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SINTESI IN PRIMO PIANO – 5 settembre 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Covid-19: Draghi estende il Green Pass, Salvini detta la linea sui vaccini
– Amministrative: chiuse le liste, sfida nelle grandi città
– Europa, Gentiloni: Rivedere le regole sul debito
– Afghanistan: tensioni e spaccature nel fronte talebano. Il governo tarda a formarsi.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: «Vaccini o rischio chiusure» – «Più vaccini o non escludiamo restrizioni Patto al G20 per immunizzare il mondo»
Tema: Covid-19, vaccini e green pass

Il ministro della Salute Roberto Speranza sposa la linea di Mario Draghi sull’obbligo vaccinale: “Ho molto apprezzato la forza e il rigore con cui ha scelto di puntare tutte le nostre fiches sulla campagna vaccinale”. Posizione che secondo il ministro non mette a rischio la tenuta del governo: “Non esiste proprio, occupiamoci di cose serie”. Prosegue Speranza: “Il passaggio dell’Ema renderebbe tutto più facile, ma i vaccini sono già sicuri e quindi si può fare anche senza, come è stato per il personale sanitario. Un governo ha sempre un margine di scelta”. Nessuna road map per ora, ma l’obiettivo è chiaro: “Si valuterà col passare delle settimane. Siamo stati i primi sull’obbligo per i sanitari e poi la Francia e numerosi altri Paesi ci hanno seguito. L’obbligo non è una scelta già determinata e certa, ma uno strumento che abbiamo e se necessario andrà attuato senza paura”. E ancora: “E il vaccino è lo st rumento per evitare nuove misure restrittive”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  … 
Titolo: I 5 punti di Salvini e i governatori La Lega si dà la linea sui vaccini
Tema: Covid-19, vaccini e green pass

Matteo Salvini prova a sgomberare il campo da alcune ambiguità che negli ultimi mesi hanno segnato la posizione del partito in tema di green pass e vaccini. La Lega di governo ha condensato in cinque punti la propria linea sul contrasto al Covid dopo le fughe in direzioni eterogenee di diversi esponenti del partito. Un’ambiguità in nome della libertà di scelta che, anche secondo parecchi leghisti rischiava di generare confusione nell’elettorato. Al primo punto del vademecum leghista, c’è la «promozione della campagna vaccinale, riconoscendo l’efficacia dell’impegno dei sindaci, delle Regioni, della struttura commissariale e del governo». E poi, c’è un sì al green pass per «favorire le aperture in sicurezza a partire dai grandi eventi (per esempio, concerti o eventi sportivi), ma senza complicare la vita agli italiani». Altro cavallo di battaglia leghista, «tamponi gratuiti per alcune categorie, così da per mettere agevolmente l’ottenimento del green pass, ad esempio per i minori che fanno sport o le persone che non possono vaccinarsi». E poi, la «possibilità di usare tamponi salivari molecolari per ottenere il green pass e infine l’estensione «dell’utilizzo degli anticorpi monoclonali prescrivibíli anche dal medico di medicina generale».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Marco 
Titolo: Intervista a Luca Zaia – «Noi per la volontarietà L’obbligo può valere solo su categorie strategiche»
Tema: Covid-19, vaccini e green pass

Luca Zaia è soddisfatto dei 5 punti che sono stati messi nero su bianco dal governatori leghisti e da Matteo Salvini riguardo alla lotta al Covid: “Dal punto di vista del partito, quella è la nostra linea. E dal punto di vista istituzionale, è la posizione di governatori che rappresentano oltre 20 milioni di persone”. Zaia spiega: “Noi siamo per la campagna vaccinale, siamo per promuoverla e siamo per la volontarietà, salvo che per alcune categorie strategiche come per esempio i medici. E facciamo appello al governo: prenda in mano con decisione la comunicazione. Non lasci spazio a un pensiero sovrarappresentato come quello No vax. Una Pubblicità progresso che risponda puntualmente alle tante fake news”. E ancora: “Non dimentichi che noi siamo stati l’unica regione in Italia che per dieci anni non ha avuto l’obbligo vaccinale. Gli undici vaccini per i bambini sono stati resi obbligatori dalla legge Lorenzin, io ho gestito il non obbligo parland o ai cittadini. Certo, un’area grigia resta sempre, i fondamentalisti No vax non si sono vaccinati nemmeno con la Lorenzin. Peraltro, nella Ue l’obbligo non c’è. E devo dire che quando si parla di obbligatorietà, io penso sarà solo per certe categorie. Ma al momento non è dato sapere, ce lo svelerà Draghi”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Soglio Elisabetta 
Titolo: Intervista a Letizia Moratti – «La Lombardia è pronta a partire con la terza dose» – «In Lombardia record di vaccinati, siamo pronti per la terza dose»
Tema: Covid-19, vaccini e green pass

