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SINTESI IN PRIMO PIANO – 3 settembre 2021

Servizio prodotto da Data Stampa ad uso esclusivo dell’abbonato. © Riproduzione Riservata

RASSEGNA STAMPA DEL 3 SETTEMBRE 2021

In evidenza sui principali quotidiani:
– Draghi: sì all’obbligo vaccinale. La Lega? Il governo va avanti;
– Il Governo sblocca 4,6 miliardi per compensare gli squilibri strutturali al Sud;
– Intesa Draghi-Macron «Giusto accogliere i profughi da Kabul».

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: L’affondo di Draghi sui vaccini – Draghi: si all’obbligo vaccinale La Lega? Il governo va avanti
Tema: Conferenza stampa di Draghi

Mario Draghi riappare in conferenza stampa, blinda il suo esecutivo assicurando che, Salvini o non Salvini, «il governo va avanti» e annuncia novità decisive per la lotta al Covid: sì alla terza dose e sì all’obbligo vaccinale, se i dati epidemiologici dovessero peggiorare. Un via libera che provoca la reazione irritata della Lega. La prossima settimana, dopo che si sarà riunita una cabina di regia ad hoc, il green pass sarà esteso ad altre categorie, a cominciare dalla pubblica amministrazione. «Dai no vax violenza vigliacca», dice. E rinnova l’appello a vaccinarsi. «La campagna procede spedita, verso la fine di settembre l’80% della popolazione sarà completamente vaccinato, già oggi siamo al 70 per cento». Draghi è soddisfatto perché «la campagna vaccinale è stata abbracciata con grande entusiasmo dai giovani» e anche perché «il 91,5 per cento degli insegnanti ha ricevuto almeno una dose di vaccino». Capitolo riforme: l’agenda delle prossime settimane è molto fitta, «dalla concorrenza al fisco, sotto forma di legge delega». Caso Lamorgese: Draghi la difende, e sull’incontro con Salvini afferma: «Dovrebbe essere un chiarimento interessante. Se Lamorgese vorrà si farà volentieri». Ipotesi Quirinale: «Trovo un po’ offensivo pensare al Quirinale come altra possibilità, anche nei confronti del presidente della Repubblica». Un no, insomma, forte e chiaro a quanti pensano che il premier possa essere tentato dal «trasloco» sul Colle, viste le tensioni nella sua maggioranza. Spazio anche per la crsi afghana: spiega che è stato individuato un percorso speciale per i rifugiati afghani e conferma che tutti saranno vaccinati. Poi rimprovera duramente l’Europa, non solo perché è stata «abbastanza assente» sul dramma afghano ma anche per la «povertà» di azione sulla gestione dell’immigrazione.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Logroscino Adriana 
Titolo: Le parole del premier L’altacco di Meloni e gli applausi di Letta: ora la Lega dica che fa
Tema: Le parole del premier e le reazioni dei partiti

«Economicida e inutile» l’estensione del green pass. «Assurdi» i complimenti alla ministra Lamorgese. «Surreale» la conferenza stampa. Giorgia Meloni bolla così le parole del premier, Mario Draghi, al termine del Consiglio dei ministri. Parole che la convincono che “restare all’opposizione di questo governo sia la scelta migliore per difendere gli interessi degli italiani”. Da quasi tutte le forze di maggioranza, eccettuata la Lega, invece, si levano voci di apprezzamento per le dichiarazioni del capo dell’esecutivo. Anche il Movimento Cinque stelle approva la spinta all’immunizzazione che passa attraverso l’estensione della certificazione verde. Meno definita la posizione dei grillini sull’obbligo vaccinale: il leader Giuseppe Conte, solo sabato scorso aveva ribadito la sua contrarietà. «Sono molto d’accordo con la linea che sta portando avanti Draghi — sostiene Enrico Letta — che è una linea di sicurezza, condizione per la libertà. Va bene andare avanti ed estendere l’obbligo vaccinale e il green pass. E’ essenziale per poter andare avanti». Le parole di Draghi sono «un salutare bagno di realismo» per la «fitta e complicata agenda che attende governo e parlamento fino a fine anno» secondo la capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Pucciarelli Matteo 
Titolo: Salvini contestato dal fronte dei governatori: troppi errori – Lega contro il premier ma il partito si spacca Nord, fronda anti Salvini
Tema: Le parole del premier e le reazioni dei partiti

