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SINTESI IN PRIMO PIANO – 26 giugno 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Oggi le linee guida per la scuola. Un miliardo per la ripartenza. I governatori: niente classi a metà.
– Ansia per i focolai. A Mondragone arriva l’esercito. Scontri tra residenti e braccianti bulgari.
– Vitalizi, salta il taglio. Rabbia dei Cinquestelle: “Schiaffo al Paese”.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Santarpia Valentina 
Titolo: Scuola, la protesta delle 60 piazze Il ministero corregge le linee guida
Tema: La Scuola

Un miliardo per la scuola. È la richiesta della ministra Lucia Azzolina, condivisa ieri durante il Cdm, mentre in 60 piazze d’Italia protestavano migliaia di genitori, studenti e insegnanti del comitato «Priorità alla scuola». Una manifestazione organizzata contro le misure che il governo sta per adottare in vista del rientro in classe a settembre. La bozza, circolata tre giorni fa, ha fatto infuriare tutti. «Da oggi in avanti grazie a queste linee guida che sono irricevibili per noi si apre una mobilitazione nazionale, permanente sulla scuola. Da due mesi — denunciano i rappresentanti dalle piazze — chiediamo finanziamenti strutturali per la scuola e per tutte le scuole di ogni ordine e grado. Il virus ci ha mostrato problemi in questi mesi che la scuola si porta avanti da decenni».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: La Nota – La metafora di una fase 3 che l’esecutivo non gestisce
Tema: La Scuola

In modo imprevisto, la scuola si sta imponendo come vera metafora della nebulosa fase 3: quella della ripresa autunnale. Si scaricano su uno dei settori più delicati e strategici alcune delle contraddizioni imputate al governo di Giuseppe Conte. L’elenco è lungo. Il rinvio a oggi della conferenza Stato-Regioni; la mobilitazione dei sindacati di insegnanti e genitori; lo scontro tra i ministeri e gli enti locali; l’opposizione che soffia sul fuoco dei malumori; le accuse di inadeguatezza alla ministra dell’Istruzione. Sono tutti frammenti di una politica incapace di offrire certezze, e prigioniera di conflitti tra micro interessi che non riesce a comporre. Già il fatto che l’Italia sia tra i pochissimi Paesi europei a non avere riaperto le scuole ha seminato perplessità. Ma lo scontento sta sconfinando nella protesta per la confusione delle «linee guida» trasmesse alle Regioni e ai presidi in vista della riapertura di settembre: indicazioni che sono state percepite come un tentativo maldestro di scaricabarile; e che hanno richiesto un supplemento di discussione non ancora conclusa, e avvelenata dalla tensione.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele 
Titolo: Via i tagli ai vitalizi degli ex senatori Ma i partiti: schiaffo inaccettabile
Tema: Vitalizi, salta il taglio

Annullati i tagli per gli ex senatori. Con una decisione a maggioranza (tre favorevoli e due contrari) la «Commissione contenziosa» di Palazzo Madama annulla la delibera del Consiglio di presidenza dell’ottobre 2018 che aveva colpito gli assegni per gli ex parlamentari. A vo- tare a favore il senatore forzista Giacomo Caliendo e i due membri «laici» della Commissione. Contrari i due esponenti della Lega, Simone Pillon e l’ex M5S Alessandra Riccardi. La decisione ha suscitato reazioni opposte. Esulta Maurizio Paniz, ex deputato e avvocato che ha difeso nel ricorso gli ex senatori: «Ripristinato lo stato di diritto». E ha poi chiarito: «La delibera è stata annullata perché ritenuta ingiustificata a fronte della giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale e del diritto dell’Unione europea».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Isman Gabriele 
Titolo: Il Senato annulla il taglio dei vitalizi Ira 5S: “Schiaffo al Paese che soffre”
Tema: Vitalizi, salta il taglio

