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SINTESI IN PRIMO PIANO – 27 GENNAIO 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Governo verso il Conte-ter: da oggi le consultazioni al Quirinale;
– Covid-19: ISS accusa Lombardia, “dati sbagliati 54 volte”; finanziato vaccino italiano ReiThera;
– Recovery: allarme Ue per fare presto; FMI taglia stime su PIL;
– Decreto Ristori: il Ministro Gualtieri prova ad accelerare, sabato probabile approvazione;
– Usa-Russia: prima telefonata Biden-Putin; rinnovato Trattato Start su armi nucleari;
– Condizione dello straniero in Ue e diritti umani: le voci dei rappresentanti nella “Giornata della memoria”.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco – Guerzoni Monica 
Titolo: Si lavora al Conte ter tra gli ostacoli – Conte ora non chiude a Renzi «Emerga chi ha a cuore il Paese»
Tema: Governo verso il Conte ter

Prima ancora di entrare in Consiglio dei ministri, alle nove del mattino, Giuseppe Conte si ferma a parlare con i colleghi che gli sono più vicini: «Renzi voleva farmi fuori già un anno fa… Italia viva ce l’ha sempre avuto in mente, non l’hanno fatto solo per la pandemia». Ma dodici ore dopo, quando chiude con il post su Facebook la giornata più dura e fredda del suo secondo mandato, l’avvocato non nomina il senatore di Rignano né lo strappo con cui i renziani lo hanno costretto a infilarsi dentro il buco nero della crisi. L’appello con cui Conte chiama alle armi tutte «le voci che hanno a cuore le sorti della Repubblica», per un nuovo governo «che offra una prospettiva di salvezza nazionale», è aperto a tutti, sovranisti esclusi. A chi lo ha contestato, dentro Italia viva ma anche dentro il Pd, Conte concede l’ammissione che a volte «I risultati raggiunti e le risposte date non sono apparsi all’altezza de lle aspettative dei cittadini». Ai moderati e al centristi, a cut affida il miracolo numerico del Conte ter, propone un’alleanza di «chiara lealtà europeista». Sulla bilancia delle trattative mette «una riforma elettorale di stampo proporzionale&raqu o; e poi riforme istituzionali e costituzionali, «come la sfiducia costruttiva». E per la prima volta riconosce che il prossimo premier potrebbe non essere lui: «L’unica cosa che davvero rileva, al di là di chi sarà chiamato a guidare l’Italia, è che la Repubblica possa rialzare la testa».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vecchio Concetto 
Titolo: Conte nelle mani di Renzi – Le dimissioni di Conte per il ter gli serve Renzi Il Colle chiede numeri certi
Tema: Governo verso il Conte ter

O dalle consultazioni al Quirinale emergeranno numeri certi in favore di Giuseppe Conte oppure è difficile immaginare un reincarico al premier, che ieri alle ore 12 ha rassegnato le sue dimissioni nelle mani dí Sergio Mattarella. Ancora 48 ore e sapremo. II Capo dello Stato incontrerà oggi pomeriggio i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Cesellati, e domani pomeriggio i rappresentanti di Leu, Italia viva e Pd. Venerdl il centrodestra unito e l’MSS. L’opzione Responsabili – la cosiddetta “quarta gamba” pro Conte si è materializzata, ma i voti restano insufficienti. Il premier non ha la maggioranza assoluta al Senato, si ferma a quota 157, se si tolgono i tre senatori a vita 154, gliene mancano almeno sette. In queste condizioni non può sperare certo in un reincarico per il Conte ter. II gruppo di dieci “Europeisti”, con gli ex forzisti Andrea Causin e Marta Rosaria Rossi, che ieri si è costituito al Senato, non cambia infatti il pallottoliere: avevano già votato la fiducia al governo la settimana scorsa. Prevale nei palazzi del potere romano un’enorme confusione. Nessuno ha veramente capito come finirà. La sensazione è che la partita sia nelle mani di Matteo Renzi, che guiderà la delegazione di Italia viva al Colle, ma non proporrà nomi. Tuttavia la soluzione passa per le sue mani: se la sua pregiudiziale nei confronti di Conte rientrerà, allora la crisi si potrà chiudere entro sabato. Se invece insisterà per cambiare cavallo, allora si aprirà un’altra partita. Mattarella darà un mandato esplorativo nella giornata di sabato. Al momento è quest’ultima ipotesi a prevalere. Ma a chi lo darà? E ci sono le condizioni politiche per un’alternativa? II Quirinale pretende un governo di numeri sicuri, una maggioranza coesa che sappia approvare il Recovery e portare a termine in fretta la campagna dl vaccinazione. Conte ne è consapevole.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Magri Ugo 
Titolo: Sale sanificate e streaming La prima volta in pandemia
Tema: Governo: oggi iniziano le consultazioni al Quirinale

Comunque vada a finire, questa crisi resterà agli annali come la prima che cade nel pieno di un’epidemia. Perciò contraddistinta da tutte le cautele necessarie per impedire al Colle di trasformarsi in un cluster, alimentato dal viavai di delegazioni politiche. Il distanziamento sarà mantenuto con assoluto scrupolo. Addirittura i colloqui si alterneranno in tre diversi ambienti: nella Sala Arazzi di Lilla, nella Sala del Bronzino e nell’ufficio privato del presidente. Al termine di ciascun incontro Sergio Mattarella cambierà stanza in modo da permettere che quella precedente venga sanificata. I giornalisti non si accalcheranno più, com’era tradizione, nell’anticamera dello studio alla Vetrata (tra l’altro ci sono lavori in corso); i pochi ammessi con sorteggio e previo tampone registreranno le dichiarazioni dei leader nella grande Sala delle feste. Ma saranno anche le prime consultazioni nella storia della Repubblica in cui le dirette streaming faran no la parte del leone. Tramite il sito del Quirinale sarà possibile assistere da questo pomeriggio in diretta all’arrivo dei vari protagonisti e seguirli passo passo come mai era accaduto finora. I primi a presentarsi saranno i presidenti delle Camere, gli ultimi i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle alle 17 di venerdì.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Verderami Francesco 
Titolo: Tempi, numeri e la variabile di nome Renzi – Tempi, numeri e ministri sgraditi Così l’avvocato Può finire «bruciato»
Tema: Governo verso il Conte ter
Nella liturgia di ogni crisi i tempi sono fondamentali. E i tempi della crisi scanditi dal Quirinale assecondano iI tentativo di Conte di succedere a se stesso: visto che le consultazioni si protrarranno fino a venerdì, infatti, avrà ancora qualche giorno a disposizione per provare a costruire gruppi dei «responsabili», fondamentali per la riuscita del suo disegno. Perciò ieri sera il premier dimissionario si è rivolto agli «europeisti» che siedono in Parlamento, e con un messaggio social di stampo presidenzialista li ha invitati a sostenere un «governo di salvezza nazionale». Il sostegno dei «costruttori» è condizione necessaria perché possa andare avanti, ma non è sufficiente. Le tecnicalftà nella gestione della crisi possono cambiare il gioco. Non è la stessa cosa, per esempio, se il capo dello Stato si limitasse a un solo giro di consultazioni o ne facesse due. Ed & egrave; in base alle scelte di Mattarella che i partiti decideranno come muoversi. Scontato l’approccio iniziale dei grillini, bisognerà vedere cosa farà il Pd: se Zingaretti formalmente non contempla subordinate a Conte, il capogruppo Marcucci sostiene che non si potrà restare inchiodati «a tutti i costi» su un unico nome. Per una parte dei dem, schiacciarsi sull’«avvocato del popolo» rischia dl essere in prospettiva esiziale, ed è una concessione che in passato non è stata riservata nemmeno a Prodi e ai segretari del Pd.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: E nel toto-Palazzo Chigi spuntano Di Maio e Gentiloni – Da Di Maio a Gentiloni ora a bordocampo si scaldano gli altri
Tema: Governo verso il Conte ter

