Menu

SINTESI IN PRIMO PIANO – 5 settembre 2019

– Conte Bis, oggi il giuramento del nuovo governo
– Bce, la Lagarde conferma politica “espansiva”
– Brexit, Johnson ancora sconfitto dal Parlamento
– Hong Kong, ritirata legge sull’estradizione

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  … 
Titolo: Via al Conte bis, ecco la squadra
Tema: Conte Bis

Oggi il giuramento del governo Conte Bis. Questa la squadra di ministri: Luigi Di Maio agli Esteri; Luciana Lamorgese agli Interni; Alfonso Bonafede alla Giustizia; Lorenzo Guerini alla Difesa; Roberto Gualtieri all’Economia; Stefano Patuanelli allo Sviluppo Economico; Teresa Bellanova alle Politiche Agricole; Sergio Costa all’Ambiente; Paola De Micheli alle Infrastrutture e Trasporti; Nunzia Catalfo al Lavoro e Politiche Sociali; Lorenzo Fioramonti all’Istruzione; Dario Franceschini ai Beni Culturali; Roberto Speranza alla Salute; Federico D’Incà ai Rapporti col Parlamento; Paola Pisano all’Innovazione; abiana Dadone alla Pubblica Amministrazione; Francesco Boccia agli Affari Regionali; Giuseppe Provenzano ministro per il Sud; Vincenzo Spadafora allo Sport e Politiche Giovanili; Elena Bonetti alle Pari Opportunità; Vincenzo Amendola agli Affari Europei. Il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio è Riccardo Fraccaro.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Lopapa Carmelo 
Titolo: Conte bis Fusione fredda – Oggi il Conte bis al Quirinale Primo atto, Gentiloni alla Ue
Tema: Conte Bis

M5S, Pd e Leu danno vita al secondo esecutivo Conte, in una legislatura che comunque va avanti. Perché queste – come ricorda il capo dello Stato Sergio Mattarella – sono le regole della Costituzione. Termina così la lunga e imprevedibile crisi aperta da Salvini ad agosto. Giuramento stamattina, poi la prima riunione di governo peri 21 ministri (più il sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro). Nella stessa riunione, l’ex premier pd Paolo Gentiloni sarà designato quale candidato italiano al ruolo di commissario europeo. La Camera voterà la fiducia al nuovo governo lunedì, l’indomani toccherà al Senato. E siccome Conte succede a se stesso, nel giorno in cui il calendario liturgico celebra Santa Teresa di Calcutta sarà il sottosegretario uscente Giancarlo Giorgetti a passare la tradizionale campanella nelle mani del suo successore. Età media dell’esecutivo, 47 anni, il più giovane della storia. Nove ministri del Pd, dieci del M5S, uno di Leu, e un tecnico al Viminale. Suo il compito forse più delicato, quello di stemperare il clima in un ministero che Matteo Salvini in 14 mesi ha trasformato in un fortino. Il pallottoliere segna tre ministri in più rispetto al primo governo Conte (erano 18). E se nell’esecutivo con la Lega le donne erano 5, nella lista presentata ieri dal premier al Quirinale risultano rosa sette caselle.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Vitale Giovanna 
Titolo: E il Pd per un giorno festeggia “Il governo piu a sinistra da anni”
Tema: Conte Bis

“E’ la squadra più di sinistra degli ultimi quindici anni”, esulta Nicola Zingaretti, quando il premier incaricato Conte sale al Colle per annunciare la squadra di ministri. Si respira un clima d’euforia come non accadeva da anni nella sede del Pd. Zingaretti sorride. C’è da dare un messaggio al Paese, adesso. “Bene questa svolta, ora è tempo di cambiare l’Italia”, dichiara alle agenzie: “Abbiamo fermato Salvini e il solo annuncio di questa fase sta facendo tornare il nostro Paese protagonista in Europa. Il calo incredibile dello spread significa soldi in più nelle tasche degli italiani”. E ancora: “Noi siamo stati uniti e responsabili. Ora c’è un programma chiaro, comune e condiviso. E una squadra di forte cambiamento, anche generazionale”, rivendica. Poi ai fedelissimi dice: “A livello europeo, il nuovo governo ha il volto del Pd”. L’obiettivo, ora, è durare sino a fine legislatura, “le condizioni ci sono, ma bisogna lavorare con uno spirito diverso: le forze politiche devono smetterla di litigare tutti i giorni”, avverte.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso – Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: Il retroscena – Tra il premier e Di Maio si parte già con una lite sul ruolo di Fraccaro
Tema: Conte Bis

Ieri mattina le discussioni per la composizione del nuovo governo hanno rischiato di naufragare quando Luigi Di Maio ha imposto il nome di Riccardo Fraccaro come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; il premier Conte considerava Fraccaro inadatto perchè identificato fin dal 2013 come pupillo della Casaleggio Associati, preferendogli Roberto Chieppa, segretario generale di Palazzo Chigi, ma Di Maio ha alzato un muro. “Se non accetti questa condizione, per me possiamo chiuderla qui”. Frase simbolica di uno scontro tra leadership per il controllo del movimento e del suo futuro, ma inaccettabile per il premier e per lo stesso Pd. La lite è grave. Umanamente, prima ancora che politicamente. Da giorni, infatti, Conte aveva deciso di promuovere Chieppa. Di Maio si sente accerchiato. Martellato da voci che riportano di forti perplessità interne e internazionali per il suo futuro alla Farnesina. Ha bisogno di blindare la macchina di Palazzo Chigi, imponendo Fraccaro per ricevere in tempo reale il resoconto delle mosse dell’avvocato.  Il premier, alla fine, accetta Fraccaro. Sono le 12.40. Ma è infuriato. E lancia una contromossa destinata a riaccendere lo scontro: Chieppa viene comunque indicato come sottosegretario alla Presidenza. Avrà «deleghe importanti in ambito legislativo». Non parteciperà al consiglio dei ministri, certo. Ma gestirà comunque tutti i dossier più delicati. È una sfida silenziosa e letale a Di Maio.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: Il retroscena – La linea del premier: Palazzo Chigi non sarà più il Vietnam di un’alleanza
Tema: Conte Bis

