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SINTESI IN PRIMO PIANO – 27 dicembre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Covid-19, oggi i primi duemila vaccini in Italia.
– Politica: delega ai servizi e governance Recovery Plan al centro delle tensioni in maggioranza
– Manovra: corsa contro il tempo per evitare l’esercizio provvirosio
– Brexit: raggiunto in extremis l’accordo.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Frignani Rinaldo 
Titolo: Vaccini, oggi i primi duemila – Ore 8: le dosi negli ospedali «Primo spiraglio di luce»
Tema: Vaccino

Tra le stesse mura dell’Ospedale di Codogno dove 10 mesi fa venne diagnosticato il primo caso di coronavirus in Italia, oggi verranno vaccinati un’infermiera, il primario del pronto soccorso e il presidente dell’Ordine dei medici di Lodi.  Un luogo simbolo per il via alla campagna di somministrazione del farmaco della Pfizer-Biontech, che scatta in contemporanea in tutte le regioni italiane e in tutta Europa.  II vaccino arrivato a Natale dalla casa madre in Belgio, poi consegnato all’Istituto Spallanzani di Roma, è da ieri sera in distribuzione con aerei, camion e auto scortati dalle forze armate. Saranno due milioni i vaccinati entro gennaio. In Lombardia, la regione più colpita dall’epidemia, fin dalla prima ondata, la prima partita maggiore con 1.620 dosi, poi 975 all’Emilia Romagna, 955 al Lazio, 910 al Piemonte, 875 al Veneto. La distribuzione avverrà secondo il piano dei Commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri, alle 8 in punto; poi inizieranno le somministrazioni, che solo oggi saranno oltre 2 mila.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Salvia Lorenzo 
Titolo: L’obiettivo è finire entro settembre La soglia dei 42 milioni di vaccinati
Tema: Vaccino

II piano vaccini dell’Italia ha un obiettivo ambizioso, chiudere la campagna entro l’estate: dopo l’avvio simbolico di oggi, l’idea è raggiungere l’immunità di gregge entro settembre. Ma lungo la strada ci sono ancora diversi punti interrogativi: dalla data di arrivo degli altri vaccini alla effettiva distribuzione delle dosi, dalla durata dell’immunizzazione al numero delle persone che accetteranno di vaccinarsi. Al momento l’unico vaccino autorizzato dagli enti regolatori europeo e italiano, l’Ema e l’Aifa, è quello della Pfizer con cui si comincia oggi. Per gli altri vaccini una data di sbarco ancora non c’è. Il primo dovrebbe essere quello di Moderna. Per questo il quadro delle forniture resta variabile. Dovremmo avere 28 milioni di dosi nel primo trimestre del 2021, tra gennaio e mazzo. Poi dovremmo salire al doppio, 57 milioni di dosi, tra aprile e giugno per poi stabilizzarci a 53 milioni tra luglio e settembre. Poi inizierebbe la discesa, restando comunque su volumi importanti, fino ai 20 milioni di dosi nel secondo trimestre dei 2022. Ma il percorso per allargare progressivamente la comunità dei vaccinati è stato disegnato. Da metà gennaio si procederà con medici, infermieri, personale e ospiti delle Rsa, le residenze sanitarie per anziani. In tutto quasi 2 milioni di persone. Subito dopo passerà alle persone con più di 60 anni, quasi 4 milioni e mezzo. Da aprile si dovrebbe procedere mano a mano verso le persone meno fragili.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Intervista a Domenico Arcuri – «Altri preparati attendono il sì»
Tema: Vaccino

Le parole del Commissario Domenico Arcuri, nel giorno delle prime somministrazioni del vaccini anti-Covid: “Un primo spiraglio di luce di una lunga notte”, dice; “Piano piano usciremo dalla notte della pandemia, ma dobbiamo continuare a essere prudenti, cauti e responsabili. Il giorno arriverà quando il 70, l’80% degli Italiani sarà stato vaccinato, speriamo tra l’estate e l’autunno”. Arcuri si mantiene quindi prudente: “Più si abbassa il livello di responsabilità e maggiore e il rischio di una recrudescenza. Dobbiamo far passare il messaggio che la vaccinazione è partita, ma ci vuole ancora molto tempo, responsabilità e pazienza per ottenere un impatto sulla circolazione del virus”. Arcuri illustra il piano: “Si comincia con chi è più esposto, medici, infermieri, anziani e operatori delle Rsa. Già far diventare gli ospedali luoghi Covid free sarà molto importante e le Rsa non saranno più terribili focolai. Poi toccherà agli anziani, in ordine decrescente di età. Il 30 dicembre partiremo con 450 mila dosi. Nel primo trimestre 2021 avremo iniettato 9 milioni di dosi tra Pfizer e Moderna. Nel secondo trimestre dovremo avere da queste due aziende 13 milioni di dosi, poi potremmo riceverne altre decine di milioni nel corso dell’anno da AstraZenera e Johnson&Johnson, che speriamo concludano la sperimentazione e possano essere approvati. Ci sono anche CureVac e Sanofi, che ha un anno di ritardo e prevede di fornire le prime dosi a inizio 2022”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: Intervista a Domenico Speranza – Speranza: il vaccino ci salverà ma serviranno altre zone rosse serviranno”
Tema: Vaccino