«C’è un nome solo», «c’è solo un nome», continuano a ripetere ministri, o ex ministri, e autorevoli esponenti della maggioranza. Tutti concordi – almeno in apparenza – sull’andare al Quirinale ripetendo in coro: Giuseppe Conte. Ma di nomi, nel calderone ribollente di veleni della crisi, ne sono entrati parecchi. Chi per tattica, chi per farlo fuori, chi perché eterna riserva della Repubblica, o possibile salvatore dl patrie in difficoltà. Non è infatti detto che Giuseppe Conte ce la faccia, che il triplete gli riesca davvero. Se le forze politiche di maggioranza non fossero compatte, se ci fossero crepe e da Italia Viva arrivasse al Colle un veto nel confronti del premier, tutti i giochi si potrebbero riaprire. Compreso quello originario: che tocchi al Movimento 5 stelle indicare un’altra persona al posto dell’avvocato del popolo, tirato fuori dal cappello in un giorno di primavera, quando tutte le altre strade erano state sb arrate dai veti incrociati. «E se dicessero Crimi, o Di Maio, o te?», chiedevano alcuni senatori qualche settimana fa al ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli, intento a sondare la compattezza del gruppo. «Come potremmo dire di no?». Già, come? Luigi Di Maio ha in testa questo schema “da circa otto anni”, dice ironicamente chi lo conosce da sempre. Potrebbe cercare di realizzarlo, perché in fondo era stato lui a correre da candidato premier nel 2018. Ma è successo molto, da allora. E il ministro degli Esteri potrebbe non avere dietro di sé gruppi compatti, soprattutto se Conte decidesse di non assistere inerme al suo accoltellamento.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Folli Stefano 
Titolo: Il punto – Il tramonto di Conte e la posta in gioco
Tema: Governo verso il Conte ter
Per quanto improbabile, non si può escludere del tutto che Giuseppe Conte riesca a reincarnarsi nel suo terzo governo. Dipende da circostanze che ancora devono non solo verificarsi, ma intrecciarsi tra loro in modo virtuoso. L’uomo, si sa, è impolitico ma fortunato, come dimostra la sua storia nelle istituzioni. Tuttavia esiste una sola ipotesi su cui egli può far leva per risorgere ed è un esecutivo con la stessa maggioranza di prima (5S, Pd, LeU e Renzi ritrovato) più il manipolo del “volenterosi” che in queste ore si sta costituendo in gruppo parlamentare. La carta, forse l’unica, di cul dispone l’avvocato del popolo è che il triangolo Pd-5S-LeU sta per fare il suo nome al presidente della Repubblica. Idem i neo responsabili dl Tabacci, t quail tuttavia sono gli stessi che hanno votato la fiducia al Senato l’altro giorno: e si è convenuto che quella maggioranza molto relativa non è sufficiente per governare. Ora, acquisito ch e Renzi non porrà veti perché non fa errori così banali, resta il fatto che nemmeno indicherà Conte per il nuovo incarico. Di conseguenza, la coalizione solida chiesta dal capo dello Stato, fondata su numeri certi in Parlamento, al momento sembra non esistere. Peraltro ogni altra combinazione – nel segno della “salvezza nazionale” o della “salute pubblica” – non è matura, ma se lo fosse non sarebbe di sicuro Conte a guidarla.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bottero Giuseppe 
Titolo: Intervista a Carlo Cottarelli – Cottarelli: “Io premier? Chi si illude si sbaglia” – Cottarelli: “Conte ter unica soluzione Tocca a me? Chi ci crede sarà deluso”
Tema: Governo: intervista al direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici

Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, ex commissario alla Spending Review, sta leggendo le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale, che abbassano l’asticella italiana, e osserva «meravigliato» la situazione politica. Le priorità, dice, sono altre rispetto a un «tira e molla» che «sta rallentando» la missione chiave del Paese: approvare un Recovery Plan che ci permetta di uscire dallo stallo e mettere in campo “alcune delle riforme che necessarie al Paese per portare la crescita a quel 2% l’anno che ci consentirebbe di recuperare il tempo perduto». Professor Cottarelli, l’Fmi ha quasi dimezzato le previsioni sul 2021, nonostante il crollo del 2020 sia meno violento, e l’agenzia di rating Fitch lancia un avvertimento a Roma: se non usa bene i fondi europei il rating è a rischio. C’è un allarme sul nostro Paese? «I numeri del Fondo non mi sorprendono. Il 2020 si chiuder&agra ve; con un calo del 9 per cento, più o meno quanto previsto dal governo. Forse Washington era stata troppo pessimista, perché le ultime stime erano uscite prima dei dati del terzo trimestre. Il 2021 è un caso po’ diverso. Il Tesoro aveva previsto una crescita del 6%, ma senza la seconda ondata. Ora la situazione è peggiorata». È possibile un governo Cottarelli? «Credo che chi ci pensa resterà deluso. La soluzione più logica è fare un Conte Ter tre con una maggioranza simile. Se non ci riescono la soluzione è andare al voto».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarzanini Fiorenza 
Titolo: «Dati sbagliati per 54 volte» La Lombardia: attacco politico – L’accusa alla Lombardia: «Dati sbagliati 54 volte» La Regione: attacco politico
Tema: Lombardia, l’accusa dell’ISS sui dati