Stop al taglio dei vitalizi del Senato, una delle battaglie simbolo dei Cinque Stelle, e Palazzo Madama dovrà anche restituire quanto tagliato dall’ottobre 2018 a oggi. «La delibera – spiega l’ex parlamentari Maurizio Paniz che rappresenta 300 ex senatori e 700 ex deputati – è stata annullata perché ritenuta ingiustificata a fronte della giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale e del diritto Ue, che richiedono 5 requisiti per gli interventi di riduzione degli importi, nessuno dei quali era stato rispettato: niente retroattività ed effetti perenni, deve essere “erga ornnes”, mentre qui si colpivano solo gli ex parlamentari». Ancora Paniz spiega che «in quarto luogo deve essere ragionevole, e il taglio raggiungeva l’86% degli importi; e deve indicare dove vanno a finire i risparmi, e anche su questo punto la delibera era carente».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Tomasello Maria_Rosa 
Titolo: Il focolaio di Covid fa scoppiare la rivolta A Mondragone arriverà anche l’esercito
Tema: Il focolaio a Mondragone

Volano sedie dai balconi e pietre in strada a Mondragone, Caserta, cittadina di 28 mila abitanti sul litorale domizio, epicentro di un focolaio di coronavirus che fa esplodere la tensione che da anni corre sottotraccia tra la comunità di braccianti bulgari e i residenti che sognavano il ritorno dei turisti e devono affrontare le disdette delle prenotazioni. Due gruppi di persone esasperate si fronteggiano. Nei cinque edifici popolari noti come Palazzi Cirio, che il 22 giugno la Regione ha dichiarato “zona rossa”, ci sono gli immigrati che si arrangiano lavorando nei campi, spesso sfruttati da caporali, che hanno scoperto di essere stati colpiti dal contagio. In strada, di fronte alle palazzine, duecento residenti si radunano dopo aver saputo che qualcuno è sparito durante la notte violando l’isolamento e dopo aver visto decine di uomini e donne sfilare in strada in segno di protesta.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Bufi Fulvio 
Titolo: Ansia per i focolai A Mondragone arriva l’esercito
Tema: Il focolaio a Mondragone

Il ragazzo calvo con la maglietta grigia si muove come fosse il capo, anche se non lo è. Vede bulgari dappertutto e lancia la chiamata alle armi «Stanno fujienno», stanno scappando. E tutti corrono senza sapere dove. Non trovano nessuno, si fermano, tornano indietro. Pestaggio rinviato. «Ma l’avimma acchiappa’», li dobbiamo acchiappare. Parole più grandi di chi le pronuncia. E troppo pesanti anche per l’insofferenza di un intero paese nei confronti di quella comunità di braccianti di etnia rom con i quali da una quindicina di anni va avanti una convivenza segnata solo da diffidenza reciproca. E adesso che è arrivato il Covid l’equilibrio si è rotto. La situazione rischia di degenerare da emergenza sanitaria ad allarme di ordine pubblico. Verranno altri poliziotti e soldati inviati dal Viminale, daranno il cambio a quelli che ci sono e sono stremati. Arriveranno anche i tamponi per uno screening allargato. Sperando che basti a riportare la pace.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Bocci Michele 
Titolo: Nuovi focolai da Nord a Sud Il virus non arretra più
Tema: Nuovi focolai

L’epidemia non è finita. Ci sono ancora casi e alcuni focolai da tenere sotto controllo. La nuova valutazione della cabina di regia di ministero alla Salute e Istituto superiore di sanità riguarda la settimana scorsa ma sembra anticipare anche quanto sta succedendo in queste ore, tra Bologna e Mondragone. Sono due focolai importanti, uno, quello in Campania, che preoccupa e spinge il governatore De Luca a dire che verranno fatti 3-4mila tamponi e se si arriverà a 100 casi chiuderà la città. Gli esperti hanno concluso la loro analisi della settimana scorsa, sulla base dei parametri del monitoraggio disposto dal ministero, e sono arrivati alla conclusione che se anche i numeri restano contenuti, i dati dell’epidemia hanno smesso di scendere. O meglio, si vedono indici di trasmissione che non calano, e appunto focolai che si accendono.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  E. Bu. 
Titolo: Numeri a rischio, M5S blocca le espulsioni
Tema: M5S e la tenuta del governo

Un imperativo chiaro: frenare la grande fuga, evitare che i numeri al Senato possano mettere in crisi la maggioranza, ferma poco sopra la soglia di galleggiamento (è a quota 162) a Palazzo Madama. E soprattutto superare la boa di luglio e del Mes. I vertici Cinque Stelle stoppano le possibili espulsioni in arrivo in teoria a metà della prossima settimana. Una mossa che se da un lato tutela il governo, dall’altro rischia di alimentare ulteriori tensioni in seno al Movimento sul tema delle mancate rendicontazioni. «Se lo fanno, si crea una ferita, una disparità di trattamento difficile da sanare», dice un pentastellato. E infatti, la soluzione più probabile è che ci sia un rinvio della deadline: spostare l’asticella più in là, in modo da avere i numeri in Aula per superare lo scoglio di un eventuale voto sul Mes e chiudere la finestra per un ritorno alle urne a settembre.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso 
Titolo: Assedio dem a Conte Franceschini lo avverte “Non puoi fare da solo”
Tema: Pd e la tenuta del governo