Il ministro della Salute Roberto Speranza nel giorno della distribuzione dei primi vaccini anti-Covid: “E’ come se dopo una lunga notte, potessimo finalmente rivedere l’alba. Il mattino però – dobbiamo esserne consapevoli – è ancora lontano”. Ma il ministro avverte: non si deve abbassare la guardia: “Perché dal 7 gennaio si tornerà al sistema delle aree colorate, che ha dimostrato di funzionare abbassando l’Rt da 1,7 a 0,82, senza bloccare tutto íl Paese”. E ancora: “Ho fiducia negli italiani – dice – a ogni passaggio hanno sempre dimostrato di capire. Per questo penso che di fronte a chi ha dubbi o paure sul vaccino, le istituzioni debbano rispondere con trasparenza, portando le evidenze scientifiche. Senza insulti, senza scontri ideologici, senza trattare chi mostra perplessità come un troglodita”. Speranza spiega: “L’arrivo del vaccino è quello che gli inglesi chiamano game changer, un punto di svolta che cambia gli equilibri. &Egra ve; un momento da accogliere con gioia, ma dobbiamo essere consapevoli che non ne vedremo l’impatto epidemiologico ancora per un tempo significativo. Perché ci sia un effetto sul Rt, abbiamo bisogno che si vaccinino tra i 10 e i 15 milioni di persone, numeri che avremo in primavera inoltrata. Abbiamo davanti mesi in cui l’unica arma a disposizione continueranno a essere le misure non farmacologiche, che non potremo dismettere”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Caruso Paola 
Titolo: Scendono i casi: 10.407. Le vittime sono 261
Tema: Covid – La situazione in Italia

Diminuiscono i decessi causati dal virus. Questo dopo due mesi segnati da tante vittime giornaliere (con un picco di 993 del 3 dicembre), che hanno portato l’Italia a essere il Paese europeo con più morti dietro a Stati Uniti, Brasile, India e Messico.  I morti ieri sono stati 261, quasi la metà dei 459 del giorno prima. Si tratta del dato più basso dall’inizio di novembre, da quando si è aggravata la seconda ondata. Ma questo numero potrebbe essere incompleto, come capita a volte durante i festivi. Diminuiscono anche i contagi nelle ultime 24 ore: sono 10.407 i nuovi casi accertati (contro i 19.037 del giorno prima). La decrescita delle infezioni è condizionata dal forte calo di tamponi: i test, in fatti, sono stati 81.285, ben 71.049 in meno rispetto al giorno prima.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Arachi Alessandra 
Titolo: In Veneto tasso di contagio da record. Il virus inglese spunta in tutta Italia – Il caso Veneto: tasso di contagio al 36% La variante inglese spunta in tutta Italia
Tema: Covid – La situazione in Italia

Nuovi casi di “variante inglese” registrati in Italia, in tre pazienti della Lombardia e in tre nel Veneto, che continua ad essere la regione più flagellata da questa seconda ondata, con quasi 6 mila morti e il tasso di positività schizzato a oltre il 36 per cento. “Il virus è il nostro nemico ignoto, le cose che si possono fare le stiamo facendo a pieno regime” ha detto il governatore veneto Luca Zaia. E ha aggiunto: “Le regole restano quelle basilari, per qualsiasi mutazione, anche per la variante inglese”.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Mancini Umberto 
Titolo: Intervista a Paola De Micheli – «Scuola, nuovi bus e orari scaglionati: rientro più sicuro» – «La scuola partirà sicura più bus e orari scaglionati»
Tema: Covid – La situazione in Italia

