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SINTESI IN PRIMO PIANO – 24 maggio 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Piemonte, crolla una funivia: 14 le vittime
– Nodo licenziamenti: in campo Confindustria
– Mattarella richiama la magistratura: troppe divisioni la mettono in pericolo

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Breda Marzio 
Titolo: Il retroscena – Mattarella: troppe liti screditano i magistrati – La spinta del Quirinale perché la riforma sia affrontata subito
Tema: Mattarella richiama la magistratura: troppe divisioni la mettono in pericolo

Si è preso il suo tempo, Sergio Mattarella, per rispondere a chi lo ha incalzato per settimane sull’ultimo scandalo delle toghe, nato dal caso Amara e dal conflitto fra Procure, con l’ombra di una loggia massonica segreta dietro le quinte. L’ha fatto ieri, quando lo scontro (politico e mediatico) ha smesso di fermentare e quando ha potuto associare un ragionamento severo a due figure di magistrati esemplari per «responsabilità del ruolo e dignità della funzione»: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Uomini simbolo da onorare, certo. Ma soprattutto da imitare in quanto sapevano non soltanto essere, ma anche apparire, imparziali, secondo la vecchia esortazione di Sandro Pertini. E’ in nome del loro impegno, del loro «valore» e della loro «altissima moralità», che il presidente della Repubblica evoca il clima di adesso, dentro i palazzi di giustizia. Un clima, smascherato ormai in via documentale, che sta progressivamente i ntossicando la fiducia del Paese con un triste spettacolo di «sentimenti di contrapposizione, contese, divisioni, polemiche all’interno della magistratura, che minano il prestigio e l’autorevolezza dell’ordine giudiziario». Il risultato, per i cittadini ma soprattutto per Mattarella, che a norma di Costituzione è la prima toga d’Italia in quanto sta al vertice del Csm, è un crollo di credibilità del sistema.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cavallaro Felice 
Titolo: Mattarella: «Bisogna fare luce Le liti minano la magistratura»
Tema: Mattarella richiama la magistratura: troppe divisioni la mettono in pericolo

È tornato nella sua Palermo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per ricordare a 29 anni dalla strage di Capaci Falcone e Borsellino, parlando soprattutto ai giudici di oggi. Evocando gli inciampi della magistratura, da Palamara ad Amara. «La credibilità della magistratura e la capacita di riscuotere fiducia — ha detto il capo dello Stato — è imprenscindibile per lo svolgimento della vita della Repubblica: gli strumenti non mancano, si prosegua, rapidamente e rigorosamente, a fare luce su dubbi, ombre, sospetti, su responsabilità. Si affrontino sollecitamente e in maniera decisiva i progetti di riforma nelle sedi in cui questo compito è affidato alla Costituzione. Sentimenti di contrapposizione, contese, divisioni, polemiche all’interno della magistratura minano il prestigio e l’autorevolezza dell’ordine giudiziario». Parole echeggiate nell’aula bunker dove a Cosa Nostra fu assestato il colpo più duro con il maxiprocesso voluto dai due martiri dilaniati dalle bombe di Capaci e via D’Amelio con i loro agenti di scorta e con Francesca Morvillo, valorosa magistrata caduta a fianco di Falcone. Tutti indicati come esempio ai giovani, a cominciare dai giovani che «gridano no alle compromissioni» come segno di speranza per il futuro.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fasano Giusi 
Titolo: Volo di venti metri: morte in funivia – «Un forte sibilo poi lo schianto» Ormai la cabina era quasi in vetta
Tema: Piemonte, crolla una funivia: 14 le vittime

«Otto, dieci secondi al massimo». Matteo, uno degli uomini del soccorso alpino, guarda in alto verso la stazione d’arrivo della funivia e prova a immaginare il tempo che ci è voluto per precipitare da lì fino al punto in cui si trova lui, davanti alla cabina accartocciata. «Dieci secondi al massimo» appunto. Un tempo infinito se sei intrappolato in una scatola a venti metri d’altezza e stai scivolando in giù veloce, sempre più veloce. Dieci secondi per capire che non c’è salvezza, per vedere la morte avvicinarsi, pre pregare, forse; certamente per urlare. Poi il tonfo, il silenzio e un uomo che chiama i soccorsi così scioccato da quella scena da non riuscire a parlare. «E’ precipitata, la cabina è precipitata», dice quando la sua voce trova la via per uscire. Provano a calmarlo ma lui ha visto quella cabina indietreggiare, balbetta, trema. E’ andata così, ieri a Stresa. L’allarme di quell ‘uomo- che aspettava l’attracco della funivia su, al Mottarone- è stato l’inizio di una giornata drammatica.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Longhin Diego 
Titolo: Giallo sulle funi dovevano durare fino al 2028 – Il controllo delle funi nel 2020 “Dovevano durare altri 8 anni”
Tema: Piemonte, crolla una funivia: 14 le vittime

