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SINTESI IN PRIMO PIANO – 28 dicembre 2019

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Dimissioni Fioramonti, spaccatura nel M5S.
– Dimissioni Fioramonti, Azzolina in pole per l’Istruzione.
– Milleproroghe a Palazzo Chigi, nodo Autostrade.
– Libia, passa la linea italiana: missione Ue il 7 gennaio.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Caro Paola 
Titolo: La resa dei conti nei 5 Stelle – M5S, Fioramonti scatena la lite «Poca trasparenza». «Vattene»
Tema: M5S

Le dimissioni del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti provocano una reazione a catena nel governo, ma anche nel M5S: ennesimo scossone nella maggioranza e ennesima spaccatura all’interno del movimento, che tocca uno dei temi più delicati, quello del versamento di quote di stipendio di parlamentare al partito. “Mi stupisce che tante voci della leadership del M5S mi stiano attaccando. E per che cosa? Per aver fatto solo ciò che ho sempre detto”, dice l’ex ministro, attaccato ieri anche dal viceministro dello Sviluppo Economico Stefano Buffagni: “Fioramonti non restituisce da dicembre 2018 e non sta quindi onorando gli impegni presi con i cittadini”. Sul punto dei versamenti però Fioramonti contrattacca: “E’ un sistema farraginoso e poco trasparente”. Insomma, la polemica è aperta. E la alimenta subito il senatore del M5S Glanluigi Paragone che in un video su Facebook fa i nomi di chi fra i colleghi quest’anno non ha effettuato restituzioni di parte dello stipendio; fra questi anche il ministro Fabiana Dadone. “Di Maio, il capo politico, non lo sapeva o non ha voluto vedere?”, attacca Paragone.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vecchio Concetto 
Titolo: M5S contro Fioramonti “Se fa il suo partito lasci il Parlamento” Lite sulle indennità
Tema: M5S

La storia delle dimissioni di Lorenzo Fioramonti da ministro dell’Istruzione si è trasformata ieri rapidamente nell’ennesima resa dei conti dentro i Cinquestelle. Il Movimento accusa l’ex ministro di andarsene senza aver rimborsato quanto doveva, circa 70 mila euro. A rincarare la dose di accuse, anche Gianluigi Paragone, che nel M5S guida la fronda da destra: in un video elenca i tanti colleghi illustri che non avrebbero restituito parte dello stipendio, come da regola interna, mettendo sotto accusa anche la ministra Fabiana Dadone. Alcuni dei nomi nel mirino di Paragone — Nicola Acunzo, Flora Frate, Andrea Vallascas, Mara Lapia — sarebbero considerati vicini a Fioramonti. Questo complicherebbe ulteriormente il tentativo dell’ex ministro di formare almeno una componente nel Gruppo Misto.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Salvia Lorenzo 
Titolo: Azzolina in pole all’Istruzione Ma spunta l’idea di un tecnico
Tema: Ministero dell’Istruzione

All’inizio della prossima settimana Lucia Azzolina, insegnante, sottosegretario al ministero dell’Istruzione in quota 5 Stelle, potrebbe essere promossa ministro al posto del dimissionario di Lorenzo Fioramonti. La decisione finale spetta al premier Conte, e non sono escluse al momento altre soluzioni, nonostante l’appoggio di Di Maio di cui gode la Azzolina. I tempi rapidi sono una necessità: c’è un decreto da convertire in legge, un ministero intero da riorganizzare nei suoi vertici amministrativi: ieri sono partite le iscrizioni al nuovo anno ed entro gennaio bisogna scegliere le materia per la maturità. In queste ore, però, i detrattori della Azzolina ricordano quel concorso da preside vinto quando era già parlamentare ma non ancora sottosegretario. Una frecciata dalla quale lei si è sempre difesa sostenendo che con il vincolo dei due mandati peri 5 Stelle, e dopo tanti anni di insegnamento, fosse giusto tentare íl salto. Ma che offre un ultimo appiglio per gli altri partecipanti a questo totoministro un po’ fuori stagione. Resta in corsa Salvatore Giuliano, sottosegretario all’Istruzione nel Conte uno ma meno «televisivo» di Azzolina. Reggono ancora i nomi di Francesco D’Uva, fedelissimo di Di Maio, e Mariolina Castellone, medico ed ex ricercatrice al Cnr.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: Il retroscena – La rottura irrita Di Maio «Rilancio sul governo con un piano in tre punti»
Tema: Governo

