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SINTESI IN PRIMO PIANO – 6 ottobre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Virus, riparte la battaglia. Il governo blinda le frontiere. Campania regione più a rischio;
– Svolta sui migranti, il governa cancella i decreti Salvini;
– Il Pd prevale nei ballottaggi: «Una spinta per il governo»;
– Dl agosto al traguardo. Sisma, bonus 160% sotto tiro. Gualtieri: ripresa riscossione graduale;
– Nexi-Sia, fusione da 15 miliardi. Campione europeo dei pagamenti;
– Fmi contro la crisi: “Gli Stati devono fare più investimenti”;
– L’Oms: “Uno su dieci contagiato dal Covid”. È allerta a Parigi, stretta su bar e ristoranti;
– Trump, ritorno a casa «Non temete il Covid». Ma per i medici non è fuori pericolo.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Feste e multe: ecco le regole – Il Cts e l’offensiva contro la movida Balli vietati, limiti alle feste private
Tema: Emergenza Coronavirus

Nuova fase nella lotta contro il virus. Si fanno i conti con l’impennata di contagi e nel decreto che il governo approverà tra oggi e domani per la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021 saranno fissati tutti i criteri per il rinnovo del Dpcm del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Un provvedimento che sarà comunque rivisto se la curva epidemica dovesse crescere, soprattutto per non mandare in affanno le strutture sanitarie. Ma, garantisce il premier, non ci saranno coprifuoco. Fino al 7 novembre stop al ballo anche «nei luoghi privati aperti al pubblico», distanziamento da rispettare ovunque, mascherine obbligatorie all’aperto su tutto il territorio nazionale. Lo stato di emergenza sarà prolungato fino al 31 gennaio.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso 
Titolo: Virus, riparte la battaglia – Il governo blinda le frontiere Campania regione più a rischio
Tema: Emergenza Coronavirus

Nessuno lo nega più, a Palazzo Chigi: la seconda ondata è tra noi. Preme. Si avvertono rumorosi scricchiolii in alcune aree sotto pressione. E bisogna rafforzare la diga, prepararsi alla guerra. «Nessun territorio può considerarsi fuori pericolo – spiega a sera in videoconferenza Roberto Speranza, convocando I governatori e l’Anci di Antonio Decaro – Chiediamo a tutti grande cautela. E di mantenere misure uniformi iri tutto il Paese». Per questo, preannuncia Francesco Boccia nel chiuso della riunione, il ministro della Salute sta valutando «specifiche misure di sicurezza» per teatri, palazzetti sportivi e altri luoghi pubblici. Il limite, oggi, è duecento persone. L’esecutivo ragiona se scendere a cento, ma la scelta a sera torna in bilico: molto dipenderà dalle linee guida che fornirà oggi il Parlamento. Siamo a un punto di svolta. Già stasera il consiglio dei ministri prorogherà lo stato d’emergenza per decreto. Poi, mercoledì, arriverà un giro di vite col nuovo dpcm, valido per 30 giorni. Evitando (per ora) di colpire l’economia con duri lockdown totali. Evitando restrizioni agli orari di bar, ristoranti, piscine. Con una diga interna, fatta di mascherine all’aperto in tutta Italia. E una esterna, per stoppare i contagi di importazione dai Paesi europei più colpiti dal Covid, estendendo i tamponi obbligatori a chi rientra dal Regno Unito, Olanda e Belgio (dopo Spagna, Malta, Croazia) e forse allargando la misura all’intera Francia, non solo ad alcune regioni. Sullo sfondo, intanto, e ancora solo ufficiosamente, si fa strada lo scenario di chiusure territoriali. Province o porzioni di Regione. Le più a rischio sono Campania, poi Liguria e Lazio.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Basso Francesca 
Titolo: Istituzioni bloccate per il Covid Parlamento e Consulta a singhiozzo
Tema:  Emergenza Coronavirus

A Roma come a Bruxelles, il Covid entra nelle stanze del potere. Dopo i due senatori risultati positivi la scorsa settimana, ora ad avere contratto il virus sono due deputati ma nel rispetto delle regole la Camera proseguirà oggi i lavori, mentre sono state sospese le sedute delle commissioni Bilancio ed Esteri dopo che sono risultati positivi Beatrice Lorenzin e il sottosegretario Riccardo Merlo. E’ stata rinviata anche l’udienza pubblica di oggi della Consulta per l’accertamento di quattro casi, mentre prosegue l’attività ordinaria. Il rinvio, spiega una nota della Consulta, si è reso necessario in via cautelare per il protrarsi dei tempi per i tamponi effettuati a giudici e personale della Corte dopo l’accertamento dei quattro casi di Covid. Le linee guida sanitarie italiane prevedono, come misura prudenziale, quattordici giorni di isolamento fiduciario a chi è stato in stretto contatto con chi è risultato positivo al Covid anche quando l’esito del proprio test sia negativo. In Belgio, invece, la quarantena dura sette giorni. E infatti oggi la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, uscirà dall’autoisolamento iniziato di fatto domenica sera, dopo avere appreso di avere partecipato martedì, durante il suo viaggio in Portogallo, a un incontro a cui era presente una persona che domenica è risultata positiva al Covid-19.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Caccia Fabrizio 
Titolo: L’allarme dopo un comizio di Salvini A Terracina il rischio di un focolaio
Tema: Emergenza Coronavirus