Perché quella fune si è strappata? Perché la cabina non è rimasta appesa al cavo portante? Perché è scivolata colpendo il primo pilone e scarrucolando nel vuoto a non più di cento metri dalla stazione di arrivo del secondo tronco della funivia Stresa-Mottarone, trascinando con sé la vita di tredici persone? A queste domande dovranno rispondere i tecnici che la procura di Verbania nominerà per chiarire cosa sia successo ieri alle 12.30 sull’impianto che si affaccia sul Lago Maggiore. «Le manutenzioni e i controlli sono stati effettuati regolarmente», dice il legale della società di gestione, Ferrovie del Mottarone che fa riferimento alla famiglia Nerini, l’avvocato Pasquale Pantano. E la Leitner di Vipiteno, società che si occupa della manutenzione, dice che «l’ultimo controllo magnetoscopico della fune è stato effettuato a novembre del 2020 e gli esiti dello stesso non hanno fatto em ergere criticità». Un esame che sottopone i cavi a una sorta di raggi X per vedere le condizioni interne delle corde di acciaio che nel caso dell’impianto del Mottarone sono doppie: una traente, trascina su e giù la cabina, l’altra portante. La sostituzione dei cavi era prevista per il 2029, fra otto anni. «Sarà tutto oggetto di verifiche di carattere tecnico nei prossimi giorni», sottolinea Olimpia Bossi, procuratore della Repubblica a Verbania.. È certo che la funivia avesse quasi terminano la sua corsa, elemento che aggiunge grandissima tristezza.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  M.Gu. 
Titolo: Dote e voto ai giovani, la strategia di Letta
Tema: Letta

A fare un passo indietro sulla tassa di successione Enrico Letta proprio non pensa. Il segretario del Pd difende con forza la sua proposta, perché «stiamo prendendo a calci nel sedere i nostri giovani che sono il futuro dell’Italia». Travolto dalle polemiche e dagli attacchi della destra, il segretario del Pd rilancia. Spiega di averne parlato con Draghi e si augura che la «sua» tassa possa entrare in quella «riforma fiscale più complessiva» che il premier ha in mente. La maggioranza è scossa dallo scontro sulle regole per gli appalti, ma Draghi non potrà fare la sintesi sul decreto Semplificazioni in cabina di regia prima di mercoledì. La tensione è alta, i partiti litigano sulle norme per velocizzare i cantieri. Lette le prime bozze del decreto Semplificazioni Leu e parte del Pd chiedono di non togliere i limiti ai subappalti, Salvini spinge per «cancellare il codice degli appalti» e Forza Ita lia vuole liberalizzare al massimo. In questo clima il segretario si accomoda nel salotto di Fabio Fazio a Che tempo che fa. Perché l’azzardo di una nuova tassa, che Draghi ha subito stoppato? «Per il motivo per cui sono tornato in politica — risponde Letta —. L’Italia deve tornare a essere un Paese per giovani, che in questo anno di Covid si sono sacrificati per la parte più fragile della popolazione».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: Grandi promesse e il giallo dei ritardi Svanisce il sogno del vaccino italiano
Tema: Vaccinazioni

L’8 gennaio scorso la presidente di ReiThera, l’azienda di Castel Romano che lavora a un vaccino contro Covid-19, si mostrava ottimista quanto alle prospettive dei prossimi mesi. Da ricercatrice quale è, formatasi con un post-dottorato all’Istituto di biologia molecolare e cellulare di Strasburgo, Antonella Folgori del resto non guardava al progetto da un punto di vista finanziario: stava semplicemente descrivendo le prospettive della sperimentazione e della produzione. Dichiara in quel momento Folgori: «Contiamo di ottenere i dati necessari per l’eventuale approvazione in estate e poi, se la produzione su larga scala avverrà come previsto, di iniziare a vaccinare i soggetti più esposti nel secondo semestre del 2021». Dunque fra pochi mesi al massimo, almeno in teoria. Folgori in quel momento parla di «milioni di dosi». […]Nel frattempo lo Spallanzani si è ritirato dal progetto di ReiThera, senza spiegare perché. Ma quella «fiche» (da 81 milioni di euro, di cui 41 a fondo perduto ad opera di Invitalia) almeno per ora il governo non può calarla perché la Corte dei Conti ha bloccato tutto. I magistrati contabili non entrano nel merito scientifico, ma hanno trovato diverse falle nella struttura finanziaria del progetto. La più evidente: Invitalia per conto del governo non può sussidiare l’azienda perché il denaro pubblico può sì sostenere le operazioni finalizzate al vaccino di ReiThera ma — dice la Corte dei Conti — non «le finalità generali di rafforzare la consistenza patrimoniale dell’impresa». In altri termini, ReiThera non ha diritto di usare i sussidi destinati al vaccino per comprarsi un immobile da quattro milioni di euro a Castel Romano, come aveva previsto. Vale allora la pena di porsi qualche domanda, su questo progetto annunciato con grande enfasi da vari addetti ai lavori.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Savelli Fabio 
Titolo: Vaccini ai 60enni Oltre un milione non ha prenotato l’appuntamento
Tema: Vaccinazioni

