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SINTESI IN PRIMO PIANO – 23 giugno 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Regionali, il centrodestra trova l’accordo sui candidati.
– Decreti sicurezza, ancora non c’è accordo sulle modifiche.
– Taglio dell’Iva, la maggioranza frena.
– Coronavirus, Oms: la pandemia accelera nel mondo, nuovo record di contagi.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Marco 
Titolo: Candidati alle Regionali Salvini cede agli alleati – Regionali, Salvini cede agli alleati: ma ora seguitemi sull’autonomia
Tema: Regionali

Il centrodestra raggiunge l’accordo sui candidati alle prossime elezioni regionali: con Luca Zaia in Veneto, Giovanni Toti in Liguria, Susanna Ceccardi (Lega) in Toscana, Francesco Acquaioli (Fratelli d’Italia) nelle Marche, Raffaele Fitto (FdI) in Puglia, Stefano Caldoro (Forza Italia) in Campania. Resta da definire solo la Val D’Aosta, dove la Lega potrebbe però correre da sola. Il patto è stato perfezionato dopo una serie di confronti telefonici tra i leader dei tre partiti, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Il leader leghista ha fatto qualche passo indietro rispetto alle posizioni delle ultime settimane, ricevendo in cambio il via libera ai propri candidati in alcune città importanti del Sud, come Reggio Calabria, Andria, Chieti, Macerata, Matera, Nuoro.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lauria Emanuele 
Titolo: Regionali, la Lega cede il centrodestra trova l’intesa Dem, 5S e renziani più divisi
Tema: Regionali

Dopo molti litigi il centrodestra ha trovato l’intesa sui candidati presidenti alle regionali. Il nodo si è sciolto grazie ai passi indietro di Matteo Salvini, che ha messo da parte i proclami sul cambiamento, acconsentendo a candidature degli alleati già visti: come Raffaele Fitto, portabandiera di Fdi in Puglia,  governatore già nel 2000. In Campania invece la Lega dà il lasciapassare a Stefano Caldoro di Forza Italia: per la terza volta consecutiva sfida l’attuale governatore del Pd Vincenzo De Luca. E il bilancio, finora, è di una vittoria a testa. Alla Lega restano le candidature in Veneto (Luca Zaia) e in Toscana, con l’ex sindaca di Cascina Susanna Ceccardi. Tuttavia lo schema delle Regionali minaccia di irrobustire l’asse sovranista a scapito ancora di Forza Italia. Perché la Lega conta sulla vittoria in Veneto mentre i candidati di Fdi corrono in Regioni contendibili come Puglia e Marche, mentre la sfida a De Luca in Campania parte in salita. La strategia di Salvini resta quella di rafforzarsi nel Centro-Sud: il segretario, in cambio del “sacrificio”, ha ottenuto l’eventuale vicepresidenza in Puglia e Campania ma soprattutto il disco verde ai propri candidati in alcuni capoluoghi del Sud quali Reggio Calabria, Benevento, Chieti, Matera, Nuoro. La stessa unità non c’è nella coalizione di governo. Pd e M5S continuano a non trovare l’accordo nell’unica Regione dove lo stanno veramente inseguendo, ovvero la Liguria.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Caro Paola 
Titolo: Il retroscena – È la terza volta di Caldoro Berlusconi batte le resistenze (anche dentro Forza Italia)
Tema: Regionali

Nelle prossime elezioni regionali campane andrà in scena per la terza volta la sfida tra Vincenzo De Luca e Stefano Caldoro. Grande favorito risulta il governatore in carica, diventato tra i politici più popolari nel corso del lockdown. Caldoro è stato da parte sua fortemente sponsorizzato da Silvio Berlusconi, dopo che Mara Carfagna aveva detto no all’ennesima ipotesi di candidatura. condo alcune voci, nell’ultima riunione dell’ufficio di Presidenza di venerdì scorso, quando ancora Salvini resisteva, Berlusconi avrebbe valutato l’ipotesi estrema — nel caso in cui «lo facciano tutti con i propri» — di sostituire Caldoro nel caso col fedelissimo Martusciello più che con Russo o Sibilia, gli unici nomi rimasti in campo visto che nessun candidato aveva dato la propria disponibilità o dimostrato di avvicinarsi ai sondaggi dell’ex governatore.  Dallo stato maggiore del partito però assicurano che «è una vittoria di Berlusconi, che mai ha cambiato idea nonostante qualcuno ci abbia provato fino all’ultimo…».
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Testata:  Mattino 
Autore:  Di Giacomo Valentino 
Titolo: Intervista a Matteo Salvini – Salvini: «Candidato ottimo ma niente sconti sui nomi»
Tema: Regionali