Lo speaker di quella serata elettorale è ricoverato da sabato scorso per Covid all’ospedale di Latina. Era la sera del 25 settembre: cena al ristorante Il Tordo di Terracina, 300 invitati, tutti molto assembrati, termoscanner agli ingressi e mascherine. C’era Matteo Salvini, il leader della Lega, accorso per tirare la volata al candidato sindaco Valentino Giuliani, sconfitto però ieri al ballottaggio. Era presente tutto lo stato maggiore del Lazio a quella cena ed ecco che adesso, 11 giorni dopo, il bilancio è preoccupante: il deputato della Lega Francesco Zicchieri, coordinatore regionale del partito, ha scoperto ieri di essere positivo anche lui, dopo il doppio tampone. «L’ho sentito al telefono, Zic dice che non ha sintomi, sta bene», racconta il capogruppo leghista alla Regione Lazio, Angelo Orlando Tripodi, che però da ieri mattina si è chiuso in casa in isolamento volontario e oggi andrà a fare il tampone pure lui. «Sto bene, passerà anche questa», ha scritto via social lo stesso Zicchieri ai militanti. L’ex sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, presente al Tordo quella sera, prova a sdrammatizzare: «Io sto benissimo, se la Asl mi chiama vado a fare subito il tampone». La Asl di Latina, però, ha già avviato le indagini ed è forte il timore che proprio da quella cena elettorale si sia sviluppato un cluster, un focolaio, perché negli ultimi giorni c’e stata un’impennata in tutta la provincia. L’allarme è tale che ieri mattina, dopo un vertice in Prefettura a Latina, la dirigente dell’ufficio scolastico territoriale, Anna Carbonara, aveva invitato i presidi di tutti gii istituti statali e paritari di ogni ordine e grado a riprendere l’utilizzo della didattica a distanza: in pratica a chiudere le scuole.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Rebotti Massimo 
Titolo: Ballottaggi, al Pd 6 capoluoghi su 9 Rimonta a Lecco – Il Pd prevale nei balloltaggi «Una spinta per il governo»
Tema: Regionali – Ballottaggi

I ballottaggi nei Comuni consolidano l’affermazione del centrosinistra alle Regionali di 15 giorni fa (dove aveva ottenuto un insperato pareggio, 3-3) e lanciano anche un segnale sulla consistenza elettorale dell’asse Pd-M5S. Festeggia Zingaretti: «Una parte della mia missione da segretario è stata raggiunta» mentre Conte chiama Di Maio per complimentarsi. E se il centrodestra aggiunge Arezzo a Venezia e Macerata che aveva conquistato al primo turno, il centrosinistra si aggiudica altri 6 Comuni (Bolzano, Aosta, Lecco, Reggio Calabria, Chieti e Andria) oltre ai tre – Mantova, Trento e Trani – che aveva vinto 15 giorni fa. II M5S conquista Matera. Per i dem la partita centrale dei ballottaggi si giocava a Reggio Calabria e si è risolta con una riconferma del sindaco uscente Giuseppe Falcomatà con il 58,4%. L’altro chiaro segnale positivo per il centrosinistra arriva dalla Lombardia – vince a Lecco in rimonta (ma il centrodestra chiede il riconteggio dei voti), Legnano, Saronno e Corsico. Vengono poi strappate al centrodestra Chieti e Andria (qui vince l’unica donna in lizza in nove capoluoghi, Giovanna Bruno con il 58,9%, contro un candidato 5 Stelle) Pomigliano premia Luigi Di Maio. “Una spinta per il governo” commenta il Pd.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lopapa Carmelo – Vitale Giovanna 
Titolo: La rivincita di Zingaretti già in pressing per Roma
Tema: Regionali – Ballottaggi

Altro che Morte Nera, «questo è il ritorno dello Jedi» si congratula per primo Enzo Amendola. Segno che dalle parti del Nazareno la saga di Star Wars ha fatto breccia e Nicola Zingaretti nei panni di Luke Skywalker ci si trova benissimo. Le forze dell’Alleanza ribelle, giusto per restare in tema, hanno trionfato ai ballottaggi, espugnando persino alcune roccaforti dell’Impero, e oggi il suo promotore, quello che per mesi ha spinto in solitaria per l’unione anti-sovranista, si prende la rivincita. «Chiamatemi il sindaco di Legnano», chiede il segretario: vuol complimentarsi di persona con chi ha strappato alla Lega uno dei suoi simboli – il paese della leggendaria battaglia condotta da Alberto da Giussano contro il Barbarossa – rompendo il fronte del Nord che sembrava aver voltato le spalle al Pd. E invece ecco: Bolzano, Lecco, Aosta, dopo la conferma di Mantova, dimostrano che insieme «si vince dove si perdeva da anni», esulta il leader dem. La prova di «un dato politico inoppugnabile: gli elettorati delle forze che governano si uniscono», senza ascoltare le sirene di questo o quel capopopolo, né «il chiacchiericcio sulle alleanze strategiche», punzecchia Zingaretti all’indirizzo di chi, dentro e fuori il partito, lo accusava di voler andare a nozze coi Cinquestelle perché subalterno, incapace di fare il risultato da solo. E guardate adesso: Di Maio è costretto ad ammettere che «le coalizioni ci premiano ovunque, gli iscritti avevano ragione». E lui gongola: «Dopo la sconfitta del 2018 il Pd ha riconquistato la sua centralità», rivendica. «Mi ero candidato segretario quasi solo per questo: ridare agli italiani una forza alternativa al blocco delle destre. Una parte di quella missione è raggiunta».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Malaguti Andrea 
Titolo: Intervista a Luigi Di Maio – Di Maio: “Le alleanze pagano” Nei conti la bomba pensioni – “L’alleanza premia i 5 Stelle e rafforza Conte I soldi del Recovery per aiutare le imprese”
Tema: Regionali – Ballottaggi

