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SINTESI IN PRIMO PIANO – 5 gennaio 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Decreto sulle restrizioni:  Italia arancione nei weekend, vietati i trasferimenti tra regioni e abbassato l’Rt della zona rossa.
– Crisi di governo: l’intesa difficile con Renzi. Ipotesi Conte-ter e Mes da 12 miliardi.
– Il caso Lombardia. Fontana ha deciso, salta l’assessore Gallera.
– Scuola, l’ipotesi del rinvio. Verso l’apertura dal 18 gennaio dopo la fuga in avanti dei governatori.
– Fca-Peugeot, via libera a Stellantis. Elkann: “Scelta storica”.
– Trump ha il suo Watergate ora la Georgia vuole indagarlo.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: «Pronto a rafforzare la mia squadra»: le mosse di Conte – Il premier: sì a un rimpasto no ad altre operazioni
Tema: Crisi di governo

Dialogare, confrontarsi fino all’ultimo minuto utile, spalancare metaforicamente porte e finestre di Palazzo Chigi per trovare un accordo con Italia viva che scongiuri la crisi di governo. Nella notte, a margine del Consiglio dei ministri sulle regole anti-Covid, Conte confidava di sperare ancora in una ricomposizione dei rapporti con Renzi: sedersi al tavolo con i leader e siglare l’intesa per quel «patto di legislatura» auspicato dal segretario del Pd Zingaretti. «Una crisi di governo in questo momento, con il virus che corre e la campagna vaccinale appena iniziata? — è l’incubo del premier —. Se mi chiedono di rafforzare la squadra per lavorare ancora meglio sono disponibile, ma altre operazioni risulterebbero incomprensibili ai cittadini».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: È già partito il totoministri Dentro Boschi L’ipotesi Guerini al Viminale
Tema: Crisi di governo

Una delle possibili novità in caso di rimpasto potrebbe essere il ritorno di Maria Elena Boschi al governo, nel ruolo di ministra dei Trasporti (sono sempre più forti le critiche dem a Paola De Micheli) o al Lavoro, al posto della M5S Nunzia Catalfo. La Boschi è spinta da Matteo Renzi, ma sarebbe gradita anche al premier Giuseppe Conte, con il quale ha un buon rapporto. Naturalmente per ora si tratta solo di voci, anche perché non è certo che si proceda subito a un rimpasto. Italia viva potrebbe spingere per un passaggio al Quirinale, per un Conte ter, e il banco potrebbe anche saltare. Ma nel frattempo i partiti avanzano ufficiosamente le loro proposte e muovono le pedine per portarsi avanti. L’ipotesi che Renzi voglia entrare nell’esecutivo si è fatta più debole, anche perché si vocifera da tempo delle sue ambizioni internazionali. Si fa più forte l’ipotesi di Ettore Rosato alla Difesa, che potrebbe essere una casella u tile anche come trampolino di lancio per Renzi alla Nato. Una delle due ministre renziane potrebbe cedere il passo. Teresa Bellanova è una fidatissima del leader di Italia viva, ma è anche parlamentare, a differenza della collega Elena Bonetti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele 
Titolo: M5S, il partito del voto chiede la conta Ma il «blitz» fallisce
Tema: Crisi di governo

Andare alle urne, assecondare un rimpasto, difendere le posizioni? L’inizio del 2021 per i 5 Stelle si apre sotto il segno dell’incertezza. I parlamentan discutono. Negli ultimi giorni ci sono state due assemblee: sabato si sono confrontati i senatori, ieri sera i deputati. Diversi i pareri discordanti sul rimpasto, ma quello che emerge è che la maggioranza dei parlamentari non vuole il voto. I più contiani, gli esponenti vicini al ministro Stefano Patuanelli, non temono le urne. Anzi. Premono perché il Movimento esca dall’impasse, ma nel gruppo prevale «il senso di responsabilità per il Paese» (come dice un governista) e — anche, ovviamente — il calcolo politico. «Se cade il governo durante la pandemia che figura faremmo? Minimo perderemmo metà dei consensi stimati». Al Senato però il partito delle urne ha tentato un blitz: ha cercato la conta, senza però riuscirci. Tentativo ripetuto dopo sabato an che ieri. La linea è quella di difendere il premier, anche se non mancano le voci critiche.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Casadio Giovanna 
Titolo: Il Pd prova a evitare il crac Zingaretti: no a una crisi al buio
Tema: Crisi di governo

