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SINTESI IN PRIMO PIANO – 25 giugno 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Scuole: caos riapertura
– Conte interviene sulla Cig
– Corona virus: sbarcano profughi infetti
– Corona virus: la situazione
– Allarme del Fmi sul Pil italiano
– Scontro sulle regionali
– Rapporti Italia-Libia

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Repubblica 
Autore:  Strambi Valeria 
Titolo: Scuola, lotta di classe – La scuola non ci sta “Senza certezze sulla riapertura pronti a occupare”
Tema: Scuole: caos riapertura

Mesi di silenzio squarciati da un unico grande coro di disappunto. Presidi, insegnanti, custodi, genitori, studenti: l’intero mondo della scuola è in rivolta. La bozza con le linee guida del ministero dell’Istruzione per il rientro sui banchi a settembre non piace a nessuno. Ingressi e uscite a turno, classi spezzate in gruppi con alunni dalle età diverse, lezioni di 40 minuti anziché 60, didattica mista (metà in presenza e metà a distanza) per gli studenti delle superiori e nessun docente in più. E poi, tutta la responsabilità nel recuperare spazi extra, garantire le distanze di sicurezza e comporre il puzzle delle presenze, demandata ai singoli dirigenti scolastici. Stasera alle 18 le piazze di 60 città, da Trento a Palermo, passando per Milano, Genova, Bologna, Firenze, Roma e Napoli, si coloreranno con gli striscioni di migliaia di persone pronte a dire “no” alla scuola che le aspetta: «Doveva essere una manifestazione per la riapertura in sicurezza e invece sarà un fiume in piena contro le linee guida — annuncia Costanza Margiotta, portavoce del comitato di genitori “Priorità alla Scuola” — . Non si rendono conto del danno enorme che stanno facendo ai ragazzi e di quello che hanno già fatto a molti papà e mamme, improvvisatisi insegnanti e tecnici informatici e, alle volte, persino costretti a lasciare il lavoro».
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Dimito Rosario 
Titolo: Scuola, cambiano tutte le linee guida – «Scuola, troppa confusione» Le Regioni contro Azzolina ora le linee guida cambiano
Tema: Scuole: caos riapertura

Governatori, genitori, insegnanti, sindacati, politica: tutti contro le linee guida della ministra Lucia Azzolina di riapertura delle scuole a settembre: «c’è troppa confusione». E in nottata, nel corso di una riunione tecnica, dovrebbero cambiare le modalità per tornare fra i banchi: misure di distanziamento, turni, autonomia, ruolo dei presidi. E’ quanto concordato ieri sera in un vertice di tre ministri (Azzolina, Francesco Boccia, Roberto Speranza) con le regioni (Stefano Bonaccini, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga): questo vertice ha ricucito i rapporti fra le parti, dopo le parole di Bonaccini («linee guida condivise, non imposte») mentre il ministro degli affari regionali ha auspicato «un lavoro di forte collaborazione come è stato fatto durante tutta l’emergenza Covid-19». Nel pomeriggio in videoconfcrenza la titolare dell’Istruzione ha illustrato le nuove linee guida ai direttori generali regionali, allo staff del ministero e ai rappresentanti dei sindacati nazionali mentre già montava la protesta da parte di genitori e insegnanti. Secondo le linee guida che adesso potrebbero cambiare, scuole elementari, medie e secondarie potranno riaprire i battenti sulla base della flessibilità orario e organizzativa demandate alle singole scuole riunite attorno a tavoli regionali, insediati presso gli uffici scolastici regionali del ministero dell’istruzione, cui partecipano i soggetti e gli operatori coinvolti nell’ambito del sistema scolastico.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Politica 2.0 – Le regionali tra partita sui leader e fuoco amico
Tema: Scontro sulle regionali

Non sono i numeri del Senato a fare paura a Conte, almeno a sentire il ministro D’Incà che ieri minimizzava quel trasloco della senatrice grillina verso la Lega portando la maggioranza in bilico. «Siamo ben oltre quota 161» ha provato a rassicurare il titolare dei Rapporti con il Parlamento, ma certo è che se il Governo sta preparando un altro scostamento di bilancio – per il quale è necessario il voto di una maggioranza assoluta – allora l’ottimismo del ministro avrà presto la sua prova del nove. Tuttavia non sono solo quei numeri a spaventare ma è il clima da campagna elettorale nel quale si è già entrati in vista delle regionali di settembre. Nel Pd sono cominciate le manovre per preparare un eventuale cambio alla guida del partito se le urne toglieranno al centro-sinistra qualche Regione e oggi a rischio ce ne sono due, Puglia e Marche. Non è detto che la spallata al Conte II pronosticata da Salvini si realizzerà, ma comunque sarà il primo giudizio popolare sull’Esecutivo e sia i Democratici che i 5 Stelle porteranno i rispettivi risultati dentro le dinamiche interne nella lotta per la leadership e sul Governo. È questo che fa crescere i nervosismo nel Pd sulla segreteria di Zingaretti e tra le forze della coalizione giallo-rossa che, se confermeranno la scelta di presentarsi separate, si troveranno in competizione tra loro.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lopapa Carmelo 
Titolo: Regionali, tra dem e Renzi prove d’intesa in Liguria Spiragli M5S su Emiliano
Tema: Scontro sulle regionali