Dietro le scelte e i compromessi che il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, ha accettato in questi giorni si indovina una preoccupazione costante: far dimenticare e archiviare quattordici mesi di guerra civile nel precedente governo. Per questo, di fronte alle insistenze di Di Maio per mantenere la carica di vice a Palazzo Chigi, e per avere almeno un sottosegretario targato M5S a Palazzo Chigi, Conte ha fatto resistenza. La volontà del premier è quella di liberarsi dall’incubo di un ministero dell’Interno che possa essere anche solo sospettato di trasformarsi in piedistallo elettorale di un partito: si tratti di Lega, M5S o Pd. Anche se stavolta, i timori di Conte non si sono manifestati solo nei confronti del nuovo alleato. Dal modo in cui si sono snodate le quattro settimane dalla rottura salviniana, il capo del governo è arrivato a una conclusione: i «vietcong» della maggioranza che possono tendergli agguati e sabotarlo, magari senza volerlo, si annidano anche tra le frustrazioni e i vecchi schemi grillini. Per questo, la stessa definizione di «Conte bis» viene ascoltata con una mezza smorfia. In fondo, «quello che sta nascendo è il primo vero governo Conte». E non solo perché non è sostenuto dalla maggioranza di prima, alimentando di rimbalzo le accuse di trasformismo e di spregiudicatezza. La novità è l’immagine che il premier proietta; e che affonda le radici in un rapporto sotterraneo e solido costruito silenziosamente nei mesi scorsi con i suoi interlocutori europei.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Breda Marzio 
Titolo: Il pressing finale di Mattarella che stava per perdere la pazienza
Tema: Conte Bis

Il pressing di Sergio Mattarella è stato decisio per imprimere una accelerata nelle trattative per la definizione della squadra di governo. Un governo politico, come lo stesso capo dello Stato ha fatto intendere ai giornalisti che affollavano la Loggia alla Vetrata. Con poche frasi di ringraziamento per il lavoro svolto e un cenno alla gestione della crisi: “Una volta che, in base alle indicazioni di una maggioranza parlamentare, si è formato un governo, la parola spetta al Parlamento e al governo”. Insomma, Mattarella non è, e non intende esser percepito, come il Lord Protettore del gabinetto giallorosso. Si limita a tenerlo a battesimo (attraverso il giuramento di oggi) con lo stesso distacco con il quale, il primo giugno 2018, aveva tenuto a battesimo quello gialloverde. Precisazione doverosa in risposta a chi cominciava a sussurrare come almeno un paio di figure della nuova squadra, come Lamorgese agli Interni o Gualtieri all’Economia, fossero figlie proprio di indicazioni del Quirinale.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Trovati Gianni 
Titolo: Autonomia e province, stop alle riforme Lega e fondi per il Sud
Tema: Conte Bis

Il programma del neonato governo giallorosso affronta anche il tema dell’autonomia, che deve essere “giusta e cooperativa”, salvaguardando “il principio di coesione nazionale e di solidarietà”. L’obiettivo, continua il programma, è di evitare che “questo legittimo processo riformatore possa contribuire ad aggravare il divario fra il Nord e il Sud”. Ma il piano spiega anche che “occorre procedere con la massima attenzione nella ricognizione ponderata delle materie e delle competenze da trasferire, che “decisivo e centrale sarà il ruolo del Parlamento”, da coinvolgere “anche preventivamente e non solo nella fase legislativa finale di approvazione”. E che per “attuare compiutamente l’articolo 119 della Costituzione” bisogna creare “un fondo di perequazione pergarantire a tutti i dttadini la medesima qualità dei servizi”. Tutti argomenti utilizzati fino a ieri dai Cinque Stelle per i loro «no» all’autonomia in salsa leghista, la prima della lunga catena di liti sfociata nella crisi d’agosto.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Barbera Alessandro 
Titolo: Nei primi cento giorni manovra, riforme e rebus immigrazione
Tema: Conte Bis

La sorte del Conte-bis dipenderà molto da quel che accadrà nei primi cento giorni e nelle elezioni in tre Regioni, due delle quali storicamente di sinistra: Umbria, Emilia Romagna, Calabria. L’ultima versione del programma di coalizione Pd-Cinque Stelle è una collezione ampia di promesse. Niente aumenti Iva, più soldi in busta paga a lavoratori dipendenti e famiglie, salario minimo, più risorse per scuola, ricerca, sanità, disabili. Si punta a sbloccare risorse attraverso il via libera di Bruxelles a nuove spese in deficit, cosa riuscita solo in parte al Conte-uno. La signora Ursula von der Leyen non ha ancora il suo governo, e non si può scommettere sul buon esito della questione. Ma a via XX settembre siederà Roberto Gualtieri, ex presidente della Commissione economia del Parlamento europeo, che di quelle complicate regole di bilancio conosce i dettagli più oscuri. Il segreto per raschiare il barile delle regole è tutto li. La madre di tutte le promesse è l’aumento degli sgravi ai redditi fino a ventiseimila euro lordi annui. Di fatto, un costoso rafforzamento del bonus Renzi. Poiché la coperta è sempre corta, il programma promette tagli di spesa, delle agevolazioni fiscali, «una web tax per le multinazionali che spostano profitti e informazioni». Considerati i precedenti, vedere per credere. C’è poi una priorità carissima ai Cinque Stelle: l’approvazione della riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari. Tre le contropartite chieste dal Pd per evitare maggioranze bulgare, tutte riportate al punto dieci di ventinove: la riforma elettorale (in senso proporzionale) e dei regolamenti parlamentari, il voto ai diciottenni anche al Senato. La terza urgenza dellanuova maggioranza gialloverde – quella politicamente più delicata – sarà la modifica dei decreti sicurezza.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Di Matteo Alessandro 
Titolo: Intervista ad Andrea Marcucci – “L’intervento di Grillo ha fatto la differenza Con il Pd unito andremo avanti a lungo”
Tema: Conte Bis

Il capogruppo Pd in Senato Andrea Marcucci: “Fin dall’inizio ho colto nel Pd, in M5s, in Leu e nelle altre forze la volontà di rimettere l’interesse della comunità nazionale davanti a tutto. Il modo con cui si è arrivati alla crisi, il dileggio continuo delle istituzioni da parte di Salvini aveva posto tutti di fronte all’esigenzadi tutelare i nostri valori fondamentali. Dopodiché, abbiamo certamente avuto ansia rispetto al voto su Rousseau e lì l’intervento di Beppe Grillo ha fatto la differenza”. Prosegue Marcucci: “Sia nei confronti del presidente Conte che del capogruppo Patuanelli, con cui ho interagito in questo anno e mezzo, c’era un rapporto che andava al di là delle posizioni politiche. Un clima personale che ci ha consentito di lavorare da subito sul programma. Un programma di cui siamo orgogliosi. Al tavolo ho trovato persone che affrontavano le questioni con buon senso”.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Giornale 
Autore:  Minzolini Augusto 
Titolo: Il retroscena – Legge elettorale per blindare un patto debole – La corsa al proporzionale per blindare la finta alleanza
Tema: Conte Bis