Intervista al ministro dei Trasporti Paola De Micheli, che annuncia: “La scuola ripartirà in sicurezza sul fronte dei trasporti pubblici. In alcune città stiamo affrontando ancora qualche criticità. Il Mit ha assegnato le risorse, indicato le linee guida, avviato il coordinamento e monitora costantemente l’evoluzione della situazione, ma ai tavoli provinciali dei prefetti la riapertura della scuola si organizza in base alle esigenze locali”. Prosegue la De Micheli: “Non abbiamo potuto imporre norme alle Regioni e alle varie autonomie scolastiche. Abbiamo messo in campo 3 miliardi di risorse per sostituire la flotta dei bus e 390 milioni per implementare l’offerta con il noleggio da privati. E indicato, dopo aver sentito gli esperti, gli indici di riempimento”. E ancora: “Rispetto a settembre oggi tutte le Regioni si sono adeguate e solo in alcune città si rilevano ancora alcune criticità. Rimborseremo il costo del noleggio dei bus aggiuntivi sulla b ase dei verbali dei singoli prefetti, verbali dai quali potranno emergere le esigenze di incremento dell’offerta oltre che l’organizzazione degli orari scolastici”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Verderami Francesco 
Titolo: Il retroscena – E Renzi confida: «Il Conte 2? Per me è finito»
Tema: Tensioni in maggioranza

Matteo Renzi avrebbe confidato ai suoi di ritenere l’esperienza del governo Conte Bis “già archiviata”. Renzi non teme le contromosse che mirerebbero a renderlo ininfluente in Parlamento, le voci sulla tenuta dei suoi gruppi e il contemporaneo arrivo di un drappello di «responsabili» a sostegno di Conte: il suo conto alla rovescia verso la crisi «non si fermerà». Il primo passo verrà formalizzato domani, quando presenterà le osservazioni di Iv alla bozza sul Recovery plan redatta da Palazzo Chigi: trenta pagine e un centinaio di obiezioni gli serviranno per bocciare «un collage di ovvietà senza visione, zeppo di ripetizioni e con paragrafi sbagliati». II secondo passo sarà il suo intervento al Senato a fine anno, su una Finanziaria che voterà per evitare al Paese l’esercizio provvisorio. Il terzo, quello su cui molti nutrono riserve, avverrà «i primi giorni di gennaio, quando mi far&ogra ve; carico del coraggio anche per Di Maio e Zingaretti». In questo contesto l’idea che la legislatura possa precipitare verso le urne non sembra attecchire: «Le elezioni non esistono», taglia corto il capogruppo del Pd Delrio. Così la maggioranza si trova al crocevia di una crisi che per ora non c’è ma che di fatto è già innescata.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Lombardo Ilario 
Titolo: Il retroscena – La delega, ai Servizi ora agita il premier Renzi: deve cederla
Tema: Tensioni in maggioranza

Il nodo della delega ai servizi segreti agita la maggioranza. Il premier Conte è determinato a non cederla, appellandosi all’eccezionalità della propria carica e della situazione. Purtroppo per Conte, però, nel menù delle condizioni che Matteo Renzi è intenzionato a ribadire con un altro documento, il punto in questione rimane fondamentale, insieme al Mef e alla governance del Recovery Plan. Non regge, sostiene Renzi, che Conte dica, come ha fatto a Porta a Porta, che “l’autorità delegata in passato era dello stesso partito del presidente, un uomo di sua fiducia”, argomentazione che di fatto pone il presidente del Consiglio nella posizione a lui favorevole di capo senza partito. Perché ci sono almeno due precedenti, secondo Renzi che fanno crollare questa tesi. Gianni Letta, al tempo del governo di Silvio Berlusconi. E Gianni De Gennaro, con Mario Monti. Per il leader di Italia Viva, sulla delega ai servizi il presidente del Consiglio è rimasto solo. Il Pd la chiede esplicitamente e anche il M5S mormora che in fondo sarebbe meglio darla in mano a qualcuno. Detto questo, bisognerà vedere se Renzi è pronto a rompere su questo tema.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Conti Marco 
Titolo: Il retroscena – Le condizioni del Pd a Conte: governance e piano insieme Mes e 007, il premier non cede
Tema: Tensioni in maggioranza

Il pressing di Matteo Renzi sul premier Giuseppe Conte prosegue. Per domani i partiti presenteranno le loro osservazioni ai progetti del Recovery, e Italia Viva ha promesso «corpose osservazioni». Martedì il premier dovrebbe rimettere tutti i partiti intorno al tavolo per mettere a punto il documento di spesa del Next Generation Ue che poi il consiglio dei ministri dovrà inviare in Parlamento. Il tempo però stringe visto che partiti e Parlamento sono ancora alle prese con la legge di Bilancio. Il nodo rimane la struttura di gestione dei fondi. Su quest’ultimo punto, malgrado le rassicurazioni di Conte, la tensione resta e avvolge in una nebbia anche il resto delle questioni aperte. A renziani, buona parte del Pd e a quasi tutti i ministri non piace la proposta avanzata ai primi del mese da Conte. Si lavora quindi su una struttura di controllo dei piani di spesa più snella e politica – composta forse dai capidelegazione dei partiti – che non esa utori i ministeri pur riservando a palazzo Chigi la clausola di salvaguardia. Con soli tre-quattro giorni a disposizione si rischia però di non chiudere la questione nell’anno e di far rientrare il nodo della governance del Next Generation Ue nei temi della verifica di governo.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Santilli Giorgio 
Titolo: Nel Recovery Plan investimenti aggiuntivi in crescita di 15,3 miliardi
Tema: Recovery Plan