Una forchetta che oscilla tra il 25 e il 20% in quasi tutte le regioni, con punte del 30% nel Lazio e del 46% in Sicilia. Un numero assoluto che supera abbondantemente il milione di italiani nella fascia tra i 60 e i 69 anni. A quasi 40 giorni dall’apertura delle adesioni alla campagna per questa decade c’è una platea di connazionali non vaccinati, che non risultano nemmeno prenotati sulle varie piattaforme regionali. Diffidenza, attesa per un’ipotetica immunità di gregge, la speranza di vedersi somministrare un vaccino ritenuto più affidabile o l’appartenenza alla categoria dei fragili che li fa rientrare in un’altra banca dati. E’ un numero che varia di ora in ora. Non contempla chi ha rinunciato ad inocularsi ad AstraZeneca preferendo rimandare la puntura. Nessun archivio li prende in esame eppure, raccontano fonti delle Regioni, la facoltà di scegliersi il vaccino, (come ha fatto il Lazio) ha finito per ritardare la campagna in questa decade per la qua le Vaxzevria era suggerito in via preferenziale. La platea Istat identifica in questa fascia 7.441.208 italiani. Di questi, al 22 maggio, il 63% ha ricevuto almeno una dose: 4.685.410. Resta non coperto, al momento, il restante 37% che significa circa 2,75 milioni di over 60.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Ghisleri Alessandra 
Titolo: L’analisi – FdI seconda forza scavalcato il Pd – Riaperture, vaccini e riforme il metodo Draghi convince gli italiani
Tema: Il metodo Draghi

Pensando alle prossime settimane e all’inizio dell’estate oggi il 54,2% degli italiani sente forte il desiderio della ripresa delle attività, mentre il 34,4% le teme per il possibile riacuirsi del contagio. Oggi il nostro governo è in definizione dei futuri piani di aperture per le diverse imprese ed esercizi che sono stati chiusi o aperti a singhiozzo con restrizioni a causa della pandemia. Il Paese si trova di fronte ad una serie di opportunità da affrontare con coraggio, consapevolezza e determinazione. In questi 15 mesi i cittadini hanno avuto modo di sperimentare in maniera più sensibile le parti più vulnerabili della loro vita. Così la decisione di riaprire tutte le attività commerciali che sono state limitate o chiuse a causa del Covid trova il 68,9% dei consensi con il 48,5% dei cittadini che condivide una pianificazione graduale e un 20,4% che insiste con il richiamo di aperture rapide e totali per tutti. I giochi sono aperti e i diversi partiti politici non perdono occasione per assumersi o disconoscere la paternità di quelle iniziative che trovano maggiore o minore consenso tra le file del proprio elettorato generando continui scontri dialettici anche oltre i confini dei temi già presenti nell’agenda di governo. Lo scenario politico appare in ebollizione apparente
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Testata:  Giornale 
Autore:  Cottone Sabrina 
Titolo: Salvini e Meloni insieme dopo la tempesta: testati i candidati civici
Tema: Salvini e Meloni

C’è persino chi ha proposto di candidare Matteo Salvini a sindaco di Milano e non è una boutade, anche se la risposta è stata di far correre Giorgia Meloni per Roma. E probabile che non accadrà nessuna delle due cose, ma basta questo a far capire quale sia la posta in gioco nel centrodestra con le amministrative, un rilancio dell’unità o un consolidamento delle spaccature degli ultimi mesi. Il barometro che precede il vertice di oggi tra il segretario della Lega, la presidente di Fratelli d’Italia e il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, segna un sereno variabile. «Sarà importante ricominciare tutti insieme, ma non credo si concluderà adesso» prevede l’azzurro Tajani. Dopo gli scontri violenti sul Copasir, con Fratelli d’Italia che da partito d’opposizione ne chiede la presidenza, e la Lega decisa a ottenere garanzie, il clima sembra meno teso. Salvini parla di ritrovarsi uniti, annuncia che porterà « dieci nomi di candidati» all’incontro. Insomma, non sembrano le premesse per uno scontro ma neanche per una soluzione definitiva.
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Economia e finanza

