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SINTESI IN PRIMO PIANO – 25 settembre 2019

– Piano anti-evasione del premier Conte: in manovra incentivi sulle carte di credito- Negozi e contanti, cosa cambia
– I democratici Usa: sì all’impeachment contro Trump
– Scontro nei 5 Stelle su Di Maio, gruppo di senatori in rivolta
. Patuanelli: incentivi a investimenti verdi Impresa 4.0 triennale

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: Blitz anti Di Maio: lasci da capo politico – Scontro nei 5 Stelle su Di Maio «Un direttorio ai posto del capo»
Tema: Scontro nei 5 Stelle su Di Maio

Aveva appena varcato i confini del suolo patrio, Luigi Di Maio, quando contro di lui è cominciato un bombardamento fittissimo e inedito. Una rivolta in piena regola di un gruppo di senatori, che unisce molti dei big di vecchio conio, umiliati e offesi per il nuovo corso governativo e per un ricambio mai giustificato né lenito da scuse o altri rimedi. In prima fila nei tumulti, Nicola Morra, Danilo Toninelli e Mario Giarrusso, anche se tra i fortemente scontenti ci sono anche Giulia Grillo e Barbara Lezzi. Il vulcanico senatore siciliano è il più violento nello sparare contro Di Maio. Ma è Emanuele Dessi che propone un comitato a dieci, con i capigruppo e Beppe Grillo e raccoglie 70 firme (su 107) per indire un’assemblea che modifichi il regolamento e attribuisca alla stessa la possibilità di modificare lo Statuto (possibilità ora che è solo del capo politico). La riunione viene convocata per discutere dei nuovi capigruppo. Alla fine per la Camera si candidano Anna Macina (spalleggiata da Sergio Battelli), Francesco Silvestri (con il dissidente Riccardo Ricciardi) e altri nove deputati Cinque Stelle. Al Senato si decide di prorogare. Ma l’assemblea è il pretesto per una jacquerie contro Di Maio.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Capurso Federico 
Titolo: I 5S stoppano subito il Pd in Emilia “Bonaccini faccia un passo indietro”
Tema: Elezioni, stop del M5s a Bonaccini in Emilia

«Si deve sempre pensare al bene superiore», ripetono da giorni i vertici di Pd e Movimento 5 stelle, quando gli si chiede fin dove si può spingere, a livello locale, l’alleanza tra le due forze politiche. E il “bene superiore” è il governo, che «va difeso dalle spallate che alle prossime elezioni regionali Matteo Salvini proverà a darci». Tutto il resto destinato a passare in secondo piano. Così è per l’Umbria – primo vero laboratorio anti-Lega – e così sarà per l’Emilia Romagna, dove sono già iniziate le prove di dialogo tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio. Gli staff dei due leader già fantasticano sulla possibilità di chiudere la campagna elettorale umbra facendoli salire insieme sullo stesso palco e, se funzionerà, di ripetere l’esperimento in Emilia Romagna. Ma quel che si immagina ai piani alti dei due partiti non sempre riflette gli umori delle truppe parlamentari. I mal di pancia scuotono da tempo il partito di Di Maio e l’accordo per andare uniti alle regionali ha Ieri su La Stampa fatto aumentare il dissenso interno.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Santilli Giorgio 
Titolo: Direttiva Conte sui decreti: alt risse, più coordinamento – Decreti e attività di governo, la direttiva anti caos di Conte
Tema: Direttiva Conte

Per qualche giorno l’altolà al decreto Ambiente ha riproposto a Palazzo Chigi uno scenario visto spesso nel Conte I: un testo non abbastanza “solido” sul piano tecnico e legislativo, mai discusso fra ministeri, con sconfinamenti di competenze, approdato al preconsiglio con l’idea di andare in Cdm senza aver sciolto tutte le criticità ed essere approvato con molte aree grigie ricorrendo magari al «salvo intese». Un film «episodico» peril Conte 2 che non si ripeterà, giurano ora a Palazzo Chigi. Epervoltare pagina scende in campo il presidente del Consiglio che abreve diramerà una direttiva raccomandando all’intero governo un lavoro più ordinato, tecnicamente più preciso e politicamente meno confuso, soprattutto nella produzione di decreti legge. Altolà a preconsigli improvvisati e, ancor più, a Cdm con testi non abbastanza elaborati e verificati a livello tecnico. Prima del preconsiglio le strutture di Palazzo Chigi prenderanno in carico le proposte dei ministeri e svolgeranno il coordinamento necessario per evitare stop and go nel cammino dei provvedimenti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Martirano Dino 
Titolo: In Senato la Lega blocca i lavori Il premier: caso Russia da chiarire
Tema: Lega e caso Russia

