In evidenza sui principali quotidiani:
– Approvato scostamento di bilancio; per Ministro Gualtieri il Pil salirà del 15%;
– Decreto Agosto: il Ministro Gultieri annuncia correttivi in materia di Cig;
– Comitato interministeriale per gli Affari europei: la regia resterà di Conte e Gualtieri;
– Nomine in Commissione, è caos in Parlamento;
– Emergenza migranti: oggi voto su questione Salvini-Open Arms;
– Il Congresso di Washington contro Google, Amazon, Facebook ed Apple.
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Corriere della Sera
Autore: Falci Giuseppe_Alberto
Titolo: Presidenti di commissione, è caos nella maggioranza Salta Grasso, lite su Marattin
Tema: Caos nomine in Commissione
Poco prima dell’ora di cena il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, tira un sospiro di sollievo: «Oggi è stato votato lo scostamento di bilancio e credo che la maggioranza abbia dato una prova della sua forza». Eppure la serata è ancora lunga. Anzi, lunghissima. Perché scoppia il caos sul rinnovo delle 28 presidenze di commissione permanenti. Da giorni si procede di rinvio in rinvio, di vertice in vertice. Al mattino però la scena muta. «Ci siamo», assicurano Pd e M5S. Ma il patto si sgretola quando iniziano a circolare i nomi. I 5 Stelle si oppongono a Luigi Marattin (Iv), destinato alla commissione Finanze di Montecitorio. «Non la vedo benissimo», profetizza un dimaiano. «Attenti ai voti segreti», gli fa eco un berlusconiano. Così nel gioco dei voti segreti, a Palazzo Madama la maggioranza scivola due volte. La prima, in commissione Agricoltura, dove prevale inaspettatamente l’uscente leghista Gianpaolo Vallardi. La seconda, in commissione Giustizia, dove viene bocciato un pezzo da novanta, Pietro Grasso (LeU), e confermato il salviniano Andrea Ostellari. «Era indigesto», ironizzano. Loredana De Petris (Leu) è una furia: «Mario Giarrusso ha votato per Ostellari». Roberto Speranza è talmente esasperato che abbandona il Consiglio dei ministri. Insomma, è caos.
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Testata: Repubblica
Autore: Ciriaco Tommaso
Titolo: Vendette e veleni Sulle nuove commissioni maggioranza in frantumi
Tema: Caos nomine in Commissione
Poco prima che la maggioranza vada in frantumi a Palazzo Madama, Paola Taverna scaglia la borsa su un finestrone del Transatlantico del Senato. Sono le 17 e la senatrice ha già capito quello che sta per succedere. Troppe vendette da consumare, troppi veleni rendono morto il patto di maggioranza. E infatti succede l’irreparabile: franchi tiratori affossano la nomina del 5S Pietro Lorefice alla guida della commissione Agricoltura, altre mani “infedeli” mettono ko la presidenza di Piero Grasso alla Giustizia. Il ministro Roberto Speranza lascia il consiglio dei ministri per protesta, «un fatto grave». Un disastro, insomma, che fa ballare i giallorossi. Nulla riesce a evitare che esploda il patto a cui aveva lavorato con la pazienza di Giobbe il ministro D’Incà. Né la scelta di “segnare” i voti, assegnande ai partiti di maggioranza un “formato” con cui indicare il nome del candidato per contare eventuali defezioni, né la minaccia di sostituire nelle commissioni chi dissente. Vincono comunque due leghisti: Gianpaolo Vallardi alla guida della commissione Agricoltura, Andrea Ostellari alla Giustizia. Segnale preoccupante per una maggioranza già risicata che rischia di perdere nuovi pezzi, in direzione Salvini. «Sono in frantumi», esulta l’ex ministro. La notizia dei “ribaltoni” si diffonde nelle chat alla velocità della luce. Gli eletti? A Palazzo Madama: Affari costituzionali, Dario Panini (Pd); Esteri, Vito Petrocelli (5S); Difesa, Roberta Pinotti (Pd); Bilancio, Daniele Pesco (5S); Finanze, Luciano D’Alfonso (Pd); Sanità, Annamaria Parente (Iv); a Montecitorio: Affari costituzionali, Giuseppe Brescia (5S); Esteri, Piero Fassino (Pd); Difesa, Gianluca Rizzo (5S); Lavoro, Debora Serracchiani (Pd); Trasporti, Raffaella Paita (Iv); Bilancio, Fabio Melilli (Pd).
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Arachi Alessandra
Titolo: «Troppi decreti» Da Casellati richiamo al premier
Tema: Presidente Senato
L’occasione è stata ieri mattina la cerimonia del Ventaglio a Palazzo Madama e Elisabetta Casellati, presidente del Senato, ne ha approfittato per bacchettare il governo: «E una questione di metodo democratico su cui pesa l’aver gestito tutte le fasi dell’emergenza con un ricorso esagerato a Dpcm, emanati senza preventiva e dovuta consultazione con un voto del Parlamento». Non solo i Dpcm: «Anche dopo le cose non sono migliorate con il voto di fiducia usato come strumento ordinario per approvare i decreti legge di natura economica». L’aveva già espressa il presidente Casellati la sua contrarietà al fatto che «il Senato non ha toccato palla» nei provvedimenti governativi e in particolare per quel che riguarda «il dl Rilancio, che è sostanzialmente una manovra di bilancio di circa 300 articoli». Per Elisabetta Casellati «il Senato, al pari della Camera, «Troppi decreti» Da Casellati richiamo al premier non può essere un convitato di pietra all’approvazione delle principali strategie per rilanciare il Paese, soprattutto adesso, che per accedere al piano per la ripresa approvato a Bruxelles, l’Italia è chiamata a predisporre ed approvare un progetto di riforme importanti e strutturali. Un programma concreto che porti sviluppo e crescita del Pil. Spetta solo al Parlamento offrire al governo linee di indirizzo vincolanti per ricostruire il Paese. Su questo non si può transigere».
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Testata: Repubblica
Autore: a.z.