Le dimissioni del ministro Fioramonti, pur attese, hanno sorpreso il M5S per tempi e modalità. Per questo Luigi Di Maio, irritato dal comportamento da uno degli uomini che, almeno all’inizio, gli era vicino, vuole rilanciare l’azione di governo: “Dal 2020 dovremo saper imprimere una forte accelerata. Chiederemo al presidente Conte di riunire nei primi giorni utili di gennaio, già il 7 o anche prima, i capi delegazione delle forze di governo che compongono la maggioranza e avviare così il processo per la costituzione del nuovo programma di governo”. Il premier Conte sembra in linea con il ministro pentastellato: “Finora, per il varo della manovra, abbiamo dovuto fare uno sprint — spiega il capo del governo — Ora dobbiamo passare alla maratona, che non può essere completata in uno o due mesi, ma ha bisogno di un respiro più ampio”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lopapa Carmelo 
Titolo: Non è tempo di dividerci – E il premier blocca la nascita dei gruppi contiani “Mettono a rischio il governo”
Tema: Governo

L’operazione di un fantomatico “gruppo Conte” promosso dall’ex ministro Fioramonti a sostegno del governo pare essere naufragara prima ancora di partire. Sarebbe stato lo stesso premier a bocciare qualsiasi velleità, per evitare di dare sponda a polemiche con il M5S di Di Maio. “Qualsiasi iniziativa, in questo momento, finirebbe col destabilizzare il mio esecutivo”, avrebbe confidato Conte, che preferisce in questa fase andare avanti con in quattro partiti che sostegnono ufficialmente il governo. Non a caso, Giuseppe Conte ha voluto chiudere nel giro di 48 ore la pratica Fioramonti e i dubbi che si annidavano dietro le dimissioni depositate a sorpresa alla vigilia di Natale. Quelli cioè legati a un’ipotetica mossa concordata, che sarebbe dovuta approdare magari al rifiuto delle dimissioni da parte del premier. Palazzo Chigi ha fatto trascorrere Santo Stefano e poi ha subito accolto e formalmente archiviato il passo indietro del responsabile dell’Istruzione. Conte, di certo, avrebbe voluto chiudere con altrettanta celerità la pratica nominando anche il successore. Ma non poteva farlo da solo. Il nome andrà indicato dal capo del Movimento, perché è ai 5 stelle che “spetta” quella poltrona.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Di Matteo Alessandro 
Titolo: Prescrizione, per salvare Conte il Pd cede alla riforma dei 5 Stelle – Prescrizione, il Pd cede alla linea 5S per salvare il governo giallo-rosso
Tema: Prescrizione

Dal primo gennaio entra in vigore la riforma Bonafede che blocca la prescrizione dopo il primo grado di giudizio e i democratici provano a mettere qualche paletto per evitare il rischio di processi infiniti: il disegno di legge dem prevede due anni di stop della prescrizione dopo una condanna in primo grado, un altro anno dopo l’appello in caso di ricorso in Cassazione e ulteriori sei mesi se in appello è disposta la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale. Ma il Pd, precisa Walter Verini, non intende «far cadere il governo», e la proposta sembra più uno strumento di pressione per spingere M5S a trattare. I 5 stelle per ora non replicano, Bonafede resta in silenzio. Solo Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente del Parlamento europeo, afferma: “Non si può sfuggire dai processi. Il Pd adesso sbaglia a fare la sua proposta di legge cercando di sparigliare le carte sulla tavola, sarebbe meglio discutere nella maggioranza”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Martini Fabio 
Titolo: Bonaccini-Sala, nasce il patto del Nord Pd in un angolo per vincere le elezioni
Tema: Pd

