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SINTESI IN PRIMO PIANO – 30 marzo 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– I vaccini anche in farmacia. Sospeso dal lavoro chi non si immunizza, scudo penale per chi inietta le dosi.
– Le Regioni del centrodestra chiedono a Palazzo Chigi riaperture immediate. Il no di Draghi e Speranza le gela.
– Vaccini, prove tecniche di filiera italiana. Dieci aziende in pole per la produzione. Draghi: a luglio immunità di gregge.
– Ever Given disincagliata. Ripresi i transiti dal canale di Suez, 400 navi in coda.
– Londra festeggia il primo giorno senza morti e sul Tamigi il memoriale è un muro di cuori.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: I vaccini anche in farmacia – Draghi: a luglio l’immunità Riaperture? Programmiamole
Tema: Campagna vaccinale

Dobbiamo lavorare insieme «con un sincero rapporto di collaborazione, insieme si riuscirà a vincere questa battaglia». Ancora una volta Mario Draghi invita le Regioni a fare sistema, a lasciare da parte le polemiche, ad istituire un rapporto virtuoso e costruttivo con lo Stato. Nel vertice con le Regioni i dissapori e le incomprensioni di alcuni giorni fa sembrano dissipati, restano delle divergenze sulle riaperture, ma non sugli obiettivi di fondo che il presidente del Consiglio rimarca: «Bisogna guardare al futuro con ottimismo, la campagna vaccinale sta migliorando. Gli obiettivi prefissati per aprile e maggio, pari a mezzo milione di vaccinati al giorno, non sembrano più così lontani. Le dosi in arrivo dovrebbero essere più che sufficienti per raggiungere l’immunità per il mese di luglio in tutta l’Europa». E ancora rivolto alle Regioni: «Lo Stato farà di tutto per rispondere alle vostre esigenze, anche con r iferimento al tema delle carenze di personale».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Bianconi Giovanni 
Titolo: Ecco lo «scudo penale» per chi vaccina
Tema: Campagna vaccinale

È stato definito «scudo penale», ma in realtà sarà una norma di garanzia che mira ad allargare il più possibile la platea di somministratori in vista dell’accelerazione che il governo vuole imprimere alla campagna vaccinale: se dall’inoculazione delle dosi dovessero derivare la morte del paziente o altre conseguenze fisiche gravi e permanenti, la punibilità di chi ha fatto l’iniezione sarà limitata alla «colpa grave». È uno dei due punti nodali del decreto Covid, la cui approvazione è fissata al Consiglio dei ministri di domani, per la parte che interessa il ministero della Giustizia. L’altro riguarda l’obbligo di vaccinazione per medici, infermieri e chiunque lavora a contatto con i malati: essere immunizzati diventerà requisito essenziale per l’idoneità all’esercizio della professione, con sanzioni graduate che potranno arrivare alla sospensione o interdizione dal servizio, senza stipendio . L’Ordine dei medici avrebbe voluto che lo «scudo» non fosse limitato alle vaccinazioni, e si estendesse anche alla cura dei malati di coronavirus. Richiesta non accolta.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Barbera Alessandro 
Titolo: Draghi: a luglio immunità di gregge – Zone gialle, Draghi resiste alle Regioni “Prima tutte le scuole, poi i ristoranti”
Tema: Campagna vaccinale

Tutte le fonti interpellate riferiscono che il vertice di ieri del governo con le Regioni è avvenuto «in un clima di dialogo». Ma la cordialità è direttamente proporzionale alla fermezza. Una delle questioni più delicate in agenda è la possibilità per i presidenti di acquistare vaccini fuori dagli accordi di distribuzione europei. Sul punto il ministro della Salute Roberto Speranza durante la riunione gela tutti: «Nell’articolo 7 del contratto di forniture firmato dalla Commissione c’è l’esplicito divieto di approvvigionamenti bilaterali». Vale per gli Stati, vale per le Regioni. il veneto Luca Zaia e il campano Vincenzo De Luca avevano promesso di acquistare il vaccino russo non appena sarebbe stato autorizzato dall’autorità europea per il farmaco. «Scordatevelo», dicono Draghi e Speranza. Non solo è vietato comprare vaccini sul mercato parallelo, ma nemmeno ce ne sarà biso gno. Il governo su questo inizia a fare promesse difficili da non mantenere. I numeri presentati al vertice dicono che entro questa settimana verranno consegnati quasi tre milioni di dosi fra Pfizer e AstraZeneca (1,3 milioni per ciascuna marca), altre 500 mila da Moderna. Il 19 aprile è attesa la prima fornitura del monodose di Johnson and Johnson. Secondo le proiezioni presentate dal commissario Covid Francesco Figliuolo, fra aprile e giugno sono attesi 50 milioni di fiale, fra luglio e settembre altri 80 milioni.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Meli Maria_Teresa 
Titolo: «Le dosi? Serve avere rifornimenti regolari L’Ema decida presto se validare lo Sputnik»
Tema: Intervista a Nicola Zingaretti – Campagna vaccinale