II ministro degli Esteri esulta per il risultato nei ballottaggi, evita polemiche con Di Battista e manda un messaggio a Zingaretti “Casaleggio vuole andare da un giudice? Non esageriamo, bisogna ritrovare unità. Abbiamo vinto in tutti i Comuni in cui siamo andati in coalizione”. Apparentemente aveva torto Di Battista. L’alleanza tra i Cinque Stelle e il Pd non è la Morte Nera. Le piccole soddisfazioni dei ballottaggi per le comunali – da Matera a Pomigliano -arrivano dal patto un tempo innaturale tra i dem e quel che resta del grillismo. «Un modello vincente che paga, rafforza il governo Conte e va sfruttato al massimo», dice Luigi Di Maio. Sono lontani i tempi in cui il ministro degli esteri e il suo irrequieto (ex) compagno di viaggio si consideravano fratelli. Adesso si guardano ostili, di cattivo umore, serrando i denti come se volessero tenere in bocca le parole cattive.  Ministro, sta comodo nella Morte Nera? «Vado sul concreto: qui stiamo governando un Paese. L’Italia è la settima potenza mondiale, non il parco giochi sotto casa. Serve responsabilità, soprattutto in questa fase. Questo non vuol dire che tutto è perfetto. Forse sarebbe stato più facile starsene con le mani in mano, a puntare il dito dall’opposizione, non c’è dubbio. Ma gli italiani ci hanno dato un mandato preciso, ci hanno chiesto di esserci e l’esito referendario lo ha confermato». Traduco: sto comodo anche se a Di Battista non piace. Mi basta che in tutti Comuni dove ci siamo presentati in coalizione abbiamo vinto. Da Pomigliano a Matera, passando per Giugliano e Caivano. Io sono andato a sostenere i nostri candidati perché sono persone in carne ed ossa, pulite, con la schiena dritta, con dei valori, a dimostrazione del fatto che il M5S non rinuncia affatto ai suoi».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ziniti Alessandra 
Titolo: Svolta sui migranti Il governa cancella i decreti Salvini – Migranti, cancellati i decreti Salvini tornano accoglienza e integrazione
Tema: Decreto immigrazione

II soccorso delle vite in mare, innanzitutto, come obbligo costituzionale e internazionale, il divieto di espulsione e respingimento di chi nel suo Paese rischia torture o trattamenti disumani a cui va riconosciuta la protezione speciale. E il diritto ad essere accolti e integrati. Ci sono voluti 13 mesi, spesso costellati dl passaggi opachi assai poco discontinui rispetto al passato, perché il governo Conte 2 riuscisse a concretizzare uno del pilastri del programma di governo e a lasciarsi alle spalle la stagione salviniana dei porti chiusi e della «difesa dei confini» a scapito della dignità umana. Il nuovo decreto immigrazione, portato ieri in consiglio dei ministri da Luciana Lamorgese dopo un certosino lavoro di mediazione tra le due anime della maggioranza, è stato approvato senza colpi di coda. Con l’aggiunta degli articoli che prevedono l’istituzione di una nuova tipologia di Daspo urbano, sulla scia del caso Willy, per tenere lontani violenti e spacciatori dai luoghi di intrattenimento, l’aumento delle pene per il reato di rissa, e nuove norme per oscurare i siti pericolosi del dark web e della droga via web. «I decreti propaganda/Salvini non ci sono più. Vogliamo un’Italia più umana e sicura. Un’Europa più protagonista», annuncia su Twitter il segretario del Pd Nicola Zingaretti appena da Palazzo Chigi filtra la notizia dell’approvazione del nuovo decreto immigrazione. Soddisfatto Zingaretti di aver tenuto il punto nonostante le resistenze dell’ala più dura del M5S che ha provato a frenare sull’ampliamento delle protezioni speciali per i migranti e sull’opportunità di ricorrere ad un decreto per rivedere i provvedimenti condivisi con la Lega nel Conte I.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Lombardo Ilario 
Titolo: La minaccia finale di Casaleggio “Pronto a portare tutti in tribunale”
Tema: M5S

«Li porto tutti in tribunale». Davide Casaleggio ha pronunciato più volte nelle ultime settimane queste parole. E non lo ha fatto solo lui. Anche Enrica Sabatini, suo braccio destro e numero due dell’Associazione Rousseau, l’ha comunicato a uno dei pochi parlamentari che mantengono un contatto diretto con il figlio del fondatore, ormai in guerra aperta con gli eletti del M5S. Casaleggio jr sarebbe intenzionato ad arrivare fino in tribunale se la lite con deputati e senatori non dovesse risolversi con un compromesso. In ballo ci sono i finanziamenti – a partire dai 300 euro che i parlamentari sono tenuti a versare a Rousseau, l’associazione che gestisce la piattaforma – ma c’è soprattutto l’uso del simbolo, del Blog delle Stelle, e più profondamente il senso ultimo del Movimento. L’ultimo scontro è sul Blog delle Stelle: di chi è, cosa rappresenta, chi può scriverci sopra. Più volte i parlamentari hanno accusato Casaleggio di farne un uso privato. Come, a loro avviso, ha fatto domenica, lanciando il suo j’accuse contro la voglia di diventare partito dei grillini. All’imprenditore ha risposto il comitato di garanzia, dove siede il reggente Vito Crimi, con un comunicato in cui di fatto si dava a Casaleggio dell’abusivo, per la strumentalizzazione arbitraria del sito vetrina del M5S.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore
Autore:  Rogari Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Ecco i nuovi conti: debito +194 miliardi Investimenti su del 27% nel 2021-2023 – Debito, +194 miliardi Investimenti in crescita del 27% nel 2021-23
Tema: Verso la manovra