«Non c’è un Pd cattivo e un presidente del Consiglio buono! Non c’è un premier che vuole fare e partiti che lo frenano o non intendono tagliare le tasse. È inaccettabile che tu scelga questa comunicazione, quando è chiaro a tutti che il taglio del costo del lavoro è la priorità», Si infuria, Dario Franceschini. Attacca Giuseppe Conte nel chiuso di Palazzo Chigi e nel bel mezzo del vertice serale di governo. Sembra davvero una resa dei conti tra l’avvocato e l’azionista politicamente più importante dell’esecutivo. «Non puoi fare tutto da solo – è il senso del ragionamento – e non puoi pensare dl scaricare su di noi quello che non si può fare». Il premier ascolta. Incassa. E per tutta risposta porta sul tavolo dell’esecutivo l’idea già bocciata dal Pd: la riduzione dell’Iva per chi paga senza contanti. E ottiene un rumoroso coro di no. La tensione è palpabile. Non è solo l’Iva a dividere, ma è soprattutto attorno a questo nodo che si brucia un’intesa, giorno dopo giorno. Prima del vertice, si ritrovano a Palazzo Chigi Conte e Roberto Gualtieri, il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera e il ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta. Discutono dello scostamento di bilancio, necessario per l’imminente manovrina da almeno dieci miliardi. Il premier vuole indebitarsi di più, aumentare la dotazione.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vecchio Concetto 
Titolo: Renzi “Un patto con Pd e 5S per governare fino al 2023 ed evitare un Orbán al Colle”
Tema: Intervista a Matteo Renzi – la tenuta del governo

Matteo Renzi, II governo reggerà la fase 3? «Spero di sì. Per farlo dovrà infondere speranza e fiducia agli italiani. I soldi per ripartire ora ci sono». II Paese non è ripartito? «Solo parzialmente. Molti italiani hanno ancora paura. Negli ultimi mesi hanno accumulato 28 miliardi di euro in più sul conto corrente. Quando crescono i risparmi è un fatto positivo, ma in questo caso si alimenta un meccanismo di preoccupazione e sfiducia che non possiamo permetterci. Bisogna avere finalmente il coraggio di dire che il Covid è un’altra cosa rispetto a marzo». Circola ancora, lo dimostrano I casi di Bologna e Mondragone. «Certo. Ma fa meno male: non si finisce praticamente più in ospedale o nelle terapie intensive. Questa è la realtà, affrontiamola senza ideologie. Chi dice il contrario fa terrorismo psicologico». Anche II governo è prigioniero dl questa paura? «Governare con la paura è più facile che infondere la speranza. Deve tornare a decidere la politica, non presunti esperti del Comitato tecnico scientifico». Un patto di maggioranza? «Sì, deve essere il nostro traguardo di legislatura. Dobbiamo evitare che il Quirinale sia la gara di ritorno di chi ha perso al Papeete». Salvini ha detto che vuol eleggerlo con i Cinquestelle. «Se Salvini e Meloni votano un Presidente europeista e filo atlantico, bene. Va invece scongiurato il rischio di ritrovarci con un Capo dello Stato tipo Orbán. Abbiamo mandato a casa Salvini per evitare che l’Italia diventi sovranista e anti Bruxelles come l’Ungheria».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Conte ammonisce i ministri «Ora non possiamo sbagliare»
Tema: La tenuta del governo

