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SINTESI IN PRIMO PIANO – 7 febbraio 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Consultazioni: Salvini apre al governo Draghi “senza veti”. Da domani via al secondo giro.
– Agenda governo Draghi: rebus blocco licenziamenti, si va verso il superamento di Quota 100.
– I sindacati spingono per la concertazione con Draghi
– USA: Biden nega l’accesso ai servizi segreti all’ex presidente Trump

PRIMO PIANO

Politica interna

Autore:  Falci Giuseppe_Alberto – Galluzzo Marco 
Titolo: Il sì di Salvini agita Pd e 5 Stelle – La maggioranza si allarga L’apertura di Lega e M5S
Tema: Governo Draghi, le consultazioni

Il primo giro di consultazioni di Mario Draghi è chiuso. Da domani si riparte, per un secondo giro più veloce, insieme al confronto con le parti sociali. Mercoledì o giovedì l’ex governatore della Bce potrebbe salire al Colle per il giuramento del nuovo governo. Nella giornata di ieri si registra la presa di posizione di Matteo Salvini, che ha confermato come la Lega sia disponibile ad appoggiare “senza veti” l’esecutivo. Anche il M5S ha dichiarato il proprio sostegno, dopo un pre-vertice al quale hanno partecipato Giuseppe Conte e Davide Casaleggio. Sono quattro i punti del mini documento programmatico che il fondatore del M5S Beppe Grillo pubblica sul suo blog, in un post dal titolo «In alto i profili». Giuseppe Conte è misterioso sul proprio futuro: “Lo saprete”. Mentre sul governo: “Non possiamo — sottolinea il giurista pugliese — pensare agli interessi personali, tutte le questioni politiche sono ora in secondo piano”. L a posizione della Lega però rischia di imbarazzare proprio M5S e Pd. I dem sarebbero tentati dall’appoggio esterno. Ma con una nota ufficiale del partito nel pomeriggio vengono spazzati via tutti i dubbi. Il Nazareno precisa: “Le notizie su orientamenti assunti su un eventuale appoggio esterno al governo sono infondate”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Tito Claudio 
Titolo: Il retroscena – La sorpresa del leader che vuole ascoltare – Il banchiere politico “La soluzione dei nostri problemi è in Europa”
Tema: Governo Draghi, le consultazioni

«Io voglio ascoltare». Dietro questa frase apparentemente banale e ripetuta da Mario Draghi in tutti gli incontri dell’ultima settimana con i rappresentanti dei partiti non c’è un ordinario atto di cortesia. C’è qualcosa di più. C’è ll riconoscimento della politica. L’ex presidente della Bce, del resto, in quasi tutti i suoi mandati professionali ha vissuto parallelamente a ministri e presidenti del Consiglio. Il rapporto con governo e Parlamento non poteva che essere intenso. Draghi persuade i partiti, li coinvolge. Usa i loro ritmi, anche rallentandoli. Nessuna riunione notturna, pausa domenicale. Una sorta di ritorno alla normalità. Prova a mettersi sulla loro lunghezza d’onda. Proprio come i politici fanno con i loro elettori. L’ex Governatore della Banca d’Italia sa che esiste un terreno friabile nella sua operazione. È la contrapposizione tra europeismo e sovranismo. È consapevole che scivolare su di essa signifi ca compromettere tutto, in particolare l’intesa con i partiti più europeisti come il Pd. E allora, sempre ieri, dopo un primo scambio di opinioni con Matteo Salvini, ecco la bandierina. «La soluzione dei nostri problemi – ha sottolineato – è in Europa». Una sola frase e, almeno per ora, il sovranismo italico è andato in soffitta. Magari in futuro il leader leghista lo recupererà ma ieri si è ben guardato dal farlo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Verderami Francesco 
Titolo: Il retroscena – Draghi metterà i partiti alla prova sui temi L’idea di un governo di tecnici e politici
Tema: Governo Draghi, le consultazioni

La potenziale maggioranza di cui dovrebbe godere Mario Draghi si estende fino quasi a lambire i confini estremi del Parlamento, e proprio la dimensione numerica di questa grande coalizione provoca tensioni tra e dentro i partiti che si accingono a formarla. Prima di risolvere un’equazione così complessa, Draghi intende anzitutto verificare quanto siano solide le basi di un processo politico maturato rapidamente. E allora, più del confronto sui temi economici, il momento più importante del colloquio con il leader della Lega è stato quando il premier incaricato ha spiegato che il suo governo si muoverà su una linea fortemente europeista e atlantista. Nella sua risposta Matteo Salvini ha anticipato il progetto di una svolta copernicana del Carroccio. Non c’è dubbio che l’ingresso sulla scena dell’ex presidente della Bce sta trasformando l’approccio e il profilo delle forze politiche, e poco importa se per costrizione più che per convinzio ne. E un fatto che — oltre al Carroccio — anche i Cinquestelle si stiano attrezzando all’esame. E verso i grillini, che erano con Grillo all’appuntamento, il premier incaricato ha avuto un approccio rassicurante, ha precisato come la loro presenza sia indispensabile per dar vita al governo, ha apprezzato alcune loro tesi sulla riconversione ecologica e lo sviluppo sostenibile. Ogni forza sta pagando un prezzo: per M5S il costo è la frattura interna, per il Carroccio tagliare i ponti con il passato, per la sinistra dover convivere con la Lega. È il confine invalicabile per Leu e il nervo scoperto del Pd, attraversato da forti contrasti che rivelano la presenza di più partiti nello stesso partito.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Falci Giuseppe_Alberto – Galluzzo Marco 
Titolo: Bonino e Bongiorno in lizza L’idea di tener fuori i partiti dai ministeri economici
Tema: Governo Draghi, le consultazioni