L’ultima telefonata di Goffredo Bettini, il tessitore, con il premier Giuseppe Conte è andata avanti per più di un’ora. Il gran cerimoniere del Pd, il Richelieu – come lo definiscono con suo disappunto – nello spaesamento della maggioranza giallorossa fa l’allenatore tecnico per conto dei democratici. Se c’è qualcosa da sapere sul pre-partita del Pd, è bene sentire lui, che di sicuro ha già parlato con il segretario Nicola Zingaretti, quindi con Darlo Franceschini, ha sondato Matteo Renzi, avendo avuto modo di ascoltare Gianni Letta e Renato Brunetta sul fronte centrodestra e concluso il giro con il vice segretario dem, Andrea Orlando. Bettini, con Franceschini e Delrio, sono i pontieri del Pd, al lavoro per sminare la crisi e tenere in piedi il governo. Però l’irritazione del segretario Zingaretti nei confronti dl Renzi è arrivata al livello di guardia.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Politica 2.0 – Il timore del Quirinale che si apra una crisi al buio – Al quirinale il timore di una crisi al buio
Tema: Crisi di governo

Giornata di trattative alla ricerca di un punto di caduta perché tutti – incluso Renzi – sanno che nel momento in cui una forza di maggioranza ritira il suo appoggio si scivola verso scenari non controllabili. Come apparivano quelli di ieri. Ed è a questo che al Quirinale ci si sta preparando, a una crisi al buio. L’unico punto certo che ieri emergeva dai partiti è che c’è un tale livello di diffidenza reciproca da allontanare – almeno al momento – un patto politico per pilotare la crisi, anche verso un Conte III. Il primo a non fidarsi è Conte medesimo che non ci sta a dimettersi pure se dai renziani arrivano rassicurazioni su una sua rielezione. E poi c’è il Pd che non può accettare che sia il segretario di Iv a dare le carte come se fosse ancora lui il leader dei Democratici disponendo chi va e chi viene da Chigi (perfino se “offre” un premier ai Dem). Al Colle ieri risultava un negoziato ancora in corso e si chiariva che non &egrav e; adesso il tempo di intervenire. Come è ovvio Mattarella non si mette al lavoro in una fase come questa che è estremamente tattica – quindi bugiarda – e aspetta di entrare nella crisi quando verrà conclamata. E questo può succedere se Renzi – come ha minacciato – ritira il suo appoggio con l’uscita dall’Esecutivo delle due ministre.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: La Nota – Un gioco al buio dove nessuno è in grado di dare le carte
Tema: Crisi di governo

La prospettiva di una crisi di governo aperta subito dopo l’Epifania ormai viene data quasi per scontata. Il J«quasi» è d’obbligo. E non soltanto perché Matteo Renzi e Iv hanno mostrato anche in passato di riservarsi una via d’uscita secondaria. Ad avvolgere l’epilogo in un alone di incertezza sono le incognite che si proietterebbero sul futuro della legislatura. Tutti continuano a sostenere che non si andrà a elezioni anticipate; che un altro governo comunque nascerebbe. Ma l’azzardo è vistoso. Sebbene II Quirinale sia il primo a confidare in una soluzione, non si nasconde il rischio che una volta caduto l’esecutivo di Giuseppe Conte sia difficile formarne un altro. Si avverte una sottovalutazione dei passaggi che si apriranno se il 7 gennaio Iv ritirera la delegazione ministeriale. L’istinto di sopravvivenza del Parlamento potrebbe non bastare.
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Testata:  Foglio 
Autore:  Cerasa Claudio 
Titolo: L’ora del VisConte, uno scenario realista
Tema: Crisi di governo

La soluzione forse c’è: dal BisConte al VisConte. L’elemento forse più interessante che emerge dalle trame della quasi crisi di governo ha a che fare con una verità forse difficile da accettare ma che più passa il tempo più diventa complicato negare, anche per i più fieri antipatizzanti del governo Conte. La questione è semplice: per guidare l’Italia, oggi, esiste un’alternativa migliore rispetto a questa maggioranza? Se mettiamo per un attimo da parte il futuro di Giuseppe Conte e proviamo a studiare le posizioni presenti sulla scacchiera della politica capiremo facilmente che la risposta a questa domanda coincide con un no secco e piuttosto rotondo. E per capirne la ragione vale la pena studiare, a fondo, le opzioni alternative a questa maggioranza.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fregonara Gianna 
Titolo: Scuola, il caos della riapertura – Il governo litiga sulla scuola Franceschini: rinviamo al 15
Tema: Decreto restrizioni

