Maggioranza: Renzi attacca Conte anche su Trump; il premier: così si va in Aula.
– Recovery Plan: 20 miliardi in più nel piano, oggi in cdm.
– USA: i democratici spingono per la rimozione immediata di Trump

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica – Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Tante zone arancioni e alcune rosse Da lunedì scattano chiusure e divieti
Tema: Covid-19, la situazione in Italia

II virus ha ripreso a correre, gli indici Rt superano l’1 e il governo fa scattare chiusure e divieti. Dall’11 gennaio l’Italia sarà a prevalenza arancione, con qualche area rossa e alcune gialle. Sono in bilico tra le fasce più alte di rischio Lombardia,Veneto e Sicilia. Ma anche Emilia-Romagna, Lazio, Puglia, Calabria e Basilicata. La conferma dei passaggi di zona arriverà oggi con il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità. Il governo intanto lavora al nuovo Dpcm, che sarà firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e conterrà molte delle restrizioni ora in vigore. Entrerà in vigore il 16 gennaio e dovrebbe scadere a fine mese a meno che il governo non decida di prolungare lo stato di emergenza, come appare probabile. Speranza si batterà per prorogare anche il decreto legge che vieta gli spostamenti tra le regioni e per far scattare nei week end le misure delle zone arancioni anche per i territori che si trovan o in fascia gialla: bar e ristoranti chiusi e limitazione agli spostamenti. II quadro epidemiologico allarma gli scienziati e porta la linea del governo verso il rigore. Ecco perché dal 16 gennaio sarà certamente prorogato il divieto di spostamento tra le regioni. La deroga per i piccoli comuni al di sotto dei 5.000 abitanti sarà mantenuta per chi risiede in una regione in fascia arancione.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Iossa Mariolina 
Titolo: Il tasso di positività risale al 14,8%
Tema: Covid-19, la situazione in Italia
La terza ondata è alle porte. O perlomeno è molto probabile che lo sia. II segnale che evidenza l’allarme è quello della pressione sugli ospedali, che torna ad aumentare; i ricoverati con sintomi nei reparti Covid ordinari sono 117 in più e 23.291 in totale. Crescono anche le terapie intensive con 16 posti occupati in più e 156 nuovi ingressi. Questi i numeri del bollettino di ieri: i nuovi casi sono 18.020, perché i tamponi effettuati ieri sono in diminuzione (57.321 in meno).  II tasso di positività è in risalita: se mercoledì si era mantenuto sull’11% circa, ieri è schizzato al 14,8% che vuol dire che quasi 15 tamponi su zoo sono risultati positivi. Sale dunque la pressione sui reparti di terapia intensiva, che in mezza Italia sono tornati sopra la soglia critica fissata al 30% di occupazione dei posti disponibili.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Carratelli Niccolò 
Titolo: L’Italia accelera sulle vaccinazioni adesso è seconda in Europa – L’Italia ora accelera sulle vaccinazioni è seconda in Europa Via libera a Moderna
Tema: Covid-19, la situazione in Italia

Dopo il via libera dell’Agenzia del Farmaco giunto ieri, già la prossima settimana arriveranno in Italia le prime fiale del vaccino Moderna, il secondo approvato nel nostro Paese: se ne aspettano un milione e 300mila entro marzo, in tutto 11 milioni da qui all’estate. Saranno consegnate e stoccate nell’aeroporto romano di Pratica di Mare, da dove poi verranno distribuite in tutta la Penisola. Il Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha ribadito ieri in conferenza stampa che l’obiettivo rimane “vaccinare tutti gli italiani che lo vorranno entro l’autunno”. Secondo la Fondazione Gimbe, senza il via libera dell’Ema ad altri vaccini, o l’anticipo di consegne, prtremo vaccinare circa il 5% della popolazione entro marzo e meno del 20% entro giugno. Al momento l’Italia è il secondo paese in Europa per numero di vaccinazioni, dietro la Germania. Oltre 400 mila dosi iniettate a ieri, con la prima fornitura di Pfizer ancora da esaurire.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Verderami Francesco 
Titolo: Il retroscena – Renzi resiste al Conte ter – Trattativa ferma Renzi: se Conte vuole le elezioni avrà un futuro da professore
Tema: Tensione in maggioranza