Quest’anno si chiuderà con un debito pubblico 194 miliardi sopra i livelli di fine 2019. All’accoppiata di manovra e Recovery Plan toccherà il compito di avviare la discesa già dal 2021, con una spinta che nei primi mesi sarà integralmente a carico della legge di bilancio italiana. Perché i fondi europei cominceranno a farsi sentire non prima di metà anno. La Nota di aggiornamento al Def che ieri ha passato l’esame finale in consiglio dei ministri per l’invio in Parlamento misura i colpi portati dal Covid all’economia e alla finanza pubblica. E dettaglia i programmi del governo per ripartire. La carica iniziale per la ripresa toccherà in gran parte alla manovra, che sarà però concentrata sul rifinanziamento di misure già in vigore (ammortizzatori sociali, riservati ai settori più in crisi, bonus 100 euro, decontribuzione al Sud) oltre che sul rilancio di Impresa 4.0; il Recovery Plan arriverà dopo, e diventerà protagonista dal 2022 quando si sobbarcherà la quota principale dell’espansione affidata alla politica economica. II programma è ambizioso, affidato com’è all’obiettivo di circa 45 miliardi di crescita extra nei prossimi tre anni alimentata anche da un rilancio degli investimenti privati che secondo il quadro macroeconomico programmatico salirebbero del 27% nei prossimi tre anni. Programma ambizioso ma appeso alle incognite crescenti prodotte dalla curva del Covid. Come il Def di aprile, anche la Nota di aggiornamento prova a pesarle costruendo in parallelo al programma ufficiale uno «scenario avverso» caratterizzato da una forte seconda ondata della pandemia. E in questo caso sarebbero dolori, con un Pil al -10,5% quest’anno e all’1,8% il prossimo (cioè 3,3 punti sotto il 5,1% del tendenziale ufficiale).
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Marro Enrico – Salvia Lorenzo 
Titolo: Manovra, la riforma Irpef slitta al 2022 Sale la spesa per le pensioni, deficit al 10,8%
Tema: Verso la manovra

È una catastrofe senza precedenti quella descritta per il 2020 nella NaDef, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, approvata dal Consiglio dei ministri. Un calo del Prodotto interno lordo del 9% che potrebbe precipitare fino al 10,5% in caso di «scenario avverso di recrudescenza dell’epidemia». Quasi mezzo milione di occupati in meno sul 2019. Un deficit del 10,8% del Pil e un debito del 158%. Del resto, i provvedimenti per l’emergenza hanno gonfiato l’indebitamento netto per oltre 80 miliardi. E nei primi 8 mesi del 20201e entrate sono calate di 16,6 miliardi. Certo, per il 2021 il governo conta su un forte rimbalzo, grazie anche alla manovra che sarà approvata a fine mese. Il Pil dovrebbe salire del 6%, ma potrebbe fermarsi all’1,8% di tendenziale (cioè al netto degli effetti della manovra), nel caso di seconda ondata Covid. Insomma un quadro che resta difficile, con la necessità, oltretutto, di evitare l’esplosione del debito . E vero, l’Europa ci darà una mano. Ma non subito, ammette la stessa NaDef. Per il 2021 si farà affidamento solo sui trasferimenti a fondo perduto e non sui prestiti del Recovery fund, che aggraverebbero il debito. I fondi Ue incideranno sulla crescita del Pil 2021 solo per 0,3 punti. Più consistente l’impatto nel 2022 (0,4) e 2023 (o,8). In questo quadro la riforma dell’Irpef verrà inserita, come ha confermato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, in un disegno di legge delega e potrà quindi scattare solo nel 2022. L’anno prossimo ci sarà intanto la conferma del taglio del cuneo fiscale (bonus fino a 100 euro al mese) sui redditi da lavoro dipendente fino a 40 mila euro e l’avvio dell’operazione assegno unico sui figli.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pogliotti Giorgio – Rogari Marco 
Titolo: Decreto Agosto al traguardo Sisma, bonus 160% sotto tiro – Dl agosto, il restyling al primo sì del Senato
Tema: Decreto Agosto
Voto finale previsto per oggi. Il ministro Roberto Gualtieri: ripresa riscossione graduale. Possibilità per le imprese di rinviare al prossimo anno gli ammortamenti del costo delle immobilizzazioni materiali e immateriali legati al bilancio di quest’anno. Rivisitazione del superbonus del 110%. Stop alle due rate Imu per alberghi e strutture ricettive che vedono anche salire al 50% il credito d’imposta sugli affitti d’azienda. Ampliamento della platea del bonus ristorazione con l’inserimento di mense e “catering”. E stretta sugli affitti brevi delle case con l’obiettivo di salvare i centri storici dal rischio di finire per essere abitati solo dai turisti. Doppia opzione (lavoro agile o congedo) per i genitori con figlio minore di 14 anni posto in quarantena. Sono alcuni dei correttivi apportati al decreto Agosto con il restyling operato dal Senato, che ieri in Aula ha dato vita all’ennesima maratona con l’obiettivo di votare a tarda sera la fiducia chiesta dal Governo e dare il via libera al decreto. Che però con il trascorrere delle ore è diventato non facile da centrare. Tanto è vero che a tarda sera, dopo la riunione della Conferenza dei capigruppo, è stato deciso lo slittamento del voto a questa mattina e un nuovo passaggio notturno in commissione Bilancio. A causare il nuovo sobbalzo del provvedimento è stata soprattutto la richiesta della Ragioneria generale di stralciare dal testo 7 ritocchi compreso quello sul super ecobonus e sismabonus al 160% per le zone del Centro Italia e dell’Aquila colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016 (incluse le seconde case). Ma non solo. In ogni caso la manovra estiva è attesa in giornata alla Camera dove dovrà ricevere il disco verde definitivo entro il 13 ottobre (data di decadenza del Dl).
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Picchio Nicoletta 
Titolo: «Servono scelte chiare Rischiamo una caduta a due cifre del Pil» – Bonomi: «Servono scelte chiare»
Tema: Confindustria