Per la nuova maggioranza M5S-Pd-Leu ora si apre l’autunno caldo in Parlamento. Ieri pomeriggio c’è stato un primo assaggio del «Vietnam» promesso dal leghista Roberto Calderoli, che con un «agguato» è riuscito a bloccare temporaneamente i lavori della commissione Affari costituzionali. Ma le occasioni di scontro nelle Aule di Camera e Senato si stanno moltiplicando: a partire dal «Russia-gate», sul quale il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiesto a Matteo Salvini di «fare chiarezza». Tra gli scogli affioranti nelle Aule parlamentari c’è poi la riforma del taglio dei parlamentari il cui voto definitivo, all’esito della capogruppo di oggi a Montecitorio, dovrebbe essere calendarizzato per il mese di ottobre, con l’impegno contestuale di far partire l’iter della nuova legge elettorale proporzionale. A New York, dove è volato per l’assembela generale delle Nazioni Unite, il presidente Conte è dunque tornato a battere su un tema assai indigesto per la Lega: un nuovo passaggio parlamentare sarebbe «urgente e necessario», ha risposto il presidente del Consiglio a una domanda di Skytg24 sui rapporti tra Russia e Lega.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  D. Mart. 
Titolo: Intervista a Roberto Calderoli – «Sto addestrando i colleghi del gruppo È solo l’inizio, sarà il Vietnam»
Tema: Intervista a Roberto Calderoli

II vicepresidente del Senato Roberto Calderoli (Lega) aveva annunciato di voler scatenare «il Vietnam» a Palazzo Madama contro la maggioranza M5S-Pd e così, tanto per iniziare, ha lanciato una «bombetta tattica», come avvertimento: «E solo l’inizio e infatti siamo già partiti anche con l’addestramento dei colleghi del gruppo per un’opposizione dura e senza sconti; oggi c’è stato il primo incontro al quale ne seguiranno altri per esaminare e approfondire insieme, uno a uno, gli articoli del regolamento del Senato e i titoli della Costituzione» che riguardano l’attività parlamentare. Calderoli si gode gli effetti della sua prima «imboscata» quando, nel salone Garibaldi, incrocia la senatrice Valeria Fedeli del Pd che, scherzando, ma neanche troppo, gli dice di remare contro «il funzionamento delle istituzioni». La replica del leghista è fulminea, accompagnata da un lampo negli occhi: «Il problema è che bisogna studiare bene il regolamento… altrimenti si rischiano le imboscate». Senatore non le sembra esagerato evocare il «Vietnam»? «Il Vietnam può diventare un inferno perché è pieno di trappole. E i vietcong non ti avvisano prima: così ti ritrovi in fondo a una buca buia senza rendertene conto».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Bonini Carlo 
Titolo: Spada, condannati i padrini di Ostia “Sono una mafia” – “Clan Spada, è mafia” Per i boss di Ostia anche tre ergastoli
Tema: La sentenza: il clan Spada è mafia

Il clan degli Spada, padrone di Ostia, è mafia. Come già stabilito in febbraio per i Fasciani, che li avevano preceduti nel dominio su quella stessa striscia di litorale romano. La Corte di assise di Roma, dopo dieci ore di camera di consiglio, manda infatti i suoi capi – Carmine, Roberto e Ottavio Spada – all’ergastolo per duplice omicidio e, come chiesto dai pm Ilaria Calò e Mario Palazzi, condanna i loro 14 luogotenenti e gregari (altri 7 imputati sono stati invece assolti) a pene che sfiorano i 150 anni di carcere. Colpevoli di un rosario di reati che definiscono, oltre all’esistenza di un’associazione per delinquere di stampo mafioso, l’abisso di violenza in cui per lustri è stato scaraventato un intero municipio della capitale del Paese con i suoi 230 mila abitanti: usura, favoreggiamento, estorsione, lesioni personali aggravate, violenza privata, porto di armi e di esplosivi, incendio e danneggiamento aggravati, traffico di stupefacenti, attribuzione fittizia di beni. Nell’aula bunker del carcere di Rebibbia, dove la sentenza è stata letta, lo Stato, per una sera, celebra la riconquista di un pezzo della sua sovranità su una Suburra che aveva costruito la sua epica su una sostanziale impunità.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Meli Maria_Teresa 
Titolo: Boschi capogruppo dei renziani Proporzionale, Zingaretti frena
Tema: Italia Viva e i gruppi parlamentari

Come da programma, Italia viva, la nuova creatura politica di Matteo Renzi, ieri ha ufficializzato la nascita dei suoi due gruppi parlamentari. A presiedere la pattuglia della Camera dei deputati sarà Maria Elena Boschi, mentre a Palazzo Madama i senatori saranno guidati da Davide Faraone. L’ex premier, dunque, ha scelto due fedelissimi per dirigere le manovre parlamentari della sua formazione. Per sé invece non si è ritagliato nessuna carica ufficiale: che il leader sia lui è un fatto indiscusso. La contromossa di Nicola Zingaretti alla scissione e alla nascita di un nuovo soggetto politico che potrebbe fare concorrenza al Pd, erodendo una parte del suo elettorato, è stata quella di coinvolgere nella gestione «corale» del partito anche la minoranza di Luca Lotti e Lorenzo Guerini. L’obiettivo del segretario è, di fatto, quello di sciogliere le correnti, mettendo in piedi 26 I deputati che hanno aderito a Italia viva.
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Testata:  Il Fatto Quotidiano 
Autore:  Cannavò Salvatore 
Titolo: Intervista a Marco Minniti – “Passo avanti sugli sbarchi: ora aboliamo la Bossi-Fini” – “A Malta un buon primo passo Ora va cambiata la Bossi-Fini”
Tema: Intervista a Marco Minniti