Titolo: Sbarchi, allerta Viminale E oggi Salvini rischia il processo su Open Arms
Tema: Migranti – Oggi voto su questione Salvini-Open Arms
Nel giorno per lui più difficile che potrebbe costargli il secondo processo per sequestro di persona (dopo i migranti della Gregoretti quelli della Open Arms), Matteo Salvini torna a giocare la carta della paura postando a raffica sui social i video degli sbarchi che, a ritmo continuo, stanno mettendo a dura prova la Sicilia, adesso anche tra i bagnanti, dall’Isola dei Conigli a Lampedusa alle spiagge del Ragusano. Diciotto sbarchi in meno di 24 ore solo sull’isola, più di 400 persone quasi tutte arrivate su barchini dalla Tunisia, a cui si aggiungono gli 84 che la Guardia costiera italiana ha dato ordine di soccorrere alla nave Asso 29 in zona Sar libica su un gommone che stava naufragando e che libici e maltesi si sono rifiutati di salvare. Il Viminale è in difficoltà: non sa dove distribuire i migranti per la quarantena. I prefetti faticano a trovare strutture adeguate, qualcuno è arrivato a minacciare requisizioni davanti agli amministratori locali che non collaborano. Il ministro degli Esteri Di Maio chiede all’Europa di riprendere il piano di redistribuzione ma la maggior parte dei migranti sono tunisini da rimpatriare. È in questo clima che oggi il Senato voterà la richiesta del tribunale dei ministri di Palermo di processare Salvini per aver sequestrato 150 migranti per 20 giorni sulla Open Arms ad agosto di un anno fa. A meno di sorprese l’aula dovrebbe confermare il si già espresso dalla giunta di Palazzo Madama.
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Testata: Stampa
Autore: Anelo Laura – Grignetti Francesco
Titolo: Il Nord chiude le porte ai migranti – Migranti, rivolta del Nord “Non ne accogliamo altri” In Sicilia raffica di sbarchi
Tema: Migranti – Oggi voto su questione Salvini-Open Arms
Gli arrivi non rallentano: tra le 23 di martedì e le 8 di ieri mattina, Lampedusa ha contato 23 sbarchi con 334 migranti, un ritmo di due sbarchi e mezzo ogni ora. Barche, barchini, gommoni. Uomini, donne, bambini, un anziano in carrozzina, perfino un gattino. E si alza la tensione. In particolare accade in Sicilia, dove molti sindaci sono esasperati perché i migranti fuggono da tutte le parti, saltano le recinzioni dei centri di accoglienza, si dileguano per le campagne, e i cittadini protestano perché hanno paura che gli stranieri siano portatori di contagio. Ma la temperatura si alza soprattutto in politica. Matteo Salvini batte e ribatte sul tema. Ma a preoccupare il governo sono i Governatori, e non solo quelli di destra. Nei giorni scorsi aveva fatto la voce grossa Massimiliano Fedriga, dal Friuli. Anche Toscana e Emilia-Romagna, però, come il ministero dell’Interno ha toccato con mano, non vogliono più migranti. E se persino il mite Alberto Cirio, che governa il Piemonte, annuncia le barricate, si prospetta un’estate davvero difficile per Luciana Lamorgese. Che ieri sera entrava al Consiglio dei ministri intenzionata a dare battaglia, numeri alla mano. «L’emergenza sanitaria – dice – incide fortemente anche sulla disponibilità dei territori ad accogliere i migranti, seppure con test sierologico o con tampone negativo, e concentra soltanto su alcune regioni il peso della redistribuzione». La ministra stessa, pur scatenando le ironie di tanti, ha anche riconosciuto: «Per noi sono inaccettabili questi arrivi continui, che stanno collassando l’isola di Lampedusa». Il rischio è che esploda la tensione. Ne parla apertamente anche Luigi Di Maio, che ha richiamato ruvidamente l’Europa ai suoi impegni: «Non dobbiamo avere paura di dire scrive il ministro degli Esteri – che in questo momento l’Italia da sola non ce la può fare. Serve un’azione di ampio respiro sul tema, che salvaguardi la tenuta sociale del Paese».
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Palmerini Lina
Titolo: Politica 2.0 – Due diverse maggioranze su bilancio e commissioni
Tema: Tenuta della maggioranza di Governo
Ci sarà un motivo se la maggioranza riesce ad arrivare a quota 170, superando abbondantemente l’asticella dei 160 voti necessari per il passaggio sullo scollamento di bilancio di 25 miliardi, e poi si spacca nelle votazioni per il rinnovo delle presidenze di commissioni a cominciare da Agricoltura e Giustizia (a Palazzo Madama) andate alla Lega A scrutinio segreto i giallo-rossi rivelano tutta la loro fragilità confermando quell’ideacheatenereinpiediil Governo sia la paura delle elezioni. È il frutto avvelenato non solo della convivenza trai tre principali partiti della coalizione ma delle spaccature all’interno delle stesse forze politiche dilaniate da tante differenti posizioni e calcoli. Come diceva ieri il senatore Luigi Zanda del Pd «è il risultato dello scollamento del sistema dei grandi partiti», che finiscono fatalmente per impattare sull’azione dell’Esecutivo, «e per questa ragione dovremmo di nuovo coltivare il progetto di ricostituirli, non favorirne la frantumazione». Se infatti la prima preoccupazione della vigilia di ogni passaggio al Senato è quello di fare i conti nel gruppo Misto – arrivato a quota 26, più dei renziani e di Fratelli d’Italia l’effetto più devastante è che in queste condizioni è difficile andare spediti verso una linea programmatica chiara Ogni scelta richiede tempi lunghi per far maturare mediazioni e questa resta la cifra del Conte II.
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Economia e finanza
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Perrone Manuela – Trovati Gianni
Titolo: Ok allo scostamento di bilancio Nella risoluzione di maggioranza a sorpresa il primo sì al Mes – Ok largo al nuovo deficit, primo via libera al Mes
Tema: Ok allo scostamento di bilancio
Anche senza le opposizioni, che comunque non hanno chiuso del tutto la porta, la maggioranza giallorossa supera tranquíllamente la prova del Senato. E, nella risoluzione sul Programma nazionale di riforma approvata con 170 sì,apre in maniera non troppo velata al Mes. Il testo impegna infatti il governo a «prevedere l’utilizzo, sulla base dell’interesse generale del Paese e dell’analisi dell’effettivo fabbisogno, degli strumenti già resi disponibili dall’Unione europea per fronteggiare l’emergenza sanitaria e socioeconomica in atto, garantendo un costante rapporto di informazione e condivisione delle scelte con il Parlamento». Non è difficile vedere dietro a questi «strumenti già resi disponibili» un’indicazione precisa al Mes («emergenza sanitaria») e allo Sure («e socioeconomica»). Tanto più che quel riferimento al «fabbisogno» è lo stesso richiamato dal premier Giuseppe Conte nelle ultime risposte alle domande sull’eventuale ricorso dell’Italia al Fondo Salva-Stati. Mai numeri rassicuranti («È andata bene», il sospiro di sollievo di Conte) non chiudono affatto a un dialogo con le opposizioni, che anzi il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, intervenendo in replica in Aula, ha definito «fondamentale» non solo per la manovra di agosto in arrivo «la prossima settimana», ma anche per il Recovery Plan che il governo vuole presentare entro ottobre. Un’apertura immediata alle richieste del centrodestra elencate nella lettera a firmadei tre leader, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, pubblicata ierisul Sole 24 Ore è arrivata dal titolare dei conti pubblici sull’adeguamento delle pensioni di invalidità alle indicazioni della Corte costituzionale (tema su cui del resto il Mef già stava lavorando).