«Visitando le realtà industriali del paese trovo imprenditori fantastici e aziende importanti. C’è però un grande clima di incertezza e sfiducia nelle ricette di economia messe in campo in questo periodo». Carlo Bonomi interviene in collegamento all’assemblea degli industriali di Varese. E condivide le preoccupazioni degli imprenditori: «presenteremo sabato gli scenari economici, temiamo un calo del pil a doppia cifra, e già non avevamo un’economia che brillava, a fine 2019 eravamo ancora 3 punti in meno rispetto alla crisi del 2008. Non avevamo recuperato il pil di undici anni prima»». Bisogna guardare oltre l’emergenza: «abbiamo chiesto una visione alta di medio periodo, per stimolare soprattutto gli investimenti. Meno interventi a pioggia ma scelte chiare e precise che diano indicazioni su dove vuole andare il paese». Ci sono da spendere le risorse europee del Recovery Fund: «La Ue ha indicato quattro driver su cui intervenire, vediamo che ci sono progetti più o meno interessane, ma manca una visione paese. In questo momento di grande crisi vediamo l’Europa che fa la sua parte, noi dobbiamo rispondere non guardando al dividendo elettorale, ma alla crescita dell’Italia». È una chiamata al «senso di responsabilità di tutti» quella che arriva da Bonomi, che ieri ha rilanciato il Patto per l’Italia proposto all’assemblea pubblica della scorsa settimana. Dal governo al Patto per l’Italia sono arrivate aperture: «le colgo con piacere, ma le misureremo sui fatti. Chiamerò governo, sindacati e tutti ad essere proattivi nella realizzazione di quel grande Patto per il paese». Bisogna rivedere l’impianto della riforma fiscale, i sussidi, anche nei confronti delle imprese. Quanto ai contratti «li vogliamo rinnovare, ma dobbiamo farlo con intelligenza, rispetto alle reali condizioni del paese», nel rispetto delle regole.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Puato Alessandra 
Titolo: Nexi-Sia, fusione da 15 miliardi Campione europeo dei pagamenti
Tema: Fusione Nexi-Sia

Vale intorno ai 15 miliardi in Borsa il campione europeo dei pagamenti digitali. E’ italiano e dovrebbe nascere entro l’estate prossima, dopo l’autorizzazione di Antitrust e autorità regolatorie, dall’unione fra Nexi e Sia. Ieri è stata firmata la lettera d’intenti per l’unione delle due società: da un lato l’ex CartaSi partecipata da Intesa Sanpaolo al 10,5%, dall’altro la società delle reti di pagamento controllata dalla Cassa depositi e prestiti che serve anche le banche centrali europee, oltre a controllare transazioni quotidiane dei cittadini come i pagamenti con le carte di credito nei metrò. In sostanza, Sia sarebbe fusa per incorporazione in Nexi. Il consiglio d’amministrazione di Cdp ha dato il nulla osta. La firma dell’accordo definitivo è prevista per dicembre. Se l’operazione va in porto, nascerà il polo italiano dei pagamenti digitali, «con presenza in quattro continenti e 5o0 Paesi, ricavi aggregati pro-forma per oltre 1,8 miliardi e un margine operativo lordo di oltre un miliardo», è stato detto durante la conferenza con gli analisti. Una spinta ai pagamenti senza contante anche in Italia. «Con la fusione tra Sia e Nexi, sotto la regia di Cdp come azionista stabile, si uniscono due realtà italiane con attività altamente complementari e già all’avanguardia nel campo dei pagamenti digitali – ha detto il ministro Roberto Gualtieri, alla guida del dicastero dell’Economia che controlla Cdp – . II gruppo che nasce è il primo in Europa per numero di esercenti serviti e di carte gestite. La fusione contribuirà alla transizione digitale in un ambito decisivo come quello dei pagamenti elettronici, garantendo più rapidità, sicurezza e trasparenza alle aziende grandi e piccole, agli istituti bancari, alla pubblica amministrazione e ai cittadini, in sintonia con l’impegno del governo italiano per incentivare la transizione al cashless», la società senza contanti.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Tamburini Fabio 
Titolo: Intervista a Fabrizio Palermo – Palermo: «La fusione Sia-Nexi fa nascere un campione europeo» – «Il nostro obiettivo è quello di costruire campioni nazionali»
Tema: Fusione Nexi-Sia

«II Paese ha bisogno di campioni nazionali e l’accordo Sia-Nexi è di particolare importanza perché dà vita a un colosso dei pagamenti digitali, che rappresentano una parte significativa delle infrastrutture e del futuro e risultano determinanti per lo sviluppo economico». Fabrizio Palermo, ad della Cassa Depositi e Prestiti, commenta così l’operazione approvata domenica dai cda di Nexi e Sia, quest’ultima controllata da Cdp .E aggiunge: «La nostra filosofia è investire sul domani, nel futuro, secondo una strategia di sostegno all’innovazione. Per questo abbiamo lanciato il Fondo nazionale innovazione, che ha come missione lo sviluppo del venture capital sostenendo, tra l’altro, la crescita delle attività nel fintech, cioè la fornitura di prodotti e servizi finanziari attraverso le tecnologie più avanzate». «E ora abbiamo chiuso una operazione di cui vado molto orgoglioso, perché consente la nascita di un leader europeo con competenze distintive, grandi capacità d’innovazione e con una presenza internazionale importante. Proprio la creazione di campioni nazionali è il nostro obiettivo». Perché insiste su questo punto? “In Italia scarseggiano e, purtroppo, tendono a ridursi sempre più. Il Paese, al contrario, ne ha grande bisogno. Cdp si sta impegnando a fondo”. Come? “Per esempio abbiamo lanciato Webuild, il polo delle costruzioni nato intorno a Salini Impregilo, in cui sono entrati Cdp e Banca Intesa Sanpaolo. Ora tocca a Sia e Nexi, leader mondiali in un settore trainante, e questo è un punto di forza importante. È un comparto che ha un trend di crescita significativo e la nuova società, grazie al nostro investimento di lungo periodo, accelererà i piani di espansione”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  D’Ascenzo Monica 
Titolo: Intervista ad Andrea Bonomi – Bonomi: fondo Investindustrial per la Cina con UniCredit e Cic – Bonomi, 600 milioni sulla Cina «Cerchiamo i pionieri italiani»
Tema: Private Equity