“Un buon primo passo”. Marco Minniti, ex ministro degli Interni, sul tema migranti ha le idee chiare e ci tiene a esporle seguendo un filo logico. Cosa pensa degli accordi di Malta? Lamini straLamorgese hafatto un eccellente esordio. Si tratta di un buon primo passo, senza trionfalismi perché ci sarà ancora da lavorare. In che direzione? Verso una strategia italiana di governo dei flussi con l’obiettivo di una strategia comune dell’Europa. Quella dei porti chiusi non era e non sarà mai una strategia, ma una drammatica “propaganda” che serviva a nascondere due cose: gli sbarchi nel nostro Paese non si sonomai fermati, anzi il 90% degli arrivi èdirettamentegestitodagli scafisti, quindi con un trionfo della illegalità. Lraltro aspetto? Lo scacco sui rimpatri. Si era diffusa l’idea che in pochissimo tempo potessero essere Quella dei porti chiusi non era e non sarà mai una strategia, ma una drammatica propaganda per nascondere la realtà rimpatriate 5-600 mila persone, ma non si è fatto nulla. Neanche la revisione di accordi già firmati.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Bianconi Giovanni 
Titolo: «Aiuto al suicidio, non istigazione» L’appello dei legali di Cappato
Tema: Legge sul fine vita

«Qui non c’entra l’eutanasia, né il diritto al suicidio o di morire; si tratta di stabilire se possa essere reato aiutare chi decide di congedarsi da una vita che non ritiene più dignitosa per se stesso. Nessuno evoca nuovi diritti, ma solo la tutela di diritti già esistenti», spiega l’avvocato Vittorio Manes, difensore dell’esponente radicale Marco Cappato, imputato di «aiuto al suicidio» per aver accompagnato Dj Fabo — al secolo Fabiano Antoniani, tetraplegico e cieco dal 2014 — nella clinica svizzera dove è morto nel 2017. «L’incostituzionalità della norma che parifica l’aiuto all’istigazione al suicidio, in determinate e precise situazioni che voi stessi avete individuato, è stata già accertata ma non ancora dichiarata. È giunto il momento di farlo», gli fa eco la collega Filomena Gallo.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Trovati Gianni 
Titolo: Calendario lungo per l’autonomia: obiettivo 2023
Tema: Autonomia

Fine legislatura: 2023. Comincia ad abbozzarsi un calendario di massima per il completamento dell’autonomia differenziata. Ed è un calendario lungo. Inevitabile, se si vuole «ribaltare» la prospettiva come chiede il ministro degli Affari regio- nali Francesco Boccia e costruire un’architettura che parta dalla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e dai fabbisogni standard (Sole 24 Ore di ieri). Ma politicamente delicato. A indicare l’obiettivo di «completare il processo entro fine legislatura» è stato ieri lo stesso Boccia, a Milano per l’incontro con il presidente leghistadi Regione Lombardia Attilio Fontana. Incontro che per il lessico ufficiale è stato «franco», come accade quando a sedersi intorno al tavolo sono due parti che non condividono praticamente nulla sull’oggetto del confronto. «Con Fontana dobbiamo capirci per forza – ha scherzato Boccia -. Quando vorrà gli parlerò in pugliese, quando vorrà gli parlerò in milanese». Ma per Fontana ieri il ministro «ha parlato so- prattutto romano, che è la lingua più diffusa nel mondo della politica».
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Economia e finanza

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: Negozi e contanti, cosa cambia – Bonus per chi fa gli scontrini Incentivi alle carte di credito
Tema: Misure anti-evasione

«Mi sto convincendo che il problema centrale di tutto il nostro sistema economico sia l’evasione, se noi non riusciamo a ridurre l’evasione la crescita resterà soffocata, ci faremo latori di un intervento radicale nella manovra di Bilancio, è chiaro che dobbiamo pensare a diversi meccanismi di incentivazione della moneta elettronica, degli scontrini, dei pagamenti digitali e anche al carcere per i grandi evasori». Giuseppe Conte, a margine dell’assemblea dell’Onu, parla di tasse ed evasione. «Dobbiamo fare un patto con i cittadini italiani, pagare tutti per pagare meno, in questo momento stiamo studiando tutti i meccanismi che sono incentivanti della moneta elettronica. Sta diventando in me sempre più profonda la convinzione che il nostro problema endemico sia l’evasione: paghiamo tutti di più perché molti non pagano. È un’emergenza, la maggiore iniquità alla quale siamo esposti. Bisogna intervenire radicalmente come mai è stato fatto in questa direzione». Filtra almeno uno degli strumenti possibili, la «possibilità di meccanismi premiali» per chi usa oltre un certo livello di spesa la carta di credito, «esiste un tavolo di studio al momento e alla fine fra qualche settimana dovremo scegliere le misure più adatte».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pelosi Gerardo 
Titolo: Conte: sostegni forti per le carte di credito – Conte: in manovra incentivi sulle carte di credito
Tema: Misure anti-evasione

«Le simulazioni vanno avanti; c’è un gruppo di lavoro che ha già prodotto i primi risultati per presentare un piano organico già nelle prossime settimane da inserire nella manovra di bilancio». Non vuole dire molto di più il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte su come sta impostando il suo piano antievasione e antielusione, una sorta di «patto con gli italiani onesti» per liberare risorse «importanti» da destinare allo stimolo della domanda interna e della crescita Tutto ruoterebbe intorno a due misure da coordinare: consistenti incentivi per chi utilizza le carte di credito e l’attuazione della «lotteria degli scontrini» per cui chi conserverà gli scontrini potrà partecipare a estrazioni settimanali, mensili e annuali con la possibilità di vincere premi in danaro o bonus fiscali. Meccanismo già previsto dalla scorsa legge di bilancio ma in attesa del decreto attuativo che verrà sottoposto al parere del garante della privacy.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso 
Titolo: Piano di Conte Meno contante – Il piano di Conte: “Premi a chi usa la carta di credito”
Tema: Misure anti-evasione