È stato uno scontro durissimo ieri sera in Consiglio dei ministri. A porre la questione, dopo una giornata caotica in cui le Regioni una dopo l’altra hanno annunciato le loro ordinanze per non riaprire il 7 gennaio, è stato il capodelegazione del Pd Dario Franceschini che a nome del partito ha chiesto al premier Giuseppe Conte di rinviare almeno al 15 gennaio la ripresa dell’attività in presenza per le scuole superiori. Durissima la reazione delle ministre renziane Teresa Bellanova e Elena Bonetti che hanno parlato di un rinvio «inaccettabile»,tenendo la posizione della ministra Lucia Azzolina, che nel pomeriggio aveva lanciato l’anatema contro le regioni ribelli richiamandole a «riflettere sulle conseguenze delle loro decisioni di rinvio per gli studenti e le famiglie», e del premier Conte che solo domenica pomeriggio aveva ribadito che si doveva ricominciare il 7.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Russo Paolo 
Titolo: Virus, scatta, la nuova stretta – Italia in semi-quarantena fino al 15 gennaio Ecco il decreto con la stretta del dopo feste
Tema: Decreto restrizioni

Arriva nella notte il decreto legge che tiene l’Italia ancora in semi-quarantena fino al 15 gennaio. Dopo di che, se la curva dei contagi non si piegherà decisamente verso il basso, metà degli italiani continuerà a vivere con le ristrettezze dell’area arancione, quella che tiene chiusi ristoranti e bar anche di giorno, lascia a casa i ragazzi delle scuole superiori e vieta gli spostamenti anche fuori dal proprio comune. Questo perché lo stesso provvedimento approvato dal consiglio dei ministri in notturna cambia in senso più restrittivo i parametri che regolano il semaforo delle chiusure e delle riaperture.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ripamonti Luigi 
Titolo: Quei dubbi da chiarire – Tutti i dubbi da chiarire sui vaccini
Tema: Vaccini

C’è stato il tempo della speranza, poi quello dell’attesa febbrile, infine il V-day, che avrebbe dovuto essere l’inizio di una nuova era: finalmente si sarebbe vista la luce in fondo al tunnel. Luce che continua a esserci, sia ben chiaro, ma che è già offuscata. Le fanno da tenda delusioni nutrite, fra l’altro, di classifiche variamente compilate in cui l’Italia, o le regioni che la compongono, si piazzano più o meno male rispetto alla «concorrenza» nel ritmo di immunizzazione. Con relative proteste, recriminazioni, accuse, a volte giustificate, altre volte informate magari da una certa superficialità di giudizio. Si potrebbe chiosare evocando il Manzoni de «ai posteri l’ardua sentenza» su ciò che è stato fatto e sarà fatto, o, al contrario, il Churchill del «Fare del proprio meglio a volte non basta, bisogna fare il necessario». Il punto è che il necessario deve sposarsi con il po ssibile.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Arcuri Domenico 
Titolo: La lettera – Il commissario Arcuri: «Non siamo in ritardo Ecco come funzionerà il piano per le iniezioni»
Tema: Vaccini

Gentile direttore, rispondo volentieri alle domande che Antonio Scurati mi ha rivolto ieri dal suo giornale. Non perché «le pretende», ma perché è un dovere nei confronti dei lettori e un’imperdibile occasione per fare chiarezza sul piano vaccinale. Per vaccinare il numero massimo di cittadini italiani nel tempo più breve possibile servono un numero adeguato di vaccini, un piano logistico e organizzativo efficiente e strutture capaci di somministrare le due dosi rapidamente e nel corretto intervallo. Partiamo dai vaccini. L’Italia ha promosso un sistema centralizzato, conferendo all’Ue la responsabilità di negoziare con le aziende produttrici, di acquistare il massimo numero possibile di dosi e di ripartirle fra i Paesi membri in percentuale alla popolazione. A noi tocca il 13,46%. Non solo: tutti i Paesi si sono impegnati a non procedere ad acquisti diretti. E’ stata ed è una bella pagina dell’Europa. Sono stati opzionali i vacci ni di 6 aziende che porterebbero in Italia 178 milioni di dosi quest’anno e 48 nel 2022. Poi serve che l’autorità di certificazione europea, l’Ema, e quella italiana, l’Alfa, ne autorizzino l’immissione in commercio….
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Testata:  Stampa 
Autore:  Poletti Fabio 
Titolo: Il retroscena – Salvini a Fontana: via Gallera – Gallera, l’affondo di Salvini Ora si lavora per sostituirlo
Tema: Caso Lombardia: via Gallera

