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SINTESI IN PRIMO PIANO – 3 novembre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Covid-19, verso il nuovo Dpcm: Italia divisa in tre zone;
– Misure anti-contagio, tensioni in maggioranza e tra governo e Regioni.
– In arrivo nuovo pacchetto a sostegno dell’economia.
– Attentato a Vienna, spari vicino alla Sinagoga
– Covid-19, estero: la Merkel annuncia nuove chiusure.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Iossa Mariolina 
Titolo: Calano i contagi ma con meno test Morti in ogni regione Il numero sale a 233
Tema: Covid-19, i numeri del contagio

Calano i contagiati in 24 ore, sono 22.253, il giorno precedente 29.907, ma sono anche processati molti meno tamponi, «soltanto» 135.731, ovvero 47.726 in meno rispetto al bollettino di domenica che ne aveva trascritti 183.457. I dati di domenica si riferiscono a sabato, quelli di ieri a domenica, e come sempre accade nel weekend, il numero di tamponi processati diminuisce. Non diminuisce invece purtroppo, anzi aumenta, il numero dei deceduti che ieri, secondo quanto riportato dal ministero della Salute, sono stati 233, il giorno prima 208. E resta alto ma stabile, il tasso di positività, che è intorno al 16%. La regione più colpita rimane la Lombardia, con 5.278 nuovi casi (ieri ha superato quota 200 mila casi totali dall’inizio dell’epidemia): l’area metropolitana di Milano ha 71.802 casi totali, +2.242 in 24 ore. Gli ospedali continuano a ricoverare circa mille persone in più ogni giorno in tutta Italia, siamo a 19.840 ospedalizzati totali, con un incremento ieri di altri 938 pazienti. E le terapie intensive hanno superato la soglia critica delle 2 mila unità.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Rossi Andrea 
Titolo: Le province più colpite sono tutte nel Nord Ovest Corsa ai nuovi posti letto
Tema: Covid-19, i numeri del contagio

Delle dieci province che scontano il più alto tasso di contagiati in rapporto alla popolazione sette stanno nel quadrante di Nord Ovest: tre in Lombardia (Milano, Monza e Varese), due in Piemonte (Torino e Cuneo), quindi Genova e Aosta. Si oscilla tra i 632 positivi ogni 10 mila abitanti diTorino ai 1.112 di Aosta. Tutti gli indicatori portano a osservare con preoccupazione quest’angolo d’Italia, già flagellato nella prima fase dell’epidemia. Sono solo cambiati alcuni epicentri: fuori Bergamo e Brescia, dentro Varese. Ma a tirare il gruppo sono sempre Milano e Torino. Nella settimana che si è appena chiusa Milano ha contato 650 nuovi contagi ogni 100 mila abitanti, Torino 450. La metropoli lombarda ha vissuto un balzo del 2.500 per cento, Torino del 1.800. Nel mezzo c’è stata solo l’irruzione di Firenze – più 2.150 per cento – che l’ha proiettata tra i dieci osservati speciali insieme con Prato e Viterbo. La Liguria e il Piemonte sono le regioni con il più alto numero di pazienti ricoverati in ospedale rispetto alla popolazione. In Liguria si contano 71 ospedalizzati ogni 100 milaresidenti, in Piemonte66. Ma da settimane il Piemonte è il territorio che mostra l’accelerazione più feroce e per molti versi incomprensibile: più 30% negli ultimi sette giorni.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Bocci Michele 
Titolo: Lombardia e Piemonte zone rosse – Lombardia, Piemonte e Calabria verso il lockdown “leggero”: come sarà
Tema: Covid-19, le nuove misure anti-contagio

II governo divide l’Italia in tre fasce in base a Rt e 21 altri criteri: Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige e Val d’Aosta le prime Regioni in cui scatteranno le misure più severe. Tre regioni saranno nella fascia arancione: Puglia, Liguria e Campania. Per tutte le altre valgono le misure nazionali. Ma sono in bilico anche Veneto e Sicilia. Nella zona rossa, prevista la didattica a distanza per tutti gli alunni dalla seconda media, la chiusura di tutti gli esercizi commerciali ad esclusione dei servizi essenziali e gli spostamenti vincolati da autocertificazione; aperte invece le attività industriali. Nella zona arancione, chiusi bar e ristoranti tutto il giorno e nel weekend, maggiore elasticità per le altre attività comerciali e per la dad; nella zona verde valgono invece le misure già adottate a livello nazionale.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: Così si decidono le chiusure
Tema: Covid-19, le nuove misure anti-contagio

