In evidenza sui principali quotidiani:
– Post elezioni: il punto della situazione
– Riforma fiscale: la Lega fa retromarcia
– Premio Nobel per la fisica assegnato a Giorgio Parisi
– Il virologo Galli sotto accusa con altri per un concorso truccato
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia
Autore: Napoletano Roberto
Titolo: L’Editoriale – Il Nobel dopo il rimbalzone del Pil, viene fuori un Paese migliore e il mondo lo riconosce
Tema: Premio Nobel per la fisica assegnato a Giorgio Parisi
Per celebrare la vittoria del premio Nobel di un ricercatore italiano per una ricerca fatta in Italia, bisogna risalire a Giulio Natta e correva l’anno 1963. Avevamo una grande azienda chimica e una grande università. Soprattutto avevamo Natta che si inventò il polipropilene isotattico, le vaschette di plastica della Moplen, i paraurti di plastica delle prime Seicento. II modo di vivere degli italiani e degli europei che cambia in casa, in macchina e al lavoro. Questi erano i miracoli italiani dell’Italia della prima ricostruzione quando intelligenza tecnica, riformismo cattolico e cultura laica trasformarono un Paese agricolo di secondo livello prima in un’economia industrializzata poi in una potenza economica mondiale. Se i segni della storia hanno un valore la vittoria del Nobel per la fisica di Giorgio Parisi per una ricerca fatta per due terzi in Italia nella gloriosa università de La Sapienza di Roma, significa che la Nuova Ricostruzione italiana post nuovo ’29 mondiale ha un simbolo in più di cui nutrire quella fiducia contagiosa che ha alimentato la crescita dei consumi e il rimbalzone del 6% del prodotto interno lordo (Pil). Sembra quasi che si sia tolto il coperchio della pentola a pressione della peggiore classe politica occidentale fatta di persistenti degenerazioni partitocratiche e di una miscela esplosiva di populismo e sovranismo e così tutte le energie vitali sportive, economiche, di ricerca sono esplose. Così come è di sicuro aumentata d’incanto l’accoglienza internazionale dell’Italia.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Emanuele Vincenzo – Paparo Aldo
Titolo: Fdi sorpassa la Lega, M5s crolla, Pd ai livelli 2016
Tema: Post elezioni: il punto della situazione
A fronte di un risultato complessivo largamente atteso – con la vittoria del centrosinistra a Milano, Napoli e Bologna e il ballottaggio fra le due coalizioni principali a Roma e Torino – il voto amministrativo di ieri ci consegna un quadro profondamente mutato per quanto concerne gli equilibri fra le principali forze politiche. Per provare a ricavare alcune indicazioni da queste elezioni comunali, abbiamo costruito l’aggregato di tutti i 118 comuni superiori ai 15.000 abitanti alvoto, raccogliendo, per questo insieme di comuni, i risultati elettorali del principali partiti non solo in questo 2021 ma anche nelle precedenti elezioni comunali, nelle politiche 2018 e nelle europee 2019. Naturalmente, a parte il confronto con le precedenti comunali, si tratta di dati di elezioni diverse, pertanto difficilmente comparabili. Tuttavia, limitarci al confronto con il 2016 sarebbe poco utile: troppe cose sono cambiate nel volgere di 5 anni. Per comprendere qualcosa di più è necessario guardare, seppur con cautela, a quanto avvenuto in tempi più recenti. Inoltre, tutti i comuni considerati hanno almeno 15.000 abitanti. Sono quindi esclusi i comuni più piccoli (in cui vive il 40% degli elettori italiani, e in cui tradizionalmente il centrodestraè relativamente più forte).
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Testata: Repubblica
Autore: Cuzzocrea Annalisa
Titolo: Roma, comincia la partita per il ballottaggio – Bivio Roma per Conte Elogi al candidato Pd ma l’ala dura resiste
Tema: Post elezioni: il punto della situazione
Finora Giuseppe Conte si è spinto fin dove ha potuto. «Mai con questa destra», ha detto a caldo, dopo il voto, il presidente del Movimento 5 stelle. «Il progetto da costruire è con le forze progressiste», ha ripetuto, ed erano mesi che non lo affermava in modo così chiaro. «Se abbiamo perso a Roma non è solo per gli attacchi», ha ricordato a Virginia Raggi alle prese con una narrazione complottista. Poi ancora ieri, dalla Sardegna, sull’ipotesi di un appoggio al dem Roberto Gualtieri a Roma: «Ci rifletteremo. Certo per il M5S è finita la stagione del “soli a tutti i costi”. Gualtieri ha lavorato da ministro con me nel Conte II, un’esperienza di governo misurata sul campo: la gestione della pandemia, il Pnrr, il Recovery che abbiamo portato in Italia. Sicuramente è una persona di valore». In questo momento l’ex premier non può dire altro. Torna l’immagine cara ai 5 stelle degli «elettori che non si spostano come pacchi postali». E insomma, si tentenna. In molti ai vertici del Movimento garantiscono che qualcosa di più dovrebbe arrivare la prossima settimana.