Nicola Zingaretti, al contrario di molte altre Regioni, il Lazio va spedito. Vaccinate più di tutti con meno medid: qual è stato il vostro «segreto»? «Non c’è dubbio: la scelta di dare una priorità assoluta al tema anagrafico, all’età e alle persone con fragilità. C’è una motivazione etica dietro questa scelta, innanzitutto. E vero che tutti rischiano di prendersi il Covid, ma la differenza è che loro sono tra quelli che se lo prendono rischiano di morire più di altri. Quindi noi abbiamo resistito alle incursioni di chi non riteneva centrale questo aspetto. E poi anche la semplificazione dell’organizzazione della macchina ha giovato. Noi abbiamo deciso di vaccinare per fasce d’età e in tre grandi comparti: sanità, formazione, e sicurezza. Tutto ciò ci ha permesso di aprire ora alle prenotazioni dei 68-69enni: abbiamo già 65 mila richieste».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Il retroscena – Scontro sul decreto aprile Il premier media Speranza: la fascia gialla ora è impossibile
Tema: Stato-Regione sulle riaperture

«La carezza dopo lo schiaffo», è la sintesi di chi ha partecipato al vertice di Palazzo Chigi. La mezz’ora concessa da Mario Draghi, l’appello a una «sincera» collaborazione tra Stato e Regioni per il successo della campagna vaccinale e il «comune impegno» ad assicurare la ripresa delle attività economiche, hanno portato una tregua. Ma per quanto il premier abbia insistito su concetti come futuro e ottimismo, il nodo delle riaperture agita i governatori e divide la maggioranza. Per i leghisti il futuro è adesso o al più tardi a metà aprile, mentre per l’ala rigorista bisogna aspettare maggio per tirare su le prime saracinesche. E Mario Draghi, che pure ritiene giusto programmare le riaperture, continua a raccomandare prudenza e rigore. ll tasso di positività è all’8,2% e i ricoveri ordinari hanno superato il picco della prima ondata, numeri che non consentono di allentare le restrizioni. « E’ desiderabile riaprire, ma la decisione dipende esclusivamente dai dati», aveva detto Draghi in Parlamento.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vecchio Concetto 
Titolo: “I cittadini soffrono, basta lockdown” – Zaia “Serve flessibilità In Italia divieto di muoversi ma volare alle Canarie si può”
Tema: Intervista a Luca Zaia – Stato-Regioni sulle riaperture

Luca Zaia, com’è la situazione Covid in Veneto? «Abbiamo 40mila contagiati. Duemila e duecento sono negli ospedali, 309 dei quali in terapia intensiva: praticamente sono gli stessi numeri di un anno fa». È il picco della terza ondata? «No. A dicembre avevamo 3400 ricoverati e 440 in tempia intensiva». I numeri nel resto d’Italia non sono diversi. Eppure la Lega chiede più flessibilità nelle aperture. «Vorrei che il nuovo Dpcm non si limitasse a gestire questa ondata, ma definisse già le regole della prossima Si va verso l’estate. Bisogna dare una prospettiva alle categorie produttive del Paese». Come, nel concreto? «Immaginando regole più flessibili, che prevedano il passaggio alle zone gialle o bianche, se le condizioni lo consentiranno, sempre col via libera del Cts». Ha parlato con Salvini? «Sì. La sua posizione mi sembra responsabile, serve buonsenso, come sta avvenendo per le s cuole». Ma lei già dopo Pasqua riaprirebbe ristoranti e palestre? «Nessun governatore è irresponsabile di fronte alla situazione sanitaria, abbiamo tutti la testa sulle spalle. Ma va considerato il fatto che il rispetto delle regole dei cittadini (distanziamento, lavarsi le mani, mascherine), vale più dei lockdown rigidi. La Germania, che è chiusa da dicembre, non è messa meglio di noi».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vitale Giovanna 
Titolo: Il match Letta-Salvini su Europa e pandemia “La Lega entri nel Ppe”
Tema: Primo incontro Letta-Salvini

