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SINTESI IN PRIMO PIANO – 29 settembre 2019

– Casaleggio all’Onu, polemiche nella maggioranza
– Centrodestra, Berlusconi sfida gli alleati
– Manovra, il governo prepara il Def
– Ucrainagate, cade la prima testa

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore: Emanuele Buzzi
Titolo: Polemica su Casaleggio all’Onu I dem: «È in conflitto d’interessi»
Tema: Casaleggio all’Onu, polemiche nella maggioranza

La presenza di Davide Casaleggio a un evento promosso dal governo italiano all’Onu scatena le reazioni del mondo politico. Insorgono contro l’iniziativa praticamente tutti. Dai dem Filippo Sensi e Andrea Romano, a Giorgia Meloni all’ex ideologo M55 Paolo Becchi. La Lega si dice «esterrefatta» e annuncia che giovedì <d’argomento sarà oggetto di question time urgente in commissione Esteri». II leader del Carroccio Matteo Salvini attacca: «vergognoso», «indegno». Ma i toni più aspri arrivano dai nuovi alleati di governo, che a più riprese, a partire da Matteo Orfini, parlano di «conflitto di interessi». II capogruppo pd al Senato, Andrea Marcucci, twitta: «Casaleggio è stato multato dal Garante perla privacy, incredibile che parli ad un evento collaterale all’Onu a nome del governo italiano. Chi lo ha deciso?».  II clima è talmente teso che in serata interviene la rappresentanza diplomatica italiana alle Nazioni Unite per cercare di stemperare e spiegare la situazione. E specifica che l’iniziativa (in programma lunedì pomeriggio) è un evento collaterale: un convegno sulla cittadinanza digitale nel quale l’Italia sarà rappresentata dalla ministra dell’Innovazione tecnologica Paola Pisano. Davide Casaleggio interverrà ai lavori del convegno, in qualità di rappresentante della società civile. Fonti pentastellate parlano di «polemiche pretestuose» e
tirano in ballo Romano Prodi ricordando come lo scorso anno si sia tenuto un evento analogo sull’accesso a Internet con in prima linea il Professore (che peraltro non ci andò).
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Testata:  Stampa 
Autore:  Federico Capurso
Titolo: Ius culturae e fine vita dividono i giallo-rossi – Braccio di ferro Conte-Di Maio sui diritti
Tema: Ius culturae e fine vita, tensioni tra Conte e Di Maio

Giuseppe Conte sta marcando una volta di più, nel campo dei diritti civili, la differenza che passa tra la sua idea di leadership e quella di Luigi Di Maio. Il premier affronta il «fine vita» accogliendo i dubbi dei vescovi italiani e spinge a favore di uno Ius culturae che estenda la cittadinanza ai minori stranieri. Detta delle coordinate, dunque, alla sua azione di governo e indirettamente a chi, nel Movimento, lo vede come prossima guida del partito. Dall’altra parte, invece, Di Maio si mostra
contrariato all’idea di dover prendere posizione su un terreno che considera da sempre scivoloso, perché è li che il suo elettorato è diviso. Negli ultimi giorni Di Maio ha dato indicazioni chiare ai suoi fedelissimi: il governo non dovrà toccare palla né sul «fine vita», né sullo Ius culturae, perché – è il ragionamento del capo politico M5S – sono temi che «danno benzina alla campagna elettorale permanente di Matteo Salvini». Fosse per lui – assicura chi gli è vicino – non si affronterebbe né l’uno né l’altro tema. Ma sul fine vita, dopo la sentenza della Consulta, sarà complicato evitare un intervento legislativo e allora per Di Maio dovrà essere esclusivamente «il Parlamento a occuparsene». Ma in seno al Movimento 5 stelle cresce
il numero di parlamentari grillini che vuole cogliere l’occasione del governo con il Pd per allontanare il M5S dal populismo di destra. Ne è un esempio il caso del disegno di legge sullo Ius culturae, di cui è stato nominato relatore il 5S Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari costituzionali. Un provvedimento appoggiato da Conte e salutato entusiasticamente da una larga fetta di deputati, nonostante Di Maio lo osteggi apertamente.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Sabrina Cottone
Titolo: «Senza Forza Italia la destra è estremista» – Berlusconi si riprende il centrodestra: «La Lega e i fascisti legittimati grazie a me»
Tema: Centrodestra, la sfida di Berlusconi