Quando legge i sondaggi e si lascia cullare dai numeri del consenso personale, Giuseppe Conte sente che il suo governo e la sua premiership sono al sicuro. Ma da qualche giorno, leggendo i giornali che registrano le ultime partenze di senatori dal M5S alla Lega, il presidente del Consiglio ha cominciato ad avvertire gli scricchiolii sospetti della maggioranza. Al Senato la compagine giallorossa perde pezzi. Nel merito dei dossier, la distanza tra Pd e M5S si va pericolosamente allargando. E gli avvisi che piovono dal Nazareno dicono, in sostanza, che la pazienza di Zingaretti e Franceschini è quasi finita. Conte deve averlo capito, tanto che ieri aprendo il Consiglio dei ministri ha ammonito e spronato la squadra. «Su ogni tema delicato e complesso, Salvini e Meloni cercano di metterci in difficoltà —è la riflessione di Conte —. Sull’emergenza sanitaria ci hanno provato, ma non ci sono riusciti. In queste ore ci attaccano sulla scuola e così faranno su ogni provvedimento. Dobbiamo stare attentissimi a non commettere errori». La strategia del premier sta chiusa in due verbi, «coinvolgere e rassicurare».
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Testata:  Giornale 
Autore:  Greco Anna_Maria 
Titolo: Nomine decise a tavolino: 10 toghe a rischio rimozione
Tema: La Giustizia

Non solo Luca Palamara ma altri 9 con lui finiranno davano alla sezione disciplinare del Csm. Il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, annuncia in una conferenza stampa al Palazzaccio, che si è chiusa la prima tranche dell’istruttoria sul materiale dell’inchiesta di Perugia contro l’ex presidente dell’Anm ed altri. E sono pronti gli atti d’incolpazione per tutti quelli che hanno partecipato, in particolare, alla riunione all’hotel Champagne dell’8 maggio 2019, in cui si parlava di nomine ai vertici degli uffici giudiziari, la procura di Roma in primis, con due politici renziani, Luca Lotti e Cosimo Ferri. Ma non è finita e Salvi conferma che «prima delle ferie estive» seguiranno altre azioni disciplinari per diversi coinvolti nelle chat intercettate tra il 2017 e il 2018. «Il mio ufficio – dice – non vuole mettere un coperchio, ma rispettare le persone: quello che è successo ha segnato un punto di non ritorno, ma si sta voltando pagina».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Onida Valerio 
Titolo: Una struttura che va riformata
Tema: La Giustizia

Si discute molto, di questi tempi, di organizzazione e di governo della giustizia e della magistratura, fra rivelazioni sulle modalità con cui il Consiglio Superiore sceglie i dirigenti degli uffici giudiziari e polemiche postume sulla scelta da parte del Ministro del Capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, a cui non è stato preposto un noto magistrato di Procura che aspirava al ruolo. Non si pone molta attenzione, invece, ad un fatto che di per sé costituisce una singolare anomalia: nell’organigramma del dicastero guidato dal Ministro della giustizia, cui spettano, per Costituzione, «l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia» (è l’unico Ministro, nel nostro sistema, che ha una sfera di competenza direttamente determinata dalla Costituzione, e quindi poteri propri che può difendere anche nei confronti di ogni altro potere dello Stato), pressoché tutti i dirigenti apicali sono magistrati ordinari collocati temporaneamente fuori ruolo con l’autorizzazione del Consiglio superiore.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Patta Emilia – Perrone Manuela 
Titolo: Nuovo deficit a 20 miliardi Sull’Iva tensioni Conte-Pd Piano Dem per l’industria
Tema: Il ‘caso’ del Fisco

Quando ancora ci sono da chiudere i grandi dossier industriali, dall’ex Ilva ad Alitalia, nel governo scoppia il caso del fisco. Al vertice di ieri sera tra Giuseppe Conte, i capidelegazione e i responsabili economici dei partiti di maggioranza, il Pd con Dario Franceschini ha subito contestato l’annuncio di un taglio dell’Iva fatto dal premier al termine degli Stati generali. Una contestazione nel merito, ma anche nel metodo: pure in questo caso, come nel lancio stesso della kermesse di Villa Pamphilj, non c’è stato alcun accordo con gli alleati. E, come si sa, il capitolo Iva per i dem non è la priorità, dal momento che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri sta lavorando a una riforma complessiva dell’Irpef. Sulla stessa lunghezza d’onda del Pd anche Italia Viva, mentre il M5S si tiene equidistante rilanciando comunque con la viceministra Laura Castelli la necessità di ridurre le tasse. Sullo sfondo l’intreccio della partita del nuovo scostamento di bilancio – che durante il vertice Conte e Gualtieri hanno fissato a 20 miliardi – con la decisione sul Mes.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  M.Mo. 
Titolo: Gualtieri: via i crediti inesigibili dal magazzino della riscossione
Tema: Il ‘caso’ del Fisco