Un ponte verso la Cina per le imprese italiane. Potrebbe essere riassunta così la mission dell’iniziativa congiunta fra Investindustrial, il fondo sovrano China Investment Corporation e UniCredit. Nasce così China-Italy Industrial Cooperation Fund (CIICF), fondo con una dotazione iniziale di 600 milioni di euro di capitale interamente sottoscritta dai tre partner. «Ci siamo trovati in sintonia fin dall’inizio per la concomitanza di strategie e scelte messe in atto: Investindustrial si specializza nel globalizzare le aziende, CIC vuole costruire ponti economici fra Cina ed altri Paesi come l’Italia e Unicredit sta investendo molto in Asia, e in Cina in particolare, per supportare le aziende italiane. La responsabilità della gestione sarà in mano ad Investindustrial, perché è il nostro lavoro» commenta Andrea C. Bonomi, numero uno di Investindustrial, aggiungendo: «Una volta allocati i 600 milioni sottoscritti dai 3 partner, decideremo come fornire nuova finanza alle imprese, perché a mio avviso il bisogno di capitali per crescere all’estero, e in particolare in Cina, in Italia sarà più grande di questi capitali iniziali». A quel punto non è escluso che nell’accordo possano entrare anche altri soggetti. Il nuovo fondo, con Investindustrial come investment manager, investirà prevalentemente in primarie società italiane con opportunità di sviluppo in Cina.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Di Donfrancesco Gianluca 
Titolo: La ricetta anti crisi del Fmi: più investimenti pubblici – Fmi: contro la crisi gli Stati devono fare più investimenti
Tema: Stime Fmi

Spingere l’acceleratore sugli investimenti pubblici per uscire dalla peggiore crisi della storia. Il Fondo monetario internazionale torna a raccomandare agli Stati di allentare il cordone della borsa, approfittando dei bassi tassi di interesse e di condizioni che possono garantire più elevati effetti moltiplicatori. Stando però attenti a non sprecare risorse pubbliche in progetti inutili o corruzione. La settimana prossima, l’Fmi aggiornerà le previsioni sulla crescita globale, assestando l’impatto del Covid nel suo World Economic Outlook. Il Fiscal Monitor, diffuso ieri, sottolinea intanto che «un aumento degli investimenti pubblici pari a l’1% del Pil, può rafforzare la fiducia nella ripresa e dare una spinta del 2,7% alla crescita economica, del 10% agli investimenti privati e dell’1,2% all’occupazione, se le opere pubbliche sono di alta qualità e se il debito pubblico e privato esistente non indebolisce la risposta del settore privato allo stimolo». L’Fmi sottolinea che nelle economie di mercato, avanzate ed emergenti, «aumentare gli investimenti pubblici dell’1% del Pil creerebbe 7 milioni di posti di lavoro, diretti, e tra 20 e 33 milioni, se si considerano anche gli effetti macroeconomici indiretti». Secondo Paolo Mauro, del Dipartimento affari fiscali dell’Fmi, «un aumento dell’1% del Pil in investimenti pubblici creerebbe nella Unione Europea fino a 2-3 milioni di posti. In un momento come questo, gli investimenti pubblici offrono il miglior rapporto qualità prezzo».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Amato Rosaria 
Titolo: Flop Garanzia Giovani Tirocini senza formazione e il lavoro non arriva
Tema: Garanzia Giovani

“Primo insediamento nel mondo del lavoro” come “commessa abbigliamento donna”: se si trattasse di un contratto dovrebbe tener conto dei minimi retributivi, ma siccome è uno stage di Garanzia Giovani il negozio offre solo 150 euro al mese, altri 300 arrivano dalla regione Puglia. Vale la pena di finanziare ancora un programma di inserimento nel mondo del lavoro che offre così poco ai giovani, si chiede su Twitter Michele Tiraboschi, professore di diritto del Lavoro all’Università di Modena? Gli rispondono studenti, operatori economici, colleghi: la tesi che emerge è che, se mantenuta, Garanzia Giovani, il programma Ue di reinserimento dei Neet (i giovani che non studiano e non lavorano, due milioni in Italia) va sicuramente migliorata, selezionando solo tirocini e corsi che possano dare serie opportunità di lavoro. Secondo l’ultimo rapporto nel primo quadrimestre di quest’anno i tirocini costituiscono il 68,6% delle misure proposte ai giovani “presi in carico”, a fronte di un 28,6% di programmi di formazione e di un modestissimo 1,7% di accompagnamento al lavoro. Dati che a prima vista fanno pensare che Garanzia Giovani, attivo da 6 anni e appena rifinanziata con 2,8 miliardi, non serva a inserire i giovani nel mondo del lavoro. «Molti di questi tirocini si sarebbero fatti lo stesso, anche senza la paghetta dello Stato – sostiene Tiraboschi -. Semmai, questo numero così elevato di stage per lavori come commesso o banconista sono diventati la moneta cattiva che caccia quella buona».
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  R.Es. 
Titolo: Parigi chiude bar e palestre In Gb 12.600 nuovi contagi – Parigi chiude i bar, scuole chiuse in alcuni quartieri di New York
Tema: Allarme Covid-19

Con la diffusione del coronavirus che non dà segni di rallentamento a tutte le latitudini, a colpire nella cronaca delle ultime ore sono soprattutto i provvedimenti entrati in vigore a Parigi. Nella capitale francese, diventata domenica sera zona di massima allerta, da oggi saranno chiusi i bar, vietate le conferenze e i ristoranti soggetti a rigide norme sanitarie. La stretta “rimarrà in vigore 15 giorni” – come ha confermato il prefetto Didier Lallemment, presentando le misure – al termine dei quali sarà fatta “una verifica nella massima trasparenza” sull’evoluzione dei dati della pandemia. Boom di nuovi casi in Gran Bretagna: 12.600. Moscow Times rivela: 45mila morti in Russia, il doppio di quelli ufficiali.
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Testata:  Corriere della Sera 
Titolo: Le metropoli strette dal Covid
Tema: Allarme Covid-19