Stringere accordi dove possibile entro il perimetro dell’alleanza di governo “giallorossa”. E arginare l’avanzata della destra che è riuscita a chiudere una spartizione unitaria in tutte le sei regioni in cui si andrà al voto a settembre. Nicola Zingaretti non ha nascosto la sua preoccupazione e la sua strategia, nella lunga telefonata avuta con l’ex premier Matteo Renzi. Parlare di disgelo tra i due forse è troppo, certo la fragilità del governo, la crisi economica che investe il Paese e l’opa sui senatori di maggioranza lanciata da Salvini non consentono altre fibrillazioni. Bisogna chiudere in fretta sui candidati, soprattutto. E le novità maggiori riguardano la Liguria. I due hanno escluso, stando a quanto trapela, un’intesa sul giornalista caro al M5S Ferruccio Sansa, per altro inviso al Pd locale. Il prescelto non sarà nemmeno il professore genovese Aristide Massardo, nome circolato in queste ore. Sarà comunque un “civico” – su questo Zingaretti e Renzi si sono ritrovati, ma dovranno convincere i grillini – a sfidare l’uscente Giovanni Toti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Iossa Mariolina 
Titolo: Sono 190 i nuovi casi in Italia Ricalcolate le vittime, scese a 34.644
Tema: Corona virus: la situazione italiana

Sono stati 190 i contagi registrati ieri in Italia, per un totale di 239.410 persone dall’inizio dell’epidemia (dato che comprende i guariti, le vittime e i soggetti ancora positivi). Di queste, 34.644 sono decedute, con un aumento di 30 nuove vittime, un numero purtroppo più alto di quello registrato nelle 24 ore precedenti, che era di 18. I guariti sono 186.111,1526 persone in più rispetto a martedì. I malati sono scesi a 18.655. C’è molta difformità nel calcolo dei dati, come si può verificare andando a controllare i bollettini della Protezione civile dei giorni precedenti: la Provincia autonoma di Trento ha effettuato un ricalcolo totale e ha stabilito, conteggiando ogni voce, che erano probabilmente stati compiuti degli errori di calcolo e dunque nella Provincia i morti totali per Covid sono 61 in meno rispetto a quanto precedentemente comunicato, mentre ci sono 447 guariti in più e un totale di casi aumentato di 387 unità. A causa di questi riconteggi, i deceduti complessivi in Italia sono stati dunque ricalcolati in 34.644
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cuppini Laura 
Titolo: «Il virus sconfitto solo con il vaccino Il Servizio sanitario va ripensato»
Tema: Corona virus: la situazione italiana