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Testata: Messaggero
Autore: Gentili Alberto
Titolo: Ok allo scostamento, c’è l’apertura al Mes Gualtieri: rimbalzo del Pil, salirà del 15% – Senato, Conte tiene (170 sì) e ora il Mes è più vicino Gualtieri: rimbalzo Pil +15%
Tema: Ok allo scostamento di bilancio
In Senato la maggioranza di Giuseppe Conte, a dispetto delle fosche previsioni, appare in buona salute. Il nuovo scostamento di bilancio da 25 miliardi, con cui scrivere il decreto di agosto e il Piano nazionale di riforme (Pnr), sono passati con 170 sì: ne bastavano 161, ma sono arrivati i voti degli ex grillini e di Sandra Lonardo, che ha lasciato Forza Italia. «E’ andata bene, abbiamo dato una prova di forza», il commento del premier. Ma la buona notizia – accompagnata dall’astensione del centrodestra – non è bastata. E’ spuntata una risoluzione, firmata da tutti i capigruppo della maggioranza, che impegna il governo a «utilizzare le risorse messe a disposizione dall’Europa nei prossimi mesi». Insomma, il Fondo salva Stati (Mes) rientra dalla finestra. A illustrare i due provvedimenti è stato Roberto Gualtieri. Il ministro dell’Economia ha parlato di ripresa economica «già in atto». Ha detto di stimare «un marcato rimbalzo nel terzo trimestre, di quasi il 15%», dopo il crollo di aprile e maggio. Non è mancata un’apertura all’opposizione: «Molte delle misure scaturiscono da un dialogo con il Parlamento e l’opposizione. Il doveroso ristoro delle mancate entrate degli Enti locali è atteso da sindaci e presidenti di tutti i partiti…». Un appello bipartisan che è valso l’astensione di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, anche se Matteo Salvini ha parlato di «risposta paria zero» da parte del governo e ha fatto votare “no” al Pnr.
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Testata: Foglio
Autore: De Romanis Veronica
Titolo: Il debito deve far paura anche nella stagione del più debito per tutti – Aiuti veri e linea Gualtieri – Ragioni per occuparsi di nuovo del debito prima che sia troppo tardi
Tema: Ok allo scostamento di bilancio
Il Senato ha dato il via libera al terzo scostamento di bilancio pari a 25 miliardi (le opposizioni si sono astenute). Servirà per finanziare più cassa integrazione, meno tasse, più sussidi alle imprese e più risorse per comuni e regioni. Il nuovo scostamento va ad aggiungersi ai 20 miliardi del “Cura Italia” e ai 55 del decreto “Rilancio”. E, così, a fine anno, il deficit è previsto attestarsi poco sotto al 12 per cento del pil, il debito pubblico al 160 per cento. Quest’ultimo non arresta la sua corsa. Nel solo mese di maggio, come comunicato dalla Banca d’Italia, ha raggiunto quota 2.507,6 miliardi, circa 40 miliardi in più rispetto ad aprile. Del debito, non si parla più. Si parla solo delle risorse da spendere. In effetti, mai un governo aveva avuto a disposizione tante risorse da investire e da distribuire. “Ci sono soldi per tutto e per tutti” questo è il messaggio che prevale. E, così, vengono elargiti aiuti, anche a chi non ne ha bisogno. Solo per fare un esempio recente, dai dati Inps emerge che quasi un’impresa su tre ha chiesto la Cassa integrazione senza avere registrato cali di ricavi. I dati sono stati confermati dal ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri che ha annunciato di voler correre ai ripari e procedere a una “selezione” delle aziende beneficiarie (ieri il ministro facendo un conto dei 100 miliardi stanziati dal governo a colpi di scostamento di bilancio ha affermato che parte di quei miliardi, 35, è andata e andrà per il lavoro e gli ammortizzatori, “più di 40 per le imprese più di 12 per le regioni e gli enti territoriali, più di 11 a sanità, scuola e servizi sociali” e ha sostenuto che nel terzo trimestre dell’anno il rimbalzo che il governo si aspetta corrisponde a un più 15 per cento rispetto al secondo trimestre).
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Patta Emilia
Titolo: Recovery plan, obiettivo 15 ottobre per ottenere i 20 miliardi di anticipo
Tema: Recovery plan
Martedì la prima riunione notturna con il premier e tutti i ministri del Ciae, il Comitato interministeriale per gli Affari europei a cui si è deciso di affidare la “regia” politica e tecnica del Recovery plan. Ieri pomeriggio la prima riunione operativa delle strutture tecniche interne al Ciae (comitati tecnici di valutazione) sotto il coordinamento del ministro dem per gli Affari europei Enzo Amendola. Nei prossimi giorni, su iniziativa di Giuseppe Conte, alle strutture tecniche già esistenti all’interno del Ciae si affiancherà un comitato tecnico di assistenza con i delegati di tutti i ministeri interessati e coordinato da una persona di fiducia del premier: si fanno i nomi del segretario generale di Palazzo Chigi Roberto Chieppa, del consigliere economico Riccardo Cristadoro e del capo di gabinetto Alessandro Goracci. Questa costituenda “task force” avrà un compito molto delicato nella fase conclusiva dell’operazione Recovery, quando si tratterà di tradurre in bruxellese i piani di riforma decisi a livello politico. «Un’altra riunione ci sarà domani (oggi, ndr) e un’altra martedì. E andremo avanti così per tutto agosto. Saremo i primi a presentare i progetti per il Recovery», spiegava in serata Amendola, vero e proprio regista dell’operazione che dovrebbe concludersi nelle intenzioni del governo il 15 ottobre. La regia dell’operazione Recovery, anche grazie al comitato tecnico di assistenza che sarà istituito nelle prossime ore all’interno del Ciae, nelle intenzioni di Conte e del ministro dem dell’Economia Roberto Gualtieri deve restare salda tra Palazzo Chigi e Via XX Settembre. Il Parlamento sarà ascoltato nelle forme che deciderà ma, si fa sapere, la decisione politica sarà del governo.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Parente Giovanni – Trovati Gianni
Titolo: Partite Iva, sconto subito su investimenti – Partite Iva, con il piano del governo sconti immediati sugli investimenti
Tema: Riforma fiscale
