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SINTESI IN PRIMO PIANO – 26 aprile 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:
– Riaperture e fase 2, il piano del governo
– Sondaggi: Lega in calo
– Il 25 aprile di Mattarella: “Rinasceremo”
– Fisco, accertamenti e cartelle sospesi fino al 30 settembre
– In bilico le elezioni Usa: rinvio o voto per posta

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica – Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Riaperture, ecco il piano – Chi abita vicino al mare potrà fare il bagno La ripresa dei funerali Termoscanner nella metro
Tema: fase 2

Ancora prima di comunicare al Paese le linee guida della fase 2 e i contenuti del nuovo Dpcm, Palazzo Chigi ha cominciato ad allentare i divieti ora in vigore per contenere il contagio da coronavirus. Sul sito della presidenza del Consiglio, alla sezione Faq, è comparso un chiarimento molto dettagliato riguardo alla vita all’aria aperta: chi abita vicino al mare può fare un bagno davanti casa, chi sta in montagna può passeggiare nel verde. Altri via libera arriveranno nelle prossime ore, a cominciare dalla possibilità di celebrare i funerali. Dal 4 maggio inizierà il percorso verso la normalità. Dovrà essere però «lento e graduale» per tenere sotto controllo la curva epidemica. Da giorni nel governo si discute con toni anche accesi, tra quei ministri che spingono per riaccendere le luci del Paese e il fronte del «massimo rigore», guidato da Francesco Boccia e Roberto Speranza. Il loro timore è che la popolazione possa interpretare le riaperture come la fine dell’emergenza, ragion per cui non tutti nel governo sono favorevoli ad archiviare l’autocertificazione. La preoccupazione riguarda soprattutto gli adolescenti, i più restii a rispettare il no agli assembramenti. Dunque, è possibile che rimanga in alcuni casi particolari ma per la maggior parte degli spostamenti ci sarà maggiore libertà dovuta anche all’apertura di numerosi negozi. Sarà comunque possibile andare a trovare i propri familiari senza doversi giustificare e anche incontrare uno o due amici mantenendo le distanze oppure indossando le mascherine. Consentito spostarsi all’interno della Regione e non è escluso che dopo un paio di settimane al massimo, se non torneranno a salire i dati relativi ai malati, ci possa essere anche il permesso di andare nelle regioni limitrofe. Nel chiuso delle riunioni del governo con i tecnici, molto si è discusso sulla proposta del professor Giovanni Rezza di chiedere alle persone con più di 60 anni di rispettare una distanza di sicurezza doppia quando si trovano con estranei: non un metro, ma due. Una norma pensata soprattutto per il rischio dei trasporti pubblici e sulla quale diversi ministri sono contrari. I due metri rimangono invece in numerose occasioni, compreso lo sport all’aperto quando non si sta da soli.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Molinari Maurizio – Cappellini Stefano 
Titolo: Intervista a Giuseppe Conte – Conte: “Le scuole aperte già a settembre” – Conte “Dal 4 maggio più spostamenti ma serve altro tempo per muoversi in libertà”
Tema: fase 2

Giuseppe Conte rassicura gli italiani sull’impegno a facilitare la ripartenza del Paese dopo il 4 maggio, puntualizzando tuttavia la volontà di «procedere con cautela» nel timore di prevenire colpi di coda della pandemia. Ed agli alleati Ue e Nato preoccupati dagli aiuti in arrivo da Russia e Cina fa sapere: «Le nostre posizioni in politica estera non mutano, non possono certo dipendere dalla pandemia». Presidente Conte, gl italiani stanno disciplinatamente affrontando i lockdown da ormai quasi un mese e mezzo. «Stiamo lavorando, proprio in queste ore, per consentire la ripartenza di buona parte delle imprese, dalla manifattura alle costruzioni per il 4 maggio. Non possiamo protrarre oltre questo lockdown: rischiamo una compromissione troppo pesante del tessuto socio-economico del Paese. Annunceremo questo nuovo piano al più tardi all’inizio della prossima settimana. La condizione per ripartire sarà il rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza, per i luoghi di lavoro, per le costruzioni e per le aziende di trasporto. Nel rispetto di queste condizioni rigorose, potranno riaprire, già la settimana prossima, passando però dal vaglio dei prefetti e con autocertificazione, attività imprenditoriali che consideriamo “strategiche”. Il piano che presenteremo sarà molto articolato perché conterrà anche una più generale revisione delle regole sul distanziamento sociale. “Revisione” delle regole, voglio chiarirlo subito, non significa abbandono delle regole». Si può ipotizzare che entro maggio non sia più necessaria l’autocertificazione per spostarsi all’interno del proprio Comune? «Non siamo ancora nella condizione di ripristinare una piena libertà dl movimento, ma stiamo studiando un allentamento delle attuali, più rigide restrizioni. Ho già anticipato che non sarà un “libera tutti”. Faremo in modo di consentire maggiori spostamenti, conservando, però, tutte le garanzie di prevenzione e di contenimento del contagio». Molti genitori sono sconcertati dall’assenza del tema scuola nelle riunioni e nei documenti del governo o della task force. Può impegnarsi a garantire almeno la riapertura a settembre
? «La scuola è al centro dei nostri pensieri e riaprirà a settembre. Ma tutti gli scenari elaborati dal comitato tecnico-scientifico prefigurano rischi molto elevati di contagio, in caso di riapertura delle scuole. Fin gioco la salute dei nostri figli, senza trascurare che l’età media del personale docente è tra le più alte d’Europa. La didattica a distanza, mediamente, sta funzionando bene. La ministra Azzolina sta lavorando per consentire che gli esami di stato si svolgano in conferenza personale, in condizioni di sicurezza».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Meli Maria_Teresa 
Titolo: Intervista a Dario Franceschini – «Ora uniti e ce la faremo» – «Come nel Dopoguerra serve un Paese unito Il tutti contro tutti ci porta alla disgregazione sociale»
Tema: fase 2