Non c’è due senza tre. Per il terzo giorno consecutivo, anche se in contesti diversi, prima a Telefisco del Sole 24 Ore, mercoledì sera in audizione alla Camera e ieri nel question time al Senato, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha ribadito che «occorre lavorare sulla progressività e la riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sull’impresa che sono i principi di fondo cui si deve ispirare la riforma fiscale». Insomma per il taglio a tempo e mirato delle aliquote Ivatanto care al premier Conte c’è ancora tempo. Nel rispondere in Aula a Palazzo Madama alle interrogazioni di Italia Viva e del Pd, Gualtieri ha ribadito che «il Governo ha messo da subito al centro del programma la riforma fiscale, per altro già avviata con il taglio del cuneo fiscale per 16 milioni di lavoratori che dal 1° luglio pagheranno meno tasse sulle stipendi».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Barbera Alessandro – Lombardo Ilario 
Titolo: Gualtieri blocca Conte sull’Iva “Ridurla adesso non è possibile”
Tema: Il ‘caso’ Fisco

Roberto Gualtieri lo dice apertamente a Giuseppe Conte a quattr’occhi prima del vertice con i partiti della maggioranza: la sua proposta di riduzionedell’1va per alcune categorie e in forma di premio per chi usa la moneta elettronica non è realizzabile. O meglio, non può essere una priorità. Ora occorre concentrarsi su altro. Gualtieri e il Pd pensano ad un intervento per ridurre il costo del lavoro, per evitare un’ondata di licenziamenti non appena verrà meno il divieto. Poco dopo, quando il premier accoglie a Palazzo Chigi i capidelegazione, il ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico d’Incà, la viceministra al Tesoro Laura Castelli e il responsabile economico di Italia Viva Luigi Marattin, ci riprova. Insiste sulla necessità di dare una spinta ai consumi come in Germania. Gualtieri ascolta in silenzio, quel che doveva dire l’ha detto. I dossier che hanno la precedenza riguardano Ilva, Alitalia e Autostrade D’altra parte tutti – Pd, Italia Viva e Leu – sono contrari al taglio dell’Iva. Fatta eccezione per i grillini, non c’è margine per far passare il messaggio.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico – Salvia Lorenzo 
Titolo: Contributo o no? Tra Pd e 5 Stelle scontro sui costi della cassa integrazione
Tema: Cassa Integrazione

Tre mesi fa la corsa contro il tempo riguardava i provvedimenti per preservare il reddito di milioni di lavoratori. In aprile e in maggio, il governo ha varato misure per somme che nell’Italia repubblicana non erano mai state spese in così poco tempo: cassa integrazione per tutti e sostegno al reddito per gli autonomi. Ora però la sabbia nella clessidra sta correndo perché quelle misure stanno scadendo. E fra i due principali partner di governo, Partito democratico e Movimento 5 Stelle, si è aperto un conflitto sottotraccia su come andare avanti. Sia la finestra di tempo che il finanziamento della cassa integrazione legata alla pandemia sono destinati a esaurirsi in estate. Il 17 agosto scade il divieto totale di licenziamento. Il 30 agosto scadono le limitatissime deroghe concesse in aprile e maggio ai vincoli sui contratti a termine, quelli fissati dal decreto Dignità del governo Lega-M5S nel 2018. Per riassorbire in parte la disoccupazione che rischia di crearsi, nel Pd c’è chi pensa a nuove eccezioni a tempo ai divieti del decreto Dignità (che limita a soli 12 mesi i contratti a termine senza causali).
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Testata:  Stampa 
Autore:  Giovannini Roberto 
Titolo: Sindacati in piazza contro il governo “Fermate l’incubo dei licenziamenti”
Tema: Cassa Integrazione e la protesta dei sindacati