Il Conte bis, nella mente di molti, segna un cambio di fase, o, ancor meglio, dovrebbe garantire il passaggio da una stagione politica, o per usare la retorica enfatica di un tempo, da una Repubblica, ad un’altra. Un territorio inesplorato, di cui ancora non si conoscono i contorni. Il sogno di un bipolarismo fondato su Salvini e Zingaretti – ad esempio – è stata la ragione che ha portato in un primo tempo il segretario del Pd ad assecondare l’ipotesi delle elezioni anticipate. Poi, però, ti accorgi che la realtà è diversa, scopri che il presente è tutt’altro. Il proporzionale è il sistema che asseconda la metamorfosi, che potrebbe tramutare la centralità di cui ha goduto nell’ultimo anno Salvini, nella sua emarginazione. Tant’è che il leader della Lega è pronto alle barricate per scongiurarlo, alla chiamata alle armi di tutti, anche degli alleati che fino a ieri ha disdegnato, come il Cav.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Messaggero 
Autore:  Ajello Mario 
Titolo: Il commento – Roma umiliata: da 2 righe a 2 parole tra paura del Nord e giochi di partito
Tema: Conte Bis

Nel programma del nuovo governo Pd/M5S poco spazio per Roma, citata solo nell’ambito del capitolo dedicato allo “sviluppo sostenibile delle città, delle città metropolitane, della capitale, attuando la legge perla valorizzazione dei piccoli comuni”. L’Urbe, insomma, come una qualsiasi città. Esattamente come la pensava Salvini. Ci vorrebbe Cavour a ricordare ancora una volta, ma evidentemente non basta mai, che «Roma è l’unica città italiana a poter vantare tradizioni non soltanto municipalistiche». Nel passaggio da due righe a due parole, c’è un malcelato disegno politicista. Quello di due partiti che affrontano la questione di Roma non come se fosse una materia istituzionale o civica qual è. Ma in un’ottica di reciproca convenienza che è questa e che suona come un amaro paradosso da parte di chi oltretutto governa il Campidoglio (M5S) e la Regione (Pd).
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  La Mattina Amedeo 
Titolo: Retroscena – Salvini: “Grillini peggio della casta Presto tornerò” – Salvini per resistere punta al Copasir e vuole svuotare i 5S nel Meridione
Tema: Opposizione

Matteo Salvini, di fronte al “governo Pd con i 5 Stelle che fanno da tappezzeria”, scommette che  i giallo-rossi dureranno pochi mesi. Dietro la facciata delle dirette Facebook dalla villeggiatura a Pinzolo, c’è però amarezza per l’esito del governo di cui faceva parte. Manterrà in piedi tutta la squadra della comunicazione, scatenerà ancora di più la Bestia di Luca Morisi e sta facendo un pensierino sulla poltrona della presidenza del Copasir, il comitato di controllo dei servizi segreti, lasciato libero da Guerini diventato ministro della Difesa. E’ una nuova strategia politica che però deve mettere a punto per attraversare il deserto dell’opposizione. il problema per Salvini è come mantenere il livello di consenso che lo ha spinto oltre il 30% utilizzando il ruolo e la visibilità di ministro dell’Interno. All’opposizione è un’altra storia. C’è da individuare un nemico, e allora ecco gli attacchi al Pd al guinzaglio della Merkel e di Macron e di Di Maio passato agli Esteri, “miracolo delle poltrone”.  L’obiettivo è svuotare Di Maio e compagni nel Sud. E’ lì che i pentastellati ancora reggono e dove la Lega potrebbe subire i maggiori contraccolpi nel tempo. I leghisti sanno che una parte degli italiani sono esperti nel salto sul carro del vincitore, a maggior ragione nel Mezzogiorno per ragioni storiche e necessità economiche. Allora è nel Meridione che devono aggredire i grillini e consolidare il consenso.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  M. Cre. 
Titolo: Salvini: un governo da ridere Meloni: orribile spartizione
Tema: Opposizioni

Matteo Salvini parla via Facebook e fa quello che fin qui non aveva fatto, rivolgendosi direttamente a Sergio Mattarella: “Presidente, lei parlava di un governo di lunga durata, di solidi principi e con un programma comune. Non le viene da ridere? Da sorridere? Non era meglio chiamare a votare 60 milioni di italiani anziché 60 mila persone su Rousseau?”. Il leader leghista, con indosso la maglietta delle Fiamme Oro della polizia, prima ammette: «Il Pd è in vantaggio uno a zero sulla Lega e sull’Italia. Ma è come quando l’arbitro fischia un rigore inesistente». Poi, elenca le «persone sbagliate al posto sbagliato», i componenti del governo quasi uno per uno. Salvini ha già convocato la piazza per il 18 ottobre a Roma, mentre Giorgia Meloni lunedì, giorno della fiducia al governo, sarà davanti alla Camera: “Da un anno e mezzo — dice la leader di Fratelli d’Italia — la destra vince tutte le elezioni ma oggi ci ritroviamo il governo più a sinistra della storia repubblicana. E la chiamano democrazia!”. Secondo Meloni “Il governo Conte bis è il prodotto di un’orrenda spartizione di poltrone, e di una tragica, consapevole sottomissione ai diktat dell’Ue e della Bce”.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Giornale 
Autore:  Greco Anna_Maria 
Titolo: L’allarme di Berlusconi: riecco la vecchia sinistra parlano solo di poltrone
Tema: Opposizioni

“Parlano solo di poltrone, abbiamo assistito a uno spettacolo penoso, un matrimonio di interessi. Sono tornati i comunisti”. Questo il commento di Silvio Berlusconi alla nascita del governo Conte Bis. Quello che sta nascendo per Forza Italia è «un governo di ultrasinistra» e non può piacere. Per il vicepresidente Antonio Tajani, «non rappresenta la volontà popolare» e prepara una patrimoniale. «Nasce senza valori, senza una visione e senza un progetto condiviso di sviluppo del Paese e non potrà durare. Forza Italia voterà convinta e compatta no a questo accrocco», attacca Sestino Giacomoni. Però, allontanando il voto, il Conte bis offre l’opportunità di rimettersi in forze attraverso un’opposizione «seria, netta, senza fare sconti su ogni provvedimento, ma composta», diversa da quella rabbiosa della Lega. La linea del partito è rimanere nel centrodestra, ma non domininato dal sovranismo di Matteo Salvini.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pelosi Gerardo 
Titolo: Oggi Gentiloni commissario Ue – Europa, Italia a tre punte Conte-Di Maio – Gentioni
Tema: Commissario Ue

