Menu

SINTESI IN PRIMO PIANO – 24 giugno 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Draghi sul Ddl Zan: Parlamento libero
– Virus: paura per la diffusione della variante Delta
– L’Ilva non chiude: si lavora per l’acciaio “green”
– M5S: scontro tra Grillo e Conte
– Ritrovato il bambino disperso da due giorni in Toscana
– Tensioni sul Mar Nero tra Mosca e Londra

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Politica 2.0 – Draghi al Colle, i passi su debito e migranti al vertice Ue
Tema: Draghi al Colle

L’appuntamento è quello rituale, il pranzo prima di un Consiglio Ue, ma gli argomenti di cui si è discusso sono usciti da quella che era la routine dell’Europa di una volta. L’incontro di ieri è stata anche la prima occasione in cui Draghi ha discusso, di persona, con Mattarella del G7 e dei bilaterali che ne sono seguiti fino ai colloqui con la Merkel. E il premier ha raccontato della piega che hanno preso quelle discussioni, a partire dal patto di stabilità che per ora è sospeso ma che – secondo il suo punto di vista espresso ai leader europei – non dovrà essere ridiscusso prima che ci sia stata una solida ripresa. E questo vuol dire che di debito non si dovrà parlare almeno fino alla metà del 2023, dopo che la crescita si sarà stabilizzata, che poi è la scommessa del Pnrr italiano. Un punto colto da quasi tutti i Paesi visto che i debiti sono cresciuti un po’ ovunque, pure in Germania e Francia. Per Mattarella è una direzione di marcia sensata che consente ai cittadini europei, innanzitutto, di sentirsi rassicurati rispetto al lavoro e al reddito. E sull’immigrazione, su cui il capo dello Stato ha spesso puntato l’indice contro un’Europa che lasciava sola l’Italia, Draghi ha raccontato di qualche passo in avanti. L’approdo di cui si discute adesso avrebbe l’accordo di tutti i Paesi, inclusi quelli di Visegrad, e consiste nell’adottare una strategia come quella messa in campo in Turchia.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: «Il nostro è uno Stato laico» – «Ddl Zan, Parlamento libero Io non entro nel merito»
Tema: Draghi sul Ddl Zan: Parlamento libero

Mario Draghi ci ha riflettuto 24 ore, si è consultato con i giuristi del governo, alla fine come promesso ha fissato la posizione dell’esecutivo rispondendo in Senato, durante il dibattito sul Consiglio europeo di oggi e domani, e rimarcando almeno due principi. Il primo: «Questo è il momento del Parlamento e non del governo». Una precisazione che non solo difende le prerogative delle assemblee parlamentari, ma che insiste sul metodo e sui tempi del possibile confronto con il Vaticano. E’ come se Draghi dicesse: in ogni caso in questo momento non spetta a me, all’organo che rappresento, avere un ruolo nel corso di un iter legislativo aperto. In sintesi, un concetto basilare di una Repubblica parlamentare. Secondo, ed è la parte politicamente più forte delle parole del presidente del Consiglio (anche se lui le definisce «considerazioni ovvie») c’è comunque la sottolineatura della natura laica del nostro Stato: «Non voglio entrare nel merito della questione. Quello che però voglio dire — specialmente rispetto agli ultimi sviluppi — è che il nostro è uno Stato laico, non è uno Stato confessionale. Quindi il Parlamento è certamente libero di discutere e di legiferare».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  gio.vi. 
Titolo: “L’Italia è uno Stato laico” – Ddl Zan, Draghi replica al Vaticano “Italia laica, Parlamento libero”
Tema: Draghi sul Ddl Zan: Parlamento libero