Uno, il segretario del Pd, si sente un po’ a casa sua, a parlare di temi a lui congeniali: “Il mondo al tempo del Covid, l’ora dell’Europa?”, è il titolo del rapporto annuale dell’Ispi al centro del dibattito in streaming con Emma Bonino e il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, moderato dal presidente Giampiero Massolo. L’altro, il leader della Lega, sembra più a disagio, si agita sulla sedia accanto al tricolore, toccato sul vivo della repentina folgorazione sulla via di Bruxelles: «Una buona notizia», lo provoca l’avversario. Ma «europeismo e sovranismo possono andare di pari passo, coniugando il pragmatismo alla Draghi», sbotta lo sfidante, che a passare per rinnegato proprio non ci tiene. E la prima volta che Enrico Letta e Matteo Salvini incrociano le lame, ancorché su piazza virtuale. All’inizio vanno giù di fioretto, chiamandosi per cognome, senza mai darsi del tu: staranno pure nello stesso esecutivo, «costretti a trovare dei punti di contatto», ma non sono amici ed è bene mantenere le distanze. Al secondo giro sfoderano le sciabole, rivendicando un europeismo che per il democratico è del tutto naturale, per il leghista così forzato che la fatica gliela si legge in faccia. «Con Salvini siamo nella stessa maggioranza e con il governo Draghi dobbiamo vincere due partite» esordisce Letta: «Rendere permanente il Next Generation Eu e cambiare il patto di stabilità affinché diventi a un patto di sostenibilità, sociale e ambientale. Se riusciremo a farlo, avremo messo in sicurezza il Paese per i prossimi venti anni».
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Testata:  Giornale 
Autore:  Cottone Sabrina 
Titolo: Riforme, Tajani vede Letta «Basta con le crisi al buio»
Tema: Incontro Letta-Tajani

Un’alleanza per evitare i continui cambi di partito in Parlamento e introdurre una sfiducia costruttiva che impedisca crisi parlamentari al buio: niente sfiducia a un governo senza averne un altro già pronto. L’incontro tra Enrico Letta e il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, il primo del neo segretario del Pd con un partito di centrodestra, ha cercato e trovato punti di contatto e sintonia sulle riforme istituzionali. Oltre che sul modo di vivere questa stagione eccezionale del governo di unità nazionale: garantire al governo Draghi una maggioranza che collabori senza scossoni in questo anno e mezzo per aiutare lavoratori e imprese travolti dalla crisi con il Piano vaccinale e le misure economiche «senza sprecare mesi preziosi in polemiche», come precisa Tajani, in attesa di «tornare a una preziosa dialettica bipolare». Letta e Tajani sono uniti da una comune sensibilità europeista e questo ha reso più fluido & laquo;l’incontro molto positivo e molto costruttivo». Maggiori le distanze con Matteo Salvini, anche se entrambi partecipano al medesimo convegno Ispi. Letta, con il cartellino «europeista», usa il fioretto con Salvini «sovranista».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: La Nota – Il fattore Quirinale sul futuro del governo
Tema: Mattarella

L’aveva già detto, prima che si formasse il governo di Mario Draghi. Ieri Sergio Mattarella l’ha ribadito, incontrando i vertici dell’Aeronautica militare : «Questo è l’ultimo anno del mio mandato». La precisazione arriva a poche settimane da quello che unanimemente viene considerato il capolavoro del suo settennato: la formazione di una maggioranza che si avvicina all’unità nazionale; e promossa senza che nessuno, tra i partiti, abbia potuto muovere nei confronti del capo dello Stato la benché minima accusa pubblica di avere parteggiato per una soluzione. Un vero presidente di garanzia. Per questo, da mesi aleggiava e continua a rispuntare l’ipotesi di una rielezione di Mattarella, magari a tempo, per consentire a Draghi di portare a termine il suo compito a Palazzo Chigi; e poi «preparare» il suo passaggio al Quirinale prima delle elezioni politiche previste nel 2023. Ma sono scenari con molte, troppe variabili. E la pri ncipale appare proprio la volontà del presidente della Repubblica di non essere prorogato: sebbene forse sarebbe il candidato in grado di raccogliere i voti della maggioranza dell’attuale Parlamento.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Folli Stefano 
Titolo: Il punto – Quegli strani silenzi di Conte
Tema: M5S