Doppia scommessa per la riforma del fisco per le partite Iva. Semplificare il sistema di versamenti per arrivare a scadenze mensili o trimestrali. Ma anche stimolare ancora di più gli investimenti. Con un occhio rivolto anche al miglioramento della compliance, ossia dell’adeguamento spontaneo dei contribuenti. La sottile linea di congiunzione è rappresentata dagli ammortamenti dei beni strumentali. Nella proposta di cash flow tax che il direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha portato sul tavolo del Governo c’è proprio quella di consentire la dedudbilità immediata dei costi per macchinari e altri beni necessari per lo svolgimento dell’attività. Di fatto si tratta del principale ostacolo da superare perché gli ammortamenti sono ancora la principale voce di bilancio ancorata al criterio della competenza. In pratica, un investimento diventerebbe immediatamente deducibile senza dover frazionare quote del costo del bene su più anni. In questo modo, si aprirebbe la strada all’applicazione del criterio di cassa anche per altre voci di spesa come quelle di manutenzione, di impianto o altre di carattere pluriennale. Lo snodo sono le risorse, da trovare in un bilancio pubblico stressato dalla crisi perché i fondi del Recovery and resilience fund non potranno finanziare direttamente le ambizioni fiscali italiane. Per questa ragione il governo torna a puntare sul taglio alle tax expenditures, e soprattutto sul dossier dei sussidi «ambientalmente dannosi», come spiegato ieri dal ministro dell’Economia Gualtieri al Senato. A patto di riuscire a superare gli scogli politici che fin qui hanno fermato tutti i progetti tentati sul tema dai vari governi negli ultimi dieci anni.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Pogliotti Giorgio
Titolo: Proroga della cassa, contributo da aziende senza perdite
Tema: Cassa Integrazione, i correttivi
In arrivo una proroga della cassa integrazione Covid per 18 settimane: sarà gratis per le imprese che hanno avuto una significativa perdita di fatturato nel primo semestre 2020 rispetto allo stesso periodo dei 2019. La misura impatta per circa 7 miliardi sul deficit (ma ha un costo pari a lo miliardiconsiderando la contribuzione figurativa), con valore retroattivo a partire dal 15 luglio, fa parte del pacchetto lavoro del Dl Agosto. Come annunciato ieri dal ministro dell’Economia, Roberto Gualteri, il governo intende chiedere un contributo alle imprese che «non abbiano subito perdite significative» e vogliano accedere alla cassa Covid. È in corso una riflessione se già le prime 9 settimane verranno concesse in modo generalizzato gratis a tutte le imprese che ne faranno richiesta o secondo il criterio selettivo della perdita di fatturato (sembra prevalere questa tesi). Nell’Esecutivo si sta ragionando anche sulla percentuale di perdita di fatturato che darà diritto ad utilizzare gratuitamente la cassa Covid: l’ipotesi prevalente è quella di fissare l’asticella al 20%, anche se verrebbe escluso il 40% di aziende che hanno avuto una perdita di fatturato inferiore. il contributo addizionale dovrebbe oscillare da un minimo del 9% ad un massimo del15%. Il Dl conterrà anche un incentivo a far uscire i lavoratori dalla Cig, attraverso una decontribuzione per 3-4 mesi a favore delle imprese per ogni cassintegrato riportato in attività.
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Testata: Stampa
Autore: Baroni Paolo
Titolo: Risparmi per 1100 euro ad addetto Così nascono i furbetti della Cig
Tema: Studio Inps-Bankitalia
Un nuovo studio Inps-Bankitalia sfornato ieri conferma che una bella fetta di imprese italiane ha beneficiato della cassa integrazione Covid anche se nei mesi di lockdown non ha subito cali significativi di fatturato. Secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio, che per primo ha gettato il sasso nello stagno portando a galla il fenomeno dei «furbetti della Cig», almeno il 25% delle imprese che ha avuto accesso agli ammortizzatori nei primi sei mesi di quest’anno non ha registrato cali nel giro d’affari rispetto all’anno passato. Inps e Bankitalia invece stimano che circa il 20 per cento delle imprese manifatturiere ed 30% di quelle attive nei servizi hanno utilizzato la Cig con casuale Covid nonostante i loro livelli produttivi ed i fatturati non siamo affatto diminuiti. Il motivo è presto detto. La cassa ha infatti permesso ad ogni impresa in Cig-Covid di risparmiare circa 1.100 euro per dipendente presente in azienda. Ieri, intervenendo in Senato, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha confermato quello che aveva già detto martedì in Parlamento, ovvero che col decreto agosto che sarà varato la prossima settimana, assieme alla proroga per altre 18 settimane degli ammortizzatori e a forme di incentivazione e premi per chi assume e per chi rinuncia alla cig, verrà introdotto un correttivo. Si sta ragionando, ha spiegato, «su una differenziazione dei meccanismi in modo da prevedere un contributo da parte delle imprese che non abbiano subito perdite significative».
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Testata: Messaggero
Autore: Bassi Andrea
Titolo: Intervista a Fabiana Dadone – «Porto i talenti del Sud nella Pa» – «Piano per i talenti al Sud così li portiamo nella Pa»
Tema: Intervista a Fabiana Dadone
Ministra Fabiana Dadone, la riforma della pubblica amministrazione è una delle richieste dell’Europa per erogare i soldi del Recovery fund. Che proposte ha portato al tavolo del Comitato interministeriale? «C’è la consapevolezza non solo mia, ma di tutto il governo, che la Pubblica amministrazione dovrà essere il traino per il rilancio del Paese. Il principale progetto è l’innovazione amministrativa e organizzativa». È un tema molto ampio, che significa esattamente? «Andrà specificato in progetti operativi, quello che ho in mente è una riorganizzazione del lavoro, sul fronte dello smart working, delle nuove modalità di organizzazione, del coworking, dell’efficientamento e della razionalizzazione delle sedi. Tutto questo a cascata si ricollega all’innovazione tecnologica di tutta la Pa». Che in effetti nelle classifiche internazionali non brilla? «Sì. Per questo abbiamo progetti di digitalizzazione, di formazione permanente del personale per acquisire le competenze necessarie, senza tralasciare l’interconnessione delle banche dati pubbliche per rendere efficienti tutti i processi. È uno dei punti cardine della sburocratizzazione, oltre che un progetto prioritario per il Recovery». Nel governo pare ci sia una corsa ad accaparrarsi una quota dei 209 miliardi che l’Europa ha destinato all’Italia. Quanti ne vorrebbe destinati alla funzione pubblica? «Al momento le cifre non sono la mia preoccupazione. Preferisco strutturare bene i progetti per superare la selezione interna per ottenere i fondi, in modo da poter scalare quelle classifiche di cui lei parlava».