La Lega accelera nel volere la testa di Giulio Gallera. Si parla di un rimpasto già tra una decina di giorni, a metà gennaio. Alla camera ardente a Palazzo Marino di Marco Formentini, il primo e per ora unico sindaco leghista di Milano, Matteo Salvini che nel pomeriggio avrà un colloquio telefonico con il Governatore Attilio Fontana, recita il de profundis politico per l’assessore alla Sanità di Forza Italia: «Un rimpasto di giunta? Nei prossimi giorni si corre, quando le cose saranno fatte lo saprete».  Solo 24 ore prima, dai vertici della Lega, era arrivata una presa di distanza dell’assessore che aveva motivato il ritardo del piano vaccinale anti Covid-19 anche con le ferie dei sanitari lombardi.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mangano Marigia 
Titolo: Fca-Psa, via al quarto gruppo mondiale – Dai soci sì alle nozze Fiat-Psa Subito maxi cedola e Borsa
Tema: Fusione Fca-Peugeot

«È un giorno storico». John Elkann, presidente di Fca, e Carlos Tavares, ceo di Psa, scelgono le stesse parole per definire ai soci dei loro gruppi la nascita di Stellantis. Dal palcoscenico delle rispettive assemblee degli azionisti, che ieri hanno dato il via libera alla fusione tra le due case automobilistiche, snocciolano i numeri del futuro colosso dell’auto: quarto costruttore al mondo, 400 mila dipendenti, 180 miliardi di fatturato e 8.7 milioni di veicoli venduti l’anno e un portafoglio di 14 marchi che copre tutti i segmenti. Ma la fusione approvata ieri è anche altro: è il matrimonio di due aziende in buona salute (come sottolinea Tavares), l’unione di due partner che condividono la stessa mentalità, ma soprattutto è l’ambizione di diventare protagonisti di un decennio che ridefinirà la mobilità tra innovazione e sostenibilità (come ha sottolineato Elkann). Stellantis si prepara dunque a debuttare sulla scena internazionale. Al via libera degli azionisti di Psa e Fca seguirà il closing vero e proprio che è in agenda il 16 gennaio 2021.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mangano Marigia 
Titolo: Nel primo socio Exor aria di nuova svolta: gli Agnelli verso l’80%
Tema: Fusione Fca-Peugeot

Il 2021 si preannuncia un anno memorabile per la famiglia Agnelli: lo scrigno della dinastia, la Giovanni Agnelli By, diventerà più forte in Exor fino a controllarne l’80%, a sua volta Exor si riscoprirà più forte nel mondo dell’auto con la nascita effettiva di Stellantis e la ricchezza accumulata nelle casse della holding diventerà sempre più importante. Un capolavoro finanziario che ha visto una sola regia, quella di John Elkann, rappresentante della dinastia, primo azionista della Giovanni Agnelli Bye futuro presidente di Stellantis. «Negli ultimi 10 anni abbiamo aumentato di 5 volte il valore del Gruppo Fiat», ha ricordato Elkann all’assembleea di ieri dei soci Fca. Dieci anni che coincidono con la storia della sua presidenza, cominciatail 21 aprile del 2010. Un percorso coronato con Stellantis e seguito in prima persona da Elkann a più livelli: dalle fasi delle trattive con Psa alla preparazione della Giovanni Agn elli By al grande salto, quello che posizionerà la controllata Exor come primo socio al 14,5% di un gruppo automobilistico sempre più grande e proiettato sulla scena mondiale.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco – Rogari Marco 
Titolo: Manovra nelle mani Ue, dal 110% al lavoro serve l’ok di Bruxelles
Tema: Manovra