Continua il braccio di ferro tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Da una parte il leader di Italia Viva punta a lasciare il cerino in mano al premier, dall’altra l’avvocato che avvisa come l’ipotesi di salita al Colle potrà realizzarsi solo “previa intesa formalizzata” per un Conte ter, altrimenti si passerà dal Parlamento. In mezzo ci sono i Cinquestelle e i democratici, sfibrati da mediazioni fallite e ultimatum disarmati. Quel che è certo è che Palazzo Chigi ha allertato i gruppi parlamentari a tenersi pronti, e che Renzi ha annullato un viaggio a Parigi dov era atteso martedì prossimo. E’ quindi chiaro che il vertice tra Conte e i capidelegazione della maggioranza sul Recovery plan non potrà essere oggi risolutivo, così com’è chiaro che la convocazione della direzione serva allo stato maggiore del Pd per compattare un partito attraversato da malumori.  I segnali già ieri mattina facevano intuire lo stallo nella trattativa. D’un colpo Italia viva era rimasta isolata: saltati i contatti con il Pd, con i grillini e ovviamente con Palazzo Chigi, da dove perveniva solo la nuova bozza del Recovery fund. «Stanno cercando di metterci paura», ha spiegato Renzi ai dirigenti del suo partito: «Se il premier mira alla conta in Parlamento per poi andare alle elezioni, vorrà dire che per lui in futuro ci saranno solo le lezioni universitarie. E la politica andrà avanti. Ora daremo la risposta che si meritano».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bertini Carlo 
Titolo: Il retroscena – Renzi, l’affondo finale su Mes e Servizi segreti Conte: così si va in Aula – Renzi, affondo finale su Mes e Servizi “Non si va alle urne”
Tema: Tensione in maggioranza

La minaccia di Goffredo Bettini di portare il voto sul Recovery Plan in Parlamento, secondo Renzi è il segnale che Giuseppe Conte ha assoldato i responsabili che gli servono ad avere la maggioranza in aula anche senza Italia VIva. “Da come si muove Conte, penso sia convinto di avere i numeri dei responsabili. Ma se non li ha, ci sarà un altro governo, non si va al voto”, dice il senatore toscano ai suoi. Manovre dietro le quinte dunque, ridda di contatti e massima confusione sotto il cielo, con un punto fermo: ad ogni minaccia Renzi risponde con un rilancio. E stavolta ne sfodera due: sul Mes, che considera una conditio sine qua non per un accordo, e sui servizi segreti. Accusando Conte di non voler cedere la delega per chissà quali motivi. E attaccandolo per non aver deplorato il comportamento di Trump. Ma l’ultimatum di Conte per bocca di Bettini, suona così: Matteo, ora basta rilanci, se vuoi, incassi quello che ti diamo, altrimenti rischi di perdere in aula. Ovvero, si va in Cdm con il recovery dopo una verifica di maggioranza stasera con i capidelegazione e poi allo showdown in aula.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vitale Giovanna 
Titolo: Effetto Usa su Conte “Non ha condannato il ruolo di Trump”
Tema: Tensione in maggioranza

Con buona pace del Pd, che gli chiede di abiurare, e di Matteo Renzi, che sospetta trame inconfessabili, il premier Conte non ha pubblicamente condannatoda quanto accaduto a Washington nelle ultime ore, aprendo un nuovo fronte nelle tensioni interne in maggioranza. “Bisogna essere chiari, la violenza è inaccettabile ed è stata innescata da Trump”, ha detto il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando. Un avvertimento in plena regola: nessuna ambiguità verrà più tollerata da parte del presidente del Consiglio. Il governo italiano sostiene la nuova amministrazione democratica e va schierato contro le follie trumpiane. Linea che fa subito proseliti e che rappresenta un assist per Renzi. Convinti, i renziani, che la cautela dell’avvocato sia spiegabile in un unico modo: i nostri servizi segreti potrebbero essere coinvolti nell’affaire Barr-Mifsud. Ecco perché «ora deve cedere la delega sui Servizi», incalza Iv. Solo così sar&a grave; possibile ricostruire “cosa è davvero successo nell’estate 2019”.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Minzolini Augusto 
Titolo: Il retroscena – Renzi non manda in soffitta la crisi di governo – Giuseppi si illude di restare ma lo scontro è su di lui
Tema: Tensione in maggioranza

L’ultima grana che Matteo Renzi ha tirato fuori per mettere Giuseppe Conte su un binario morto sono i suoi rapporti con Donald Trump. “Mi avevano detto che la questione della delega ai servizi era solo un problema di poltrone. Invece, ora emerge che riguarda la sicurezza nazionale. Conte è un pericolo”, avrebbe detto Renzi ai suoi. Si parla di un Conte ter, ma a guardar bene i ragionamenti, la gravità degli argomenti posti, i temi, se le parole hanno un senso, la questione vera riguarda il nome del premier. Tant’è che già il passare nelle trattative da un argomento all’altro  dal Recovery Fund (dove peraltro le proposte del governo sono fuffa, escamotage contabili) ai Servizi Segreti, dall’organizzazione della campagna di vaccinazione nazionale al Mes, si arguisce che il pomo della discordia è l’identikit di chi dovrebbe garantire che questo accordo monumentale sia attuato o che abbia le capacità per farlo. Quell’identikit nella men te di Renzi non somiglia affatto a Conte.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele 
Titolo: Di Maio: ora un patto sulle riforme Il governo deve andare avanti
Tema: Tensione in maggioranza