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Testata: Sole 24 Ore
Titolo: Recovery Fund, priorità assoluta nell’agenda Ue
Tema: Recovery Fund
Un accordo rapido è la «priorità numero uno» delle prossime settimane per tutte le istituzioni europee, perché «non c’è tempo da perdere» e il pacchetto del Recovery Fund «deve essere operativo dal primo gennaio 2021»: lo hanno ribadito ieri i presidenti della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, il presidente dell’Europarlamento David Sassoli e Angela Merkel, presidente di turno dell’Unione Europea, dopo una riunione in videoconferenza. I presidenti – fa sapere la Commissione Ue – si sono accordati su un metodo di lavoro e un calendario che assicureranno il rispetto dei tempi del pacchetto di aiuti e prestiti contro la crisi nata dall’epidemia Covid. Per far partire anche il Next Generation EU il Parlamento Ue è pronto, da parte sua, a dare la propria opinione sulle risorse proprie «il prima possibile». Dopo l’adozione formale da parte del Consiglio, gli Stati membri dovranno ratificare l’accordo in base alle loro procedure costituzionali. Anche i negoziati settoriali sul bilancio Ue devono essere completati entro la fine dell’anno.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Sabella Marco
Titolo: Fed, tassi vicini a zero. «Ripresa? Dipende dal virus»
Tema: Fed
La contrazione del pil del secondo trimestre sarà probabilmente la maggiore della storia. Lo ha affermato il presidente della Fed, Jerome Powell, in conferenza stampa dopo la riunione del Fomc, il comitato che decide la politica monetaria degli Stati Uniti, alla vigilia della diffusione del dato del pii del secondo trimestre atteso per giovedì alle 14.30 italiane. Un dato che potrebbe rivelarsi drammatico, tale da far impallidirei crolli della produzione che si erano osservati nel corso della Grande Depressione degli anni Trenta del Novecento. Gi analisti infatti prevedono un calo del Pil 34,8%. E’ come se in un solo trimestre fosse scomparsa l’intera economia di un Paese come a Germania. Di fronte a sfide di questa portata la politica monetaria sta facendo la sua parte. La Federal Reserve ha infatti lasciato i tassi di interesse invariati tra lo 0 e lo 0,25%. E i mercati scommettono che la Banca centrale continuerà a confermare il supporto all’economia mantenendo i tassi vicino allo zero ancora a lungo. «Faremo il possibile per limitare danni duraturi all’economia», ha ribadito Powell. Che ha immediatamente puntato l’indice sui rischi all’orizzonte. «I casi di coronavirus sono in aumento in alcune aree degli Stati Uniti e ci sono segnali che questo sta pesando sull’economia: una piena ripresa dell’economia degli Stati Uniti è improbabile fino a quando la gente non si sentirà sicura di poter tornare alla normalità», ha affermato.
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Testata: Mf
Autore: Bussi Marcello
Titolo: La Fed ha davvero paura del Covid: ignoti gli effetti sull’economia – Il Covid fa paura alla Fed, tassi invariati e pronti ad agire ancora
Tema: Fed
La Federal reserve ha paura del Covid. el comunicato che ha fatto seguito Ila riunione di ieri del Comitato di politica monetaria (Fomc) è infatti scritto a chiare lettere che «il cammino dell’economia dipenderà in modo significativo dal decorso del virus», poiché «l’attuale crisi della salute pubblica peserà pesantemente sull’attività economica, sull’occupazione e sull’inflazione a breve termine e comporta rischi considerevoli per le prospettive economiche a medio termine». Per questo il presidente della Fed, Jerome Powell, nella dichiarazione di apertura della successiva conferenza stampa, ha sottolineato che la banca centrale utilizzerà tutti i suoi strumenti «per tutto il tempo necessario per fornire un po’ di sollievo e stabilità, per garantire che la ripresa sia la più forte possibile e per limitare i danni duraturi all’economia». Affermazioni preoccupate e preoccupanti nello stesso giorno in cui la Florida ha registrato un nuovo record di decessi, 216, portando così il conto a 6.333 dall’inizio della pandemia su una popolazione di 21,5 milioni. In tutti gli Stati Uniti si è arrivato ormai a un passo dai 150.000 morti su 330 milioni di abitanti. II Fomc ha dunque deciso all’unanimità di mantenere i tassi d’interesse tra lo 0 e lo 0,25%, come previsto da tutti. «Sembra che i dati stiano indicando un rallentamento della ripresa», ha osservato Powell, «ma è troppo presto per dire quanto sarà grande e sostenuto questo ultimo movimento».
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Testata: Mf
Autore: Messia Anna
Titolo: La Vigilanza europea studia scudo anti-Covid – Covid, ecco lo scudo assicurativo
Tema: Ivass Ue
Prende ufficialmente il via il dibattito per la creazione di uno scudo assicurativo contro le pandemie. L’ Eiopa, l’autorità europea che raccoglie le Ivass nazionali, nei giorni scorsi ha posto in pubblica consultazione un documento che punta a individuare possibili soluzioni di sistema per affrontare nuovi fenomeni globali, coinvolgendo assicuratori e riassicuratori oltre che i singoli Stati e la Commissione Europea. Un argomento su cui le compagnie hanno già avviato riflessioni, a partire da Insurance Europe (l’Ania europea) ma anche Generali con il group ceo, Philippe Donnet, che nelle scorse settimane ha avuto un incontro sul tema con il vice presidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis. La stessa Ania, l’associazione delle assicurazioni che operano in Italia guidata da Maria Bianca Farina, ha aperto il suo cantiere con l’obiettivo di mettere a punto una proposta subito dopo l’estate e in questo senso il documento presentato dall’Eiopa potrebbe fornire l’occasione per riunire in un’unicadirezione tutte le voci in campo. La pubblica consultazione del documento diffuso dall’authority si chiuderà il prossimo 25 settembre e da Eiopa hanno fatto sapere che la proposta è stata messa a punto confrontandosi con operatori del settore, come Insurance Europe, Amicie (le mutue europee) e Marsh e McLennan, ma non necessariamente coincide con la visione delle autorità nazionali. L’Ivass italiana è stata però in prime linea nella scrittura del paper che ha tracciato quattro direttrici.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Serafini Laura
Titolo: Enel rivede gli obiettivi del piano Confermata la politica sui dividendi
Tema: Enel: al ribasso gli obiettivi del piano industriale
Enel rivede al ribasso gli obiettivi del piano industriale di fine anno per tenere conto dell’impatto del Covid-19. Nonostante la diversificazione del business abbia consentito al gruppo di assorbire senza troppi scossoni gli effetti della pandemia, la contrazione dei consumi di energia elettrica (-34,4% ricavi della generazione termoelettrica; -14,4% la vendita di energia), il rallentamento dei pagamenti (anche delle bollette) e la svalutazione delle valute estere rispetto all’euro hanno lasciato il segno. Il primo semestre ha visto una contrazione dei ricavi del 18,5 per cento, a 33,375 miliardi, una flessione dell’Ebitda del 2,9 per cento a 8,7 miliardi e dell’Ebit del 12,9 per cento, a4,5 miliardi. Su questa voce hanno pesato maggiori ammortamenti e svalutazioni per 408 milioni che si sommano a 136 milioni di svalutazione di crediti commerciali in Italia e Spagna legati agli effetti del lockdown. L’utile netto è il calo del 12,1 per cento, a 1,9 miliardi . L’utile netto ordinario, sul quale vengono calcolati i dividendi, sale del 5,6% a 2 miliardi. L’ad di Enel, Francesco Starace, ieri ha evidenziato la solida performance dei risultati nonostante il Covid-19 («nel secondo trimestre abbiamo toccato il picco della crisi», ha chiosato) e ha confermato la politica dividendi. La cedola 2020 sarà il valore maggiore tra 0,35 euro e un payout del 70 per cento. I conti vedono – per la verità in linea con le attese – un aumento del debito netto del 12 per cento, a quota 50 miliardi.