Sulla base dei numeri che oggi riceverà il ministro Speranza, si decideranno le caselle nelle quali finiranno le regioni, con la partenza in automatico di provvedimento di contenimento, decise con ordinanze del ministero. Secondo le ultime indiscrezioni, si avviano verso misure dure Lombardia e Piemonte, seguite da Calabria e Puglia. Qui si va verso un lockdown di tre settimane, già deciso ieri da Bolzano. Il nuovo sistema serve a fare chiarezza nel caos di competenze e nel rimpallo di responsabilità, non più tollerabile a pandemia in corso. L’idea è semplice. Ci sono tre livelli, uno nazionale e due locali. Tre gironi al quali si approda sulla base di quella sorta di paniere del Covid che sono i parametri elaborati dal Comitato tecnico scientifico: l’indice di contagiosità Rt, la saturazione delle terapie, disponibilità di letti, tamponi effettuati e molto altro. Il livello più basso è quello occupato dalle regioni che hanno un Rt tra 1,25 e 1,5 e che presentano un rischio molto alto non più gestibile con misure ordinarie (è lo «scenario 3» del maxi documento). Queste regioni sono in preallerta, perché subiscono le stesse misure già decise a livello nazionale ma, sulla base del monitoraggio settimanale, possono finire nel livello più alto di allerta. Che è quello nel quale le regioni hanno un Rt superiore all’1,5 e presentano un rischio molto alto che rientra nello «scenario 4». Chi rischia il lockdown. Per le scuole si sta ancora trattando. L’orientamento è di tenere aperte solo elementari e prima media per il livello intermedio e chiudere tutto per il lockdown.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica – Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Chiusure, un’Italia a tre livelli
Tema: Covid-19, il confronto nel Governo e con le Regioni

Braccio di ferro in corso tra Governo e Regioni sulle nuove misure anti-contagio. Il decreto con le regole per contenere la corsa del Covid-19 non è ancora pronto, doveva arrivare ieri sera e invece sarà firmato dal presidente del Consiglio tra oggi e domani. Da sciogliere gli ultimi nodi, il primo dei quali riguarda l’orario di inizio del coprifuoco: il premier Conte era contrario, alcune regioni, tra cui Lombardia, Campania e Puglia, chiedevano di far scattare la stretta alle 18, mentre il Pd non voleva andare oltre le 20. Addirrittura le 23 la proposta del ministro Bellanova. Si tratta ancora nell’ennesimo vertice con i capi delegazione previsto per oggi. Il ministro Speranza vorrebbe far scattare le zone rosse già oggi, sulla base del monitoraggio del martedì. Ma i governatori protestano e diversi ministri pensano sia meglio aspettare venerdì, dopo aver incassato il via libera al Dpcm. Le Regioni più vicine al lockdown sono Lombardia e Piemonte, che hanno l’indice Rt sopra a 2. “Non è automatico che la Lombardia sia in fascia più alta” frena il sindaco Giuseppe Sala. La Liguria per Giovanni Toti è «borderline». Tensione anche sul secondo livello di intervento rispetto alle criticità dei territori. Conte ne ha indicati tre, “modulati sulla base di criteri scientifici predefiniti e assolutamente oggettivi”. La fascia intermedia riguarda le aree del Paese che rischiano di entrare in sofferenza massima, ma i ministri del Pd la ritengono inutile e stanno provando a farla saltare.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: Mattarella tesse la tela del dialogo Conte, tregua con l’opposizione
Tema: Covid-19, il confronto nel Governo e con le Regioni

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha chiamato ieri il presidente e il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini e Giovanni Toti, richiamando i governatori alla responsabilità collettiva, ciascuno per la propria parte, e alla «collaborazione» tra istituzioni. Il momento è troppo grave per per dersi in divisioni, rimpalli di responsabilità, recriminazioni, per questo Mattarella ha deciso di intervenire personalmente. La risposta è stata più che positiva: «Ora più che mai dobbiamo mettere da parte appartenenze politiche e geografiche», ha convenuto Bonaccini, mentre Toti ha garantito «la più ampia collaborazione». E oggi saliranno al Quirinale i presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Magri Ugo 
Titolo: L’offensiva del Quirinale – Mattarella ai governatori “Il dialogo sia costruttivo Le istituzioni collaborino”
Tema: Covid-19, il confronto nel Governo e con le Regioni