Matteo Salvini appare visibilmente soddisfatto di aver incassato alle prossime Amministrative non solo i candidati alle regionali in Veneto e Toscana, ma soprattutto tanti candidati sindaci al meridione. “Sono felice perché si tratta davvero di una svolta storica – ammette Salvini – presenteremo uno dei nostri a Reggio Calabria, ma non solo, in tanti comuni del Sud. In Campania avremo un candidato a Giugliano che è il Comune italiano non capoluogo di provincia più popoloso del Paese”. Prende corpo quindi il progetto di espansione al Sud della Lega. “Come Lega – spiega Salvini – vogliamo che soprattutto in Campania cambi la musica, vogliamo rinnovamento. Forza Italia ha deciso di puntare su Caldoro e io non ho nulla in contrario, anzi riconosco che abbiamo perso pure troppo tempo. Lo promisi quando venni a Napoli che avremmo chiuso in pochi giorni, ce ne abbiamo messo qualcuno in più”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Politica 2.0 – Amministrative con le spine per Salvini e Zingaretti
Tema: Regionali

Accordo chiuso sulle candidature del centro-destra ma per Salvini le prossime amministrative non saranno una ribalta scintillante. Quella corsa per dare la spallata al Governo che aveva provato in Emilia-Romagna, non sarà replicabile. Al Capitano toccherà fare campagna per Fitto, cioè per la persona scelta dalla sua avversaria interna, la Meloni. Così come dovrà scaldare le piazze campane sul nome di un uomo di Forza Italia su cui ha resistito a lungo. Il Veneto, infine, non avrà mai il marchio di Salvini ma solo di Zaia e pure la Liguria – eventualmente – non sarà una vittoria sull’onda leghista ma una conferma di Toti. Far traballare Conte appare quindi difficile, nononstante le incertezze nella maggioranza, dove l’accordo tra M5S e Pd in alcuni comuni tarda ad arrivare e dove Renzi ha deciso di correre da solo in Liguria e Puglia. Ma soprattutto la novità sono i nervosismi che cominciano a farsi risentire nel partito di Zingaretti. Anzi, l’obiettivo sembra essere proprio il segretario, come testimonia il recente botta e risposta col sindaco di Bergamo, Gori.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ziniti Alessandra 
Titolo: I grillini fanno muro sui decreti sicurezza: “Modifiche dopo l’estate” – Migranti, il catenaccio 5S “Modifiche solo dopo l’estate”
Tema: Decreti sicurezza

Il M5S insiste per spostare a dopo l’estate il dibattito sui decreti sicurezza. Ma Pd, Leu e Iv tengono il punto e ribadiscono come il tema sia una priorità. Anche il premier Conte non cambia idea e si è impegnato a portare le modifiche ai decreti in consiglio dei ministri entro un paio di settimane. Il temuto muro all’interno della maggioranza si consuma sui tempi e non nel merito e dopo due ore di confronto il secondo tavolo convocato al Viminale si è sciolto con un’ulteriore rinvio:la prossima settimana il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese integrerà il suo testo con le proposte già presentate ieri da Pd, Leu e Iv e con quelle che il MSS farà avere in vista del prossimo appuntamento del 30 giugno. Quasi certo che si andrà oltre le semplici modifiche richieste dalle osservazioni del presidente Mattarella, unica cosa che l’ala più dura del Movimento sembrava intenzionata a concedere. E invece sull’allargamento dei casi di protezione speciale e sul ritorno al sistema di accoglienza diffusa degli Sprar con le attività di integrazione sociale c’è una convergenza di massima.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Di Matteo Alessandro 
Titolo: Decreti sicurezza, fumata nera i 5 Stelle bloccano le modifiche
Tema: Decreti sicurezza

La modifica dei «Decreti Salvini» slitta ancora. Il M5S chiede di rinviare tutto a settembre, per non intasare i lavori del Parlamento, già impegnato nella conversione in legge dei tanti decreti. Pd-Leu-Iv vogliono invece che si faccia tutto prima dell’estate. Ma il tiro alla fune sui tempi, chiaramente, è solo un modo per cercare di tenere sullo sfondo il nodo politico: i 5 stelle vogliono limitare al minimo le correzioni e, possibilmente, rimandarle a dopo le elezioni regionali, mentre il resto della maggioranza chiede subito un risultato politico. Vito Crimi e Luigi Di Maio vorrebbero limitarsi a modifiche che accolgano i rilievi espressi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Pd, Iv e Leu chiedono di più, vorrebbero portare a soli 90 giorni il tempo di trattenimento nei Cpre accorciare i tempi per l’ottenimento della cittadinanza (da dimezzare, secondo il Pd). Dopo il vertice di ieri, il M5S ha chiarito la propria posizione con Giuseppe Brescia e Vittoria Baldino: non si può «cancellare il passato», ci vuole «un percorso di revisione circoscritto e mirato, da fare in maniera condivisa, senza propaganda». ll tutto, appunto, da fare a settembre perché «in Parlamento ci sono già diversi decreti legge in conversione».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Piccolillo Virginia 
Titolo: Sanzioni disciplinari in arrivo per i magistrati del caso Palamara
Tema: Caso Palamara