Silvio Berlusconi, dal teatro Manzoni di Milano, si rivolge ai suoi alleati di centrodestra: «Siamo noi ad aver legittimato Lega e fascisti. Forza Italia è un partito indispensabile per la libertà. Non siamo populisti, sovranisti, arroganti». E avverte: «Senza Forza Italia non si governa, siamo la spina dorsale. Senza di noi nella coalizione sarebbero una destra-destra estremista, incapace di vincere e di governare. Il centrodestra vince solo se unito, plurale, liberale e cristiano».  L’attacco di Berlusconi al sovranismo è deciso: «L’Europa nazionalista e sovranista del secolo scorso ha provocato due guerre mondiali dove hanno trovato la morte milioni di europei». II sovranismo è una bufala, un’idea stupida che porta all’isolamento in Europa, «come ha dimostrato l’Austria schierando i carri armati» ai confini del Brennero per bloccare i migranti. E’ dura la replica di Fratelli d’Italia: «Che tristezza, da Berlusconi parole fuori luogo»., dicono. Matteo Salvini è più conciliante: «Noi vogliamo includere il più possibile. Parlare di fascismo nel 2019 non ha più senso. Lo lasci fare al Pd, a Saviano e a Gad Lerner».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Paola Di Caro
Titolo: Intervista a Giorgia Meloni – «Guardiamo ai delusi di Pd e 5 Stelle Noi nostalgici? Silvio è in difficoltà»
Tema: Centrodestra, l’intervista a Giorgia Meloni
Giorgia Meloni risponde nell’intervista alla sfida lanciata da Silvio Berlusconi: «Non so bene a cosa si riferisca Berlusconi con le sue etichette, certo non a FdI» dice, per poi attaccare: «Mi paiono dichiarazioni di chi è in chiara difficoltà, posso comprendere…». Rilancia la campagna referendaria contro l’estenzione della cittadinaza  agli immigrati: «giovedì – annuncia – raccoglieremo le firme a Montecitorio per chiedere a Mattarella di non promulgare la legge, o ci batteremo per un referendum abrogativo». E sulla riforma della legge elettorale, aggiunge: «Abbiamo sottoscritto la proposta per un maggioritario all’inglese anche se preferisco una legge con premio di maggioranza. Ma serve l’elezione diretta del capo dello Stato, dal quale discende tutto. Con gli alleati vanno condivise queste grandi battaglie, e con chiarezza: vogliamo un patto anti-inciucio».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Eugenio Scalfari
Titolo: L’editoriale – I giovani e l’universo Gli adulti e la politica – I giovani, gli adulti e la politica
Tema: Giovani e populismo
Prendendo le mosse dal commento sulle manifestazioni sul mutamento climatico promosse dal movimento suscitato da
Greta Thunberg nei giorni scorsi, Eugenio Scalfari  giunge a una riflessione sul populismo, e sulle trasformazioni che ha innestato, in Italia come altrove, nell’offerta politica del sistema dei partiti. Oggi – spiega – i movimenti populisti sono composti da “persone di classe piuttosto bassa che servono un Capo. Lo servono in tanti modi diversi non escluso quello di far politica al suo servizio o combattere in armi per lui. Nella nostra Italia di oggi il populismo è diventato una realtà molto diffusa […] il partito della Lega guidato da Salvini è ampiamente populista. Non parliamo dei Cinquestelle che nascono dal populismo predicato da Grillo e poi dal lui delegato alla seconda generazione dei suoi seguaci”.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore: Marco Rogari  – Gianni Trovati
Titolo: Manovra, debito in calo Dall’Iva fino a 5 miliardi – Debito, miniriduzione nel 2020 Coperture, dall’Iva fino a 5 miliardi
Tema: Manovra economica