Le elezioni in Emilia Romagna si preannunciano snodo cruciale per il futuro del governo, ma anche momento importante per gli equilibri internin al Pd. Domani Bonaccini, si produrrà nell’ennesimo evento, la presentazione delle liste che lo sostengono, e ha voluto al proprio fianco Giuseppe Sala, sindaco di MIlano. Un ticket nordista destinato a guidare un domani il centrosinistra italiano? Per ora si tratta di fantasie, eppure i due personaggi potrebbero essere destinati a un futuro significativo. Naturalmente l’unica cosa che interessa a Bonaccini è vincere le elezioni e sul breve il successo in Emilia sarebbe destinato ad allungare la vita del segretario del Pd, il suo amico Nicola Zingaretti. Ma è altrettanto vero che vincere quella che si profila come la “battaglia di Stalingrado” della sinistra italiana, sarebbe una medaglia destinata a pesare se alla vittoria emiliana seguissero sconfitte nazionali.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ziniti Alessandra 
Titolo: Rifugiati, primi colpi ai decreti di Salvini. Ancora indagato Mimmo Lucano – Migranti, nuovo colpo a Salvini “Accoglienza non solo ai rifugiati”
Tema: Rifugiati

Una sentenza del Tar del Veneto che promette di fare da apripista a centinaia di altri ricorsi in tutta Italia dà un nuovo colpo al decreto sicurezza di Salvini, sostenendo che chi ha ottenuto la protezione umanitaria prima della sua abolizione ha diritto a stare nei centri. E ancora: “Il principio di irretroattività delle leggi comporta che la norma sopravvenuta è inapplicabile, oltre che ai rapporti giuridici esauriti, anche a quelli ancora in vita alla data della sua entrata in vigore, ove tale applicazione si traduca nel disconoscimento di effetti già verificatisi”. A dare la spallata più forte era stata nei mesi scorsi la Corte di Cassazione quando, pronunciandosi su diversi ricorsi di migranti che si erano visti rigettare la protezione umanitaria in base alle nuove norme pur avendo presentato la domanda prima dell’entrata in vigore del decreto sicurezza, ha stabilito la sua irretroattività.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Colombo Davide – Rogari Marco 
Titolo: Allo studio Quota 100 bis ma solo se contributiva – Pensioni, tra le ipotesi anche una Quota con il contributivo
Tema: Pensioni

Nelle prossime settimane riprenderanno i lavori sul “cantiere-previdenza”, con un tavolo al Cnel, un confronto tra ministero del Lavoro e parti sociali e due commissioni tecniche con una mission ben precisa: trovare la strada più idonea per superare lo scalone che si creerà tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 quando termineranno i tre anni di sperimentazione di “Quota 100”. Una soluzione potrebbe essere alzare i requisiti minimi a 64 anni di età e 36 di contributi e soprattutto configurare l’assegno in versione esclusivamente contributiva come già accade per Opzione donna. Al momento si tratta solo di ipotesi, ma in molti credono che il percorso di una flessibilità non prevalentemente a carico della fiscalità generale, possa passare proprio per una diversa calibrazione della Quota. “Se dopo Quota 100 si riuscisse afarconvergere le due strategie, Ape sociale e flessibilità in uscita, in una riforma complessiva e strutturale delle pensioni forse smetteremmo ogni anno di fare campagna elettorale su un tema tanto delicato”, afferma Marco Leonardi, uno dei consiglieri economici del ministro Roberto Gualtieri.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  De Fusco Enzo – Pogliotti Giorgio 
Titolo: Lavoro, 10 bonus per incentivare le assunzioni – Salgono a 10 nel 2020 i canali per le assunzioni incentivate
Tema: Lavoro

Salgono a dieci le agevolazioni per chi assume nel 2020 giovani, lavoratori in cassa integrazione, donne o disoccupati: ai datori di lavoro fino a 9 dipendenti che dal 1 gennaio 2020 assumono apprendisti di primo livello spetta uno sgravio del 100% dei contributi dovuti nei primi tre anni di contratto; e sempre dal 1 gennaio,  l’assunzione dei laureati eccellenti beneficerà di un esonero dei contributi a carico del datore di lavoro fino a 8 mila euro per un massimo di 12 mesi. Queste le ultime due novità introdotte dalla legge di bilancio. La manovra 2020 si occupa anche degli incentivi per assumere gli under 35, effettuando solo un restyling di norme che negli anni si sono accumulate in modo disordinato: superata la mancanza di coordinamento tra le due misure del 2018, estendendo in modo chiaro il beneficio dei giovani under 35 fino a tutto il 2020. L’incentivo che ha una durata massima di 36 mesi ed è pari al 50% della contribuzione a carico del datore di lavoro nel limite massimo di 3 mila euro su base annua, spetta anche in caso di conversione di contratto a termine. In caso di assunzione nel Mezzogiorno di under 35 con contratto di lavoro a tempo indeterminato, il datore di lavoro ha diritto all’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali per 12 mesi fino a 8.060 euro.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Conte Valentina 
Titolo: Intervista a Maria Cecilia Guerra – Guerra “Mettiamo il primo mattone per cambiare l’Irpef”
Tema: Cuneo fiscale

Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria all’Economia, già viceministra del Lavoro nel governo Letta e docente di Scienza delle Finanze, annuncia l’intenzione del governo di trasformare il bonus da 80 euro: “ne amplieremo la platea, aiuteremo i redditi medi, i più danneggiati da un’eventuale flat tax leghista, e metteremo così il primo mattone per ridisegnare l’Irpef che così com’è è sperequata, grava molto di più su lavoratori dipendenti e pensionati che sugli altri redditi”, spiega. “Sarà uno sgravio dell’imposta che pesa sui lavoratori dipendenti. Su questo la manovra che istituisce il Fondo da 3 miliardi è molto chiara. La forma è da discutere: bonus o detrazione, tertium non datur. Inserire una terza modalità sarebbe folle. Lo scopo è semplificare il sistema”. Aggiunge la Guerra: “La mia personale sensibilità mi porta ad apprezzare l’imposta continua della Germania, senza salti di aliquota. Si paga in base ad una funzione matematica: cresce il reddito e sale il prelievo, ma senza disparità. Il punto non è quante aliquote o scaglioni hai. Ma se chi ha di più contribuisce di più al bene comune”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Voltattorni Claudia 
Titolo: Milleproroghe in stallo Pesa il caso Autostrade
Tema: Caso Autostrade

Il testo del Milleproroghe arriva a Palazzo Chigi e potrebbe essere inviato già oggi dal capo del governo al Quirinale. Ma c’è ancora un nodo da sciogliere, relativo alla questione Autostrade,  e in particolare a quell’articolo numero 38 del decreto che riscrive le regole sulle concessioni e sulle revoche e gli indennizzi da pagare alle società. Norma considerata irrinunciabile dal ministro Di Maio, che ancora ieri ha ribadito come “una delle prime cose da inserire nella nuova agenda di governo nel 2020 dovrà essere la revoca delle concessioni ad Autostrade con l’affidamento ad Anas e il conseguente abbassamento dei pedaggi autostradali”. Nel Milleproroghe è previsto che Anas assuma la gestione di strade e autostrade in caso di sospensione, revoca o decadenza della società concessionaria. Norma che sembra la premessa per la revoca ad Autostrade per l’Italia dopo il crollo del Ponte Morandi, ma che non convince ancora gli alleati di governo di Italia Viva, che promettono battaglia durante la discussione in Parlamento. La battaglia rischia quindi di inasprirsi, a scapito delle emergenze, come denuncia il governatore ligure Toti: “La gazzarra tra ministri con opinioni diverse ha di fatto paralizzato ogni tipo di dialogo”. E intanto ieri Autostrade per l’Italia ha fatto sapere di “valutare soluzioni di agevolazione tariffaria all’utenza quale parziale compensazione dei disagi dovuti ai maggiori tempi di percorrenza”, giocando quindi d’anticipo rispetto alle mosse del governo.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Canettieri Simone 
Titolo: Di Maio: Autostrade, banche e fisco priorità 2020 – Autostrade, banche e fisco Di Maio incalza il premier. «Vertice a inizio gennaio»
Tema: Caso Autostrade