Il presidente della Repubblica vuole accertare personalmente che cosa impedisce di prendere decisioni rapide e condivise nella lotta al Covid. Le cronache politiche traboccano di tensioni a ogni livello che trasmettono la sensazione di un «tutti contro tutti» dentro il governo, tra Stato centrale e Regioni, tra queste e i Comuni, con l’opposizione che snobba l’offerta del premier di condividere il peso delle responsabilità. È uno spettacolo di protagonismi e di partigianerie che sconcerta un Paese già scosso. Sergio Mattarella sta cercando di fare il pane con la farina che ha. In questo dramma collettivo, il presidente ritiene avventuroso esplorare soluzioni di governo diverse da quella attuale. A torto o a ragione, teme i contraccolpi destabilizzanti di una ricerca del meglio che, come dice il saggio, talvolta è nemico del bene.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Minzolini Augusto 
Titolo: Il retroscena – Nessuno decide e nessuno paga per gli errori – A forza di cercare alibi, salta la catena di comando
Tema: Covid-19, il confronto nel Governo e con le Regioni

Ieri alla Camera il premier Conte ha detto che attualmente sono disponibili 9.052 posti in terapia intensiva, ringraziando il commissario Domenico Arcuri. In realtà mezzo Paese sa che non è così leggendo i dati e l’altra metà ne è consapevole perché lo prova ogni giorno sulla propria pelle. “Non arrivano a 7mila (6625, ndr) – precisa Americo Cicchetti di Altems, la scuola di economia dei sistemi sanitari – ci sono poi i ventilatori che il governo ha acquistato, ma devono essere installati”. Roberto Occhiuto, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, ha definito Conte «un novello Ponzio Pilato, che punta a scaricare le responsabilità su Regioni e opposizione». , il Il premier per carattere o per sagacia politica, rifiuta sempre di assumersi delle responsabilità e quando lo fa è perché è obbligato, o perché non può fare altrimenti e, anche in questo caso, cerca sempre delle «corresponsabilità»: che siano gli scienziati, le Regioni, i sindaci, le opposizioni o chiunque altro, magari gli stessi italiani, poco importa. «Ora – rimarca Maria Stella Gelmini – cerca la corresponsabilità dell’opposizione per coprire i suoi errori, perché ha una maggioranza divisa, cala il suo indice di popolarità e teme la rivolta che c’è nel Paese».
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Testata:  Stampa 
Autore:  La Mattina Amedeo 
Titolo: Il retroscena – Salvini e Meloni si piegano a Berlusconi Il centrodestra alla line sceglie l’astensione
Tema: Opposizioni

Si apre uno spiraglio di collaborazione tra opposizioni e governo, come augurato anche dal Capo dello Stato. Il centrodestra si astiene su tutti i punti della risoluzione anti-Covid della maggioranza. Il voto di astensione è arrivato alla Camera dopo che il governo ha accolto 4 punti contenuti nella risoluzione dell’opposizione riguardanti la tutela dei soggetti deboli e il rafforzamento delle misure per la sicurezza nelle scuole. Ma ancora di più ha pesato l’apertura dell’ombrello da parte dell’esecutivo sulle Regioni che potranno adottare misure più restrittive sulla base dell’indice Rt superiore all’1,5 e delle disposizioni nazionali che Palazzo Chigi si appresta a varare con il nuovo Dcpm. «Effettivamente è stata data una mano alle Regioni – spiega la capogruppo di FI Maria Stella Gelmini – così il clima si è stemperato».
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Economia e finanza

Testata:  Repubblica 
Autore:  Petrini Roberto 
Titolo: Il governo studia un nuovo decreto da 1,5 miliardi per aiutare le categorie colpite
Tema: Nuovo decreto a sostegno dell’economia

In arrivo un pacchetto di sostegno all’economia in parallelo con le nuove e più severe misure del lockdown: ieri al ministero del Tesoro è ripresa l’attività dei tecnici per mettere a punto una serie di provvedimenti che prevederanno aiuti a “fisarmonica” proporzionali all’intensità e alla diffusione delle nuove misure di contenimento del virus. Un conto che peserà sul pubblico bilancio 1,5 miliardi. Si parla di un nuovo decreto Ristori che andrebbe ad aggiungersi al “Ristori-uno”, varato all’inizio della scorsa settimana per un totale di poco più di 5 miliardi; l’obiettivo è procedere in parallelo con il nuovo Dpcm per potenziare le percentuali di aiuti per le tre regioni sottoposte alla chiusura totale. Le sovvenzioni si allargherebbero – ma non è definito -anche a tutte le altre categorie rimaste fuori dal Ristori-uno: si sta studiando infatti di far entrare tra i settori sovvenzionati, nelle Regioni sottoposte al blocco totale, anche coloro che beneficiarono degli aiuti di aprile e maggio con il decreto “Rilancio” quando con contributi dai 600 ai 1.000 euro furono coperte almeno 12 tipologie professionali.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Su Mes e nuovo debito spunta risoluzione di maggioranza – Nuovo deficit e Mes, la risoluzione apre la via parlamentare
Tema: Scostamento di bilancio e Mes