Nella nuova bozza di Recovery Plan, attesa in settimana in Consiglio dei Ministri, la grande sorpresa sta nello spostamento di 15,3 miliardi dai fondi sostitutivi a investimenti “additivi”. Una modifica che sposta notevolmente l’equilibrio del piano italiano. Nella precedente bozza le risorse destinate a investimenti additivi ammontavano a 105,5 miliardi sul totale di 196 miliardi, mentre ora salgono a 120,8. Scendono parallelamente da 90,5 miliardi a 75 miliardi circa i prestiti europei che il Recovery Plan impiega come “sostitutivi” di risorse nazionali e che quindi sarebbero andate a contenere l’aumento del deficit. Il tema che si apre ora è a quali opere destinare le risorse aggiuntive: probabilmente una quota ancora ad accelerazione di opere già in corso e una quota a nuove opere. Niente da fare invece per il Superbonbus che resta inchiodato a una quota aggiuntiva di 5 miliardi su un totale di 22,4. Ma qui la battaglia sulle proroghe non si può ancora consid erare finita.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Perrone Manuela 
Titolo: Da domani il confronto sul piano trasloca al ministero dell’Economia
Tema: Recovery Plan

Da domani al Ministero dell’Economia, al via una serie di incontri con lo scopo di raccogliere, scremare e sintetizzare le osservazioni dei partiti di maggioranza sulla bozza di Recovery Plan consegnata la scorsa settimana. L’intenzione è quella di varare il documento in un ultimo Consiglio dei ministri prima della fine dell’anno, forse mercoledì, per trasmetterlo alle Camere. Ma a quattro giorni dalla deadline, lo scetticismo regna, anche per una tensione politica in maggioranza mai del tutto sopita. Toccherà a Gualtieri e ai suoi tecnici sbrogliare le matasse e ricomporre il puzzle del Recovery Plan cercando al contempo di sfoltire ancora i 52 progetti, come ha auspicato il presidente del Consiglio. Progetti a parte, non è stato però deciso cosa ne sarà della governance, dopo l’accantonamento della maxi-task force che aveva fatto divampare lo scontro con Matteo Renzi e i suoi.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vitale Giovanna 
Titolo: Sul Recovery plan i tempi si allungano Il Pd: niente pigrizie
Tema: Recovery Plan

A 24 ore dal riavvio della verifica sul Recovery plan — annunciato da Conte all’ultimo Consiglio dei ministri — nessuno ancora sa con precisione chi incontrerà chi. Ancora non è stato infatti definito un calendario e neppure la road map necessaria a imprimere l’accelerazione invocata dal premier. Centrare un accordo sarà quindi tutt’altro che semplice, almeno a giudicare dalla mole di correzioni che le quattro forze di governo si apprestano a proporre al premier. Sulla cabina di regia, in primis. La richiesta è che l’unità di missione sia più collegiale possibile, mentre la task force dovrà restare nel perimetro delle amministrazioni dello Stato. Il documento più atteso è quello preannunciato da Renzi. Fra i punti irrinunciabili, il ricorso al Mes, cosa da liberare i 9 miliardi di investimenti nella Sanità attualmente previsti dal piano. Più contenuti i desiderata del M5S. L’idea è sp ingere lungo tre direttrici: svolta green, digitalizzazione e inclusione sociale.  E mentre Leu batterà sull’insufficienza della dotazione per la Sanità, il Pd presenterà un documento simile più a una riscrittura della bozza, che a una rivisitazione.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Voltattorni Claudia 
Titolo: Manovra, la corsa per evitare l’esercizio provvisorio
Tema: Manovra