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Testata: Mf
Autore: Pira Andrea
Titolo: Sul 5G il governo sceglie di far valere il Golden Power – Sul 5G il governo ha deciso di far valere sempre il Golden Power
Tema: Telecomunicazioni
In 13 casi su 83, nel corso dello scorso anno, il governo ha deciso di avvalersi dei poteri speciali conferiti dalla normativa sul Golden Power. Si va dalle prescrizioni per l’acquisizione da parte di F-Brasile di Forgital Italy e delle sue partecipate agli accordi per lo sviluppo della 5G stipulati da Vodafone, WindTre, Tim, Fastweb. In particolare il governo in un paio di occasioni ha prestato attenzione all’acquisto di apparati dai colossi cinesi delle tlc Huawei e Zte, sotto pressione per le tensioni tra Stati Uniti e Cina, con Washington che preme affinché gli alleati taglino fuori le aziende del Dragone dalla realizzazione delle reti di nuova generazione. Ma le prescrizioni hanno riguardato anche prescrizioni per la fornitura di apparati 5G a Wind Tre della statunitense Juniper Network. Un dato è certo, ogni qual volta si è discusso della nuova tecnologia, Palazzo Chigi ha deciso di intervenire. «La presenza di fattori di vulnerabilità, nonché la complessità tecnica delle stesse, ha portato il governo a imporre prudenzialmente alcune prescrizioni alle società notificanti, allo scopo di salvaguardare l’integrità e la sicurezza delle reti nonché dei dati che vi transitano», si legge nelle 112 pagine dalla relazione al Parlamento in materia di esercizio dei poteri speciali predisposta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro. Considerazioni che nei giorni hanno spinto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a rivendicare la strategia italiana, parlando con coordinatore della politica estera dell’Unione europea, lo spagnolo Josep Borrell, e a chiedere standard comuni a tutta l’Unione. II 2019 è stato un anno particolare in tema.
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Testata: Italia Oggi
Autore: …
Titolo: Saipem, maxi perdita
Tema: Saipem, ricavi giù
Saipem, a causa dell’emergenza sanitaria, ha accusato nel semestre una perdita netta di 885 milioni di euro rispetto all’utile di 14 milioni dello stesso periodo del 2019. Hanno pesato svalutazioni e oneri per 753 milioni. Il risultato netto adjusted ha visto un passivo di 132 milioni contro il precedente utile di 60 min. I ricavi sono scesi da 4,519 a 3,675 miliardi. Positivo, invece, il portafoglio ordini che è cresciuto a circa 26 miliardi, con 4,8 mld realizzati nel semestre. L’ebitda è diminuito a 271 milioni e quello adjusted a 355 min. L’indebitamento finanziario netto (post Ifrs 16) si è posizionato a 1,36 miliardi dagli 1,082 mld di fine 2019. «Nonostante il contesto economico generale fortemente condizionato dalla protratta crisi sanitaria», ha commentato l’amministratore delegato Stefano Cao, «le attività di esecuzione dei nostri progetti nel mondo sono proseguite, pur tenendo conto dei limiti alla mobilità, della riprogrammazione di alcune attività e della priorità di garantire la salute delle persone. Il backlog è solido, sensibilmente accresciuto durante questo difficile periodo, e la liquidità consistente, ulteriormente rafforzata dalla nuova emissione obbligazionaria di inizio luglio. Guardiamo al futuro con un discreto grado di ottimismo. C’è una situazione complessa dal punto di vista operativo e gestionale, ma siamo riusciti ad andare avanti, le nostre navi e i nostri cantieri non si sono fermati».
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Corriere della Sera
Autore: Sarcina Giuseppe
Titolo: Trump sposta gli F16 «tedeschi» ad Aviano
Tema: F16 tedeschi
Gli Stati Uniti sposteranno 11.900 militari dalla Germania, riducendo il contingente da 36 mila a circa 24 mila unità. Una mossa già annunciata agli inizi di giugno da Donald Trump. Ma il segnale politico più forte e sorprendente è che i due comandi operativi lasceranno il territorio tedesco. L’Us European Command (Eucom) che controlla le operazioni in 51 Paesi, verrà portato in Belgio; l’Us Africa Command, con raggio di azione in 30 Stati, potrebbe essere trasferito a Napoli o forse in Spagna. Ieri il segretario alla Difesa, Mark Esper, ha illustrato «la manovra di aggiustamento» delle forze armate Usa nel Vecchio Continente. C’è un altro passaggio che riguarda l’Italia: il dislocamento nella base di Aviano di «uno squadrone di caccia F16», cioè tra i 12 e 24 aerei da combattimento, attualmente collocati negli insediamenti tedeschi di Ramstein e di Spangdahlem. Motivo? Esper ha spiegato: «Vogliamo avvicinare questo squadrone alla regione del Mar Nero, in modo che possa essere più pronto per condurre missioni dinamiche e partecipare alle rotazioni lungo il fianco sudorientale della Nato». II gergo militare allude a un obiettivo geostrategico: maggiore attenzione agli sviluppi nel Medio Oriente, dalla Siria all’Iraq e all’Iran.