Dal maggio scorso al 7 gennaio «la Lombardia ha mandato per 54 volte dati sbagliati o incompleti» e le «Incongruenze sono sempre state segnalate». Così l’Istituto superiore di sanità torna a marcare gli errori della Regione sul calcolo dell’indice Rt. E lo scontro si riapre. La replica del governatore Attilio Fontana è immediata: «L’Iss dovrebbe essere organo terzo e invece si comporta come una parte politica». Adesso comincia però la verifica sui numeri forniti dai tecnici di Palazzo Lombardia a partire da ottobre per stabilire se i passaggi in fascia rossa o arancione fossero basati su parametri non corrispondenti con la situazione reale. Un dettaglio non da poco, visto che proprio a questo sono legati i ristori concessi ad attività commerciali e locali pubblici – primi fra tutti bar e ristoranti – costretti a chiudere. La relazione dell’Iss è stata preparata in vista della discussione di f ronte ai giudici del Tar del Lazio cui la Lombardia si è rivolta per far annullare l’ordinanza del 16 gennaio 2021 che ha fatto finire la regione in zona rossa. Scrivono gli esperti dell’Istituto: «Si segnala che dal mese di maggio 2020 l’Iss ha inviato 54 segnalazioni di errori, incompletezze e/o incongruenze alla Regione Lombardia, l’ultima delle quali in data 7 gennaio 2021». Poi entrano nel dettaglio, e in particolare: «Gli ultimi inserimenti da parte della Regione Lombardia risalgono alle ore 1o.58 e alle ore 14.51 del 20 gennaio 2021 con una rettifica dei dati pregressi presenti alla data 13 gennaio 2021: eliminando la segnalazione di una data inizio sintomi in 4.875 casi segnalati; diminuendo di 17.654 casi quelli classificati in precedenza come sintomatici; aumentando di 12.779 casi quelli classificati come asintomatici».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Dusi Elena 
Titolo: E ora lo Stato scommette sul vaccino tutto italiano
Tema: Vaccino italiano ReiThera

Lo Stato crede nel vaccino italiano. ReiThera, la biotech che lo sta mettendo a punto, sarà finanziata con 81 milioni di fondi pubblici. Ora tutto è pronto, nell’azienda di Castel Romano, a sud di Roma, per la fase 2 delle sperimentazioni, dopo i buoni risultati della fase 1. Il vaccino italiano ha diversi vantaggi: non ha bisogno di richiamo, si conserva a temperatura di frigo (2-8 gradi) e, nel peggiore dei casi, può essere adeguato alle varianti in 2-3 mesi. Per la fase 2 a febbraio ReiThera arruolerà 900 volontari. I risultati arriveranno in tarda primavera. La fase 3, orientativamente con 10mila volontari, potrebbe allargarsi all’estero e in estate ci dirà se il vaccino di Castel Romano diventerà l’arma in più del nostro Paese nella lotta alla pandemia, con la capacità di produne 10 milioni di dosi al mese. «È un accordo importante per ridurre la dipendenza del nostro Paese in un settore delicatissimo per la tu tela della salute dei cittadini», è il commento di Domenico Arcuri, che oltre a essere commissario per l’emergenza Covid è anche amministratore delegato di Invitalia, l’agenzia governativa che ha messo sul tavolo gli 81 milioni. Arcuri parla pour cause: sa bene quanto irta di ostacoli sia la questione dell’approvvigionamento del vaccini e l’accordo di cul parla è il “contratto di sviluppo” concluso ieri con la biotech, che prevede l’ingresso di Invitalia nel capitale di ReiThera con una quota del 30%.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Guerrera Antonello 
Titolo: Intervista a Pascal Soriot – “I vaccini prima agli inglesi? L’Ue li ha chiesti tre mesi dopo” – “Falso che dirottiamo fiale Ma AstraZeneca con la Ue non ha nessun obbligo”
Tema: Vaccini Astra Zeneca

È stata accusata dal commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, di trattare l’Italia e l’Ue come «poveracci» nella corsa al vaccino di Oxford che venerdl dovrebbe essere approvato dall’Ema. È stata minacciata di «cause legali» dal premier Giuseppe Conte dopo la riduzione della consegna delle dosi del “60% nel primo trimestre 2021: in Italia 3,4 milioni anziché 8”. È stata accusata dall’Ue di scarsa trasparenza Ora, però, dopo tanti silenzi, per la prima volta AstraZeneca risponde alle domande. Parla il chief executive officer, il gran capo Pascal Soriot. Francese, 61 anni, dopo Roche dal 2012 ha riportato in alto l’allora zoppicante colosso farmaceutico di AstraZeneca. Soriot parla di tutto. E fa rivelazioni. Soriot, perché sinora AstraZeneca non ha specificato all’ Ue i motivi del ritardi della consegna del vaccino di Oxford? «Siamo stati piuttosto specifici con l’Ue. Anche noi siamo delusi: c i piacerebbe riuscire a produrre di più. A febbraio consegneremo all’Europa una quantità soddisfacente, simile agli altri produttori. Stiamo lavorando 24 ore su 24, sette giorni su sette per risolvere i problemi». Cosa Intende con “quantità soddisfacente”? «Appena avremo l’approvazione Ema, l’obiettivo è recapitare all’Ue 17 milioni di dosi entro la fine di febbraio. Di queste, 2,5 circa in Italia». Ma allora non ci sono le basi per un’azione legale dell’Italia, come ha minacciato giorni fa Conte per il ritardo delle dosi. «Le ho detto quello che c’è nel contratto. Ed è molto chiaro. Il nostro impegno p basato sul “best effort”: faremo il massimo sforzo».
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Di Donfrancesco Gianluca 
Titolo: Fmi: in Italia crescita più debole Cina e Stati Uniti trainano la ripresa – Fmi: riviste al ribasso le stime per l’Italia, Cina e Usa accelerano
Tema: World Economic Outlook: Pil 3%