Verso i giochi di potere e di corrente nel Movimento Cinque Stelle (i due mandati, la piattaforma di Casaleggio, le invettive di Grillo) è più che lecito mostrare disinteresse. Qualcuno li saluta come l’approdo del non-partito alla quotidianità decadente della politica romana, altri vi leggono un altro passo verso la disintegrazione di una forza che un tempo si pretendeva anti-sistema e oggi anela a essere una ruota dell’establishment. In entrambi i casi il M5S sarà valutato per le scelte che vorrà compiere rispetto al governo Draghi, della cui maggioranza è parte significativa. Nonché per l’uso che intende fare, probabilmente in abbinata con il Pd lettiano, di quel 17 per cento circa che i sondaggi gli attribuiscono. Resta il fatto che il futuro del “grillismo” passa in un modo o nell’altro per il ruolo di Giuseppe Conte. La popolarità dell’ex premier è ancora notevole, una specie di onda lunga di cui i 5S non possono in alcun modo fare a meno. Infatti vi si aggrappano come a un mantello in grado di coprire tutto il peggio del movimento e di esaltarne invece la residua vitalità. O forse solo la nuova immagine moderata. Conte attende che le grane interne siano risolte, ma non è chiara la sua posizione sui vari aspetti che stanno appunto mettendo alla frusta il vecchio sodalizio “grillino”: dai due mandati come limite massimo ai rapporti politico-commerciali con Casaleggio. E mentre attende, l’avvocato lascia che circolino le voci più disparate, compresa quella che lo vorrebbe alla testa di un nuovo partito personale, lasciando i 5S “miracolati” alle loro risse intestine.
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Testata:  Foglio 
Autore:  Cerasa Claudio 
Titolo: Pandemia giudiziaria. Tutti i tic mostrati dal circo mediatico in un anno di Covid-19
Tema: Magistratura

Tra i molti effetti collaterali prodotti dalla pandemia ce n’è uno importante che riguarda il modo in cui il Covid-19 si è trasformato in un incredibile stress test capace di mettere in luce tanto i vizi quanto le virtù del nostro paese. La pandemia, lo sappiamo, è stata uno stress test sull’organizzazione della nostra sanità, sulla flessibilità del nostro lavoro, sulla lungimiranza della nostra classe dirigente, sulla prontezza della nostra classe politica, ma è stata uno stress test anche per misurare il buon funzionamento di un altro essenziale asset del nostro paese che negli ultimi giorni ha fatto parlare di sé per le ragioni sbagliate: la magistratura. Si è parlato molto in questi giorni delle parole incredibili pronunciate due giorni fa dall’Associazione nazionale dei magistrati, che ha rimproverato il governo per aver modificato il piano vaccinale in modo da non prevedere più tra i gruppi target della popol azione a cui offrire il vaccino in via prioritaria i lavoratori del comparto della giustizia arrivando a minacciare “l’inevitabile allungamento dei tempi di definizione dei processi” a causa “dell’esclusione del comparto giustizia dalla programmazione vaccinale che imporrà il sensibile rallentamento di tutte le attività giudiziarie che devono essere necessariamente svolte in presenza”. Ma si è parlato invece molto meno di un’altra serie di cortocircuiti giudiziari ben più gravi emersi nel corso delle ultime settimane che ci aiutano a mettere in rilievo alcuni vizi ricorrenti di un pezzo della magistratura italiana.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Minzolini Augusto 
Titolo: L’ultimo regalo di Bonafede: priorità sui sieri ai magistrati
Tema: Magistratura