Ieri una risoluzione della maggioranza approvata alla Camera dopo le comunicazioni del premier Conte sulle nuove misure anti-Covid fa emergere il dibattito sul nuovo scostamento di bilancio: la risoluzione torna ad aprire le porte al Mes, nell’ennesimo equilibrismo fra le spinte opposte nella coalizione di governo. I deputati della maggioranza hanno messo per iscritto la richiesta al governo di «valutare l’opportunità di un nuovo ricorso all’indebitamento», con il primo obiettivo esplicito di «garantire e potenziare il sostegno al reddito dei lavoratori dei settori produttivi più colpiti dalla pandemia». Un nuovo rialzo (il quinto da marzo) degli obiettivi di deficit comincia insomma a prendere forma. Anche se è presto per prevederne tempi e dimensioni. Le prime ipotesi parlano di 5-10 miliardi: ma il quadro è decisamente in divenire.
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Testata:  Giornale 
Autore:  De Francesco Gian_Maria 
Titolo: Mes sempre più vicino Non c’è altra alternativa per il decreto Ristori-bis
Tema: Scostamento di Bilancio e Mes

La giornata nella quale il premier Conte ha preannunciato un nuovo Dpcm per contenere la pandemia con ulteriori strette sulle attività commerciali ha portato con sé anche la conferma di un nuovo imminente decreto contenente misure per risarcire i settori produttivi maggiormente colpiti dalle chiusure: “A seconda degli interventi noi provvederemo a dare una mano come abbiamo fatto con il decreto Ristori quando è stato emanato lo scorso Dpcm: vedremo nel concreto quali attività economiche saranno penalizzate e interverremo”, ha detto il viceministro dell’Economia Antonio Misiani. Il problema resta sempre quello della compatibilità economico-finanziaria degli aiuti con un quadro dei conti pubblici che sembra indicare maltempo. Poiché si tratta di misure ineluttabili e necessarie, l’unica sulla quale sperare di ottenere risparmi (a meno di nuovi pesanti interventi sulla tassazione) è quella del risparmio sugli interessi sul debito. Una possibilità che sarebbe garantita sia dal ricorso al Mes sanitario con i suoi 37 miliardi che dai 127 miliardi di finanziamenti del Recovery Fund quando saranno deliberati. E proprio sul Mes sembra essersi registrato un impercettibile passo avanti. Sull’impegno della risoluzione di maggioranza alla Camera che invita il governo «ad assumere ogni decisione sul ricorso alla linea di credito sanitaria del Mes solo a seguito di un preventivo ed apposito dibattito parlamentare» il centrodestra si è astenuto.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Orlando Luca 
Titolo: Covid-19, una Pmi su cinque è a forte rischio insolvenza
Tema: Covid-19, l’impatto economico

Il 2020 per le pmi italiane significa un crollo dei ricavi di 16 punti, quasi due milioni di posti di lavoro bruciati, un’azienda su cinque a rischio insolvenza. Le ultime stime di Cerved group provano a valutare l’impatto di un nuovo lockdown produttivo sul sistema delle piccole e medie imprese: in caso di nuova serrata, il 2020 per le Pmi si chiuderebbe con ricavi in caduta di 11 punti, con impatti superiori per margini reddituali. Tuttavia, spiegano gli analisti, gli interventi pubblici su Cig e garanzie hanno supportato il sistema, con il risultato di consentire alla maggioranza delle aziende di chiudere l’anno in pareggio o addirittura in utile. Se a maggio il valore delle fatture non saldate superava abbondantemente il 40%, con punte del 47% per le imprese minori, già a luglio si scende al 37%. Dati medi, che nascondono evidenti asimmetrie settoriali, con gli impatti più negativi per filiera turistica, ristorazione, fiere e convegni. Anche se rispetto alla situazione precedente la crisi del 2009 oggi le aziende si trovano in condizioni di patrimonializzazione decisamente migliori ciò non immunizza l’intero sistema da un’emergenza di queste proporzioni. Lo scenario di base vede così la quota di Pmi a rischio al 16,3%, oltre il precedente massimo del 2014.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Baroni Paolo 
Titolo: La rabbia dei centri commerciali “Il governo fa scappare i clienti”
Tema: Covid-19, l’impatto economico