Luigi Di Maio punta ad allontanare lo spettro del voto difendendo il premier Giuseppe Conte: “Questo governo deve andare avanti, il Paese non può rischiare di cadere nell’immobilismo, non sono accettabili giochi di palazzo”. Il ministro degli Esteri sa che il braccio di ferro tra Matteo Renzi e il premier sta logorando l’esecutivo e proprio per questo si schiera: “Il problema non è Conte, anzi Conte va rispettato e sostenuto, se dobbiamo discutere di qualcosa non discutiamo di poltrone ma di temi. Se la direzione è quella di individuare un percorso che porti a una maggiore efficienza e concretezza in questo delicato momento storico ben venga”. Di Maio allontana anche lo spettro di un governo tecnico: «Non serve cambiare il premier ed è inconcepibile il dibattito in corso in queste ore», chiarisce e ripete che “servono idee, pianificazione, programmazione”. Ecco allora l’idea di una proposta su cui ripartire, su cui rifondare l’esecutivo: “Lavor iamo tutti a un patto di governo più articolato che dia certezze sui temi ad ogni forza politica, ma insieme a Conte”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Intervista a Graziano Del Rio – «Un incidente e siamo al voto» – «C’è ancora tempo ma Conte dia segnali I responsabili? Uno scenario fragile»
Tema: Tensione in maggioranza

Graziano Delrio afferma: “Noi lavoriamo per evitare una crisi al buio. E’ sciocco pensare che, in una situazione di così forte fibrillazione, non possa scapparci l’incidente che ti porta al voto anticipato”. E ancora: “Bisogna lavorare per rilanciare l’azione di questo governo, come da mesi ripete il segretario del Pd, con un patto di legislatura su sanità, politica industriale, occupazione”. Delrio sostiene che “in una fase in cui l’Italia ha bisogno di unità non serve una maggioranza debole, ma molto forte, che lavora come una squadra vera e unita. Affidarsi a variabili di soggetti singoli sarebbe uno scenario fragile, sbagliato e incomprensibile, come il voto anticipato. Il passaggio fondamentale è rilanciare sui contenuti. Vedremo la nuova bozza del Recovery plan e se davvero andasse nella direzione del cambiamento, sarebbe un segnale positivo. Conte è il punto di equilibrio della coalizione e deve fare la sintesi”.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine – Trovati Gianni 
Titolo: Recovery, 147 miliardi per gli investimenti meno fondi all’impresa – Recovery, investimenti a quota 147 miliardi Meno fondi alle imprese
Tema: Recovery Fund

La nuova architettura del Recovery Plan, frutto di un lavoro non stop che ha impegnato i vertici del Mef per tutti gli ultimi giorni dell’ anno vecchio e i primi di quello nuovo, prevede più investimenti e meno sussidi, un numero minore di progetti ma più ambizione verso la crescita, con l’obiettivo di assicurare un impatto sul Pil di circa il 3%, contro il 2,3% per il 2026 stimato dalle prime versioni. La quota di incentivie sussidi si riduce al 21%, mentre il resto si divide fra interventi per la formazione (4,3%) e un capitolo residuale con le iniziative estranee ai primi tre filoni. Nel complesso, il 39% dei finanziamenti (81,9 miliardi) rientrerebbe nel filone della “transizione ecologica” e il 31,4% (66 miliardi) sarebbe collegato alla “transizione digitale”, cioè i due motori principali che l’Unione europea si propone di attivare con il Next Generation Eu. Nel passaggio da una versione all’altra colpisce anche la riduzione dei finanziamenti per l’inno vazione del sistema produttivo che scendono da 35,5 a 25,7 miliardi. Il piano Transizione 4.0, in particolare, cala da 21,7 a 18,8 miliardi. Oggi alle 18 in programma il confronto tra i capidelegazione della maggioranza. Si attende la risposta soprattutto di Italia Viva.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico – Marro Enrico 
Titolo: Venti miliardi in più nel Recovery fund – Sanità, Sud e lavoro: più fondi per 20 miliardi Ora la partita politica
Tema: Recovery Fund