Luigi Di Maio tenta di smorzare le tensioni interne al M5S e di rilanciare l’azione di governo puntando su autostrade, taglio delle tasse e banche. Il leader pentastellato non commenta le dimissioni del ministro Fioramonti, ma anzi chiede al premier Conte un vertice di governo per i primi dell’anno, con l’obiettivo di stilare un nuovo programma per il 2020. Sul tavolo, la diminuzione della pressione fiscale e le nomine in Bankitalia, oltre al nodo autostrade.  Il Milleproroghe sta per essere firmato dal Colle e andrà in Aula senza accordo. “Chi ha sbagliato deve pagare”, va ripetendo a ogni diretta Facebook Di Maio, spingendo per la revoca delle consessioni ad Autostrade per l’Italia, con l’affidamento ad Anas e il conseguente abbassamento dei pedaggi autostradali. Il ministro degli Esteri smentisce poi “l’indennizzo di 23 miliardi” per la revoca della concessione ad Autostrade, mentre il Pd è attestato su una linea più prudente legata alla conclusione delle analisi tecniche.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Spini Francesco 
Titolo: Allarme della Bce “Crescita troppo lenta Più sforzi dai governi”
Tema: Crescita

Il bollettino Bce lancia l’allarme sul tema crescita, segnalando che nell’Eurozona continuano “pressioni inflazionistiche contenute e deboli dinamiche di crescita, sebbene ci siano primi segnali di stabilizzazione del rallentamento economico”. La previsioni di crescita per l’Area nel 2020 scendono dall’1,2% all’1,1%, mentre viene confermato il +1,4% nei due anni successivi. Un sondaggio del Financial Times è ancor meno ottimista sull’anno che sta per cominciare e segnala il rischio che si possa scendere sotto l’1%. In particolare, l”Italia viene bocciata. Qui, come in Francia, Belgio e Spagna, sottolineano da Francoforte gli economisti di Christine Lagarde, non è stato ancora avviato «un costante percorso di riduzione» del debito che è a livelli molto elevati. L’analisi della Bce si basa sulla previsione del debito pubblico italiano nel 2020, che sarà superiore al 135% in rapporto al Pil. Da un grafico pubblicato emerge come lo scostamento dal requisito di aggiustamento strutturale previsto dal Patto di stabilità e crescita (Psc) sia dello 0,9%, il più alto tra gli otto paesi che il prossimo anno si discosteranno «in maniera significativa» dai requisiti.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bocciarelli Rossella 
Titolo: Sud, allarme di Confindustria: l’economia ha smesso di crescere – Il Sud in frenata: dopo quattro anni torna la recessione
Tema: Crescita

Economia al Sud di nuovo in calo, dopo quattro anni di crescita, come evidenzia uno studio realizzato da Confindustria e da SRM (branch per la ricerca sul Sud del think-tank di Intesa Sanpaolo). A certificare questo arretramento contribuiscono cinque variabili: la dinamica del Prodotto interno lordo (Pil), quella degli investimenti, la situazione delle imprese, l’andamento dell’export e dell’occupazione: dai dati emerge un rischio concreto che il Sud si avviti in una spirale recessiva, destinata ad allargare ancor di più il solco con il resto d’Italia. Torna a calare anche la fiducia delle imprese: gli investimenti si bloccano ad un -32,3% dal picco registrato nel 2008. In crisi anche l’occupazione giovanile e l’export, che negli anni scorsi era la componente della domanda che aveva sostenuto l’economia meridionale. Il trend positivo del credito d’imposta per gli investimenti al Sud (crediti compensati per un valore di 674 milioni di euro nel corso del 2019) ha certamente permesso di limitare i danni, ma i livelli pre-crisi finanziaria del 2008 restano lontani, torna a sottolineare il rapporto.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Picchio Nicoletta 
Titolo: Intervista a Stefan Pan – Pan: urgente un progetto per lavoro e infrastrutture – «Fiducia, infrastrutture e lavoro Subito un piano per il Mezzogiorno»
Tema: Crescita

Stefan Pan, vice presidente di Confindustria, ritiene indispensabile un intervento deciso per rilanciare il Sud che vada in tre direzioni: infrastrutture, occupazione giovanile e fiducia delle piccole e medie imprese. “Interventi che vanno fatti al più presto anche perché senza Sud non cresce l’Italia e non cresce l’Europa”, spiega, aggiungendo: “Le legge di bilancio ha alcuni elementi positivi, come la conferma del credito di imposta per gli investimenti al Sud, le misure di Industria 4.0, che hanno dato una spinta alla digitalizzazione, ma ha anche elementi molto critici, con una visione anti industriale e anti impresa. Per esempio la Robin Tax al 3,5%, che colpisce chi lavora nelle infrastrutture, che tra l’altro è anche retroattiva: ha un impatto negativo che va al di là della cifra. Così come il decreto fiscale con la confisca preventiva dei beni o la sospensione della prescrizione dopo il primo grado alimentano la sfiducia delle imprese”. Prosegue Pan: “Il reddito di cittadinanza ha dimostrato di non funzionare: solo un quarto delle persone che lo percepiscono sono occupabili. Si è anche visto che i posti che si liberano con quota loo non vengono rimpiazzati. Queste risorse potrebbero essere utilizzate in modo più efficace per il lavoro dei giovani”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Voltattorni Claudia 
Titolo: La bolletta della luce costerà di meno: risparmio del 5,4% – Bollette, scende il costo della luce
Tema: Bollette