«La prima fase dell’emergenza del coronavirus è stata una delle fasi più difficili che possa capitare a chiunque abbia delle esperienze di governo però in quella fase c’è stato il collante dell’emergenza, della paura del contagio che ha tenuto insieme il Paese che ha mostrato il meglio di sé stesso dando una prova di resistenza collettiva inimmaginabile. Questa seconda fase sarà ancora piu difficile, perché emergeranno i problemi in tutta la loro forza: la tenuta economica del Paese, quella sociale. O si innesca un meccanismo virtuoso e quindi emerge lo stesso clima della ricostruzione post bellica oppure il Paese si divide e parte il pericolosissimo meccanismo del tutti contro tutti. Regioni contro Stato, opposizione contro maggioranza, Confindustria contro sindacati, Sud contro Nord e il Paese rischia di disgregarsi e perdersi. Quindi la lezione della prima ricostruzione è fondamentale per noi».  «Non penso a governissimi o altre amenità del genere. Siamo a un bivio e bisogna che ognuno faccia la propria parte indipendentemente dal fatto di essere maggioranza o opposizione, politico o cittadino, operaio o imprenditore, perché abbiamo di fronte a noi una grande opportunità ma anche un rischio enorme».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galli della Loggia Ernesto 
Titolo: Un segnale ai ragazzi – Occorre dare un segnale ai ragazzi
Tema: scuola
Tutto obbliga a credere che le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Azzolina e le disposizioni da essa impartite in merito alla prossima conclusione dell’anno scolastico significhino una sola cosa. Per gli alunni degli anni intermedi dei cicli scolastici il passaggio automatico all’anno di corso successivo; per quelli invece che devono affrontare un esame di licenza la virtuale promozione d’ufficio. Ma come? Sul Paese si è abbattuta una vera e propria tragedia, i morti si contano a migliaia, a milioni le persone che hanno perso il lavoro o sono economicamente con l’acqua alla gola, la nostra economia rischia di rimanere in ginocchio, le finanze pubbliche neanche a parlarne, e che messaggio viene trasmesso ai giovani italiani? «Facciamo come se nulla fosse e liberi tutti!». Ma c’era un’alternativa? E quale? Secondo me sì. Innanzi tutto prendere atto della realtà e decidere quindi di annullare l’anno scolastico in corso. Ma al tempo stesso, poiché non sarebbe stato certo giusto penalizzare gli studenti facendo loro perdere un anno, e poiché alla fin fine i mesi di vacanza forzata assommavano a un solo trimestre, decidere di recuperare l’anno perduto agganciandolo all’anno successivo. Ad esempio, iniziando il nuovo anno scolastico il 25 agosto; poi fino al 15 ottobre, cioè in 5o giorni, recuperare il trimestre perduto; a questo punto in una settimana o due svolgere gli scrutini non fatti nel giugno precedente e sostituire con gli scrutini anche gli esami di licenza saltati; infine dare inizio al nuovo anno il 1° novembre. Magari prevedendo vacanze più brevi a Natale e a Pasqua ed evitando inutili perdite di tempo con il ridicolo rito delle finte «occupazioni» e con le gite scolastiche. II tutto naturalmente previo una non certo difficile riformulazione-riduzione ad hoc dei programmi da farsi nel giro di un mese ad opera di un agile gruppo di lavoro presso il Ministero dell’Istruzione.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Frignani Rinaldo 
Titolo: In Lombardia i contagi più bassi dal 6 marzo – Il contagio rallenta ancora: è +1,2% In Lombardia il minimo dal 6 marzo
Tema: andamento contagi
Il contagio rallenta ancora. Ieri l’aumento di nuovi casi di coronavirus in Italia si è attestato a +1,2%. E in Lombardia è stato registrato il dato migliore dal 6 marzo scorso, con «soli» 80 positivi. Dai dati resi noti dalla Protezione civile emerge che attualmente i malati a livello nazionale sono 105.847, con i guariti che in un giorno solo sono stati 2.622 (un aumento del 4.3% rispetto a venerdì, per un totale di 63.120). I pazienti ricoverati in ospedale con sintomi sono 21.533, 2.102 quelli in terapia intensiva — con un calo del 3,3% — mentre ci sono 82.212 persone, il 78% degli attuali positivi, in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi, 74 in meno rispetto a venerdì. E anche questa è la prima volta che accade. I decessi infine sono stati 415 (+1,6%), con il bilancio complessivo che tocca quota 26.384. Ma è proprio dalla regione maggiormente colpita dall’epidemia che arrivano i segnali più confortanti sull’andamento della situazione: in Lombardia 713 nuovi positivi su 12.642 tamponi solo ieri. Un risultato incoraggiante, visto che appena venerdì i casi segnalati erano stati 1.091. Attualmente le persone contagiate sono 71.969, mentre 13.269 sono le vittime, con 163 decessi ieri (24 ore prima erano stati 166). Prosegue poi il trend in calo dei posti letto occupati nelle terapie intensive che ora sono 724, ma anche negli altri reparti (8.489). Uno scenario nel quale Milano spicca per la sensibile diminuzione di nuovi contagiati: 80 (219 compresa l’area metropolitana, il totale è adesso di 17.909) contro i 658 dell’altro ieri (42, dei quali 246 in città). Secondo il governatore lombardo Attilio Fontana (Lega) «finalmente le misure messe in campo stanno dimostrando la loro efficacia e se il trend si confermasse nei prossimi giorni vorrà dire che siamo veramente sulla buona strada»
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Pagnoncelli Nando 
Titolo: Scenari – Lega in calo (Pd a 4 punti) – Meno consensi alla Lega: 25,4% Pd a 4 punti, balzo M5S (18,6%)
Tema: sondaggi
Gli indici di gradimento del governo (58) e del presidente Conte (66) fanno segnare un aumento rispettivamente di 2 e 5 punti rispetto a marzo, attestandosi sul livello massimo dall’esordio dell’esecutivo giallo-rosso in noi. Gli orientamenti di voto fanno segnare due cambiamenti di rilievo: la Lega, pur mantenendosi al primo posto con il 25,4%, arretra del 5,7%, scende al di sotto del 30% e ritorna sui valori del maggio 2018; al contrario il M5S aumenta del 3,3% attestandosi al 18,6%. Il Pd si mantiene al secondo posto con il 21,3% (+0,7%) riportandosi sui valori dell’estate scorsa, prima della scissione di Renzi. A seguire Fratelli d’Italia con il 14,1% (+1,1%), e Forza Italia con il 7,5% (+0,7%). Il M5S sembra beneficiare dell’immagine positiva del governo e del suo presidente più del Pd che è stato a lungo silente a causa della malattia del suo segretario Zingaretti colpito dal coronavirus. Nel complesso i tre principali partiti del centrodestra perdono il 4,2%, scendono per la prima volta nell’anno al di sotto del 50% (47%), e riducono a soli 2 punti il vantaggio sulle quattro forze della maggioranza (che salgono al 45%), dai quasi 10 di marzo. Anche riguardo al gradimento dei leader il sondaggio fa registrare cambiamenti di rilievo rispetto al mese di marzo che fu caratterizzato da un prevalente clima di concordia generato dall’emergenza sanitaria. Ebbene, oggi registriamo un aumento di gradimento per la maggior parte degli esponenti della maggioranza e una flessione per quelli dell’opposizione. In dettaglio: il ministro della Salute Speranza aumenta di 4 punti e si colloca al primo posto con un indice pari a 37, di fatto raddoppiando il valore registrato a inizio mandato. Al secondo posto si colloca Giorgia Meloni (35), in flessione di 4 punti, seguita da Franceschini (34), in aumento di due. Salvini fa segnare il calo più vistoso (perde 8 punti), cedendo due posizioni in graduatoria, attestandosi a 31, tallonato da Zingaretti a 30. Poi Di Maio (29) e Bellanova (25), entrambi in crescita di 2 punti, quindi Bonafede a 24, Crimi (22), Berlusconi (21) e Renzi (13).
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Testata:  Giornale 
Autore:  Signore Adalberto 
Titolo: Berlusconi si smarca – La svolta di Berlusconi: così si smarca da Salvini
Tema: centrodestra in agitazione