Lo scenario, nell’era dell’emergenza coronavirus, è molto diverso da quello delle tradizionali manifestazioni dei metalmeccanici: una piazza del Popolo inondata dal sole accoglie un migliaio di militanti e delegati sindacali seduti su sedie accuratamente distanziate. Siamo alla manifestazione nazionale “Cento vertenze” promossa dai sindacati di categoria dei metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil per denunciare la situazione che riguarda migliaia di lavoratori di oltre 150 aziende manifatturiere, che erano già in crisi prima dell’emergenza, e che adesso rischiano letteralmente il posto. E sullo sfondo, c’è il giorno X che potrebbe far deflagrare la situazione: da lunedì 17 agosto, a meno di decisioni diverse del governo, le aziende italiane potranno tornare a licenziare. Per Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, «Il governo immagina un mondo diverso da quello reale, fatto di lavoratori in cassa integrazione o che rischiano di perdere il posto di lavoro, che sopportano i problemi sulle loro spalle e vivono col dubbio che l’azienda annunci una riduzione di organico». Nel mirino c’è il sistema di ammortizzatori sociali, con la Cig Covid da 900 euro, davvero insufficienti, per i lavoratori poveri e il proseguimento del blocco dei licenziamenti oltre il 17 agosto. Bocciata anche l’idea di Conte di proporre alle aziende detassazioni per chi evita la Cig. Ma i sindacati chiedono anche una vera politica industriale
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco – Olivieri Antonella 
Titolo: Golden Power a difesa della Borsa – Il Governo blinda Borsa Italiana La Consob ora diventa l’arbitro
Tema: Golden Power

Era atteso da giorni e alla fine dopo un lungo lavoro di messa a punto tra il Mef e la Consob è in dirittura d’arrivo il correttivo al decreto rilancio con cui il Governo prova a blindare Borsa Italiana. Arriva così di fatto una risposta alle sollecitazioni avanzate dal presidente della Consob, Paolo Savona. Nelle prossime ore, dunque, arriverà in commissione Bilancio alla Camera una leggera rivisitazione di una proposta di modifica parlamentare già sul tavolo della stessa commissione con cui si prevede di rafforzare i poteri speciali attribuiti al Governo in caso di acquisizioni dall’estero riguardanti asset strategici del Paese. Le novità proposte riguardano in particolare la possibilità per lo Stato di intervenire anche a fronte di modifiche nell’assetto azionario che riguardino la società controllante delle società di gestione dei mercati italiani – nel caso di Borsa Spa, dunque, anche se a cambiare proprietà è la Borsa di Londra -, assegnando ampi poteri alla Consob che, di fatto, farebbe le veci del comitato golden power.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gaggi Massimo 
Titolo: Sud e Ovest travolti dal contagio E New York si blinda: «Non venite»
Tema: Il Covid negli Stati Uniti

Il boom di contagi registrati in un solo giorno, il 24 giugno, in tutti gli Usa: è il giorno in cui l’emergenza ha toccato il picco. Le previsioni più cupe degli esperti e i timori di Anthony Fauci si stanno rivelando fondati: più di mezza America sta sprofondando di nuovo nella tragedia del coronavirus. Tra le zone più colpite alcuni degli Stati più vasti e dinamici del Paese: dal Texas, con un aumento del 70% dei casi in una settimana alla Florida (+66%). Donald Trump continua a minimizzare: rifiuta di invitare i cittadini a indossare le mascherine, continua a parlare di kung-flu e sostiene che i numeri dei malati crescono solo perché l’America sta facendo più test (e lui vorrebbe ridurli). Ma è evidente, se non altro dagli ospedali che si riempiono, che non è così. Ma l’America ora è spaccata in due anche al suo interno: da ieri chi arriva a New York, nel New Jersey o nel Connecticut (i tre Stati «risanati» della East Coast) dagli 8 Stati col maggior numero di contagi dovrà fare una quarantena di 14 giorni. Il governatore del New Jersey, Phil Murphy, la mette quasi in termini biblici: «Siamo andati all’inferno e ne siamo venuti fuori: non vogliamo tornarci».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Valsania Marco 
Titolo: In Usa dietrofront sulle riaperture
Tema: Il Covid negli Stati Uniti

Scatta l’allarme per una nuova, incontrollata diffusione del coronavirus in America. Numerosi grandi stati, nel sud e nell’ovest del Paese a cominciare dal nuovo epicentro delle infezioni in Texas, hanno riportato record di nuovi casi, accompagnati da aumenti di ricoveri e ricorsi alla terapia intensiva. Le accelerazioni, spesso legate ad aggressivi ritorni alla normalità senza precauzioni, hanno spinto il totale nazionale delle neo-infezioni quotidiane a inedite vette: quasi 37.000, stando a elaborazioni del New York Times; oltre 38.000 nei calcoli del Washington Post. Stime del governo basate su esami sierologici hanno inoltre ipotizzato che oltre 20 milioni di persone abbiano contratto il virus, rispetto a 2,3 milioni di diagnosi ufficiali, suggerendo tassi di mortalità inferiori ma maggiori rischi di trasmissione asintomatica.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcino Giuseppe 
Titolo: «Non respiro». Così è morto Carlos Polizia ora sotto accusa in Arizona
Tema: Polizia sotto accusa negli Usa