Aspetta il dibattito a palazzo Madama, Mario Draghi, per rispondere alla Nota verbale con cui la Segreteria di Stato vaticana ha messo in mora l’Italia sul ddl Zan, chiedendone una rimodulazione. «Il nostro è uno Stato laico, non è uno Stato confessionale. Quindi il Parlamento è certamente libero di discutere e di legiferare», scandisce il premier in replica all’auspicio di tutelare la centralità delle Camere formulato dal senatore dem Alessandro Alfieri. Parole nette, impossibili da fraintendere. «Il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie per assicurare che le leggi rispettino sempre i principi costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui il Concordato», spiega il presidente del Consiglio, ribadendo un altro punto-chiave: la Santa Sede non deve avere alcun timore, non c’è alcuna possibilità che si approvino norme in contrasto con i patti siglati a suo tempo. «Vi sono i controlli di costituzionalità preventivi nelle competenti commissioni parlamentari», elenca infatti Draghi, «e poi ci sono i controlli successivi nella Corte Costituzionale». Ammette di dire «cose ovvie», l’ex capo della Bce, quasi stupito che qualcuno possa aver mai avuto dubbi in proposito. E, per evitare equivoci, cita alla lettera una sentenza emessa dalla Consulta nel 1989: «La laicità non è indifferenza dello Stato rispetto al fenomeno religioso, la laicità è tutela del pluralismo e delle diversità culturali». Chiaro il messaggio: la nostra è una Repubblica democratica in cui tutte le idee e gli orientamenti hanno diritto di cittadinanza.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Giornale 
Autore:  Sorbi Maria 
Titolo: «Ad agosto causerà il 90% dei contagi» L’ombra della variante sulle riaperture – Ora la variante Delta conquista l’Europa: sarà il 9O/ dei contagi entro la fine di agosto «Correre con i vaccini»
Tema: Virus: paura per la diffusione della variante Delta

Più passano i giorni, più i toni delle istituzioni sono quelli di chi frena. Anche se le decisioni sul liberi tutti e sullo stop alle mascherine sono fresche di ore, l’invito alla cautela è sempre più ricalcato. Mentre 5 milioni di italiani hanno già scaricato il modulo per richiedere il green pass e sono pronti a tornare alla (nuova) normalità, la variante delta inizia a prendere forma nei numeri: il Centro europeo per la prevenzione e controllo delle malattie prevede che la versione indiana del virus provocherà il 70% delle nuove infezioni in Europa entro l’inizio di agosto e il 90% entro fine agosto. E se finora ci siamo abituati a sentire che aumenteranno i contagi asintomatici ma non i casi gravi, dobbiamo anche tener conto dell’allarme degli esperti Ue: «La nuova variante virale può essere associata a un rischio maggiore di ospedalizzazione». Parole che spaventano e che iniziano a far serpeggiare la paura di una nuova ondata. A complicare le cose è anche la forma delta plus (più potente della delta) rilevata sia in India sia in Gran Bretagna. Il timore che il nuovo virus metta il bastone tra le ruote alla campagna vaccinale arriva anche dal caso di Israele che, nonostante i dati ottimi sulla campagna di prevenzione, ha dovuto rinviare l’ingresso ai turisti vaccinati, inizialmente fissato per il primo di luglio. Il premier Mario Draghi si rende perfettamente conto di cosa ci sia in gioco.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele 
Titolo: Grillo sfida Conte Convoca a Roma gli eletti M5S – Il blitz di Grillo dagli eletti 5 Stelle Scontro con Conte sui poteri
Tema: M5S: scontro tra Grillo e Conte

Un guanto di sfida, un modo per rilanciare in una trattativa — quella per le norme del nuovo statuto — che si fa più serrata, con toni sempre più duri: Beppe Grillo sbarca oggi a Roma per incontrare in due distinte sedi i gruppi parlamentari dei Cinque Stelle, una prova di forza per tastare il terreno tra deputati e senatori e vedere chi lo appoggerà. Grillo esporrà agli eletti tutti i suoi dubbi sul nuovo progetto: Conte non è stato invitato dal garante agli incontri e la sua partecipazione è incerta. L’ex premier — incrociato dai cronisti nel giorno in cui non a caso ha esposto ai senatori e al direttivo della Camera le sue idee prima della trasferta di Grillo — ha smentito i contrasti e le voci relative al progetto di un suo partito personale. «Se Beppe sarà a Roma domani ci vedremo senz’altro», anzi ha ribadito. Ma la partita è complicata e il Movimento è spaccatissimo.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Casadio Giovanna 
Titolo: Conte: “Vado avanti” Ma oggi Grillo lo sfida nei gruppi M5S
Tema: M5S: scontro tra Grillo e Conte