La ricerca delle coperture per la manovra riporta al centro la questione Iva alla vigilia della Nota di aggiornamento al Def attesa domani in consiglio dei ministri. Dalla rimodulazione delle aliquote insieme alle misure antievasione fondate sui pagamenti tracciabili possono arrivare fino a 5 miliardi. Ma si lavora anche a nuovi tetti di reddito e franchigie per gli sconti fiscali. Molto dipende anche dal deficit: il governo tiene su quota 2,2% ma non è ancora escluso che si debba scendere al 2,1.  L’obiettivo politico del governo è evitare in via preventiva il rischio di scontro con la Ue. E per centrarlo, il governo deve dare due garanzie. La prima è un rapporto debito/Pil che ricomincia a scendere, anche se di poco, già nel 2020, la seconda  è un deficit nominale che non può superare il 2,2% per tradurre in pratica l’applicazione della «flessibilità nelle regole» rilanciata anche dal commissario in pectore agli Affari economici Paolo Gentiloni. Non è ecluso, quindi che si vada verso lo slittamento a giugno del taglio al cuneo fiscale, per ridurne il costo 2020 a 2,5 miliardi.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rosaria Amato
Titolo: Manovra, deficit al 2,1% per convincere l’Ue Tensione sull’Iva
Tema: Manovra economica

E’ intorno al disavanzo al 2,1 o al 2,2 o addirittura al 2,4 per cento che si gioca in queste ultime ventiquattr’ore l’accordo di governo sulla Nadef, la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza che domani pomeriggio arriva al Consiglio dei Ministri, per poi essere inviata a Bruxelles. L’ipotesi più probabile che filtra dalle stanze del ministero dell’Economia è che non si possa andare oltre il 2,1 per cento: la Commissione Europea non sembra orientata a concedere di più. Ma ogni decimale in più significa 1,8 miliardi, importanti per provvedere tutte le coperture necessarie alla legge di Bilancio. Alle clausole Iva da sterilizzare per 23,1 miliardi si aggiungono i 5 miliardi per il taglio del cuneo fiscale, che potrebbero anche ridursi in questa prima fase. C’è poi il capitolo ambiente: il segretario del Pd Nicola Zingaretti chiede «segnali forti» nella prossima legge di Bilancio. «Vogliamo stanziare 50 miliardi di euro per i prossimi 15 anni per investimenti nell’economia verde, la riqualificazione energetica e sismica degli edifici, la mobilità sostenibile e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili», afferma. Si fa strada, intanto, l’ipotesi  di una sterilizzazione “selettiva” delle clausole Iva, che permetterebbe di spendere una cifra inferiore ai 23 miliardi. Il governo è però più orientato verso le ipotesi di aliquote differenziate a seconda degli strumenti di pagamento usati. Tenendo ferma l’aliquota al 22%, ci sarebbe una penalizzazione di un punto su quella del 10% per i pagamenti cash, e uno sconto di due o tre punti per chi paga con le carte. Nel complesso l’Iva si ridurrebbe, garantendo però un incasso maggiore grazie all’emersione di una certa quota di transazioni.
Per incentivare i pagamenti elettronici, Matteo Renzi chiede di dimezzare le commissioni, mentre per Giorgia Meloni  vanno azzerate.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  C. Vol. 
Titolo: Cambia l’Iva, sconti e rincari – Arriva la manovra, allarme dazi
Tema: Manovra economica