La posizione di lotta e di governo della Lega è guardata con una certa perplessità da un pezzo del partito che conta: in primis il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, ma poi soprattutto i presidenti di Regione del nord, Luca Zaia, Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga (lui a Radio 1 definisce il Green Pass «uno strumento che può dare più libertà»). Il nord, appunto: il più colpito dal Covid-19 e che si aggrappa ai vaccini per far ripartire l’economia a pieno regime. «Basta con lo star dietro ai No Vax: imprenditori e commercianti ci chiedono di lavorare e per questo spingere sui vaccini, unico modo per uscire dall’epidemia, niente altro», spiega un esponente di peso dei lumbard. Ma ad andarci dietro, finora, è stato proprio il segretario federale. Quello di mercoledì scorso, col no al Green Pass in commissione Affari sociali spaccando l’insolita maggioranza, non era stato mica un incidente di percorso. Claudio Borghi infatti era lì in commissione in sostituzione di una collega assente. Mandare lui rappresentava un messaggio politico ben preciso: da settimane il parlamentare, già economista No Euro, prometteva battaglia in aula per modificare il provvedimento del governo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Arachi Alessandra 
Titolo: Tajani: Draghi? Condivido tutto Ma un voto in commissione non dividerà certo il centrodestra
Tema: Intervista ad Antonio Tajani

«Condivido tutto quello che ha detto Draghi in conferenza stampa». Così Antonio Tajani. «Penso che la cabina di regia vada estesa non soltanto al certificato verde». «Mettersi tutti seduti attorno ad un tavolo deve servire a ragionare su tutte le emergenze che ci sono nel Paese, da quella sanitaria — che si porta dietro il problema dell’immigrazione per via della vaccinazione — al terrorismo, alle politiche, del lavoro. Siamo un governo di emergenza nazionale, fare una sintesi è necessario». Sul green pass c’è stata la rottura con la Lega che ha votato contro la maggioranza, gli ricorda il giornalista. Tajani: «Non sarà un voto in commissione a decidere le sorti del governo». «La coalizione di centrodestra – assicura – non è basata su questo. Noi siamo favorevoli al vaccino e non mi sembra che Salvini sia un no vax. Noi, poi, siamo anche favorevoli all’ascolto degli italiani che hanno paura del vaccino».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Paci Francesca 
Titolo: Meloni: “Non serve un esercito Ue senza una politica estera comune”
Tema: Intervista a Giorgia Meloni

Giorgia Meloni è appena tornata dalla Slovenia dove, come presidente dei Conservatori europei (Ecr), è intervenuta al Bled Strategic Forum, la piazza politica comune che in queste ore discute di Afghanistan, difesa europea, l’incognita dei profughi, minacciati ma percepiti come minaccia. In Italia l’accoglie la polemica sullo strappo della Lega «no Green Pass» seguita dalla conferenza stampa del premier Draghi che lei definisce «surreale», a partire dalle «notizie fuorvianti sull’epidemia diffuse dal ministro dell’Istruzione Bianchi» fino all’intenzione annunciata di estendere il Green Pass «nonostante sia una misura economicida e inutile a combattere il contagio» e, «ciliegina sulla torta», imporre l’obbligo vaccinale. Meloni difende la posizione «ragionevole» di Salvini e la riporta, ancora una volta, all’Europa, dove, dice, «il Green Pass senza eccessi non è no Vax ma della Merkel». Sulla crisi afghana: non c’è bisogno di “un super-Stato ma di un’Europa che faccia poche cose importanti e le faccia bene”. E sui rifugiati: “L’idea di negoziare per gli afghani una soluzione in Paesi dove sono culturalmente più inseribili è l’unica accettabile”. E ancora: “Non serve un esercito Ue senza una politica estera comune”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: Cingolani apre alle centrali nucleari Rabbia dei 5stelle e Conte lo convoca
Tema: Ambiente