Gli operatori dei centri commerciali contestano l’ipotesi avanzata dal governo di chiusura nei weekend e mettono in guardia da un intervento che farebbe perdere loro una fetta molto consistente del fatturato. Secondo il Consiglio nazionale dei centri commerciali (Cncc), associazione che riunisce proprietà, società di servizi e retailer, con le nuove chiusure che il governo vuole imporre si profila “una perdita di fatturato del 30- 40%, con pesanti ricadute anche sull’occupazione, con migliaia di posti di lavoro a rischio”. In ballo ci sono i destini di 36.000 negozi (di cui 7.000 a gestione unifamiliare) e di oltre 587 mila occupati diretti. Secondo le stime del Codacons la stretta sui consumi a causa del coprifuoco 21, della chiusura per due giorni dei centri commerciali e di altri lockdown localizzati, assieme a tutte le altre misure previste dai ultimi Dpcm, produrranno una contrazione dei consumi di 25 miliardi di euro tra ottobre e dicembre, con una riduzione della spesa di 950 euro a famiglia.
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Testata:  Stampa 
Autore:  P. BAR. 
Titolo: Dai fiorai alle pizze al taglio migliaia restano senza aiuti
Tema: Covid-19, l’impatto economico

Il governo continua ad assicurare che gli aiuti “arriveranno a tutte le categorie interessate dalle misure restrittive”, quelle della settimana passata e quelle nuove; ma nel Decreto ristori però sono stati stanziati appena 50 milioni di euro come «fondo d’emergenza» e anche i 2,4 miliardi messi a bilancio a favore di bar, ristoranti, alberghi, piscine, palestre, cinema, teatri e taxi non sembrano sufficienti. In tutto sono 531e attività salvaguardate dal «Dl Ristori» in virtù di un tabella che elenca i codici Ateco con cui vengono classificati i settori di attività. Ma visto il coro di lamenti, tante altre sono sfuggite o non sono stati considerati gli impatti indiretti anche se toccano decine di migliaia di imprese e migliaia e migliaia di posti di lavoro ed almeno 20 miliardi di fatturato aggregato. Solo nel campo della ristorazione e del food sono tantissime le attività escluse a partire da quelle in franchising, come segnala Confesercenti. «Molte attività non hanno codici Ateco specifici pur lavorando in settori inseriti nel decreto» ha denunciato il presidente di Federfranchising Alessandro Ravecca chiedendo di«eliminare le disparità di trattamento».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Conte Valentina 
Titolo: All’Inps ferme 270 mila domande in attesa della Cig
Tema: Cig

Secondo l’Inps sono 17 mila i lavoratori che ancora aspettano il pagamento della Cig. In realtà — e qui parliamo di domande già autorizzate e che hanno concluso l’iter siamo tra un totale di 267.645 beneficiar ufficiali e 402 mila ufficiosi (da altri report interni dello stesso Inps). Numeri che includono anche ottobre. E che corrispondono a circa 100 mila domande. La differenza di numeri si spiega con il fatto che i 17.134 lavoratori in attesa comunicati dall’Inps sono lavoratori che non hanno mai ricevuto neppure un pagamento. Uno stesso lavoratore può quindi essere destinatario anche di più bonifici. E il numero di 267.645 “trattamenti” — come li definisce l’Inps — è più ampio delle “teste”, dei lavoratori destinatari dei pagamenti. Ma ciò che più sorprende è l’enorme mole di giacenza di vecchia Cig Covid. Qui non parliamo di domande inoltrate dalle aziende, poi autorizzate dall’Inps e completate con l’invio da parte delle imprese dell’SR41. Parliamo di domande che giacciono: inviate, ma non ancora esaminate dall’Istituto. I dati al lordo di ottobre rivelano 170 mila istanze per quasi 1,2 milioni di lavoratori, portando il conto a 270 mila (sommando le 100 mila domande citate prima).
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Trovati Gianni 
Titolo: Sbloccadebiti Pa: secondo flop, 110 milioni
Tema: Sbloccadebiti