«Incertezza» è stata la parola d’ordine del 2020, l’anno della pandemia e della recessione senza precedenti. E l’incertezza rischia di dominare anche buona parte del 2021, soprattutto per Eurozona e Italia. Il Fondo monetario internazionale ha sì alzato le stime sull’economia mondiale, ma le incognite, legate all’efficacia e alla ternpestività delle campagne di vaccinazione, alle nuove ondate di infezioni e alle possibili varianti del Covid-19, restano enormi. Nell’aggiornamento del World Economic Outlook dell’Fmi, diffuso ieri, si ridimensiona la contrazione dell’economia globale nel 2020: il calo sarà del 3,5%, quasi un punto in meno rispetto al crollo stimato a ottobre (-4,4%). E il rimbalzo nel 2021 sarà più robusto: il 5,5%, lo 0,3% in più rispetto alle stime di tre mesi fa (nel 2022 la crescita si assesterà al 4,2%). La correzione, spiega la capoeconomista del Fondo, Gita Gopinath, «riflette gli effetti p ositivi dell’inizio delle vaccinazioni» e le misure di sostegno varate soprattutto negli Stati Uniti e in Giappone alla fine dello scorso anno. Per ritornare ai livelli pre-pandemia, ci vorrà però tempo: anche con la ripresa, gli output gap non dovrebbero chiudersi fino a dopo il 2022. L’inflazione resterà pertanto molto bassa. La crisi lascerà cicatrici profonde: spingerà 90 milioni di persone in condizioni di povertà estrema nel 2020-21 e costerà 22mila miliardi di dollari tra il 2020-25. Alla fine del 2022, secondo l’Fmi, la Cina potrebbe aver lasciato sul terreno circa l’1,5% del Pil, rispetto al percorso pre-Covid. Analoga la perdita degli Usa, mentre per l’Eurozona si stima quasi il 4%. Molte aspettative sono ovviamente riposte, anche dall’Fmi, sul programma Next Generation EU. Per l’Italia, la contrazione nel 2020 sarà del 9,2%, in linea con le previsioni del Governo e meglio di quanto stimato a ottobre (-10,6%). Un crollo pronunciato, al quale farà seguito un rimbalzo relativamente modesto, con una crescita limitata al 3% nel 2021, contro il 5,2% precedentemente previsto.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Argenio Alberto – Petrini Roberto 
Titolo: Recovery, allarme europeo: “Fate presto”. Il Fondo monetario taglia le stime sul Pil – L’Fmi taglia le stime sul Pil italiano “Salirà solo del 3%”
Tema: Fmi taglia stime sul pil

L’Italia ancora nel mirino. L’Fmi taglia le stime di crescita, l’agenzia di rating Fitch, dopo Moody’s, minaccia il declassamento se falliremo sul Recovery Plan e dalla Commissione di Bruxelles e dalle cancellerie europee giunge un allarme: «Forte preoccupazione, sbloccate la crisi». La giornata delle dimissioni del premier Conte è stata segnata da tensione sulle sorti del nostro paese. Ha cominciato il World Economic Outlook dell’Fmi a decretare che siamo il fanalino di coda del G7. Il Pil infatti quest’anno crescerà solo del 3 per cento contro una previsione del 5,2 per cento nell’ottobre scorso: un dato vicino al 3,5 per cento reso noto da Bankitalia nei giorni scorsi e molto inferiore a quello del governo ancora ancorato al 6 per cento che nella relazione sullo scostamento di bilancio dei giorni scorsi è stato definito «non irrealistico». Migliora invece il bilancio dell’Fmi sul nostro Pil dello scorso anno: da un pessimistico -10,6 de ll’autunno scorso siamo risaliti al -9,2 questa volta in linea con le stime del nostro esecutivo. Il Weo di ieri non fornisce valutazioni sui conti pubblici, tuttavia la crisi di governo ha nuovamente acceso un faro sul nostro debito e sulla capacità di assumere risorse attraverso il Recovery Plan. Una nuova doccia gelata – dopo quella analoga di Moody’s nei giorni scorsi – è arrivata dall’agenzia di rating Fitch che ha avvertito: l’Italia rischia un declassamento «se dovesse fallire» nell’utilizzo del Recovery Fund. Fitch, che stima per íl 2020 un debito-Pil del 160 per cento, osserva che la crisi di governo mina gli sforzi «per una strategia della crescita post-pandemia». Nelle capitali europee si respira non meno preoccupazione per il nostro Paese. «L’Unione ha paura della crisi di governo e si aspetta che se ne esca con un forte spirito europeista», ha osservato il presidente dell’Europarlamento David Sassoli.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bresolin Marco 
Titolo: Intervista a Johannes Hahn – Hahn (Ue: “Con il voto il Recovery è a rischio” – “La crisi va risolta in pochi giorni Con le urne è a rischio il Recovery”
Tema: Intervista al Commissario Ue per il Bilancio

L’Italia deve risolvere la crisi politica al più presto, «nel giro di qualche giorno», evitando le urne. Perché una situazione di incertezza «sarebbe un disastro» e una campagna elettorale in questi mesi finirebbe per «distrarre» i politici, con «conseguenze molto gravi» per il Recovery Fund. Ne è convinto Johannes Hahn, il commissario europeo che ha la delega al Bilancio e che dunque ha in mano la gestione dei fondi del Next Generation Eu. L’esponente del partito popolare austriaco – parlando con alcuni giornali europei – assicura che la prima emissione di bond arriverà «verso la metà di quest’anno», in modo da far partire i primi finanziamenti in estate. Sempre che tutto fili liscio. Con le dimissioni di Conte si è aperta una fase di grande incertezza: siete preoccupati? «Ciò che sta succedendo in Italia è decisamente spiacevole, oltre che irresponsabi le. In una situazione come quella che stiamo vivendo, tutte le forze politiche ragionevoli, di governo e di opposizione, dovrebbero lavorare per superare le difficoltà. È un discorso che vale per tutti gli Stati. E invece gli sviluppi nel vostro Paese sono preoccupanti. Dall’altro lato, però, sono fiducioso: l’Italia – a differenza di altri Paesi – ha molta esperienza nel gestire le crisi di governo e a risolverle nel giro di qualche giorno». Velocità che invece non si è vista con il Recovery Plan. «Una cosa va detta: il governo italiano sta lavorando sul Recovery Plan sin dall’inizio e devo ammettere che ciò che abbiamo visto finora è piuttosto promettente, tenuto conto delle precedenti esperienze».
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Di Branco Michele 
Titolo: Ristori e cartelle, sabato il decreto – Decreto Ristori, Gualtieri prova ad accelerare per chiudere in settimana
Tema: Ristori, Gualtieri vuole accelerare iter