«Pensare che la battaglia sia finita è un errore, solo con il vaccino potremo sconfiggere il virus. Se abbassiamo la guardia corriamo il rischio di commettere errori». L’appello alla prudenza arriva dal ministro della Salute Roberto Speranza, ospite del talk organizzato da Rcs Academy «La nuova Sanità: investimenti, spesa sanitaria e il contributo della digital health». Intervistato dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, Speranza ha parlato di mesi difficili, di un Paese che deve ripartire. Ha citato Papa Francesco: peggio di questa crisi c’è solo il rischio di sprecarla. Il ministro ha voluto ringraziare «donne e uomini della sanità, all’altezza di questa sfida», le istituzioni e lo stesso Servizio sanitario nazionale, che hanno fronteggiato una «prova durissima». Difficile è stata la decisione di misure senza precedenti, così come lo sforzo di rispettarle da parte dei cittadini. «Ma ci sono cose su cui potevamo fare di più e meglio — ha ammesso Speranza —, punti su cui sarà necessario lavorare: gli investimenti nella Sanità, la digital health, il rafforzamento della medicina di territorio». Con l’epidemia è emerso il tema del rapporto Stato-Regioni, ha sottolineato Luciano Fontana, ci sono stati momenti di tensione e incomprensione. «Serve invece un equilibrio, dobbiamo entrare nell’età matura dei rapporti tra Stato e autonomie» ha detto il titolare della Salute.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Schianchi Francesca 
Titolo: Intervista a Roberto Speranza – Speranza: basta giochi di palazzo Subito un patto su sanità e pensioni – “Servono risposte non giochi di Palazzo Ora un grande patto su sanità e pensioni”
Tema: Corona virus: la situazione italiana
«La battaglia non è ancora vinta». Il Paese riparte, «e deve farlo», ma continua a servire «grande attenzione», predica il ministro della Salute, Roberto Speranza. Eppure anche tra gli esperti c’è chi parla di un virus ormai indebolito… «Non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino un mutamento significativo del virus. Il Covid circola ancora, l’ultima settimana a livello mondiale è stata la peggiore. È chiaro che bisogna ripartire, ma con prudenza». Giorgia Meloni suggerisce di non scaricare la app Immuni: si rischia il Grande fratello di Stato, dice. «Non ho mai fatto polemica in questi mesi, dico solo che trovo sbagliato fare politica su questioni che hanno a che fare con la sicurezza delle persone. Non c’è nessun Grande fratello». Il Rapporto Osservasalute ieri ha denunciato le scarse risorse sulla sanità dal 2010 al 18, il calo di personale e di posti letto. Come risponde? «Quello è il quadro di un passato da archiviare, e già lo stiamo facendo: in cinque mesi abbiamo mèsso nel Servizio Sanitario Nazionale più risorse degli ultimi cinque anni». Avendo bisogno di investimenti, non sarebbero un’occasione ghiotta i 37 miliardi possibili del Mes? «Il ministro della Salute si batte sempre e comunque per avere più risorse. Conte ha annunciato che sul Mes deciderà il Parlamento, è giusto che sia quello il luogo della decisione». Nel frattempo lei sta facendo moral suasion sui Cinque stelle per convincerli? «Da parte loro c’è la consapevolezza che bisogna ricominciare a puntare sulla difesa del servizio sanitario nazionale. È una convinzione che vedo nel governo e oltre».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Sforza Francesca 
Titolo: Intervista a Luigi Di Maio – La mossa di Di Maio “Un piano europeo per ricostruire la Libia”
Tema: Di Maio sulla Libia

Si respira già un’altra aria in Libia, sia grazie alla maggiore stabilità raggiunta dal governo del premier Al-Sarraj dopo il sostegno militare della Turchia, sia a causa dell’ingresso sulla scena degli americani. «Il contributo degli Stati Uniti sarà fondamentale – ci dice il ministro degli esteri Luigi Di Maio di ritorno dal suo viaggio a Tripoli – perché loro hanno un rapporto forte con la Turchia, e anche con l’Egitto». «Per anni – ricorda Di Maio – abbiamo chiesto agli americani di essere più presenti, e oggi il loro contributo diventa centrale: quando intervengono i giganti, le cose sul terreno si fanno con meno disinvoltura». Anche la diplomazia italiana ne trarrà vantaggio, «perché dove gli americani sono meno impegnati il vuoto viene riempito da qualcun altro, e per risolvere il problema dobbiamo fare il triplo lavoro». L’azione diplomatica italiana comunque continua, e all’orizzonte si vedono già nuove iniziative: «L’Italia intende farsi promotrice, in seno all’Unione Europea, di un grande piano per la ricostruzione della Libia – dice il ministro – Farò i primi passi al più presto con il rappresentante per la politica estera Joseph Borrell e poi con la Commissione competente, credo che un’Unione di 27 Paesi possa affrontare con le sue risorse un piano di stabilizzazione sulla Libia che guardi al futuro eagli investimenti».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Patta Emilia – Perrone Manuela 
Titolo: Tutti contro tutti, slitta a luglio il voto sulle commissioni
Tema: Voto sulle commissioni

Non solo Piano rilancio, Mes e dossier fermi da mesi come Autostrade, Alitalia e ilva. L’impasse del governo e le fibrillazioni interne alla maggioranza si riverberano anche su questioni più prettamente politiche e parlamentari. A partire dal rinnovo delle commissioni che i regolamenti di Camera e Senato prevedono dopo due anni dall’inizio della legislatura. Ossia adesso. A dover essere rinnovate sono in particolare le presidenze delle commissioni assegnate alla Lega all’epoca della formazione del governo Conte 1, a cominciare dall’importantissima Bilancio della Camera ora presieduta dal leghista Claudio Borghi. In pole per la successione a Borghi il renziano Luigi Marattin, anche in considerazione del fatto – ribadiscono da Italia Viva – che a fronte di molti più parlamentari i rappresentanti renziani nel governo sono più o meno equivalenti a quelli della piccola Leu e al ministero dell’Economia Italia Viva è l’unico partito a non essere rappresentato.
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Economia e finanza

Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso 
Titolo: Conte avverte l’Inps: sulla cassa integrazione non si può più sbagliare – Conte, ultimatum a Tridico “Sulla cassa integrazione Inps non può più sbagliare”
Tema: Conte interviene sulla Cig

«Non possiamo più permetterci errori. L’Inps non può sbagliare. E tu devi garantirmi che non sbaglierà», dice Giuseppe Conte guardando negli occhi Pasquale Tridico. Minaccioso forse no, arrabbiato però senza dubbio. E in questa frase secca, contenuta a fatica dalle mura spesse di Palazzo Chigi, c’è tutto il risentimento del premier per quello che doveva funzionare e non ha funzionato. Per i clamorosi ritardi nell’erogazione della Cassa integrazione. Per le lungaggini che hanno reso impossibile l’appropriazione della Cig e dei bonus stanziati dall’esecutivo nel pieno dell’emergenza. È il vero boomerang che sta colpendo l’esecutivo durante queste settimane. Perché c’è una sola cosa peggiore di non erogare denaro per i cittadini in difficoltà: è erogarlo, ritardando però il loro “approdo” nelle tasche di chi ha più bisogno. Conte lo sa. Lo considera un doloroso autogol. Tutti i sondaggi riservati segnalano due tendenze, infatti. Primo: gli italiani approvano l’agire del governo nella fase critica del Covid. Secondo: pensano che i mesi trascorsi senza ricevere il sussidio – o ricevendolo con un ritardo imbarazzante – siano uno schiaffo a chi si trova in difficoltà. Il danno d’immagine per il governo è immenso.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Lombardo Ilario 
Titolo: Lavoro, Conte rilancia “Meno Cig, giù le tasse” – “Meno tasse per chi rinuncia alla Cig” E Conte bacchetta il presidente Inps
Tema: Conte interviene sulla Cig

Roba da far girare la testa questa Cassa integrazione. Per l’avvocato sceso in politica due anni fa è uno dei grandi nodi irrisolti della burocrazia. Dopo aver chiesto una panoramica a Pasquale Tridico e averlo strigliato un po’ per i ritardi nell’erogazione dell’ammortizzatore sociale, Giuseppe Conte ha chiesto al presidente dell’Inps di formulargli un parere su una proposta alla quale il premier sta lavorando assieme al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. L’idea – che piace ai sindacati e non dispiace a Matteo Renzi – sarebbe di evitare il ricorso alla cassa integrazione, in cambio di una robusta defiscalizzazione. In poche parole, se un datore di lavoro deve decidere se mettere in cassa un suo dipendente, viene incentivato a tenerlo in piena attività con un alleggerimento delle tasse. Mentre sul fronte della domanda continua a insistere sulla riduzione selettiva dell’Iva, legata al cashback, secondo Conte e i suoi consiglieri economici scoraggiare la Cig è una misura che consentirebbe di favorire la ripresa intervenendo sul lato dell’offerta, dando al contempo ossigeno sulle risorse stanziate per gli ammortizzatori sociali. Il premier ne parlerà domani aicapidelegazione nuovamente riuniti per un vertice.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Querzè Rita 
Titolo: Allarme del Fmi: Italia giù del 13% Male le Borse, Milano cede il 3,4%
Tema: Allarme del Fmi sul Pil italiano

Ovunque nel mondo la ripresa è frenata dal rischio di nuovi contagi. Rischio concreto, come mostrano i focolai negli Stati Uniti, in Germania e in Portogallo. È con questa consapevolezza che il Fondo monetario internazionale ha aggiornato al ribasso le previsioni sulla crescita globale. Come se non bastasse, ieri a peggiorare lo scenario si sono aggiunte le ipotesi, fatte rimbalzare dall’agenzia Bloomberg, di dazi Usa per 3,1 miliardi di dollari su beni importati dalla Ue. L’effetto sulle Borse mondiali non si è fatto attendere. II Fondo monetario ha aggiornato al ribasso le previsioni di crescita (o, meglio, di decrescita) per l’Italia nel 2020, passando dal -9,1 al-12,8%. Da notare: i primi di maggio la Commissione Ue aveva previsto per l’Italia un -9,5%, più ottimista l’Istat che i primi di giugno ha parlato di un -8,3%. «Siamo consapevoli dei rischi di ribasso, aggiorneremo a breve la nostra previsione», ha detto in audizione alla Camera il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Aggiungendo: «Riteniamo errato esagerare in chiave pessimistica perché la riapertura dell’economia sta producendo effetti tangibili». A preoccupare per l’Italia è anche l’andamento dei conti pubblici. Secondo l’Fmi, il rapporto tra deficit e Pil nel nostro Paese risulterà pari al 12,7% quest’anno e al 7% il prossimo. II rapporto tra debito e Pil salirà fino al 166,1% nel 2020 per poi calare al 161,9% nel 2021. In generale il Fondo monetario si aspetta che quest’anno il debito pubblico globale raggiunga livelli mai visti, superiori addirittura rispetto a quelli registrati nel secondo dopoguerra.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: L’analisi – Il Fmi condanna Italia e Spagna: peggiori dell’Eurozona – Le previsioni nere dell’Fmi Italia ultima nell’eurozona nel 2020 Pil a meno 12,8%
Tema: Allarme del Fmi sul Pil italiano