Mario Draghi vuole avere il controllo diretto, o tramite uomini di fiducia, sui ministeri strategici per la partita del Recovery plan. E dunque i tre dicasteri economici più gli Affari europei. E una delle poche indiscrezioni che appaiono confermate. Molto ovviamente dipenderà dall’ingresso o meno dei leader dei partiti nel governo. I nomi che circolano sono tanti e si rincorrono da giorni, alcune new entry nelle indiscrezioni di ieri erano rappresentate dal possibile ingresso in quota Lega di Giulia Bongiorno, che potrebbe andare alla Pubblica amministrazione, dalla scelta di Chiara Goretti, dell’ufficio di Bilancio del Senato, nella rosa dei tecnici, sino a Marcella Panucci, già direttorç generale di Confindustria. Per la delega ai Servizi segreti si rafforza il nome di Alessandro Pansa, già capo della Polizia. Ovviamente lo schema della squadra di Draghi è strettamente connesso al perimetro della maggioranza. L’ex governatore della Bce ha sempre in mente alcune persone che stima professionalmente per i ministeri economici, da Daniele Franco, oggi in Bankitalia, a Dario Scannapieco, alla Bei, sino a Luigi Federico Signorini, anche lui proveniente da via Nazionale. Marta Cartabia resta stabile alla Giustizia, al posto di Alfonso Bonafede, così come Enrico Giovannini al Lavoro.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Diamanti Ilvo 
Titolo: E la popolarità di SuperMario sorpassa Conte – Draghi piace già più di Conte e il 52% lo vuole fino al 2023
Tema: Governo Draghi, le consultazioni

Secondo un sondaggio Demos, la fiducia per il premier incaricato è molto alta, arriva al 71% e scavalca quella del presidente uscente. Distribuiti in misura diversa, in base all’orientamento politico, ma comunque maggioritario. Soprattutto fra gli elettori del Pd. Dove raggiunge l’85°%, cioè, quasi la totalità. Tuttavia, sfiora il 70% anche nella base della Lega e dei Fratelli d’Italia, probabilmente appagati dalle dimissioni di Conte. Meno ampio appare il sostegno fra gli elettori di Forza Italia e, ancor più (meno…), del M5S. Internamente diviso, tanto più dopo le dimissioni Conte. Ma interessante sottolineare anche il grado di fiducia verso Conte, apprezzato da quasi due terzi degli italiani. In fondo alla graduatoria, invece, incontriamo Matteo Renzi, l’artefice della “sfiducia”, che pare essersi ri-volta contro di lui.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Ajello Mario 
Titolo: Intervista a Matteo Salvini – Salvini: «La Meloni non deve isolarsi È il momento della responsabilità» – «Giorgia non deve isolarsi ora serve responsabilità»
Tema: Governo Draghi, la posizione della Lega

Le parole di Matteo Salvini dopo l’incontro con Mario Draghi: “Per serietà, prima di dire Si o No vogliamo capire e condividere un’idea di Italia. Col professore abbiamo parlato di vita reale, di taglio di tasse e burocrazia, di apertura di cantieri fermi e di un piano vaccinale serio, di sicurezza e di soldi europei da spendere bene. Sono soldi che dovranno essere usati entro il 2026 e restituiti entro il 2056, siamo il primo partito italiano e vogliamo che il futuro dei nostri figli venga messo in sicurezza”. Salvini spiega: “Draghi non è Monti. Credo che il presidente incaricato abbia chiaro che l’Italia dei prossimi mesi dovrà ricominciare a correre con meno tasse, aiuti concreti a famiglie e imprese, grandi opere. Esattamente il contrario delle ricette di Monti”. Poi l’apertura netta: “A differenza della sinistra noi non mettiamo veti, preferiamo ragionare sul programma e confrontarci sulle idee. Io non dico no a tizio o caio, dico no a nuove tasse sulla cas a e sui risparmi e sì all’apertura di cantieri utili ovunque, dalla Roma-Latina alla Pontina, dalla Tav al Ponte sullo Stretto. Lascio ad altri il dibattito sulle poltrone, noi pensiamo all’Italia e non rispondiamo alle provocazioni. Per uscire dalla crisi tutti dovrebbero mettere il bene dell’Italia davanti all’interesse di partito”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Polito Antonio 
Titolo: La sorpresa del Capitano – La svolta di Matteo (ispirata da Giorgetti) che spiazza un po’ tutti
Tema: Governo Draghi, la posizione della Lega