Governo pronto a varare il decreto Ristori numero cinque e a congelare, ancora per qualche settimana, l’invio delle cartelle esattoriali. Il governo, seppur dimissionario, appare legittimato dalla crisi pandemica a licenziare anche atti così pesanti come quello da 32 miliardi (frutto dell’ok del parlamento allo scostamento di Bilancio) che serve a indennizzare le attività intrappolate e impoverite da chiusure e restrizioni. Una formulazione che sembra appunto aprire anche alla possibilità che il governo, nel disbrigo degli affari correnti, possa varare il decreto Ristori. E a questo punto, spiegano fonti alle prese con il dossier, si punta ad accelerare. Attraverso un programma in due fasi. Un Consiglio dei ministri, nel weekend, potrebbe dare il disco verde al decreto che proroga almeno a fine febbraio lo stop all’invio delle cartelle fiscali, attualmente in scadenza il 31 gennaio. Poi, la settimana prossima, un altro Cdm per varare il dl ristori 5. Il mini stro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nell’ultima audizione alle Camere, ha confermato «l’impegno preso con il Parlamento sullo stanziamento di 1,5 miliardi per la decontribuzione delle partite Iva con perdite di fatturato». Quanto ai ristori veri e propri, asse portante del decreto, ieri il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, è entrato nello specifico spiegando che il governo punta a «costruire anche un intervento perequativo che permetta di superare gli interventi a singhiozzo e le situazioni di iniquità che la necessità di rispondere in tempi rapidi ha prodotto». «L’intervento – ha precisato lo stesso Misiani – guarderà alla perdita di fatturato di tutto il 2020, quindi superando l’approccio di aprile su aprile che inevitabilmente penalizzava tutta una serie di attività. Dobbiamo costruire un intervento – ha concluso – che ci permetta di aiutare di più chi ha ricevuto di meno, quindi che tenga conto degli aiuti ricevuti».
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Testata:  Mf 
Autore:  Leone Luisa 
Titolo: Palazzo Chigi, i dossier in sospeso
Tema: Dossier in sospeso

Sono tante le partite avviate dal governo Conte, che coinvolgono primarie aziende e istituti bancari, non solo pubblici, e che saranno l’eredità del prossimo esecutivo, quale che sia. Basti pensare alla complicata negoziazione tra il governo italiano e la Commissione Europea sul destino della nuova Alitalia pubblica. E’ in corso un intenso scambio tra il ministero dell’Economia e l’Antitrust Ue, che ha chiesto chiarimenti all’Italia per giustificare l’ennesimo salvataggio della compagnia di bandiera. Il Mef ha risposto il 21 gennaio ribadendo l’indipendenza della newco, ma ora che il governo è in crisi che accadrà se a riprendere le fila del discorso sarà un esecutivo diverso dall’attuale? O anche solo un diverso ministro dell’Economia (il nome di Roberto Gualtieri circola tra i possibili premier alternativi a Conte) che ha finora seguito passo passo la partita? I rallentamenti potrebbero essere inevitabili. In ballo, potenzialmente da chiudere entro gennaio, ci sono anche altre due operazioni importanti per il destino del Paese, anche se una delle due non vede in pista direttamente il governo ma la Cassa Depositi e Prestiti. Si tratta del deal Autostrade per l’Italia, che potrebbe concludersi, con un’offerta di Cdp e i fondi Macquarie e Blackstone (vincolata all’approvazione definitiva del Piano economico finanziario di Aspi) entro il 31 gennaio. Tuttavia non si possono escludere slittamenti, visto che la cordata sta ancora esaminando i documenti caricati qualche settimana fa in data room dalla controparte. Sarebbe quasi una beffa se l’operazione dovesse concretizzarsi senza che l’esecutivo possa cantare vittoria. L’altra questione, anche se ben avviata, è l’ingresso di Invitalia nel capitale di Ilva con il 50%, per il quale si attende il via libera dell’ Unione Europea. Molto più indietro è invece la partita per la creazione di una rete unica in fibra, da concretizzare mettendo insieme le infrastrutture di Tim e Open Fiber.
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Testata:  Italia Oggi 
Autore:  Chiarello Luigi 
Titolo: Intervista a Giuseppe L’Abbate – Un rating alle aziende agricole
Tema: Intervista al Sottosegretario al Mipaaf L’Abbate

“L’accesso delle aziende agricole al fondo di garanzia pmi ha spalancato le porte del credito, mobilitando oltre 2,6 mld. Non basta. Bisogna lavorare per elevare i massimali di agevolazione”: nonostante la crisi di governo, il sottosegretario alle politiche agricole, Giuseppe L’Abbate (M5S), confida in un governo Conte ter. A Italia Oggi disegna l’agenda che verrà. Il cuore è il credito. Il resto? Una presa di distanza dai Ciampolillo. Domanda. II decreto Cura Italia (n. 18/2020) ha consentito alle imprese agricole di accedere alle garanzie sul credito del fondo centrale pmi. Com’è andata? Risposta. Per la verità, per i confidi agricoli era già possibile, ma sono soggetti ormai sparuti. La modifica prevista dal Cura Italia è frutto di una mia iniziativa ed è operativa dal 20 luglio; da allora al 4 gennaio 2021 sono state messe a segno diecimila operazioni di finanziamento alle imprese agricole per complessivi 1,6 mld di euro erogati. U n dato che dimostra la fame di credito che c’è in agricoltura. In quest’importo vi sono operazioni garantite al 100% sino a 30mila euro, destinate alla pronta liquidità; strumento che, nel caso del fondo pmi, ha interessato 5.300 imprese. Ma il Cura Italia ha attivato anche un altro grande canale di finanziamento di ben 1,5 mld complessivi ad appannaggio di 4.850 imprese per operazioni in prevalenza destinate ad investimenti. Con una media ad operazione di 3lmila euro, queste costituiscono la vera ossatura del sostegno all’agricoltura che vuol crescere e innovarsi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Serafini Laura 
Titolo: Abi: stabilizzare gli aiuti anche dopo il Covid
Tema: Abi, la posizione sul Recovery