L’ ennesimo passo di quella che sembra una lunga ma decisa marcia di smarcamento da un centrodestra fino ad oggi a trazione sovranista, Silvio Berlusconi l’ha fatto ieri. Quando ha messo nero su bianco il suo «no» alla mozione di sfiducia al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Un’iniziativa annunciata venerdì dalla Lega e da cui Forza Italia prende decisamente le distanze. Non perché l’ex premier non sia critico verso la politica economica dell’esecutivo, ma perché ancora una volta la strada intrapresa dal Carroccio appare «politicamente inappropriata». E questo il senso dei ragionamenti di Berlusconi durante la videoconferenza di ieri pomeriggio con il Coordinamento di presidenza azzurro (in collegamento ci sono Antonio Tajani, Gianni Letta, Niccolò Ghedini, Licia Ronzulli, Mariastella Gelmini, Annamaria Bernini e Sestino Giacomoni). E anche se la motivazione ufficiale del «no» è il fatto che Forza Italia non ha mai votato sfiducie individuali ritenendole «incostituzionali», sulla decisione ha evidentemente pesato anche il rischio di ottenere esattamente l’effetto contrario a quello sperato. La sfiducia, insomma, ha un senso se c’è la concreta possibilità che passi in Parlamento. Presentarla a soli fini propagandistici per poi vederla respinta, significa invece rinsaldare nei fatti il governo, che può farsi forte di un nuovo voto parlamentare a suo favore.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Caro Paola 
Titolo: Mattarella, 25 aprile con la mascherina – Il 25 aprile dell’isolamento Mattarella in mascherina e «Bella ciao» sui balconi
Tema: il 25 aprile di Mattarella

L’immagine simbolo del 25 aprile è quella del capo dello Stato, che in mattinata solo, senza alcun seguito, ha salito la scalinata dell’Altare della Patria per portare il suo omaggio al Milite ignoto. Con la mascherina indossata, il simbolo di questo strano tempo terribile che Sergio Mattarella ha evocato nel suo discorso anticipato alla stampa. Nella giornata senza manifestazioni e cortei ufficiali, parole volte alla necessità di «fare memoria della Resistenza, della lotta di Liberazione» per ricostruire: «L’Italia ha superato, nel Dopoguerra, ostacoli che sembravano insormontabili. Le energie positive che seppero sprigionarsi in quel momento portarono alla rinascita». Allora come ora, è il senso del messaggio, gli italiani possono farcela a risollevarsi. E dovranno farlo nell’unità: «La nostra peculiarità nel saper superare le avversità deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova di una malattia che ha spezzato tante vite», impresa alla quale «siamo chiamati tutti». Dai balconi di Roma come di Milano (con il sindaco Giuseppe Sala che ha intonato Bella Ciao da palazzo Marino con il musicista Saturnino), da Nord a Sud, si improvvisano canti come nei primi giorni di lockdown, mentre i cieli della Capitale vengono sorvolati dalle Frecce tricolori. E quasi tutti gli esponenti politici fanno sentire la propria voce. Il premier Giuseppe Conte cita De Gregori e la sua «Viva l’Italia», e a seguire da Zingaretti a Berlusconi, dal M5S a Renzi a Gentiloni, passando per i presidenti delle Camere Casellati e Fico, ricordano la lotta per la Liberazione. Ma spazio per la polemica c’è, e non sul senso della Festa, ma su come è stata vissuta in alcune manifestazioni spontanee o a latere di quelle ufficiali. In serata, dopo che alcuni video sono girati web, sono Matteo Salvini, anche FI con Anna Maria Bernini e Antonio Tajani e soprattutto Giorgia Meloni a prendersela con chi non ha rispettato e non ha fatto rispettare i divieti ed è sceso comunque in strada a festeggiare.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Mattarella apprezza i passi avanti Ue – Mattarella e il cauto ottimismo nella trattativa con l’Europa
Tema: il 25 aprile di Mattarella
Il 25 aprile 2020, per Sergio Mattarella è un anniversario vissuto senza la gente nelle piazze ma in cui comunque ha voluto ricordare cosa significò passare da una dittatura fascista al ritorno alle libertà e alla democrazia. Una data che portò l’Italia dentro l’Occidente e mise un seme per la costrizione dell’Europa. Non è un caso che nel suo messaggio abbia voluto cominciare da qui, dalla Liberazione come passaggio «da un’idea di sopraffazione di un popolo contro l’altro a quella di cooperazione nella libertà e nella pace e in coerenza con quella scelta pochi anni dopo è nata la Comunità europea». In qualche modo, a distanza di 75 anni, c’è una nuova sostanza da dare a quei valori di cooperazione anche se questa volta non è la fine di una guerra ma l’inizio di una pandemia che sta travolgendo i sistemi economici ile condizioni di vita di ciascun cittadino europeo. Alcuni passi sono stati fatti e proprio guardando alle ultime tappe del negoziato con Bruxelles al Quirinale si respira un clima di cauto ottimismo davanti a un vento che sembra stia girando nella giusta direzione. Giusta non solo per il nostro Paese ma per il progetto europeo in sé, per la tenuta del suo sistema sociale, dei suoi valori, della sua moneta. Dunque, i risultati dell’ultimo Consiglio europeo, per quanto non definitivi, sono un buon inizio e vengono apprezzati perché segnalano una volontà nuova anche se andrà concretizzata nella prossima tappa di giugno dando contenuti al Recovery Fund e un nuovo regolamento al Mes senza condizionalità, diventato feticcio divisivo tra parti politiche. Il lavoro di Mattarella è stato quello di una collaborazione istituzionale con Conte, aiutando i colloqui e spendendo le sue personali e ottime relazioni innanzitutto con il presidente tedesco Steinmeier, con Macron e in costante contatto con il Commissario Ue Gentiloni.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Scalfari Eugenio 
Titolo: L’editoriale – Il giornale che ho fondato è un fiore che non appassisce – Un fiore che non appassisce
Tema: il ruolo di Repubblica

Personalmente io ho la qualifica di Fondatore che figura in prima pagina sotto la testata del giornale. Ripetiamo Fondatore. Non significa niente ma può invece essere importante. Il Fondatore conosce o dovrebbe conoscere meglio di ogni altro lo spirito del giornale, il suo programma, la sua natura giornalistica e quindi politica. Forse è venuto il momento di ripetere questa natura politica: si può definire liberal-socialista. Repubblica è nata nel 1976, siamo nel 2020 ma il nostro spirito, la nostra anima giornalistica non può cambiare: liberal-socialista. Naturalmente è una definizione complessa che va quindi precisata e mi scuserete se in qualche modo spetta al Fondatore di mantenerla senza alterarne il significato. I liberal-socialisti hanno nell’anima i due valori di libertà ed eguaglianza e questi debbono rispettare i giornalisti che dirigono il giornale con questa collocazione. Se la proprietà non riconosce più questi valori vuol dire che il giornale non c’è più, è un altro oggetto che ha cambiato totalmente il soggetto. Questo può avvenire, ma in tal caso spetta in primis al Fondatore di avvertire quanto è accaduto e trarne personalmente e collegialmente, se possibile, le conseguenze. A me però, allo stato dei fatti, risulta che non sono cambiati. II direttore uscente Carlo Verdelli, nei confronti del quale ho già detto che ho la massima stima professionale, questi valori li ha realizzati per tutto ll periodo della sua direzione. II nuovo direttore Maurizio Molinari appare esattamente nello stesso modo. Se cosi farà, il Fondatore ne sarà pienamente soddisfatto e lo dirà. In parte già lo dico, dopo aver analizzato la questione con Molinari.
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Economia e finanza