L’errore, uno dei tanti visto il personaggio, lo commette l’ex guardasigilli Alfonso Bonafede, neppure una settimana prima di mollare la poltrona al ministero. In una lettera, inviata l’8 febbraio e protocollata l’11, al dipartimento Protezione civile, il ministro già di fatto dimissionario richiese «di includere tutti gli operatori del comparto giustizia, attività essenziale e di rilievo costituzionale, tra quelli cui assegnare priorità nella distribuzione del vaccino anti-Covid 19». E per essere ancora più convincente Bonafede aggiunse una riflessione di carattere generale: «Tra l’altro il normale funzionamento dell’attività giudiziaria nel suo complesso deve essere vieppiù assicurato ai fini della piena e fattiva ripresa dell’intero sistema economico e sociale del Paese in linea con gli obiettivi individuati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza». Ora fra le tante categorie non si capisce perché solo i magistrati avrebbero questo ruolo preminente per «la ripresa» e non gli imprenditori, i lavoratori, gli operatori della distribuzione e, financo, la casta più vituperata di tutte, i politici, che avrebbero il non trascurabile ruolo di approvare i provvedimenti per la rinascita italiana. Si potrebbero aggiungere mille congetture e argomentazioni, ma non ne vale la pena, perché in realtà quello di Bonafede è stato solo l’ultimo gentile cadeau al Potere che nel suo ministero per tre anni ha fatto il bello e il cattivo tempo, cioè la magistratura.
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Economia e finanza

Autore:  Bartoloni Marzio 
Titolo: Vaccini, prove tecniche di filiera italiana Dieci aziende in pole per la produzione
Tema: La produzione dei vaccini

Sono almeno una decina le aziende che sono in corsa per partecipare alla costruzione di una filiera italiana dei vaccini con l’avvio della fase produttiva dei sieri contro il Covid pronta a partire già «tra 3-4 mesi», come ha detto nei giorni scorso lo stesso premier Draghi. Sul tavolo il Governo, su spinta del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, ha già messo çoo milioni di incentivi per puntare all’autosuffidenzavaccinale entro l’autunno. In pole position ci sono aziende come la Thermo Fisher che ha già chiuso nei giorni scorsi l’accordo con la multinazionale Pfizer per la quale infialerà e confezionerà a Monza il suo vaccino, c’è il colosso Gsk con il suo stabilimento di Rosia vicino Siena dotato di bioreattori, c’è la realtà in grande sviluppo di Reithera a Castel Romano, alle porte di Roma, con la partecipazione dello Stato al 30% e un contratto di sviluppo con Invitalia, che sta complet ando la fase due di sperimentazione del suo vaccino che potrebbe essere distribuito in autunno.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco – Rogari Marco 
Titolo: Recovery, Def e scostamento I 30 giorni chiave del governo
Tema: Finanza pubblica

Dal vecchio al nuovo Recovery plan passando per iI Def, un nuovo scostamento di Bilancio e un altro decreto legge per garantire la liquidità alle imprese e nuovi sostegni a categorie e settori messi in ginocchio dalla pandemia. Tutto in soli 30 giorni, nel corso dei quali dovranno essere tracciate le nuove coordinate per le chiusure anche sulla base della colorazione delle Regioni e dovranno essere gestiti altri importanti dossier. Si aprirà, per esempio, quello del rinnovo dei vertici delle partecipate, tra cui Cdp, Fs, Anas e Rai, anche se le scadenze sono più avanti. Sarà un mese di fuoco, e forse anche di passione, quello che attende il governo Draghi E che comincerà tra mercoledì e giovedì con il voto delle Camere alle risoluzioni sul Pnrr targato “Conte 2” con cui i due rami del Parlamento indicheranno al presidente del Consiglio alcune correzioni di cui tenere conto nella riscrittura del Piano italiano da trasmettere a Brux elles entro la fine del prossimo mese. Da quel momento, in poco più di quattro settimane, il governo sarà chiamato a una serie di passaggi chiave per invertire la rotta, oltre che sul piano vaccinale, anche sulle misure da adottare per favorire la ripartenza del Paese, facendo anche i conti con le diverse esigenze manifestate dalla sua vasta maggioranza
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Testata:  Stampa 
Autore:  Lepri Stefano 
Titolo: L’analisi – Le incognite del Recovery
Tema: Finanza pubblica

Manca solo un mese alla scadenza ultima per presentare agli uffici europei il progetto completo del Recovery Plan. Il nostro non è il solo Paese a non aver ancora dettagliato le sue scelte, ma resta indietro rispetto ad altri. E intanto, con il prolungarsi della pandemia e della fatica politica di gestirla, si affollano problemi nuovi. Per alcuni mesi ci eravamo esaltati perché, finalmente, l’Europa sapeva agire insieme, e in misura massiccia. Ora circola la domanda se, con la fine dei lockdown ancora fuori vista, gli interventi concordati siano sufficienti. Il presidente francese Emmanuel Macron se la pone anche lui. E il nostro governo ora prevede che nel 2021 si recupererà meno di metà del Pil perso nel 2020. All’opposto, il temporaneo blocco alla ratifica imposto dalla Corte costituzionale tedesca fa temere che non tutto vada liscio, nel Paese più forte dell’Unione.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Marro Enrico 
Titolo: Figli, lo svolta dell’assegno unico Da luglio fino a 250 euro al mese
Tema: L’assegno unico per ogni figlio