Ieri Matteo Salvini ha operato un’inversione netta nella politica della Lega, superando in un colpo solo Lampedusa, Borghi/Bagnai e Marine Le Pen, superando innanzitutto se stesso e i suoi cliché. Si è presentato come il baricentro della politica italiana, e quindi perno di un gabinetto di unità nazionale. Per sostituirsi ai Cinquestelle, che ne avevano la forza ma non la vocazione; e al Pd, che ne ha la presunzione ma raramente la forza. E’ chiaro che serve a mettere nell’angolo la sinistra, che all’improvviso ha paura di andare al governo, e fuori dall’inquadratura la Meloni, che balla da sola. Non ha posto pregiudiziali contro nessuno, e così ha disinnescato quelle degli altri verso di lui. L’ipotesi che entri nel governo ha gettato nel panico il partito di Conte, che è nato per tenerlo fuori. Si può anche sospettare che ai suoi dieci minuti da statista faranno came sempre seguito i riflessi condizionati del populista, duri a morire in uno cresciuto a pane e social. Ma quando si decide di passare dall’opposizione al governo non è mai solo tattica. C’è di più. C’è innanzitutto la società: gli interessi e gli elettori che la Lega oggi rappresenta.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vitale Giovanna 
Titolo: Il Pd teme l’ingresso dei sovranisti: si rischia l’instabilità – Il Pd frena: con la Lega rischio instabilità La sinistra in allarme
Tema: Governo Draghi, la posizione del Pd

Il Pd intende far capire al presidente incaricato che è nel suo interesse non imbarcare la Lega nel governo. Convincerlo che la presenza dei sovranisti è incompatibile non solo con il Pd, ma con l’idea stessa di un esecutivo politico forte, europeista e di lunga durata. Tasti su cui Nicola Zingaretti tornerà a battere dopodomani, quando Mario Draghi lo richiamerà al suo cospetto. Non si tireranno indietro, i Democratici. Però i dubbi sul perimetro di una coalizione allargato a destra restano. “Si rischia di portar dentro tali e tante contraddizioni da rendere la navigazione tempestosa e instabile. Il contrario di cib che serve oggi al Paese”.  La base è in tumulto, circoli e federazioni periferiche, specie al Nord, implorano il segretario di non allearsi con l’avversario di sempre. Messaggi tradotti nel dilemma che in queste ore agita i vertici: “Che si fa se Salvini verrà coinvolto nel governo?”. È evidente infatti ch e se la Lega sarà della partita, la maggioranza non potrà essere politica e per il Pd si aprirebbe un ventaglio di opzioni, escludendo (almeno per ora) l’appoggio esterno. Ovvero: lasciare mano libera al presidente del Consiglio; indicare ministri tecnici di area; insistere per un esecutivo a tempo, che si concentri solo sulle priorità.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Lombardo Ilario 
Titolo: Il retroscena – Il fondatore oltre le stelle vuole Conte nuovo leader – Un nuovo partito post-M5s II fondatore: Conte leader
Tema: Governo Draghi, la posizione del M5S

Secondo quanto raccontano fonti del M5s e del Pd, Grillo pensa che Giuseppe Conte sia l’uomo giusto per traghettare il Movimento verso la sua ultima e forse definitiva metamorfosi. Un partito che raccolga la cultura liberale, popolare, socialdemocratica e la porti nel futuro dell’ambientalismo, che è l’ideologia delle nuove generazioni, e dello sviluppo sostenibile, che è la nuova casa in costruzione delle società capitaliste. Il Movimento affronta un passaggio delicato. Il sì, sofferto, turbolento, al governissimo di Mario Draghi coincide con l’elezione sulla piattaforma online Rousseau di una leadership allargata di cui ancora non si conoscono i componenti. Tra le convulsioni feroci dei parlamentari costretti a ingoiarsi tutti i «mai» pronunciati negli anni, nei mesi e nei giorni scorsi, Grillo intravede un’occasione. Sul tavolo di Draghi il comico genovese ha portato un piccolo programma che germoglia da quell’idea originaria che aggior na la politica e l’economia green e la implementa nella struttura di governo. Grillo vuole anche importare in Italia il Consiglio superiore dello Sviluppo sostenibile che esiste in Germania, in Francia e in altri Paesi, e considera fondamentale inserire nella Costituzione «il principio dello sviluppo sostenibile e della responsabilità generazionale e ambientale».
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Testata:  Libero Quotidiano 
Autore:  Rapisarda Antonio 
Titolo: Intervista a Giorgia Meloni – «Fuori per il bene dell’Italia» – «Noi fuori dal governo per il bene dell’Italia»
Tema: Governo Draghi, la posizione di Fdi