II primo tentativo di sbloccare i debiti commerciali di Regioni, aziende sanitarie ed enti locali si era tradotto in un risultato molto deludente rispetto alle del decreto di maggio: su undici miliardi messi a disposizione, infatti, le amministrazioni, a consuntivo, ne avevano chiesti meno di due. II rilancio, tentato con II decreto Agosto, ha prodotto risultati ancora più deludenti, con poche decine di amministrazioni che, in tutto, hanno chiesto 110 milioni di euro. Il nuovo sblocca-debiti puntava a cancellare fino al 70% delle vecchie fatture accumulate dalle amministrazioni territoriali. Invece, a conti fatti, si è limitato a sforbiciare solo il 10% dell’arretrato complessivo. Anche in questo caso l’eterna complessità dell’amministrazione italiana aiuta a trovare qualche spiegazione per questa grande occasione persa.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine 
Titolo: Banda ultralarga, il governo studia lo switch off al 2025
Tema: Tlc

Il governo punta a fissare per legge lo switch off della rete in rame e la migrazione alla fibra ottica, che dovrebbe completarsi obbligatoriamente entro il 2025 ed è parte del progetto per la banda ultralarga da finanziare con le risorse europee della Recovery and Resilience Facility. Lo switch off dovrebbe avere la finalità di favorire il progetto della rete unica Tim-Open Fiber, su cui però le ultime notizie non sono affatto confortanti: stallo in attesa della decisione definitiva che assumerà Enel sulla cessione al fondo australiano Macquarie del 50% di Open Fiber o in alternativa del 40% con contestuale salita di Cassa depositi e prestiti al 60%; ma difficoltà anche nella scelta dell’advisor tecnico che avrà l’incarico di analizzare il perimetro dell’infrastruttura e le modalità di valorizzazione della rete. Tim e Open Fiber sarebbero fermi su due candidature tra loro alternative e il dossier di conseguenza si è bloccato. Una norma che sancisca il passaggio alla fibra ottica, sgombrando il campo da teorici comportamenti opportunistici per preservare gli asset esistenti, potrebbe favorire anche il dialogo con la Commissione Ue che dovrà esprimersi sul complicato progetto di finanziare con le risorse europee un’infrastruttura in cui, al di là delle garanzie di governance, il controllo azionario dovrebbe restare in mano a Tim e quindi a un soggetto privato.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Valentino Paolo 
Titolo: Terrore a Vienna: morti e feriti, attacco in sei punti – Spari e sangue vicino alla sinagoga Vienna colpita da un attacco multiplo
Tema: Attentato a Vienna

Sarebbero almeno sette le persone uccise e numerose quelle ferite nell’attentato avvenuto ieri sera nei pressi della Sinagoga di Vienna. Tra i morti ci sarebbero anche un agente e uno degli attentatori. Secondo l’agenzia Apa uno dei terroristi è stato arrestato, un altro sarebbe in fuga, ma le notizie sono ancora contraddittorie. Contemporaneamente infatti altri spari sono stati registrati in altri punti della città e secondo alcuni media ci sarebbe stata una presa di ostaggi in un ristorante giapponese nei pressi dell’albergo Hilton. L’emittente pubblica Orf, che cita fonti della polizia, ritiene che siano stati addirittura sei i punti della città sotto attacco. Secondo voci non confermate, uno dei terroristi indossava una cintura esplosiva e si sarebbe fatto saltare in aria. La polizia ha montato una massiccia operazione, sigillando l’intero centro. In tarda serata il ministro dell’Interno, Karl Nehammer, ha detto che a una prima analisi si è trattato di un attacco terroristico, confermando il bilancio dei numerosi feriti e anche dei morti, senza tuttavia dare cifre.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mastrobuoni Tonia 
Titolo: Attacco terroristico al cuore dell’Europa – Terrore a Vienna Spari e morte nei locali del centro
Tema: Attentato a Vienna

Un attentato ha sconvolto il cuore di Vienna: i primi spari ieri sera alle venti nei pressi della Sinagoga. Notizie caotiche di numerosi scontri a fuoco, di un attacco alla sinagoga, di ostaggi in un Hilton e in un ristorante asiatico, di attentatori ceceni e di kamikaze imbottiti di esplosivo sguinzagliati per i vicoli del centro si sono rincorse per ore, molte smentite, alcune confermate. “Non lasciate le vostre abitazioni”: è stato questo il mantra martellante di tutte le autorità, mentre le squadre speciali Cobra e Wega setacciavano i vicoli attorno a Schwedenplatz. Intorno alle 23 si sono registrati diversi scontri a fuoco. A mezzanotte il ministro dell’Interno Karl Nehammer diceva che “l’attacco è ancora in corso”, senza dare ulteriori dettagli. La dinamica della sparatoria non è ancora chiara, così come manca un bollettino delle vittime e dei feriti.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Di Feo Gianluca 
Titolo: L’analisi – L’impronta del Bataclan – Come al Bataclan un attacco multiplo nel cuore d’Europa
Tema: Attentato a Vienna