L’Italia a parità con la Spagna è il caso peggiore dell’Eurozona, per la durezza della crisi economica pagherà un prezzo molto superiore alla Germania: lo dicono le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale. Le previsioni possono sbagliare, tuttavia ci aggiornano sullo scenario dell’economia globale visto da una delle istituzioni più autorevoli. Confermano che la crisi di quest’anno sarà più pesante di quella del 2008, quindi forse la peggiore in assoluto dalla depressione degli anni Trenta. Un’occhiata ai divari: questa recessione colpisce in modo molto diseguale e l’Italia (nel 2020 il Pil scenderà del 12,8%) ne sopporterà un peso ben più accentuato rispetto alle altre economie sviluppate. La ragione è evidente nelle analisi del Fondo: l’Italia è arrivata al test tremendo di questa crisi con una crescita già anemica da molto tempo; con debolezze strutturali mai risolte; con un bilancio pubblico dissestato che non le ha consentito la stessa “potenza di fuoco” di altre nazioni nel lanciare manovre di spesa anti-recessione. La previsione Fmi indica una decrescita media mondiale 2020 del meno 4,9% il che segnala un netto peggioramento del pessimismo dello stesso Fondo; ad aprile prevedeva meno 3% per il Pil globale. Si segnala una grande eccezione, la Cina, la cui economia riuscirebbe comunque a realizzare un segno positivo, sia pure un modesto +1% a fine anno.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Davi Luca 
Titolo: Banche, l’effetto Covid costa 12 miliardi – Npl, alle banche conto da 12 miliardi
Tema: Effetto Covid

L’impatto della pandemia sul tessuto economico italiano, e quindi sui prestiti bancari, inevitabilmente ci sarà e sarà massiccio. Ma per capire quanto l’onda d’urto farà male agli istituti servirà del tempo. Qualcuno, come l’Eba, lascia presagire conseguenze pesanti, soprattutto per chi oggi in Italia è meno attrezzato sul fronte del capitale. D’altra parte non è detto che, alla fine, la resilienza degli istituti domestici non si riveli superiore alle attese. Ad esserne convinti sono gli analisti di Equita Sim, che in un dettagliato report appena pubblicato mettono ai raggi X i conti delle banche italiane, provando a simulare gli effetti del lockdown prolungato sui prestiti erogati e quindi a cascata sul capitale. L’esito di questa proiezione è nel complesso confortante, sebbene non manchino le sfumature tra gli istituti: emerge una sostanziale capacità di tenuta del sistema bancario italiano, peraltro uscito rafforzato sotto il profilo patrimoniale dalla doppia tornata della crisi post Lehman del 2007-08 e della crisi del debito sovrano dei 2011.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Trovati Gianni 
Titolo: Piano riforme, investimenti al 3% – Riforma Irpef e investimenti al 3%
Tema: Riforme

La battaglia dell’Iva che in questi giorni ha diviso il govemo piomba anche sulla stretta finale dei lavori per il Piano nazionale di riforma, la base per il Recovery Plan che l’Italia punta a presentare a settembre per ottenere gli aiuti comunitari. Nel testo elaborato al ministero dell’Economia, al centro anche ieri di riunioni in vista del passaggio in consiglio dei ministri che dovrebbe arrivare entro il 30 giugno, si delinea l’architettura di una strategia basata su cinque priorità: fisco per la crescita, mercato del lavoro e investimenti in formazione, riforma del welfare, produttività e rilancio degli investimenti pubblici e privati. Ma del taglio Iva non si parla espressamente. La strategia italiana, spiega il ministrodell’Economia Gualtieri nell’introduzione al Pnr, «si baserà sul rilancio degli investimenti, su un incremento della spesa per ricerca e istruzione e su riforme mirate a incrementare la cornpetitività, l’equità e la sostenibilità socialeeambientale del Paese» Interventi che viaggeranno con le misure «per il rilancio di importanti filiere e settori produttivi, quali la sanità, il turismo e i trasporti, le costruzioni, l’energia, la siderurgia, l’auto e la componentistica».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco 
Titolo: Blindato anche il Dl rilancio Opposizioni scatenate
Tema: Dl Rilancio