Le bollette della luce dal 2020 saranno meno care. Nei primi tre mesi dell’anno  l’elettricità segnerà un deciso calo – meno 5,4% – mentre per il gas ci sarà un +0,8%, pari ad un risparmio complessivo annuale per famiglia di circa 125 euro. Questo soprattutto grazie ai bassi prezzi delle materie prime e al contenimento delle tariffe regolate di rete. Per l’elettricità l’esborso sarà di 544,2 euro con una variazione del 2,9% rispetto al periodo precedente (2018-2019) e un risparmio di circa 16 euro. Per il gas il risparmio sarà maggiore, la spesa di circa 1.400 euro, cioè meno 9,5% rispetto all’anno prima con un risparmio più sostenuto, 109 euro l’anno. Prorogate poi anche nel 2020 le agevolazioni per il cambio di potenza del contatore elettrico con costi ridotti. I consumatori possono quindi scegliere la taglia di potenza più adatta al proprio consumo senza aggravi.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  … 
Titolo: Missione Ue in Libia Parteciperà anche Di Maio
Tema: Libia

Il prossimo 7 gennaio si terrà la missione europea in Libia per disinnescare il conflitto in corso. Parteciperanno l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Josep Borrell, e iI ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, con i suoi omologhi di Francia, Gran Bretagna e Germania, come annunciato dallo stesso Borrell al ministro degli Esteri del Governo di accordo nazionale, Mohamed Taher Siala.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Ventura Marco 
Titolo: Libia, parte la missione della Ue per bloccare l’offensiva di Haftar – Libia, passa la linea italiana «Missione Ue tra 10 giorni»
Tema: Libia

Con il coordinamento dell’Alto rappresentante della Ue Josep Borrell e sotto impulso italiano, l’Europa si muove sulla questione Libia: prevista per il 7 gennaio una missione a Tripoli, per impedire l’affondo delle truppe di Bengasi del generale Haftar (sostenuto da Egitto, Russia e Emirati Arabi Uniti) e il dispiegamento contrario di truppe turche in appoggio al fragile governo di concordia nazionale di Al Sarraj. L’Alto rappresentante della Ue Josep Borrell ha annunciato questo estremo tentativo di stabilizzazione, mentre l’autoproclamato esercito di liberazione libico di Haftar annuncia di aver preso il controllo della base di Nagliya e dell’aeroporto a sud di Tripoli. Sul fronte opposto diverse fonti riferiscono dell’apertura di quattro centri di reclutamento nella zona sotto controllo turco in Siria, per creare una forza da dispiegare subito in Libia, filo-turca e filo-Tripoli, formata da ribelli siriani vicini a Ankara.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Sforza Francesca 
Titolo: Il 7 gennaio parte la missione Ue: corsa per battere i turchi sul tempo
Tema: Libia

Convocata a Bruxelles per il 30 dicembre una riunione di alti funzionari europei per preparare la missione del 7 gennaio in Libia, decisa alla luce del precipitare della crisi. Vi parteciperanno l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Josep Borrell, ilministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio e i suoi omologhi di Francia, Gran Bretagna e Germania. Nello stesso giorno il parlamento turco voterà la risoluzione per l’intervento militare in Libia, e il giorno dopo Erdogan incontrerà Vladimir Putin a Istanbul per parlare della crisi in corso. Cruciali saranno i tempi, visto che si tratta di anticipare le mosse del presidente turco Erdogan, pronto a inviare forze armate in difesa del governo di Sarraj.  Anche il fronte filo-Haftar sta preparandosi al contrattacco: Vladimir Purin e il presidente egiziano Al Sisi, in una telefonata di ieri pomeriggio, “hanno confermato la loro intenzione di coordinare ulteriormente i loro sforzi per stabilizzare la situazione in Libia”, come si legge in una nota del Cremlino. Ora la domanda è: riusciranno Unione europea e Nazioni Unite a impedire un confronto diretto in quella che potrebbe diventare una devastante guerra per procura a due passi da casa nostra?
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bongiorni Roberto 
Titolo: Erdogan contro Putin, la sfida che deciderà il futuro della Libia
Tema: Libia