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: Il retroscena – Conte: «Supereremo le difficoltà se sapremo fare altri sacrifici» E sugli aiuti Ue vuole un solo voto
Tema: fase 2, le mosse del governo

Sarà «un discorso di verità» quello che oggi o domani Giuseppe Conte comunicherà ai cittadini italiani non solo sulla fase 2 dell’emergenza sanitaria, ma anche su quello che ci aspetta nei prossimi mesi, dopo che «il cigno nero» del Covid-19 ha colpito così duramente il nostro Paese. Insieme al varo del nuovo decreto del presidente del Consiglio, che sarà molto articolato, tanto da contenere un «programma di lunga scadenza», con le varie fasi di riapertura della vita economica e sociale del Paese, Conte infatti intende fare una sorta di appello alla nazione, per dire che nel medio e lungo periodo «ci attendono sacrifici, tempi duri e difficili», perché non sarà facile colmare i danni fatti dal virus, né rimettere in piedi completamente un’economia che stentava ancora a riprendersi dalle crisi del 2008 e del 2011. A Palazzo Chigi, d’intesa con i partiti di maggioranza, con le parti sociali, con gli enti locali, e con tutti gli attori coinvolti nell’emergenza, si sta ultimando il piano delle riaperture che potrebbe entrare in vigore dal 4 maggio. Ma il messaggio di Conte conterrà anche un fondo di speranza sul futuro, agganciato anche alle misure europee: sul Recovery Fund, «una vittoria anche nostra che sino a qualche settimana fa era del tutto inimmaginabile», e che insieme alle altre misure predisposte dall’Unione europea, dai finanziamenti della Banca europea per gli investimenti alle garanzie del programma Sure per la cassa integrazione sino alla linea di credito del Mes, costituisce un «bottino» che può superare ampiamente i 200 miliardi di euro, un’entità di risorse disponibili in gran parte già da quest’anno e che contribuiranno in modo decisivo alla ricostruzione. Compreso il Mes, che a questo punto, viste le aperture anche di Luigi Di Maio, e l’assenza di condizionalità severe come nel passato, potrebbe essere attivato anche dall’Italia.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bartoloni Marzio – Fiammeri Barbara 
Titolo: Fase 2, via libera subito ai piccoli cantieri di scuole e ospedali – Scuole e ospedali, cantieri al via Mascherine a prezzo calmierato
Tema: fase 2, le mosse del governo

Ripartenza immediata, anche prima del 4 maggio, per tutti i cantieri che interessano anzitutto ospedali e scuole. È l’effetto del via libera ai prottocolli di sicurezza sottoscritti dai ministeri delle Infrastrutture e del Lavoro, assieme ai rappresentanti di Comuni, Province e parti sociali. Motori accesi anche per le produzioni a sostegno della filiera agroalimentare, a partire dalle macchine agricole e una parte significativa della componentisca dell’automotive. Oggi il premier, Giuseppe Conte, presenterà nella riunione della Cabina di regia a Regioni ed enti locali le linee guida per le riaperture per provare a licenziare il nuovo Dpcm, anche se non mancano le difficoltà. I Governatori intanto mordono il freno. Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia e della conferenza delle Regioni, tornerà a sollecitare sulla necessità di “liberare” dal lockdown subito tutta la filiera destinata all’export. Una richiesta sostenuta peraltro anche dalla relazione di Vittorio Colao che le inseriva nella categoria a basso rischio di contagio.  Nel frattempo però i Governatori non restano fermi. Dopo il via libera ad alcuni settori del presidente del Veneto Luca Zaia, ieriè stata la volta della Toscana: il governatore Rossi ha firmato l’ordinanza che consente alle aziende del distretto tessile di Prato di riaprire ibattenti già lunedì. Dal Viminale intanto fanno sapere che sono 192mila le aziende che hanno già presentato la richiesta ai prefetti per continuare a lavorare; di queste circa il 56% arriva da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna . Una ripartenza a macchia di leopardo nell’attesa delle nuove regole, che impatteranno oltre che sul sistema produttivo  anche sulla vita dei cittadini. Un allentamento che però presuppone l’adozione di severe misure di sicurezza. A partire dalla disponibilità delle mascherine che assieme al distanziamento sociale rappresentano una delle migliori difese contro il virus. Mascherine che saranno obbligatorie nei luoghi chiusi, a partire dai mezzi pubblici, e dove non è possibile il distanziamento. Ieri il commissario Domenico Arcuri ha garantito che ce ne saranno a sufficienza e a prezzo bloccato.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Giannini Massimo 
Titolo: Intervista a Roberto Gualtieri – Gualtieri: nessun rischio Italia, ce la faremo – “Il Mes, rete di sicurezza Non c’è alcun rischio Italia Così ripartiremo nel 2021”
Tema: economia italiana
I numeri fanno spavento: Pil in caduta dell’8%, deficit in corsa verso il 10,4%, debito involo al 155,7%. «Siamo di fronte a uno shock economico molto pesante», ammette il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. «Ma è uno shock temporaneo, non intaccherà i nostri fondamentali che sono solidi, come dimostrano i dati del deficit al momento dello scoppio della crisi. Lo sforzo straordinario di finanza pubblica che stiamo mettendo in campo è necessario proprio per salvaguardare il nostro potenziale di crescita». Su ogni cittadino italiano adesso pesa un debito di 43 mila euro, neonati compresi. «È vero — aggiunge il ministro — ma il debito tornerà su un sentiero discendente già dal 2021, anche con la completa eliminazione delle clausole di salvaguardia che finalmente restituirà uno spazio per la politica economica: superiamo così uno strumento che si è rivelato del tutto inadeguato». Resta da capire se nella percezione dei mercati, nonostante il «whatever it takes» della Bce targata Lagarde, non resti un «rischio Italia» imminente. «No—replica secco il ministro – non c’è nessun rischio Italia. Il nostro tasso di interesse medio del debito anche quest’anno continuerà a scendere come ha fatto negli anni scorsi. I nostri pagamenti lordi per interessi vedranno un contenuto aumento il prossimo anno, ma se consideriamo la crescente quota del debito detenuta dalla Bce i pagamenti, al netto dalla quota che ci viene retrocessa dalla Banca d’Italia, saranno in linea con quelli attuali». È un fatto, faccio notare al responsabile dell’economia del nostro Paese, che l’Italia si sia affidata all’Europa, e l’Europa all’ultimo vertice dei capi di Stato e di governo ha risposto solo a metà: si ai fondi aggiuntivi Bei, sì al piano “Sure” sugli ammortizzatori sociali, ma un rinvio sul punto che ci stava più a cuore, cioè la creazione del “Recovery Fund”. Non sappiamo se erogherà prestiti o aiuti a fondo perduto. La tentazione di vedere il bicchiere mezzo vuoto è forte. «Non sono d’accordo — obietta Gualtieri — è stato fatto un deciso passo avanti che sarebbe stato inimmaginabile solo poche settimane fa. E l’iniziativa di Conte e del governo italiano è stata decisiva, insieme a quella di altri paesi. Olttre al ruolo fondamentale della Bce e agli altri str menti messi in campo, ora è acquisito che si istituirà il Recovery Fund, con l’obiettivo di sostenere la ripresa europea e in particolare i paesi e i settori più colpiti, e che a questo scopo si emetteranno titoli comuni di debito europei».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco 
Titolo: Fisco, accertamenti e cartelle sospesi fino al 30 settembre – Partite Iva, pagelle fiscali sospese Slittano accertamenti e cartelle
Tema: decreto di Aprile
La manovra di primavera da 155miliardi entra nel vivo. Domani il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, i tecnici del Mef e quellidi Palazzo Chigi proveranno a tirare le fila di quello che a tutti i costi sarà il decreto “Aprile”. Con un’opzione, dividere le misure e evarare subito in settimana il Dl con i sussidi e gli aiuti per famiglie, imprese e lavoratori e nella prima decade di maggio licenziare un nuovo decreto con le semplificazioni e le misure cosiddette ordinamentali. L’obiettivo ora però è quello di rispettare la scadenza di fine mese, garantire come promesso l’erogazione della Cig, della Naspi alle Colf, del reddito di emergenza e degli indennizci da 800 euro alle partite Iva. Nella messa a punto definitiva del nuovo decreto si studia già da subito come inserire qualche misura sostenuta in queste ultime settimane dalle opposizioni, così da ripristinare un corretto dibattito parlamentare nel corso della conversione in legge. Tra queste spicca la sospensione degli indici di affidabilità economica. La norma è pronta ed è, di fatto, la modifica presentata alla Camera sul Cura Italia da Fratelli d’Italia. Una misura che potrebbe andare oltre la sola sterilizzazione degli Isa nelle strategie di controllo del Fisco. La norma, se confermata, prevede anche un ampliamento del meccanismo premiale degli Isa chi raggiungerà un voto più che sufficiente si vedrà attenuare la stretta sulle ritenute negli appalti e quella sulle compensazioni disposte dal Dl fiscale di fine anno.. Per le partite Iva, inoltre nessun incubo d’accertamento o cartella esattoriale a partire dal 1° giugno 2020. Con una norma ,forse inserita anche come correttivo al decreto imprese in conversione alla Camera, la sospensione dell’invio degli atti di accertamento (8,5 milioni) fino a dicembre così come quella delle cartelle esattoriali (17 milioni da recapitare entro la fine dell’anno) si allunga dal 31 maggio al 30 settembre prossimo.
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Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Marro Enrico 