Dalla proroga del superbonus del 110% alle politiche attive sul lavoro, dalle nuove assunzioni per i giovani e in particolare al Sud fino a quelle già annunciate per le donne. Così come dagli esoneri contributivi al trasporto su gomma e a quello su rotaia. Sono solo alcuni dei capisaldi della manovra di bilancio appena entrata in vigore mala cui piena operatività, non è soltanto legata all’emanazione di decreti attuativi, ma è «subordinata» (così ripete in più occasioni la stessa legge di bilancio n. 178) al via libera preventivo di Bruxelles o «alla dichiarazione di compatibilità da parte della Commissione europea ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea». Nei prossimi mesi, dunque, non ci sarà soltanto il Recovery plan a monopolizzare il confronto tra il Governo italiano e la Commissione europea. Sul tavolo ci saranno, come detto, anche alcune de lle principali misure che caratterizzano la legge di bilancio appena approvata dalle Camere e che hanno monopolizzato anche il confronto tra maggioranza e opposizione.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Bisozzi Francesco 
Titolo: Mancano i decreti: gennaio senza bonus per auto e cellulari
Tema: Manovra

Tutti pazzi per i nuovi bonus, ma per molti degli incentivi che hanno trovato spazio in manovra bisognerà attendere i decreti attuativi. Risultato? Chi a gennaio conta di riscuotere il bonus smartphone o quello idrico, giusto per fare un paio di esempi, rimarrà deluso. Prendete il nuovo bonus auto per i redditi bassi, quello che dà diritto a uno sconto del 40% sul prezzo di listino in caso di acquisto di un’auto elettrica per i nuclei con un Isee non superiore a 30 mila euro. Le modalità per l’erogazione del contributo devono essere definite attraverso un apposito decreto del ministero dello Sviluppo economico e del Mef che, verosimilmente, non sarà pronto prima della fine del mese. Dunque l’agevolazione risulterà off limit almeno fino a febbraio. Ma questo è solo uno dei tanti bonus a scoppio ritardato del 2021.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Querzè Rita 
Titolo: Corsi, università e 150 ore digitali: riapre il cantiere per trovare lavoro
Tema: Lavoro

Stop all’assegno di ricollocazione. Al suo posto arriva Gol, la Garanzia di occupabilità per i lavoratori. Questo dice il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che punta sul nuovo progetto una fiche da 1,7 miliardi. Nelle bozze circolate finora, però, i contenuti della riforma delle «politiche attive del lavoro» restano solo tratteggiati. Nonostante si avvicini la fine del blocco dei licenziamenti. A fare Gol saranno i disoccupati o i numerosi attori che si candidano a scendere in campo per garantire il servizio, dalle Agenzie per il lavoro, ai centri di formazione professionale, ai fondi interprofessionali fino ai redivivi Centri provinciali di formazione degli adulti? La domanda non ha al momento una risposta chiara. D’altra parte sulla partita si stanno ancora confrontando le anime Pd e M5S dell’esecutivo
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Testata:  Giornale 
Autore:  Salvini Matteo 
Titolo: La lettera – Il blocco sfratti è una trappola per il ceto medio – Il blocco degli sfratti punisce il ceto medio
Tema: Sfratti

Caro direttore, il governo è paralizzato e la maggioranza litiga per le poltrone mentre milioni di italiani sono angosciati. Non parlo solo dei cittadini che rischiano di ricevere cartelle esattoriali (l’altro giorno Stefano Pedica del Pd, che ringrazio per l’onestà intellettuale, ha detto: «Devo dare ragione a Salvini che da tempo solleva questo problema»). Potrei parlare dei ristori in ritardo, delle incertezze sanitarie, dei timori sulle nuove chiusure, del caos nella scuola o di tanti altri temi: ma in questa occasione vorrei sottolineare con forza il dramma che si consuma sulla casa. Il governo ha deciso di prolungare fino al 30 giugno il blocco degli sfratti interessati da sentenze definitive. La norma sembrerebbe un aiuto alle categorie più deboli colpite dalla crisi causata dal Covid-19, e invece è una punizione per i proprietari che nella stragrande maggioranza sono pensionati o famiglie del ceto medio.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Picchio Nicoletta 
Titolo: «Imprese, più tempo per pagare i debiti, allungare le scadenze»
Tema: Imprese e debiti