Il terrore che ha insanguinato il centro di Vienna è la nuova tappa di un’offensiva contro il cuore dell’Europa che non conosce tregua: dinamiche simili a quelle dell’attentato al Bataclan, con un commando che ha agito in maniera sincronizzata, facendo fuoco tra la gente ai tavolini di un locale; prendendo ostaggi in un ristorante; seminando ordigni. Per ore la capitale asburgica è precipitata in un incubo, con sei diverse sparatorie in più punti della città mentre il bilancio di morti e feriti continuava a crescere. Proprio la competenza militare degli assalitori ha fatto ipotizzare che possa trattarsi di ceceni. Non è casuale la scelta dell’obiettivo iniziale, le viuzze che circondano la sinagoga di Seitenstettengasse. Tutte le ultime azioni jihadiste in Europa vogliono essere un manifesto: il segnale che la lotta islamista non è stata debellata con la sconfitta sul campo dello Stato islamico. C’è un unico disegno dall’accoltellamento del 25 settembre davanti alla vecchia redazione parigina di Charlie Hebdo all’assassinio di Samuel Paty.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bufacchi Isabella 
Titolo: Merkel: «Natale con regole Covid, ma non da soli»
Tema: Covid-19, la situazione all’estero

Il lockdown iniziato ieri in Germania deve raggiungere un traguardo, quello di una media sotto i 50 casi di nuovi contagi per 100.000 abitanti su base settimanale, numero che consentirebbe il tracciamento dei contatti. L’obiettivo è stato fissato ieri da Angela Merkel che ha parlato alla Nazione per illustrare le dure misure per limitare la diffusione del virus. Attualmente in Germania i nuovi positivi per ogni 100.000 abitanti sono 127,8 a settimana. “Dovere ridurre i contatti da 4 a 1, del 75%” ha spiegato la Merkel, che ha poi detto come una ulteriore stretta non è da escludersi: anche per questo sarà un Natale con il coronavirus, ma “non in solitudine” ha aggiunto la Cancelliera.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  … 
Titolo: Merkel in tv: «L’uscita dal tunnel è lontana»
Tema: Covid-19, la situazione all’estero

La cancelliera Angela Merkel non usa troppi giri di parole nel giorno d’inizio del «lockdown soft» della Germania: “Abbiamo di fronte a noi quattro lunghi mesi invernali, e la luce in fondo al tunnel è abbastanza lontana”. La Cancelliera ha illustrato la limitazione di diverse attività, in vigore fino alla fine di novembre (per ora): sono chiusi ristoranti, bar, palestre, discoteche, aperte scuole e asili così come gli esercizi commerciali. “Se ci comporteremo secondo ragione”, per quanto “condizionato dal coronavirus”, sarà un Natale in famiglia, “non dovrà essere un Natale in solitudine”, dice la Merkel, che però avverte: “Non credo che ci potranno essere grandi e rumorose feste di Capodanno”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Filippetti Simone 
Titolo: Le imprese avvertono Johnson: secondo lockdown devastante
Tema: Covid-19, la situazione all’estero

Strappo tra governo britannico e industriali davanti alla prospettiva di un nuovo lockdow del paese. Il premier Boris Johnson, spiazzando tutti, pure molti suoi parlamentari, sabato sera è apparso a sorpresa in tv per annunciare che il Paese torna di nuovo a «stare a casa»: un déjà-vu dal sapore terribile per i sudditi di Sua Maestà. La serrata bis per negozi e qualsiasi attività non essenziale (dai musei ai cinema alle palestre) è una tegola pesantissima, che compromette anche il Natale: la scorsa primavera, l’economia perse 1,6 miliardi di sterline a settimana. Ora, con le festività alle porte, il conto sarà ancora più alto, attorno ai 7 miliardi di sterline. Ieri mattina gli imprenditori inglesi erano tutti riuniti, via intemet nella loro assemblea generale. Ma Boris ha disertato l’importante appuntamento annuale della Cbi, la Confindustria inglese, causando molti mal di pancia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Trump-Biden, l’America sceglie il suo futuro
Tema: USA al voto