Paolo Gentiloni, già ministro degli Esteri e premier, salvo avvisi contrari, dovrebbe essere designato come commissario Ue per l’Italia. Con il presidente dell’Europarlamento David Sassoli i rapporti sono di vecchi data ma tutto promette bene anche per l’interlocuzionecon la nuova presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Economia e finanza

Testata:  Stampa
Autore:  Zatterin Marco
Titolo: Il Professore che ha detto “no” alla Merkel – Gualtieri al Tesoro per ricucire L’Italia riporta la manovra in Ue
Tema: Programma Economico Conte Bis
Il nuovo ministro dell’Economia del governo Conte Bis è Roberto Gualtieri, romano, dasse 1966, professore di Storia contemporanea, eurodeputato da dieci anni e presidente della Commissione Economica di Strasburgo da cinque. Il Conte-Bis vuole crescere e investire senza toccare gli equilibri, proteggendo i conti, comprimendo il secondo peggior debito continentale. Dovrà reperire risorse difficili da trovare in questa stagione di gravi chiaroscuri globali. Il «Professore» è stato scelto per questo. Non è un accademico prestato dalla politica, come l’uscente Giovanni Tria. È un politico che conosce a menadito le regole del grande gioco europeo, qualcuna ha contribuito a scriverla, di molte ha condiviso il fine, ma non sempre la sostanza. “L’Europa deve far vedere che oltre l’austerità lavora perla crescita”, disse ad esempio quando negoziava il famigerato Fiscal Compact. Allora Gualtieri si mise più volte di traverso per evitare un’intesa che, nella versione dei governi nazionali, vedeva «pericolosamente unilaterale nell’indirizzo economico». C’è il suo zampino nel finale in cui gli eurodeputati riuscirono a ridurre le potenzialità negative del meccanismo pensato per costringere gli stati dell’Eurozona a tenere imbrigliati i deficit, eppure il «professore» non si è mai mostrato del tutto soddisfatto. È stato sempre all’avanguardia nella sfida perla flessibilità, alfiere della “golden rule” gradita all’Italia, e non solo, secondo cui sarebbe bene non computare nel deficit gli investimenti seriamente produttivi e attuati in coordinamento con l’Unione.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine – Tucci Claudio 
Titolo: Nel programma torna Industria 4.0 Taglio del cuneo «solo ai lavoratori»
Tema: Programma Economico Conte Bis

Il capitolo “lavoro e impresa” diventa un po’ più nutrito nelle 29 “linee programmatiche” del nuovo governo Conte. Tra i temi primari: ridurre le tasse sul lavoro a «totale vantaggio» dei lavoratori. Individuare una giusta retribuzione (leggasi salario minimo), garantendo, al tempo stesso, le «tutele massime» a beneficio degli occupati, anche attraverso il meccanismo dell’efficacia erga omnes dei contratti collettivi firmati dalle organizzazioni più rappresentative. Accanto a ciò un rafforzamento di Impresa 4.0 e misure specifiche per le pmi. Le ricette dei due azionisti di governo, M5S e Pd, restano tuttavia distanti: i primi legano la misura al decollo del salario minimo, con l’effetto di sterilizzare l’aggravio di costi per le imprese. I dem invece propendono per un meccanismo di detrazioni fiscali, che assorbirebbero anche gli “80 euro”, di fatto generalizzandoli pure a fasce di reddito oggi escluse. Nel documento manca qualsiasi riferimento agli incentivi alla contrattazione di secondo livello, che negli ultimi anni ha avuto una forte spinta in avanti (le attuali misure agevolative sono limitate, e non strutturali, come chiedono le imprese); e non si parla neppure di scuola-lavoro. Entra nel testo anche un impegno, per quanto molto generico, a «potenziare gli interventi in favore delle piccole e medie imprese». Sempre in ottica “green economy” si prevede anche di istituire un «fondo che valga a orientare, anche su base pluriennale, le iniziative imprenditoriali». Ci sono anche riferimenti al bisogno di aumentare ancora gli investimenti in startup e Pmi innovative (proseguendo quindi sulla spinta al venture capital) e al sostegno per il made in Italy anche attraverso «un adeguato modello di condivisione dei rischi tra Sace e ministero dell’Economia».
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Giliberto Jacopo 
Titolo: Il nodo rifiuti è la prima mina per l’esecutivo Caos sui prezzi
Tema: Programma Economico Conte Bis
Il modo in cui gestire in pratica i rifiuti potrebbe essere una delle mine sulla coesione del Governo Conte 2. La versione ultima del programma dice al punto 9: «II Governo si impegna altresì a promuovere politiche volte a favorire la realizzazione di impianti di riciclaggio e, conseguentemente, a ridurre il fabbisogno degli impianti di incenerimento, rendendo non più necessarie nuove autorizzazioni perla loro costruzione», come se il riciclaggio non avesse bisogno di essere completato, a valle, con impianti di incenerimento. È stato confermato all’Ambiente il ministro Sergio Costa, Cinque Stelle, che più volte si è espresso contro l’uso degli impianti di incenerimento dei rifiuti; ma al tempo stesso i Paesi in cui si ricicla di più e le zone d’Italia in cui il servizio rifiuti funziona meglio sono proprio quelle in cui c’è una dotazione ricca di impianti per il riciclo, per la selezione accurata e per il trattamento finale con gli inceneritori di nuova generazione. Esemplare la divisione dei politici locali sulla cartiera di Mantova: per poter riciclare la carta ottenuta dalla raccolta differenziata, la cartiera ha bisogno di bruciarne gli scarti in un inceneritore; se non viene avviato l’inceneritore di servizio, la cartiera non ricicla la carta. Esemplare anche il caso degli impianti che ricuperano e riutilizzano a fini energetici il biometano che altrimenti si svilupperebbe libero dalla fermentazione di scarti agricoli o di rifiuti.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Puledda Vittoria 
Titolo: Lo spread al minimo – Spread sotto 150 punti Risparmio da 2,5 miliardi
Tema: Spread