Intervista al vicepresidente della Regione Lombardia e assessore alla Sanità Letizia Moratti: “Grazie all’impegno di tante donne e uomini, anche su base volontaria, in pochi mesi abbiamo somministrato il vaccino a 7,5 milioni di lombardi e oggi la nostra regione ha un tasso di vaccinati dell’85 per cento, il più alto in Italia, in linea con il dato record della Danimarca”. E sulla terza dose: “A giugno abbiamo presentato il nostro piano per la terza dose al ministro Speranza e al commissario Figliuolo ed è stato apprezzato: appena avremo il via libera partiremo con mini hub, farmacie e con vaccini sufficienti per tutti”. Infien capitolo green pass: “Sono favorevole a tutte le misure che avvantaggino la libertà sociale ed economica. Non possiamo permetterci un altro lockdown, La crescita economica è premessa indispensabile per affrontare la lotta alle nuove povertà che sono emerse”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Carratelli Niccolò 
Titolo: Il piano Draghi sul Green Pass esteso a 4 milioni di lavoratori – Piano del governo per allargare il Green Pass anche ai dipendenti dei centri commerciali
Tema: Covid-19, vaccini e green pass

L’estensione del Green Pass a qualche milione di lavoratori italiani è decisa. Mario Draghi ha fatto capire chiaramente, alla Lega come ai sindacati, che la mossa è ineludibile. Il confronto interno alla maggioranza e con le parti sociali servirà solo a definire le modalità operative. Il provvedimento allo studio dovrebbe ricalcare quello già in vigore per il personale della scuola: senza il Green Pass si rischia di restare a casa senza stipendio. “Io sono per estendere il Green Pass a tutto il mondo del lavoro, senza distinzioni tra pubblico e privato, con un unico intervento normativo” dice il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che ha come priorità quella di riportare tutti o quasi i lavoratori statali in ufficio a partire da ottobre. Al netto di operatori sanitari e personale scolastico e universitario, che hanno già l’obbligo di vaccino odi Green Pass, parliamo di drca un milione e 200 mila persone. Compresi uomini e donne delle forze dell’ordine, che al momento multano chi non ha il Green Pass, dove previsto, ma non sono tenuti ad averlo.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Ghisleri Alessandra 
Titolo: Sì al certificato verde dal 75% degli italiani – Tre su quattro favorevoli al Green Pass cresce la fiducia in Draghi e nel governo
Tema: Covid-19, vaccini e green pass

La posizione di Mario Draghi sul green pass convince la maggioranza degli italiani: indice di fiducia ancora alto, al 56,1% (+1,6% in una settimana, dopo un significativo calo registrato ai primi di agosto). Anche il suo Governo riscuote successi in tal senso con un 46% che lo pone ben al di sopra dei governi che lo hanno preceduto in questa legislatura. Sul tema, il 76,1% degli italiani è favorevole all’obbligatorierà del green pass per gli insegnanti. Tra i vaccinati questa percentuale sfiora il 90%, mentre è al 72,6% tra gli elettori della Lega e al 61,7% per quelli di FdI. Se analizziamo le valutazioni all’interno del corpo insegnanti scopriamo che il 90,9% degli insegnanti scuola elementare media condivide il provvedimento. Anche gli elettori di Giorgia Meloni e Matteo Salvini si dichiarano allineati con i risultati nazionali rispettivamente con il 73,5% e il 71%. E se manifestare è un diritto ampiamente riconosciuto, solo un cittadino su tre condivid e le manifestazioni che hanno visto i No Vax protagonisti.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vecchio Concetto 
Titolo: Liste chiuse, boom di candidati A Roma 39 simboli sulla scheda
Tema: Verso le amministrative

A Roma 1800 candidati per 48 scranni. Gli aspiranti sindaci sono addirittura ventidue. Le liste trentanove. La scheda elettorale sarà più lunga di un lenzuolo. Tredici candidati a Milano, ma così tanti da ventiquattro anni e per la prima volta, dal 1993, non si candida Matteo Salvini al consiglio comunale della sua città. E ben trentun liste a Napoli, trenta a Torino, diciannove a Bologna. Ventidue alle regionali in Calabria. La politica sarà anche in crisi, ma la voglia di accaparrarsi un seggio no. Andranno alle urne 1.160 Comuni, ma i riflettori saranno inevitabilmente puntati su Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli e la Calabria. Il centrosinistra sembra favorito nelle grandi città. Nella Capitale la sfida più incerta di tutte. Qui la partita è tra Enrico Michetti (centrodestra), Roberto Gualtieri (Pd), Carlo Calenda e la sindaca uscente Virginia Raggi (M5S).
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Pucciarelli Matteo 
Titolo: Conte ora teme il flop nelle città “È l’ultimo atto dei vecchi 5S”
Tema: Verso le amministrative