Corsa contro il tempo in Parlamento per l’approvazione della manovra ed evitare l’esercizio provvisorio entro il 31 dicembre. Domani il passaggio formale in commissione Bilancio del Senato e poi via nell’Aula di Palazzo Madama per l’ok definitivo, sempre con il voto di fiducia. Una manovra da 40 miliardi di euro che si aggiunge agli altri provvedimenti economici varati dall’esecutivo durante tutto l’anno per affrontare l’emergenza Covid-19. Manovra che include misure specifiche contro la pandemia, come le assunzioni di 3 mila medici e 12 mila infermieri per la campagna vaccinale o i 400 milioni di euro per l’acquisto di vaccini e farmaci anti-Covid, ma anche interventi per sostenere famiglie, lavoratori e imprese provati dalla crisi. Confermati anche numerosi bonus a partire dal Super ecobonus noi prorogato a tutto il 2022 per consentire il completamento dei lavori, o il bonus mobili ed elettrodomestici rialzato a 16mila euro di spesa.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Colombo Davide – Rogari Marco 
Titolo: Pensioni, i piani del Governo per l’uscita da Quota 100
Tema: Manovra – Welfare

Il decreto milleproroghe ha appena prolungato la vita della coppia di commissioni tecniche sulla separazione dell’assistenza dalla previdenza e sull’individuazione delle attività gravose; questi due organismi sono chiamati a dare le indicazioni strategiche sulle quali allestire il piano con cui evitare lo scalone che si prospetta a fine del 2021, con la fine della sperimentazione triennale di Quota 100. Il tavolo con i sindacati avviato nei mesi scorsi dalla ministra Catalfo non ha fin qui prodotto grandi risultati. Il principale scoglio da superare resta quello delle risorse da utilizzare, sulle quali, tra l’altro, vigila con attenzione Bruxelles. I ritocchi apportati a Montecitorio al testo hanno fatto lievitare a oltre 1,4 miliardi per i prossimi tre anni il peso del mini-pacchetto-previdenza della legge di bilancio, di cui fanno parte anche la proroga di un annodi Ape sociale e opzione donna. Per il post-Quota 100 si punta a un intervento dagli oneri decisamente inferiori agli stanziamenti previsti a suo tempo dal “Conte 1”. i tecnici puntano a scendere a 3-4 miliardi, dagli 8 stanziati nel 2020. In altre parole, andrebbe destinato alla nuova riforma non più del 40% dei fondi garantiti agli attuali pensionamenti anticipati. L’ipotesi è quella di una nuova flessibilità partendo da un minimo di 64 anni d’età e 38 di contributi con l’adozione integrale del metodo di calcolo contributivo almeno sugli anni mancanti al raggiungimento della soglia di vecchiaia dei 67, con un ripristino quanto meno parziale del meccanismo di adeguamento automatico all’aspettativa di vita, bloccato fino al 2026.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Barbera Alessandro 
Titolo: La manovra delle mance dalla festa dei presepi ai contratti nei ministeri
Tema: Manovra

Il maxi emendamento alla legge di Bilancio del 2021 votato dall’aula di Montecitorio il 23 dicembre conta circa 1.150 commi: il passaggio parlamentare è costato 254 modifiche ed ha aumentato la spesa di 5 miliardi. “Alcuni emendamenti io non li avrei approvati, sono troppo settoriali e specifici”, commenta il ministro dell’Economia Gualtieri.  Novità importanti non mancano, dai fondi per pagare i contributi previdenziali delle partite Iva in difficoltà alle risorse per la campagna di vaccinazione anti-Covid; ma sono stati stanziati anche fondi per festeggiare gli ottocento anni del primo presepe, il Giubileo dei 2025, gli europei di nuoto del 2022. Quasi tutte le spese sono state approvate all’unanimità; il paradosso vuole che l’emergenza abbia giustificato l’aumento delle spese anche per chi normalmente si preoccupa della montagna di debito pubblico degli italiani.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Pacifico Francesco – Pirone Diodato 
Titolo: Fondi e poteri per la Capitale Ora c’è l’intesa
Tema: Manovra – Fondi per Roma

Oggi o domani Roma Capitale inrasserà un ordine del giorno alla manovra trasversale per «impegnare» il governo a garantire più competenze e più fondi al Campidoglio. Il testo, presentato da Fratelli d’Italia, sarà approvato anche dalle forze di maggioranza e da quelle di opposizione. La sindaca Virginia Raggi, quattro giorni fa, aveva sbottato con il suo staff quando aveva saputo che nelle trattative sulle finanziaria erano stati cancellati tutti gli emendamenti per la Capitale, salvando soltanto quello che garantisce due milioni di euro per la cabina di regia per il Giubileo del 2025. Da qui l’attivismo di Fratelli d’Italia, che ha spinto per trasformare i suoi emendamenti in un ordine del giorno, poi appoggiato con qualche modifica dai partiti di maggioranza. Il Comune di Roma chiedeva 4,6 miliardi per il prolungamento della Metro C, 3,9 miliardi per le future tramvie, ma soprattutto un fondo da un miliardo all’anno per la Citt à eterna e la possibilità per il Campidoglio di attingere direttamente ai fondi strutturali.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Riccio Sandra 
Titolo: Viaggi, bollette e beni alimentari nel 2021 una stangata da 862 euro
Tema: Rincari