Mantenere le misure già adottate per fare fronte all’emergenza della pandemia, in particolare moratorie e prestiti con garanzia pubblica. E fare in modo che questi strumenti sopravvivano oltre la fine della pandemia. E ancora: «evitare la proliferazione di misure agevolative con la conseguente polverizzazione delle risorse disponibili». È la posizione che l’Abi avrebbe espresso ieri al premier Giuseppe Conte sul Recovery Plan se l’incontro non fosse stato annullato per la crisi di governo. L’Abi, per la quale proseguire con l’attuazione del Recovery Plan deve restare una priorità nonostante la crisi di governo, osserva come il piano preveda «l’utilizzo di strumenti finanziari per favorire l’apporto di risorse private (in forma di credito o capitale) al fianco di quelle pubbliche per attivare nuovi investimenti in particolare nell’area delle filiere strategiche, del miglioramento dei servizi». Viene inoltre ipotizzata la costituzione di un “Fondo di fondi”, che alimenti fondi operativi specializzati per strumenti finanziari, rischi assunti e settori di intervento». Ma a fronte di tutto questo, proprio per non creare duplicazioni e disperdere risorse, l’associazione afferma che gli strumenti finanziari devono restare le «garanzie su finanziamenti bancari; contributi in conto interessi su finanziamenti bancari; finanziamenti agevolati, eventualmente associati a finanziamenti bancari».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Marro Enrico 
Titolo: Appalti e cantieri, lo scatto del 2020 a quota 43 miliardi
Tema: I dati del Cresme: +10% rispetto al 2019 

Lo sblocco degli investimenti incagliati; l’alta velocità ferroviaria al Sud; il decreto legge Semplificazioni, affiancato dal piano Italia veloce della ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli. Sono questi i fattori che hanno favorito un alto numero (21.770) di bandi di gara per opere pubbliche nel 2020, nonostante sia stato l’anno del coronavirus (nel 2019 i bandi erano stati 23.517), e soprattutto un valore record degli stessi: 43,3 miliardi in tutto, il 9,9% in più dei 39,4 miliardi del 2019 e molto di più dell’andamento medio del periodo 2011-2018, secondo i dati dell’Osservatorio nazionale delle opere pubbliche presso il Cresme. Un risultato trainato dal boom dei bandi di gara assegnati nel settore delle ferrovie, passati da un valore di 4,8 miliardi nel 2019 a 13,8 miliardi nel 2020, grazie anche agli appalti riguardanti l’alta velocita Palermo-Catania-Messina e gli ultimi due lotti della Napoli-Bari e allo sblocco del contratto di programma con RS, la società perla rete ferroviaria. In forte aumento anche l’importo complessivo dei bandi Anas (strade e autostrade), saliti a 5,7 miliardi rispetto ai 4,3 del 2019. Più in generale, gli appalti raggruppati sotto la voce «Gestori reti, Infrastrutture e servizi pubblici nazionali» sono quasi raddoppiati lo scorso anno rispetto al 2019 e triplicati in confronto a dieci anni prima. I dati dell’Osservatorio del Cresme mostrano anche una certa vivacità delle province, con 11.941 bandi per 1,2 miliardi di lavori: in particolare, interventi di manutenzione diffusa delle strade provinciali, anche questi bloccati da tempo.
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Testata:  Mf 
Autore:  Romani Angelica 
Titolo: Snam & C alla Ue: aumentare i consumi di idrogeno
Tema: Snam – idrogeno

Almeno il 3% dei consumi di gas dell’ Unione europea nel 2030 dovrà essere rappresentato dall’idrogeno, grazie a una capacita di circa 40 GW. Lo chiedono a Bruxelles Snam e le altre 10 società di infrastrutture energetiche dell’alleanza Gas for Climate. La quota di idrogeno deve rientrare nel target dell’11% di gas rinnovabili sul totale della domanda finale europea di gas, che secondo il consorzio «è il passo necessario per contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Unione europea, che prevedono la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030». II restante 8% dovrebbe essere coperto dal biometano da biomasse sostenibili. Questo target, secondo Snam&C, andrebbe introdotto nella Direttiva sulle energie rinnovabili dell’ UE.
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Testata:  Mf 
Autore:  Braghieri Donatello 
Titolo: A2A pronta a investire 3,7 miliardi su Milano
Tema: A2A investe in Lombardia

Saranno 3,7 i miliardi investiti da A2A su Milano nell’arco del piano 2021-2030 che prevede 16 miliardi di curo complessivi di capex. Lo ha spiegato l’amministratore delegato della multiutility, Renato Mazzoncini, in audizione a Palazzo Marino con i consiglieri comunali del capoluogo lombardo. Sull’intera Regione verranno investiti 9,1 miliardi, 900 euro per abitante in totale, fino al 2030, Tra i progetti destinati a Milano spicca il lavoro sulle reti, da 1,4 miliardi, e il doppio investimento sulla centrale di Cassano: 600 milioni saranno dedicati allo sviluppo e alla manutenzione dell’impianto e altri 300 milioni andranno a finanziare il suo collegamento con la rete di teleriscaldamento della metropoli. Per l’intervento, ha spiegato Mazzoncini, è stato «ipotizzato» anche un contributo a fondo perduto della Ue di circa da 200 milioni nell’ambito del Recovery plan.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Scott Antonella 
Titolo: Usa e Russia rinnovano l’accordo Start sul nucleare – Russia e Stati Uniti rinnovano il trattato Start
Tema: Armi nucleari

Pur essendo atteso, è arrivato prima del previsto, a pochi giorni dalla scadenza, un accordo sul disarmo che riporta Russia e Stati Uniti all’epoca delle grandi intese, e imprime immediatamente un tono diverso alle relazioni tra Mosca e Washington nei primissimi giorni dell’era Biden. Anche se la decisione di prorogare il Nuovo Start – il trattato bilaterale che fissa un limite alle testate nucleari dispiegate e ai rispettivi sistemi di trasporto – rischia di essere un unico filo d’erba nel deserto. Ma pure quel filo rischiava di essere spezzato. È come se Joe Biden e Vladimir Putin, che ieri sera si sono sentiti al telefono per la prima volta dalle elezioni, su iniziativa della Casa Bianca, si fossero giocati subito la carta migliore. Alle spalle hanno una serie di scambi tesi, a cominciare dal primo incontro a Mosca, nel 2011, quando il vicepresidente Biden debuttò con una battuta gelida sull’anima di Putin, allora primo ministro, e poi andò a incontrare i rappresentanti dell’opposizione. «Nei prossimi giorni – spiega il Cremlino – le due parti adempiranno a tutte le procedure necessarie per garantire il proseguimento di questo importante meccanismo del diritto internazionale, che limita gli arsenali nucleari». Il Nuovo Start, firmato da russi e americani l’8 aprile 2010, è un trattato legalmente vincolante accompagnato da un sistema di verifiche, messe costantemente alla prova nel clima di diffidenza reciproca. Fissa un tetto di 1.550 testate strategiche nucleari per parte, dispiegabili su un massimo di 700 sistemi di lancio: bombardieri, missili balistici intercontinentali, missili lanciati da sottomarini.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Hacker, elezioni truccate e nucleare il primo difficile contatto Biden-Putin
Tema:  Armi nucleari