Il battesimo di fuoco di Giuseppe Conte alle prese con la sua prima tornata elettorale in veste di leader dei 5 Stelle sarà con ogni probabilità un mezzo flop. Nel Movimento è chiaro a tutti,  in primis allo stesso presidente del partito, che non a caso starebbe decidendo di rimandare a dopo le amministrative le nomine per la riorganizzazione interna. Se il MSS riuscirà a mantenere almeno la guida di Roma con Virginia Raggi allora si potrà dire che si è salvato il salvabile. I manifesti elettorali per la città, con in primo piano la sindaca uscente accanto a un Conte sorridente e rassicurante, fanno intendere che la Capitale sarà un test importante per capire se per il MSS ci sarà un effetto tangibile della nuova guida. Ma a parte questo, «è chiaro a tutti — racconta un big del Movimento — che l’esito generale delle amministrative sarà nei fatti l’ultimo atto della vecchia gestion e».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Meli Maria_Teresa 
Titolo: Il sì di tutti i leader all’invito di Casini E c’è chi pensa già al risiko del Quirinale
Tema: Evento per l’11.9

Tutto il panorama politico risponde presente all’iniziativa lanciata da Pierferdinando Casini per commemorare il ventennale dell’attacco agli USA dell’11 settembre 2001: venerdì prossimo a palazzo Giustiniani saranno presenti il neo leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, non mancherà il segretario dem Enrico Letta. Parteciperà l’ex premier Matteo Renzi. Interverrà il gran capo della Lega Matteo Salvini. Lo stesso dicasi per la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. E ci sarà anche il leader di Articolo uno Roberto Speranza. Unico assente Silvio Berlusconi, ma interverrà a rappresentarlo il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani. Più di un parlamentare insinua che sia una prova generale in vista delle elezioni del presidente della Repubblica di febbraio. Del resto, il nome di Casini circola con una qualche insistenza come quello di uno dei possibili successori di Sergio Mattarella e secondo una vulgata in auge nei palazzi della politica uno dei suoi grandi sponsor sarebbe il leader di Italia viva Renzi.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Trovati Gianni 
Titolo: Mattarella: con il Covid svolta Ue Gentiloni: nuove regole sul debito – Gentiloni: nuove regole sul debito per non frenare gli investimenti
Tema: Europa e Patto di Stabilità

Intervenuto al Forum Ambrosetti, il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni ritiene che la prospettiva di una crescita forte debba trovare binari più solidi nelle regole fiscali europee, nell’ambito di un “nuovo patto di stabilità chiamato a rispondere a due problemi: evitare il calo degli investimenti privati e incoraggiare gli investimenti pubblici”. Nel suo passaggio a Cernobbio Gentiloni anticipa il cuore del confronto che impegnerà nei prossimi mesi Bruxelles insieme al monitoraggio sull’attuazione dei Recovery Plan nazionali. “Tutti i Paesi dell’Eurozona hanno adesso in media un debito del 100% del Pil – argomenta l’ex premier italiano -. I messaggi sono chiaramente due: il primo è che bisogna tenerlo d’occhio, questo debito”, ma “è chiaro che il Covid cambia un po’ il contesto e quindi rende necessario un aggiornamento delle regole del Patto di stabilità”. Le riflessioni di Gentiloni puntano allo snodo più delicato per il confronto politico europeo nei prossimi mesi: poi la precisazione che il commissario non intendeva riferirsi direttamente alla modifica dell’obiettivo di convergenza dei debiti nazionali al 60% del Pil, per la quale occorrerebbe mettere mano ai Trattati, ma a una revisione dei meccanismi di rientro. Nell’ultimo rapporto la proposta di revisione è duplice: e contempla appunto il ripensamento dell’obiettivo di riduzione del debito al 60% del Pil, che andrebbe sostituito da target differenziati per ogni Paese a seconda della sua situazione di partenza, insieme all’alternativa che si concentra invece sulle modifiche alle regole che guidano il percorso di aggiustamento. Questa seconda opzione, che in una sintesi brutale punta sul deficit più che sullo stock di debito, ha appunto il vantaggio di non riscrivere un pilastro dei trattati, ma in ogni caso rimane complessa sul piano politico.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Bei Francesco 
Titolo: Il retroscena – Meno rigore, si bussa alla porta di Berlino – Draghi vuole cambiare il Patto di Stabilità ma aspetta Berlino
Tema: Europa e Patto di Stabilità