Anche ieri, con la formazione del nuovo governo, il differenziale di rendimento tra Btp decennali e gli analoghi titoli tedeschi si è ridotto, scendendo da 161 a 149 punti. Se continua così, per le casse dello Stato ci sarà un bel risparmio come spesa per interessi. Già ora, come ha ricordato un paio di giorni fa il Mef, grazie alla riduzione dello spread gli interessi sui titoli di Stato sono diminuiti di 800 milioni. “Se i tassi di interesse si assesteranno su questo livello, a fine anno la spesa per il servizio del debito dovrebbe essere intorno ai 62 miliardi, con un risparmio di circa 2 miliardi, due miliardi e mezzo — spiega Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte — se poi i tassi restassero ancora fermi, per tutto il 2020, la spesa si attesterebbe sui 51 miliardi e l’anno dopo scenderebbe ancora, a 41”. Ieri l’agenzia di rating S&P ha sottolineato che il nuovo quadro politico «potrebbe migliorare i conti pubblici, fermo restando il fatto che la coalizione possa arrivare a scadenza di mandato».
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda 
Titolo: Lagarde (Bce): politica espansiva, ma attenzione agli effetti collaterali – Lagarde conferma, la Bce sarà ancora «accomodante»
Tema: Bce

Christine Lagarde ha spiegato ieri al Parlamento europeo, in un’attesa audizione in vista della sua conferma alla guida della Banca centrale europea, che da banchiera centrale «rispetterà l’impegno previsto dal mandato dell’istituto monetario, ma utilizzando agilità per adattarsi alla situazione economica». La Lagarde si è detta d’accordo con il consiglio direttivo sulla necessità di mantenere «una politica monetaria molto accomodante per un lungo periodo di tempo».La presa di posizione giunge mentre la Bce ha preannunciato di voler rilanciare gli acquisti di titoli sul mercato, per evitare che il nuovo rallentamento possa far cadere la zona euro in una fase di deflazione. La Lagarde ha poi commentato la nomina di Gualtieri a ministro dell’Economia del Conte bis come “un bene per l’Europa e per l’Italia”.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Basso Francesca 
Titolo: Lagarde alla Bce, l’Ue vota sì «Lotta alle disuguaglianze»
Tema: Bce

La presidente designata della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha usato l’audizione di ieri davanti alla commissione Problemi economici e monetari del Parlamento Ue per spiegare in modo semplice la sua visione della Bce: «E un’istituzione che serve i cittadini dell’area euro, non i leader degli Stati membri». Per questo Lagarde ha promesso che una volta confermata non parlerà «agli operatori del mercato che già conoscono benissimo il nostro linguaggio»: «Voglio che siano le persone della zona euro — ha detto — a capire le politiche della Bce, l’impatto, gli effetti negativi: le persone devono sapere cos’è la Banca centrale, che sta lavorando mettendo il loro interesse al centro». Con abile equilibrismo Lagarde ha spiegato che il suo mandato sarà in continuità con quello dell’uscente Mario Draghi, confermando che la politica monetaria accomodante continuerà «per un lungo periodo», finché non sarà raggiunto l’obiettivo di un tasso di inflazione vicino ma sotto al 2%. Resta il fatto che gli Stati devono procedere alle riforme strutturali e «i Paesi che non hanno spazio fiscale oggi devono ripensare la loro miscela fiscale per aiutare la crescita e usare lo strumento delle riforme strutturali ora che abbiamo un po’ di crescita».
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Marroni Carlo 
Titolo: Panetta designato rappresentante dell’Italia nel board Bce – Panetta in pole position per entrare nel board della Bce
Tema: Bce

Fabio Panetta dovrebbe essere il membro italiano designato per il board della Bce, una volta che Mario Draghi avrà lasciato la presidenza, a fine ottobre prossimo. Panetta – direttore generale della Banca d’Italia dallo scorso 10 maggio dopo essere stato a lungo vice – è il nome che filtra da ambienti europei. La conferma che sarà lui il designato arriva a nove giorni dalla riunione dell’Eurogruppo in cui verrà fissata la data entro cui i governi possono propone i propri candidati per la Bce. Andrà a sostituire Coeuré, molto stimato tanto che il suo nome era circolato come possibile presidente, anche se poi è prevalsa una scelta più “politica”. In ogni caso non ci sono mai stati dubbi sul fatto che vi fosse un membro italiano nel board (in passato ci sono stati Padoa Schioppa e Bini Smaghi, oltre a Draghi): le prime tre economie della zona euro – Germania, Francia e Italia – hanno almeno un rappresentante nel consiglio e Conte aveva avuto assicurazioni in questo senso quando era stata votata la nuova presidente del Commissione Ursula von der Leyen.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Amato Rosaria 
Titolo: Italia, il 10% più ricco ha un quarto dei redditi
Tema: Ricerca Eusostat

Nel 2008, rileva Eurostat, al 10 per cento della popolazione con i redditi più alti andava il 23,8 per cento del totale, al 10 per cento con i redditi più bassi il 2,6 per cento, che adesso si è ridotto ad appena il 2 per cento. Sono soprattutto i giovani che, quando lavorano, guadagnano troppo poco, sempre meno: è a rischio povertà il 13 per cento dei lavoratori tra i 20 e i 29 anni, nel 2017 lo era il 12,4 per cento, è un dato che peggiora rapidamente di anno in anno. Neanche il lavoro dipendente costituisce più una tutela adeguata: infatti sale pure la percentuale dei lavoratori a rischio povertà tra i dipendenti, che passa dal 9,1 per cento del 2009 all’11 per cento del 2018.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: I navigator (ancora) in ostaggio
Tema: Caso navigator in Campania

Nel resto d’Italia i navigator, le nuove figure che dovrebbero aiutare centinaia di migliaia di disoccupati a trovare lavoro, stanno completando la formazione. In Campania restano disoccupati essi stessi: sono 471 e rappresentano una specie (forse) in via di estinzione: gli ultimi ostaggi delle guerre combattute per anni con le armi degli insulti e del disprezzo fra Il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle. In corso uno sciopero della fame davanti alla Regione contro De Luca, che finora si è rifiutato di firmare la convenzione con l’agenzia nazionale per il lavoro, l’Anpal, per sbloccare i contratti di chi in Campania ha superato il concorso da navigator (in tutta Italia si sono presentati in 80 mila per poco meno di tremila posti). De Luca ha solo parole sprezzanti per queste figure volute da Luigi Di Maio. Proprio ieri il difensore civico della Regione Campania ha ricordato che Del Luca ha sì diritto di criticare le politiche del vecchio governo, ma è obbligato a sbloccare l’impasse — in cinque giorni — perché ne ha preso l’impegno.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Serafini Laura 
Titolo: Consob, Mauro Nori è il nuovo direttore generale – Consob, Nori nominato direttore generale – Consob, il collegio nomina Mario Nori direttore generale
Tema: Consob