Potrebbero arrivare prima del previsto le sanzioni disciplinari per i magistrati coinvolti nel caso Palamara. Il procuratore generale della Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, titolare dell’azione disciplinare, assicura che «una prima fase istruttoria si concluderà in tempi brevissimi». L’intenzione è di chiudere già «entro la fine della settimana». Si prevedono tempi più lunghi invece per la prima commissione del Csm, che valuta l’incompatibilità ambientale e funzionale dei magistrati e può disporre il loro trasferimento in altra sede. La commissione sta valutando attentamente una ventina di posizioni per le quali potrebbe configurarsi questa ipotesi. II vicepresidente del Csm, David Ermini spiega: «Tutti gli organi che hanno delle specifiche competenze stanno esaminando atto per atto, chat per chat, intercettazione per intercettazione tutto quello che è accaduto». «Non è giusto che solo chi appartiene alle correnti abbia la possibilità di avere successi personali», aggiunge. La scelta di far procedere in carriera in base al merito e non solo all’anzianità «è stata un fallimento: spesso si è preferito scegliere sulla base dell’appartenenza».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Labate Tommaso 
Titolo: Intervista a Cosimo Ferri – «Palamara sa molto di più I nomi? Siamo all’inizio» – «Luca sa molto più di quanto ha detto All’Anm dovevano farlo parlare»
Tema: Caso Palamara

Cosimo Maria Ferri, deputato di Italia Viva, il terzo nome del tridente, insieme a Palamara e Luca Lotti, finito nelle intercettazioni del 2019, all’alba della grande inchiesta i cui rivoli stanno mettendo in subbuglio la magistratura: “Resta da vedere se e che cosa Palamara avrà voglia di ricostruire, di dire, di raccontare. Francesco Cossiga, che non l’aveva in grande simpatia, lo chiamava Tonno Palamara. Se fosse vivo oggi, il presidente emerito magari avrebbe iniziato a stimarlo e a spingerlo ad andare avanti con le sue picconate… Sa, le sue rivelazioni magari aiuterebbero sia la magistratura che la politica a procedere verso una vera separazione dei poteri”, dice. E ancora: “Di certo Palamara di cose ne sa, e parecchie. Molte ma molte di più di quelle che ha iniziato a dire. Vede, adesso all’Anm si trincereranno dietro lo statuto per giustificare la scelta di non consentirgli di difendersi. Ma da un giudice ci si aspetta che usi il buon senso e la terzietà anche andando oltre lo statuto. Parlo da cittadino, non da magistrato o deputato: io l’avrei fatto parlare. E comunque, che ci sia stata un’accelerazione nella scelta di espellerlo è fuori di dubbio”.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Fazzo Luca 
Titolo: Il retroscena – Palamara rompe il silenzio su Berlusconi perseguitato – Palamara accende i riflettori sul Cav perseguitato dai pm
Tema: Caso Palamara

Arrivato al terzo giorno consecutivo di esternazioni dopo la sua espulsione dall’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara accende un faro sul tema dello scontro tra magistratura e Silvio Berlusconi. “Che ci siano stati dei problemi nello sviluppo dei processi è un tema che merita assolutamente di essere sviluppato”, dice nel corso di un’intervista televisiva. In attesa di vedere se il sasso lanciato da Palamara sul fronte Berlusconi smuoverà qualche acqua, il caso innescato dalla sue dichiarazioni dei giorni scorsi continua ad agitare assai la vita interna della magistratura: perché se è vero che il pm romano non ha chiamato i causa nomi nuovi otre a quelli comparsi nelle sue chat, una serie di messaggi impliciti hanno scatenato l’allarme. E la sua decisione, annunciata ieri, di impugnare il provvedimento di espulsione dall’Anm sembra confermare che la partita non è chiusa.
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Testata:  La Verita’ 
Autore:  Amadori Giacomo 
Titolo: Intervista a Paolo Tancredi – «Così i magistrati dettano le leggi» – «Un biglietto inviato dalla Casellati con gli ordini del Csm alla Camera»
Tema: Caso Palamara