Lo scorso 30 dicembre il premier Conte ha chiesto al ministro del Tesoro di occuparsi del Recovery fund, dopo le diffidenze iniziali. Mesi di preparativi semisegreti a Palazzo Chigi non erano riusciti a dare la coerenza necessaria a un piano segnato dalla scelta iniziale del premier. chiedere a tutti i ministeri di svuotare i cassetti dei vecchi progetti, per finanziarli. Il lavorio era andato avanti fino alla minaccia di Italia Viva di staccare la spina all’esecutivo. Solo allora che Conte ha pregato Gualtieri di prendere in mano il Recovery plan. Sono seguiti giorni frenetici di riscrittura da cui è uscito un assetto un po’ più compatto. Chi sarà responsabile della realizzazione dei progetti rimane però un punto da chiarire. Indefinite restano anche le annunciate riforme della giustizia, dell’amministrazione e dell’ assistenza ai disoccupati. Se queste non saranno credibili, l’Italia rischia di vedersi negare i fondi da Bruxelles. Sanità, pol itiche attive del lavoro, istruzione e ricerca, infrastrutture sociali, Alta velocità, giustizia. Sono le voci di spesa che più aumentano rispetto alla bozza precedente del 29 dicembre. Le maggiori risorse si sono trovate nel Fondo Sviluppo e Coesione per una ventina di miliardi tagliando diversi microbonus e sovrapposizioni. L’incremento della quota di investimenti ora arriva al 70% del Recovery fund, con la riduzione della quota di incentivi al 21%, farebbe aumentare l’impatto positivo sul Pil reale dal 2,3% della vecchia bozza a circa il 3% in sei anni.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  C. Fo. – G. Tr. 
Titolo: Più fondi a turismo, salute e mobilità e all’istruzione vanno 26 miliardi
Tema: Recovery Fund

Il confronto tra la prima versione del piano e quella trasmessa ieri ai partiti parte da un dato primariamente: la prima bozza di fermava a progetti per 196 miliardi, la seconda arriva a 209,8, comprendendo una quota di “riserva” in caso di eventuali bocciature da parte della Ue. Prende quota il pacchetto per l’industria digitale: turismo e cultura aumentano la dote da 3,1 a 8 miliardi, mentre la Pa digitale passa da 10 a 11,3. Di contro, il piano Transizione 4.0 sarà finnaziato per 18,8 miliardi e non più per 21,7. La differenza sarà a carico del bilancio dello Stato. STralciati anche i 140 milioni per l’agricoltura digitale e i 220 milioni per l’editoria 5.0. Aumentano gli investimenti per la banda ultralarga in fibra ottica e il 5G, che salgono da 3,5 a 4,2 miliard. Cambiano sensibilmente anche le quote per la transizione verde, in calo nel complesso da 74,3 miliardi a 67,4. Gli incrementi sono a favore invece di infrastrutture/mobilità sostenibile, da 27,8 a 32 miliardi; istruzione e ricerca passa da 19,1 a 26.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Goria Fabrizio 
Titolo: Allarme Bce: “Rischi gravi per la crescita”
Tema: Covid-19, l’impatto sull’economia

La Banca centrale europea rilancia l’allarme sul mondo del lavoro nell’euro-zona. Mai sono stati introdotti così tanti strumenti per il mantenimento del livello occupazionale, a causa della pandemia di Covid-19, che perdurerà per buona parte del 2021. Bisogna però evitare l’insorgere di effetti collaterali, avverte la Bce, che vede «rischi gravi» per la crescita. Pertanto, la raccomandazione è che misure di sostegno al mercato del lavoro siano limitate nel tempo. Specie per i Paesi più fragili sul fronte del disavanzo di bilancio, come Italia e Francia. L’ultimo bollettino della Bce sottolinea come l’occupazione della zona euro stia vivendo periodi eccezionali in negativo: il 33% di tutti i lavoratori dipendenti in Francia sono coinvolti nella riduzione dell’orario di lavoro, il 30% in Italia, il 21% in Spagna e il 15% in Germania. La Cassa Integrazione, o forme analoghe, è sempre più utilizzata, e le moratorie sui licenzia menti lanciata da molte cancellerie stanno facendo galleggiare il livello occupazionale, col rischio però di distorsioni significative a lungo termine.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Basso Francesca 
Titolo: La Bce avverte sui deficit pubblici: elevati, ma il sostegno va mantenuto
Tema: Covid-19, l’impatto sull’economia