Conte tranquillizza i grillini al Senato: «Non c’è nessun dramma, nessuna rottura in vista, troveremo una sintesi con Beppe Grillo sullo Statuto». Ai senatori che incontra in assetto anti Covid, ovvero una quindicina per volta, l’ex premier e futuro leader dei 5Stelle esclude il rischio di un crac. Stesse assicurazioni che ribadirà poi ai deputati. «L’intesa con Beppe si troverà», ripete. E ai dubbi e alle richieste di chiarimento risponde: «Sono stato chiamato da Grillo a fare il leader, quindi non può esserci un divorzio. Io e Beppe non abbiamo mai interrotto i nostri rapporti, ma voglio che ci sia piena fiducia reciproca, altrimenti mi sfilo io. Voglio che Grillo sia convinto». I 5Stelle sono quindi al giro di boa. Per il leader in pectore il Movimento va rifondato completamente e deve puntare alle competenze e allo stretto rapporto con i territori. Però i nodi sono tutt’altro che sciolti. Primo tra tutti, a chi spetta l’ultima parola nel Movimento? Al leader Conte o al Garante Grillo? Conte ha spiegato che i ruoli resteranno distinti senza però che questo comporti una frattura. Nella visione dell’ex premier ovviamente la politica e le alleanze sono appannaggio del nuovo capo, mentre il garante ha il compito di proteggere e interpretare i valori fondanti del Movimento. In fatto di alleanze, afferma, quella con Pd e Leu resta la strada.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Caro Paola 
Titolo: Meloni, missione Ue: con me i Conservatori perno del centrodestra
Tema: Centrodestra

La lunga marcia di Giorgia Meloni verso la leadership del centrodestra, mai ammessa ma visti i sondaggi ormai nei fatti, passa anche attraverso l’accreditamento in un’Europa diffidente verso il sovranismo e l’euroscetticismo. Per questo è importante quanto delicata la due giorni della leader di Fratelli d’Italia a Bruxelles, che ha visto in agenda incontri con il premier ungherese Orbán, quello polacco Morawiecki, lo sloveno Jansa, ma anche con il presidente del Parlamento europeo David Sassoli e il commissario Paolo Gentiloni. Sì perché la Meloni — mentre nel centrodestra si litiga sul partito unico che lei esclude e Salvini non affonda il colpo in Europa — ha dalla sua il vantaggio di presentarsi nella doppia veste di leader di uno dei primi partiti italiani ma anche di presidente del partito dei Conservatori e riformisti europei, che nelle sue intenzioni dovrebbe via via togliere peso e spazio a un Ppe che «è ormai a rimorchio del centrosinistra europeo, di Pse, Liberali e Verdi», come dice il capodelegazione di FdI Carlo Fidanza, che col vice presidente di Ecr Raffaele Fitto ha preparato il viaggio.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Ziniti Alessandra 
Titolo: Meno di ventimila sbarchi quest’anno il vero guaio sarebbero i respingimenti
Tema: Immigrazione

I 19.360 migranti sbarcati quest’anno rischiano di rimanere tutti in Italia. A parte i 30 che Irlanda, Lussemburgo e Liechtenstein si sono offerti di ospitare dopo uno dei weekend di fuoco a Lampedusa, di “volenterosi” pronti a condividere per l’estate un meccanismo automatico di redistribuzione non sembrano essercene. I numeri parlano da soli e raccontano che in Italia non c’è alcuna emergenza immigrazione. Di certo non più che in altri Paesi europei. Gli sbarchi sono più che triplicati rispetto allo scorso anno (19.360 a fronte dei 6.184 dello stesso periodo del 2020) ma se guardiamo al numero delle richieste di asilo viene fuori ben altro. E cioè che nel 2020 (nonostante la pandemia) il numero di immigrati che ha presentato richiesta di asilo in Germania è cinque volte di più che in Italia: 102.000 a fronte dei 21.000 in Italia dove anzi il numero delle persone che hanno scelto di rimanere è calato del 39 per cento. Ed ecco dunque che se la Germania rimandasse automaticamente indietro (come prevede il regolamento di Dublino) chi è sbarcato nei Paesi di primo approdo ed è poi riuscito a superare le frontiere, il numero delle persone che l’Italia dovrebbe riammettere sarebbe molto più ampio della quota di nuovi arrivati che potrebbero essere redistribuiti in Germania
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Riforma fiscale, aliquota al 23% sui capital gain Meno Irpef per 7 milioni – Fisco, rendite finanziarie al 23% Meno Irpef per sette milioni
Tema: Riforma fiscale