L’ex deputato Paolo Tancredi, oggi manager del settore energetico, autore di un emendamento che consentiva ai consiglieri del Csm di gareggiare subito per posti direttivi non appena lasciato Palazzo dei marescialli. Nel 2018 in una intervista al Corriere della Sera, disse che quell’emendamento gli venne preparato da alcuni giudici e senatori: “Si dice il peccato, non il peccatore. Non l’ho detto al Corriere e non lo dico a lei”, dice oggi, aggiungendo: “A chiedermi di presentare l’emendamento furono ex colleghi che in quel momento stavano al Csm”. Esplicito poi il riferimento alla attuale presidente del Senato Casellati, oltre che ad Antonio Leone: “Furono loro due che… dopo chiesi i pareri pure ad altri che lei ha citato, come Legnini, ma anche *** a Glauca Zaccardi (capo dell’ecio legislativo finanze presso il ministero dell’Economia e delle finanze, ndr), un magist rato fuori ruolo. Naturalmente ne parlai anche con Boccia che era il presidente della commissione. Boccia fece una cosa formale, la più formale che ci sia: diede il parere favorevole del relatore all’emendamento. Così come Morando. Mi stupì questa cosa e capii che era una cosa «portata» perché il passaggio fu veloce e la mia era stata una condivisione quasi episodica”.
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Economia e finanza

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: Conte frena sull’Iva – E Conte alla fine tira il freno: la riduzione dell’imposta? Può essere minima e a tempo
Tema: Taglio dell’Iva

Dopo gli Stati Generali sull’Economia, il premier Conte si ritrova con un tavolo ingombro di idee e proposte, su cui spesso le forze di maggioranza hanno però posizioni divergenti. Emblematico è il caso del dibattito sul taglio dell’Iva, che in appena 48 ore ha visto diverse posizioni accavallarsi. Prima l’accelerazione inattesa dello stesso premier, poi la frenata del ministro dell’Economia Gualtieri, preoccupato dall’eccessivo costo della misura; poi ancora l’uscita del governatore di Bankitalia Visco, che ha chiarito ulteriormente come gli spazi di manovra siano stretti; e infine la marcia indietro dello stesso Conte, che ieri ha parlato di “lieve” riduzione dell’Iva, circosvrivendola nel tempo. Il premier tuttavia non rinuncia completamente all’idea, magari procedendo con una riduzione “selettiva” solo per alcune categorie (spettacolo, ristorazione, abbigliamento), e collegandola al cashless, il piano per i pagamenti digitali che servono da contrasto al «nero».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Voltattorni Claudia 
Titolo: Scoppia il caso del taglio Iva Visco: la riforma sia più ampia
Tema: Taglio dell’Iva

Nelle parole pronunciate ieri mattina in un appuntamento organizzato dall’Accademia dei Lincei, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco invita ad allargare la prospettiva nel dibattito sul taglio dell’Iva: “Serve un piano ben costruito”, che significa non pensare “solo al breve termine”, ma “capire come costruire un programma per il futuro”. Il taglio anche solo di un punto peserebbe sulle casse dello Stato oltre 4 miliardi, se dal 22 al 21%, quasi 3 dal io al 9%. Ecco perché il viceministro dell’Economia Antonio Misiani parla di “operazione decisamente complessa” e lo stesso ministro dell’Economia Roberto Gualtieri già giorni fa l’aveva definita una “misura molto costosa”. Anche per questo il governatore Visco chiede una riforma «complessiva». Che parta dalla semplificazione per arrivare “ad una buona burocrazia” che “non è assenza di burocrazia”, ma serve ad avere “una Pubblica amministrazione in grado di rispondere alle esigenze e una giustizia veloce”, ad esempio.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Argenio Alberto 
Titolo: Il retroscena – I dubbi dei partner europei “Da Roma piano di riforme e non solo meno imposte”
Tema: Taglio dell’Iva