II Movimento 5 stelle, i suoi parlamentari e gran parte degli attivisti sul territorio sono furibondi con Roberto Cingolani. Talmente tanto che sui telefonini dei dirigenti M5S sono arrivate precise richieste di dimissioni. E che il presidente Giuseppe Conte ha dovuto affrettarsi a far sapere di aver chiesto «un chiarimento», fissando un faccia a faccia per il 14 settembre. Questa volta, le parole del ministro della Transizione ecologica sono apparse indifendibili anche a esponenti M5S che si sono più volte ritrovati dalla sua parte. “Gli ambientalisti radical chic sono parte del problema”, ha detto il ministro alla festa di Italia Viva a Ponte di legno (e l’occasione scelta, visti i rapporti tra M5S e Matteo Renzi, è parte del problema). Per di più, Cingolani ha aperto addirittura al nucleare, sostenendo che “si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante. Ci sono Paesi che stanno investendo su questa tecnologia, non è matura, ma è prossima a essere matura”. Da qui le polemiche.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Malpica Massimo 
Titolo: «Ma quale flop, lunedì tutti in sciopero» Gli «anti-tutto» pronti al blitz in Parlamento
Tema: Il fallimento delle manifestazioni no-vax

Abbiamo scherzato. Il day after del flop della manifestazione «no green pass» in 54 stazioni italiane vede gli attivisti no pass in buona parte intenti a minimizzare l’evento, spostando il mirino sull’informazione asservita. Non mancano le voci critiche per lo scarso successo della prima delle tre giornate di protesta annunciate per manifestare contro l’obbligo di green pass sui treni a lunga percorrenza, ma la linea mainstream è appunto quella di negare che qualcosa sia andato storto. Ironizzando sullo schieramento di forze nelle stazioni. Insomma il canale Telegram «Basta Dittatura» non vuole derubricare il tutto a boutade situazionista, ma anzi rivendica il successo della manifestazione, sostenendo che «non è stato assolutamente un flop ma un successo enorme», quantomeno paragonata alla manifestazione «pro vax» proposta da Carlo Calenda e abortita per mancanza di adesioni. Però, nel frattempo, anche l’appello lanciato la sera del primo settembre per un altro sit-in di protesta sotto i palazzi sede delle Regioni italiane sembra essere caduto nel vuoto, visto che, per esempio sotto il palazzo della Regione Lombardia, ieri tra le 10 e le 12 non c’era nessuno.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  m.n.d.l. 
Titolo: Eutanasia, lo sprint del referendum mentre la legge va al rallentatore
Tema: Fine vita, così il referendum riaccende la battaglia –

Dopo Fabo la Consulta ha chiesto di intervenire. E a luglio la Camera ha fatto un primo passo avanti sul suicidio assistito. Ma è la chiamata alle urne promossa dai radicali che potrebbe dare la spallata definitiva alla disciplina del fine vita. Ottocentomila firme raccolte in piena estate: la voglia di scegliere da parte degli italiani dopo decenni di silenzio della politica. L’inchiesta:

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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Santilli Giorgio 
Titolo: Sud, il governo sblocca 4,6 miliardi per gli squilibri infrastrutturali
Tema: Dl Infrastrutture

Il governo rilancia – con il decreto legge infrastrutture approvato ieri dal Consiglio dei ministri – il piano di «perequazione infrastrutturale» per il Sud, previsto già dalla legge sul federalismo fiscale del 2009 e mai decollato, nonostante si sia provato a finanziarlo e a farlo partire a più riprese. In ballo ci sono i 4,6 miliardi in 12 anni (dal 2022 al 2033) già previsti, ma il governo Draghi dà maggiore concretezza all’operazione riducendo al minimo la fase di elaborazione di una serie di indici territoriali e prevedendo una ricognizione delle principali criticità, ad opera del ministero delle Infratsrutture, entro novembre 2021, e poi l’approvazione di un piano di ripartizione delle risorse, a cura del Mef, entro marzo 2022. Nei trenta giorni successivi, i singoli ministeri dovranno presentare l’elenco di interventi aggiuntivi, cioè non ancora finanziati da altre leggi o piani. Il piano si dovrà comunque raccordare alle priorità definite dal Pnrr e dal Piano nazionale complementare (Pnc) strettamente connesso.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco 
Titolo: Fisco, pensioni e Reddito spine della manovra
Tema: L’agenda delle Riforme