Non basta aver trovato il vaccino anti Covid per dissolvere le nubi che oscurano la ripresa europea. Certo le prospettive sono «incoraggianti» perla Bce, ma nel suo bollettino mensile avverte che la pandemia «continua a ingenerare gravi rischi per la salute pubblica e per le economie dell’area dell’euro e del resto del mondo». La seconda ondata e i lockdown che ne sono conseguiti «dovrebbero determinare un nuovo calo significativo dell’attività nel quarto trimestre, sebbene in misura molto inferiore rispetto a quanto osservato nel secondo trimestre di quest’anno». In questo contesto «il consistente sostegno delle politiche di bilancio ha attenuato il rilevante effetto negativo della pandemia di coronavirus sull’economia reale» ma, avverte la Bce nel bollettino, «le misure di bilancio adottate dovrebbero essere mirate e temporanee». Però «un orientamento di bilancio ambizioso e coordinato rimarrà es senziale fino a quando non si registrerà una ripresa duratura» e «finché l’emergenza sanitaria persiste e la ripresa non è in grado di autoalimentarsi — prosegue — sarà importante prorogare le misure temporanee al fine di scongiurare la possibilità di variazioni brusche e significative».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Franceschi Andrea 
Titolo: Wall Street record oltre i 31mila punti Tolto l’assedio, Biden presidente Usa – Wall Street su livelli record ignora il terremoto politico
Tema: Mercati internazionali

L’assalto a Capitol Hill ha terremotato le istituzioni a Washington ma non i mercati finanziari: all’indomani delle violenze Wall Street ha aggiornato i suoi massimi storici. Ad orientare i mercati verso il segno più, la vittoria in Georgia dei democratici nelle elezioni suppletive, passaggio che di fatto garantisce a Biden il controllo del Congresso, facilitando la realizzazione dell’ambizioso piano di stimoli fiscali anti-Covid promesso dal presidente eletto. Ed è in questa prospettiva che, ad oggi, gli investitori continuano a fare le loro scelte. Con la campagna vaccinale avviata, negli Usa e negli altri Paesi sviluppati, si scommette sul ritorno alla normalità. Con tutto ciò che comporta per gli utili delle società quotate.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sabella Marco 
Titolo: La Lente – Inflazione, il carrello della spesa sale dello 0,9%
Tema: Inflazione

I dati mensili sull’andamento dei prezzi al consumo elaborati dall’Istat mostrano che a dicembre 2020 l’inflazione italiana ha virato in positivo, con l’indice nazionale dei prezzi al consumo in aumento dello 0,3% su base mensile mentre su base tendenziale annua si registra un calo dello 0,1%. Emerge tuttavia una spaccatura tra l’aumento «medio» dei prezzi di tutti i beni e servizi, +0,3% appunto, e quello dei beni di prima necessità raggruppati nel cosiddetto «carrello della spesa», saliti a dicembre dello 0,9%. Il 2020, peraltro, è stato un anno di deflazione con la variazione media dei prezzi al consumo scesa al -0,2%. Si tratta della terza diminuzione registrata a partire dal 1954.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Puledda Vittoria 
Titolo: Unicredit-Mps, i soci privati “No all’ingerenza della politica”
Tema: Banche

In una serie di incontri prima di Natale, i principali soci italiani di Unicredit hanno incontrato – individualmente – il neo presidente della banca, Pier Carlo Padoan. Probabile che siano state espresse nell’occasione perplessità sull’operazione Mps. Non c’è un fronte comune tra i soci, però è ragionevole che ci sia un comune sentire: la preoccupazione per l’andamento del titolo e per le scarse soddisfazioni in termini di redditività, messa ancor più in pericolo dal capitolo aperto su Mps. Nelle ipotesi di questi giorni ci sarebbe un pacchetto di misure che probabilmente supera i 6 miliardi di “dote” tra sgravi fiscali, acquisto a prezzi non aggressivi degli Npl di Unicredit attraverso la pubblica Amco, partecipazione al rafforzamento patrimoniale e forse garanzie sul contenzioso legale. La partita del risiko si intreccia con la ricerca del nuovo ad in Unicredit. Il 13 gennaio si terrà un cda ordinario, preceduto dalla riunione dei vari comitati, comitato nomine compreso.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Netti Enrico 
Titolo: Gdo, appello a Conte Delude l’avvio dei saldi – Gdo, appello a Conte Avvio flop dei saldi
Tema: Commercio