L’assegno unico per ogni figlio diventa legge. L’aula del Senato approverà oggi definitivamente il disegno di legge delega che lo istituisce. Si tratta di una riforma attesa da anni, già passata alla Camera all’unanimità. Arriva in un momento quanto mai opportuno, visto il calo record delle nascite nel 2020 (mai così poche, solo 404 mila, dall’Unità d’Italia). Lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, qualche giorno fa, ha assicurato che l’assegno partirà dal primo luglio e sarà in media di 250 euro per figlio. In realtà non tutto e così semplice. Sia perché quella che viene approvata oggi è una legge delega, che affida quindi al governo il compito di approvare i decreti legislativi per attuare la riforma, sia perché, al momento, le risorse a disposizione non sono minimamente sufficienti per dare a tutti i 250 euro al mese promessi.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vitale Giovanna 
Titolo: Bonetti “I 250 euro a figlio un inizio Presto nuove misure per le donne”
Tema: Intervista a Elena Bonetti – L’assegno unico

«L’assegno unico e universale è un risultato storico perché in Italia facciamo finalmente un primo passo per cambiare le politiche familiari, rimettendo al centro le nuove generazioni, le donne, il sostegno alla genitorialità e la parità di genere. E l’approccio riformista di Italia viva». E molto contenta, Elena Bonetti: il Senato sta per licenziare una delle leggi a cui ha lavorato per quasi due anni. Ma, al netto delle polemiche su chi debba prendersi il merito, la ministra di Iv sarà soddisfatta solo quando, si spera entro fine anno, verrà approvato l’intero Family act. Intanto partiamo dall’assegno unico: Iv e Pd se ne contendono da giorni la paternità. Proviamo a fare un po’ di chiarezza? «L’assegno è frutto di una convergenza ampia di proposte e politiche diverse che si sono integrate nella riforma complessiva del Family act. Anziché discuterne la paternità, si tratta ora di evidenziare l’e norme valenza politica, il perché l’abbiamo voluto e che cos’è. E di assumercene tutti, questo sì, la responsabilità». Celo spieghi allora. «L’assegno unico e universale è il primo pezzo di un’ampia riforma a servizio delle famiglie, che diventa legge dello Stato. Tutti i nuclei avranno una somma mensile a disposizione di ogni figlio, la cui quantificazione è commisurata al reddito e cresce dal terzo figlio in poi, a prescindere che i genitori siano lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti. Ma questa, ripeto, è solo la prima delle misure del Family act».
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Testata:  Stampa
Autore:  Baroni Paolo
Titolo: Lavoro, il virus fa esplodere il divario per 76 mila donne non c’è più il posto
Tema: Lavoro

Per il ministro del Lavoro Andrea Orlando è la conferma che l’occupazione femminile è una priorità. Messi nero su bianco, i dati elaborati dal suo dicastero assieme alla Banca d’Italia in base alle comunicazioni obbligatorie ci dicono che a fine febbraio l’occupazione dipendente regolare è all’incirca sugli stessi livelli di dicembre e che da marzo 2020 a febbraio 2021 sono stati creati circa 300 mila posti di lavoro in meno. Ma soprattutto che con la pandemia si è allargata la forbice uomini/donne: in un anno i posti di lavoro occupati da uomini sono infatti aumentati di 44 mila unità rispetto all’anno prima, mentre quelli delle donne sono diminuiti di 76 mila unità portando il divario di genere a 120 mila posizioni. Solo il 60% di questo divario è però riconducibile alla composizione settoriale della domanda di lavoro; il resto, viene specificato nello studio, potrebbe dipendere dal fatto che sulle donne incide anc he la difficoltà di conciliazione tra attività lavorativa e carichi familiari.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Serafini Marta 
Titolo: Sbloccato il mega cargo Riapre il canale di Suez (con 400 navi in fila)
Tema: Il canale di Suez si sblocca