Rallenta ancora l’andatura del decretone Rilancio alla Camera. Sotto il peso dei 266 articoli e dei 1.051 commi iniziali, ai quali si è aggiunto tutto l’ultimo Dl sulla Cig con un emendamento depositato ieri mattina dal Governo in commissione Bilancio, la maxi-manovra anti-crisi, sempre più nel mirino dell’opposizione, arranca. Con la rinuncia alle tre letture parlamentari evocate nelle scorse settimane e, soprattutto, alle correzioni più attese. Che arriveranno aluglio con il prossimo decreto dopo l’autorizzazione del Parlamento alla nuova richiesta di scostamento dell’esecutivo. Un testo sostanzialmente blindato, dunque, con lo spazio solo per un mini-restyling confezionato tutto alla Camera, sul quale, quasi certamente, il Governo chiuderà la partita con il ricorso alla”fiducia” da votare tra la prima e la seconda settimana di luglio. L’approdo del testo in Aula, che è già slittato dal 24 al 29 giugno, sarà infatti ulteriormente posticipato al 2-3 luglio. Ma l’opposizione non ci sta, come dimostra la bagarre in Commissione durante l’intervento del ministro Gualtieri, e alza il tiro chiedendo a gran voce che durante il cammino alla Camera del decretone venga trovata la soluzione per almeno tre grandi questioni aperte: gli aiuti settori del turismo e dell’auto e l’irrobustimento dei fondi per le scuole paritarie.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  G.Tr. 
Titolo: «Reddito di cittadinanza flop: creato lavoro nel 2% dei casi»
Tema: Reddito di cittadinanza

«La riforma fiscale «non è più rinviabile». E deve ridurre «le aliquote sui redditi dei dipendenti e anche dei pensionati che, pur essendo fuori dal circuito produttivo, frequentemente sostengono le generazioni più giovani». La riforma deve poi alleggerire le tasse sulle imprese «alle quali sono affidate le concrete speranze di un rilancio del Paese». Il derby fiscale avviato con l’idea di una riduzione dell’Iva lanciata dal premier Conte domenica alla chiusura degli Stati generali non ha scalfito le certezze nutrite dalla Corte dei conti. Che indica senza esitazione la via del taglio delle tasse su lavoro e imprese. Le indicazioni, chiarissime, sono arrivate ieri con la parifica del bilancio dello Stato. Che come da tradizione è stata l’occasione per guardare ai risultati delle politiche economiche attuate fin qui e, su questa base, mettere in fila le sfide del futuro prossimo. Perché la parifica riguarda ovviamente l’ultimo esercizio finanziario chiuso, e da lì parte. A caratterizzare il 2019 sono state le due misure bandiera del governo Conte-1, reddito di cittadinanza e Quota 100. E il giudizio, dato dai numeri com’è nella natura della Corte dei conti, è impietoso.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Bazzi Adriana 
Titolo: Malati vicini ai 10 milioni – Contagi verso i dieci milioni Nel mondo il virus non frena
Tema: Corona virus: la situazione globale

Un dato è certo: la pandemia da Coronavirus sta galoppando nel mondo. E secondo l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i casi, nella prossima settimana, potrebbero raggiungere i dieci milioni. Già oggi sono più di nove, secondo gli ultimi dati forniti dell’americana Johns Hopkins University, con quasi 500 mila morti nel mondo Al momento, e al primo posto, ci sono gli Stati Uniti come numero di contagi e di morti (certo, bisogna rapportarlo al totale della popolazione: si parla di oltre 800 deceduti nelle ultime 24 ore), e la curva dei contagi sta risalendo in diversi Stati come il Texas, l’Arizona e la Florida. A competere con il triste primato degli Usa c’è il Brasile (con oltre un milione di infetti e oltre 50 mila morti). Ma accanto al Brasile si schierano la Russia, l’India, la Gran Bretagna, il Cile, la Spagna e l’Italia. Alcuni Paesi, come il nostro, hanno ormai superato l’emergenza, anche se devono gestire nuovi focolai.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  R.Es. 
Titolo: La giornata – Negli Stati Uniti crescono i contagi a Sud e a Ovest
Tema: Corona virus: la situazione globale