Giorgia Meloni è chiara: “Non governo con Pd e 5 Stelle. E’ una promessa fatta a tutti gli italiani che ci sostengono e una regola che vale pure se il premier è Mario Draghi: del resto, da persona seria qual è, non ha cercato minimamente di convincermi. Si è messo all’ascolto. Atteggiamento garbato e apprezzabile: il punto, però, è che non abbiamo avuto modo di capire bene cosa intenda fare. E purtroppo sappiamo perfettamente che cosa hanno già fatto le forze della precedente maggioranza, candidata oggi a governare con lui”. La Meloni ribadisce: “Sono le elezioni il mezzo con cui vogliamo concretizzare le idee per cui siamo nati”.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Morroni Carlo – Colombo Davide 
Titolo: Visco: «Il Paese trovi coesione per superare crisi e pandemia» – «L’economia è ancora solida, la coesione può salvare l’Italia»
Tema: Intervento di Ignazio Visco

Messaggio di fiducia del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, al Congresso Assiom-Forex. L’economia italiana ha dimostrato capacità di ripresa ed è ancora solida. Ora il Paese deve trovare la coesione necessaria per riprendere la via dello sviluppo sfruttando la solidarietà dell’Unione europea e affrontando i problemi strutturali che lo frenano da decenni. Questi i punti cardine del discorso di Visco. Sulla crescita “possiamo fare di più e meglio delle previsioni” in modo da ridurre “rapidamente l’incidenza del debito sul Pil”. I mercati finanziari hanno già acceso la luce verde al futuro Esecutivo. Lo spread BTp-Bund è sotto quota 100, “era a 250 punti base un anno fa” ricorda Visco, e può scendere ancora visto che resta vicino al doppio dei differenziali di Spagna e Portogallo: “Una ritrovata fiducia nell’economia italiana – ha spiegato il Governatore – potrebbe consentire di ridurre ulteriormente lo spread. E con il miglioramento della congiuntura, una politica di riequilibrio graduale dei conti pubblici potrebbe rafforzare tali effetti di fiducia e accelerare ulteriormente la riduzione del rapporto tra debito e prodotto”.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Dimito Rosario – Cifoni Luca 
Titolo: Meno tasse ai ceti medi e pensioni flessibili Ecco le prime bozze del piano di governo
Tema: Governo Draghi, il fronte economico

Salute, fisco, istruzione, politiche industriali e innovazione sono i punti cardine del programma di lavoro del nascente governo Draghi. Soluzioni che naturalmente dovranno passare ancora per la complesso mediazione con i partiti. In primo piano ovviamente il fronte sanitario: alla piena attuazione del piano vaccinale si accompagna la conferma di alcuni interventi già delineati negli ultimi tempi, ma ancora tutti da concretizzare: il rafforzamento della medicina territoriale, la digitalizzazione del sistema, l’aumento degli investimenti e delle assunzioni, il contrasto al divari territoriali. Un altro dossier caldo che il prossimo governo dovrà prendere in mano è quello del lavoro, con la scadenza del blocco del licenziamenti fissata al 31 marzo. Per affrontare questa situazione si ipotizza nell’immediato la differenziazione per attori delle forme di protezione. Connesso al tema del lavoro è quello della previdenza: l’idea è lasciar scadere Quota 10 0 al termine naturale, la fine del 2021, introducendo però flessibilità di uscita nel sistema attraverso il rafforzamento dei altri istituti tra cui Opzione donna e Ape social. Per quanto riguarda invece il reddito di cittadinanza, emerge la volontà di rivedere tutto il campo delle politiche attive. Il capitolo fiscale punta ad un alleggerimento delle imposizioni sul redditi medi e medio-bassi. Concretamente per quanto riguarda l’Irpef il modello da adottare dovrebbe essere quello tedesco.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Monticelli Luca 
Titolo: Le parti sociali puntano alla concertazione Il primo scoglio è lo stop ai licenziamenti
Tema: Governo Draghi, il fronte economico

I sindacati puntano alla concertazione con il nascente esecutivo a guida Draghi. Il modello può essere quello di Carlo Azeglio Ciampi, governatore della Banca d’Italia prestato a Palazzo Chigi (e poi eletto al Quirinale), che risanò l’economia italiana stringendo accordi con le parti sociali. Serve “una grande alleanza, un nuovo patto» tra lo Stato, le imprese e i lavoratori”, ha detto Annamaria Furlan, segretaria generale Cisl. I leader di Cgil, Cisle Uil saranno espliciti e diranno subito al presidente incaricato qual è la prima grana da risolvere: il blocco dei licenziamenti che scade il 31 marzo. I sindacati pretendono una proroga del divieto, un unicum in Europa, mentre Confindustria vorrebbe limitare questa tutela lasciandola in vigore solo per i settori più in sofferenza. “Dobbiamo graduare l’uscita dal blocco prolungando la cassa covid per le aziende in gravi difficoltà ma togliendo i vincoli alle altre”, ha detto Carlo Bonomi. Ma la C gil è convinta che l’emergenza proseguirà per tutta l’estate, quindi non mantenere lo stop ai licenziamenti significherebbe aumentare il numero delle persone senza lavoro e senza reddito.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Pirone Diodato 
Titolo: I partiti puntano su fisco e Pa Ma “quota 100” verrà superata
Tema: Governo Draghi, il fronte economico