Il collegio della Consob ha deliberato martedì scorso all’unanimità la nomina a direttore generale di Mario Nori, già vice capo di gabinetto presso il ministero dell’Economia, nonche consigliere della Corte dei Conti. La revisione dell’organizzazione camminerà di pari passo con la modifica del contratto di lavoro dell’Autorità (anche questo processo è in stand by da anni), che dovrà recepire quello della Banca d’Italia. Le norme che disciplinano la Consob prevedono che il «direttore generale assiste la Commissione nell’esercizio delle sue funzioni e assicura lo svolgimento delle attività strumentali».
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Degli Innocenti Nicol 
Titolo: Johnson battuto: approvata la legge contro il no deal – Seconda sconfitta per Johnson Si alla legge contro hard Brexit
Tema: Brexit

Il Parlamento britannico approva in via definitiva con 327 voti contro 299 una legge mirata a impedire al premier Boris Johnson di far uscire la Gran Bretagna  dall’Unione Europea senza un accordo il 31 ottobre. Johnson insiste e punta ad elezioni anticipate il 15 ottobre, ma non ha il necessario sostegno di due terzi del Parlamento. La legge che i deputati hanno votato ieri stabilisce che non può esserci un “no deal” senza il consenso del Parlamento, concede tempo per raggiungere un nuovo accordo con la Ue al summit di ottobre ma, in caso di mancata intesa, costringe il premier a chiedere a Bruxelles un’estensione di tre mesi dell’articolo 50 fino al 31 gennaio 2020.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ippolito Luigi 
Titolo: No alla Brexit senza accordo e niente voto – Johnson sconfitto due volte: rinvio della Brexit, no al voto
Tema: Brexit

Duro colpo del Parlamento britannico al premier Johnson: ieri sera i deputati hanno votato, con una maggioranza di 327 a 299, per approvare la legge che chiede il rinvio della Brexit, al momento prevista per il 31 ottobre. Se entro il 19 del mese prossimo, recita il testo, non sarà raggiunto un accordo con la Ue, il premier dovrà chiedere a Bruxelles di spostare tutto fino alla fine di gennaio del 2020, aprendo la strada anche a ulteriori rinvii. Spazzato via il rischio di no deal. “I deputati hanno votato per fra naufragare ogni serio negoziato”, ha detto il premier dopo il voto. La strategia di Boris era quella di mettere sul tavolo la possibilità concreta di un no deal per costringere l’Europa ad accettare le sue richieste: ma è una strategia da kamikaze, perché Bruxelles non sembra per nulla intenzionata a cedere e dunque la Gran Bretagna continua a correre dritta verso il precipizio. Ma anche di fronte al voto del Parlamento, Boris non si dà per vinto: il premier ha chiesto di andare alle elezioni anticipate il 15 ottobre. “Decidiamo – ha lanciato a Jeremy Corbyn, il leader laburista – chi di noi due sarà al cruciale vertice europeo del 17”. Per arrivare al voto, occorre il sì dei due terzi del Parlamento. Ma i laburisti non ci cascano: “L’offerta di un’elezione adesso è come l’offerta di una mela a Biancaneve da parte della regina cattiva”, ha replicato Corbyn.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Guerrera Antonello 
Titolo: Boris le prende a destra e a sinistra No del Parlamento al voto anticipato
Tema: Brexit

Dopo la prima batosta di martedì sul voto anti No Deal alla Camera dei Comuni e l’emorragia di oltre venti Tory ribelli, Johnson voleva andare a elezioni anticipate il 15 ottobre per ricostruire una forte maggioranza in Parlamento. Ma il Labour di Corbyn, che pur agogna da tempo al voto, gli ha fatto scacco: “Assolutamente no. Prima bisogna scongiurare il rischio di No Deal”, gli ha rinfacciato Corbyn. Nelle sue prime settimane da premier, Johnson sta accumulando disastri inediti per la storia britannica. È già riuscito nell’impresa di perdere tutti i voti parlamentari della sua “reggenza”, 4 su 4; ieri Johnson è uscito definitivamente sconfitto anche sulla legge contro il No Deal, l’uscita brutale e senza accordo di Londra dall’Ue: la legislazione proposta dal Labour di Jeremy Corbyn e dalle altre opposizioni è stata finalmente approvata dalla Camera: 327 voti a 299 e oltre venti, solidi ribelli Tory. Le purghe dell’altra notte, quando sono state sradicate colonne dei conservatori come il 79enne “padre della Camera” Ken Clarke, sono cadute nel vuoto. Ora l’unica speranza di Boris è nell’ostruzionismo dei suoi sodali alla Camera dei Lord, l’ultimo passaggio della legge anti No Deal che gli legherebbe le mani sulla Brexit imponendogli di chiedere all’Ue un ennesimo rinvio della Brexit (ora fissata al 31 ottobre) se il premier non avrà un accordo di uscita controfirmato dagli europei entro il 19 dello stesso mese.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Rizzo Alessandra 
Titolo: La vendetta di Johnson sconfitto sulla Brexit Cacciati dai Tory ventuno deputati ribelli
Tema: Brexit

Boris Johnson incassa la seconda sconfitta consecutiva sulla Brexit a Westminster e regola la faida interna espellendo dal partito 21 conservatori ribelli, rei di aver sostenuto le mozioni e la legge dell’opposizione per il rinvio dell’addio a Bruxelles passata ieri con 327 sì contro 299 no. Necessario a questo punto, il ragionamento del premier, il voto anticipato. Johnson ha presentato la mozione (elezioni il 15 ottobre, data sgradita a Corbyn) dicendo che solo il voto può stabilire chi fra lui e il laburista Corbyn debba negoziare la Brexit. Anche in questo caso, però, il Parlamento gli ha votato contro, chiedendo garanzie sull’attuazione della legge anti-no deal. Johnson è stato accusato di essere anti-democratico, per aver represso il dissenso interno, e ipocrita, lui che nei mesi scorsi aveva votato contro l’accordo di uscita negoziato dal precedente governo. Ma lui ha ribaltato la questione: sono i ribelli, dice, ad essere anti-democratici perché, rimandando la Brexit, rovesciano il risultato del referendum del 2016.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  N.D.I. 
Titolo: Intervista a John Curtice – «Farage vero rivale del premier in caso di voto»
Tema: Brexit