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Testata: Repubblica
Autore: Cadalanu Giampaolo
Titolo: Via i soldati dalla Germania gli Usa puntano sull’Italia
Tema: F16 tedeschi
Le sponde dell’Atlantico sono più lontane: l’America di Trump può diluire i legami con l’Europa, se gli alleati sono riottosi a investire nella Difesa, e possibilmente nelle armi di produzione Usa. Mancano poco più di tre mesi alle elezioni presidenziali e Donald Trump ha deciso un’accelerazione brusca nei suoi piani per rimettere nella prospettiva voluta le alleanze. Mark Esper, segretario alla Difesa, ha annunciato che gli Stati Uniti ritireranno quasi 12mila soldati dalla Germania: 6.400 torneranno a casa, 5.600 resteranno nel vecchio continente con uno schieramento diverso. La maggioranza sarà distribuita fra Belgio e Italia, più avanti i militari verranno dispiegati in Polonia, nelle Repubbliche Baltiche, oltre a un contingente nella regione del Mar Morto. Secondo indiscrezioni di stampa, nel nostro Paese potrebbero arrivare due battaglioni dell’esercito e una squadra di caccia F-16. Le destinazioni dovrebbero essere Vicenza e Aviano, oltre forse a Sigonella. L’Italia potrebbe persino ospitare uno dei comandi geografici oggi basati a Stoccarda, cioè Africom, che coordina le operazioni in Africa, mentre il comando per l’Europa dovrebbe passare a Mons, in Belgio. La scelta di sfilare un terzo dell’intero contingente Usa (si passa da 36mila a 24mila soldati) è una mossa che prima di tutto punisce la Merkel, con la quale il rapporto non è mai stato affettuoso: a Berlino la Casa Bianca rimprovera lo scarso impegno perla difesa comune.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Gaggi Massimo
Titolo: L’imbarazzo di Zuckerberg, la scivolata di Bezos Big tech alla sbarra (via web)
Tema: I Big Tech sfidano il congresso Usa
Segnata da ritardi e problemi tecnici di collegamento, la storica audizione dei quattro big della tecnologia – i capi di Amazon, Apple, Facebook e Google – collegati in videoconferenza col Congresso di Washington non è stata un vero processo a società divenute giganti enormemente ricchi e potenti, se non addirittura monopoli, né la passerella autoelogiativa temuta da molti. I leader delle industrie più avanzate e ricche d’America, pur riconoscendo la legittimità delle indagini parlamentari, hanno difeso o addirittura esaltato il loro ruolo nella società americana e nella sua economia. Ammonendo che ogni vincolo alle imprese potrebbe tradursi in un freno all’innovazione e alla leadership tecnologica Usa a vantaggio della Cina che schiera imprese sempre più potenti, aggressive e prive di vincoli. Ma, a parte Mark Zuckerberg, già «strigliato» in passato dai parlamentari, i big della tecnologia si sono trovati per la prima volta davanti a raffiche di accuse brucianti. Jeff Bezos di Amazon ha dovuto riconoscere che l’inchiesta del 20 aprile del Wall Street Journal che accusa Amazon di usare i dati delle imprese che usano i suoi canali distributivi in modo sleale, per creare linee di prodotti suoi da mettere in concorrenza con quelli dei clienti, ha fondamento: nessuna smentita, a tre mesi dalla pubblicazione dell’inchiesta, la società sta ancora approfondendo la materia. Altri parlamentari hanno accusato Amazon di approfittare della sua posizione dominante nel mercato per far fuori concorrenti (è stato documentato un caso nel settore dei pannolini) odi punire editori smettendo di vendere, senza motivo, i loro libri.
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Testata: Stampa
Autore: Riotta Gianni
Titolo: I Big Tech sfidano il congresso Usa “Il futuro è nostro» – I quattro titani Big Tech sotto torchio al Congresso “Ma noi siamo l’America”
Tema: I Big Tech sfidano il congresso Usa
“Molte delle operazioni di queste compagnie hanno effetti perniciosi sull’economia. Scoraggiano le imprese, distruggono posti di lavoro, alzano i costi e lasciano scadere la qualità. Diciamo la verità: hanno troppo potere!”: così, dai primi verbali diffusi, il deputato democratico David Cicilline, compagno di scuola del figlio di John Kennedy, cattolico, già noto per aver denunciato le raccolte illegali di dati dello scandalo Cambridge Analytica, ha affrontato ieri al Congresso i leader di Amazon, Facebook, Google e Apple, in uno straordinario braccio di ferro Politica-Tecnologia. Come la maggioranza dei deputati, Cicilline, che guida il sottocomitato di inchiesta parlamentare sui monopoli, guadagna in un anno 174.000 dollari, 148.000 euro. Ma quando davanti ai suoi colleghi, si sono allineati in collegamento remoto Jeff Bezos, fondatore di Amazon, Mark Zuckerberg, padre di Facebook, Tim Cook, amministratore delegato di Apple e Sundar Pichai, amministratore delegato di Google e Alphabet, è come se una trincea di 5000 miliardi di dollari, 4250 miliardi di euro, si fosse eretta al Congresso, a dividere i destini dell’innovazione digitale dalla politica futura. I repubblicani son sospettosi per l’aplomb progressista delle aziende, spesso considerate ostili dal presidente Donald Trump, i democratici preoccupati dall’omertà sulle fake news e la docilità nei confronti della Cina autoritaria e spesso i toni si sono alzati, resi striduli dagli schermi lontani.
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Testata: Giornale
Autore: Guelpa Luigi
Titolo: Processo ai «Big Tech» E Trump ne approfitta «Giustizia o ci penso io»
Tema: I Big Tech sfidano il congresso Usa
E’ stato un appuntamento storico per il settore della tecnologia. Ieri i quattro Ceo delle multinazionali tech più potenti e ricche al mondo, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos, Sundar Pichai e Tim Cook, hanno testimoniato in videoconferenza al Campidoglio per rispondere alle accuse di pratiche anticompetitive. Secondo i legislatori i «Big Tech», ovvero Facebook, Amazon, Google e Apple, avrebbero accentrato troppo potere in questi anni, facendo piazza pulita della concorrenza e gestendo dati e informazioni in maniera poco trasparente. L’audizione, davanti al sottocomitato Antitrust della Camera, è stata calendarizzata dopo un’indagine durata oltre un anno. In questi ultimi 13 mesi i colossi hi-tech hanno consegnato al Parlamento 1,3 milioni di documenti. Lo scopo dell’indagine è quello di comprendere se le aziende hanno utilizzato pratiche commerciali anticoncorrenziali per reprimere i concorrenti più piccoli e mantenere un monopolio dei mercati. I «Big Tech», complessivamente, hanno un valore di mercato di quasi 5mila miliardi di dollari: mentre le economie mondiali cadevano in depressione causa Covid-19, loro hanno prosperato. Un aspetto che i quattro Ceo sono riusciti a giustificare, in una sorta di linea comune, ricordando ai rappresentanti dell’Antitrust che «siamo troppo grandi ed economicamente rodad per rischiare il fallimento. Il nostro successo non deriva dal potere monopolistico, ma dalla capacità di soddisfare le esigenze dei consumatori».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Santevecchi Guido
Titolo: L’accusa dagli Usa «Il Vaticano spiato da hacker cinesi» – «Hacker cinesi nei server del Vaticano»
Tema: Vaticano spiato da hacker cinesi
Una innocua lettera di condoglianze per la morte di un vescovo cinese, firmata dal cardinale Pietro Parolin il 14 maggio, è arrivata per email alla Holy See Study Mission di Hong Kong. Ma quella email sarebbe stata falsificata da hacker cinesi per spiare il Vaticano. Secondo la società americana di monitoraggio privato Recorded Future, l’email conteneva un malware inserito dagli hacker di un gruppo identificato come RedDelta, che sarebbe riconducibile ai servizi segreti di Pechino. Facendo abboccare all’amo del «phishing» la missione cattolica di Hong Kong, gli agenti si sarebbero infiltrati anche nel server vaticano durante la trattativa tra Santa Sede e Cina per il rinnovo dell’accordo sulla nomina dei vescovi cinesi. La Holy See Study Mission a Hong Kong è considerata una delle missioni più strategiche del Vaticano nel mondo: agisce da ufficio di collegamento con le diocesi cattoliche nelle 33 province della Repubblica popolare cinese. II messaggio di posta elettronica indirizzato a Monsignor Javier Corona Herrera, esponente della delegazione cattolica a Hong Kong, aveva la firma dall’Arcivescovo Edgar Peña Parra, sostituto alla Segreteria di Stato della Santa Sede. Il rapporto di Recorded Future, società privata americana basata nel Massachusetts, è stato anticipato dal New York Times e poi pubblicato sul sito di Recorded Future.