Ancc-Coop, AncdConad, Cncc (centri commerciali), Confcommercio, Confimprese e Federdistribuzione hanno scritto un appello al premier Conte e al ministro Speranza chiedendo una rivalutazione delle condizioni in cui versa il settore, preoccupati dall’impatto che hanno le zone rosse sul mondo del retail, anche sulla scorta delle più recenti e rigorose disposizioni introdotte dal decreto legge del 5 gennaio, e circa il rischio di ulteriori provvedimenti restrittivi. Misure che colpirebbero nuovamente e pesantemente un comparto già messo in ginocchio dalle chiusure forzate degli ultimi mesi. Tra novembre e dicembre le zone rosse e le chiusure nei week-end dei centri commerciali hanno fatto perdere al commercio al dettaglio ben 15 miliardi di incassi. Nelle prossime settimane se queste misure resteranno in vigore gli incassi attesi dai saldi invernali saranno a rischio.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Serafini Laura 
Titolo: Prestiti Pmi, più facile passare alle garanzie Sace
Tema: Prestiti Pmi

La legge di bilancio stabilisce che per le imprese con un numero di dipendenti superiore a 499 sarà più facile accedere ai prestiti garantiti dallo Stato, gestiti attraverso la Garanzia Italia di Sace dal prossimo marzo. Il successo del Fondo per le Pmi (anche perchè la pandemia ha colpito più forte sulla piccola impresa) ha costretto più volte il ministero per l’Economia a rifinanziarlo, anche per consentire la proroga dei prestiti garantiti fino al 3o giugno 2021. Nella legge di bilancio è prevista una dotazione aggiuntiva per il Fondo di 4,5 miliardi, distribuiti tra il 2022 e il 2026. Il passaggio delle medie imprese a Garanzia Italia, se da una parte allevia gli oneri per il Fondo, dall’altra rischiava di complicare oltremodo le procedure di accesso per le aziende rispetto a quelle previste dal Fondo. Per questo motivo la legge dibilancio ha stabilito che per tale tipologia di imprese la garanzie saranno erogate a partire dal primo marzo dalla Sace ma applicando le stesse condizioni del Fondo.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  G.Sar. 
Titolo: Offensiva per rimuovere Trump – Biden proclamato presidente I dem: Trump va cacciato
Tema: USA

Il giorno dopo l’assalto a Capitol Hill, i leader democratici del Congresso, la speaker Nancy Pelosi e il futuro leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer, chiedono la “rimozione immediata” del presidente Donald Trump. I due capi parlamentari hanno chiesto al vicepresidente Mike Pence di applicare il 25esimo emendamento della Costituzione, procedura che consente la sostituzione del presidente in caso di “incapacità di assolvere i suoi doveri”. Pence, pur scosso dalle violenze, non sarebbe però intenzionato a compiere un passo così clamoroso. La strada alternativa annunciata dai democratici e una nuova procedura di impeachment; in serata il procuratore di Washington D.C. ha affermato di non escludere capi d’accusa contro il presidente per istigazione alla rivolta. Trump, intanto, prova a spezzare l’assedio. Twitter e Facebook gli hanno sospeso gli account. Ieri mattina, però, ha diffuso un comunicato attraverso un tweet di Dan Scavino, il vice capo d ello Staff, in cui ha annunciato una transizione di poteri “ordinata” il prossimo 20 gennaio.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: “Trump via subito” – Rimozione o impeachment “Via Trump”
Tema: USA

Joe Biden va all’attacco del presidente in carica Donald Trump: “Uno dei momenti più bui della nostra storia. Trump ha tentato di sovvertire la decisione degli elettori scatenando una folla violenta”, ha detto il presidente eletto. “Trump va rimosso subito usando il 25esimo emendamento”, gli fanno eco la presidente della Camera e il capogruppo democratico al Senato. E il procuratore generale di Washington assicura che l’invito di Trump alla folla a “combattere come dannati” verrà indagato come possibile violazione della legge. A sottolineare l’eccezionalità di questo scenario, il 25esimo emendamento fu approvato nel 1965 in seguito all’assassinio di John Kennedy per far fronte all’eventualità di un presidente incapacitato e velocizzare il passaggio delle consegne al suo numero due. Però la formulazione è abbastanza generale da consentire di applicarlo a un presidente incapacitato politicamente. Lo scenario appare però improbabile: il v icepresidente Pence, per quanto duro nel condannare le violenze, non ne ha mai attribuito pubblicamente la responsabilità al presidente. L’urgenza è giustificata dal timore che Trump possa ancora nuocere. Solo all’alba di ieri, quando il Congresso ha convalidato definitivamente la vittoria dl Biden, il presidente uscente si è rassegnato a promettere via Twitter una “transizione ordinata”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  M.Ga. 
Titolo: Donald costrello a promettere la «transizione pacifica»
Tema: USA