C’è molta confusione in queste ore perché l’orizzonte del prossimo governo è dettato da due necessità che non corrispondono alle bandierine che i partiti sventolano per ingraziarsi i propri elettorati.  I due pilastri del nuovo esecutivo saranno: le condizioni per spendere bene i 209 miliardi del Recovery Plan europeo e mettere in atto quelle riforme che Bruxelles chiede come condizione per il prestito. Tradotto: riforma fiscale che semplifichi la riscossione delle tasse e riduca l’evasione; riforma della giustizia che abbrevi i processi; riordino della burocrazia; misure di sostegno alle fasce di popolazione maggiormente colpite dalla crisi e in particolare per i giovani; riforma del lavoro.  Per ognuno di questi capitoli ovviamente cl sono posizioni diverse dei partiti. Sulla riforma fiscale ad esempio il Pd chiede una riforma che rispecchi il principlo della progressività. Opposto il modello di riferimento della Lega, autrice della famosa Flat Tax. Probabilmente si va verso il modello tedesco che prevede una progressività meno accentuata di quella attuale. E per il Lavoro? Sul tappeto c’è la fine del blocco dei licenziamenti. Su questo tema c’è cautela da parte di tutti. In questo contesto pare destinata a tramontare la quota 100 sulle pensioni anticipate visto il forte aumento del debito. Tutti i partiti chiedono poi una riforma della burocrazia e una semplificazione delle norme a partire da quelle sugli appalti.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Cellino Maximilian 
Titolo: Selettivo, rapido, guidato Tre priorità per il Recovery
Tema: Recovery
Le priorità che i rappresentanti del mondo produttivo e finanziario italiano suggeriscono al nuovo Governo che si prepara a varare l’ex presidente Bce, Mario Draghi, per sfruttare l’occasione irripetibile offerta dal piano Next Generation Ue: stabilire in modo rapido la governance, per passare subito dopo all’attivazione delle riforme necessarie allo sviluppo che nostro Paese attende ormai da decenni e decidere infine i pochi, ma chiari e incisivi, progetti. Il tutto tenendo presenti le indicazioni di Bruxelles, ma calandole nella specifica realtà italiana. Sono chiare, precise e circostanziate le indicazioni emerse ieri nel corso della tavola rotonda «Recovery Fund e crisi economico-sociale. Banche e imprese alla prova della ricostruzione» coordinata dal direttore de II Sole 24 Ore, Fabio Tamburini. A partire dall’invito lanciato da Emma Marcegaglia, chair B20 e ceo Marcegaglia Steel, a “decidere prima di tutto chi fa cosa, perché l’Europa deve avere un interlocutore chiaro”. Fondamentale, in un contesto simile, “non dare tutto a tutti – ha auspicato Marcegaglia- ed evitare operazioni clientelari”. “Gli investimenti promossi dall’amministrazione pubblica devono servire a innescare grandi investimenti privati perché è solo con questi che lo stimolo straordinario, comunque unatantum, potrà tradursi in una crescita duratura che si consoliderà nel tempo”, ha aggiunto l’ad. di Unipol, Carlo Cimbri. “Senza crescita il debito che andremo a generare rischia di diventare un problema, piuttosto che un’opportunità”, ha confermato Mauro Micillo responsabile della divisione Imi corporate e investment banking di Intesa Sanpaolo.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Petrini Roberto 
Titolo: Intervista a Lorenzo Bini Smaghi – Bini Smaghi: dovrà riscrivere il Recovery – Bini Smaghi “Riscrivere il piano per la ripresa sarà la priorità del governo”
Tema: Recovery

Lorenzo Bini Smaghi, economista, central banker, entra nel vivo nell’agenda del nascente governo e ricorda che il dividendo del nuovo esecutivo sarà molto alto con uno “spread in veloce riduzione”. “Se l’Italia riprenderà a crescere – dice – e adotterà una visione di medio periodo nella conduzione della politica economica, il problema del debito si risolverà da solo”. Bini Smaghi commenta l’invito del Governatore Visco ad attuare in fretta le riforme strutturali: “Sono sicuramente le priorità peri prossimi mesi, perché senza queste misure non riusciremo ad ottenere i 209 miliardi del Recovery Plan. Accedere a queste risorse sarà la principale misura del successo del nuovo esecutivo”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Friedman Alain 
Titolo: Intervista a Jean-Claude Trichet – Trichet: “Bene Mario e ora fate le riforme” – “Mario è il più adatto a guidare la ripresa Ora l’Italia deve fare le riforme strutturali”
Tema: Recovery