Titolo: Intervista a Laura Castelli – «Nel decreto di fine mese 10 miliardi a fondo perduto per i piccoli imprenditori»
Tema: decreto di Aprile

Il governo chiederà al Parlamento altri 55 miliardi di deficit. E si prepara una manovra da 155 miliardi a valere sul saldo netto da finanziare. Numeri mai visti. «Anche il Covid-19 è inedito. Abbiamo assoluta necessità di continuare a sostenere famiglie, imprese e lavoratori», dice Laura Castelli (M5S), viceministra dell’Economia. Quando verrà approvato il decreto legge? «Credo alla fine della prossima settimana. Terremo conto degli input delle associazioni di categoria e della task force guidata da Vittorio Colao. Daremo continuità alle misure del decreto Cura Italia che duravano un mese, per almeno altri due mesi. E ne introdurremo di nuove, in particolare per aiutare le imprese a sostenere le spese conseguenti al lockdown e alla riapertura. Pensiamo solo a quelle di ristrutturazione e sanificazione». Ci saranno ristori a fondo perduto? «Anche. Stiamo lavorando col ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, per dare un ristoro alle piccole imprese che hanno subito un calo importante del fatturato. Ci saranno aiuti per almeno 10 miliardi». Le imprese chiedono di poter compensare liberamente i debiti fiscali con i crediti verso la pubblica amministrazione. «È un tema importante. Purtroppo scontiamo gli errori della politica degli anni passati. Non è possibile che ci siano ancora cittadini che vantano crediti dallo Stato e che devono pagare le tasse. Interverremo in due modi: alzeremo il tetto di 700 mila euro per le compensazioni e stanzieremo 12 miliardi per pagare i debiti commerciali della pubblica amministrazione».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Petrini Roberto 
Titolo: Colf, autonomi e operai Misure da 25 miliardi per l’emergenza lavoro
Tema: decreto di Aprile

Un pacchetto lavoro da 25 miliardi farà da pilastro al decreto “Aprile” di cui si attende il varo a fine mese. Circa la metà dei 55 miliardi del provvedimento, circa il 3 per cento del Pil cui il Parlamento si appresta a dare il semaforo verde, andranno a sostenere lavoro dipendente, autonomo, disoccupati, impieghi saltuari e, attraverso il reddito di emergenza, anche le situazioni di povertà più estrema provocate dall’epidemia. Il decreto prevede un consistente rifinanziamento della cassa integrazione per 13 miliardi, pari ad altre 9 settimane di fabbisogno. La cig, secondo I dati dell’Ufficio parlamentare di bilancio diffusi nei giorni scorsi, si è triplicata rispetto a quanto accadde nel 2009: secondo l’Inps al 10 aprile erano giunte 4,6 milioni di richieste di erogazione del sussidio. Nei decreto ci sono altri 7 miliardi per la nuova “cig” per gli autonomi, dagli artigiani ai commercianti: si tratta dei 600 euro che saranno portati a 800. Per completare lo spettro dell’intervento vengono stanziati altri 2 miliardi per quel lavoratori, i dipendenti degli artigiani e i lavoratori “in affitto”, che otterranno il sussidio dai cosiddetti enti bilaterali costituiti da imprese e sindacati. Si conferma l’ingresso del reddito di emergenza con circa 1 miliardo per due mesi: sarà di 500 euro a famiglia, dimensione simile alla media delle erogazioni del reddito di cittadinanza ma destinato ai nuovi poveri da Covid 19. Per colf, badanti, Naspi (proroga di 2 mesi), ‘congedi e disabili circa 2 miliardi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fabbrini Sergio 
Titolo: Il negoziato europeo tagli fuori la retorica – Il negoziato europeo elimini la retorica
Tema: fondi per la ripresa