Dura ma anche produttiva la prima telefonata tra Joe Biden e Vladimir Putin dopo l’insediamento del nuovo presidente americano è stata l’occasione per sancire subito un accordo, e per sottolineare puntigliosamente tanti disaccordi. I due leader hanno dato il via libera alla proroga di cinque anni del trattato New Start, che era stato firmato da Barack Obama e Dmitri Medvedev nel 2009 e sarebbe scaduto il 5 febbraio. Quel trattato limita gli arsenali di ciascuna delle due superpotenze a 1.550 testate nucleari ciascuno. Donald Trump aveva rinviato fino all’ultimo il suo prolungamento perché accusava la Russia di non rispettare i patti ma soprattutto perché avrebbe voluto coinvolgere la Cina, finora slegata da ogni limitazione: cosa che Xi Jinping rifiuta. L’intesa immediata sul New Start è stata però accompagnata da prese di posizione molto critiche da parte di Biden, ricostruite puntigliosamente dalla sua portavoce Jen Psaki. II presidente americano ha ribadito la condanna che era già stata espressa dalla sua diplomazia, per l’avvelenamento e poi l’arresto dell’oppositore Aleksej Navalnyj e la repressione delle manifestazioni di protesta.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Harris Kamala 
Titolo: Kamala: la mia America darà voce ai più deboli – “La mia lotta per i diritti dei più deboli”
Tema: Usa, il libro manifesto della Vicepresidente

Nessuna delle esperienze avrebbe ispirato la mia visione politica più del decennio che avevo trascorso in prima linea come pubblico ministero. Il tribunale avrebbe dovuto rappresentare l’epicentro della giustizia, ma spesso si rivelava un epicentro d’ingiustizia. Avevo frequentato le aule abbastanza a lungo da vedere le vittime di violenza riapparire anni dopo come responsabili, a loro volta, di crimini violenti. Lavoravo con bambini cresciuti in quartieri così vessati dal crimine che registravano percentuali d’incidenza del disturbo da stress post-traumatico alte come quelle dei bambini delle zone di guerra. Come sostituto procuratore, íl mio lavoro era far condannare coloro che violavano le leggi. Ma parte della responsabilità non ricadeva forse anche sul sistema e sulle comunità di origine? Per me, essere un procuratore progressista significa capire e intervenire su questa dicotomia. Significa comprendere che, quando una persona uccide qualcuno, o un bambino viene molestato o una donna violentata, i responsabili meritano di andare incontro a gravi conseguenze. Ma significa anche capire che non vi è equità nel sistema giudiziario. Dobbiamo affrontare il pregiudizio razziale presente nel nostro sistema di giustizia penale. E questo sforzo inizia affermando che le vite delle persone di colore contano. I fatti parlano chiaro: quasi quattro anni dopo che da Ferguson, nel Missouri, ha cominciato a propagarsi Il movimento Black Lives Matter, il procuratore generale dello Stato ha riferito che gli automobilisti neri hanno l’85 per cento di probabilità in più di essere fermati dalla polizia stradale rispetto al bianchi.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Castelletti Rosalba 
Titolo: Ljubov Sobol – Sobol “La battaglia di Navalnyj non si ferma andremo avanti noi”
Tema: Intervista alla vice del dissidente in cella

A un certo punto, nel bel mezzo della conferenza stampa indetta da Ljjubov Sobol nell’ufficio moscovita di Aleksej Navalnyj, un usciere sale sul palco a consegnare un mandato di comparizione. Sobol sdrammatizza. «Non c’entro niente». Un episodio surreale, ma emblematico delle pressioni che subisce ogni giorno la Fondazione anti-corruzione (Fbk) di Navalnyj, l’oppositore avvelenato col Novichok e arrestato al suo rientro a Mosca Tutti i suoi principali collaboratori sono in esilio o sono finiti in cella alla vigilia delle proteste indette sabato. Nel quartier generale, l’unico volto riconoscibile rimasto è quello di Sobol, 33 anni: fermata sabato non appena arrivata in piazza Pushkin, ha scongiurato il carcere solo perché madre di una bimba piccola. E, rispondendo alla stampa, compresa Repubblica, promette che continuerà la sua battaglia. Aleksej Navalnyj rischia di restare in carcere per anni. II lavoro della Fondazione proseguirebbe anche senza di lu i? «Navalnyj è stato fermato molte volte. Ha trascorso 14 mesi ai domiciliari. L’anno scorso è finito in coma. Ma abbiamo sempre lavorato. Certo, è di difficile operare sotto continue pressioni, ma ne abbiamo già passate tante. Quando vedi il tuo ufficio perquisito più e più volte, diventi resiliente. Ora l’obiettivo principale è distruggere il monopolio di Russia Unita, il partito al potere, alle parlamentari di settembre. È uno dei pilastri del regime illegale di Vladimir Putin e vogliamo una Russia dove tutti hanno diritto a media indipendenti, a una giustizia equa e a votare per i candidati che preferiscono».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gates Bill – Gates Melinda 
Titolo: Vaccini sicuri a tutti i Paesi – Vaccini sicuri ed efficaci e in tutti i paesi del mondo
Tema: Covid-19: filantropia e lotta contro il virus