I nuovi casi di Covid-19 sono aumentati negli Stati Uniti al livello massimo da due mesi, secondo i dati di Johns Hopkins University. Martedì gli Usa hanno registrato 34.700 nuove infezioni, il terzo dato più alto da quando è cominciata l’epidemia. I numeri più elevati si sono avuti in Stati quali Arizona, California, Mississippi, Nevada e Texas. Contrariamente alle aspettative, ha detto Anthony Fauci, il virus non si sta prendendo una pausa estiva e i contagi hanno mostrato una tendenza alla crescita anche in regioni calde come Florida, Texas e Arizona. In un’audizione al Congresso Fauci ha detto che si sta verificando un inquietante aumento di infezioni e una diffusione in crescita in molti Stati del Sud e dell’Ovest. Il noto epidemiologo, consulente della Casa Bianca sul Covid-19, ha aggiunto che gli americani devono adottare misure di distanziamento fisico e le ha così riassunte: «Piano A, non partecipare ad assembramenti. Piano B, se si partecipa, indossare la mascherina». Il numero di infezioni negli Usa è cresciuto di un quarto la scorsa settimana e martedì l’Arizona ha registrato 3.600 casi, poche ore prima del comizio elettorale di Donald Trump a Phoenix. In Texas il numero crescente di ricoveri ha costretto un ospedale per bambini di Houston ad ammettere anche adulti e il governatore dello Stato, Greg Abbott, ha chiesto ai cittadini di restare il più possibile a casa. Finora gli Stati Uniti hanno avuto 2,3 milioni di casi e oltre 110mila morti.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pelosi Gerardo 
Titolo: Roma e Tripoli ripartono da grandi progetti e migranti
Tema: Rapporti Italia-Libia

L’Italia sembra matura per riprendersi il suo ruolo storico in Libia. Pur non avendo contribuito militarmente (come ha fatto efficacemente la Turchia) al ritiro del generale Khalifa Haftar dalla Tripolitana, il Governo di accordo nazionale guidato da Fayez al-Serraj ha ricevuto ieri in un’atmosfera quasi festosa il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio in missione in Libia. Serraj ha apprezzato soprattutto il “cambio di passo” dell’Italia che ieri ha fatto una sola lunga tappa a Tripoli (nel passato c’era sempre anche la sosta a Bengasi), ha accolto con riconoscenza l’impegno dei nostri artificieri del Genio che stanno sminando gli ordigni disseminati alle porte di Tripoli dalle truppe di Haftare ha ringraziato l’unico Paese che pur sotto le bombe ha mantenuto aperte le nostre strutture diplomatiche. Tripoli non vuole rimanere legata solo a un Paese, ossia la Turchia, e guarda con speranza ai suoi partner storici come l’Italia. Due i risultati concreti: il 2 luglio una commissione italo-libica riprenderà a negoziare il memorandum su immigrazione e guardia costiera, tenendo presenti le richieste italiane per tutelare i diritti umani. Nelle prossime settimane verrà poi avviato un comitato economico per i crediti storici inevasi (circa 320 milioni di dollari)e quelli più recenti dopo la caduta di Gheddafi nel 2011.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Nigro Vincenzo 
Titolo: Di Maio a Tripoli, l’Italia cambia passo Patto su profughi e militari anti-mine
Tema: Rapporti Italia-Libia

Luigi Di Maio ritorna in Libia dopo la fine dell’assedio di Tripoli, dopo la cacciata delle milizie di Haftar dalla regione della capitale. Il ministro degli Esteri rientra a Roma a metà pomeriggio, e incontra i giornalisti. «La prima impressione? Avere di fronte interlocutori più sereni, che adesso guardano con nuova forza al futuro, alla gestione dei mille problemi che certo rimangono in Libia, innanzitutto la firma di un cessate-il-fuoco negoziato ed effettivo. Ma sono leader che vedono i prossimi mesi come chi è riuscito a superare una fase militare durissima». Il presidente Fayez al Serraj, il ministro dell’Interno Fathi Bishaga, il vicepresidente Ahmed Maitig hanno affrontato in 14 mesi la possibilità della sconfitta, della fuga di fronte alle milizie di Haftar, perfino la possibile morte, magari durante uno dei bombardamenti. «Adesso tornano a discutere di politica», dice Di Maio. A Tripoli il ministro degli Esteri ha affrontato vari temi. Ma riporta una valutazione politica di rilievo, non scontata: a chi gli chiede che cosa pensi del fatto che gli americani siano tornati in Libia, andando a incontrare il presidente Serrgj in una cittadina vicino a Tripoli, Di Maio risponde quasi pensando ad alta voce: «Il rientro degli americani è decisivo, è quello che chiedevamo da mesi, di essere più presenti… perché quando mancano gli americani nel vuoto che loro lasciano si infila qualcuno che rende poi più difficile per tutti rimettere le cose a posto».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  … 
Titolo: Oaxaca Sisma nel Sud del Messico, 6 morti e oltre 100 sfollati, distrutti case e ospedali
Tema: Terremoto in Messico