Testata:  Repubblica 
Autore:  Conte Valentina 
Titolo: Confindustria attacca sui licenziamenti ma Orlando non ci sta
Tema: Nodo licenziamenti: in campo Confindustria

ll ritorno ai licenziamenti sarà in tre tappe. Una in più di quanto già si sapeva, quella di agosto, aggiunta a sorpresa dal decreto Sostegni bis, approvato giovedì in Consiglio dei ministri. Si procede quindi a scaglioni: primo luglio per le grandi imprese, 29 agosto per le grandi imprese che tra la fine di maggio e il 30 giugno usano la Cig Covid, primo novembre per le piccole. Ma la decisione scatena le parti sociali, tenute all’oscuro di quello che definiscono un “blitz” del ministro del Lavoro Andrea Orlando (Pd). Ai sindacati non basta: chiedono la proroga per tutte le imprese fino al 31 ottobre. Confindustria invece lamenta una violazione dei patti, un cambio delle regole in corsa, mentre le aziende hanno già pianificato le ristrutturazioni. «Un colpo basso, un errore, si prolunga l’incertezza» scrivono diverse associazioni territoriali. Al titolo del Sole24Ore di ieri – “L’inganno di Orlando sui licenziamenti” – il ministero risponde che il Cdm di giovedì ha «approvato all’unanimità il decreto, discusso il giorno prima in pre-Consiglio». D’accordo anche la Lega dunque, nonostante le dichiarazioni della sottosegretaria al Lavoro Tiziana Nisini: «La norma così com’è non è condivisibile». Invece resta, ma un testo definitivo per ora non c’è.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Barbera Alessandro – Monticelli Luca 
Titolo: Il retroscena – Lite sui licenziamenti Draghi rifà la norma – Orlando fa litigare il governo e Draghi riscrive la norma
Tema: Nodo licenziamenti: in campo Confindustria

Nel testo definitivo del decreto Sostegni-bis non ci sarà la norma presentata dal ministro del Lavoro Andrea Orlando che prorogava il blocco dei licenziamenti nella grande industria al 28 agosto. Già questa mattina la maggioranza discuterà una soluzione ponte al blocco straordinario in scadenza il 30 giugno: le grandi aziende che dal primo luglio eviteranno la misura estrema potranno continuare ad usufruire della cassa integrazione gratuita fino alla fine dell’anno. Dal primo gennaio torneranno in vigore le regole ordinarie, che impongono agli imprenditori di pagare fra il 9 e il 15 per cento del contributo. Per le piccole e medie imprese resta invece confermato il blocco fino al 31 ottobre. Il compromesso è frutto delle molte telefonate — ieri — fra Mario Draghi e i suoi collaboratori dopo la durissima reazione di Confindustria alla soluzione prospettata da Orlando a valle dell’ultimo consiglio dei ministri che ha approvato il decreto. Co sa sia accaduto in quelle ore non è ancora del tutto chiaro. Secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi, l’ipotesi Orlando non sarebbe mai stata discussa, né dal consiglio dei ministri, né tantomeno durante il preconsiglio: «Dal dicastero ci sono state prospettate modifiche minori di carattere tecnico». Solo in un secondo momento, e solo dalla bozza trasmessa alle parti sociali, sarebbe emersa una norma giudicata inaccettabile dalle imprese.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Melis Valentina – Uccello Serena 
Titolo: Sempre più sconti pro lavoro: troppe clausole e poco appeal – Il bonus rioccupazione al test di convenienza frenato da troppi limiti
Tema: Lavoro

Le imprese possono risparmiare dal 16,3% del costo del lavoro mensile per assumere un commesso al 21,7% di quello per assumere un cameriere, con il contratto di rioccupazione previsto dal Dl Sostegni-bis, approvato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri. È quanto emerge dalle elaborazioni del Sole 24 Ore del Lunedì, che ha messo a confronto il valore del nuovo incentivo con gli altri principali bonus per le assunzioni, in relazione a quattro profili professionali. Il primo limite dello sconto è che dura solo sel mesi. Formalmente, infatti, è uno sgravio contributivo da 500 euro mensili, per il primo semestre di impiego, per i datori che assumono lavoratori disoccupati entro il 31 ottobre. Dal settimo mese in poi sono percorribili tre strade: • recedere dal contratto; • continuare il rapporto coni costi ordinari; • accedere agli altri incentivi contributivi (ad esempio per giovani under 36 o donne svantaggiate), ma solo se il lavora tore assunto rientra nella platea – ben definita – fissata per gli altri bonus. La ratio del contratto di rioccupazione è quella di favorire, oltre al reimpiego dei disoccupati, anche il passaggio a settori diversi: come si legge nella bozza del decreto, è essenziale definire «un progetto individuale di inserimento», per garantire «l’adeguamento delle competenze professionali del lavoratore al nuovo contesto lavorativo».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Dell’Oste Cristiano – Parente Giovanni 
Titolo: Crisi e riapertur Un anno di ristori: chi vince e chi perde con i nuovi aiuti – Chi vince e chi perde dopo gli ultimi sostegni
Tema: Ristori