Giù l’Irpef per i sette milioni di contribuenti che popolano la terza fascia di reddito. E aliquota delle rendite finanziarie allineata alla prima aliquota Irpef, che oggi è al 23% cioè tre punti sotto a quello che il fisco attuale chiede ai capital gain. Sono due delle proposte chiave che hanno trovato spazio nella prima bozza di proposta parlamentare sulla riforma fiscale. Il testo entra ora nella fase del confronto finale fra i partiti, in vista della riunione decisiva delle commissioni Finanze di Camera e Senato che dovrebbe licenziare il 30 giugno il documento definitivo. Su quella base, secondo il calendario scritto nel Pnrr, il governo dovrà costruire la legge delega entro la fine di luglio. La bozza, 21 pagine articolate in tre grandi capitoli, fa tesoro del lungo lavoro di approfondimento avviato a gennaio con le audizioni degli esperti che hanno messo sotto esame i tanti difetti del nostro fisco. E, soprattutto, imbarca i temi sui quali i primi confronti politici hanno aperto spazi a possibili intese. Anche se non mancano i punti di frizione su cui la quadratura politica è tutta da trovare.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Messaggero 
Autore:  Cifoni Luca – Di Branco Michele 
Titolo: «Irpef, taglio per il ceto medio» Sarà ridotta l’aliquota del 38% – Irpef, taglio al ceto medio «Giù l’aliquota del 38%»
Tema: Riforma fiscale

Un taglio delle tasse per circa 7 milioni e mezzo di contribuenti. Vale a dire quell’ampia platea di italiani che navigano nella fascia di reddito compresa tra 28 mila e 55 mila euro lordi, attualmente sottoposti alla terza aliquota dell’Irpef con un prelievo nominale del 38%. È questa una delle indicazioni chiave delle commissioni Finanze di Camera e Senato che, negli ultimi mesi, hanno lavorato per costruire una ipotesi di riforma fiscale da sottoporre al governo. Il quale entro l’estate, dovrà presentare una legge delega per avviare il percorso di modifica del sistema tributario italiano, come previsto anche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il documento parlamentare redatto dai presidenti Luigi Marattin e Luciano D’Alfonso è pronto e tra i punti condivisi a larghissima maggioranza, così come anticipato dal Messaggero alcuni giorni fa, c’è lo stop all’Irap che dovrebbe confluire nell’Ires; ma si propone anche un cambiamento del meccanismo dell’Irpef, con un occhio di riguardo per il ceto medio.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Sostegni, restano in cassa 5,6 miliardi – Sostegni, avanzo di 5,6 miliardi Platea ridotta di 1,5 milioni
Tema: Sostegni

Alla fine il panorama degli aiuti a fondo perduto messi in campo per sostenere autonomi e piccole imprese nella tempesta della crisi pandemica si è popolato di 1,8 milioni di partite Iva. Tante, ma pochissime rispetto ai 3,3 milioni stimati lo scorso autunno dal ministero dell’Economia, quando la girandola dei «Ristori» ha moltiplicato gli assegni che avevano debuttato una tantum prima dell’estate. La “scomparsa” di 1,5 milioni di imprenditori dall’orizzonte degli aiuti, confermata martedì dai numeri del secondo giro degli aiuti automatici che ha prodotto bonifici per 5,2 miliardi, ha più di una spiegazione. La misura, prima di tutto, era completamente inedita, per cui non era semplice misurarne invia preventiva le dimensioni. Dai «ristori» del 2020 ai «sostegni» di quest’anno, poi, il parametro di riferimento è cambiato, per guardare all’intero 2020 e non più al solo mese di aprile. Ma più delle cause, sono le conseguenze a offrire un quadro chiaro e ricco di ricadute operative. La platea dei «sostenuti» ridotta rispetto alle previsioni della vigilia lascia campo libero a qualche paradosso. Il valore unitario degli aiuti, giudicato insufficiente dagli operatori attivi nei settori colpiti in modo più duro dalla crisi del Covid, avrebbe potuto rivelarsi più alto a parità di spesa con una previsione più puntuale dellaplateadei beneficiari.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Mf 
Autore:  Leone Luisa 
Titolo: Draghi archivia il rigore tedesco – Draghi: il Patto Ue cambierà
Tema: Patto di Stabilità