A Bruxelles non ci sono guerre da combattere, come in un campo di battaglia. Ci sono negoziazioni continue da condurre con competenza e strategia. Esattamente le virtù che mancano ai leader sovranisti italiani, come Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Non hanno la competenza per riconoscere che il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), già rivisto, incide limitatamente sulla risposta alla pandemia. Non hanno la strategia per farci affrontare “da soli” (come propongono) gli effetti della pandemia. Con un debito pubblico che (nel 2020) supererà il 155 per cento del Pil, un deficit che raggiungerà il 10 per cento del Pil, un Pil che calerà del 9,1 per cento, come potremmo raccogliere nei mercati finanziari oltre 200 miliardi necessari per ripartire, se fossimo “da soli” e cioè privi dell’ombrello della Banca centrale europea (Bce) ed esclusi (come il Regno Unito) da tutti i programmi europei? Piuttosto che gridare all’orgoglio italiano ferito, i nostri sovranisti farebbero meglio a telefonare a Buenos Aires per farsi raccontare cosa significhi passare da una bancarotta finanziaria all’altra. Discutiamo invece i problemi veri, quelli emersi dalla riunione del Consiglio europeo di giovedì scorso. Primo problema: con quali programmi rispondere alle conseguenze della pandemia? La divisione delle settimane scorse è stata ridefinita dai recenti negoziati. I prestiti messi a disposizione dal Mes, oltre che dalla Banca Europea degli Investimenti (Bei) e dalla Commissione (Sure), rappresentano poco meno di un quarto (intorno a 500 miliardi di euro) delle risorse ritenute necessarie (almeno 2.000 miliardi di euro) per ritornare alla situazione precedente la pandemia. Lo stesso Mes, che è stato alleggerito delle condizionalità del passato, fornirebbe all’Italia un contributo di 34-36 miliardi di euro, mentre solamente i decreti di marzo e aprile del «Cura Italia» prevedono una spesa che è più del doppio. Nell’attuale situazione non avrebbe senso rinunciare a queiprestiti, ma ne avrebbe ancora di meno incendiare il Paese per causa loro. È il Fondo di Ricostruzione (di 1.000/1.500 miliardi), invece, che può far ripartire l’economia italiana ed europea. Se il Fondo viene collegato al bilancio pluriennale dell’Ue, come si ottengono le risorse per raddoppiare quest’ultimo? La Germania si è detta disponibile ad aumentare il suo contributo nazionale, ma ciò è impraticabile per altri Paesi (come il nostro) che hanno già i loro bilanci sotto stress.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Capurso Federico 
Titolo: La svolta di Di Maio sul Mes agita i grillini “Meglio puntare tutto sul Recovery Fund”
Tema: Mes e M5S

«Fiducia in Conte». Lo stato maggiore del Movimento 5 stelle lo ripete come un mantra, prima di affrontare ogni ragionamento politico sul Mes. Quasi a voler scacciare la possibilità, ancora lì sul tavolo, di dover affrontare un voto in Parlamento. D’altronde, Luigi Di Maio ieri ha definito il Fondo salva Stati uno strumento «inadeguato», per poi ammettere, però, che su questo tema ci vorrà «pragmatismo». Insomma, se deputati e senatori grillini chiedono coordinate precise, i loro leader offrono sfumature. Così, anche il «pragmatismo» invocato da Di Maio assume connotazioni diverse, a seconda delle sensibilità interne al Movimento. Per Sergio Battelli, presidente della commissione Affari europei alla Camera, si traduce in una «bocciatura netta, se arrivasse “questo” Mes in Aula. Un dibattito vero sarà possibile solo quando verranno messe nero su bianco le modifiche al Fondo salva Stati promesse dall’Eurogruppo. Il resto – dice – è solo propaganda delle destre, perché noi puntiamo tutto sul Recovery fund». Quel richiamo alla realpolitik di Di Maio, per Daniele Dessi, senatore da sempre tra i più critici nei confronti dell’ex capo politico, vuol dire invece «dare mandato pieno al premier per vedere cosa si riesce a ottenere da tutti gli strumenti messi in campo. Nello stato maggiore M5S resta concreto il timore di una spaccatura al Senato Ma se il Recovery fund vale mille miliardi, allora ogni forma di Mes diventa inutile, anche quella senza condizionalità. E mi sembra poi difficile – aggiunge – che i nostri alleati vogliano rischiare scossoni pericolosi in Senato».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Onado Marco 
Titolo: L’analisi – Un bond per ripartire che salvi il capitale – Un prestito per ripartire che salvi il valore del capitale
Tema: debito pubblico

È bene ricordare che il nostro debito pubblico era vicino al 100 per cento del Pil all’iniziodel secolo, è salito anche prima della crisi del 2008 e secondo le stime del Fondo monetario arriverà al 155 per cento alla fine di quest’anno (contro una  media dell’eurozona di 97,4 per cento). Non c’è dubbio che il  nostro debito sia sostenibile, ma solo a condizione di un sostegno permanente delle banche centrali, come si  dimostrato nelle settimane scorse, prima in negativo quando Christine Lagarde ha scatenato una breve ondata di panico, poi in positivo quando la Bce, insieme alle banche centrali ha messo in campo tutta la sua potenza di fuoco.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Serafini Laura 
Titolo: Gestione separata, per Cdp nuova remunerazione
Tema: Cdp
Il ministero dell’Economia e la Cassa depositi e prestiti hanno rivoluzionato il sistema per calcolare la remunerazione riconosciuta a Cdp per la giacenza del conto fruttifero presso la Tesoreria dello Stato, la cosiddetta gestione separata. È una voce che incide in modo importante sul bilancio della società guidata da Fabrizio Palermo. Ripaga la gestione e i costi legati alla raccolta postale (in sostanza i Buoni fruttiferi) remunerando la giacenza di circa 150 miliardi di euro sul conto di tesoreria, che rappresenta la liquidità media in eccesso rispetto agli impieghi della gestione separata (l’utilizzo del risparmio postale). Questa attività negli ultimi anni ha garantito a Cdp ricavi attorno a 2 miliardi. La revisione della remunerazione, ufficializzata venerdì scorso in un decreto ministeriale pubblicato in Gazzetta ufficiale, è frutto di un negoziato in corso da mesi e che aveva come obiettivo rendere meno volatile il tasso per calcolare il rendimento e ancorarlo ai costi effettivi della raccolta postale (che ha raggiunto 265 miliardi nel 2019). Fino a ieri, e a partire da metà 2018, quella remunerazione era basata sulla media ponderata del rendimento dei Bot a 6 mesi (per un peso del 25%) e del rendimento dei Btp a 10 anni (per il 75%). In passato quell’equilibrio è stato diverso: nel 2015, ad esempio, l’incidenza del rendimento dei Bot era pari al 50% e questo avveniva in un periodo in cui la curva dei rendimenti risentiva della penalizzazione sui tassi a breve (a fronte di rendimenti della raccolta postale spostati piuttosto sul mediolungo termine).  Il nuovo assetto consente nei fatti di ribaltare il costo della raccolta postale sul rendimento. È previsto che l’interesse riconosciuto sulla giacenza del conto di Tesoreria sia il minore tra «il costo del risparmio postale sostenuto da Cdp» e « il costo medio dello stock dei titoli di Stato domestici».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fatiguso Rita 
Titolo: La giornata – Mario Boselli guiderà la Fondazione Italia-Cina
Tema: Fondazione Italia-Cina