La promessa arriva in un angolo del Rose Garden, sotto il bandierone delle Nazioni Unite strapazzato dalla brezza di New York. «Proponiamo un patto con gli onesti – sostiene Giuseppe Conte – per eliminare l’evasione e abbassare la pressione fiscale». Il premier ci crede. Di più: ha già un piano, «da attuare in questa legge di bilancio». Prevede tra l’altro una misura destinata a rivoluzionare il fisco italiano: chi spenderà denaro con la carta di credito e supererà una soglia annuale di spesa, riceverà in cambio una detrazione fiscale significativa. I numeri sono ancora ballerini, ma l’ipotesi è di far tornare nelle tasche del contribuente una percentuale media del 10% del totale speso con la carta. C’è una squadra già al lavoro. Fa avanti e indietro tra Palazzo Chigi e il Tesoro, in queste ore. Conte si tiene aggiornato anche da New York, dove sta trascorrendo tre giorni di missione per l’assemblea generale delle Nazioni Unite.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Bassi Andrea – Cifoni Luca 
Titolo: Sconti Irpef contro l’evasione – Detrazioni Irpef solo a chi usa il bancomat o la “carta unica”
Tema: Misure anti-evasione

Arrivano gli sconti Irpef per combattere l’evasione. Conte annuncia un «patto sul fisco con gli italiani onesti: misure radicali per pagare tutti di meno». Il piano del Tesoro prevede detrazioni fiscali solo a chi pagherà con bancomat o “carta unica”. Si pensa infatti a una card “pubblica” per permettere le transazioni a chi non ha il conto corrente. Saranno anche ridotte le commissioni bancarie per le operazioni. Niente detrazioni se i pagamenti non sono tracciabili.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine 
Titolo: Intervista a Stefano Patuanelli – Patuanelli: incentivi a investimenti verdi Impresa 4.0 triennale – «Incentivi 4.0 su tre anni, subito vertice sull’auto»
Tema: Intervista a Stefano Patuanelli

Nella sua prima intervista da ministro dello Sviluppo economico, partendo da investimenti e politiche “green” Stefano Patuanelli anticipa le linee guida del dicastero e le proposte per la legge di bilancio. Gli incentivi fiscali del piano Impresa 4.0, dall’iperammortamento al credito di imposta per la ricerca e sviluppo, saranno rinnovati con un orizzonte temporale non più annuale ma stabile, o comunque di almeno tre anni. Contemporaneamente le misure saranno rimodulate in una visione legata al “Green New Deal”. L’obiettivo, dice il ministro, è valorizzare «gli investimenti su sostenibilità ed economia circolare anche attraverso una maggiore premialità in termini di incentivo fiscale». A giorni sarà convocato il Tavolo per la Transizione 4.0 e green economy con le parti sociali. Patuanelli frena poi sul decreto clima se questo dovesse comportare uno «shock per le imprese» ed esclude una tassa sui biglietti aerei. Il ministro affronta anche il tema della crisi dell’auto: «Il settore è in una seria difficoltà ciclica, convocherò quanto prima un tavolo per individuare gli strumenti più adatti a contenere e se possibile invertire la tendenza». Restano le divergenze di vedute rispetto al Pd su un trattato di libero scambio cruciale per le esportazioni: l’accordo Ceta con il Canada. «Se avremo un’invasione di prodotti a base di glifosato che verranno a fare concorrenza alle nostre eccellenze agroalimentari, è chiaro che resterà un categorico no da parte del Movimento 5 Stelle».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco – Parente Giovanni 
Titolo: Flat tax, stretta con l’e-fattura Il tetto non va a 100mila euro – Flat tax, stretta con la e-fattura Alt all’estensione a 100mila euro
Tema: Fattura elettronica

Il regime forfettario per le partite Iva fino a 65mila euro di ricavi ocompensi non sarà cancellato. Prende, però, sempre più quota tra Governo e forze di maggioranza l’ipotesi di apportare dei correttivi per evitare possibili comportamenti evasivi ed elusivi, magari da imbarcare già nel decreto fiscale collegato alla manovra su cui viaggerà il tentativo di dare una «svolta radicale» alla lotta all’evasione fiscale annunciato ieri dal premier Conte. Tra questi si studia la possibilità di introdurre l’obbligo di fattura elettronica peri contribuenti con imposta secca al 15 percento. Un ragionamento che sta soppesando anche le controindicazioni, perché si tratta di inserire un adempimento per piccoli e piccolissimi operatori che sarebbero chiamati a prendere confidenza con i software o con la piattaforma «Fattura e corrispettivi» sul sito dell’agenzia delle Entrate.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco – Parente Giovanni 
Titolo: Entrate: la pagella fiscale insufficiente non fa scattare controlli automatici – Pagelle fiscali, niente controlli in automatico con il voto basso
Tema: Pagelle fiscali