«She is free», «Lei è libera». Sono le 15.05 quando dall’autorità del canale di Suez arriva la conferma. La Ever Given, la portacontainer che si è incagliata lunedì tenendo bloccato il traffico sulla rotta marittima più breve tra Europa e Asia, è tornata a galleggiare. Un sospiro di sollievo — seguito da suoni di clacson, sirene delle navi, caroselli e festeggiamenti in diretta — che è arrivato dopo l’intervento di almeno 16 rimorchiatori e dopo ben 27 mila metri cubi di sabbia dragata. E che ha visto, finalmente, la prua muoversi dopo una mattinata in cui le raffiche di vento avevano fatto perdere le speranze ai tecnici della società olandese Boskalis ingaggiata per il recupero. A partecipare al «soccorso», facilitato dall’alta marea e dalla luna piena, anche il rimorchiatore italiano Carlo Magno. «Possiamo dirlo con un certo orgoglio, c’era un pezzo di Italia nel canale ier i», spiega Stefano Silvestroni, presidente della Rosetti Marino, società ravennate che ha costruito la Carlo Magno nel 2006.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Serra Michele 
Titolo: L’amaca – La crisi di Suez: una tregua comica
Tema: Il canale di Suez si sblocca

Da quanto se ne può capire, la comunità mediatica mondiale ha seguito con relativa apprensione, e prevalente divertimento, il clamoroso intoppo del canale di Suez, che pure ha avuto ricadute economiche molto gravi. La vocazione melodrammatica dei media, e nevrastenica dei social, si è dunque concessa una breve tregua “comica”, come se al comando di quel cargo ci fosse Mister Magoo. E questa è una ottima notizia, perché il comico è per eccellenza il linguaggio del limite, e dio sa quanto bisogno abbiamo di riprendere confidenza con il concetto di limite. Dunque l’economia non è tutto, se l’irresistibile gag del bastimento che si mette di traverso, e occlude irrimediabilmente una delle principali arterie della logistica planetaria, produce innanzi tutto una diffusa ilarità. Tra i tanti meme satirici che circolano in Rete, ha avuto meritata eco quello, irresistibile, dell’umarell che, ai bordi del canale, segue i lavori della ruspa , dando consigli. Quell’umarell incarna noi tutti, per meglio dire incarna la misura di noi tutti: la dimensione della normalità (volendo: della mediocrità) che si prende la sua brava rivincita sul gigantesco, sullo smisurato, sull’incalcolabile, sul megalomane.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Verrazzo Simona 
Titolo: Sbloccata la Ever Given riprende il traffico a Suez Centinaia di navi in coda
Tema: Il canale di Suez si sblocca

Il mondo tira un sospiro di sollievo dopo l’annuncio che la Ever Given, la nave portacontainer incagliata dalla scorsa settimana nel Canale di Suez, in Egitto, è stata liberata. La notizia data dalla Suez Canal Authority conferma la ripresa del traffico marittimo commerciale, in quello che è stato un blocco costato miliardi di dollari per la quantità di navi rimaste ferme: sono quasi 4001e imbarcazioni rimaste bloccate in questo maxi-ingorgo nel Mar Rosso e serviranno giorni affinché la navigazione torni alla normalità. Lo scorso martedì, la Ever Given – che trasporta merci tra l’Asia e l’Europa – era rimasta incagliata nei bassi fondali durante una tempesta di sabbia. L’incidente, nel quale l’imbarcazione si era messa di traverso ostruendo completamente il passaggio, è avvenuto a circa 6 chilometri (3,7 miglia) a nord dell’ingresso meridionale, vicino alla città egiziana di Suez che dà il nome al canale, in un tratto a c orsia unica.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ippolito Luigi 
Titolo: Zero morti a Londra, gli inglesi sono più liberi Boris avverte: cautela
Tema: Zero morti per Covid a Londra