L’emergenza più grande resta l’aumento dell’Iva, da scongiurare con una manovra che il premier Giuseppe Conte vorrebbe «molto espansiva e coraggiosa». Ma all’orizzonte si avvicina l’incubo dazi degli Stati Uniti sui prodotti Ue che potrebbe, a dirla con le parole del capo del governo, «fare molto male al made in Itaiy». Indiscrezioni da Bruxelles parlano di 7 miliardi di euro il costo per l’Europa al divieto voluto dal presidente Usa Donald Trump. Anche con questo il governo si trova a fare i conti in queste ultime 24 ore di lavoro per definire gli obiettivi fondamentali della prossima manovra di Bilancio che dovranno essere contenuti nella nota di aggiornamento al Def da inviare a Bruxelles: domani pomeriggio il documento dovrà essere licenziato dal Consiglio dei ministri. Ma i nodi da sciogliere restano ancora molti. A partire dal rialzo dell’Iva, che agli italiani costerebbe 23 miliardi. Le ipotesi allo studio parlano di una imposta più leggera per chi utilizza mezzi di pagamento elettronici e rincari, invece, per chi paga in contanti: salto dal 10 al 12% per chi paga cash, e giù al 9% per chi salda il conto con le carte. Un’altra misura potrebbe vedere ferma l’Iva al 22% ma rialzare quella del 10% al 139%.  Un’ipotesi che però già agita la maggioranza a partire dal secco no dei renziani di Italia Viva che promettono il loro veto su qualsiasi aumento facendo pesare i loro numeri al Senato.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Alberto Alesina  – Francesco Giavazzi
Titolo: Il fisco non sbagli obiettivi
Tema: La Nota di aggiornamento al Def
Alesina e Giavazzi tornano a sottolineare come nel nostro Paese restino stretti i margni per una politica di bilancio espansiva, a causa dell’elevato debito pubblico.  A differenza di quanto accade in altri paesi europei, in primis la Germania, dove non mancano segnali di rilassamento delle politiche fiscali, L’Italia, scrivono, “non può aumentare il debito”. Può, tuttavia, “aiutare la sua economia tagliando contemporaneamente spese e tasse. L’evidenza empirica dimostra con un livello di certezza assai alto che tagli di spesa combinati con riduzioni equivalenti delle tasse, in Paesi a elevata pressione tributaria come il nostro, fanno salire il Pil” La riduzione delle imposte va finanziata attraverso una efficace lotta all’evasione e attraverso il taglio delle cosiddette «spese fiscali», “cioè favori e agevolazioni concessi a quei settori o imprese che nel tempo sono riusciti, tramite le loro connessioni politiche, a ottenere vari regali”. La spesa va contenuta iniziando a collegare il costo di alcuni servizi pubblici, come sanità e università, al reddito dell’utente. Quanto alle pensioni, non solo si dovrebbe eliminare «Quota 100»: bisogna, più in generale, riequilibrare il peso intergenerazionale che oggi favorisce gli anziani punendo i giovani e le generazioni future. L’introduzione, infine, di differenziali salariali tra Nord eSud
potrebbe innestare un circuito virtuoso di invenstimenti nelle regioni meridionali. Sono quessti i suggerimenti dei due economisti al Governo alla viglia della Nota di aggiornamento al Def, che “è la prima occasione che ha questo governo per indicare un cambiamento di rotta e lavolontà di agire, non di attendere gli eventi passivamente”.
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Testata:  Giornale
Autore:  Alessandro Sallusti  
Titolo: La truffa dietro la guerra al contante
Tema: Lotta al contante