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Testata: Repubblica
Autore: Rodari Paolo
Titolo: Spionaggio in Vaticano, hacker cinesi infiltrati nei server
Tema: Vaticano spiato da hacker cinesi
Mancano due mesi alla scadenza dell’Accordo sulle nomine dei vescovi fra Cina e Vaticano firmato due anni fa e una notizia resa nota nelle scorse ore dalla compagnia privata di monitoraggio del web, Recorded Future, con base a Somerville nel Massachusetts, agita le acque. E fa comprendere, se confermata, quanto al colosso cinese interessi l’intesa con la Santa Sede. Hacker di RedDelta, collegati al governo cinese si sarebbero infiltrati nelle reti informatiche del Vaticano nel tentativo di carpire notizie sulla posizione della Santa Sede in vista del rinnovo dell’Accordo. Gli attacchi, secondo quanto riporta il New York Times che per primo ha diffuso la notizia, sarebbero iniziati a maggio e avrebbero colpito la Holy See Study Mission di Hong Kong, tra le missioni più strategiche del Vaticano nel mondo, ponte con le diocesi cinesi. Gli hacker hanno utilizzato una lettera di cordoglio scritta per la morte del vescovo cinese Joseph Ma Zhongmu della diocesi di Ylnchuam/Ningxia da parte del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e inviata a monsignor Javier Corona Herrera, cappellano della Study Mission. La missiva è firmata, per conto di Parolin, dall’arcivescovo Edgar Pena Parra, sostituto della segreteria di Stato. Oltre alla Study Mission sarebbero state attaccate altre istituzioni vicine alla Santa Sede, come il Pontifical Institute for Foreign Missions (Pime). «L’attacco – spiega il direttore di Asia News Bernardo Cervellera – è legato al tentativo di carpire segreti e spiare la posizione vaticana nell’imminenza di un possibile incontro fra delegazioni della Santa Sede e della Cina che avrebbe come tema il rinnovo dell’Accordo».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: E.Ro.
Titolo: Francia e Spagna: ieri oltre mille casi. Usa, 150 mila i morti
Tema: Covid-19
Se il bilancio della Johns Hopkins University è esatto, negli Stati Uniti 11 Covid-19 ha già fatto più di 150 mila morti, il 22,6% delle vittime mondiali. E il numero dei casi si avvicina ai 4 milioni e mezzo. Molto più lentamente, la curva sale anche in Europa. La massiccia campagna di test anti Covid in Francia e in Spagna dà risultati analoghi e sconfortanti. Nelle ultime 24 ore sono stati contabilizzati dal ministero della Sanità di Parigi altri 1.392 infettati e 1.153 da quello di Madrid. A titolo consolatorio, si apprende che il numero dei ricoverati in condizioni molto gravi continua a calare e che le terapie intensive si alleggeriscono. Ma negli ospedali francesi sono morte altre 15 persone. I nuovi focolai si manifestano nei luoghi più disparati: 22 in Francia dall’altro ieri e almeno un paio nei centri estivi della Loira, dove i ragazzi sono stati rispediti a casa in anticipo e i familiari sono stati invitati a sottoporsi ai test. In Spagna metà dei nuovi casi si concentra in Aragona e in Catalogna, dove comunque la situazione si sta stabilizzando rispetto alle impennate delle scorse settimane. Tanto che il governo catalano ha deciso di ridurre l’isolamento imposto a Lleida e a sei comuni vicini, zona rossa dal 13 luglio per i6o mila abitanti che potranno riprendere a circolare e a frequentare bar e ristoranti, senza superare però la metà della capienza delle terrazze e, a maggior ragione, degli spazi chiusi.
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Testata: Messaggero
Autore: Orsini Alessandro
Titolo: L’analisi – Cosa può fare l’Onu per il dramma dei migranti
Tema: Onu – migranti
Il barboncino sbarcato con i tunisini a Lampedusa non stupisce: è noto, ormai da tempo, che molti migranti provengono dagli strati medi e alti della popolazione africana. L’Ispi, oggi presieduto da Giampiero Massolo, ha rivelato che il 60% degli africani sbarcati in Europa negli ultimi sei anni, pari a un milione e 85 mila persone, proviene da Paesi con un reddito pro capite tra i 1.000 e i 4.000 dollari l’anno, classificato come medio-basso dalla Banca Mondiale. Il 29%, invece, proviene da Paesi con un reddito pro capite tra i 4.000 e i 12.000 dollari l’anno (reddito medio-alto), e il 7% da Paesi con un reddito pro capite superiore ai 12.000 dollari (reddito alto). Il barboncino è utile nella misura in cui aiuta a ricordare questi dati. Ovviamente, le ricerche quantitative devono essere integrate dalle ricer- che qualitative, che si occupano di guardare i migranti ne- gli occhi. Soltanto il contatto diretto consente di stabilire se un uomo è realmente disperato e gli occhi dicono che molti migranti non lo sono. La tunisina con gli occhiali da sole ha dichiarato di essersi imbarcata perché in Italia si sta bene e in Tunisia non c’è libertà. Per quanto l’idea di libertà sia relativa, la Tunisia è uno dei Paesi più liberi di tutta l’Africa. Nel 2015, ha addirittura ricevuto il premio Nobel per la Pace per tutto ciò che ha fatto in favore della democrazia e della libertà.
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PRIME PAGINE
IL SOLE 24 ORE
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CORRIERE DELLA SERA
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LA REPUBBLICA
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LA STAMPA
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IL MESSAGGERO
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IL GIORNALE
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LIBERO QUOTIDIANO
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IL FATTO QUOTIDIANO
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