Come possano cambiare le regole alla base del Patto di Stabilità evocate da Paolo Gentiloni lo racconta il ministro dell’economia francese, Bruno Le Maire, parlando a porte chiuse agli imprenditori radunati a Cernobbio: “Ricordo quando andai a Berlino la prima volta a incontrare il mio collega Schauble. Prima della conferenza stampa mi disse: “puoi usare tutte le parole che vuoi, ma dimenticati la parola eurobond”. Per i rigoristi tedeschi era un tabù. Quattro anni dopo abbiamo varato il debito comune”. L’aneddoto che ha deliziato la platea blindatissima di Villa d’Este rende bene quale potente acceleratore di novità sia stata la crisi del Covid sulle regole europee. Specie quelle fiscali. Il totem del Patto di Stabilità è stato abbattuto nel 2020, ma c’è chi prova a rialzarlo nel 2023 tale e quale. Gentiloni lavora perché non accada. Mario Draghi è convinto che ci riuscirà «ll Patto – ha assicurato il premier prima dell’ultimo Consiglio Ue di giugno – non si ripresenterà nella stessa forma di prima».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ferraino Giuliana 
Titolo: «Autonomia tecnologica e sovranità dei dati»
Tema: Europa e Patto di Stabilità

“Abbiamo una prospettiva di crescita che potrebbe andare oltre al 4,8% delle nostre previsioni per la zona euro”, ha detto ieri il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, esortando “a non tirare il freno e tornare alla normalità di prima”, ripetendo gli errori delle crisi precedenti. Non è un libera tutti dalle regole di Maastricht. “Nei Paesi ad alto debito pubblico bisogna essere cauti e attenti a non accumulare nuovo debito permanente. Le nuove spese di denaro pubblico vanno usate per riforme e investimenti”, dice Gentiloni: “Noi chiamiamo il nostro programma Next Generation Eu, ma se alla next generation lasciamo un debito troppo consistente non credo che facciamo la cosa giusta”, spiega. II ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, chiede “un’Europa molto più muscolare, per diventare la terza super potenza mondiale del 21° secolo con Cina e Usa”. Non solo in economia, ma “anche nella geopolitica” e “l’Afghanistan deve essere una sveglia pe r tutti”. Ma questo nuovo approccio geopolitico richiede “forti investimenti nelle nuove tecnologie”. Saranno le priorità del semestre di presidenza francese dell’Ue che inizia a gennaio. Un primo risultato di questa nuova assertività sarà l’accordo “già al prossimo G20 sul valore della nuova tassa minima globale sulle multinazionali”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Geroni Attilio 
Titolo: Le Maire: «Ora all’Europa serve l’indipendenza nelle tecnologie» – «Ue, autonomi nella tecnologia»
Tema: Le Maire a Cernobbio

L’intervento del ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire al Forum Ambrosetti di Cemobbio, a delineare le linee di sviluppo della Nuova Europa, quella che sta emergendo dalla pandemia e dai suoi contraccolpi economico-sociali: dinamica, capace di reagire e di trovare soluzioni impensabili solo settimane prima a una crisi multiforme e violenta, “che può diventare una terza superpotenza tra Cina e Stati Uniti”. Ci sono però molte precondizioni perché questo avvenga. Una delle più importanti, visto che la Ue ha iniziato la lunga ricerca verso l’autonomia strategica nell’industria, nella sicurezza e nella difesa “è che non ha alcun senso parlare di sovranità politica se non si dispone dell’indipendenza tecnologica”, ha sottolineato più volte Le Maire. In questo senso l’Europa deve accelerare, organizzarsi, coordinarsi e investire massicciamente nelle tecnologie di punta. Tutto dipende da ciò che l’Europa vorrà esse re, appunto, tra Cina e Stati Uniti, per non restare schiacciata. Bisogna definire le priorità strategiche, continua il ministro, come hanno fatto i cinesi tessendo la tela globale della Via della Seta; o gli americani che si muovono rapidamente verso la seconda conquista dello spazio. “L’Europa ha bisogno di una strategia di lungo termine nell’innovazione di punta, basata su tre pilastri: selezione, finanziamento e cooperazione”, aggiunge Le Maire.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Greco Andrea 
Titolo: Battaglia sul nucleare verde – Industriali divisi sul nuovo nucleare Allarme dei vescovi il no di Di Maio
Tema: Transizione energetica