Secondo il Codacons, “nel nuovo anno gli italiani rischiano di affrontare una “stangata” mediamente di 862 euro a famiglia”. Molto di quello che accadrà tuttavia sarà condizionato dall’andamento della pandemia, mentre il tanto atteso ritorno alla normalità potrebbe portare a listini più salati sia tra gli alimentari, sia nei trasporti e nel tempo libero. “La ripresa delle attività e un possibile ritorno alla normalità e ai consumi avrebbero però effetti sui prezzi al dettaglio, che come noto nel 2020 sono risultati in deflazione – spiega il Codacons -. Un leggero incremento dei listini, quindi, che nel 2021 potrebbe determinare una maggiore spesa per 200 euro a famiglia, cui si aggiungono altri 142 euro per i soli rincari del settore alimentare, i cui prezzi già negli ultimi mesi del 2020 hanno subito sensibili rialzi”. Nella lista degli esborsi più salati ci sono naturalmente le bollette, ma anche i viaggi, il mangiare f uori e il divertimento. Sul fronte auto, costerà di più la manutenzione, la revisione, e gli altri servizi connessi all’automobile, mentre già da settimane sono in corso rialzi dei prezzi dei carburanti.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Stampa 
Autore:  Bonini Emanuele 
Titolo: Brexit, l’accordo alla prova dei Tory E per Johnson si apre il fronte Scozia
Tema: Brexit

A un passo dal baratro del No Deal, il premier britannico Boris Johnson si salva con un accordo in extremis sulla Brexit, accordo che ora verrà sottoposto alla Camera dei Comuni, che mercoledì si esprimerà con un voto decisivo. Ieri il patto è stato ufficializzato con la pubblicazione delle oltre 1250 pagine negoziate riga per riga. I leader Ue si mostrano soddisfatti, il premier britannico canta vittoria, ma si acutizza la crisi territoriale del Regno, con la Scozia che freme sempre più per un nuovo referendum. L’accordo su relazioni commerciali, pesca e reciprocità è stato annunciato pochi minuti prima delle 16 del 24 dicembre: la tempistica non consente l’approvazione dell’accordo per il 31 dicembre, giorno in cui scade il periodo di transizione che lega Londra alle regole comunitarie per i rapporti bilaterali. I rappresentanti degli Stati membri hanno perciò deciso per l’applicazione provvisoria dell’accordi di Natale dall’1 gennaio.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ippolito Luigi 
Titolo: A Londra col passaporto Cosa cambia con Brexit – Brexit, 1.246 pagine di divorzio E Johnson può cantare vittoria
Tema: Brexit 

Londra e Bruxelles hanno pubblicato ieri il testo dell’accordo sulla Brexit raggiunto la vigilia di Natale: adesso restano solo pochi giorni per l’approvazione definitiva da parte dei parlamenti di Westminster e di Strasburgo: e sarà un compito arduo, per i deputati da entrambe le parti. A Londra ci sarà una seduta straordinaria della Camera dei Comuni il 30 dicembre, mentre l’Europarlamento si prenderà un po’ più di tempo: questo vuol dire che il 1° gennaio scatterà l’applicazione in via provvisoria dell’accordo. Boris Johnson ha quindi portato a casa quella vittoria che era sfuggita a Theresa May e che le era costata la poltrona. Sia i britannici che gli europei proclamano di aver avuto la meglio: ma in realtà Johnson ha ragione quando afferma di aver rispettato tutte le sue «linee rosse». II risultato più importante ottenuto è che continuerà il libero commercio, dunque non verranno introd otti dazi e quote sulle merci: pertanto la Gran Bretagna conserva l’accesso al mercato europeo, pur uscendo dall’Unione politica.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Rizzo Alessandra 
Titolo: Rivoluzione per viaggi e dogane Anche la finanza è tutta da rifare
Tema: Brexit