Nessun automatismo tra voto basso nella pagella fiscale e controlli. È il principio che l’agenzia delle Entrate dovrebbe mettere oggi nero su bianco e che potrebbe contribuire a stemperare i toni del confronto con le categorie professionali, commercialisti su tutti, che proprio sugli adempimenti legati agli Isa si preparano a incrociare le braccia. Un primo passo che potrebbe non bastare ai sindacati che però portano a casa la volontà, da parte del governo, di aprire un confronto. Che tuttavia difficilmente potrà partire prima del 30 settembre, data fissata dai commercialisti per l’avvio della loro serrata.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: Sale la spesa pubblica e manca chi controlla – La spesa dello Stato continua a correre In 2 anni salita del 5%
Tema: Spesa pubblica

Con poco tempo e molti miliardi da trovare per far tornare i conti, Roberto Gualtieri deve aver studiato ogni riga delle previsioni e dei saldi lasciati dai governi di prima. C’è un dato di spesa pubblica che potrebbe aver fatto sobbalzare il ministro dell’Economia alla scrivania: nei tre anni fmo al 2o21, le uscite correnti dello Stato risultano più alte di 48,7 miliardi rispetto a quanto stimato per lo stesso periodo appena diciotto mesi fa. Naturalmente si tratta del risultato cumulato nel triennio, non di ogni singolo esercizio, ma è quanto risulta dal confronto dei Documenti di economia e finanza, o Def, pubblicati nell’aprile del 2018 (governo di Paolo Gendloni) e in quello del 2019 (primo governo di Giuseppe Conte). In sostanza la spesa corrente quest’anno sarà più alta di una decina di miliardi rispetto a quanto sembrava possibile diciotto mesi fa; quindi in ciascuno dei prossimi due anni sarà superiore di circa venti. E il punto di partenza che rende così difficile far quadrare la Legge di bilancio delle prossime settimane.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Giliberto Jacopo 
Titolo: Metano, sarà sfruttato dai greci il giacimento davanti alla Puglia
Tema: Giacimento Fortuna Prospect

Come in un bicchiere colossale di granita, laG recia sorbirà il metano del giacimento Italiano che l’Italia non vuole sfruttare. E lo rivenderà (a caro prezzo)agli italiani. Accade con il giacimento Fortuna Prospect che, secondo i geologi, dovrebbe nascondersi sotto il mare Ionio a sud della Puglia: quantità ingenti di metano. la Global Med aveva chiesto al Mise di poter cercare il giacimento di qua dal confine italiano, sentendosi rispondere no. La Grecia invece ha dato a Total, Edison ed Elpa il permesso di trivellare appena di là dal confine. E come nella “grattachecca”, lo sciroppo andrà alla cannuccia che per prima arriverà sul fondo.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Sprint finale con la Ue: negoziato sul deficit per arrivare al 2,2-2,3%
Tema: Italia-Commissiome Ue, si negozia sul deficit

Arriva al giro di boa decisivo il negoziato informale con la Commissione europea sui numeri della finanza pubblica italiana. La Nota di aggiornamento al Def, che non sarà sul tavolo del consiglio dei ministri di giovedì dedicato soprattutto alle deleghe per i ministri senza portafoglio, è attesa per venerdì, data ultima prevista dal calendario della programmazione di bilancio. Ieri in realtà non si escludeva nemmeno uno slittamento a lunedì, che però il governo punta a evitare anche per non debuttare con uno sforamento dei tempi nell’appuntamento più atteso. Tutto dipende da come si assesterà la girandola dei numeri sull’aspetto cruciale del deficit, che si porta dietro i possibili obiettivi di crescita per il prossimo anno e le prospettive per il debito pubblico. Dopo un 2019 che si chiuderà «con tutta probabilità con un deficit al 2%», come sostenuto ieri alla Camera dal viceministro all’Economia Antonio Misiani (Pd), Roma punta a rialzare un po’ il livello dell’indebitamento netto per il prossimo anno per gestire una manovra impiccata all’obiettivo di stoppare i maxiaumenti Iva da 23,1 miliardi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Savelli Fabio 
Titolo: Grandi opere al palo: mancano 77 commissari per sbloccare i lavori
Tema: Grandi opere

Chiamiamolo serenamente «Blocca cantieri». Di cantieri sbloccati — formula di marketing politico sotto forma di decreto del precedente governo — siamo a quota zero. Con due eccezioni: la Napoli-Bari che, non a caso, annovera l’amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile, come commissario. E il terzo Valico di Genova, che ha previsto il rientro di Marco Rettighieri nel ruolo di regista dell’alta velocità ferroviaria tra la città ligure e Milano. Per il resto è nebbia fitta e certo il passaggio di consegne tra i due governi — con il relativo avvicendamento al timone del dicastero delle Infrastrutture tra Danilo Toninelli e Paola De Micheli — non ha giovato ad accelerare l’iter. Potremmo chiamarlo il gioco dell’oca delle grandi opere. L’annuncio del decreto «Sblocca cantieri» è di febbraio scorso. A conti fatti, spiega l’Ance (l’associazione dei costruttori), arriveremo almeno a febbraio 2020 per vedere qualche scavo qua e là. Ora siamo al punto zero.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bufacchi Isabella 
Titolo: Londra addio Colpite le banche Ue: derivati più costosi – Spettro Brexit sulle banche Ue, i derivati costeranno di più
Tema: Brexit