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Testata: Stampa
Autore: Carratelli Niccolò
Titolo: Le condizioni di Calenda a Gualtieri “Ti voto solo se tagli fuori i grillini”
Tema: Post elezioni: Roma verso il ballottaggio
A metà pomeriggio del “day after” Carlo Calenda scorre messaggi e chiamate sul display del suo smartphone. «Mi hanno scritto e telefonato in tanti, anche dal Partito democratico, ma Letta e Gualtieri non li ho sentiti», racconta, provando a nascondere il disappunto, legato anche al fatto di non aver raggiunto il secondo turno: «Io volevo fare il sindaco, abbiamo lavorato per quello. Quindi nonostante il risultato positivo della mia lista (è la prima a Roma, ndr) il rammarico rimane». Quanto ai complimenti ricevuti, «perfino Giorgetti mi ha scritto un messaggio, gli ribadisco la mia stima, a costo di farmi dare di nuovo del fascista». Ecco, le accuse piovutegli addosso in campagna elettorale continuano a bruciare, «certe cose non si cancellano, soprattutto se sono inutilmente insultanti nei confronti di un avversario politico». Dal Partito democratico l’hanno definita a più riprese un candidato di destra e ora si aspettano il suo appoggio a Gualtieri. «Dopo che mi sono sentito dare del leghista da persone che sedevano con me in Cdm e che sanno bene chi sono e qual è la mia storia non mi stupisco più di niente. Ma l’atteggiamento di Gualtieri e del Pd è insopportabile, un modo di interloquire davvero immaturo: prima mi offendi e poi, senza nemmeno parlarmi, dici che ti aspetti il mio sostegno al ballottaggio». Quindi fanno male ad aspettarselo? «Non è questo il punto, in politica non c’è spazio per i rancori personali. A Gualtieri chiedo una garanzia precisa, cioè che nella sua eventuale giunta non ci siano esponenti 5 stelle: il Movimento è stato nettamente bocciato dai romani e non può tornare a governare la città. Punto».
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Testata: Repubblica
Autore: s.d.r. – l.d.v.
Titolo: Concorsi truccati, Galli sotto accusa “Al Sacco favorì l’assunzione di amici”
Tema: Il virologo Galli sotto accusa con altri per un concorso truccato
Il terremoto della nuova Concorsopoli universitaria arriva ieri mattina all’alba con le perquisizioni dei carabinieri dei Nas, su ordine della procura di Milano, a docenti e ricercatori, presidenti e membri di commissioni d’esame della Statale di Milano. Tutti accusati a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa, falso materiale e ideologico per aver pilotato almeno 13 bandi a favore di candidati loro protetti. Indagati 17 docenti della Statale e 7 di altre università: Bicocca (sempre a Milano), Pavia, Tor Vergata e Sapienza a Roma, Torino, Palermo. Con loro anche i ricercatori che sarebbero stati favoriti nei bandi. Tra i 33 indagati anche l’infettivologo del Sacco Massimo Galli, accusato di aver pilotato quattro bandi. L’indagine del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dei pm Luigi Fumo e Carlo Scalas avrebbe individuato un «sistematico condizionamento delle procedure per l’assegnazione dei titoli di ricercatore e di professore ordinario e associato alla facoltà di Medicina e Chirurgia» della Statale.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Guastella Giuseppe
Titolo: Fidanza e i «contributi in black» Indagato: finanziamento illecito
Tema: Inchieste e Politica
La carica di europarlamentare di Fratelli d’Italia e relativa immunità probabilmente evitano a Carlo Fidanza la perquisizione della Finanza ma non l’iscrizione nel registro degli indagati per riciclaggio e violazione della legge sul finanziamento dei partiti assieme all’attivista Roberto Jonghi Lavarini che, invece, ieri ha ricevuto in casa la «visita» delle Fiamme Gialle. L’inchiesta è quella aperta dalla Procura della Repubblica di Milano per un esposto presentato da Europa verde e dai Verdi, a seguito del servizio realizzato da un giornalista di Fanpage che, facendosi passare per un imprenditore legato a una multinazionale, per «tre anni», afferma la testata online, si è infiltrato negli ambienti milanesi del partito fino a proporre, durante un incontro elettorale che ha preceduto le elezioni di sabato e domenica, un aiuto economico che sembra venire accettato da Fidanza e il «Barone nero» Lavarini, almeno da quanto si comprende dal filmato. I quali al fantomatico finanziatore prospettano sia la strada per un pagamento del tutto regolare, sia la possibilità di versare il denaro in «black», cioè in nero, utilizzando personaggi compiacenti in grado di fare da sponda.