Troppo debito per superare l’emergenza a causa della pandemia. A tal punto da mettere a rischio i nuovi investimenti produttivi in quasi tutti i settori di industria e servizi. Uno scenario preoccupante che il Centro studi di Confindustria mette in evidenza con i numeri, calcolando il peso del debito e il cash flow generato dal sistema imprenditoriale (i ricavi meno i costi operativi correnti). Se lo si misura in anni di cash flow, il peso del debito nella manifattura raddoppia, passando a 5,4 anni del 2021, contro il 2,2 del 2019. Nei servizi si passa dai meno di 2 anni del periodo pre crisi a quasi 4 nel 2021, dopo l’11,2 del 2020. Occorrono, dice il Csc, interventi da parte del governo e delle autorità Ue per rafforzare la situazione finanziaria delle imprese, a partire dall’allungamento del debito. Nel 2020, dice il Csc, il credito bancario alle imprese italiane ha avuto un balzo in avanti, +74% annuo ad ottobre rispetto al 2019, sulla spinta dei prestiti emergenziali con garanzie pubbliche, arrivati oggi a circa 150 miliardi di euro.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Giliberto Jacopo 
Titolo: Consumi elettrici, primi segni di recupero per la manifattura
Tema: La Manifattura recupera

Certo: le zone rosse, i contagi, gli sconcerti per la Brexit. Sono batoste per chi lavora, per chi produce e in generale per l’economia. Però i dati che Terna ha raccolto nel mese di novembre 2020 dicono che l’industria ha ripreso a lavorare e sta marciando dopo la sofferenza sanitaria della primavera, e lo confermano le analisi sempre più accurate che Terna sta compiendo con i nuovi sistemi di rilevazione, che presto arriveranno a scandire con grana finissima la realtà economica. Le indicazioni del presidente di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo, parlano di ripresa mentre, indica l’economista Massimo Beccarello dell’Università Milano Bicocca, il mercato elettrico si sta modellando in nuovi assetti. La catena del freddo, dalle celle frigorifere dei supermercati fino ai grandi magazzini della logistica; il raffreddamento dei centri di elaborazione dati; i compressori, i torni, i telai: i consumi elettrici sono uno degli indicatori più fini e accurati per leggere l’andamento delle produzioni.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Tucci Claudio 
Titolo: La nuova Cassa Covid costerà 5 miliardi
Tema: Cassa Covid

La cassa integrazione d’emergenza potrebbe allungarsi di altre 18 settimane, ma solo nella componente in deroga, appannaggio quindi dei settori, non coperti dagli ammortizzatori ordinari, ancora in crisi e con una prospettiva più lenta di usdta dagli effetti della pandemia L’intervento allo studio dei tecnici dei ministeri del Lavoro e dell’Economia, anticipato domenica su questo giornale, riguarderebbe il commercio, le piccolissime imprese non artigiane sotto i 5 dipendenti (a regime non coperte neppure dal Fis), il turismo, la ristorazione. Forse le fiere e i congressi e una fetta della cultura, ad esempio, gli spettacoli dal vivo. Tutto il comparto industriale, e altre poche eccezioni, invece, in primavera, al termine cioè dei sussidi emergenziali messi in campo dal governo, 12 nuove settimane di Cig gratuite per tutte le aziende e blocco dei licenziamenti, in vigore fino al 31 marzo, non beneficerebbe più della cassa Covid-19, ma tornerebbe a dover utili zzare i propri ammortizzatori ordinari, onerosi e con tetti nelle durate (24, in determinati casi 36 mesi di sussidio, in un quinquennio mobile – con il “contatore” che riparte al termine del quinquennio mobile).
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Valsania Marco 
Titolo: Georgia e Pentagono, Trump cerca d’impedire la transizione
Tema: Donald Trump e la Georgia

Una telefonata-shock di Donald Trump, nella quale minaccia le autorità della Georgia affinchè ribaltino in extremis a suo favore le elezioni presidenziali, è esplosa come una bomba su giornate cruciali perla politica americana. Ha scosso con effetti imprevedibili il ballottaggio che oggi, proprio in Georgia, deciderà due seggi e il futuro del Senato. E ha avvelenato il clima a Washington in vista della sessione del Congresso che mercoledì ha il compito di legittimare il prossimo presidente eletto, il democratico Joe Biden, ratificando i grandi elettori che assegnano la Casa Bianca. Incoraggiate da Trump, in Parlamento sono pronte contestazioni di decine di parlamentari repubblicani: almeno rqo deputatie una dozzina di senatori hanno annunciato obiezioni, invocando commissioni d’inchiesta su presunti brogli elettorali che avrebbero regalato la vittoria a Biden. Non importa che quasi sessanta ricorsi in tribunale siano stati bocciati, dimostrando che le accuse sono del tutto infondate. La spirale di crisi ha convinto tutti gli ex ministri della Difesa a prendere posizione pubblica contro Trump.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: Minacce il voto in Georgia per “Pronti a indagare Trump”
Tema: Donald Trump e la Georgia