L’aumento dei casi di coronavirus spaventa le grandi città. Non soltanto in Europa, il continente di nuovo in crisi che da metà settembre ha aggiunto i milione di nuovi contagi sui 5 totali da inizio pandemia (soprattutto in Spagna e Francia, da Marsiglia a Parigi, e in particolare a Madrid); ma anche in altre metropoli come New York, la prima città americana colpita a marzo, dove la circolazione del virus è tornata a preoccupare, e a Mosca, che tocca il record di infezioni da maggio. Le chiusure si fanno più ampie e più comuni. Mentre gli scienziati irlandesi hanno suggerito al governo un nuovo lockdown, l’esecutivo ha declinato: per ora solo qualche misura in più, poi si vedrà. 247 i nuovi casi ogni 100 mila abitanti registrati dalla Francia nelle ultime due settimane: è il terzo tasso di nuovi contagi più alto d’Europa, dopo Spagna e Repubblica Ceca. Chiusi i bar, no alle feste di nozze. Piscine aperte solo ai minorenni. 62 per cento l’aumento dei nuovi contagi giornalieri nello Stato di New York il 4 ottobre rispetto alla media degli ultimi 14 giorni: domenica i contagi sono stati 1.226, con 19 decessi. Secondo Tom Frieden (capo della Cdc, l’agenzia federale anti epidemie, nell’era Obama) New York è «sull’orlo del baratro».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Caporale Enrico 
Titolo: No al coprifuoco per bar e ristoranti, sì alle mascherine all’aperto – L’Oms: “Uno su dieci contagiato dal Covid” È allerta a Parigi, stretta su bar e ristoranti
Tema: Allarme Covid-19

«Una persona su dieci nel mondo potrebbe essere stata infettata dal Covid-19. La malattia continua a diffondersi e la maggioranza della popolazione resta a rischio». A sostenerlo è Michael Ryan, capo delle emergenze dell’Oms, durante una riunione del consiglio esecutivo a Ginevra. Secondo Ryan, lo stesso che una settimana fa metteva in guardia sul rischio che il numero di decessi per coronavirus possa essere «sottostimato», dobbiamo prepararci ad affrontare un periodo «molto difficile», che terminerà solo con l’arrivo del vaccino. Se la sua stima è corretta, vuol dire che 760 milioni di persone, su una popolazione mondiale di circa 7,6 miliardi, sono già state infettate dal virus, un numero di gran lunga superiore a quello di 35 milioni (1.038.000 i decessi) calcolato fino ad oggi dalla stessa Oms e dalla Johns Hopkins University. A rafforzare la tesi di Ryan ci sono i numeri, che a partire dall’Europa continuano a preoccupare, spingendo i governi a introdurre nuove misure restrittive. In Spagna, uno dei Paesi più colpiti nel Vecchio Continente, da venerdì i casi sono aumentati di 24mila unità, costringendo Madrid a nuovi lockdown selettivi come già avvenuto a New York, dove il 4 ottobre il sindaco Bill de Blasio ha presentato al governatore Cuomo un piano per la chiusura di scuole e attività non essenziali. Scuole chiuse anche in Russia, dopo l’impennata dei contagi e i nuovi dati diffusi dall’agenzia statale di statistica Rosstat, che parlano di ben 45.663 decessi per coronavirus. Incubo lockdown totale a Parigi, dopo che l’impennata dei casi di Covid-19 ha portato il governo a dichiarare l’allerta massima e a imporre nuove restrizioni
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Valsania Marco 
Titolo: Trump lascia già l’ospedale: «Mi sento meglio di 20 anni fa»
Tema: Covid-19, Trump torna a casa

Donald Trump ha deciso di farsi dimettere dall’ospedale e tornare alla Casa Bianca. In un tweet il presidente, nonostante le preoccupazioni per la sua salute, ha annunciato fin dal pomeriggio che avrebbe lasciato nella serata di lunedì il centro medico militare Walter Reed per rientrare nello Studio Ovale. «Sto molto bene, non abbiate paura del Covid», ha dichiarato Trump, sollevando nuove accuse di minimizzare i rischi della pandemia. Ricoverato da venerdì con seri sintomi da Covid-19, Trump ha insistito per essere dimesso, secondo indiscrezioni preoccupato di apparire debole sul finire della campagna elettorale e dello scontro con il rivale democratico Joe Biden, avanti nei sondaggi. Ma il mistero sulle sue reali condizioni resta fitto. I medici ufficiali e il suo capo di staff Mark Meadows hanno offerto nel corso delle ore quadri ottimistici, parlando di «incredibili progressi». Hanno confermato il piano di dimissioni dall’ospedale pur precisando che «non è del tutto fuori pericolo». I farmaci somministrati, compresi steroidi, sono però spesso riservati a pazienti gravi. Alla Casa Bianca verrà curato in una clinica interna con una trentina tra medici e infermieri. Il rischio è di complicazioni che obblighino a nuovi ricoveri. Anche perchè la Casa Bianca è diventata un epicentro del Covid. La portavoce Kayleigh McEnany è risultata positiva e così due dei suoi collaboratori. Almeno una dozzina di alti esponenti repubblicani e vicini al presidente hanno a oggi contratto il Covid-19 e l’amministrazione è parsa in affanno negli sforzi di contenere la diffusione della malattia e rintracciare potenziali infezioni.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Trump, ritorno a casa «Non temete il Covid» – Trump esce: «Non temete il virus» Ma per i medici non è fuori pericolo
Tema: Covid-19, Trump torna a casa