Il dibattito sul nucleare è stato al centro del 47° Forum Ambrosetti. La miccia l’ha accesa giorni fa il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani con le parole sugli “oltranzisti ideologici”: “Sul nucleare si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione. Se a un certo momento si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso è da folli non considerare questa tecnologia”, aveva spiegato il ministro. E Paolo Scaroni, ex capo di Enel ed Eni gli ha fatto subito eco: “Condivido quanto ha detto il ministro Cingolani. Non si può escludere a priori una tecnologia che annulla le emissioni di anidride carbonica, e che funziona in 436 centrali nucleari nel mondo, con altre 53 in costruzione”.  Ma ieri pomeriggio, parlando da Cernobbio di transizione energetica, l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, ha criticato recisamente le ipotesi di un revival dell’atomo: “Nel mix ene rgetico italiano quanto più velocemente ci disfiamo della percentuale di energia che produciamo da fonti fossili, tanto meglio siamo messi”. Dal congresso nazionale di Pax Christi, in corso ad Assisi, il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Rassetti, lancia l’allarme: “Bisogna stare molto attenti a dare al nucleare la patente di sviluppo”. Ma ancora più duro è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Fortunatamente non ho notizie di alcuna proposta sul nucleare nel governo, altrimenti la bloccherei senz’altro”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: Intervista a Roberto Cingolani – Cingolani “Vogliono fermarmi per poi dire che ho fallito Ma i tabù non salvano il clima”
Tema: Transizione energetica

Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani torna sul tema nucleare, che gli ha provocato critiche e attacchi: “Sono qui per le mie competenze. Non ho nessuno alle spalle, altro che poteri forti”, spiega.  Per il ministro entro i prossimi trenta anni potrebbe emergere l’energia prodotta dalla fusione nucleare, a cui si potrà pensare “come ora pensiamo all’idrogeno”. E ancora: “Io queste cose voglio andare a spiegarle nelle scuole, questi concetti vanno portati all’opinione pubblica a partire dai ragazzi”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Picchio Nicoletta 
Titolo: Intervista a Stefano Pan – Pan (Confindustria): «Ue più forte per vincere la sfida delle transizioni» – «Energia e digitale, Ue forte per vincere la sfida delle transizioni»
Tema: Transizione energetica

Stefan Pan, delegato di Confindustria per l’Europa, domani e martedì parteciperà all’incontro tra la Confindustria italiana e la Bdi, quella tedesca. Un appuntamento arrivato all’undicesima edizione e che Pan ha vissuto da protagonista anche negli anni passati. “Siamo davanti a due rivoluzioni, la transizione energetica e quella digitale”, spiega Pan; “Cambiamenti profondi che si incrociano con il Next Generation Eu e l’attuazione dei Piani di ripresa e resilienza nei vari paesi, le nuove regole sulle infrastrutture transeuropee di trasporto, gli equilibri internazionali, a cominciare dai rapporti con Usa, Cina e Russia, il rilando del multilateralismo. Per questo serve una Ue forte, che dialoghi alla pari con le economie delle altre macroaree mondiali”. Attenzione, avverte Pan: “ll risultato di queste grandi sfide può tradursi in un’Europa più forte e competitiva, oppure il rischio è che si riveli un boomerang. Il Green Deal, ad esempio, deve essere una vera transizione, non uno shock per il sistema imprenditoriale. Con l’effetto di penalizzare la competitività delle imprese e di perdere intere filiere, come l’automotive, la siderurgia, la chimica, la ceramica”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Dominelli Celestina – Fotina Carmine 
Titolo: Bollette, il governo studia il taglio
Tema: Costo energia

L’esecutivo apre il cantiere della riforma degli oneri di sistema: possibile prima mossa nel ddl Concorrenza. E in parallelo si lavora a una misura per contenere il caro materie prime. È un doppio livello, dunque, quello su cui si muove il governo che punterebbe ad affidare allo strumento della delega il lavoro di revisione degli oneri inserendolo in una più compiuta riforma della materia, anche nella prospettiva di trasferire sotto la fiscalità generale gli oneri per il sostegno alle energie rinnovabili. Che, stando ai numeri pubblicati dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Areca) nell’ultima Relazione annuale al Parlamento e al governo, rappresentano circa 70% dei 14,9 miliardi di giuro di oneri del 2020. Nella bozza del Ddl, si apre anche alla possibilità che tali oneri vadano agravare, in modo selettivo, sul consumo di combustibili fossili nel riscaldamento e nei trasporti. Anche perché il ministero della Transizione ecologic a, è quanto si legge nel documento, «ritiene necessaria una compiuta riforma della materia». E nel breve periodo, il governo starebbe valutando un nuovo intervento “cuscinetto” per alleviare il peso dei rincari che si annunciano nel prossimo aggiornamento trimestrale delle bollette fissato per fine settembre.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Massaro Fabrizio 
Titolo: Intervista a Renato Brunetta – «Smart working al 15% le regole sono in arrivo» – «Lo smart working resterà ma solo al 15 per cento Le regole in un contratto»
Tema: Smart Working

“Dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici gran parte ha continuato a lavorare sempre in presenza: la sanità, le forze dell’ordine. La scuola sta per ripartire. Adesso è bene che anche tutti gli altri tornino, per sostenere la ripresa del Paese”, dice il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta.  Ma a margine del forum The European House-Ambrosetti annuncia che lo smart working non sarà abolito: “Resterà per una quota fino al 15%”. E ancora: “Il Paese sta crescendo al 6%: dentro questa crescita ci sono consumi, investimenti, produzione industriale, esportazioni, c’è un Paese che comincia ad avere un metabolismo forte e dinamico dopo il lockdown. La burocrazia è altrettanto importante per lo sviluppo. E tornare al lavoro in presenza è una necessità di buon senso. Io vorrei che la burocrazia accompagnasse la crescita, che fosse un catalizzatore della ripresa”.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Lorenzo 
Titolo: Liti tra fazioni Il governo dei talebani ancora non c’è – Dissidi e minacce, i talebani spaccati Arriva a mediare il generale pachistano
Tema: Afghanistan

I segnali della crescente crisi che divide il fronte dei talebani stanno diventando talmente gravi e destabilizzanti che anche il Pakistan decide di inviare a Kabul il suo capo dei servizi d’informazione militare, generale Faiez Hameed. Mossa che rivela come dietro le celebrazioni talebane vi siano tensioni micidiali potenzialmente in grado di destabilizzare la regione intera. L’ennesimo rinvio della presentazione del governo talebano, unito al protrarsi dell’assedio contro il Fronte della Resistenza nella valle del Panshir e la crescita della crisi economica afghana sono indicatori più che preoccupanti. La conclusione è una: moderati ed estremisti talebani non riescono a mettersi d’accordo. Si presume che il generale Faiez Hameed abbia incontrato i circoli del fronte moderato legato ad Abdul Ghani Baradar, già indicato come leader politico del prossimo governo e favorevole ad una coalizione «inclusiva», che cerchi di inglobare esponenti dell’ese cutivo uscente. Con loro avrebbe visto gli uomini legati a Sirajuddin Haqqani, il capo del clan più estremista che mantiene stretti rapporti col jihaLeLappe dismo pan-islamico, comprese le colonne locali di Isis. Sono circa due settimane ormai che a Kabul parlano «dell’imminente annuncio» del nuovo esecutivo, salvo poi rimandarlo.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  … 
Titolo: «Afghanistan, rischio catastrofe umanitaria»
Tema: Afghanistan

La crisi umanitaria che sta avvolgendo l’intero Afghanistan coinvolgerà presto anche la mitica Valle del Panshir. I combattimenti continuano e sono pesanti, i talebani sarebbero stati costretti ad abbandonare armi e veicoli. Il giorno precedente, fonti talebane avevano invece affermato di aver preso il controllo della Valle. Tuttavia l’avanzata, ammettono, è rallentata dalle mine. A Kabul, riferisce la tv privata Tolo News, la dimostrazione di un piccolo gruppo di donne è stata repressa con lacrimogeni. Come l’offensiva talebana sul Panshir, sembra aver incontrato ostacoli anche la formazione di un nuovo governo: l’annuncio, previsto ieri, è stato posticipato alla settimana prossima, quella in cui gli Stati Uniti commemorano il 20° anniversario dell’un settembre: la tragedia che li condusse alla guerra in Afghanistan. La nuova amministrazione, ha dichiarato alla tv al-Jazeera l’uomo destinato a guidarla, il mullah Abdul Ghani Baradar, “includ erà tutte le fazioni del popolo afghano. Stiamo facendo ogni sforzo per migliorare le loro conduzioni di vita. Il governo offrirà sicurezza, necessaria per lo sviluppo economico”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Lorenzo 
Titolo: Le donne di Kabul prese a bastonate: «Non riusciranno a chiuderci in casa»
Tema: Afghanistan
Gruppi di giovani donne (e alcune anche meno giovani) ieri hanno cercato di marciare verso il palazzo presidenziale di Kabul. Una sessantina, ma unite e organizzate. I social e le emittenti locali le hanno riprese mentre sorridevano ai passanti, brandivano i loro cartelli. Col velo, ma senza burqa. “Libertà. Libertà. Le donne devono poter essere anche ministre e avere ruoli di responsabilità. Non potrete costringersi a tacere”, ripetevano. Una di loro è stata poi fotografata ferita, col sangue alla testa. Tante altre sono state spintonate. Tossivano e lacrimavano vistosamente, cercando di ripararsi naso e bocca con gli scialli. Un’altra manifestante, la 26enne Razia Barakzai ha raccontato che i talebani le hanno «circondate» nei pressi del ministero delle Finanze, ancora lontane dal palazzo presidenziale. «Ci hanno fermate con la violenza, anche se la nostra manifestazione era del tutto pacifica», dice. Il loro movimento sta crescen do di giorno in giorno. Ieri manifestazioni analoghe si sono tenute a Herat e nella provincia di Nimroz.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lombardi Anna 
Titolo: Fame, sporcizia e bimbi soli Ecco il lato oscuro dell’evacuazione americana
Tema: Afghanistan
L’evacuazione da Kabul non è stata il “successo straordinario” descritto dal presidente Joe Biden. Lo rivela una lunga inchiesta del New York Times, basata sui rapporti spediti a Washington da diplomatici e militari. Tra documenti falsificati, voli privati e incontrollati e checkpoint violati, l’aeroporto Hamid Karzai ha vissuto giorni di enorme caos a fine agosto. A ciò si aggiungono condizioni igienico-sanitarie ai limiti del disastro nelle basi di Al Udeid e As Sayliyah e pure 229 minori arrivati soli e abbandonati a sé stessi. La precarietà della situazione provoca tensioni costanti, «infiammate da qualunque pretesto». I più indisciplinati sono «maschi single e fra loro numerosi ex militari». Arrivati con le loro armi «che siamo stati costretti a confiscare». A discutere della sorte di quei disperati ci penserà, la settimana prossima, il segretario di Stato Antony Blinken, atteso in Qatar e Germani a. Ma gli Stati Uniti l’hanno già detto chiaro: accoglieranno solo 50mila afghani. Di questi, 24 mila sono già in America.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Molinari Maurizio 
Titolo: L’editoriale – Poteri e segreti nel risiko feroce sull’Afghanistan – Poteri e segreti nel risiko feroce di Kabul
Tema: Afghanistan