L’intervento turco a fianco di al-Serraj rischia di aprire una fase nuova del conflitto: la guerra civile in Libia sembra ricalcare, in parte, le dinamiche e le strategie utilizzate in Siria dalla Turchia del volitivo presidente Recep Tayyip Erdogan e dalla Russia dell’astuto presidente Vladimir Putin. L’ultima offensiva lanciata dal generale Khalifa Haftar per conquistare Tripoli rischia di provocare conseguenze gravissime: al suo fianco centinaia di esperti mercenari russi, provenienti dalla società di contractors Wagner, un oscuro gruppo già presente in Siria. Il grido di allarme lanciato dal Governo di Tripoli, esecutivo riconosciuto dall’Onu non è rimasto inascoltato. Soprattutto dal suo alleato più influente: il presidente Erdogan: il suo annuncio di esser pronto inviare truppe di terra in Tripolitania, in difesa del Gna, rischia ora di aprire una fase nuova del conflitto.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Frattini Davide 
Titolo: Netanyahu ancora senza rivali Plebiscito alle primarie Likud
Tema: Voto in Israele

Benjamin Netanyahu vince le primarie del partito di destra israeliano Likud, nonostante l’incriminazione per corruzione e il rischio legale che non possa ricevere l’incarico per formare una coalizione di governo dopo le elezioni del prossimo 2 marzo. Il rivale Gideon Sa’ar sperava di raggiungere almeno il 30% dei voti, un numero simbolico per dimostrare che dentro al Likud sta crescendo la voglia di rinnovamento, ma dalle urne è emerso un vero plebiscito.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Nigro Vincenzo 
Titolo: Netanyahu stravince Tra elezioni e inchieste il leader è sempre lui
Tema: Voto in Israele

Il premier di Israele Benjamin Netanyahu giovedì ha vinto con una maggioranza poderosa le primarie del Likud indette per guidare il partito nelle elezioni anticipate del 2 marzo 2020, nonostante i guai giudiziari e il rifiuto di formare un governo con l’opposizione, decisione che ha portato il Paese alle terze elezioni in meno di un anno. Netanyahu si prepara quindi ad altri lunghi mesi di campagna elettorale. A 70 anni, con 13 anni al potere alle spalle, vuole rimanere nell’incarico di primo ministro e non prevede altre opzioni. Per Bibi hanno votato 41.792 militanti del suo partito, pari al 72,5 per cento, contro il 27,5 per cento dei militanti che hanno scelto Sa’ar. I militanti del Likud confermano di essere poco influenzati dalla tripla incriminazione che Netanyahu ha dovuto incassare il mese scorso: frode, corruzione e abuso di potere.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Goldkorn Wlodek 
Titolo: Netanyahu, trionfo e paure
Tema: Voto in Israele

Il trionfo, nelle primarie del Likud, di Benjamin Netanyahu assicura all’attuale premier israeliano il controllo del suo partito ma non garantisce una vittoria nelle elezioni politiche. Metà degli iscritti al Likud ha disertato le urne. Con ogni probabilità, quei non elettori non voteranno per i centristi del Kahol Lavan, dell’ex generale Benny Gantz. Ma Netanyahu ha comunque tutti i motivi per non dormire sonni tranquilli. Entro martedì dovrebbe decidere se chiedere alla Knesset di accordargli l’immunità nei tre casi giudiziari, fra corruzione e abuso di potere, per i quali il procuratore generale lo vorrebbe imputato davanti a un tribunale. Se chiede l’immunità dimostra di essere vulnerabile. Se rinuncia rischia di essere condannato.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lombardi Anna 
Titolo: McCarrick finanziava il Vaticano per garantirsi l’impunità sugli abusi
Tema: Vaticano