Alessandro Sallusti spiega “il trucco” che si nasconde dietro alla lotta al denaro contante. “Prendiamo due signori – scrive  – un panettiere e un fruttivendolo. Ogni mattina il primo va a comperare dieci euro di frutta dal secondo, e questi la sera va dal primo e compra dieci euro di pane. Entrambi pagano con una banconota, magari la stessa, e lo scambio può andare avanti all’infinito senza che nessuno dei due perda il suo potere d’acquisto. Ora i due decidono di adeguarsi all’invito del governo, e al posto delle banconote usano la carta di credito. A ogni «strisciata» della carta i dieci euro perdono un pezzettino (dallo 0,5 all’ 1,5 per cento a seconda delle condizioni) per via delle commissioni bancarie e delle società che erogano e gestiscono il servizio telematico. Morale: dopo cento acquisti di pane e frutta […] i famosi dieci euro che con l’uso della banconota sarebbero stati eterni si sono volatilizzati. Non li hanno più né il panettiere né il fruttivendolo, sono finiti a terzi, banche e società finanziarie) che nulla hanno a che fare con la produzione, la conservazione e la vendita di pane e frutta”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Maurizio Tropeano
Titolo: Intervista a Teresa Bellanova – I dazi fanno male all’Italia Bellanova: il premier chieda aiuto a Trump – “Parmigiano, Grana, ma anche pasta e olio Sono a rischio imprese e posti di lavoro”
Tema: Dazi, i rischi per l’agroalimentare italiano
«E’necessario e urgente rafforzare il dialogo con l’amministrazione Usa per scongiurare il rischio» dei dazi sull’agroalimentare italiano. L’appello della ministra dell’agricoltura, Teresa Bellanova, è rivolto al premier, Giuseppe Conte, e al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Tra domani e martedì, infatti, l’organizzazione mondiale del commercio dovrebbe pubblicare l’entità delle compensazioni che gli Usa potranno chiedere all’Ue per gli aiuti concessi per la fabbricazione degli Airbus, che la stessa organizzazione ha giudicato illegali.Washington potrebbe imporre presto tariffe sui prodotti europei per circa 8 miliardi di euro. Nel mirino, anche l’agroalimentare, e a farne le spese potrebbe essere soprattutto il cibo italiano, che rischia di di essere tra le vittime del braccio di ferro tra la casa Bianca e Bruxelles. «Gli Stati Uniti rappresentano il mercato di sbocco più importante per i nostri vini e per le produzioni di qualità – spiega la ministra –  Se si chiudesse quello spazio saremmo davanti ad un rischio enorme con ricadute pesantissime e in situazioni di questanaturala rabbia potrebbe essere incontrollabile». L’appello del ministra punta a sfruttare il margine di discrezionalità della Casa Bianca nell’applicazione delle compensazioni, facendo leva sul rapporto privilegiato che si è instaurato tra Conte e l’inquilino della Casa Bianca.
Il premier italiano, partecipando a un evento della Coldiretti a Bologna, ha provato a rassicurare il mondo agricolo: «Nonostante gli ottimi rapporti, anche personali, e tra i due paesi siamo in un quadro di negoziato in cui gli Stati Uniti difendono i loro interessi nazionali e come sempre anche noi. Quindi non è facile intervenire a far pesare specifiche considerazioni, ma ce la metterò tutta», ha detto.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Vittorio Carlini  
Titolo: Milano regina tra le Borse mondiali – Milano regina d’estate tra le Borse Il 2019 finora è da primato: +20%
Tema: Borse, Piazza Affari “regina d’estate”

Piazza Affari recita nel 2019 il ruolo della protagonista. Il Ftse Mib, l’indice delle blue chip italiane, dal primo gennaio a oggi (chiusura al 27/9/2019) guadagna il 20,16%. Si tratta del migliore andamento tra le principali Borse dei Paesi industrializzati. Negli Stati Uniti sia lo ‘S&P 500 (+18,15%) sia il Nasdaq (+19,66%) hanno corso meno. Analogamente ai mercati europei dove il premio del secondo classificato è da consegnare a Parigi (+19,2%). In Estremo Oriente infine, al netto del listino minore di Shenzen (+22,8%), il Nikkei giapponese è rimasto più indietro (+9,3%). Piazza Affari è stata spinta all’insù da diversi fattori. ‘l’ra questi ha giocato un ruolo l’attesa per le manovre espansive della Bce. Senza dimenticare, poi, la crescita di settori con alti dividendi quali le utility.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Stampa 
Autore:  Alberto Flores D’Arcais
Titolo: Cade la prima testa per l’Ucrainagate Si dimette l’inviato di Trump a Kiev
Tema: Ucrainagate, cade la prima testa

La prima «vittima» politica del caso Trump-Ucraina è Kurt Volker, inviato speciale della Casa Bianca a Kiev e un passato di alto livello nella diplomazia ufficiale degli Stati Uniti. Le dimissioni di  Kurt Volker sono giunte dopo che il Dipartimento di Stato aveva dovuto ammettere che era stato proprio Volker a mettere in contatto Rudy Giuliani con uno stretto collaboratore del presidente Volodymyr Zelenskyj. Novità  vi sono anche sul fronte delle telefonate «blindate» dalla Casa Bianca. Non solo gli uomini di The Donald hanno impedito (beffati dalla «talpa» della Cia) la trascrizione della telefonata tra il presidente Usa e quello ucraino, ma anche – stando al New York Times – di quelle con il presidente russo Vladimir Putin e con il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman (durante il caso Kashoggi, il dissidente assassinato nel consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul). Trascrizioni che sono state inserite nel sistema informatico top secret esattamente come quella con Zelenskyj. Speciali restrizioni sarebbero state poste anche sui particolari dell’incontro alla Casa Bianca con il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e con l’ex ambasciatore di Mosca negli Usa Serghei Kislyak, durante il quale (fonte sempre il Washington Post) Trump avrebbe dichiarato di «non essere stato infastidito dalle interferenze del Cremlino» nelle presidenziali del 2016.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  G.Sar. 
Titolo: Caso Ucraina, cade la prima testa «Secretate» le telefonate con Putin
Tema: Ucrainagate, cade la prima testa