Con la nuova tornata di sostegni varati dal Governo, gli aiuti versati alle imprese arriveranno a coprire dal 5 al 20%del fatturato perso nel 2020. ll dato – per quanto indicativo – emerge da una serie simulazioni su alcuni casi reali. Un bar in zona rossa che nel 2019 aveva fatturato poco meno di 282mila euro e che l’anno scorso si è fermato a 180mila, finora ha ricevuto contributi a fondo perduto per 16.178 euro (contando gli aiuti del Dl Rilancio 2020, i ristori autunnali e il contributo del primo Dl Sostegni). Con il decreto Sostegni-bis approvaato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri, si vedrà accreditare automaticamente dalle Entrate altri 4.231 euro. Senza bisogno di fare a causa della pandemia. La differenza domanda e replicando la stessa scelta già fatta in precedenza: i pochissimi, cioè, che avevano chiesto di usare l’aiuto sotto forma di credito d’imposta, riceveranno con questa formula anche la il “bis”. ll total e dei due sostegni arriverà così a 20.409 euro, che valgono il 20,1% del fatturato perso nel 2020 rispetto al 2019. Altre imprese, invece, si fermano a percentuali più basse.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Puledda Vittoria 
Titolo: Alitalia-Ita al decollo Prevista in settimana l’intesa con Bruxelles
Tema: Alitalia-Ita

La nuova Alitalia potrebbe vedere presto la luce, forse già in settimana. Secondo fonti vicine al dossier l’intesa con Bruxelles è molto prossima e vede Ita (Italia trasporto aereo) prendere le attività di volo della compagnia in amministrazione straordinaria. Sarà un’Alitalia più snella, con 4.500-5.000 dipendenti e 55-60 aerei. Molti gli esuberi, circa 5.800, rispetto a quanti seguiranno il ramo volo, da gestire in larga misura con i prepensionamenti. Molto dipenderà dal futuro delle attività di manutenzione e di handling l’intesa su cui si sta trattando con Bruxelles prevede che la prima sia venduta ad AtiTech, mentre per l’handling si andrà a una gara. In realtà, su questi aspetti si sta ancora affinando l’accordo, soprattutto sulla presenza o meno di Ita nelle due società e con quali quote. Un’ipotesi potrebbe essere che nell’handling Ita mantenga la maggioranza.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Molinari Maurizio 
Titolo: Italian Tech per capire il nostro futuro – It, per capire il futuro
Tema: Tecnologia

Con il debutto digitale di It i lettori di Repubblica e del Gruppo Gedi hanno a disposizione da oggi una finestra su ciò che cambia più rapidamente attorno a noi. La tecnologia è la chiave per comprendere l’innovazione che accelera su più fronti: dai sentieri della conoscenza alle trasformazioni del lavoro, dalle sorprese della scienza alle interazioni fra esseri umani e robot. Per seguire tanti e tali cambiamenti abbiamo bisogno di conoscere volti, storie e retroscena protagonisti di un vortice di novità che cambia le nostre vite. Senza interruzione. Da qui la scelta del Gruppo editoriale Gedi, il primo del nostro Paese, di creare un content hub digitale che consentirà a lettrici e lettori di essere informati in tempo reale sulle evoluzioni della tecnologia sfruttando contenuti scritti, video e audio su ogni piattaforma. Perché il formato multimediale è quello che più si adatta a descrivere i costanti cambiamenti che ci circondano e avvolgono. It uscirà periodicamente anche in carta, pubblicando i contenuti di maggiore qualità destinati ai lettori più affezionati.
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Testata:  Domani 
Autore:  Crespellani Teresa – Guidoboni Emanuela 
Titolo: Non è con questo Pnrr che l’Italia potrà proteggersi dai terremoti
Tema: Pnrr