Il Patto di Stabilità europeo non sarà più quello che conoscevamo prima della pandemia. Ne è convinto il premier Mario Draghi, che ha illustrato ieri il suo punto di vista nel corso delle comunicazioni al Parlamento sul Consiglio Europeo di oggi e domani a Bruxelles. «Anche da parte di altri Paesi che avevano molto a cuore l’austerità di bilancio si prende atto del fatto che questa è un’epoca di grandi impegni di spesa. Non è il momento di immaginare un’imminente austerità», ha detto Draghi, aggiungendo che ci sarà tempo per tutto il 2022 per discutere «se ci saranno nuove regole di bilancio e quali», nel mentre bisognerà cercare di far fronte comune con Paesi che sono sulla stessa posizione dell’Italia e perciò serviranno «approfondimento analitico e diplomazia economica». Di certo la revisione del Patto appare ancora più importante alla luce del fatto che «una politica di bilancio espansiva è essenziale per preservare ritmi di crescita sostenuti, che a loro volta permetteranno di ridurre l’indebitamento. Tuttavia è importante che tutti i governi si impegnino a tornare a una politica di bilancio prudente, una volta che la crescita sarà di nuovo sostenibile».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Borrillo Michelangelo 
Titolo: L’Ilva non chiude «Ora via ai piani per l’acciaio verde» – Ex-Ilva, annullato lo stop del Tar «Ora via ai piani di transizione»
Tema: Ilva

Nessuna chiusura dell’area a caldo. Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, potrà proseguire con regolarità la sua attività produttiva. Lo ha deciso il Consiglio di Stato che ha annullato la sentenza del Tar di Lecce che — confermando un’ordinanza del febbraio 2020 del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci — aveva ordinato lo spegnimento degli impianti dell’area a caldo dell’ex Ilva di Taranto perché inquinanti. Per i giudici di appello della quarta sezione di Palazzo Spada, invece, le circostanze che hanno portato all’ordinanza del sindaco non hanno evidenziato «un pericolo ulteriore rispetto a quello ordinariamente collegato allo svolgimento dell’attività industriale». La decisione del Consiglio di Stato — dal punto di vista dell’operatività dello stabilimento — è fondamentale, ancor più del primo grado del processo «Ambiente svenduto» che pure ha disposto la confisca degli impianti dell’area a caldo per il reato di disastro ambientale (imputato alla gestione Riva). La confisca, infatti, sarà operativa ed efficace solo dopo la Cassazione, mentre una conferma dell’ordinanza da parte del Consiglio di Stato avrebbe avuto effetti entro 60 giorni. L’attesa per la decisione aveva di fatto congelato tutti i progetti. Che ora possono ripartire, nella direzione della transizione ecologica, con una nuova governance: con l’approvazione del bilancio 2020 (entro il 30 giugno) è previsto l’insediamento del nuovo cda con Franco Bernabè presidente.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Baroni Paolo 
Titolo: Il retroscena – Il governo ora accelera “Un patto col territorio l’acciaio diventa verde”
Tema: Ilva

Superato l’ennesimo scoglio giudiziario l’ex Ilva può davvero voltare pagina. «È un ostacolo in meno rispetto alla realizzazione del piano industriale e del piano del governo», dice il ministro del Lavoro Andrea Orlando. E anche il titolare dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti spinge sull’acceleratore. «Alla luce del pronunciamento del Consiglio di Stato sull’ex Ilva, che chiarisce il quadro operativo e giuridico, il governo procederà in modo spedito su un piano industriale ambientalmente compatibile e nel rispetto della salute delle persone» assicura il ministro leghista, il cui «obiettivo è rispondere alle esigenze dello sviluppo della filiera nazionale dell’acciaio accogliendo la filosofia del Pnrr recentemente approvato». «Adesso ci sono le condizioni per far ripartire al meglio l’Ilva» conferma a sua volta il sottosegretario all’Economia Claudio Durigon che ribadisce «la determinazione del Governo nel voler salvare ad ogni costo questa grande azienda del Paese. D’altronde, se l’ex Ilva chiudesse ci sarebbe un contraccolpo gravissimo sul piano occupazionale e sull’intero settore manifatturiero dell’Italia». L’ancora di salvezza sono i fondi europei.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Messaggero 
Autore:  Franzese Giusy 
Titolo: Riforma per la Cig così si supera lo stop dei licenziamenti – Svolta ammortizzatori la riforma che supera lo stop ai licenziamenti
Tema: Riforma Cig