Secondo Boris Johnson, l’accordo sulla Brexit raggiunto il 24 dicembre “rispetta tutti gli impegni” presi con gli elettori per il compimento della Brexit; e per il suo negoziatore, David Frost, si tratta di un “momento di rinascita nazionale”. Il trattato regola le future relazioni commerciali tra l’Unione Europea e il Regno Unito, conferma la cooperazione in settori chiave tra cui la sicurezza, e prevede un sistema di governance tra le due parti. Con l’uscita dal mercato unico e unione doganale, finisce anche la libera circolazione delle persone. Uno dei nodi della trattativa è stato il sistema di regole comuni per evitare distorsioni alla concorrenza: Bruxelles voleva evitare di avere un’economia deregolamentata alle porte di casa, ma a Londra la richiesta di continuare ad adeguarsi ai regolamenti europei è stata percepita come un’inaccettabile limitazione alla sovranità. Nell’intesa raggiunta, viene fatta salva la possibilità di imporre sanzioni, m a .se una delle parti ritiene che l’altra tragga un vantaggio sleale, potrà far ricorso ad un meccanismo di arbitrato indipendente. Londra ha anche evitato di dover sottostare alle decisioni della Corte Europea di Giustizia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  L. Ip. 
Titolo: Commercio, lavoro, studenti e turisti Cosa cambia per gli italiani?
Tema: Brexit

L’accordo sulla Brexit evita l’imposizione di dazi e quote sulle aziende estere, anche se torneranno i controlli doganali; molte aziende italiane dovranno quindi adattarsi al nuovo regime doganale, che comporta comunque un aggravio di costi, anche se i britannici hanno concesso un «periodo di grazia» di sei mesi; novità anche per gli studenti: inizialmente il governo britannico si era impegnato a continuare il programma Erasmus, ma alla fine non è stato così; le rette raddoppieranno e gli studenti dovranno chiedere il visto, in attesa che Londra lanci un proprio programma specifico, ancora da definire. Mentre i diritti dei residenti europei — e dunque italiani — sono stati garantiti dall’Accordo di Recesso firmato alla fine dell’anno scorso.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ginori Anais 
Titolo: Intervista a Pierre Moscovici – Moscovici: l’Ue avrà più slancio – Moscovici “Siamo riusciti a frenare i sovranisti Ma l’Europa è amputata”
Tema: Brexit
Le parole dell’ex commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici, che ha visto la Brexit nascere durante il suo mandato a Bruxelles, terminato un anno fa: “Un accordo era necessario, ma continuo a pensare che la Brexit sia un dramma che non permetterà al Regno Unito di portare avanti la strategia globale vantata dai suoi promotori e che amputa l’Unione europea di un paese membro essenziale”. Prosegue Moscovici: “E’ un accordo equilibrato. Ho sempre creduto che saremmo arrivati a un’intesa. Un no deal sarebbe stato disastroso per tutti. dalla nostra corrispondente Anais Ginori L’Ue ha negoziato sulla base di un principio chiaro: non rimettere in causa le regole e le libertà del mercato interno. È una linea che ha pagato”. E ancora: “Ritroviamo una Ue continentale intorno alla coppia franco-tedesca. Forse c’è una maggiore coerenza Ma il Regno Unito è un paese del G7 e del G20, una grande potenza militare e nucleare. Ed è la prima vo lta che uno stato membro lasciala Ue. Si tratta quindi di un dramma storico da non sottovalutare. Continuare ad avere forti legami economici e commerciali è il male minore, ma non cancella il male”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Da Usa e Israele a Cina e Russia la grande corsa all’immunizzazione
Tema: Vaccino anti-Covid

Sono a quota 1,23 milioni gli americani già vaccinati contro poco più di un milione i cinesi. La classifica delle nazioni più veloci offre qualche conferma e tante sorprese. Dietro Stati Uniti e Cina si piazza il Regno Unito (625mila vaccinati) grazie alla velocità con cui l’authority dei farmaci diede via libera al vaccino Pfizer. Quarta è la Russia (440mila) che i vaccini Sputnik li produce in casa. Al quinto posto la sorpresa Israele, con 140 mila vaccinati pur su una popolazione di soli 9 milioni. Alle sue spalle il Bahrein (40mila) che usa uno dei vaccini made in China, come altri Paesi del Golfo. Il Canada lo segue con 37mila vaccinati. Nessun Paese Ue è in classifica. Sono già 8 miliardi le dosi prenotate a livello mondiale, sufficienti per inoculare metà della popolazione del pianeta (tenuto conto che si tratta per lo più di vaccini bidose).
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Olimpio Guido 
Titolo: Gli spari, l’allarme preregistrato Nashville: mistero sul camper bomba
Tema: Attentato a Nashville