E’ vero che il Piano nazionale di ripresa e resilienza, quadro di sintesi di indirizzi e proposte per il rinnovamento del paese, non può entrare minuziosamente nel merito delle singole questioni, perché il suo valore non dipende tanto dalle soluzioni prospettate, quanto dal nuovo modello di società che propone e dai modi individuati per realizzarlo. È vero anche che con il Pnrr, che complessivamente apprezziamo, si vuole trasformare un disegno ad alta componente ideale in un processo di decisioni capaci di modificare individui e società. Tuttavia, guardando ai modi individuati per realizzare gli ambiziosi obiettivi, il documento non appare sempre coerente con i principi enunciati, in particolare riguardo al rapporto fra caratteri ambientali naturali e sicurezza abitativa e più precisamente riguardo a un carattere ambientale stabile, quale è la sismicità In tale senso riteniamo che la filosofia che emerge dal Pnrr per la difesa d ai terremoti lasci ampi spazi a domande e a una riflessione critica. Il tema è decisivo per la sicurezza e la qualità della vita di intere popolazioni esposte a forti terremoti ricorrenti, che scuotendo un’edilizia molto vulnerabile diventano gravi disastri sismici.
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Testata:  Giorno – Carlino – Nazione Economia&Lavoro 
Autore:  Cisnetto Enrico 
Titolo: Investimenti privati e Pnrr, la strada della ripresa passa da qui
Tema: Pnrr

Luci, non senza ombre. E una chiara indicazione che interpella gli imprenditori. È ambivalente il quadro che emerge dalle ultime previsioni sull’economia italiana. Il report più consolante è quello di Intesa e Prometeia, che indica per la nostra industria la capacità di recuperare, con un balzo del 12,1% a prezzi correnti e dell’8,4% al netto dell’inflazione, il fatturato pre Covid: +100 miliardi nel 2021 contro i -88 dell’anno scorso. E se tutto andrà come si pensa e spera, nel 2022 la nostra manifattura varcherà la fatidica soglia dei mille miliardi di ricavi complessivi. La seconda buona notizia viene dalle stime di primavera della Commissione Ue: nell’uscire dalla recessione – cosa scontata – dovremmo riuscire ad avere una velocità di reazione perfettamente in media con quella europea e per quest’anno perfino migliore di quella tedesca, tant’è vero che si è evocato il 4-3 di Italia-Germania fa visto che il Pil it aliano dovrebbe segnare un +4,2% e quello tedesco un +3,5%[…]Si dirà: ma il Recovery è II apposta a farci recuperare il terreno perduto. Vero. Ma non basta. Perché l’incidenza sui pil degli investimenti generati dal Pnrr è limitata. Lo stesso governo italiano stima che l’incidenza a fine piano, cioè nei 2026, sarà di appena tre punti percentuali e mezzo aggiuntivi rispetto a quanto succederebbe all’economia se il Recovery non esistesse. E questo nonostante che siamo sia l’unico dei paesi europei rilevanti ad utilizzare non solo i sussidi, come tutti, ma anche i prestiti (122 miliardi sui circa 200 complessivi), che per quanto poco onerosi andranno comunque ad accrescere il già gigantesco stock di debito pubblico.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Grossman David 
Titolo: L’intervento – La strada del vivere insieme
Tema: Ancora guerra tra Israele e Palestina

Permettetemi di dedicare le mie parole ai bambini che vivono in Israele nelle zone in prossimità di Gaza e ai bambini di Gaza e a tutti i bambini che hanno vissuto sulla pelle e nell’anima l’ultima guerra. La smania di ognuna delle parti in guerra di «incidere nelle coscienze» la sua vittoria ha creato migliaia di piccole sconfitte. Un’intera generazione di bambini, a Gaza e a Ashkelon, presumibilmente crescerà e vivrà con il trauma dei missili, dei bombardamenti e delle sirene. A voi bambini, sulle cui coscienze questo conflitto ha inciso davvero, io sento il bisogno di chiedere scusa, perché non siamo stati capaci di creare per voi la realtà migliore e più Combustibile Gli istinti più bassi che hanno fatto capolino nella realtà israeliana saranno il combustibile della prossima campagna elettorale sana a cui ogni bambino di questo mondo ha diritto. L’ultima guerra ha dimostrato una volta di più fino a che pun to le due parti, Israele e Hamas, sono bloccate, prigioniere del letale circolo vizioso da loro stesse creato.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Nigro Vincenzo 
Titolo: A Gaza con l’Onu: “Vano ricostruire se non c’è accordo Israele-Hamas”
Tema: Ancora guerra tra Israele e Palestina