Il nodo del clearing centralizzato sui derivati OTC negoziati a Londra, soprattutto nel caso di una Brexit caotica, è un nodo che se la Commissione europea non dovesse sciogliere in tempo si trasformerà in un cappio per le banche d’investimento europee più operative con le clearing houses della City. II mercato degli swap a medio e lungo termine sui tassi d’interesse denominati in euro è ancora incentrato a Londra e per le banche Brexit può avere due risvolti negativi: l’aumento dei requisiti di capitale prudenziale per le banche che continueranno ad avere come controparte le CCP londinesi, se queste risulteranno “non qualificate” per l’Esma; il trasferimento delle posizioni in derivati da Londra ad altre piazze finanziarie europee, e dunque dalle filiali londinesi a quelle europee, comporta un giro di vite perché i supervisori europei risultano più severi nel trattamento dei derivati rispetto alla vigilanza britannica. Il nodo delle “QCCP” (qualified central counterparty clearing) in caso di Brexit non è sciolto de tutto.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  r.dim 
Titolo: Alitalia, riprende il negoziato Atlantia-Fs
Tema: Rilancio Alitalia

Delta Airlines non ci sta ad aumentare da subito la partecipazione nella Newco di Alitalia e a breve vorrebbe incontrare il nuovo ministro del Mise, Stefano Patuanelli. Da ieri è ripartito il negoziato fra i soci, dopo la svolta al timone di Atlantia: in serata si sarebbero incontrati i vertici dei due gruppi italiani in vista del tavolo a tre di domani, in call, anche con Delta che potrebbe ritoccare la quota solo dopo il decollo e a certe condizioni. Dalla Georgia, dove ha sede il quartier generale della compagnia Usa, trapela indisponibilità rispetto alla proposta di Giuseppe Conte: «Una quota del 10% mi sembra un po bassa per avere un forte coinvolgimento delle imprese», ha dichiarato il premier qualche giorno fa. Secondo fonti a conoscenza del dossier, Delta ha già ritoccato la partecipazione: a metà marzo scorso, Gianfranco Battisti, ad di Ferrovie, era volato ad Atlanta assieme a uno dei commissari Stefano Paleari per incontrare Ed Bastian, ceo del vettore americano.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Cimmarusti Ivan 
Titolo: Reddito, giro di vite sul lavoro nero dei familiari
Tema: Lavoro nero

Sanzioni aumentate del 20% per il datore di lavoro che impiega in “nero” soggetti che, pur non essendo titolari del Reddito di cittadinanza, siano parte di un nucleo familiare destinatario della misura. Una stretta che corre su due binari: da una parte arginare il dilagare del lavoro sommerso, oltre 42mila casi individuati in un anno e mezzo; dall’altra contenere il più possibile il rischio frodi sul Reddito di cittadinanza. A indicare il giro di vite sulle imprese è l’Ispettorato del lavoro che ha previsto l’inasprimento delle sanzioni. Una indicazione fatta propria dal Comando generale della Guardia di Finanza, che l’ha inserita in una direttiva inviata ai reparti impegnati nei controlli sul campo. Allo stato è già previsto che lo svolgimento di un’attività dipendente o di collaborazione coordinata e continuativa, in assenza delle comunicazioni obbligatorie previste dalla legge, comporti la decadenza/revoca del Reddito di cittadinanza.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Degli Innocenti Nicol 
Titolo: Brexit, illegale lo stop al parlamento Bufera su Johnson: non mi dimetto – I giudici contro Johnson: illegale la sospensione del Parlamento
Tema: Brexit, illegale lo stop al parlamento

La decisione di Boris Johnson di sospendere il Parlamento è «illegale»: la sentenza della Corte Suprema inglese non avrebbe potuto essere più chiara e più devastante per il premier britannico. Il verdetto unanime degli undici giudici è che Johnson haagito in modo illecito eillegale per impedire ai deputati di svolgere il loro legittimo ruolo di scrutinio delle attività dell’Esecutivo. Il Govemo non ha presentato «alcuna giustficazione plausibile o ragionevole» per la sua decisione di bloccare i lavori della House of Commons per cinque settimane, ha dichiarato ieri mattina lady Hale, presidente della Corte Suprema. Una chiusura così lunga «non è una sospensione normale», ha detto. I giudici, contrariamente a quanto sostenuto dal Govemo e dai giudici inglesi inprima istanza, hanno piena giurisdizione in materia perché è loro compito tutelare la sovranità del Parlamento che è alla base della democrazia, ha detto la presidente. Johnson ha reagito con tono di sfida alla sentenza. Parlando da New York, dove si era recato per il summit Onu, il premier ha affermato che il Governo rispetterà il verdetto ma che si trova in «profondo disaccordo» con la Corte Suprema e che la sua priorità resta attuare Brexit «a ogni costo» entro il 31 ottobre.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  L. Ip. 
Titolo: La Corte: Johnson fuorilegge A Londra riapre il Parlamento
Tema: Brexit, illegale lo stop al parlamento