Da Doha a Washington si mormora sull’esistenza un numero imprecisato di “bigliettini scritti a mano” che, durante i lunghi negoziati, l’inviato Usa Zalmay Khalizad avrebbe redatto e sottoscritto assieme a Baradar, il capo dei talebani. Il testo ufficiale, disseminato di impegni talebani a non attaccare più gli Stati Uniti, sarebbe dunque solo il coperchio di una pentola di mini-intese segrete. “pizzini” sarebbero stati inclusi da Khalizad e Baradar nel contenitore fisico delle intese di Doha. Verificare tali indiscrezioni è impossibile ma suggeriscono una lettura dei fatti dell’ultimo anno basata su un’intesa assai dettagliata fra Usa e talebani. Ma il potere a Kabul appare in bilico per il semplice motivo che la presenza nella capitale di almeno duemila miliziani dello Stato Islamico del Khorasan pone una seria ipoteca jihadista sulla capacità dei talebani di controllare la capitale e le sue istituzioni. La faida inter jihadista per il controllo dell’Afghanistan è resa imprevedibile dal fatto che entrambi hanno forti legami con il Pakistan.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bufacchi Isabella 
Titolo: La Germania è già pronta per una coalizione multicolore
Tema: Germania al voto

A 20 giorni dalle elezioni in Germania la situazione è ancora fluida. GIi sbalzi dell’umore elettorale dei tedeschi degli ultimi mesi hanno mandato in tilt commentatori politici e sondaggisti. Nessuna certezza sulla successione di Angela Merkel e nessuna certezza su quale partito potrà vincere. Se le intenzioni di voto oggi si potessero concretizzare, due partiti non basterebbero per arrivare al 50% come l’attuale Große Koalition. Cdu-Csu e Spd si muovono entro una forchetta tra il 20% e il 25%, i Verdi si stanno assestando sotto il 20%, Fdp attorno al 12%. Cinque le combinazioni a tre che potrebbero formare il governo: la prima con l’aggiunta dei cristiano-democratici Cdu-Csu di Bündnis 90/Die Grünen e dei liberali; la seconda con Cdu-Csu, Spd, Fdp; la terza con Spd, Fdp; Die Grünen; la quarta con Spd, Die Linke, Die Grünen; e infine la combinazione Cdu-Csu, Spd, Die Grünen. L’unico partito che nei sondaggi raccoglie attorno al 10% dei co nsensi ma che è escluso a priori da tutti i principali partiti per qualsiasi coalizione di governo è quello di estrema destra AM.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mastrobuoni Tonia 
Titolo: L’onda rossa di Scholz contagia anche la ex Ddr
Tema: Germania al voto

La rimonta nei sondaggi tedeschi targata Scholz arriva ancche nell’ex Germania Est. In vista delle politiche del 26 settembre, i socialdemocratici sembrano crescere ovunque, anche nelle storiche roccaforti dell’ultradestra della Afd. In Meclemburgo-Pomerania la Spd è schizzata al 36%, oltre il doppio della Cdu e l’Afd ha perso 4 punti in poche settimane e arranca al 17%. Anche in Brandeburgo la Spd è balzata al 34%, 21 punti avanti alla Cdu (13%). E nel land intorno a Berlino delle famose passeggiate di Theodor Fontane, l’Afd langue al 17% contro il 21% dei mesi scorsi.  A Berlino, quest’estate, la Spd era ancora il terzo partito dietro ai Verdi ed era scivolata persino dietro alla Cdu. Ora svetta al 23% contro il 19% della Cdu e il 17% dei Verdi. Infine, in una storica roccaforte della Cdu come la Sassonia, dove l’Afd poteva contare su un elettore su quattro, è scivolata al 21%.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ginori Anais 
Titolo: Zemmour, la star tv che può frenare Le Pen nella corsa all’Eliseo
Tema: Francia al voto