L’Onu vuole ricostruire Gaza. Ma vuole anche che il gioco cambi, che riparta un negoziato politico fra Israele e i palestinesi. «Non dobbiamo soltanto ricostruire Gaza per l’ennesima volta. Altrimenti sarebbe ancora una follia: Gaza viene bombardata, poi si ricostruisce, viene bombardata ancora, e poi si ricostruisce ancora…». Philippe Lazzarini è da un anno capo dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i palestinesi. Da tre giorni il diplomatico svizzero è rientrato a Gaza per capire lo stato della Striscia dopo la guerra degli 11 giorni. E soprattutto quali sono le necessità delle città e della popolazione. Ha terminato una conferenza stampa, ora parla con Repubblica al centro della base Onu, sotto un grande tendone azzurro, il colore delle Nazioni Unite. «Gaza è stata riportata indietro ancora una volta di anni. È un altro episodio insensato di violenza estrema, che ha ucciso civili, distrutto infrastrutture». E poi ripete l a parte politicamente più dura del suo messaggio: «Senza affrontare le cause profonde del conflitto, l’occupazione, i profughi, di cui abbiamo avuto un forte segnale a Gerusalemme Est e Sheikh Jarrah, senza discutere il blocco di Gaza e il continuo ciclo di violenza, questa tregua sarà solo un’illusione fino alla prossima guerra». A Gaza la popolazione è ancora inebriata dalla fine della guerra.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Dassù Marta 
Titolo: Biden sulla tregua si è mosso sottotraccia Europa divisa e assente
Tema: Ancora guerra tra Israele e Palestina

L’ultimo conflitto israelo-palestinese dà cinque indicazioni sul futuro. Più una postilla, alquanto sconfortante, sull’impotenza europea. Prima lezione: lo scontro fra comunità ebree e palestinesi sta contagiando Israele. Non è più solo uno scontro esterno ma interno a Israele stessa. Questo cambia la natura del conflitto: si sta tornando agli attacchi diretti fra comunità ebree ed arabe precedenti alla formazione dello Stato di Israele. E si è passati nell’arco di dieci giorni dalla eventualità di un governo di coalizione israeliano che includesse perla prima volta un partito arabo, a incidenti violenti di natura etnica e religiosa che hanno coinvolto, dopo Gerusalemme Est, le cosiddette “città miste” e la periferia di Tel Aviv. Il rischio è una guerra civile, più o meno strisciante.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Castelletti Rosalba 
Titolo: Mig di Lukashenko dirotta volo Ryanair Arrestato dissidente
Tema: Lukashenko dirotta un aereo per arrestare un reporter

Non si è più sicuri neppure nei cieli di Minsk. “L’ultimo dittatore d’Europa” Aleksandr Lukashenko ha ordinato a un caccia MiG-29 e a un elicottero Mi-24 di intercettare un aereo di linea che volava da Atene a Vilnius, un Boeing 737-800 della compagnia irlandese Ryanair, per costringerlo a un atterraggio di emergenza nell’aeroporto della capitale bielorussa pur di arrestare un attivista dell’opposizione (e della fidanzata), Roman Protasevich , che si trovava a bordo. Di fronte al dirottamento di un volo operato da una compagnia aerea europea tra due capitali europee, i presidenti del Parlamento, della Commissione, del Consiglio Ue e l’Alto rappresentante per la politica estera si sono uniti alle cancellerie dei 27 in un coro di condanna e chiedendo la liberazione del blogger. Un «atto di terrorismo di Stato», lo ha definito il premier polacco Mateusz Morawiecki. Il presidente lituano Gitanas Nauseda ha chiesto «agli alleati Nato e Ue di reagire immedia tamente alla minaccia posta all’aviazione civile internazionale dal regime bielorusso» e di discutere nuove sanzioni al vertice Ue di oggi e domani. «Assolutamente inaccettabile», hanno commentato Ursula von der Leyen e Josep Borrell, mentre David Sassoli ha chiesto «spiegazioni immediate» e Charles Michel ha sollecitato un’inchiesta dell’agenzia Onu Icao, l’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Agliastro Giuseppe 
Titolo: Lukashenko dirotta un aereo per arrestare dissidente – Aereo dirottato a Minsk Lukashenko fa arrestare il reporter dissidente
Tema: Lukashenko dirotta un aereo per arrestare un reporter

Un aereo della Ryanair è stato costretto a cambiare rotta e ad atterrare a Minsk in quella che molti interpretano come una chiara operazione del regime bielorusso per far finire in manette il giornalista e attivista Roman Protasevich: uno dei più tenaci oppositori dell’«ultimo dittatore d’Europa» Alexandr Lukashenko, che avrebbe persino fatto decollare un jet militare per scortare fino alla capitale bielorussa l’aereo di linea. La vicenda è stata fermamente condannata da Bruxelles e potrebbe far deteriorare ulteriormente i rapporti già tesi tra la Bielorussia e la Ue, dove alcuni leader ventilano la possibilità di nuove sanzioni contro il regime di Lukashenko. Della vicenda si discuterà già al vertice del Consiglio Ue di oggi, ha annunciato il presidente del Consiglio Ue Charles Michel. Le autorità bielorusse dicono di aver agito in seguito a un misterioso allarme bomba, ma per l’opposizione si tratta dell’ennesimo a tto di repressione del contestato regime di Minsk: uno stratagemma del Kgb bielorusso per arrestare il giovane ex direttore di Nexta, un canale di informazione su Telegram che si rivelato una stella polare per i dissidenti durante le proteste anti-Lukashenko scoppiate l’anno scorso.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mauro Ezio 
Titolo: Il dovere di vaccinare tutto il mondo
Tema: Vaccinazioni e globalità