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Testata: Repubblica
Autore: De Vito Luca
Titolo: “Lobby nera” a Milano Fidanza e Lavarini indagati
Tema: Inchieste e Politica
Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d’Italia, e Roberto Jonghi Lavarini, noto come il “Barone nero” sono indagati per le ipotesi di finanziamento illecito e riciclaggio dalla procura di Milano. Il fascicolo era stato aperto in seguito all’inchiesta giornalistica realizzata da Fanpage nella quale i due, ripresi da una telecamera nascosta, descrivevano forme di finanziamento della campagna elettorale più che sospette, oltre a sberleffi nei confronti del giornalista di Repubblica, Paolo Berizzi, che vive sotto scorta per le minacce dei gruppi di estrema destra. Jonghi Lavarini e Fidanza, quando si rivolgono al giornalista (che agli incontri di Fratelli d’Italia si fingeva un potenziale finanziatore del partito), fanno riferimento a movimenti di denaro in «black» e a professionisti in grado di fare da «lavatrici». Quella che per Giorgia Meloni era soltanto una «polpetta avvelenata» viene invece presa molto sul serio dagli inquirenti: gli elementi raccolti finora indicano una strada ben precisa — quella del riciclaggio e dei finanziamenti illeciti — su cui la procura ha deciso di vederci più chiaro.
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Testata: Stampa
Autore: Romagnoli Gabriele
Titolo: L’analisi – Le periferie silenti
Tema: Post elezioni: nelle periferie vince l’astensionismo
Come un gatto in tangenziale o come un politico in periferia. Durano lo stesso lasso di tempo. Più o meno: un lampo. O scappa o è travolto. Miao, sono venuto a cambiarvi la vita …vrooom! A travolgere i candidati alle elezioni amministrative dell’ottobre 2021 è stato il camion dell’astensionismo. Trasportava i renitenti al voto di Tor Bella Monaca (Roma), Barriera di Milano (Torino), Secondigliano (Napoli). La controtendenza di Milano e Bologna (dove invece è più inerte il centro) è relativa: in assoluto, le periferie non ci stanno, non nell’urna. In queste ore gli scienziati e i protagonisti della politica si affannano in analisi e proclami. «Non hanno trovato rappresentanza», «Esprimono disillusione», «La sfida è riportarle al voto». Tutte le affermazioni tradiscono più che un pizzico di condiscendenza: laggiù, ai margini, non sanno quello che non fanno (cioè votare). Nel loro distacco le periferie vivono le scadenze elettorali come le vecchie zie vivono le feste comandate. Sanno che i nipoti, una tantum, si faranno vedere, accenderanno sorrisi, esprimeranno affetto, ma tutto quel che si aspetteranno è un regalo, meglio se dentro una busta e poi spariranno fino alla successiva ricorrenza.
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Economia e finanza
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Parente Giovanni
Titolo: Irpef, subito il taglio al cuneo in manovra e poi la riduzione delle aliquote
Tema: Riforma Fiscale
Il messaggio del ministro dell’Economia, Daniele Franco, al termine del Consiglio dei ministri è stato molto chiaro su dove il Governo intenda intervenire. Punto numero uno: bisogna «ridurre il cuneo fiscale sul lavoro che in Italia è relativamente elevato, per un lavoratore di reddito medio è di 5 punti superiore a quello degli altri paesi europei e di ii punti rispetto alla media del paesi Ocse». Punto numero due: «Larga parte del cuneo è imputabile all’imposta sulle persone fisiche». Un doppio ordine di considerazioni che richiedono un doppio ordine di interventi. Di fatto, l’attuazione del capitolo sulla tassazione «personale» dei redditio contenuto nel Ddl di delega si poner in linea di continuità con l’intervento che l’Esecutivo sta già preparando all’interno della prossima manovra economica. Lì, stando anche alle dichiarazioni di diversi esponenti politici dei giorni scorsi, si sta studiando come ridurre il differenziale in termini di tassazione. Naturalmente è tutt’alto che un discorso di teoria, perché la differenza (e tanta) la faranno le risorse «Vedremo che margini ci sono», ha anticipato Franco ricordando che «già sono stanziati 2 miliardi per il 2022 che diventa un miliardo per gli anni successivi» e che «l’intervento in legge di bilancio sarà coerente con questa legge delega».