L’ex cardinale Theodore McCarrick, l’arcivescovo emerito di Washington spretato lo scorso febbraio, a 89 anni, dalla Congregazione per la Dottrina della fede dopo essere stato riconosciuto colpevole di molestie su minori e abusi sessuali nei confronti di seminaristi adulti adescati durante le confessioni, secondo uno scoop del Washington Post, a partire dal 2001 inviò assegni ad almeno 100 persone, “tutte direttamente coinvolte nel valutare le accuse di cattiva condotta a suo carico”. Soldi partiti dall’Archbishop’s Special Fund, il fondo speciale che gli consentiva di spendere a suo piacimento i proventi delle offerte ricevute dai fedeli più abbienti, e destinati a diverse “eminenze grigie”. E persino a due papi: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Al primo fra 2001 e 2005 arrivarono almeno 90 mila dollari. All’altro qualcosa di più: 291 mila dollari, di cui 250 mila in un solo assegno, versato a maggio 2005, un mese dopo la sua elezione al soglio pontificio. Quei fondi, lo ammette pure il giornale, potrebbero essere stati mandati per fare beneficienza: secondo l’uso interno alla Chiesa per cui i doni in denaro sono un segno di apprezzamento e di sostegno all’impegno dei personaggi più in vista. Ma il sospetto rimane. Gli assegni di padre McCarrick sono l’ennesimo tassello oscuro di questa vicenda.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Consiglio Francesco 
Titolo: Decine di superstiti nell’aereo che si schianta subito dopo il decollo
Tema: Schianto in Kazakhstan

Pochi secondi dopo il decollo un aereo passeggeri della compagnia kazaka Bek Air con 98 persone a bordo, compresi cinque membri dell’equipaggio, si è schiantato al suolo: 12 i morti, oltre cinquanta i feriti, alcuni in gravi condizioni. Ci sono molti sopravvissuti. L’aereo, un Fokker 100, aveva appena preso il volo da Almaty, la più grande città del Kazakhstan, alle ore 7,21, diretto verso la capitale Nur-Sultan (ex Astana), quando, dopo 19 secondi, ha colpito un muro di cemento. Quindi si è schiantato su un edificio di due piani in costruzione, per fortuna disabitato, «spaccandosi in due», ha spiegato il vicepremier kazako, Roman SkUar, dopo che la coda aveva toccato per due volte la pista in fase di decollo.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Modolo Gianluca 
Titolo: La libertà religiosa è legge 18 deputati agli arresti
Tema: Montenegro

I deputati dell’opposizione hanno provato fino all’ultimo a bloccare la nuova legge in Montenegro sulla libertà religiosa. Diciotto membri del Fronte Democratico, il partito filo-serbo, sono stati arrestati dalla polizia, entrata nella Camera dei deputati per riportare l’ordine.  Il testo, approvato dopo una maratona di otto ore in Aula, prevede che le comunità religiose del piccolo Paese balcanico debbano provare i loro diritti di proprietà su terreni, monasteri e chiese antecedenti al 1918, l’anno in cui il Montenegro si unì al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, poi diventato Jugoslavia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gaggi Massimo 
Titolo: Mamma, ho perso Trump Il Canada «taglia» Donald
Tema: Canada-Trump

La rete televisiva canadese Cbc ha scelto di tagliare il cameo del presidente USA Donald Trump nel film del 1992 “Mamma ho perso l’Aereo 2”.  Alcuni siti conservatori sono partiti all’attacco accusando i canadesi di avercela con Trump in modo pregiudiziale, come i democratici americani. Alcuni blogger hanno addirittura ipotizzato che sia stato lo stesso premier canadese, Justin Trudeau, che non ha un rapporto facile con Trump, a chiedere la censura, visto che la tv Cbc è finanziata dal governo. Il figlio del presidente, Donald Jr. ha definito “patetica” la decisione; il portavoce dell’emittente specifica che il taglio del film e stato deciso nel 2014 quando Trump non aveva ancora nemmeno deciso di scendere in politica: una scelta fatta, cosi come con altri film, per ricavare qualche minuto in più da destinare alla trasmissione di spot pubblicitari. Ma il caso ha fatto clamore.
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