La priorità dell’agenda autunnale è stata data da palazzo Chigi a tre questioni urgenti su cui non mancano fibrillazioni nella maggioranza come le misure anti-delocalizzazioni e la legge annuale sulla concorrenza. Con a ruota la riforma del fisco. Ma la scadenza di metà ottobre per il varo della legge di bilancio, subito dopo l’aggiornamento del Def di fine settembre, si avvicina a grandi passi. L’obiettivo di palazzo Chigi sembra essere sempre quello di spendere senza ricorrere a troppi tagli ma anche evitando di appesantire ancora il debito. E potrebbe essere centrato anche grazie al ritmo sostenuto con cui è ripartita l’economia. Al momento i tecnici del governo ipotizzano per fine anno un rialzo del Pil del 5,7-5,8% ma non si esclude di arrivare a +6%. Non sarà facile però mantenere questa “andatura” e recuperare le risorse per la manovra. Che parte con un’ipoteca da almeno 20 miliardi per finanziare i nuovi ammortizzatori, la Naspi, il dopo Quota 100, le misure mirate per la crescita (parallele a quelle del Recovery plan) i fondi per la sanità e le cosiddette “spese indifferibili”. Il tutto accompagnato da varie incognite: l’eventuale taglio del cuneo (intervento da 2-2,5 miliardi), le correzioni al reddito di cittadinanza e le possibili restrizioni da legare alla sicura proroga al 2023 del superbonus del 110%. Entro settembre, poi, dovrà essere presentata la delega sulla riforma fiscale originariamente attesa a luglio. Una riforma a lunga gittata (con orizzonte 2023) che sarà definita con il varo dei decreti attuativi. In mezzo tutti i distinguo dei partiti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: Politici e manager a Cernobbio Messaggio (a sorpresa) di Putin
Tema: Forum Ambrosetti

Il Forum Ambrosetti di inizio settembre è da sempre l’occasione per prendere il polso del Paese e di come l’Italia si muove negli equilibri europei e internazionali. Dopo un anno e mezzo di pandemia, nel momento in cui entra nel vivo l’attuazione del Recovery e all’indomani della caotica ritirata occidentale dall’Afghanistan, l’incontro di Cernobbio arriva quando serve. L’intera classe dirigente politica e degli affari deve guardarsi allo specchio. Ha bisogno di ascoltare gli invitati di Villa d’Este, per iniziare a ridisegnare mentalmente la mappa delle strade possibili dei prossimi anni. Farà discutere una novità nell’agenda dei tre giorni di Cernobbio: stamattina il messaggio di apertura sarà affidato a Vladimir Putin. Il leader russo non invia un proprio rappresentante e a leggere le sue parole sarà la moderatrice della prima sessione dei lavori, Monica Maggioni della Rai. Ma a Putin spetterà di fatto il primo intervento, nella giornata dedicata all’agenda internazionale quindi, in serata, a un dibattito intitolato alle “sfide che ha di fronte a sé l’arriministrazione di Joe Biden” negli Stati Uniti. Il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella verrà invece letto all’inizio della sessione di domani, dedicata all’Europa. Non è senza precedenti, anche se è raro, che una grande personalità internazionale mandi un messaggio al Forum di Villa d’Este. L’anno scorso lo fece Papa Francesco. Più inusuale è che tocchi a un leader così controverso. Ma tutto ciò è parte di un fenomeno più vasto che non riguarda tanto il Forum Ambrosetti, ma gran parte dell’Europa occidentale: la difficoltà nei principali Paesi dell’Unione di orientarsi fra valori e Realpoiitik, nel rapporto con i grandi blocchi di potere globale da cui dipende la nostra prosperità. Non ci sarà il premier Draghi.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Zatterin Marco 
Titolo: Lavoro, cresce il divario coi grandi d’Europa un italiano su tre è finito fuori dal mercato
Tema: Lavoro