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Fiammeri Barbara
Titolo: La Lega diserta, Draghi: spiegherà – Draghi tira dritto sul Catasto «Nessuno pagherà di più»
Tema: Riforma fiscale: la Lega fa retromarcia
Mario Draghi, prima di ribadirlo in conferenza stampa, lo aveva già confermato in Cdm: le rendite restano invariate, nessuno pagherà di più odi meno con la «riformulazione del Catasto, che peraltro si attuerà in 5 anni. E più in generale la riforma fiscale non è destinata ad alimentare le entrate, «ad aumentare il gettito». Le rassicurazioni del premier (e del ministro dell’Economia Daniele Franco) però non sono bastate alla Lega, che dopo aver abbandonato polemicamente la Cabina di regia (presente Massimo Garavaglia al posto di Giancarlo Giorgetti) ha disertato anche il Consiglio dei ministri. È la prima reazione post elettorale. Draghi lo sa bene e quando arriva davanti ai giornalisti prima di imbarcarsi per la Slovenia dove si tiene il Consiglio europeo, cerca di minimizzare: «Lo spiegherà Salvini». Dopo aver salutato con orgoglio il premio Nobel per la Fisica a Giorgio Parisi, il presidente del Consiglio parla dei contenuti del provvedimento appena approvato senza fare alcun accenno alla mancata presenza dei tre ministri del Carroccio (oltre a Giorgetti e Garavaglia anch Erika Stefani).
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Marro Enrico
Titolo: Riforma fiscale, il caso Lega Draghi: ora Salvini spiegherà
Tema: Riforma fiscale: la Lega fa retromarcia
Via alla riforma del fisco, nonostante l’assenza della Lega. Il consiglio dei ministri ha approvato ieri il disegno di legge delega per la riforma fiscale. Ma la tensione nella maggioranza è alle stelle. Il Carroccio, alle prese con le fibrillazioni interne dopo il deludente risultato delle amministrative, ha prima abbandonato il tavolo della cabina di regia convocato dal premier Mario Draghi per esaminare il provvedimento e poi non ha partecipato con i suoi ministri alla riunione di governo che ha approvato i dieci articoli del testo. Nella successiva conferenza stampa Draghi ha difeso la scelta di andare avanti, perché «ci saranno diverse occasioni di confronto sia in Parlamento sia in sede di preparazione dei decreti attuativi della riforma». Il presidente del Consiglio non ha nascosto che quello della Lega è stato «un gesto serio», ma sulle conseguenze che esso potrà avere ha detto che «bisogna aspettare che cosa dirà la Lega. Salvini spiegherà». In realtà la risposta della Lega non si è fatta attendere. Matteo Salvini ha convocato una conferenza stampa subito dopo quella di Draghi e non è stato tenero («Non stiamo parlando dell’oroscopo ma della legge delega sulla riforma fiscale») mentre il leader del Pd ha riunito d’urgenza i ministri dem. «È gravissimo lo strappo della Lega. Chiediamo a Draghi di andare avanti», dice Enrico Letta.
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Testata: Repubblica
Autore: Pagni Luca
Titolo: I prezzi record dell’energia si abbattono sui trasporti
Tema: Caro prezzi dell’energia
L’autunno caldo dell’energia è soltanto all’inizio. Dopo gli aumenti record delle bollette dell’elettricità e del gas naturale — salite rispettivamente del 29,8% e del 14,4% — ora è la volta dei trasporti. Nel corso dell’ultima settimana la spesa media per un pieno di benzina è salita di oltre 5 euro e fino a 7 euro per i diesel. Non solo: il gas ai massimi storici spinge anche i costi per il Gpl e per chi possiede un’auto a metano, visto che in alcuni distributori il prezzo supera quello del gasolio. E per quanto le auto elettriche siano ancora un mercato di nicchia (7% del parco macchine in Europa e del 4,1% in Italia), anche i prezzi delle ricariche alle colonnine nelle aree metropolitane hanno raggiunto il loro massimo storico. Per i modelli più esclusivi, il “pieno” fast charge arriva a costare quanto un pieno di gasolio. Per i consumatori c’è una doppia conseguenza negativa: pagano di più quando fanno il pieno al distributore e quando vanno a fare la spesa al supermercato. Il caro-energia fa salire i costi dei trasporti e viene poi ribaltato sul prezzo finale di beni e prodotti. Da qui le preoccupazioni per la ripresa dell’inflazione, dopo otto di annidi curve piatta per il costo della vita.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Bellomo Sissi
Titolo: Gas da record in Europa: +19% in un solo giorno – L’energia a prezzi record in Europa inizia a frenare le attività industriali
Tema: Caro prezzi dell’energia