La riforma degli ammortizzatori sociali entra nelle stanze di via Venti Settembre, sede del ministero dell’Economia. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha bisogno di capire il budget a disposizione. «È un investimento consistente, ma a mio avviso sostenibile. Non sono titolato a dare cifre finché il confronto non sarà concluso» ha spiegato ieri durante la conferenza stampa di chiusura del G20 sul lavoro a Catania, annunciando che da oggi inizierà «a sottoporre ai colleghi ministri maggiormente interessati proposta di riforma del sistema degli ammortizzatori sociali». Obiettivo: avere «un prodotto quasi finitò a fine mese, prima:settimana di luglio». Le parti sociali, sindacati e imprenditori, lamentano però di non essere state più convocate da oltre un mese. Della riforma targata Orlando per ora si sa solo che sarà universale e quindi coprirà anche le attività e i lavoratori attualmente esclusi dalla cig ordinaria.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Messaggero 
Autore:  Amoruso Roberta 
Titolo: «Crescita oltre le previsioni» E il Centro sostiene l’export
Tema: Crescita: il Centro fa da traino

«La fiducia sta tornando», ha assicurato Mario Draghi. Lo ha fatto snocciolando nell’informativa alla Camera in vista del Consiglio Ue, gli ultimi numeri «in marcato aumento» sul termometro di imprese e consumatori a maggio, ma anche il dato sulle esportazioni di aprile. Sono i segnali di una ripresa che «sarà ancora più sostenuta» di quanto previsto dalle stime Ue, per il premier, che ha ben presente quanto sia stata già forte l’accelerazione delle esportazioni italiane nel primo trimestre dell’anno. Il bello deve ancora venire, ha lasciato intendere Draghi. E questo vuol dire che la spinta già forte arrivata dal Centro del Paese – certificata dai dati Istat del primo trimestre – è solo un assaggio. Impossibile per Draghi spingersi oltre nelle previsioni. Ma i numeri parlano da soli. Il nostro export, cresciuto ad aprile del 3,4% sul mese di marzo, vale +4% nei primi quattro mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019, l’anno d’oro delle esportazioni. Vuol dire avere raccolto 6 miliardi e mezzo in più di esportazioni. Non è poco.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Olimpio Guido 
Titolo: La Royal Navy in Crimea, Mosca spara
Tema: Tensioni sul Mar Nero tra Mosca e Londra

Schermaglie pericolose da guerra fredda in Mar Nero. Con l’inevitabile battaglia di versioni. Mosca ha annunciato che la sua Marina ha sparato colpi d’avvertimento contro un cacciatorpediniere britannico Defender e successivamente un Caccia Su-24 ha sganciato quattro bombe sul percorso della nave. Mosse giustificate dalla violazione delle acque territoriali. Londra, invece, ha negato che tutto questo sia avvenuto: «Le cannonate erano delle esercitazioni che non hanno coinvolto la nostra unità». Riprendiamo allora il filo della ricostruzione russa. Ore 11.52: il Defender entra nelle acque territoriali. 12.06 e 12.08: una nave russa spara i colpi d’avviso. 12.19: il Sukhol sgancia gli ordigni. 12.23: il Defender si allontana. Interessante la testimonianza di un giornalista della Bbc che era a bordo del cacciatorpediniere. Afferma di aver visto 20 aerei russi sorvolare l’unità, ha confermato i segnali di avvertimento e sostiene di aver sentito in lontananza delle detonazioni, ma nessuna azione diretta. Aggiunge però che il mezzo della Royal Navy ha attraversato il tratto di mare di Crimea «occupato dalla Russia». Percorso confermato a Londra dal ministero della Difesa: «Stava conducendo un passaggio nelle acque territoriali ucraine in accordo con la legge internazionale».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Guerrera Antonello 
Titolo: Prove di guerra sul Mar Nero tra Londra e Mosca – Crimea, prove di guerra Londra sfida Mosca fuoco sulla Royal Navy
Tema: Tensioni sul Mar Nero tra Mosca e Londra