Da ieri gli inglesi sono (un po’) liberi: ma non di abbracciarsi. Il primo passo verso l’uscita dal lockdown ha visto cadere l’indicazione di restare in casa (dopo quasi tre mesi di reclusione) e la possibilità di incontrarsi all’aperto o nei giardini privati (ma al massimo in gruppi di sei o in due nuclei familiari): però attenzione, bisogna resistere alla tentazione di stringersi ai propri cari e mantenere la distanza di sicurezza, che qui è di due metri. Il governo di Boris Johnson ha lanciato anche una campagna di informazione per esortare al rispetto delle regole: e ha perfino arruolato gli psicologi per illustrarla. I consulenti diranno al pubblico di «restare saldi» se parenti o amici tentano di abbracciarti dopo tanti mesi e di «ricordare loro gentilmente» la necessità di tenersi a debita distanza. Anche se ammettono che fa un po’ strano doversi sedere nel proprio giardino a due metri gli uni dagli altri. Sono ripresi da ier i anche gli sport all’aperto, come il tennis o il golf, ma per negozi, parrucchieri, pub e ristoranti bisognerà aspettare il 12 aprile: e si potrà uscire a pranzo o a cena solo in giardini o terrazze, non al chiuso (il che fa sorridere, considerata la capricciosa meteorologia inglese: già sui social media girano video spassosi di gente che tenta di mangiare sotto tempeste di acqua e vento).
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cibrario Benedetta 
Titolo: Effetto “zero” Londra si riprende la voglia di vivere
Tema: Zero morti per Covid a Londra

Non è un giorno come gli altri. Londra registra zero morti per Coronavirus. La notizia rimbalza sui giornali, sulle chat. Ci domandiamo tutti se l’incubo sta davvero per finire. Usciamo cauti per strada, come qualcuno che voglia tastare il terreno. Si fa perfino fatica, ci siamo abituati a una routine stravolta, con gli spazi di casa diventati ufFci, la tentazionedi vestirsi sommariamente, l’abilità di ciascuno di dribblare il senso di claustrofobia che si insinua quotidianamente, ma bisogna celebrare, uscire di casa. C’è addirittura il sole, dopo settimane di maltempo. Fa caldo, sembra una giornata di primavera italiana, la gente esce in camicia, le finestre sono tutte aperte. Assomiglia a una primavera di speranza, lo è, l’umore si rialza come il termometro con i suoi inaspettati 19° di tepore. Ma noi siamo ancora frastornati, non sembra neanchevero. Dopo le settimane da incubo che abbiamo passato, il peso dei numeri dei contagi di gennaio e febbraio , dopo tre mesi di chiusura totale, oggi ci viene restituito uno spiraglio di libertà e lo prendiamo come un premio di buona condotta.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: ***Processo Floyd, l’America si inginocchia – Edizione della mattina
Tema: Processo Floyd

L’avvocato dell’accusa, Jerry Blackwell avverte: «Il video che vi sto per mostrare è sconvolgente». Sono quasi tutte immagini che l’America ha già visto centinaia di volte da quel 25 maggio 2020. Il ghigno del poliziotto Derek Chauvin, con la mano in tasca e il ginocchio premuto sul collo di un afroamericano immobilizzato sull’asfalto. E l’ultimo sprazzo di vita per George Floyd. Non otto minuti e 46 secondi, come risultava finora, ma nove e 29. Blackwell, ingaggiato dal Procuratore generale del Minnesota Keith Ellison, commenta: «La polizia è arrivata in forze per rispondere a una chiamata del mini market dove Floyd aveva provato a comprare le sigarette con una banconota da 20 dollari contraffatta. Un reato decisamente minore». Il processo più atteso, dunque, è cominciato ieri a Minneapolis con una sorpresa: l’agonia di Floyd è stata ancora più lunga. Il certificato dell’autopsia, mostrato alla giuria, è netto: «omicidio».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Marco 
Titolo: «Vedrò Orbán e il premier polacco» Salvini verso il nuovo gruppo europeo
Tema: Salvini incontra Orbàn

Giovedì mattina Matteo Salvini sarà a Budapest, nel monastero carmelitano vista Danubio che ospita gli uffici del primo ministro ungherese Viktor Orbán. I due non saranno soli: al summit prenderà parte anche il premier polacco Mateusz Morawiecki. Insomma, il nocciolo di quello che potrebbe essere in futuro il nuovo eurogruppo sovranista. Anche se i leghisti, scaramantici, sul tema sono cauti: «Per il momento, è soprattutto una condivisione di valori» spiega uno di loro. L’appuntamento fa uscire di scena, forse definitivamente, l’ipotesi di un avvicinamento leghista al Ppe. Giusto ieri, il tema è stato al centro di uno scambio tra Salvini e il segretario pd Enrico Letta. Ospiti dell’Ispi per la presentazione del rapporto annuale, i due leader si sono scambiati garbate punture. Letta si è detto tra coloro «che sono contenti dell’evoluzione della Lega e prima dei 5 Stelle sulla vicenda europea. Oggi sostengono il governo Draghi, probabilmente il più europeista di sempre».
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