L’ex presidente Bce Jean-Claude Trichet definisce Mario Draghi la figura ideale per studiare e realizzare alcune delle riforme cruciali necessarie per recepire i fondi europei. Trichet, che di recente è stato chiamato a far parte di una nuova commissione di alto profilo del G20 sul Covid e l’economia mondiale, dice: “L’Italia e altri Paesi hanno lanciato un appello fortissimo, che è stato accolto da una risposta altrettanto forte da parte di Francia e Germania. E devo dire che la decisione che è stata presa è notevole: la considero una delle più importanti storiche che gli europei abbiano assunto negli ultimi trent’anni. È un avvenimento di enorme significato. Il fatto che l’Europa possa unirsi per emettere questo prestito da 750 miliardi di euro è davvero una novità, una cosa che era considerata impossibile, prima che venisse presa questa decisione. Ovviamente, adesso bisogna utilizzare questi fondi nel modo migliore” . E poi sull’Italia: “Se verrà confermato che Mario ha una maggioranza in Parlamento, come credo, ritengo che non sia possibile immaginare una personalità più adatta non solo a governare l’Italia, con tutte le sfide che il Paese si trova ad affrontare, ma anche a presiedere il G20 e a dare risposta ai problemi presentati dall’economia globale e dell’arena internazionale”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pogliotti Giorgio – Tucci Claudio 
Titolo: Reddito di cittadinanza: flop delle assunzioni incentivate – Reddito di cittadinanza, poche le assunzioni con gli sgravi
Tema: Welfare

Non decollano gli sgravi per chi assume i percettori del reddito di cittadinanza. Secondo le prime stime si tratterebbe solo di qualche centinaio di datori di lavoro che ha beneficiato nel biennio dello sgravio contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato. Questo magro bilancio è un altro segnale del sostanziale fallimento del Rdc come strumento di politica attiva, mentre ha svolto un ruolo importante quale misura anti povertà. Lo scarso utilizzo dell’incentivo poi è legato ai pochi contratti permanenti firmati. A dicembre erano 1,25 milioni i nuclei familiari beneficia di Reddito o Pensione di Cittadinanza, con 2,9 milioni di persone coinvolte. Su 1,3 milioni tenuti al patto per il lavoro, al 31 ottobre 352.068 hanno avuto un contratto, ma i lavoratori con contratto attivo erano 192.851. Il tema sarà oggetto di riflessione del nuovo governo che avrà il compito di far decollare le politiche attive del lavoro.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Conte Valentina 
Titolo: Pensioni, si riapre il cantiere Rischio “scalone” nel 2022
Tema: Welfare

Il capitolo delle pensioni è tra i più insidiosi nell’agenda di un possibile governo Draghi. Specie se si dovesse configurare un esecutivo sostenuto anche da M5S e Lega, i due partiti che hanno varato Quota 100. Cosa farà il premier Draghi? Molto improbabile che proroghi la misura. Nel suo ultimo rapporto la Ragioneria scrive che la spesa pensionistica di qui al 2070, aumenterebbe di 6 punti percentuali di Pil se Quota 100 diventasse permanente. E di 10,8 punti di Pil se lo fossero anche i requisiti contributivi (42 anni e 10 mesi, uno in meno per le donne), ad oggi bloccati fino al 2026. Parliamo di quasi 200 miliardi. Il Covid prima e il tramonto del Conte bis poi hanno interrotto la trattativa avviata dal governo per superare lo scalone che si aprirà all’inizio del 2022. Si studiava la possibilità di una “quota 102” – 64 anni più 38 di contributi – con eventuali penalità per l’anticipo. Le commissioni sui lavori gravosi e per separa re previdenza e assistenza erano appena state riavviate. Ora tutto è sospeso.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Biden non si fida di Trump e gli nega i dossier degli 007
Tema: USA e servizi segreti

Nella sua prima intervista tv da Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden ha definito il comportamento del suo predecessore Donald Trump “instabile”. Da qui la decisione clamorosa: “Penso che Trump non debba più avere accesso ai briefing dei servizi segreti. Perché dovrebbe? Quale sarebbe l’impatto, se non la possibilità che possa passare le informazioni a qualcuno oppure farle trapelare con le sue dichiarazioni pubbliche?”. Ieri mattina la portavoce della Casa Bianca ha sfumato un po’, lasciando aperta la possibilità che, “in una qualche occasione”, il “team di intelligence” possa “fornire informazioni all’ex presidente Trump”. Ma è chiaro che è una precisazione solo a uso interno. La tensione a Washington resta alta. Questa settimana comincerà la fase finale dell’impeachment al Senato. Trump è accusato di “aver incitato all’insurrezione”. “Lascio ai senatori il verdetto”, ha affermato a questo proposito Biden.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Guelpa Luigi 
Titolo: «Trump è inaffidabile» E Biden gli fa togliere i report dei servizi
Tema: USA e servizi segreti

Ospite di Cbs Evening News e intervistato dalla giornalista Norah D’Donnell, il neo presidente USA Joe Biden ha sferrato un duro attacco a Donald Trump, che non dovrebbe più ricevere informazioni segrete da parte dell’intelligence, essendo «inaffidabile». L’uscita ha destato clamore poiché rappresenterebbe un caso senza precedenti, dal momento che si tratta di una prassi che è stata sempre rispettata fino a oggi. Persino Nixon, dimessosi per lo scandalo Watergate, riceveva gli aggiornamenti da Gerald Ford. Per spiegare la posizione, Biden ha fatto riferimento all’insurrezione di Capitol Hill del 6 gennaio, e in particolare al comportamento inopportuno dell’allora presidente. Vale la pena ricordare che gli ex presidenti sono autorizzati a richiedere e a ricevere informazioni riservate, anche per poter fornire preziosi consigli al presidente appena entrato in carica. Sembra però che Trump non abbia ancora presentato alcuna richiesta.
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Testata:  Avvenire 
Autore:  Molinari Elena 
Titolo: Parte il processo Trump ma non ci sono i numeri – Impeachment, il Congresso ci riprova Ma Trump potrebbe uscirne più forte
Tema: USA e impeachment a Trump