Ora che la crescita riparte col sano doping europeo, l’esigenza di mettere le mani sui meccanismi che producono occupazione sono evidenti. Il governo, di concerto con le parti sociali, non ha tempo da perdere. I numeri del dramma emergono da «L’impatto dell’emergenza da Covid-19 sullo scenario economico italiano», rapporto che verrà diffuso oggi all’apertura del lavoro del Forum Ambrosetti di Cernobbio. Si può leggere un elemento di buona gestione, almeno politica, nel fatto che fra il 2019 e il 2020 da noi la disoccupazione è persino diminuita (da 9,9% della forza lavoro a 9,3). E’ l’effetto del blocco dei licenziamenti, ma già per quest’anno si stima un ritorno al punto di partenza, su una soglia più elevata della Francia, più che doppia della Germania. Il campanello d’allarme è l’aumento della popolazione inattiva (25,9% nel 2020), numero di quindici punti superiore al dato tedesco (era 13,5). In sostanza, in Italia una persona su tre non produce valore aggiunto, contro uno su cinque in Germania: fa una bella differenza, per essere cugini europei. A non funzionare è il raccordo tra domanda e offerta: il governo pronto a intervenire.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ferraino Giuliana 
Titolo: Ferro (Ice): l’export corre Ma ora servono più investimenti
Tema: Intervista a Carlo Ferro (Ice)

«L’export continua a trainare la ripresa italiana. Ma ora le industrie strategiche devono investire senza indugio», esorta Carlo Ferro, 60 anni presidente dell’Ice, l’agenzia italiana per il commercio e gli investimenti. Qual è il bilancio sull’export nel secondo anno della pandemia?, è la domanda. Ferro: «Dopo la crisi del 2008, e nel decennio successivo, l’export è stato l’unico traino dell’economia italiana. I dati del primo semestre indicano che già oggi le nostre esportazioni hanno superato i livelli pre Covid. II +24% sul 2020 non è significativo, ma il +4,2% sul 2019 è un segnale molto importante, dice che il nostro export è ripartito come traino della ripresa. Spero però che, con le risorse del Pnrr, arrivino gli investimenti pubblici e privati e i consumi interni a spingere la crescita».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Conte Valentina 
Titolo: Guerra “Basta condoni Usiamo subito 3 miliardi per detassare il lavoro”
Tema: Intervista a Maria Cecilia Guerra

«La riscossione delle tasse deve riprendere: no a nuove rottamazioni generalizzate e perciò ingiuste perché premiano nel mucchio anche chi, potendo pagare, non lo ha fatto». Maria Cecilia Guerra (Leu), sottosegretaria all’Economia riconfermata nel governo Draghi dopo il Conte II, invita a chiedersi «se vogliamo che le tasse siano pagate da tutti o solo da chi è obbligato dal sostituto di imposta, cioè dipendenti e pensionati, o sui depositi in banca». Quando avremo la riforma dell’Irpef?, è la domanda. Guerra: «Il cammino è lungo, arriverà nel 2022. Qualcosa si può anticipare però con la legge di bilancio di metà ottobre. Ad esempio una riduzione del cuneo fiscale, fatta in coerenza con la futura riforma».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Giliberto Jacopo 
Titolo: Rifiuti, discariche esaurite in tre anni – Allarme discariche, piene in tre anni
Tema: Rifiuti, il rapporto

Tempo 3 anni e saranno strapiene le discariche di rifiuti in Italia, che ricevono il 21% degli scarti urbani prodotti. Un problema che esploderà anche prima di tale data, una media tra situazioni diverse del Paese: nel sud – a corto di impianti di recupero – le discariche saranno piene nel giro di un anno e mezzo, il Nord ci arriverà in 4-5 anni. L’allarme arriva da un rapporto a cura di A2A e The European House-Ambrosetti.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Spini Francesco 
Titolo: “In banca niente effetto smart working si può essere produttivi anche a distanza”
Tema: Intervista a Antonio Patuelli

Banche, parla il presidente Abi: “In sei mesi realizzati molti utili ma non è detto prosegua. Le misure d’emergenza di governo e Bce hanno rinviato la crisi, la riduzione deve essere graduale”.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Repubblica 
Autore:  Sannino Conchita 
Titolo: Sassoli: costretti a trattare con i talebani sui profughi – Sassoli “Sì al dialogo sui profughi ma prematuro riconoscere i talebani”
Tema: Intervista a David Sassoli