Gas e petrolio, carbone ed elettricità. Ogni giorno porta nuovi record di prezzo e la bolletta energetica è ormai diventata così pesante che comincia a frenare i consumi di combustibili. Sono le leggi di mercato: se l’offerta non riesce a salire, prima o poi ci sarà una reazione sul fronte della domanda. Il momento sembra essere arrivato. E non è un buon segnale, anche se potrebbe contribuire a raffreddare il mercato. Perché a minori consumi di energia corrisponde un rallentamento delle attività manifatturiere, che si traduce in una seria minaccia per la crescita economica. Il fenomeno è esploso con evidenza in Cina, dove la crisi energetica è diventata pesantissima, al punto da costringere a blackout e blocchi produttivi in migliaia di imprese: Goldman Sachs stima che addirittura il 44% delle attività industriali nel Paese ripercussioni che si faranno sentire sul Pil. Solo tra le fonderie cinesi di alluminio, impianti tra i più energivori, si stima una perdita di capacità produttivadi 2 milioni di tonnellate sia in qualche modo colpito da carenze o restrizioni all’impiego di energia, con ripercussioni che si faranno sentire sul Pil.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Cellino Maximilian
Titolo: Intervista a Lawrence Summers – «Adesso tocca alle politiche fiscali»
Tema: Banche centrali
«Stiamo entrando in un periodo di inflazione dopo anni caratterizzati da prezzi stabili o addirittura in discesa, i tassi di interesse dovranno quindi inevitabilmente crescere e questo potrebbe rendere più complessa la gestione del debito enorme generato da annidi politiche monetarie ultra-espansive». Dall’alto della propria esperienza, Lawrence Summers non può che guardare con una certa preoccupazione ai recenti sviluppi macroeconomici e alle sfide che attendono il mondo post-Covid. Non per questo però il presidente emerito della Harvard University – con un passato illustre da capo economista della Banca Mondiale, segretario al Tesoro Usa durante l’Amministrazione Clinton e consulente economico di Barack Obama – perde la fiducia in coloro che dovranno gestire la nuova era. Il Sole 24 Ore lo ha intercettato in occasione del suo intervento al T20 Summit organizzato da Ispi e Bocconi in vista del vertice G20 che si terrà a Roma a fine mese sotto la presidenza di turno italiana e con la guida di Mario Draghi, al quale lo stesso Summers non ha lesinato raccomandazioni e consigli. Perché è sicuro che l’economia globale sia a un punto di svolta? Per quanto possano diventare ancora più espansive, le politiche monetarie non sono in grado di evitare i colli di bottiglia sul lato dell’offerta e partendo da tassi di interesse così bassi avranno anche un’efficacia limitata nel dare sostegno alla domanda. Penso che l’età d’oro delle Banche centrali stia volgendo al termine e le manovre fiscali possano tornare a essere uno strumento dominante della politica di stabilizzazione.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Taino Danilo
Titolo: «La ripresa mondiale zoppica, il debito salito al 100% del Pil»
Tema: Ripresa economica
Una Kristalina Georgieva «carismatica» e «ispiratrice» — così l’ha salutata Mario Monti — ha detto ieri che la ripresa dell’economia mondiale avanza «zoppicando» a causa della pandemia, che il recupero dopo la crisi è ineguale tra le diverse economie e che occorre trovare le strade per ridurre le divergenze tra Paesi ricchi e Paesi poveri. La managing director del Fondo monetario internazionale (Fmi) ha fatto sapere che gli economisti dell’organizzazione che guida si aspettano ora che la crescita «si moderi leggermente quest’anno» rispetto all’aumento del Pil globale del 6% previsto a luglio. Georgieva parlava — in collegamento da Washington con l’aula magna dell’Università Bocconi — alla seconda giornata (su tre) della presentazione finale del T20, il gruppo di 600 think-tank mondiali, coordinati quest’anno dall’Ispi di Milano, che ha proposto una serie di temi e di politiche al summit dei capi di governo del Geo che si riunirà a Roma a fine mese. Ha chiarito che «i rischi e gli ostacoli a una ripresa globale sono più pronunciati» che poco tempo fa: «i sassi nelle nostre scarpe sono diventati più dolorosi». Ne ha individuati tre. II primo è la divergenza nella crescita.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Basso Francesca
Titolo: La Lente – Patto di Stabilità, al via i colloqui La scadenza di gennaio 2023
Tema: Patto di Stabilità
Ci siamo. Il 19 ottobre la Commissione Ue presenterà la comunicazione che darà l’avvio alla discussione sulla riforma della governance del patto di Stabilità. Da gennaio 2023 il patto, ora sospeso a causa della crisi scatenata dal Covid, tornerà a essere applicato e per quella dMa «dobbiamo essere pronti», ha detto il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, ieri al termine dell’Ecofin. Un tema assai delicato sul quale è necessario creare «il consenso», ha aggiunto. Le proposte arriveranno nella primavera del prossimo anno: «Abbiamo una finestra di opportunità, non indefinita — ha spiegato —. Uno dei temi che saranno affrontati sarà il livello di debito pubblico e come affrontarlo». La nuova comunicazione, che si aggiunge a quella del febbraio 2020 su come hanno funzionato in passato le regole del Pwo e Six Pack, «darà forma alla discussione sulle lezioni che bisogna trarre dopo la pandemia di Covid-19».