Mattinata di attesa tra illazioni e retropensieri. Poi alle 14.37, Donald Trump annuncia su T witter: «Lascerò il grande Walter Reed Medical Center oggi alle 18.3o. Mi sento davvero bene. Non bisogna aver paura del Covid. Non lasciategli dominare le vostre vite. Abbiamo sviluppato, con l’amministrazione Trump, conoscenze e alcuni farmaci davvero efficaci. Mi sento meglio adesso che vent’anni fa!». II team medico, però, avverte: «II presidente non è ancora fuori pericolo. Navighiamo in acque incerte. Potremo tirare un sospiro di sollievo solo dopo il prossimo fine settimana». Per almeno sette giorni, Trump dovrà rimanere sotto stretta osservazione, completando la terapia sperimentale composta da anticorpi polidonali, dall’antivirale Remdesivir e soprattutto dal desametasone, un antinfiammatorio steroideo che viene utilizzato nelle fasi più acute del contagio per Covid 19. Sean Conley, medico curante del presidente, assicura: «Alla Casa Bianca c’è tutto ciò che occorre. Abbiamo una squadra di 26. persone, tra specialisti e infermieri. II Walter Reed ci darà il supporto necessario». Trump e i suoi consiglieri hanno tagliato fuori Anthony Fauci, che pure resta il virologo della task force ufficiale anti-Covid, oltre a essere il riferimento della comunità scientifica nella gestione della pandemia. «Non sono stato consultato», ha confermato ieri Fauci. Anche questa volta Conley è apparso piuttosto reticente. Ma tra gli esperti è opinione comune che Trump abbia sviluppato un’infiammazione ai polmoni. II rischio è che possa aggravarsi nei prossimi giorni. Tuttavia Trump sta spingendo per riprendere al più presto la campagna elettorale. Tutti i segnali lasciano pensare che non cambierà né atteggiamento, né strategia.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Titolo: Russia-Usa, il tempo stringe per salvare il nuovo Start
Tema: Armamenti, Usa-Russia

È davvero una corsa contro il tempo: dal prossimo 5 febbraio il nuovo Start, l’ultimo accordo sul disarmo rimasto tra Stati Uniti e Russia, non avrà più valore. Come è già avvenuto per il trattato Inf – che limitava lo spiegamento di missili tattici a medio o corto raggio – russi e americani potrebbero liberarsi dei vincoli relativi alle armi strategiche, a più lungo raggio d’azione. Le occasioni di incontro tra Mosca e Washington sono sempre più ridotte, e ridotte sono le speranze che le due parti decidano di comune accordo di prorogare la durata del contratto. Ma ci stanno provando: i negoziati sono ripresi ieri a Helsinki, dopo gli incontri di Vienna dell’agosto scorso. «La palla è in campo russo», li aveva conclusi Marshall Billingslea, capo negoziatore americano, inviato speciale della presidenza per il controllo degli armamenti. La richiesta alla sua controparte, il viceministro degli Esteri Serghej Ryabkov, è per un irrigidimento delle verifiche e l’inclusione nelle intese dei missili a corto raggio, attualmente esclusi dal nuovo Start. Richieste che Mosca difficilmente accetterà.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Titolo: Panorama – Ankara richiama in porto la nave al largo di Cipro
Tema: Mediterraneo orientale

La Turchia lancia un segnale distensivo alla Ue nel Mediterraneo orientale: la Yavuz, nave impiegata al largo di Cipro nell’esplorazione energetica di aree contese, ha lasciato la zona in cui stava operando ed è tornata al porto di Tasucu, sulla costa meridionale turca. Dopo l’avvertimento sanzioni lanciato ad Ankara dai leader europei nel Consiglio della settimana scorsa, l’Unione ha giudicato positivamente le dichiarazioni del ministero degli Esteri turco, secondo cui la Yavuz si preparerà ora a effettuare trivellazioni in una nuova posizione. Questo nuovo fronte di crisi era stato aperto lo scorso anno, quando navi turche hanno dato il via a ricerche di petrolio e gas nel Mediterraneo orientale, dove Cipro e la Grecia contestano le rivendicazioni di Ankara in acque contese. Il governo greco-cipriota ed Atene, alleati, avrebbero voluto passare direttamente alle sanzioni ma ora la Commissione europea, attraverso un portavoce, fa sapere che «la partenza (della nave) è un segnale importante», un altro passo verso la de-escalation: «Speriamo in altre mosse in questa direzione».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Soave Irene 
Titolo: La rivolta della Thailandia contro l’«erede» Red Bull Ora è ricercato dall’Interpol
Tema: Thailandia

Ha ucciso un poliziotto travolgendolo con la sua Ferrari grigio canna di fucile, che guidava pieno di cocaina, nel 2012; da allora ha girato almeno nove Paesi e ha documentato il tutto con decine di foto su Instagram pubblicate dai suoi amici, altri «rich kids of Thailand» come lui. Tutto normale: Vorayuth «Boss» Yoovidhya, 35 anni, nipote del fondatore di Red Bull (il padre Chalerm possiede il 2% del marchio, che divide con altri 11 fratelli), è quindi un figlio dell’élite thailandese, protetto da soldi, potere e generale connivenza. Anche in tribunale: a luglio di quest’anno il processo per l’incidente del 2012 si è chiuso con il ritiro delle accuse, e Vorayuth è stato assolto. Nel frattempo, però, il vento in Thailandia sembra cambiato. Da luglio di quest’anno sono continue le proteste di piazza che chiedono la destituzione del governo e una riforma della monarchia. E la stessa opinione pubblica che di bocca in bocca ha attribuito all’eccentrico re-satrapo Rama X il pungente nomignolo di «Voldemort», perché come il cattivissimo di Harry Potter sarebbe perfido e innominabile ha elevato l’assoluzione dell’erede Red Bull a simbolo dell’iniquità e della corruzione delle istituzioni. Così, dopo una mobilitazione senza precedenti, anche da parte della stampa, il tribunale che ha assolto Vorayuth a luglio ha riaperto le indagini il mese scorso, e questa volta il capo d’imputazione è «guida spericolata con vittima» e «uso di cocaina».
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