Almeno sei persone sono morte ieri nel sisma di magnitudo 7.4 registrato nello Stato di Oaxaca, in Messico. Oltre 30 persone sono rimaste ferite, riferisce la stampa locale. La scossa, che ha causato danni a strade, edifici, monumenti e ospedali, e che si è verificata alle 10:29 del mattino, è stata avvertita in maniera decisa anche nella capitale. L’epicentro della scossa più violenta è stato individuato a 23 chilometri a sud della città di Crucecita.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Montefiori Stefano 
Titolo: La sindaca «in fuga» nella sfida di Parigi
Tema: Municipali a Parigi

Siamo già a «Parigi mi basta, non punto all’Eliseo». Il secondo turno dell’elezione municipale deve ancora tenersi — domenica prossima —, stasera è prevista l’ultima sfida in tv con un’avversaria pur battagliera come Rachida Dati e l’ex ministra della Sanità Agnès Buzyn come comprimaria, ma Anne Hidalgo sembra davvero sicura di vincere. Tanto che, se proprio deve esercitare la virtù della modestia, lo fa annunciando umilmente che non si candiderà a presidente della Francia. Le basta Parigi, che «Ana Maria» (all’anagrafe in Spagna dove è nata nel 1959) guida da sei anni dopo essere stata braccio destro del socialista Bertrand Delanoë per i precedenti 13. Dopo quasi un ventennio all’Hôtel de ville la sindaca uscente Anne Hidalgo conosce bene i suoi concittadini. Se si mostra così fiduciosa è perché ha molti buoni motivi.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Martinelli Leonardo 
Titolo: Dati contro Hidalgo La sfida tra donne per conquistare Parigi
Tema: Municipali a Parigi

Che vinca la migliore. Anche se, alla fine, vinceranno un poco entrambe. Sono le due donne che si contendono la poltrona di sindaco di Parigi: Anne Hidalgo, 61 anni, socialista pura e dura, che già l’occupa dal 2014, figlia di una coppia di spagnoli fuggiti da Franco, e l’effervescente Rachida Dati, 54 anni, già ministra della Giustizia per Nicolas Sarkozy, figlia d’immigrati maghrebini, strano mix di donna libera e glamour, in lizza per i Repubblicani, il partito dall’eredità neogollista. All’inizio di quest’anno Hidalgo era data come finita, difficile la rielezione. E invece la sua vena ecologica l’ha premiata in questi tempi di coronavirus e di voglia di «un mondo diverso». Quanto a Dati, nessuno, ma proprio nessuno scommetteva sudi lei, quando il suo partito (controvoglia) la designò per la corsa come sindaca della capitale. In realtà, cominciò subito a salire nei sondaggi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Scott Antonella 
Titolo: Putin, una parata per spingere il voto che non convince i russi
Tema: La Russia in parata

Marciano sotto le mura del Cremlino, in nome di quanto è più sacro per la storia russa. «Il nostro dovere – ripete Vladimir Putin – è ricordare che al popolo sovietico è toccato il peso principale della lotta al Nazismo». Attorno a lui pochi leader stranieri, 14mila soldati e gruppi di veterani supercontrollati da test e quarantene. Nell’anno in cui l’epidemia ha comunque costretto a cambiare le date della parata militare che celebra la vittoria della Grande guerra patriottica, la Russia non è compatta. Le restrizioni vengono gradualmente allentate, l’aumento quotidiano dei nuovi malati si riduce, ma il virus non è affatto sconfitto: ieri ha pretesto altri 7.176 casi per un totale di 606.881, il terzo Paese al mondo più colpito. Tanti governatori si sono rifiutati di organizzare manifestazioni nelle loro città e perfino Serghej Sobjanin, sindaco della capitale, ha consigliato ai moscoviti di seguirle da casa, in televisione. Il compito dei militari, dei veterani e dello spirito patriottico riacceso in questi giorni è accompagnare i russi all’appuntamento immediatamente successivo, ugualmente controverso agli occhi di molti: la cosiddetta “votazione popolare”, in programma da oggi fino al 1° luglio. Si chiede se approvare o meno una raffica di emendamenti alla Costituzione tra cui è stato inserito, un po’ defilato come una postilla in fondo a un contratto, il vero motivo della chiamata alle urne: l’annullamento dei precedenti mandati dell'”attuale presidente”, in modo da permettergli – se lo vorrà – di ricandidarsi ancora due volte, restando al potere fino al 2036.
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