Sir John Curtice, docente di politica all’Università di Strathclyde, sostiene che in caso di probabili elezioni anticipate, il vero rivale di Boris Johnson non è il leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn ma Nigel Farage, il fondatore del Brexit Party: “I partiti di opposizione considerano il premier del tutto inaffidabile e ritengono che potrebbe cambiare la data delle elezioni e annullare la legge contro no deal anche se approvata dal Parlamento. Anche i deputati Tory che ieri hanno votato contro il Governo hanno dimostrato di non avere fiducia in lui. Il vero problema per Johnson è che Farage potrebbe sfruttare questo, giocando la carta della mancanza di credibilità del premier in campagna elettorale e dicendo che solo il Brexit Party può garantire un no deal senza compromessi e senza rinvii”.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Santavecchi Guido 
Titolo: Hong Kong, la ritirata Via la legge pro-Cina Ma ai ribelli non basta
Tema: Hong Kong

La legge sull’estradizione di ricercati da Hong Kong verso la Cina è formalmente ritirata. Dopo tre mesi di rivolta, sconvolgente per Hong Kong e per il governo cinese, si è aperto un tentativo estremo di dialogo. Ma da Pechino temono che il cedimento di fronte alla rivolta non basterà più a placarla. Sembra una partita di poker, con la posta che si alza sempre di più: i giovani invocano elezioni libere e dunque piena democrazia per la città che pure appartiene alla Cina, dove il suffragio universale non esiste; il governo di Hong Kong e quello centrale cercano soprattutto di fermare lo stato insurrezionale e hanno in mano i jolly minacciosi della legge d’emergenza e della forza militare. Nel suo annuncio di ieri, la governatrice Carrie Lam ha detto che il primo obiettivo è “fermare la violenza che non risolve i motivi del risentimento”. Il fronte della rivolta chiede un’inchiesta giudiziaria sulla polizia, che ha manganellato a sangue, ha sparato migliaia di lacrimogeni e pallottole di gomma, permesso incursioni di picchiatori delle triadi. Carrie Lam dice che l’indagine ci sarà, ma affidata a una commissione interna alla polizia allargata a giuristi ed esperti internazionali. La ritirata della governatrice è sicuramente concordata con la Cina. Senza l’assenso di Xi Jinping la signora non avrebbe avanzato proposte di dialogo. Resta da vedere se ora i giovani si lasceranno placare dall’offerta o se invece la vedranno come la prova che solo la guerriglia porta a concessioni da parte cinese.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Santelli Filippo 
Titolo: Giravolta di Lam “Ritiro la legge Voglio la pace”
Tema: Hong Kong

Ieri i cittadini di Hong Kong, dopo quasi tre mesi di proteste oceaniche e sempre più violente contro la legge sull’estradizione e per la democrazia, hanno visto la governatrice Carrie Lam piegarsi alle richieste della piazza e annunciare il ritiro della legge sull’estradizione. Nel tentativo più deciso visto finora di aprire un dialogo, ha anche annunciato la creazione di una commissione di esperti che indaghi sui problemi della città. Un cambio di scenario rispetto alla posizione più dura assunta finora: qualcuno ipotizza che un peso possa averlo avuto l’audio diffuso dalla Reuters giorni fa in cui la governatrice si lamentava di non poter più nemmeno andare dalla parrucchiera. Forse proprio l’audio rubato abbia spinto Pechino a concedere qualcosa, per mostrare che l’autonomia di Hong Kong ancora esiste. Qualcuno azzarda che sia stata Lam stessa a architettare la fuga di notizie per crearsi un margine. Solo che ritrattare oggi, dopo 13 settimane di scontri, manganellate e ferite, non è come averlo fatto a giugno, dopo le prime marce pacifiche. Inoltre quattro delle richieste in cui si è cristallizzato il dissenso restano tutt’ora dribblate o respinte: l’inchiesta indipendente sulla polizia, l’amnistia per gli arrestati, e ovviamente la piena democrazia.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Radicioni Francesco 
Titolo: Pechino si piega alla piazza Addio alla legge sull’estradizione – “Ho cancellato la legge sull’estradizione” Hong Kong festeggia
Tema: Hong Kong

Dopo quasi tre mesi di manifestazioni più volte sfociate in violenza con la polizia e a poche settimane dalle celebrazioni per il 70esimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare, la governatrice Carrie Lam ha ieri ufficialmente ritirato il controverso emendamento alla legge sull’estradizione che era stato la miccia all’inizio di giugno della più grave crisi politica in città fin dal ritorno dell’ex-colonia britannica alla Cina. La Chief Executive di Hong Kong ha quindi pronunciato la parola «chit wui» – «ritirato» in cantonese – che per settimane in milioni avevano scandito per le strade di questo importante hub finanziario internazionale contro una legge che se approvata avrebbe consentito il trasferimento di hongkonghesi e stranieri di passaggio davanti all’opaco sistema giudiziario della Repubblica Popolare. Ora nell’ex-colonia britannica ci si chiede se basterà questo passo formale di Carrie Lam per fermare le proteste. «Troppo poco e troppo tardi», scriveva ieri su Twitter Joshua Wong, uno dei volti più noti tra gli attivisti democratici di Hong Kong. In cima alle richieste dei manifestanti, chi in queste settimane è sceso in piazza anche per ottenere elezioni a suffragio universale, un’amnistia per gli arrestati durante le manifestazioni e un’indagine indipendente sull’uso eccessivo della forza da parte della polizia. Nonostante alcune indiscrezioni uscite in mattinata sulla stampa di Hong Kong, Carrie Lam si è però rifiutata di aprire un’inchiesta indipendente sugli incidenti scoppiati durante le proteste.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Riotta Gianni 
Titolo: Per la prima volta in 70 anni il regime cinese si piega ad una protesta di piazza
Tema: Hong Kong

Dopo mesi di scontri, pestaggi, arresti, denunce, vessazioni, con la potenza dell’intera Cina addosso, i carri armati mobilitati al confine e nell’indifferenza vile delle democrazie occidentali, soli come i patrioti italiani nel 1848, i ragazzi e le ragazze “dell’Acqua” hanno strappato alla Commissaria di Hong Kong, Carrie Lam, il ritiro della legge sull’estradizione. Per la prima volta in 70 anni di storia della Repubblica popolare, il partito comunista cede a una mobilitazione popolare spontanea e le conseguenze, per Hong Kong, la Cina e il mondo intero saranno straordinarie. Il coraggio dei patrioti di Hong Kong sarà, presto e con durezza, rimesso alla prova. In poche settimane, però, ha ricordato a tutti noi la morale che la spocchia nichilista dominante ci fa dimenticare: nell’anima umana regna l’insopprimibile bisogno di libertà, dignità e giustizia, e nessun governo, nessun bavaglio digitale, nessun ricatto economico, basta, per sempre, ad offuscarlo.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Vecchi Gian_Guido 
Titolo: Il Papa e la destra cattolica Usa: «È un onore che mi attacchi»
Tema: Papa Francesco