Ha commesso un reato? Finirà sotto inchiesta? Ieri, in teoria, era il giorno della sfida a distanza tra il presidente uscente Trump e quello entrante Biden, entrambi in Georgia per i ballottaggi senatoriali diventati la rivincita del 3 novembre. Ma la telefonata di sabato, con cui Donald ha chiesto al segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger di trovargli 11.780 voti per rovesciare la sua sconfitta, ha cambiato tutto. David Worley, membro democratico della Commissione elettorale dello stato, ha invocato un’inchiesta, perché «è un reato sollecitare la frode». Raffensperger ha risposto che non può farlo per conflitto di interessi, ma non ha escluso che un procuratore della Georgia intervenga. E infatti poco dopo è intervenuto l’attorney distrettuale della contea di Fulton Fani Willis: «Applicherò la legge senza timori o favori» ha detto.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Incognita Trump sul voto in Georgia dove si decide il futuro dell’America
Tema: Donald Trump e la Georgia

C’è Michelle Obama in cima alla lista dei Vip mobilitati per il voto della Georgia. L’ex First Lady è intervenuta in video a un concerto drive-in qui ad Atlanta: «La direzione dell’America oggi dipende da voi, elettori della Georgia». Kamala Harris è venuta di persona, a denunciare: «Donald Trump ormai è disperato, il suo ultimo tentativo di truccare il vostro voto è un flagrante abuso di potere». Questa sfida elettorale era già stupefacente: oggi in Georgia sono in palio solo due seggi di senatori, eppure Donald Trump e Joe Biden fanno campagna qui come se fosse ancora in palio la Casa Bianca. Lo scoop del Washington Post che ha pubblicato la registrazione dl una telefonata del presidente ha rivelato un altro retroscena, sempre in Georgia. Trump ha tentato di forzare la mano al massimo esponente del governo locale che ha certificato il risultato delle presidenziali. Gli ha chiesto di “trovare i voti mancanti” per rove sciare il conteggio. ll segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger, destinatario della minacciosa telefonata, è repubblicano come Trump, ma non ha ceduto sulla regolarità della vittoria di Biden. Anzi ha evocato la possibilità che Trump abbia commesso un reato penale.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bufacchi Isabella 
Titolo: Germania chiusa tutto il mese Regno Unito, massima allerta
Tema: Il virus in Europa

Nuovo giro di vite dei lockdown anti-Covid in Inghilterra, che da oggi torna alle restrizioni più forti già introdotte lo scorso marzo, e in Germania dove oggi è atteso l’annuncio del governo federale e dei 16 Länder di un allungamento dal io al 31 gennaio delle attuali misure di contenimento entrate in vigore lo scorso 16 dicembre. Le due strette, che mirano allo stesso obiettivo di domare le infezioni da coronavirus nella delicata fase di avvio delle vaccinazioni e di contenere le ospecializzazioni, derivano dalla presa d’atto dell’insuccesso dei lockdown nel contenere i contagi ma partono da situazioni diverse, nel numero di casi, nel tasso di mortalità e nella rapidità della somministrazione dei vaccini.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  De Carolis Paola 
Titolo: Boris Johnson va in tv e richiude il Regno Unito Stop anche alle scuole
Tema: Il virus in Europa

«Saranno mesi duri, durissimi». Boris Johnson ha lanciato un appello al Paese affinché si unisca ancora una volta dietro misure estreme di contenimento del virus: un lockdown nazionale, il terzo da maggio a oggi, che durerà almeno sino a metà febbraio. Con un intervento tv alla nazione, il premier britannico ha sottolineato che la cosiddetta «variante inglese» del Covid è per circa il 60% più contagiosa delle precedenti. Se le restrizioni stavano funzionando, il nuovo ceppo ha costretto il governo all’ennesimo ripensamento. Chiusi negozi e ristoranti, palestre e impianti sportivi, biblioteche, teatri e, soprattutto, chiuse scuole e università: didattica a distanza per tutti a cominciare da oggi, anche per i bambini delle elementari che solo ieri erano tornati sui banchi. Come già la scorsa primavera, uscire è permesso solo per fare sport una volta al giorno, per procurarsi generi di prima necessità , per ricevere assistenza sanitaria (tra cui anche i tamponi per il Covid) e per sfuggire alla violenza domestica.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Perosino Monica 
Titolo: Il punto – Il Regno Unito in lockdown Nuove misure in tutta Europa
Tema: Il virus in Europa