Kurt Volker, inviato per l’Ucraina su undicazione del Segretario di Stato Mike Pompeo, si è dimesso venerdì sera con un secco comunicato, senza spiegare il motivo. Volker è una delle figure citate nel rapporto dell’agente della Cia che ha portato all’impeachment di Donald Trump. Un semplice tramite, in verità, tra Andriy Yermak, consigliere del neopresidente ucraino Volodymyr Zelensky, e Rudy Giuliani, avvocato personale del leader americano. Yermak chiese a Volker di combinare un incontro con Giuliani, per capire quali fossero le intenzioni della Casa Bianca. II sospetto degli ucraini è che Trump avesse bloccato gli aiuti militari promessi a Kiev in cambio della riapertura dell’inchiesta per corruzione su Hunter Biden, figlio dell’ex vicepresidente. La Commissione Intelligence della Camera, ha già fatto sapere che convocherà Volker per un’audizione. Allo stesso tempo l’organismo di indagine parlamentare ha imposto a Pompeo di consegnare i documenti che disposero il blocco delle forniture all’Ucraina. Nel frattempo, il portavoce del Cremlino ha chiesto di secretare le conversazioni tra Trump e Vladimir Putin. Trump a sua volta prepara la controffensiva mediaditca: sarebbe pronto uno spot contro l’ex vicepresidente Joe Biden accusandolo di aver promesso a Kiev un miliardo di dollari se avessero licenziato il pm che indagava sulla società di energia per la quale lavorava il figlio Hunter. Lo spot sarà trasmesso sui network nazionali e dalle piattaforme digitali da domenica per una settimana.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Francesco Radicioni
Titolo: Hong Kong, il dissidente Wong pronto a candidarsi alle elezioni
Tema: Hong Kong, il dissidente Wong si candida alle elezioni

Nelle ore in cui Hong Kong celebrava il quinto anniversario del Movimento degli Ombrelli, Joshua Wong – tra i volti simbolo delle manifestazioni pro-democrazia dell’autunno 2014 – ha annunciato la sua candidatura alle elezioni per il consiglio di distretto di South Horizon, il quartiere dove vive. «Sono convinto che la democrazia crescerà dal basso e dalle nostre piccole comunità». Ad annunciare la candidatura di Wong non c’erano solo esponenti di Demosisto – il gruppo che l’attivista classe ’96 ha contribuito a fondare – ma anche parlamentari democratici come Ferdinando Cheung che lo ha definito «un Davide contro Golia». I consigli di distretto sono il livello più basso dell’amministrazione, ma gli analisti sono convinti che il voto di novembre potrebbe mandare un messaggio alla leadership cinese: è aumentato il numero degli elettori registrati soprattutto tra i 18 e i 35 anni, mentre il bizantino sistema elettorale prevede che i rappresentanti locali contribuiscano alla composizione del mini-Parlamento della città. Intanto, ieri sera in 300mila secondo gli organizzatori sono scesi in piazza.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Fra.Sem. 
Titolo: L’Afghanistan al voto per le presidenziali tra seggi deserti e attentati dei taleban
Tema: Elezioni in Afghanistan