Dovevamo capire che nell’era della mondializzazione anche il Male— che è il riflesso dell’opera umana —avrebbe agito su scala globale, adottando le nostre stesse misure, inseguendoci nella superficie e nei volumi su cui estendevamo via via la nostra potestà, ricalcolando la proporzione tra gli spazi di offesa e difesa. In ritardo oggi prendiamo atto che prima di noi, delle nostre faticose proiezioni istituzionali, delle nostre organizzazioni internazionali, il virus ha già unificato il mondo nella paura, cortocircuitando la storia e la geografia con il contagio, e sottoponendolo alla stessa minaccia di morte. È saltata l’ultima illusione modernista, che ci spingeva a guardare alle pandemie come a morbi relegati nell’antichità e nella povertà, e di conseguenza ci faceva sentire protetti dallo scudo del progresso, della scienza, della medicina, appannaggio del Primo Mondo in cui viviamo. Un sistema che sembrava inattaccabile come un a fortezza: noi produciamo il benessere che consumiamo, e il ricavato di questo benessere ci tutela e ci garantisce. Fino a un anno fa. Penetrando in questo equilibrio, infatti, il Covid ha azzerato le nostre pretese di invulnerabilità e ha annullato la falsa equivalenza tra privilegio e immunità.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: L’intelligence Usa: tre ricercatori del laboratorio cinese di Wuhan si ammalarono già nel novembre 2019
Tema: Covid-19

Tre virologi cinesi del laboratorio di Wuhan, la città-innesco della pandemia, si erano già ammalati nel novembre 2019, cioè mesi prima che il mondo facesse conoscenza con il coronavirus. E’ la rivelazione clamorosa contenuta in un rapporto dell’intelligence americana, di cui dà notizia il «Wall Street Journal». I sintomi, precisa la relazione finora tenuta «top secret», sarebbero «compatibili sia con il Covid-19 sia con l’influenza stagionale». Ma è chiaro che queste indiscrezioni contribuiranno ad alimentare i sospetti sull’origine della malattia. Nell’ultimo anno la comunità scientifica mondiale non ha raggiunto un largo consenso sul tema. Una parte degli specialisti pensa che l’infezione sia stata trasmessa dai pipistrelli agli uomini; altri, invece, non escludono che possa essere successo qualcosa di strano nei laboratori di Wuhan. Secondo le fonti raccolte dal quotidiano americano, «le informazi oni in mano ai servizi segreti provengono da varie testimonianze e sono di comprovata qualità. Notizie molto precise, anche se non si sa ancora quale sia stata la causa della malattia che ha colpito i tre ricercatori cinesi». Naturalmente è un particolare cruciale.
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Testata:  Stampa 
Autore:  STE. GIA. 
Titolo: Alta Corte contro Orban stop alla legge sul lavoro
Tema: Ungheria

La Corte costituzionale ungherese boccia la cosiddetta “legge schiavitù” che aumenta il tetto degli straordinari a 400 ore l’anno consentendone il pagamento con un ritardo anche di tre anni. Secondo i giudici, la legge fortemente voluta dal governo Orban nel 2018 è incostituzionale. A ricorrere contro la norma erano stati i sindacati ai quali la Corte ha dato parzialmente ragione stabilendo che nessuno potrà essere licenziato se rifiuta gli straordinari e che questi devono comunque essere pagati entro l’anno. Migliaia di ungheresi scesero in piazza per protestare durante le sedute del Parlamento di Budapest. L’aumento del tetto degli straordinari si traduceva per i dipendenti, nella pratica, in una settimana lavorativa di 6 giorni e oltre 10 ore quotidiane per 5 giorni di lavoro, senza la garanzia di essere pagati per gli straordinari. La modifica legislativa attuata dal Governo Orban andava incontro alle grandi imprese, sempre più in affanno nel trovare f orza lavoro nel Paese che ha visto circa il 16% degli occupati emigrare negli ultimi anni verso la Ue in cerca di salari più alti. Per i sindacati si trattava di «una legge schiavista», dal momento che anche se gli straordinari restavano su base volontaria, di fatto i lavoratori non potevano rifiutarsi di farli, pena la minaccia del licenziamento. La sentenza della Corte obbliga il governo ad abrogare i punti controversi entro luglio.
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