Il prossimo voto del Senato USA sull’impeachment all’ex presidente Donald Trump rischia di compattare la base delusa di repubblicani, temono dal partito democratico, che in ogni caso, pur avendo conquistato una risicata maggioranza in aula, non avrebbero comunque i voti necessari (due terzi) per una condanna. Servirebbero 17 sì dei repubblicani, ma il partito conservatore è troppo diviso, e ancora troppo dipendente dalla popolarità di Trump, per rischiare di prendere una posizione di censura nei confronti del suo leader populista. “I democratici hanno dalla loro un caso molto emotivo e convincente, e, anche se dovessero perdere il processo, lo useranno per condannare moralmente Trump davanti agli americani e macchiarlo per sempre”, ha detto Steve Bannon, eminenza grigia dell’elezione di Trump nel 2016. Per questo gli stessi legali dell’ex presidente gli hanno consigliato di respingere la richiesta dei democratici di testimoniare in aula. Biden, pur non avend o mai contraddetto le ragioni del gruppo parlamentare dem, è rimasto tiepido rispetto all’impeachment, che teme tolga tempo e concentrazione al Senato di fronte alle sfide che deve affrontare.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Di Donfrancesco Gianluca 
Titolo: Presidenza Biden-Cina, partenza in salita – Parte in salita il dialogo tra presidenza Biden e Pechino
Tema: USA-Cina

Non è filato liscio il primo contatto ad alto livello tra la nuova Amministrazione statunitense e il Governo cinese. Venerdì, il segretario di Stato, Antony Blinken, ha avuto un colloquio telefonico con la controparte Yang Jiechi. Il capo della diplomazia Usa ha riferito di aver avvisato il regime di Pechino che Washington difenderà i valori democratici e chiamerà «la Cina a rispondere delle violazioni delle regole alla base del sistema internazionale». Blinken ha insomma ribadito i toni duri usati dal presidente Joe Biden, durante e dopo la campagna elettorale. La Cina si è opposta a una netta presa di posizione da parte del Consiglio di sicurezza Onu, accettando un testo di compromesso giovedì. Il segretario di Stato non ha risparmiato critiche sulle pressioni crescenti esercitate da Pechino su Taiwan. Delle critiche Usa sono presenti solo pochi cenni nel resoconto di Pechino. Yang ha esortato gli Stati Uniti a «retti ficare i suoi recenti errori», ad «agire in modo costruttivo» nella regione dell’Asia Pacifico, a riconoscere la sovranità cinese su Taiwan e a non interferire nello Xinjiang, nel Tibet e su Hong Kong, «questioni interne alla Cina, che non ammette alcuna ingerenza».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ross Alec 
Titolo: Così Biden fa guerra al virus
Tema: Covid-19, la situazione all’estero
Il totale delle vittime del Covid 19 negli Stati Uniti ha già superato il numero di americani uccisi durante la Seconda guerra mondiale. E, contrariamente al suo predecessore, il presidente Biden sta affrontando la crisi del Covid 19 come se si trattasse di una guerra. E come in ogni conflitto, la Casa Bianca ha delineao i 3 passi cruciali: nominare generali esperti, definire obiettivi comprensibili e sviluppare un piano che permetta di raggiungerli. Biden ha portato nella sua squadra di governo un team stellare di dirigenti, scienziati ed esperti nella gestione delle crisi e ha poi definito un obiettivo semplice e chiaro: vaccinare 150 milioni di persone durante i primi 100 giorni del suo mandato. Terzo, il piano. Trump non aveva nessun piano, a parte sperare che il Covid «sparisse». Biden invece ha sviluppato un piano articolato. Trump si affidava all’istinto, Biden ha pubblicato un documento di 200 pagine con una sintesi operativa di 21. I punti cardin e: ripristinare la fiducia; organizzare una campagna vaccinale sicura, efficace e completa; prevenire la diffusione del virus potenziando l’uso delle mascherine, i test, le statistiche, le cure; espandere immediatamente i ristori d’emergenza e ricorrere al Defense Production Act; riaprire scuole, aziende e trasporti in sicurezza, tutelando i lavoratori; proteggere le persone più a rischio e ridurre le diseguaglianze su base razziale, etnica e geografica; ripristinare la leadership globale degli Stati Uniti e migliorare la preparazione nei confronti di minacce future.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ippolito Luigi 
Titolo: La resurrezione di Boris Johnson: i britannici immuni sono già 11 milioni
Tema: Covid-19, la situazione all’estero