Vent’anni fa, abbiamo creato una fondazione dedicata alla salute mondiale perché volevamo usare le risorse di Microsoft per aiutare il maggior numero possibile di persone. La salute è la hace per una società prospera. Ciò è apparso quanto mai evidente l’anno scorso, quando la pandemia ha sconvolto tante vite, in Italia e nel mondo. Benché la nostra fondazione temesse da tempo un’eventuale pandemia – soprattutto dopo l’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale – siamo stati impressionati dalle drammatiche ripercussioni di Covid-ig sull’economia, l’occupazione, l’istruzione e il benessere. In tutta Europa, i Paesi continuano a registrare un numero significativo di contagi e di decessi e devono imporre restrizioni che sono inevitabili, ma che hanno un pesante impatto sulla società e sull’economia. Se il 2020 sarà ricordato come l’anno in cui una minaccia globale ha raggiunto quasi ogni persona sul pianeta, speriamo che il 2021 sarà ricordato come l’anno in cui il mondo intero ha potuto beneficiare di una soluzione equa ed efficace contro il Covid-19. Se c’è una ragione per essere ottimisti, è che nell’ultimo anno il mondo ha conosciuto il più grande impegno perla salute pubblica della storia: un impegno che coinvolge politici, ricercatori, operatori sanitari, imprenditori, associazioni, comunità religiose e molti altri che, in tutto il mondo, collaborano in modo nuovo.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Galli Giuliana 
Titolo: “Ministro Di Maio le scrivo si ricordi i fantasmi di Bihac” – “Ministro, si ricordi i fantasmi di Bihac”
Tema: Immigrazione, lettera della Vicepresidente Associazione Mamre

Gentile ministro Di Maio, oggi è il Giorno della Memoria che ricorda una pagina nerissima della storia recente. È amaro constatare che il ricordo di un fatto così mostruoso non riesca a risvegliare forze e sentimenti capaci di fermare le pagine nerissime di oggi, a cominciare dagli eccidi plurimi di persone in Libia, nei Balcani e altrove. Cambiano le condizioni, cambiano i moventi, cambia la scena; ma barche che si capovolgono nel Mediterraneo, uomini, donne e bambini malmenati, respinti e lasciati morire nel cuore freddo dell’Europa sono una forma del Male che si esprime come ignavia, indifferenza, incapacità a dirigere il “potere” verso finalità etiche rispettose di quei Diritti Umani, nati a fatica nel cuore di questa nostra Europa, oggi incapace, peraltro, di farli rispettare. Sappiamo che cosa succede in Libia e sappiamo che cosa succede nella rotta balcanica: la gente muore ai confini dell’Europa. Della strage degli Ebrei, e di molti altri co n loro, si disse “non sapevamo” . È menzogna, ovviamente. Per questi attuali condannati in lager a cielo aperto o nelle galere libiche sappiamo molte cose e, a livelli alti, ahimè spesso si tace. La gente comune no, la gente si interessa, si muove, raccoglie, dona. L’appello lanciato dalla nostra associazione Mamre per soccorrere i profughi bosniaci – come quello di molte altre associazioni – ha trovato risposta forte da parte di persone comuni, gruppi e parrocchie. Dal Piemonte, dalla Lombardia e da altre Regioni c’è stata una gara a portare ogni sorta di indumenti caldi e di alimenti; uomini e donne si sono prestati volontariamente a confezionare pacchi, a selezionare quanto donato in modo che possa arrivare ai campi (ai lager) di Bihac e Lipa in Bosnia.
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Testata:  Avvenire 
Autore:  Nissim Gabriele 
Titolo: L’intervento – Stop ai genocidi Nuovo impegno per l’Italia – Mai più genocidi nel mondo Un nuovo impegno per l’Italia
Tema: Stop ai genocidi

La Convenzione di Lemkin ha segnato un nuovo inizio: sono nati i Tribunali Penali internazionali che hanno giudicato i criminali della Bosnia, del Ruanda e della Cambogia; si è affermato il principio dell’intervento umanitario (Responsabilità di proteggere) per venire in soccorso delle popolazioni minacciate; si è cominciato a discutere alle Nazioni Unite di un sistema di allerta precoce (Early warning system) per informare il mondo quando ci sono i presupposti di un genocidio. Se tutto questo percorso verrà implementato, la memoria della Shoah, genocidio paradigmatico del Novecento, avrà un effetto per il mondo intero, come si era proposto il giurista ebreo polacco. Ciò dipende dalla volontà politica di ogni singolo Paese e dalla coscienza di ogni cittadino. Per questo oggi, in quanto italiano ed ebreo, sono orgoglioso di ricordare la passione che si manifesta nelle Giornate della memoria e l’impegno delle istituzioni nella lotta cont ro l’antisemitismo, culminata nell’adesione da parte del governo alla carta di intenti della Ihra (International Holocaust Remembrance Alliance). Vorrei però che si facesse un passo ulteriore per tenere fede all’impegno che il nostro Paese ha preso quando ha firmato il 2 agosto del 1953 la Convenzione delle Nazioni Unite sulla prevenzione dei genocidi.
Quindi, conclude il Presidente di “Gariwo – La foresta dei giusti”, sono possibili tre ulteriori passi: un advisor, un rapporto annuale, un’Agenzia sui diritti umani.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Muglia Alessandra 
Titolo: India, agricoltori in rivolta L’assedio al Forte Rosso
Tema: India

Né bastonate né lacrimogeni hanno fermato ieri l’assalto degli agricoltori al Forte Rosso, la storica fortezza della vecchia Delhi simbolo dell’indipendenza indiana dagli inglesi, quella da cui ogni anno il premier tiene il suo discorso commemorativo alla nazione. In video postati sul social si vedono manifestanti scalare l’edificio e piantare le bandiera giallo-arancio del popolo sikh, ossatura del movimento che da mesi protesta contro la riforma agraria voluta dal governo Modi che liberalizza il commercio agricolo. Arrivati da tutta l’India, soprattutto dal Punjab, dopo essersi accani per siittimane lungo le prin ali arfele che portano a New Delhi, i contadini per la prima volta hanno fatto irruzione nella capitale. A bordo di trattori, in moto, a piedi, in.decine di migliaia si sono presentati al corteo organizzato non a caso nel giorno della Festa della Repubblica, che celebra l’entrata in vigore – il 26 gennaio 1960 – della Costituzione: un corteo autorizzato soltanto in percorsi periferici e nel pomeriggio, al termine della tradizionale parata militare. Ma manifestanti hanno voluto approfittare dell’occasione per dare maggior eco alla mobilitazione e hanno iniziato a sfilare fin dal mattino. Alcuni di loro hanno puntato dritti verso il centro: sfondando o aggirando le barricate sono riusciti a penetrare nel cuore della città.
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IL SOLE 24 ORE
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LA STAMPA
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