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Testata: Foglio – Inserto
Autore: Marengo Umberto
Titolo: Per attuare il Recovery plan serve un nuovo modello di management della Pa
Tema: Recovery plan
Il Recovery plan porterà nelle casse dello stato oltre 240 miliardi euro e un piano di oltre trecento pagine di riforme. Ma lo stato ha gli strumenti e un metodo all’altezza di queste ambizioni? Le pubbliche amministrazioni, non solo in Italia, sono organizzate su un modello “industriale”, dall’alto verso il basso che non riesce a adattarsi alla complessità delle relazioni sociali e alle nostre crescenti e contraddittorie aspettative. L’idea di fondo di questo modello, il cosiddetto New public management, è che il successo della Pa si misura sulla base dei risultati concreti raggiunti. Applicare correttamente le nonne non basta. Lo stato può fornire i migliori servizi professionalizzando il management, standardizzando le prestazioni – le cosiddette best practice – e con un costante controllo di costi e risultati. Efficienza e servizio al cittadino sono le parole d’ordine. La politica identifica gli obiettivi e l’amministrazione li trasforma in azioni misurabili e indicatori. Benché nato negli anni Ottanta in un periodo di riduzione del ruolo dello stato, questo modello può essere usato sia per espandere che per contrarre la spesa pubblica.
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Romano Beda
Titolo: Ue alla prova della Difesa comune e dell’ingresso dei sei Stati balcanici – Difesa, Usa, Cina, Balcani: la Ue a confronto con le nuove sfide
Tema: Le nuove sfide dell’Ue
Alle prese con l’unilateralismo americano e l’interventismo cinese, i Ventisette sono riuniti tra ieri e oggi qui in Slovenia per un vertice il cui piatto forte è il rapporto con i Paesi dei Balcani in un contesto nel quale la loro adesione all’Unione appare lontana. A margine, i Paesi membri sono chiamati a una riflessione sul futuro politico dell’Unione Europea dopo una estate segnata dalla crisi afghana, il nuovo accordo tra Stati Uniti, Australia e Regno Unito, e un crescente attivismo militare di Pechino. Gli ultimi avvenimenti hanno rilanciato il concetto di autonomia strategica. A molti dirigenti europei è ormai chiaro che l’ombrello americano non è più l’assicurazione sulla vita a cui sono stati abituati per decenni. È pronta tuttavia l’Unione ad assumere nuove responsabilità sulla scena mondiale? Il percorso è lungo e accidentato, ma mai come oggi è discusso apertamente, anche per via di una pandemia che ha messo in luce le molte vulnerabilità europee. Le fragilità si registrano nella difesa, nel high-tech e anche nell’energia (ieri cinque Paesi – Francia, Spagna, Grecia, Romania e Repubblica Ceca – hanno firmato una lettera per chiedere una riforma del mercato europeo pur di contrastare il forte aumento dei prezzi).
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Basso Francesca
Titolo: I leader si vedono: spinta per la difesa Ue
Tema: Le nuove sfide dell’Ue
L’Unione europea come difende i propri interessi e valori nel mondo? La cena informale tra i leader Ue che si è tenuta ieri sera al castello di Brdo, vicino a Lubiana, in Slovenia, ha cercato di dare una risposta, affrontando i temi che negli ultimi mesi hanno messo in difficoltà l’Unione, a cominciare dai modi del ritiro americano dall’Afghanistan fino al patto Aukus sulla sicurezza tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia, passando dalla relazione con la Cina. Situazioni che hanno evidenziato la necessità per l’Ue di sviluppare una propria autonomia strategica e una difesa comune. «Vediamo che dobbiamo essere in grado di agire un po’ più autonomamente in modo che le nostre alleanze siano più forti», ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel al suo arrivo. «Siamo forti sostenitori dell’approccio multilaterale», ha spiegato ribadendo che «la Nato è un pilastro della sicurezza su cui contiamo». Ai leader Michel ha annunciato che gli Stati membri dovranno concordare una nuova dichiarazione Ue-Nato e le discussioni preparatorie porteranno a un nuovo concetto strategico dell’Alleanza. La discussione era delicata e per garantirne la riservatezza Michel ha chiesto che il dibattito si svolgesse senza dispositivi elettronici. Il presidente francese Emmanuel Macron, che ieri mattina a Parigi ha visto il segretario di Stato Usa Antony Blinken, dopo le tensioni tra Parigi e Washington per la cancellazione da parte dell’Australia della commessa di sottomarini francesi, ha spiegato al suo arrivo che «dobbiamo essere chiari con noi stessi su ciò che vogliamo per noi stessi, per i nostri confini, per la nostra sicurezza, per la nostra indipendenza energetica, industriale, tecnologica e militare».