L’Europa sta affrontando una nuova onda d’urto. Ovunque i contagi continuano a salire, con il record assoluto della Gran Bretagna che ha registrato 58.784 casi nelle ultime 24 ore con 407 decessi. E mentre la macchina dei vaccini procede, seppure tra intoppi e false partenze, gli Stati non hanno altre alternative che tornare a blindarsi. II premier britannico Boris Johnson, ha annunciato ieri sera un nuovo lockdown totale, nel disperato tentativo di arginare la diffusione della nuova variante del coronavirus che, senza contromisure, manderà in tilt l’Nhs, il sistema sanitario nazionale, in meno tre settimane. A partire dalla mezzanotte sono entrate in vigore misure simili a quelle imposte con il primo lockdown, la scorsa primavera. Affronteremo settimane durissime» ha detto Johnson annunciando il livello di allerta 5 e una stretta senza precedenti anche nelle scuole – elementari e medie incluse – chiuse fino a metà febbraio. Mentre la Scozia, in autonomia, av eva già imposto il confinamento a partire dalla mezzanotte, in Germania il lockdown sarà prorogato fino al 31 gennaio, con la chiusura di scuole, bar, ristoranti e molti negozi. ll governo federale e i 16 Land sono d’accordo sul fatto che l’epidemia è troppo aggressiva e che la stretta nazionale adottata il 16 dicembre non ha prodotto risultati tangibili
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Tremonti Giulio 
Titolo: Brexit (e pandemia): la nuova geopolitica
Tema: Brexit

Con la fine della disputa sull’uscita dell’Inghilterra il Natale ha portato all’Europa qualcosa di buono. Qualcosa di buono pure nella sua comica ma rassicurante continuità, come nel drammatizzato deal finale sui diritti di pesca nel canale della Manica, replica della disputa che nel 1949, mischiando le questioni della pesca con quelle della «sovranità», ebbe ad oggetto le «Isle Minquiers». Disputa risolta infine pacificamente tra le due «vecchie dame» di quel tempo: l’Inghilterra appunto e la Francia, questa allora la nazione-simbolo dell’Europa, a quel tempo essendo momentaneamente fuori gioco, e per note ragioni, la Germania e per un po’ anche l’Italia. Una volta si diceva che, se proprio necessario, l’Ue poteva anche cedere, ma sempre «con fermezza!». Questa volta è stato cosi, ma per l’Inghilterra. In realtà non è che avesse tutte le ragioni e l’Inghilterra tutti i torti: ragioni e torti erano inf atti equamente distribuiti. Ancora fino al «Brexit Referendum» del 2016, artefice e vittima di sé stessa, la Ue faceva di tutto per dare corpo all’idea demonizzata dalla Thatcher (1989), essere l’Ue «ossificata da una regolamentazione senza fine».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  M.Ser. 
Titolo: No agli Usa. Assange vede la libertà
Tema: Londra respinge la richiesta di estradizione per Assange

La decisione sulla sorte di Julian Assange resta a Londra. Ieri la giudice distrettuale Vanessa Baraitser ha respinto la richiesta di estradizione del fondatore di WikiLeaks fatta dagli Stati Uniti L’istanza statunitense — basata su accuse che potrebbero costare ad Assange 175 anni di carcere — è stata rigettata per una questione di tutela della «salute mentale» del49enne australiano. Le garanzie carcerarie offerte dal sistema penitenziario americano sono state considerate insufficienti e sono stati evocati rischi concreti «di suicidio» nelle condizioni d’isolamento cui Assange sarebbe andato incontro. Un pericolo suggerito anche da un sacerdote cui l’hacker ha domandato urta sorta d’assoluzione Le tappe preventiva durante un colloquio nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, dove è rinchiuso da più di un anno. «Non festeggeremo finché non sarà libero. Ma oggi è una vittoria per Julian», ha dichiarato la sua compagna, l’avvocata sudafricana Stella Morris, che, con cui Assange ha avuto due figli.
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