Un colpo devastante. Ieri sera l’autorità politica di Boris Johnson era in pezzi, dopo che la Corte Suprema britannica aveva dichiarato «illegale» la sua decisione di sospendere il Parlamento per cinque settimane. Il premier britannico è stato investito dalla sentenza mentre si trovava a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite: ed è stato costretto a rientrare immediatamente a Londra, dove arriverà stamattina per trovare le Camere già riconvocate. Johnson si è detto in «profondo disaccordo» con la decisione della Corte ma ha sottolineato che ne rispetterà la sentenza: anche se ha fatto intendere che potrebbe provare a sospendere di nuovo il Parlamento, con la scusa di voler dare il via a un nuovo iter legislativo. Ma soprattutto ha accusato i promotori della causa legale di volere in realtà bloccare la Brexit.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: I dem chiedono l’impeachment per il caso Ucraina – Caso Ucraina, ora Trump rischia l’impeachment
Tema: Usa, per i democratici sì all’impeachment contro Trump

Stavolta i democratici hanno rotto gli indugi, aprendo il procedimento che potrebbe portare all’impeachment del presidente Trump. Al momento hanno discusso solo la procedura per indagare sulle pressioni che il capo della Casa Bianca aveva fatto sul presidente ucraino Zelensky, affinché aprisse un’inchiesta sulle attività del figlio del suo avversario democratico Joe Biden a Kiev. Si tratta di un caso diverso dal «Russiagate», ma potenzialmente più pericoloso, perché Donald stesso ha ammesso di aver discusso questa ingerenza con un leader straniero. Hunter Biden era direttore di una compagnia ucraina impegnata nel settore energetico, e Trump sospetta che abbia ricevuto favori illegali grazie a suo padre, all’epoca vice presidente dell’amministrazione Obama incaricato di seguire proprio il dossier di Kiev. Il capo della Casa Bianca aveva chiesto a Zelensky di indagare sulla questione durante una telefonata avvenuta il 25 luglio scorso, e il «New York Times» ieri ha rivelato che pochi giorni prima aveva congelato 391 milioni di dollari in aiuti militari destinati all’Ucraina. Il sospetto è che abbia usato questi soldi come strumento di ricatto, per costringere il leader di Kiev a rilanciare una inchiesta che poteva deragli are la campagna presidenziale di Biden.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: I democratici Usa: sì all’impeachment contro Trump – «Impeachment per Trump, ha tradito il nostro Paese» L’annuncio dei democratici
Tema: Usa, per i democratici sì all’impeachment contro Trump

Donald Trump ora è formalmente indagato dal Congresso per il caso «BidenUcraina». Ieri sera Nancy Pelosi, Speaker della Camera dei deputati ha annunciato la formazione di una commissione di inchiesta per avviare l’«impeachment» del presidente, accusandolo di «aver violato la Costituzione», di aver «tradito il suo giuramento, tradito la sicurezza nazionale e tradito l’integrità del processo elettorale. Nessuno è al di sopra della legge». È una svolta cruciale per la politica americana. Il precedente più ravvicinato è quello di Bill Clinton, incriminato per aver mentito sul suo rapporto con Monica Lewinsky. La Costituzione prevede che il presidente possa essere rimosso se colpevole di «tradimento, corruzione e altri gravi reati». La procedura è complessa. La House of Representatives, ora controllata dai democratici, decide a maggioranza se rinviare a giudizio, oppure no, il capo dello Stato. Ma il verdetto finale tocca al Senato, che invece è nelle mani dei repubblicani: per la condanna occorre il «sì» dei due terzi nell’Aula.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Lombardo Ilario – Semprini Francesco 
Titolo: Retroscena – Di Maio: rischio-Siria per la Libia – “La Libia rischia di essere la nuova Siria” Di Maio chiede l’impegno degli Stati Uniti
Tema: Risoluzione sulla Libia

Dobbiamo impedire che la Libia diventi la nuova Siria. Serve una soluzione pacifica e l’Unione europea deve essere compatta e parlare con una sola voce. La posizione dell’Italia è chiara: l’unica soluzione è quella politica». Alla Stampa il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aggiunge un dettaglio a quello che aveva detto al Garden rose del Palazzo dell’Onu, affacciato sull’East River di New York. L’incubo siriano, il timore di vedere un Paese spappolato al di là del Mediterraneo, con tutto quello che può voler dire in termini di sicurezza e di flussi migratori, rendono la Libia una questione non più rinviabile. Secondo fonti di intelligence, l’escalation di sangue è diventata preoccupante e proietta il capo della Farnesina su un palcoscenico internazionale dove l’Italia vuole continuare a giocare un ruolo daprotagonista, «senza però prevedere l’opzione della forza». Di Maio e l’omologo francese Jean-Yves Le Drian coordineranno domani un tavolo tra tutti i colleghi europei a New York, nella coda finale del summit Onu sul clima. I timori del titolare della Farnesina sono del resto l’eco dei reiterati moniti che rimbalzano da giorni nei corridoi del Palazzo di Vetro.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Spadaro Antonio 
Titolo: Intervista a Jorge Mario Bergoglio – “La xenofobia distrugge l’unità dei popoli” – Papa Francesco “La xenofobia distrugge anche il popolo di Dio”
Tema: Intervista a Papa Francesco

Glovedì 5 settembre, durante il suo viaggio in Mozambico, Papa Francesco ha incontrato in maniera privata un gruppo di 24 gesuiti. Il colloquio è avvenuto in Nunziatura, al termine della giornata di impegni del Pontefice. All’arrivo, i gesuiti hanno applaudito Francesco, che ha chiesto ai presenti di formare un cerchio con le sedie. Il Papa ha successivamente invitato i gesuiti a porre le domande. «La xenofobia distrugge l’unità di un popolo, anche quella del popolo di Dio. E il popolo siamo tutti noi: quelli che sono nati in un medesimo Paese, non importa che abbiano radici in un altro luogo o siano di etnie diverse». Così Francesco in un colloquio con i gesuiti di La Civiltà Cattolica.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ziniti Alessandra 
Titolo: Migranti, nell’accordo di Malta linea dura contro le Ong – Migranti, nell’accordo di Malta la stretta sulle navi umanitarie
Tema: Accordo di Malta