L’accerchiamento ieri del cacciatorpediniere britannico Hms Defender al largo della Crimea, nel Mar Nero, e i colpi sparati dai russi, non sono solo un pericoloso incidente scampato, ma la spia di quello che al Ministero della Difesa a Londra chiamano new normal. Una nuova normalità. E cioè: la Marina militare britannica che presidia, con forza, presenza e visibilità, le acque internazionali «sotto pressione di Russia e Cina», dice a Repubblica un’alta fonte del dicastero che incontriamo a Whitehall. Britannici provocatori, come ieri ha accusato Mosca? «No. Vogliamo semplicemente che la legge del mare venga rispettata: siamo liberi di salpare in acque internazionali», continua la fonte. «Bisogna porre un limite a certi Paesi e farglielo capire. Anche l’ultimo invio della portaerei Hms Elizabeth nel Pacifico fa parte della stessa strategia». Ovvero, contenere la minaccia, in quest’ultimo caso la Cina. Ieri mattina, sfiorato l’incidente, Mosca ha annunciato: «Una nave della Marina russa e un jet hanno sparato colpi di avvertimento verso il cacciatorpediniere britannico Defender, che ha violato di tre chilometri le acque territoriali russe nel Mar Nero, nei pressi di Cape Fiolent» e Sebastopoli, quartier generale della marina russa nel Mar Nero e storico epicentro di battaglie tra Mosca e la Royal Navy.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Tempo 
Autore:  Amata Andrea 
Titolo: Il commento – La svolta di Draghi sui migranti Ora l’Ue ci ascolta
Tema: Immigrazione

Il premier Mario Draghi nelle comunicazioni alla Camera, che precedono il Consiglio Ue, ha acceso i riflettori sulla gestione dei flussi migratori. L’ex banchiere centrale vuole tenere stretto il timone del governo senza sbandamenti con l’impegno di capitalizzare in termini di risultati politici l’autorevolezza riconosciutagli in ambito internazionale. Focalizzare l’attenzione sul fenomeno migratorio, affinché non sia più una criticità demandata alla sola gestione italiana, significa imporre al tavolo Ue una questione complessa, dimostrando che il prestigio internazionale che evoca la sua figura non è un’astrazione, ma una prerogativa che si sostanzia nel consesso sovranazionale. Draghi ha usato parole chiare sull’argomento che verranno riproposte durante i lavori del Consiglio europeo allo scopo di superare l’isolamento dei Paesi mediterranei, su cui impatta unilateralmente la pressione migratoria. Così si è espresso il presidente del Consiglio nella replica alla Camera: «Dormire sui problemi non li fa sparire: ora bisogna che l’accoglienza non sia limitata al contenimento, perché esistono i flussi illegali e i flussi legali. I flussi legali non basta importarli legalmente, bisogna integrarli. Se non li integriamo nella società italiana facciamo un danno a noi stessi in primis. Perché questo vuol dire la produzione di esseri potenzialmente ostili, produciamo dei nemici».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Tito Claudio 
Titolo: Migranti, un patto Parigi-Berlino-Roma sull’accoglienza – Un patto a tre sui migranti tra Germania Francia e Italia
Tema: Immigrazione

Un patto a tre. Un’intesa che faccia compiere alla questione migranti un vero salto di qualità. E che all’inizio coinvolga Italia, Germania e Francia. Sulla “questione delle questioni”, il controllo dei flussi migratori, si sta dunque aprendo un doppio canale di trattative. Il primo riguarda il tavolo del Consiglio europeo che prende il via oggi e che avrà anche questo tema, su richiesta italiana, come uno dei suoi fulcri. Poi c’è un negoziato molto più riservato e molto più ristretto. Che, come spiega una fonte diplomatica di Bruxelles, «sta andando avanti anche in queste ore». Una contrattazione che ha preso spunto dall’iniziale tentativo di dar vita al cosiddetto accordo “Malta 2” per la redistribuzione tra 5-6 paesi di chi sbarca soprattutto in Italia. Un quadro che potrebbe subire un’accelerazione proprio perché al momento si sta concentrando su un numero ancora più ristretto di partner i “fondatori” dell’Unione. Italia, Germania e Francia. L’ipotesi è stata discussa anche nel corso dell’ultimo vertice a Berlino tra Mario Draghi e Angela Merkel. Certo, si tratta di un percorso difficile. In cui i particolari – come sempre – hanno la coda del diavolo.  quindi ogni passaggio viene sezionato parola per parola. Resta il fatto che l’ipotesi di lavoro su cui gli “sherpa” dei tre Paesi si stanno impegnando riguarda l’idea che la redistribuzione dei nuovi arrivi possa essere suddivisa in maniera paritetica: ossia un terzo per ciascuno.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Bianconi Giovanni 
Titolo: Regeni, l’ultima bugia del Cairo sul «teste Gamma» keniano
Tema: Caso Regeni