Un’esplosione nel cuore di Nashville, Tennessee, si è verificata alle 5.30 circa del giorno di Natale. I residenti avevano segnalato spari in strada e l’attenzione delle pattuglie di polizia intervenute è stata attratta da un camper sospetto: al momento della perquisizione, una voce registrata ha annunciato la presenza di una bomba che sarebbe esplosa in 15 minuti. Sei agenti invitano gli abitanti ad allontanarsi, bussano ad ogni porta. Appena in tempo: una deflagrazione devasta l’area circostante, tre persone restano ferite in modo lieve. Una carica potente, lo testimoniano i danni a edifici e negozi circostanti. E’ probabile che anche i colpi d’arma da fuoco riportati dai testimoni fossero un sonoro registrato per destare l’attenzione e costringere i poliziotti a recarsi sul posto. I media USA parlano di una persona — con precedenti penali minori, forse esperto di elettronica — che ha suscitato l’interesse dell’Fbi, raccontano di verifiche ad un indirizzo specifico dove tuttavia non vi sarebbero stati arresti o fermi. La Scientifica, intanto, ha trovato quelli che sembrano essere resti umani. Un particolare – da confermare — che ha fatto ipotizzare un gesto estremo. Per ora non ci sono rivendicazioni, le autorità sostengono che non c’erano minacce particolari e non sappiamo se siano arrivati messaggi.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Robecco Valeria 
Titolo: Autobomba a Nashville: evitata strage in centro Ipotesi attacco suicida
Tema: Attentato a Nashville

Caccia all’autore dell’esplosione che ha sconvolto il centro di Nashville la mattina di Natale. L’Fbi lo ha definito un «atto intenzionale», anche se resta ancora sconosciuto il motivo. Anche il presidente americano Donald Trump «è stato informato» della situazione. La bomba è esplosa all’interno di un camper parcheggiato sulla Second Avenue. Molto probabilmente si tratta di un attacco suicida: le forze dell’ordine hanno perquisito l’abitazione di un sospettato, un uomo che vive a una ventina di minuti da Nashville la cui identità non è stata rivelata. Gli investigatori hanno trovato quelli che ritengono essere resti umani nei pressi dell’esplosione, ma ancora non è chiaro se siano collegati a quanto avvenuto, se appartengano a una vittima oppure al responsabile. “Scopriremo chi è stato”, ha commentato l’agente speciale dell’Fbi Matt Foster, e il sindaco della città, John Cooper, ha detto che è stata una “giornata terribile”: “L’attacco aveva lo scopo di creare caos e paura in questo momento di pace e speranza, ma lo spirito della nostra città non può essere spezzato”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  D’Alimonte Roberto 
Titolo: Ratifica del 6 Gennaio, l’ultima sfida di Trump – Usa, la ratifica del 6 gennaio ultima sfida per i trumpiani
Tema: USA

Attesa per il 6 gennaio negli USA, data in cui è prevista la ratifica dell’elezione di Joe Biden alla Casa Bianca. Non ci sono possibilità che l’esito del voto venga ribaltato, ma questo passaggio, solitamente solo formale, sarà l’occasione per il presidente Trump, per riaffermare ancora una volta in modo clamoroso la tesi che l’elezione di Biden sia illegittima. Sul piano sostanziale il 6 gennaio non ci saranno conseguenze. Infatti, anche se tutti i senatori repubblicani, che – dopo il voto in Georgia – potrebbero essere ancora in maggioranza, si esprimessero contro la ratifica, il loro voto non avrà alcun effetto, visto che i democratici controllano la Camera. Quindi Biden sarà dichiarato senza dubbi Presidente degli Stati Uniti. Ma sarà interessante verificare la posizione del partito repubblicano nel caso in cui Camera e Senato siano chiamati a votare su uno o più certificati elettorali. Fino a oggi i deèutati e senator i repubblicani non si sono trovati davanti a una scelta così netta. C’è chi ha appoggiato Trump in maniera decisa e chi lo ha fatto tiepidamente e chi si è defilato. Ora saranno chiamati ad una scelta esplicita.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Scuderi Raffaella 
Titolo: Nigeria, Natale di sangue La furia di Boko Haram contro i villaggi cristiani
Tema: Terrorismo in Nigeria

Natale insanguinato in Nigeria: i terroristi di Boko Haram hanno lanciato due attacchi uccidendo almeno 12 persone e sequestrandone 7, nel nord-est del Paese. L’esercito è arrivato due ore dopo, alle 20, quando ormai era tutto finito. A niente è servita l’allerta delle autorità a inizio dicembre. Sono loro i padroni dell’estremo Nord nigeriano, nonostante le rassicurazioni del presidente Muhammadu Buhari. Un altro attacco è avvenuto la vigilia di Natale contro la comunità cristiana di Garkida, nello Stato di Adamawa, dove sono state saccheggiate scorte di cibo e medicinali e appiccato il fuoco alle abitazioni. Non ci sono state vittime.  Ma solo nella settimana prima di Natale, sono più di 12 le vittime e 50 i sequestrati. I bersagli dei terroristi sono quasi sempre gli stessi: chiese e scuole.
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