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Fatiguso Rita
Titolo: Taiwan, Pechino aumenta la pressione con incursioni aeree quotidiane
Tema: Tensione Pechino-Taiwan
Da un lato la difesa della libertà, dall’altro quella di una sovranità unica e indivisibile. In mezzo, sullo Stretto che divide Taipei e Pechino, 150 tra caccia J-16 e bombardieri H-6 con testate nucleari, un flusso che dal 1° ottobre, Festa della Repubblica popolare cinese, sembra non interrompersi più. Gli aerei militari, a decine, entrano da Sud-Ovest nella zona di identificazione della difesa aerea monitorata da Taiwan, troppi per dormire sogni tranquilli e non attivare, con l’allerta, la contraerea. Come potrebbe essere altrimenti? La Cina ha affermato di voler riprendere il controllo dell’isola, se necessario, anche con la forza. «Ci difenderemo da soli», ripete Tsai Ing-wen, la presidente di Taiwan, «perché siamo già una nazione sovrana e indipendente: Pechino deve ricordare che se Taiwan dovesse cadere le conseguenze sarebbero catastrofiche per la pace nell’area e per il sistema delle alleanze democratiche». Di fatto Taipei è diventata l’epicentro di una crisi diplomatica globale, su cui si stanno scaricando le tensioni del rapporto tra Cina e Stati Uniti, le due potenze militari mondiali. In cielo e terra, la situazione peggiora, le incursioni aumentano di ora in ora e i traffici in mare anche.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Montefiori Stefano
Titolo: Ma Francia e Germania si trovano su fronti opposti nelle forniture di navi della disfida greco-turca
Tema: Francia-Germania
«Belharra» è il nome di un’onda gigante, agognata dai surfisti, che si forma talvolta al largo di Urrugne, nei Paesi Baschi francesi. Così si chiamano anche le tre fregate che la Francia ha venduto una settimana fa alla Grecia. «Classe U-214» è invece il nome, meno evocativo, dei sei sottomarini che la Germania continua a voler vendere alla Turchia, nonostante le proteste greche e il parere contrario di alcuni partiti (Verdi e Die Linke). Il presidente francese Emmanuel Macron si è fatto l’alfiere di principi come «sovranità europea» e «difesa comune della Ue», ma se le tensioni tra Grecia e Turchia dovessero un giorno crescere fmo al punto di non ritorno, Francia e Germania potrebbero affrontarsi nel Mediterraneo per interposti armamenti: le navi francesi Belharra contro i sottomarini tedeschi U-214. È il paradosso che più mette in luce le difficoltà di arrivare a una visione strategica comune europea nell’ambito della politica internazionale e quindi della difesa.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Gaggi Massimo
Titolo: La ex di Facebook in Senato «Vi prego, intervenite»
Tema: Contro i rischi di Facebook
«Quando il governo si è reso conto che il fumo è nocivo per la salute è intervenuto. Quando è stato chiaro che le cinture di sicurezza salvano vite umane il governo ha obbligato l’industria dell’auto ad adottarle. Quando si è visto che i farmaci oppioidi creano dipendenza la politica è intervenuta. Vi supplico di farlo anche ora davanti ai danni sociali provocati da Facebook». E’ il momento più potente della testimonianza resa ieri al Senato di Washington da Frances Haugen, la ex product manager della società di Mark Zuckerberg che, lasciata l’azienda, ha deciso di denunciare i suoi comportamenti nocivi prima consegnando a un quotidiano documenti interni che dimostrano la consapevolezza da parte del gigante dei social media dei danni che provoca ai suoi utenti (soprattutto i più giovani), poi esponendosi in prima persona davanti alle telecamere della Cbs, infine con un’audizione parlamentare. Appello forte quello della Haugen anche perché il senatore Richard Blumenthal, presidente del comitato che l’ha convocata, ha ricordato che qualche decennio fa, da procuratore generale del Connecticut, fu tra i protagonisti della battaglia per la regolamentazione di big tobacco per il fumo e ha promesso di fare ora altrettanto con big tech.