Strade deserte, seggi vuoti. È questo lo scenario che ha dominato Kabul nel giorno delle elezioni presidenziali facendo maturare, col passare delle ore, la convinzione che ad aver prevalso sia stato il partito del «non voto». Immagine che, secondo gli osservatori, si è riproposta in maniera assai più incisiva nelle province decentrate del Paese in cui le istituzioni latitano da tempo.La raffica di attentati kamikaze, ordigni esplosivi e assalti armati ha dunque ottenuto l’effetto voluto. Ma ha influito anche la disaffezione verso le istituzioni e la politica, incapaci di trovare una via alla pacificazione e alla stabilizzazione del Paese e sovente al centro di episodi di brogli e corruzione. Si stima che la percentuale dei votanti si aggiri attorno al 25%. Le operazioni di spoglio si concluderanno entro il 19 ottobre. Ma è già chiaro cge a vincere sia stato
il partito del «non voto», a cui aderiscono oltre ai taleban anche alcune anime di orientamento opposto come antiche formazioni di mujaheddin, e fette dell’elettorato arrabbiato. Col risultato che o si avvia un reale tavolo negoziale tra le parti in causa, magari con un governo di transizione, o si crea una radicalizzazione dello scontro potenziale anticamera di una nuova guerra civile.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Maurizio Molinari
Titolo: Il Conte bis alla prova di Nato e Ue
Tema: La politica estera del governo Conte bis

Maurizio Molinari  passa in rassegna i temi di politica estera che il governo Conte dovrrà affrontare “in tempi stretti”
L’impegno più immediato – scrive – “è sul fronte europeo perché Parigi e Berlino lavorano a ritmo serrato per concordare riforme capaci di rafforzare l’Eurozona. Ciò significa che l’Itala deve entrare nella partita per non esserne esclusa: prendendo posizioni su temi come il bilancio comune europeo, la revisione del Trattato di Dublino sui migranti e la possibile correzione del Patto di Stabilità e Crescita”. L’altro fronte “che incombe” è la nuova Nato che nascerà a Londra con il summit di dicembre ed avrà in agenda il duello strategico con Mosca e Pechino, “imponendo a Conte una brusca sterzata rispetto al recente passato di ammiccamenti e intese con le due potenze che sfidano l’Occidente”. E sottolinea come sia in arrivo a Roma Mike Pompeo, il Segretario di Stato Usa, “per chiedere al governo Conte bis una chiara svolta rispetto al predecessore gialloverde, facendola finita con le tentazioni russe e cinesi, le ambiguità sul regime chavista di Caracas e l’ospitalità ai voli della compagnia aerea iraniana Mahan Air colpita da sanzioni internazionali per complicità col terrorismo”.
Infine,” ma non per importanza, c’è la Libia, “perché il flirt europeo con il presidente francese Macron offre a Conte l’opportunità di riprendere l’iniziativa per stabilizzare il Paese nordafricano2, che minaccia, come ammesso anche dal nuovo ministro degli Esteri Luigi Di Maio, “una nuova Siria”. Saranno le prossime settimane – conclude Molinari – “a dire se Conte saprà far fronte a queste delicate sfide: l’Italia può sfruttarle per tornare rapidamente protagonista sulla scena internazionale oppure può subirle con il risultato di scivolare in serie B senza neanche rendersene conto”.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Romano Prodi
Titolo: L’analisi – L’Europa riparta dal Mediterraneo per rilanciare il nostro Sud
Tema: Una nuova politica mediterranea della Ue

Romano Prodi invita, a sua volta, il governo Conte a sollecitare un rinnovato impegno da parte dell’Unione Europea sullo scacchiere del Mediterraneo per affrontare la “drammatica situazione” che si è creata nell’area: “Non solo la Libia – osserva – è in fiamme da otto anni ma l’Algeria è entrata in una fase di transizione senza fine, l’Egitto aggiunge alle difficoltà economiche crescenti tensioni politiche e la Tunisia sta trovando grandi difficoltà nel completare il processo di costruzione della democrazia”. Si tratta di rilanciare una iniziativa europea sia sul piano economico. che su quello della cooperazione politica e degli scambi culturali. Un’iniziativa, esorta, “condivisa a livello europeo ma preparata e proposta dai paesi delle due sponde, tra i quali l’Italia è l’indispensabile motore. Dobbiamo infatti sempre tenere presente che non è possibile pensare alla rinascita del Mezzogiorno se non si provvede nello stesso tempo a costruire attorno ad esso un’area capace di creare sviluppo e cooperazione”.
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PRIME PAGINE

IL SOLE 24 ORE
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CORRIERE DELLA SERA
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LA REPUBBLICA
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LA STAMPA
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IL MESSAGGERO
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IL GIORNALE
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LIBERO QUOTIDIANO
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IL FATTO QUOTIDIANO
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