«Qualunque valutazione o iniziativa mi auguro sia concordata a livello europeo», premette subito il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Che, al rientro dalla Slovenia a Bruxelles, registrato con amarezza il flop del Consiglio dei ministri dell’Interno sul tema dei corridoi umanitari per i profughi, bacchetta la debolezza degli Stati membri fondatori, «presi dalle campagne elettorali». E annuncia che si batterà, all’interno della Conferenza sul futuro dell’Unione, aperta lo scorso maggio, per il superamento del voto a maggioranza. «La crisi afghana ci riguarda profondamente. Rispetto alla crisi umanitaria, non possiamo dire che devono occuparsene solo i paesi confinanti. E per quanto attiene alle questioni militari, dobbiamo prendere atto della débäcle e aumentare la nostra capacità di difesa comune e di intervento rapido. Se l’Unione vuole essere un attore globale, non si giri dall’altra parte». II portavoce dei talebani a “Repubblica” dice: “Spero che l’Italia riconosca il nostro governo islamico e che riapra presto la sua ambasciata”. Cosa ne pensa? Sassoli: «Riconoscimenti a richiesta? Ma non scherziamo. Noi dobbiamo capire dove i nuovi governanti vogliono portare l’Afghanistan. Andare in ordine sparso sarebbe un errore strategico. Mi auguro – ribadisce – che ogni iniziativa dei singoli governi venga concordata a livello europeo».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Montefiori Stefano 
Titolo: Intesa Draghi-Macron «Giusto accogliere i profughi da Kabul»
Tema: Incontro Draghi-Macron

La caduta di Kabul ha spinto Macron a chiedere a Draghi un incontro fuori programma. «Sull’Afghanistan è stata ancora una volta dimostrata la povertà dell’Unione Europea per la gestione delle migrazioni — aveva detto Draghi in conferenza stampa a Roma, poco prima di salire sull’aereo per Marsiglia —. Non riesce ad affrontarla, è una spina nell’esistenza dell’Unione. Abbiamo visto casi di Paesi che, fin dal primo giorno, di fronte a quella tragedia, hanno detto “noi non vogliamo rifugiati afghani”, ma come si fa?». Italia e Francia hanno già evacuato da Kabul migliaia di afghani che avevano collaborato con gli occidentali negli ultimi anni, ma l’opera di accoglienza non è finita. Per completarla Macron aveva proposto al Consiglio di sicurezza dell’Onu l’istituzione di una «zona di sicurezza» attorno all’aeroporto, ma l’idea è stata respinta, i talebani vogliono riaprire l’aeroporto tenendolo sotto il loro controllo e non accettano limitazioni alla sovranità. Ma, dice Draghi, «per fortuna molti sono fuoriusciti, soprattutto in Iran e in altri Paesi che circondano l’Afghanistan. Le forze diplomatiche nostre e di altri Paesi stanno cercando di trovare queste persone che hanno collaborato con l’Italia». Ma di certo «l’Europa deve organizzarsi, nessuno ha strategie chiare». E Macron ha assicurato il sostegno della Francia all’iniziativa di Draghi di organizzare un G20 in ottobre, coinvolgendo Russia e Cina. Oltre a lavorare a una maggiore coesione dell’Ue nel dossier dell’Afghanistan, Draghi e Macron si sono trovati anche d’accordo sul gestire assieme la questione libica, e sulla prossima firma, entro fine anno, del Trattato del Quirinale per una cooperazione rafforzata tra Francia e Italia.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  … 
Titolo: Le donne afghane in piazza a difesa dei diritti conquistati – Talebani, gli Stati Uniti disposti a collaborare in funzione anti Isis
Tema: Donne afghane in lotta

«Educazione, lavoro, sicurezza». Ad Herat alcune decine di donne si sono radunate davanti all’ufficio del governatore della provincia occidentale per esortare il nuovo governo afghano a sostenere i loro diritti. «In Afghanistan le donne hanno fatto molti sacrifici negli ultimi 20 anni per ottenere ciò che hanno» ha detto Friba Kabrzani, una delle organizzatrici. «Vogliamo che il mondo ci ascolti e vogliamo che i nostri diritti siano salvaguardati». Intanto a Kabul proseguono le trattative per il nuovo governo, mentre nel Panshir è scattato l’attacco contro la resistenza ai talebani.
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– Corriere della Sera 
Assalto al Panshir I ribelli di Massoud «Noi resistiamo»
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Palumbo Marilisa 
Titolo: La furia dell’uragano Ida New York città sommersa
Tema: New York sommersa da Ida
New York travolta dall’uragano Ida. Sono già decine le vittime degli allagamenti. Tra loro anche un bambino di 2 anni. Le strade che diventano fiumi in piena, vento impetuoso, case sigillate. Biden: la crisi del clima è qui.
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