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Testata: Repubblica
Autore: Ginori Anais
Titolo: La Chiesa francese travolta dalle accuse “Oltre 300mila vittime di preti pedofili”
Tema: Accuse pesanti per la Chiesa in Francia
«Abbiamo scoperto una realtà spaventosa che supera nell’orrore qualsiasi immaginazione». Chiedendo perdono alle vittime, il presidente della Conferenza episcopale francese, Eric de Moulins-Beaufort, fa capire che non è più tempo dell’omertà. La chiesa cattolica d’Oltralpe vive il suo giorno del Giudizio, con la presentazione dell’atteso “rapporto Sauvé”, dal nome del responsabile che negli ultimi 32 mesi ha indagato con altri ventuno esperti – fra cui teologi, avvocati, psichiatri – sugli abusi dei preti pedofili dal 1950 ad oggi. Il risultato è “sconvolgente” come sottolinea Jean-Marc Sauvé. I vescovi francesi hanno chiamato questo cattolico praticante ed ex vicepresidente del Consiglio di Stato per tentare di far luce sui crimini sessuali compiuti da sacerdoti in totale impunità e che per la giustizia francese sono ormai quasi tutti prescritti. Partendo da centinaia di testimonianze ma anche dallo studio di vari archivi storici, la commissione ha rintracciato oltre 3200 preti sotto accusa, molti defunti. Usando calcoli statistici, la commissione ha elaborato una stima pari a 212mila vittime della pedocriminalità in parrocchie e seminari, una cifra che aumenta fino a oltre 300mila se si aggiungono i membri laici della Chiesa.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Sorrentino Riccardo
Titolo: Chiesa francese sotto shock, 330mila minori abusati
Tema: Accuse pesanti per la Chiesa in Francia
Un numero enorme: 216mila minori vittime di pedofilia da parte dei religiosi in 70 anni, più di tremila l’anno. Anche di più, 330mila, se si considerano anche gli abusi di sacrestani, insegnanti e personale laico. Il rapporto sugli abusi su minori nella Chiesa cattolica, commissionato da alcuni vescovi all’ex vicepresidente del Consiglio di Stato Jean Marc Sauvé è impietoso, nelle sue 2.500 pagine. La commissione (Commission indépendante sur les abus sexuels dans l’Église, Ciase) ha lavorato per due anni e mezzo, ricevendo dalle gerarchie finanziamenti per tre milioni, allo scopo di individuare le dimensioni del fenomeno e di trovare possibili contromisure. Il fenomeno è davvero diffuso: i “predatori” – preti o religiosi – sono stimati, in modo molto prudente, in un numero minimo compreso tra i 2.900 e 3.200, tra il 2,5% e il 2,8% del totale dei preti in attività nel periodo (115.500): una percentuale peraltro minore del 4,4% della Germania, del 4,8% degli Usa, del 7% dell’Australia o dell 7,5% dell’Irlanda. «Sarà una deflagrazione», aveva detto lunedì all’agenzia di stampa Agf, restando anonimo, uno dei venti esperti circa che hanno partecipato ai lavori del documento, presentato ieri alla presenza di Éric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza episcopale di Francia, e di Véronique Margron, presidente della Conferenza delle religiose e dei religiosi degli istituti e delle congregazioni. Lo studio si è basato su un sondaggio di 28mila persone, che ha anche permesso di stabilire il numero complessivo di minori vittime di abusi sessuali in Francia tra 1950 e 2020: sono cinque milioni e mezzo di persone. Le violenze avvenute all’interno della Chiesa sarebbero dunque il 4% del totale.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Vecchi Gian_Guido
Titolo: Becciu e il palazzo di Londra, l’accusa adesso chiede l’azzeramento del processo
Tema: Caso Becciu
L’accusa chiede la «restituzione degli atti» e quindi l’azzeramento del processo, per ricominciare da capo; le difese contestano il procedimento alla radice e insistono sull’istanza di «nullità». Ia seconda udienza del processo sugli investimenti con i fondi della Santa Sede, che vede imputati il cardinale Angelo Becciu e altri nove tra laici ed ecclesiastici, va ben oltre le classiche schermaglie procedurali. Il procedimento incentrato sull’acquisto del palazzo di Sloane Avenue, a Londra, potrebbe fermarsi prima ancora di essere davvero iniziato. Ieri il presidente del Tribunale vatirano, Giuseppe Pignatone, ha rinviato l’udienza e scioglierà la riserva sulle richieste stamattina: quasi fosse una sentenza, si decideranno le sorti del processo. Degli imputati, in aula, ieri c’erano solo il cardinale Becciu, imperturbabile, e monsignor Mauro Carlino, come nella prima udienza di fine luglio. La confusione è grande.
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***chita/