Sul volo che lo ha portato ieri sera in Mozambico, Papa Francesco, commentando il libro scritto dal giornalista Nicolas Senèze, del quotidiano La Croix Comment l’Amérique veut changer de Pape, «Come l’America vuole cambiare Papa», ha detto: “Per me è un onore che mi attacchino gli americani”. Una frase molto dura, tanto che da lì a poco il portavoce vaticano Matteo Bruni ha precisato: “In un contesto informale, il Papa ha voluto dire che considera sempre un onore le critiche, particolarmente quando vengono da pensatori autorevoli, e in questo caso da una nazione importante”. Papa Francesco in Mozambico è arrivato a sostenere gli accordi di pace del ’92 ma visiterà anche centri che accolgono bambini di strada e curano malati di Aids e parlerà della crisi climatica e della rapina delle risorse.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Rodari Paolo 
Titolo: Il Papa: un onore essere attaccato dagli americani – Il Papa contro i vescovi Usa “Un onore se mi attaccano”
Tema: Papa Francesco

«Per me è un onore che mi attacchino gli americani». Così Francesco sul volo di andata per Maputo commenta la tesi contenuta nel libro del giornalista francese Nicolas Senéze, del quotidiano cattolico La Croix, intitolato “Comment l’Amérique veut changer de Pape” (“Come l’America vuole cambiare Papa”), secondo la quale un gruppo di cattolici conservatori statunitensi sta lavorando per spingere Jorge Mario Bergoglio alle dimissioni e, insieme, per preparare il prossimo conclave. Alle dichiarazioni del Papa segue una precisazione del portavoce della sala stampa vaticana Matteo Bruni, che spiega meglio l’uscita di Francesco: “In un contesto informale il Papa ha voluto dire che considera sempre un onore le critiche, particolarmente quando vengono da pensatori autorevoli, e in questo caso di una nazione importante”. Secondo Senéze, dietro questi attacchi c’è un gruppo di vescovi di orientamento tradizionalista che, assieme a finanziatori sovranisti, vuole le dimissioni del Pontefice.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Agasso Domenico 
Titolo: Il Papa sfida i conservatori Usa “Un onore le loro critiche”
Tema: Papa Francesco

Sul volo verso il Mozambico, prima tappa della visita di sei giorni in tre Paesi africani (gli altri sono Madagascar e Mauritius), Papa Francesco commenta il saggio di Nicolas Seneze, giornalista del quotidiano francese La Croix, intitolato «Comment l’Amérique veut changer de Pape» («Come l’America vuole cambiare Papa», Edition Bayard) dicendo: “Per me è un onore se mi attaccano gli americani”. Il volume parla di un piano per ribaltare il pontificato e ricostruisce gli attacchi lanciati dall’ala tradizionalista statunitense contro Bergoglio. Un “libro bomba”, come dice lo stesso Pontefice. Alle sue dure parole, fa seguito la precisazione del portavoce Matteo Bruni: “In un contesto informale il Papa ha voluto dire che considera sempre un onore le critiche, particolarmente quando vengono da pensatori autorevoli, e in questo caso di una nazione importante”.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Messaggero 
Autore:  Giansoldati Franca 
Titolo: Stoccata del Papa: «Un onore se mi attaccano gli americani»
Tema: Papa Francesco

Sorvolando il Mediterraneo mentre è diretto in Mozambico, Papa Francesco replica pan per focaccia agli attacchi della destra cattolica americana. Davanti al corrispondente francese della Croix, Nicolas Seneze, Francesco si concede una battuta ad effetto sul bombardamento di critiche continuo, pesante e massiccio che la destra cattolica statunitense gli sta riservando e che, ultimamente, sembra persino aumentato: “Per me è un onore che mi attacchino gli americani. Ho cercato questo libro e non l’ho ancora trovato. Ma è una bomba”, ha detto, riferendosi al volume del giornalista francese nel cui titolo è condensato perfettamente l’obiettivo palese dell’offensiva conservatrice: “Come l’America vuole rimuovere il Papa”. Una volta terminato il giro e fatto ritorno nella parte anteriore dell’aereo è toccato al nuovo portavoce vaticano, Matteo Bruni affrontare velocemente la potenziale grana diplomatica che stava per scoppiare e disinnescare bufere.
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Lombardi Anna 
Titolo: Meno fondi alla Difesa per costruire un pezzo di muro con il Messico
Tema: USA

Il capo del Pentagono Mark Esper ha annunciato ieri la decisione di sottrarre 3,6 miliardi di dollari al bilancio della Difesa per realizzare 280 chilometri di muro al confine col Messico. Come chiesto d’altronde a Donald Trump già lo scorso 15 febbraio. Le elezioni 2020 sono dietro l’angolo: e il presidente non può presentarsi senza aver costruito almeno un pezzettino di quel muro che fu la più importante promessa della campagna 2016. Protestano i veterani, secondo cui pagheranno loro il costo dei tagli. Ma il ministro della Difesa tira dritto: «Questo progetto è essenziale: scoraggerà gli ingressi illegali».
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Stabile Giordano 
Titolo: Elezioni politiche Netanyahu a Hebron in caccia di voti
Tema: Israele

Netanyahu entra nella storia anche come primo ministro israeliano a tenere un discorso nella città di Hebron, fronte caldo con i palestinesi. La sua è una battaglia in salita, con i sondaggi che lo danno privo di una maggioranza di centrodestra dopo il voto del 17 settembre: anche un paio di seggi in più potrebbero essere decisivi. Ha promesso tre giorni fa che farà approvare una legge per annettere tutti quelli in Cisgiordania. Gli abitanti di Hebron si aspettavano ieri una dichiarazione altrettanto storica, e che cioè anche il centro di Hebron sarebbe stato incluso. Il leader del Likud non è arrivato a tanto, anche se si è fatto accompagnare da due ministri che hanno chiesto apertamente questo passo, Yuli Edelstein e Miri Regev. Ha però promesso che Israele «non lascerà mai Hebron: non siamo venuti a sloggiare nessuno, ma non ci faremo neppure sloggiare».
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

PRIME PAGINE

IL SOLE 24 ORE
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone 

CORRIERE DELLA SERA
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone 

LA REPUBBLICA
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone 

LA STAMPA
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone 

IL MESSAGGERO
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone 

IL GIORNALE
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone 

LIBERO QUOTIDIANO
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone 

IL FATTO QUOTIDIANO
Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone 

SCARICA L'APP