«Tutte le navi impegnate in operazioni di soccorso dovranno rispettare le istruzioni del competente centro di coordinamento, non dovranno spegnere i transponder e il sistema automatizzato di informazioni, non dovranno mandare segnali di luce né alcuna altra forma di comunicazione per facilitare la partenza di imbarcazioni che portano migranti dalle coste africane». E soprattutto «non dovranno ostacolare le operazioni di ricerca e soccorso delle imbarcazioni ufficiali delle Guardie costiere, inclusa quella libica, e provvedere a specifiche misure di salvaguardia della sicurezza dei migranti e degli operatori a bordo». Nella bozza di accordo sul meccanismo di redistribuzione delle persone salvate nel Mediterraneo firmata lunedì a Malta c’è un capitolo che detta regole severe per le navi umanitarie. Regole che ricalcano l’ossatura del codice di condotta ideato dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti e firmato da quasi tutte le organizzazioni nel 2017.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Mangani Cristiana 
Titolo: «Egitto e Tunisia porti sicuri per sbarcare migranti» – Il piano per i rimpatri: estendere alla Tunisia lo status di porto sicuro
Tema: Piano per i migranti

Ne ha parlato il premier Conte dagli Usa e altrettanto va ripetendo il ministro degli Esteri Di Maio: «A giorni arriveranno delle novità epocali sui rimpatri». E in effetti qualcosa si sta muovendo. Le ipotesi di piano ormai avviate e in dirittura di arrivo, riguardano due punti fondamentali: l’ampliamento del numero dei porti considerati sicuri e l’applicazione del Decreto sicurezza di Salvini nella parte in cui prevede che, in tema di asilo, anche Roma possa stilare un elenco di paesi d’origine sicuri, seguendo la direttiva europea 2013/32 che offre agli stati membri la possibilità di crearne uno. Finora il nostro governo non l’aveva sfruttata perché la nozione di paese d’origine sicuro contrasta con quella di diritto d’asilo individuale. Ma ora che il concetto è stato introdotto con il Dl, è quasi certo che seguiremo l’esempio degli altri 16 stati europei che lo hanno attuato.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Oppes Alessandro 
Titolo: Il sì della Corte Suprema “Si spostino i resti di Franco”
Tema: I resti di Franco

Una freccia in più nell’arco di Pedro Sánchez. Proprio nel giorno in cui il re Felipe VI firmava il decreto di scioglimento delle Camere, convocando le legislative anticipate per il prossimo 10 novembre, il Tribunale Supremo spagnolo ha dato ragione al governo socialista che vuole esumare i resti di Francisco Franco dal mausoleo del Valle de los Caídos. Respinto il ricorso dei familiari del dittatore, con un pronunciamento unanime dei sei magistrati giudicanti. A questo punto, di fronte a una sentenza che si suppone firme, cioè definitiva e inappellabile, l’esecutivo fa sapere — attraverso la vicepremier Carmen Calvo — di voler chiudere la delicata operazione al più presto, anche se non è chiaro se potrà essere portata a termine prima che la campagna elettorale entri nel vivo. Comunque vada, si tratta di linfa vitale per il Psoe di Sánchez, il cui orientamento progressista era stato messo in dubbio soprattutto dai suoi soci mancati di Podemos, con Pablo Iglesias in testa, irritati con il premier in carica per il rifiuto a dar vita a un esecutivo di coalizione di sinistra. I resti di Franco verranno rimossi dal Valle de los Caídos, il mausoleo che lo stesso dittatore fece costruire utilizzando il lavoro forzato dei prigionieri per essere trasferiti al cimitero di El Pardo-Mingorrubio, nell’imponente cappella di famiglia dove già riposa Carmen Polo, la moglie del Generalissimo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cotroneo Rocco 
Titolo: «L’Amazzonia non è dell’umanità» L’affondo di Bolsonaro all’Onu
Tema: Bolsonaro all’Onu

«L’Amazzonia non è patrimonio dell’umanità, e nemmeno il polmone del mondo. Tutte frottole. Tra l’altro è «praticamente intatta», e sarebbe meglio smettere di credere ai media. Venite a vedere con i vostri occhi!». Ha perso tempo chi aveva consigliato a Jair Bolsonaro moderazione nel suo primo discorso davanti a una platea internazionale. II leader di estrema destra ha approfittato del palco all’Onu — dove dal 1947 per tradizione il Brasile apre l’Assemblea Generale — per ribadire la sua verità sui recenti allarmi nella grande foresta (aumento degli incendi e avanzata della deforestazione), in un discorso aggressivo e ideologico. Senza dimenticare i consueti elogi alla dittatura militare, e ai magistrati che lo aiutano a combattere il socialismo (in riferimento alle condanne di Lula). Ma è sul tema Amazzonia che le parole di Bolsonaro sono state accolte da un silenzio incredulo e qualche sguardo rassegnato, come quello colto dalle telecamere sul volto di Angela Merkel.
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