Oggi l’America sceglie se confermare Donald Trump o mandare alla Casa Bianca il democratico Joe Biden. Finora le operazioni di voto si sono svolte in modo ordinato. Lunghe code ovunque, dall’Arizona alla Pennsylvania. Tuttavia si moltiplicano le notizie inquietanti. Domenica una delle carovane di macchine organizzate dai supporter di Trump ha bloccato un’arteria a scorrimento veloce e il Ponte Mario Cuomo nel New Jersey. A Richmond, in Virginia, urla e insulti a distanza tra trumpiani a attivisti di Black Lives Matter, nei dintorni della statua di Robert Lee, il comandante dell’esercito sudista nella Guerra civile. Trump rientrerà dagli ultimi comizi e aspetterà i primi risultati alla Casa Bianca, dove è stato organizzato un «party» con centinaia di invitati, ignorando, ancora una volta, le raccomandazioni anti-contagio degli scienziati. Domenica sera il sito Axios aveva rivelato che Trump avrebbe confidato ad alcuni dei suoi consiglieri informali che il 3 novembre si sarebbe dichiarato vincitore delle elezioni, nel caso «fosse stato avanti», senza aspettare íl resoconto finale. Il presidente ha fatto smentire dai suoi portavoce, ma resta l’incertezza sulle prossime mosse.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Barlaam Riccardo 
Titolo: Elezioni americane. È l’ora della verità per Trump e Biden Il futuro degli Usa si gioca in Florida e Pennsylvania – Il futuro degli Stati Uniti giocato in Florida e Pennsylvania
Tema: USA al voto

La partita per la Casa Bianca è destinata a svolgersi soprattutto in Florida, stato chiave fin dai tempi dell’elezione di Bush jr nel 2000. Nel 2016 Donald Trump a sorpresa vinse con un margine dell’1%. Potrebbe rivincere anche in questa tornata elettorale, con i sondaggi che lo danno testa a testa con Joe Biden: Trump al 49% Biden al 47% secondo le rilevazioni tra gli elettori registrati. Un mese fa Biden era al 48%, Trump al 47%. Domenica a sera nell’ultimo comizio a Miami, Trump ha parlato davanti a migliaia di sostenitori. Ma nell’anno del Covid va registrata l’anomalia di un voto anticipato che ha già coperto quasi la totalità dei voti raccolti nel 2016: prima ancora dell’apertura dei seggi di oggi hanno già espresso il loro voto 96 milioni di americani, secondo gli ultimi dati dell’Us Elections Project, pari al 70% dei votanti totali del 2016. Ma la notte elettorale rischia di veder prolungare l’incertezza ai giorni successivi. Donald Trump ha attaccato la possibilità concessa ad alcuni stati americani di considerare valide le schede che arriveranno per posta per qualche giorno oltre l’Election Day e ha già avvertito che intende procedere per vie legali.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Mazza Viviana 
Titolo: Donald rockstar chiude il suo tour «Florida, I love you» E aspetta il verdetto
Tema: USA al voto

Donal Trump chiude la propria campagna elettorale in Florida, con un comizio a Grand Rapids. È il rush finale, la corsa di Trump è furiosa, cinque comizi al giorno da un capo all’altro della nazione nelle 48 ore prima del voto di oggi. Milioni di persone hanno già votato, non c’è più da convincere, l’obiettivo è motivare fino all’ultima persona della «base» ad andare alle urne, a sconvolgere pronostici, come quattro anni fa.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lombardi Anna 
Titolo: Biden “L’anarchia è finita ora torni la democrazia”
Tema: USA al voto

“Il caos è finito. Licenziamo Donald Trump”, ripete Joe Biden nei suoi ultimi comizi prima del voto di oggi. “A febbraio il Commander-in-Chief conosceva la pericolosità del virus e ha taciuto. Otto mesi dopo non ha ancora un piano”, atacca Biden, che annuncia: “Quando sarò alla Casa Bianca seguirò le indicazioni degli esperti”, alludendo alla minaccia di licenziare il dottor Anthony Fauci, fatta domenica da Trump.  Covid, lavoro, tasse, clima, energia: sono i punti su cui l’ex vicepresidente ha continuato a battere nel corso della maratona finale, concentrata in due Stati chiave. L’Ohio, dato per perso e visitato pochissimo, e dove invece, a sorpresa secondo l’ultima media di FiveThirtyEitght è testa a testa con Trump, 47 a 47. E poi quella Pennsylvania dove passa la strada per la Casa Bianca e dov’è dato 5 punti più avanti.
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