Toccherà a Mario Boselli governare le redini della Fondazione Italia Cina in un contesto globale caotico, segnato da sentimenti polarizzati nei confronti della Cina: attrazione o repulsione, spesso senza mezze misure. Il neopresidente raccoglie idealmente, dopo l’intermezzo di Alberto Bombassei, il testimone di Cesare Romiti in un quadro inedito, Boselli è infatti presidente in carica del rifondato Istituto Italo Cinese, ente storico nato dagli spiragli di apertura di Pechino per volontà di Vittorino Colombo. Lo affiancheranno in Fondazione il vice esecutivo Riccardo Monti e, per la Camera di commercio italo cinese, Pier Luigi Streparava. La direzione ad interim passa da Vincenzo Petrone al direttore camerale, Marco Bettin. Fin qui l’unanime decisione del Cda. La candidatura del cavaliere del lavoro Mario Boselli non è stata casuale: vanta una pluridecennale conoscenza diretta della realtà cinese, ne sa cogliere le diverse anime, i meccanismi di potere e decisionali. Le variabili economiche gli sono familiari sia in qualità di imprenditore tessile dell’azienda di famiglia, sia nella veste di rappresentante dei vertici di enti di categoria da Federtessile a Camera della Moda a quella Italia-Hong Kong, per citame alcune.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Abrams all’arrembaggio: «Sarò io la vice di Biden»
Tema: democratici Usa

Stacey Abrams si fa avanti per il posto da vice nel ticket di Joe Biden: «Guardate che cosa abbiamo fatto in Georgia, quante persone abbiamo mobilitato tra le minoranze. Io metterei questa mia capacità di vincere un’elezione come vice presidente a fianco di chiunque. Serve un team che rispecchi le diversità». In realtà l’afroamericana Abrams perse quelle elezioni del 2018 per la carica di governatore in Georgia. Ma non lo ha mai riconosciuto, accusando il suo rivale Brian Kemp di aver sfruttato i cavilli legislativi e burocratici per impedire l’esercizio del voto a larghe fasce della comunità nera. E il tema del suo ultimo libro, in uscita il 9 giugno: «Our Time is now» (Henry Holt and Company editore). Nei suoi piani dovrebbe essere la piattaforma per una campagna presidenziale vibrante, movimentista. Figlia di due pastori della Chiesa metodista, 46 anni, laurea in legge alla Yale University, al momento non ha cariche istituzionali. Nel febbraio 2019, Nancy Pelosi le affidò il compito di pronunciare la replica al discorso sullo «Stato dell’Unione» di Donald Trump. Da quel momento Abrams è entrata nella riserva pregiata del partito democratico. Ora il suo nome fa parte della rosa di donne tra cui Biden dovrebbe scegliere la vice entro il primo maggio. Ma c’è una controindicazione. Nella fase iniziale delle primarie, raccontavano al Congresso qualche mese fa, Biden cercò l’appoggio di Abrams, ma senza successo. Anzi la star georgiana ostentò la sua neutralità, collocandosi al di sopra dello scontro. Biden, poi, stravinse in South Carolina, grazie al sostegno di James Clyburn, leader locale degli afroamericani, il cui consenso, quindi, l’ex vice presidente ha dimostrato di averlo già in casa. Certo, Abrams potrebbe fare da ponte con il mondo di Bernie Sanders.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Rinvio o voto per posta L’incognita virus anche sulle elezioni Usa
Tema: elezioni Usa

«Segnatevi queste mie parole: io credo che Donald Trump cercherà di rinviare l’elezione in qualche modo, cercherà una giustificazione perché non si possa svolgere». L’allarme viene da Joe Biden, il candidato democratico che sfiderà il presidente in carica il 3 novembre. Biden rilancia sospetti che circolano da tempo nel partito: che il coronavirus diventi un pretesto per qualche colpo di mano, che sovverta la regolarità delle elezioni. In realtà il presidente degli Stati Uniti non ha il potere di rinviare un’elezione, tantomeno di annullarla. Il voto si svolse nelle date previste perfino durante la guerra di secessione e due guerre mondiali. Un rinvio sarebbe senza precedenti nella storia della più antica liberaldemocrazia. Ma c’è un altro scenario, meno irrealistico, che spaventa i democratici. Lo rivela il portavoce di Biden, Bill Russo: «Rischiamo un caos come nella primaria del Wisconsin, con pochi seggi aperti, lunghe file, la paura del virus». Potrebbe essere perfino peggio di un rinvio. Soprattutto se ci sarà una seconda ondata di contagi in autunno, il rischio del contagio farebbe crollare l’affluenza alle urne. Il 7 aprile nel Wisconsin ha votato solo il 34% degli elettori, tra enormi disagi, anche per la mancanza di scrutatori che ha imposto la chiusura di molti seggi. La soluzione sarebbe quella di estendere a tutti la possibilità di votare per corrispondenza. Ma le regole sul voto sono decise da ogni Stato, e quelli governati dai repubblicani solitamente impongono limiti e divieti. Di certo le restrizioni alla partecipazione elettorale finiscono per penalizzare soprattutto le minoranze etniche, che tradizionalmente favoriscono il partito democratico.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Friedman Alan 
Titolo: Intervista a Sebastião Salgado – Salgado: “Il mondo fermi Bolsonaro” – “Subito sanzioni contro Bolsonaro In Amazzonia si rischia il genocidio”
Tema: Brasile