Éric Zemmour, uno degli opinionisti francesi più popolari e controversi, pensa a candidarsi per l’Eliseo. E la sua eventuale discesa in campo potrebbe ribaltare ogni previsione. Secondo un nuovo sondaggio del Parisien, Zemmour potrebbe ottenere almeno l’8% dei voti, un risultato al tempo stesso modesto e spettacolare. L’ultra-sovranista Zemmour, condannato diverse volte per istigazione all’odio razzista, è il nuovo incubo di Marine Le Pen che teme un’emorragia di voti all’estrema destra, laddove non ha mai avuto veri concorrenti. Se l’opinionista si lancerà davvero nella corsa, la leader del Rassemblement National potrebbe scendere — in base al sondaggio pubblicato ieri — fino 19% delle preferenze, una soglia che non le garantirebbe di ritrovarsi al ballottaggio.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Gentili Alberto 
Titolo: Mattarella: Ue troppo timida, ora serve una difesa comune
Tema: Europa

Dopo la debacle dell’Occidente in Afghanistan e il disimpegno progressivo di Washington sugli scenari internazionali, Sergio Mattarella sferza l’Unione europea e ne indica la nuova frontiera: «Serve una politica estera e di sicurezza comune». Il Capo dello Stato recapita la sua bacchettata a Bruxelles e ai Ventisette in un messaggio al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Mattarella nella sua analisi parte da come è stata affrontata l’aggressione del Covid: «L’Unione ha dimostrato, di fronte alla pandemia e alle sue conseguenze sul piano economico e sociale, una capacità di reazione efficace e tempestiva. Le azioni intraprese, sia sul terreno delle campagne di vaccinazione sia sul terreno del sostegno alle crisi sociali e alla ripresa economica, confermano la bontà delle scelte effettuate in direzione di una sovranità condivisa a livello continentale». Secondo Mattarella però l’Unione non può considerarsi appagata. Deve fare altri passi avanti, concretizzando «la nuova dimensione» nel Trattato europeo, «dopo la riflessione della Conferenza sul futuro dell’Europa» che «dovrà sostituire quello di Lisbona».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Picchio Nicoletta 
Titolo: Mattarella: la svolta europea entri nei trattati
Tema: Europa

Le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dal Forum di Cernobbio dedicate all’Europa, capace sì di reagire alla pandemia e alle sue conseguenze economiche e sociali, ma al tempo stesso chiamata a “dare vita a una dimensione operativa senza precedenti, che costituisce una vera e propria svolta”. Una dimensione che, per il capo dello Stato “deve trovare una collocazione nell’ambito del Trattato che, dopo la riflessione della Conferenza sul futuro dell’Europa, dovrà sostituire quello di Lisbona”. Uno sforzo analogo deve riguardare l’impegno per la pace, lo sviluppo, la sicurezza e la stabilità internazionale, per diffondere “la piena dignità delle persone in ogni angolo del mondo”. Di qui “la necessità di una politica estera e di sicurezza comune”. La Ue fin qui “si è mossa troppo tiepidamente e che rappresenta, al contrario, la naturale continuazione di quella sovranità condivisa destinata a garantire ai cittadini europ ei la prosecuzione di una esperienza di crescita e di progresso che non ha uguali”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Massaro Fabrizio 
Titolo: Mattarella: la crescita accelera Per la Ue politica estera comune
Tema: Europa

La dura lezione della pandemia non deve passare invano: se i Paesi europei, e con l’Italia in prima fila, stanno uscendo dalla crisi economica con una crescita molto veloce, ciò è stato possibile grazie all’aiuto della Ue che «ha dimostrato una capacità di reazione efficace e tempestiva» e insieme «la bontà delle scelte effettuate in direzione di una sovranità condivisa». È uno dei passaggi chiave del messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, letto ieri mattina dall’ex premier Mario Monti in apertura della seconda giornata del forum The European House Ambrosetti. Senza Europa, è il cuore dell’analisi di Mattarella, non saremmo usciti dall’incubo Covid nelle condizioni favorevoli in cui ci troviamo adesso, cioè con un’economia non solo in rimbalzo ma in potente accelerazione. I miliardi di euro del Pnrr sono stati fondamentali ma ora c’è bisogno anche degli «investimenti pr ivati, attesi per alimentare una fase ancora più positiva di rilancio».
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