I conservatori di Boris Johnson sono saldamente in testa nei sondaggi rispetto ai laburisti di Keir Starmer, che arrancano vistosamente. E l’«effetto vaccino». La Gran Bretagna sta conducendo una campagna di immunizzazione di straordinario successo, soprattutto se paragonata al clamoroso fallimento europeo. Già il 17% della popolazione è stata vaccinata e si punta ad offrire la prima inezione a tutti gli ultracinquantenni entro maggio. Un risultato ottenuto grazie al fatto che Londra si è mossa con grande anticipo fin dalla primavera scorsa, concludendo contratti con le case farmaceutiche, dando via alla produzione di massa dei vaccini e autorizzandoli senza dover aspettare il resto d’Europa.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Guerrera Antonello 
Titolo: Intervista a Kate Bingham – “Velocità e aiuti alle aziende così siamo riusciti a vaccinare undici milioni di inglesi”
Tema: Covid-19, la situazione all’estero

Il successo del Regno Unito sui vaccini anti coronavirus, arrivato a già 11,5 milioni di inoculazioni record in Europa, ha di certo un padre, ovvero il primo ministro Boris Johnson. Che, dopo i disastri nella lotta al Covid, con solerzia e spregiudicatezza ha pre-ordinato prima di tutti in estate fino a 400 milioni di dosi. Ma ruolo centrale nel processo di vaccinazione è anche quello di Kate Bingham, 55 anni, a capo della task force sui vaccini che ha dato al Regno Unito un enorme vantaggio sugli altri Paesi: “Abbiamo pensato a procurarci quanti più potenziali vaccini nel minor tempo possibile. Boris è stato tempestivo e visionario, io sono una “venture capitalist” e ho speso tutta la mia vita a tirar su compagnie, a sviluppare nuovi farmaci. Sui vaccini abbiamo preso decisioni basate non solo sull’efficacia ma anche su logistica, produzione e consegna per tempo. Perciò abbiamo preferito Pfizer-BionTech a Moderna, che ha come prioritario il mercato Usa”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Frattini Davide 
Titolo: «Magia» di Israele: le curve in picchiata (ma preoccupano i casi tra i giovani)
Tema: Covid-19, la situazione all’estero

Oltre 3,3 milioni di israeliani (su 9,2) hanno ricevuto la prima dose, quasi 2 milioni anche la seconda. La percentuale molto alta di vaccinati permette agli scienziati di calcolare i primi risultati a 40 giorni dall’inizio delle operazioni. Eran Segal, ricercatore dell’Istituto Weizmann, ha commentato entusiasta: «La magia è cominciata». Elenca i dati positivi tra gli over 6o, i primi a essere inoculati: calo del 40 per cento di nuovi contagiati dal Covid-ig rispetto alla metà di gennaio, meno 31 per cento di ricoveri. Fa notare che questi numeri sono migliori che in generazioni più giovani e non erano stati raggiunti neppure con il lockdown precedente. Nel gruppo dai 59 anni in giù, i casi sono scesi solo del 12 per cento e gli ingressi in ospedale del 5. Nella corsa globale all’immunizzazione di massa Israele è tra primi. Il Paese resta chiuso — il blocco totale è stato esteso a oggi, Il governo è diviso su come ri aprire — e isolato dal resto del mondo, i voli in ingresso e uscita bloccati per almeno altre due settimane.
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Testata:  Domani 
Autore:  Ferrero Federico 
Titolo: In Australia chiudere subito significa tenere aperto
Tema: Covid-19, la situazione all’estero

Una città da un milione e trecentomila abitanti, Adelaide, è stata chiusa per una settimana dopo la positività riscontrata ad un solo individuo, accusato dalle autorità di non aver fornito informazioni corrette e tempestive. Steven Marshall, primo ministro dello stato del South Australia, ha pure sguinzagliato venti detective per chiarire la situazione. L’episodio è esemplare della situazione Covid-19 in Australia: venticinque milioni di abitanti, neanche 30.000 casi di positività, 909 morti. Non dall’inizio dell’anno, ma dal l’inizio del tutto. Il bello di vivere in un mondo a parte, la popolazione di due Lombardie e mezza sparpagliata in 320 Lombardie di superficie, una appresso all’altra e circondate dagli oceani, è anche questo. Poter prendere di petto i problemi senza rendere conto ai vicini, con margini di manovra inimmaginabili per h densità abitativa europea.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fiano Fulvio – Vecchi Gian_Guido 
Titolo: Francesco sceglie suor Nathalie: una donna voterà con i vescovi
Tema: Vaticano

Papa Francesco ha nominato una religiosa, suor Nathalie Becquart, come sottosegretario del Sinodo dei vescovi: sarà la prima donna che potrà votare all’assemblea del Sinodo. Un passaggio molto importante, la prima breccia di un muro che ha cominciato a vacillare nelle ultime assemblee. II Sinodo dei vescovi è stato istituito da Paolo VI nel 1965. Le donne, religiose o laiche, possono essere «uditrici» o collaboratrici e intervenire nelle assemblee, ma al momento del voto non hanno mai avuto voce in capitolo. Ora «una porta è stata aperta», dice il cardinale. Mario Grech, Segretario generale del Sinodo.
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