Abbandonato da ministri e collaboratori che si stanno dimettendo in massa dopo l’assalto al Campidoglio di una folla aizzata dallo stesso presidente, a rischio di vedersi privato dei suoi poteri, Donald Trump è stato costretto dai pochi assistenti rimasti con lui a impegnarsi a lasciare la Casa Bianca a Joe Biden senza altri incidenti. ll tweet nel quale il presidente uscente promette che “il 20 gennaio ci sarà un ordinato trasferimento dei poteri”, anche se “sono in totale disaccordo coi risultati del voto”, è stato trasmesso all’alba di ieri da Dan Scavino. L’enormità dell’insurrezione di mercoledì, ultimo atto di un tentativo di colpo di Stato, ha riaperto le cataratte di due fenomeni che si sono affacciati più volte durante la tempestosa presidenza Trump: la fuga di collaboratori spaventati o disgustati e la richiesta di procedere alla sua interdizione per incapacità mentale.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Flores D’Arcais Alberto 
Titolo: I repubblicani ora mollano il presidente e cercano un leader
Tema: USA

Gli avvenimenti del gennaio e i possibili sviluppi dei prossimi giorni hanno reso la posizione del presidente uscente molto più debole e nel partito repubblicano la resa dei conti è già iniziata. In palio, la leadership e il futuro stesso del partito, oggi totalmente all’opposizione e chiamato alla riorganizzazione in vista delle elezioni di Mid Term del 2022. Incerto è il futuro dell’attuale vicepresidente Mike Pence, mai pubblicamente in disaccordo con Trump e sempre nella sua ombra nel corso dei quattro anni alla Casa Bianca. Ma mercoledì si è consumato uno strappo tra i due, con Biden che si è rifiutato di cedere alla pressione per bloccare la vittoria di Biden. Chi può avere un futuro politicamente migliore è Mike Pompeo, che di Trump è stato la longa manus prima come direttore della Cia e poi come Segretario di Stato, e che più di altri l’anima tradizionale del Grand Old Party sulle questioni dell a Difesa, del terrorismo e della politica estera più in generale. Proverà a restare nell’élite del Gop anche Mitch McConnell, l’uomo che ha guidato (ai limiti della legalità secondo i democratici) le truppe di Trump in Senato. Ma più che su questi pezzi da novanta i repubblicani cercheranno una leadership meno coinvolta con Trump e più giovane. Tre nomi su tutti: Liz Cheney, figlia dell’ex vice-presidente di Bush, l’ex ambasciatrice Nikki Haley e Matt Gaetz, giovane deputato della Florida.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lombardi Anna 
Titolo: La veterana uccisa e i miliziani bianchi La galassia dell’assalto
Tema: USA

Ashli Babbitt nel suo ultimo tweet prima dell’assalto a Capitol Hill nel corso del quale ha perso la vita, scriveva: “Nessuno ci può fermare. La tempesta li sorprenderà. Libereremo Washington dal buio per restituirla alla luce”. Veterana dell’aeronautica, focosa sostenitrice di Trump, è stata una delle quattro vittime del giorno più lungo per la democrazia statunitense. La Babbitt era interprete delle teorie QAnon, secondo cui Hillary Clinton e Barack Obama appartengono ad una setta satanica di pedofili protetta dal Deep State. “Non abbiamo idea del perché fosse lì”, dicono i parenti da San Diego, in California, dove viveva. “Gli estremisti ripetevano da settimane l’intenzione di protestare violentemente il 6 gennaio”, racconta Jared Holt di DFRLab, dove si monitora proprio l’attività online dei gruppi d’odio: “Ecco cosa succede quando la retorica violenta della rete approda nella realtà”. La folla che ha saccheggiato &iacu te;l Congresso al grido “Libertà” era composta da aderenti all’intera galassia dell’estrema destra americana. I complottisti di QAnon, ma anche i membri dei Proud Boys, l’organizzazione di miliziani bianchi che non accetta donne nelle sue fila, e poi i Boogaloo, miliziani “libertari” armati fino ai denti e vistosamente abbigliati con pantaloni militari e camicie hawaiane.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Pennisi Martina 
Titolo: E Zuckerberg oscura i profili del presidente «Mina la legalità, rischio troppo grande»
Tema: USA

Mark Zuckerberg ha annunciato la sospensione a tempo indeterminato, e almeno fino al 20 gennaio, dei profili di Trump su Facebook e Instagram: “Gli eventi scioccanti delle ultime 24 ore dimostrano che Trump intende utilizzare il resto della permanenza in carica per minare la transizione pacifica e legale del potere al suo successore eletto, Joe Biden”, ha detto il fondatore dei social network, che ha spiegato: “Crediamo che il pubblico abbia diritto al più ampio accesso possibile ai discorsi politici, anche se controversi. Ma adesso i rischi sono troppo grandi”. In un primo momento, il numero uno di Facebook aveva optato per una sospensione del profilo di Trump per 24 ore. Una decisione analoga era stata presa da Twitter, che ha fermato Trump per 12 ore per aver violato le norme per l’integrità civica.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Santelli Filippo 
Titolo: Russia e Cina festeggiano “Una democrazia al collasso”
Tema: USA