L’ultima manovra egiziana sul caso Regeni contiene una bugia e un’irrituale «difesa d’ufficio» dei quattro ufficiali della National security agency accusati del sequestro, delle percosse e dell’omicidio del ricercatore torturato e ucciso al Cairo tra la fine di gennaio e il 3 febbraio 2016. La scorsa settimana il procuratore generale della Repubblica araba Hamada Al Sawi ha incontrato l’ambasciatore italiano Giampaolo Cantini per consegnargli due documenti: un memorandum che contesta la ricostruzione della Procura di Roma condivisa dal giudice che ha ordinato il rinvio a giudizio degli imputati, e la risposta del Kenya a una rogatoria dell’Egitto. Secondo il comunicato ufficiale emesso al Cairo, questo secondo atto «riporta la smentita di quanto era stato sostenuto circa un agente di polizia keniano che avrebbe sentito un ufficiale di polizia egiziano, durante una riunione nella capitale del Kenya, che asseriva di aver avuto un ruolo nel rapimento e nell’aggressione di Regeni in Egitto».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bongiorni Roberto 
Titolo: Nucleare iraniano, crescono le incognite per un accordo
Tema: Iran

Tutti a parole lo vogliono. Ognuno, tuttavia, a modo suo. E le divergenze non sono da poco. Da tempo la ripresa dell’accordo sul programma nucleare iraniano, il Joint Common Plan of Action (Jcpoa), non sembra più questione di se, piuttosto di quando. D’altronde, oltre a Unione Europea, Russia e Cina, l’accordo lo voleva fortemente anche il presidente americano Joe Biden. Non erano passate poche settimane del suo insediamento che il successore di Donald Trump aveva reso nota la sua ferma volontà di riprendere la strada negoziale per tomare al Jpopa. Sul fronte opposto il via libera era stato dato direttamente da Ali Khamenel, la guida spirituale dell’Iran, di gran lungo l’uomo con più poteri. E con l’ultima parola sulle questioni più importanti. A Vienna da tempo tutti ripetono che l’accordo è cosa fatta, ma, al contempo, non mancano di esprimere preoccupazioni su punti importanti ancora da definire.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  B.R. 
Titolo: Legge anti Lgbt, Bruxelles attacca Budapest
Tema: Ungheria

Numerosi governi europei, così come la stessa Commissione europea, hanno criticato ieri aspramente una legge approvata dal Parlamento ungherese che vieta la raffigurazione o la promozione dell’omosessualità trai minori. La questione sta mettendo a dura prova il rapporto tra le stesse istituzioni comunitarie. Molti ritengono la legge una violazione dello stato di diritto; al tempo stesso altri considerano che il governo ha legiferato in un ambito di competenza nazionale. Il testo di legge si scontra con «i valori fondamentali dell’Unione europea», ha spiegato in un comunicato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ha definito la legge «una vergogna» perché «discrimina le persone a seconda del loro orientamento sessuale». In una lettera inviata a Budapest, l’esecutivo comunitario ha precisato che la norma rischia di essere in violazione della «libertà di espressione», e del «diritto a una vita privata e di famiglia». La vicenda sta complicando il rapporto tra le istituzioni europee.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Valentino Paolo 
Titolo: Libia, si tratta sul ritiro delle truppe di Turchia e Russia
Tema: Libia

Dalla seconda conferenza sulla Libia, organizzata dal governo tedesco a Berlino, emergerebbe un principio d’intesa tra Russia e Turchia, in base al quale un eventuale ritiro di forze militari dal Paese nordafricano dovrà avvenire gradualmente e mantenendo un equilibro tra le parti, in modo che nessuna possa avvantaggiarsi sul terreno. Lo dice, sottolineando il condizionale, il padrone di casa, il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas. Mentre la capa della diplomazia del governo libico, Najla Mangoush, spera addirittura che un ritiro delle truppe straniere abbia inizio «già nei prossimi giorni». Basterebbe questo «primo passo incoraggiante» a fare dell’appuntamento berlinese un successo. Ma la cautela è d’obbligo. Anche perché la stessa dichiarazione conclusiva parla, senza specificare meglio, di una riserva di Ankara, proprio in merito al ritiro «senza indugio» di forze stranieri e mercenari e al passaggio della sicurezza sotto «un’autorità e un controllo civili e unificati».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

PRIME PAGINE

IL SOLE 24 ORE
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

CORRIERE DELLA SERA
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

LA REPUBBLICA
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

LA STAMPA
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

IL MESSAGGERO
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

IL GIORNALE
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

LIBERO QUOTIDIANO
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

IL FATTO QUOTIDIANO
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

LA VERITA’
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

***chita/

SCARICA L'APP