Ancora immagini agghiaccianti della polizia in azione. E un uomo di 27 anni ammanettato, bloccato con la faccia a terra per 12 minuti. Chiede, implora dell’acqua. Sussurra: «Non respiro più». Così il 22 aprile scorso è morto Carlos Ingram Lopez, 27 anni, ispanico di Tucson, Arizona. Il capo del Dipartimento di Polizia, Chris Magnus, ha diffuso la clip con l’intera sequenza di 25 minuti solo mercoledì scorso, 24 giugno, perché, ha spiegato, la famiglia doveva ancora vederla. Magnus ha convocato una conferenza stampa e ha «offerto le dimissioni» in diretta, senza avvisare le autorità politica. Gli stava accanto la sindaca Regina Romero, visibilmente colta di sorpresa. Romero, prima donna di origine latina a guidare Tucson, democratica, ha avuto parole durissime per la condotta degli agenti, «da licenziare immediatamente». Ma ha elogiato «l’integrità» e la «gestione» di Magnus.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Flores D’Arcais Alberto 
Titolo: Da Floyd alle statue i trenta giorni che hanno cambiato l’America
Tema: Polizia sotto accusa negli Usa

È un mese che ha già cambiato la storia d’America. Quattro settimane dopo la morte di George Floyd per mano di un poliziotto di Minneapolis, sono ancora a migliaia a scendere in piazza nelle città degli Stati Uniti per chiedere una giustizia vera, per condannare ogni forma di razzismo, per protestare contro la brutalità della polizia. È passato un mese e un nuovo video, quello di un ispanico morto soffocato come Floyd, rischia di alimentare nuovi cortei, altre violenze. E’ stato un mese storico perché ha riportato gli Usa all’epoca delle grandi marce per i diritti civili, ma anche alle violenze e ai saccheggi che anni dopo sarebbero esplose nei ghetti neri.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Lorenzo 
Titolo: Italia in gioco: sminatori, commesse e diplomazia
Tema: Il caos libico

La visita due giorni fa di Luigi di Maio a Tripoli costituisce il primo concreto tentativo italiano dai tempi della conferenza di Palermo nel novembre 2018 di tornare a giocare un ruolo rilevante sullo scenario libico. E ciò a fronte della crescente egemonia turca in Tripolitana, contrapposta ai tentativi egiziani di ridare forza alle truppe sconfitte di Khalifa Haftar sulla difensiva in Cirenaica. Senza dubbio la presenza dei nostri sminatori a Tripoli, assieme alle commesse per le aziende italiane per la ricostruzione dell’aeroporto e le nuove intese sui migranti, costituiscono passi avanti nelle relazioni tra Roma e il governo di Fayez Sarraj. I circoli più laici legati al premier libico non nascondono il desiderio di vedere nell’Italia un fattore che possa riequilibrare le mire neo-ottomane di Erdogan, l’uomo chiave delle vittorie militari degli ultimi sei mesi da parte delle milizie coalizzate contro Haftar.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Stabile Giordano 
Titolo: Francia-Turchia, è scontro totale Ora si apre anche il fronte sul gas
Tema: Francia – Turchia

Navi militari a un passo dall’incidente al largo della Libia. Parole di fuoco fra Macron e Erdogan. Francia e Turchia vanno allo scontro totale, una spaccatura inaudita all’interno della Nato e dell’Ue, visto che Ankara è un Paese candidato. Il fronte più acceso è quello libico ma di mezzo ci sono anche gas e petrolio. Gli interessi di Macron ed Erdogan sono incompatibili, e ricalcano le alleanze politiche regionali. ll gigante transalpi no Total punta a fare dell’Egitto un grande hub del metano liquefatto. L’idea è far convergere il gas estratto nel Mediterraneo orientale verso due grandi impianti di liquefazione e poi trasportarlo in Europa via nave. La Turchia ha un progetto opposto, realizzare una rete di gasdotti per raccogliere il metano sia dall’Asia centrale che dal Mediterraneo per dirigerlo verso l’Europa. Come in Libia, Erdogan parte in vantaggio.
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