Le immagini arrivate da Washington hanno soffiato sul fuoco della propaganda cinese e russa: l’America è un egemone in declino, una superpotenza che pretende di dettare la direzione al mondo, di ergersi a giudice o pollziotto globale, ma che non è in grado neppure di risolvere i problemi dentro casa. Il ministro degli Esteri russi ha parlato di “sistema elettorale arcaico esposto alle violazioni”, mentre il Global Times di Pechino ha parlato addirittura di “collasso interno”. Come tradizione Xi Jinping e Vladimir Putin non hanno parlato, lasciando che a farlo fossero i luogotenenti o le penne di regime. Ma la crisi senza precedenti degli Stati Uniti li rafforza, dentro e fuori i confini.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda 
Titolo: L’analisi – Un campanello di allarme anche per l’Europa in cerca di autonomia strategica
Tema: USA

L’establishment europeo ha reagito con sgomento tra mercoledì e giovedì all’assalto dato al Congresso americano da parte di alcuni violenti seguaci di Donald Trump. Dietro alle reazioni che si sono susseguite, due filoni: la paura di un effetto-contagio in Europa e possibilmente nuova consapevolezza di una necessaria autonomia strategica europea. Dopo la presa di posizione di Macron, ieri la Merkel si è detta «triste» e «arrabbiata» dinanzi agli avvenimenti americani. Ha accusato il presidente uscente di avere «alimentato dubbi sul risultato elettorale di novembre», rifiutandosi fino a ieri di accettare l’esito del voto. Gustav Gressel, ricercatore dello European Council on Foreign Relations a Berlino, non esclude che dietro alla presa di posizione netta della signora Merkel ci sia «la paura di un effettocontagio» anche in Europa. Scriveva in modo ambiguo mercoledì notte su Twitter il presidente polacco Andrzej Duda: “Gli eventi di Washington sono un affare interno degli Stati Uniti, un paese democratico e dotato di governo. il potere dipende dalla volontà degli elettori; la sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini è nelle mani dei servizi designati a questo scopo. La Polonia crede nel potere della democrazia americana”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Guerrera Antonello 
Titolo: Londra, la città fantasma con 800 ricoveri al giorno “Virus ormai inarrestabile”
Tema: Covid-19, la situazione all’estero

A Londra la situazione Covid-19 è sempre più drammatica. Dall’University College Hospital fanno sapere che “utilizzeremo le sale operatorie per alcuni ricoveri, rinviando gli interventi chirurgici differibili”, pratica comune anche ad altri ospedali londinesi. “Di questo passo, saremo costretti in alcune strutture a curare solo pazienti Covld”, dice il responsabile Marcel Levi. Sbaragliato il picco di ricoveri di aprile (19mila): ora siamo a 30mila, +50%. Ieri l’Health Service Journal ha ottenuto un esplosivo documento interno della Sanità pubblica Nhs: “Nel miglior scenario, gli ospedali di Londra saranno travolti di pazienti Covid entro due settimane”. C’è un dato tremendo: secondo gli esperti, oggi un residente su 30 nella capitale ha il Coronavirus. Non solo. La settimana scorsa 1,2 milioni di persone in Inghilterra si sono infettate. Da due giorni muoiono oltre mille persone con il Covid, ieri altri 1.162, totale 78.508. E i nuovi casi sono da giorni sopra i 50mila quotidiani. Per questo, il 4 gennaio Johnson è stato costretto al terzo lockdown nazionale.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  … 
Titolo: Panorama – Emirati: a breve la ripresa degli scambi con Doha
Tema: Golfo Persico

L’Arabia Saudita e i suoi alleati nel Golfo avevano annunciato all’inizio della settimana la ripresa dei rapporti con Doha, firmando un accordo a Riad il 5 gennaio dopo tre anni e mezzo di boicottaggio. La ripresa dei collegamenti aerei fra Doha e l’hub di Dubai sarà cruciale per i Campionati mondiali di calcio che il Qatar ospiterà nel 2022. Ma ristabilire gli scambi è anche nell’interesse degli Emirati su cui Stati Uniti e Arabia Saudita hanno fatto pressione per accettare rapidamente la svolta.
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