Sebastiäo Ribeiro Salgado, celebre fotoreporter brasiliano, denuncia senza mezzi termini il rischio che le comunità indigene dell’Amazzonia vengano decimate a causa del contagio da Covid-19, portato da avidi cercatori d’oro e persone dedite al disboscamento illegale. Sostiene che il presidente brasiliano Jair Bolsonaro sia impegnato a distruggere la democrazia nel suo Paese, e stia mettendo a rischio la sopravvivenza degli ultimi trecentomila indiani dell’Amazzonia. Per questo lancia un appello mondiale per mettere sotto pressione il governo, il parlamento e la corte suprema brasiliani, arrivando fino a chiedere sanzioni economiche per difendere i diritti umani degli abitanti dell’Amazzonia, per salvare loro la vita. Qual è la situazione del contagio da covid-19 in Brasile. Come sta gestendo l’emergenza il governo di Jair Bolsonaro? E qual è l’attendibilità dei dati che vengono forniti dalle autorità? «La situazione è complicata. Per affrontare un problema enorme come questo, per combattere la pandemia, dobbiamo agire tutti insieme. Il grande problema in Brasile è che il potere è spaccato. Abbiamo un presidente che non ha la minima etica. Dovrebbe essere in quarantena e rispettare la distanza tra le persone. Ma non lo fa. Organizza incontri affollati. Dice alla gente di abbandonare la quarantena. Dall’altro lato abbiamo i governi degli Stati e le principali città del Brasile che sono molto responsabili. Ma è difficile: il Brasile non è un Paese ricco. Non ci sono abbastanza servizi sanitari pubblici o tanti ospedali come in Europa. I dati affidabili, i dati che abbiamo, non sono quelli forniti dal governo. Sono il numero di morti che riceviamo dagli ospedali. In molte aree i malati non raggiungono mai gli ospedali, e in queste aree ci sono enormi concentrazioni di persone e un numero enorme di morti».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ippolito Luigi 
Titolo: L’uomo di Boris tra i saggi anti-virus: li ha condizionati?
Tema: Gran Bretagna
Quanto è indipendente il comitato di scienziati «indipendenti» che consiglia il governo britannico sulla crisi del coronavirus? I dubbi sono stati rilanciati ieri mattina, dopo che il Guardian ha rivelato che Dominic Cummings, il mefistofelico super-consigliere di Boris Johnson, ex direttore della campagna per la Brexit e vero burattinaio occulto di Downing Street, partecipa da settimane alle riunioni del Gruppo di Consulenza Scientifica per le Emergenze (la cui sigla in inglese è Sage, che significa anche «saggio»). Il comitato è composto da membri la cui identità è tenuta segreta, così come confidenziali sono i loro pareri: e questo sia per ragioni di sicurezza che per metterli al riparo da pressioni indebite. Ma in realtà Boris Johnson non si è fatto scrupolo a piazzare in mezzo a loro il suo braccio destro, la cui sola presenza rischia di sminuire l’imparzialità del Sage. Il governo di Londra ha reagito negando che Cummings faccia parte del comitato e sostenendo che il super-consigliere abbia solo assistito ad alcune riunioni in veste di osservatore, limitandosi a fare qualche domanda di tanto in tanto. Ma secondo il Guardian, Cummings in realtà era parte attiva delle discussioni e contribuiva alla formazione dei pareri scientifici.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Guerrera Antonello 
Titolo: La rivolta delle campagne inglesi “Londinesi untori, andatevene”
Tema: Gran Bretagna

Giorni fa a Polzeath Beach, in Cornovaglia, dove le seconde case sono il 42% degli immobili totali, un paesano ha preso a parolacce lo chef Gordon Ramsay per farlo sloggiare dalla sua villa da 4,4 milioni di sterline. Nel conflitto tra città e campagna, i londinesi, specie se ricchi, sono sempre meno sopportati fuori dalla capitale. Da quando è esplosa la crisi Covid 19, migliaia di abitanti di Londra sono evasi dalla megalopoli, il peggior focolaio oltremanica, per raggiungere, in Mercedes e Rolls-Royce, le case di campagna nonostante il 23 marzo scorso il premier Johnson abbia “chiuso” il Paese. Molti residenti di Cornovaglia e altre località sinora sfiorate dal contagio, sono furiosi. Per loro, i londinesi sono “untori” del Covid 19. In Comovaglia, l’ostilità può accendersi all’accento forestiero, facendo scattare pedinamenti e delazioni che a oggi contano oltre 650 “vittime”, sostiene il Telegraph. Nel Devon sono spuntate ronde notturne che attaccano volantini intimidatori alle vetture. La prima ministra scozzese Sturgeon e l’omologo gallese Drakeford hanno inasprito le misure anti forestieri. «Così la nostra sanità collasserà»,. dice Gayle Letherby, «ci sono solo 12 posti in terapia intensiva in tutta la Comovaglia», che ha tra le età medie più alte nel Regno Unito e un solo vero ospedale, a Truro.
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Testata:  Tempo 
Autore:  Bisignani Luigi 
Titolo: Ormai anche in Libia siamo fuori dai giochi
Tema: Libia

La nostra ambasciata a Tripolio, l’unica ancora aperta, è rimasta solo un coraggioso avamposto in attesa di istruzioni che non arrivano da Palazzo Chigi. E a poco servono le richieste dei nostri servizi segreti a “Giuseppi” per poter rientrare in partita, magari cercando di infiltrare qualche informatore tra i trafficanti di morte per prevenirne le mosse. Il Governo italiano non aiuta neppure più la Guardia Costiera libica, alla quale aveva promesso collaborazione per presidiare le coste: i gommoni che stanno per partire non vengono più considerati un nostro problema, sebbene su queste famigerate carrette del mare potrebbero imbarcarsi anche quei mercenari, siriani e jihadisti spediti in Libia da Erdogan. I dispacci da Tripoli sono drammatici: incuranti, come sono, perfino del Ramadan iniziato ieri, e con il prezzo del petrolio sceso sotto i 20 dollari al barile, i trafficanti di uomini sono pronti a riprendere il mare e a riversare sulle nostre coste migliaia di disperati. Le Ong in navigazione in quel tratto di mare si stanno preparando a raccogliere quei viaggiatori della speranza per portarli, in tempo di Covid-19, in acque italiane. Una fonte autorevole dell’intelligence ha pure aggiunto un particolare inquietante: la posizione esatta dei gommoni in avvicinamento verso l’Italia verrà trasmessa alle navi delle Ong da una centrale telefonica che si trova in Francia, il Paese alleato del generale Haftar che, avendo perduto diverse posizioni, sta attaccando Tripoli.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  R.Fi. 
Titolo: La giornata – Diasorin incassa il via libera Usa al test sierologico sul Covid-19
Tema: farmaceutica
DiaSorin ha annunciato ieri di aver ricevuto l’Emergency Use Authorization (EUA) dalla Food and Drug Administration americana per il test LIAISON© SARS-CoV-2 Si/S2 IgG. Si tratta del nuovo test sierologico validato presso il Policlinico San Matteo a Pavia, uno dei centri di riferimento nazionali per la pandemia da COVID-19. Il test identificala presenza di anticorpi nei pazienti che sono stati infettati da SARS-CoV-2 e sarà disponibile sulle 5.000 piattaforme LIAI SON© XL installate in tutto il mondo, di cui 600 attualmente presenti nei laboratori ospedalieri e commerciali statunitensi. Grazie alla possibilità di processare 170 campioni di pazienti all’ora, le piattaforme garantiranno un aumento della capacità diagnostica. DiaSorin ha inoltre ricevuto finanziamenti per rendere il test disponibile sul territorio statunitense dalla Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA), l’ente federale del Dipartimento Americano per la salute, cui compete l’identificazione di soluzioni utili a fronteggiare emergenze sanitarie negli Usa.
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IL SOLE 24 ORE
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CORRIERE DELLA SERA
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LA REPUBBLICA
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LA STAMPA
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IL MESSAGGERO
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IL GIORNALE
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IL FATTO QUOTIDIANO
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