“Nel pieno dei negoziati sul Recovery Fund per dare all’Italia 172 miliardi, parlare di un taglio dell’Iva non aiuta. Piuttosto Roma dovrebbe presentare un piano di riforme serio per rilanciare l’economia”. Questa la posizione che filtra da alcuni ambienti europei. L’idea del premier Giuseppe Conte sull’Iva proprio non è piaciuta ai partner continentali, compresi Merkel e Macron, nè a Bruxelles. Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, interrogato sull’Iva si è limitato a dire: “Valutiamo le proposte quando vengono formulate nei bilanci”. Un commento garbato, ma gelido. L’Italia non può usare gli aiuti europei per tagliare l’Iva, ma dovrà presentare un programma di riforme più ampio. L’Europa non chiede nulla di impossibile, anzi lascia al governo la scelta tra un ampio menù che comprende Green deal, digitalizzazione, aiuto ai settori più colpiti dal Covid, ammodernamento della pubblica amministrazione e della giustizia. Un mix per rilanciare in modo permanente l’economia da scegliere tra le priorità europee per il futuro e tra le riforme che da anni la Commissione Ue raccomanda a Roma. Tra queste c’è anche la revisione del fisco, che però andrebbe in senso opposto a quella prefigurata dal premier. Per Bruxelles semmai sarebbe necessario spostare il carico fiscale alleggerendo lavoro e produzione da compensare con un aumento delle imposte su consumi, ovvero l’Iva, proprietà e inquinamento.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Zatterin Marco 
Titolo: Intervista a Maurizio Landini – “Giù le tasse sul lavoro, poi l’Iva” – Il governo parla troppo, ora agisca La vera urgenza è detassare il lavoro”
Tema: Taglio dell’Iva

Maurizio Landini, segretario generale Cgil, rivolge un appello al governo a “passare dalle parole ai fatti”, con l’avvertimento che “bisogna finirla con gli annunci tematici quotidiani, poiché non serve parlare di Iva un giorno e di lavoro l’altro”. “Dobbiamo gestire l’emergenza e avviare gli investimenti. Dobbiamo gestire l’emergenza, il che vuol dire confermare il blocco licenziamenti da qui alla fine dell’anno, gli ammortizzatori sociali necessari a questo fine, riaprire le scuole in modo certo a settembre, e – allo stesso tempo – alimentare gli investimenti, a partire dalle opere infrastrutturali. In due parole, “bisogna cambiare”, aggiunge. E poi sul fisco: “La riforma fiscale è un punto centrale. Ma scollegare l’Iva da una discussione più complessiva è un errore. Non dobbiamo copiare la Germania, perché non ha la priorità di aumentare gli investimenti e i salari. La rimodulazione dell’Iva va messa in un quadro più ampio”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco – Parente Giovanni 
Titolo: Rinvio al 20 luglio per i versamenti di Irpef e Ires – L’Economia: Irpef e Ires prorogate al 20 luglio
Tema: Fisco

La proroga dei versamenti di imposte dirette e Iva in scadenza al 30 giugno arriverà con un Dpcm che sposterà la scadenza al 20 luglio senza maggiorazioni e poi dal 21 luglio al 20 agosto (in virtù della pausa estiva) per chi opterà di andare alla cassa con lo 0,40% in più. E’ di ieri l’annuncio del ministero dell’Economia. Uno slittamento in avanti che sarà calibrato sulla platea dei contribuenti: saranno interessati anche forfettari e minimi, che non sono obbligati a compilare gli Isa ma si ritrovano nelle categorie per le quali le pagelle fiscali sono state comunque predisposte. A conti fatti si tratta di una platea potenziale di quasi 4,5 milioni di contribuenti che potrebbero avere un po’ più di respiro nei versamenti in scadenza a fine mese dopo le difficoltà finanziarie conseguenti al lockdown. La scadenza vale 29 miliardi per Irpef, Ires e sostitutive, cifra che aveva finora indotto anche il Mef a desistere dall’ipotesi di concedere più tempo per i versamenti. Tuttavia ha prevalso la tenacia con cui il mondo produttivo ha chiesto uno slittamento. In particolare i commercialisti hanno fatto notare agli interlocutori istituzionali le difficoltà a cui stanno facendo fronte gli studi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Picchio Nicoletta 
Titolo: CsC: ripartenza difficile per industria e servizi
Tema: Crisi post lockdown

Secondo il Centro studi di Confindustria, la ripartenza dopo il lockdown è sempre più difficile. Soprattutto i servizi sono in grande difficoltà. Il secondo trimestre per l’Italia è «compromesso», dice il Csc nella nota Congiuntura Flash di ieri. Per il Pil sarà un vero e proprio «crollo» a -9%, dopo il -5,1 del primo trimestre. “Questo sarà il punto minimo di recessione” perché “con la risalita faticosamente avviata si creano le condizioni per un rimbalzo nel terzo trimestre”, aggiunge il report. In particolare la produzione industriale inaprile è scesa del 19,1%, in lieve recupero rispetto al -28,4% di marzo: male soprattutto il tessile-abbigliamento, gomma-plastica, mezzi di trasporto. Nonostante il recupero atteso a maggio e giugno il secondo trimestre avrà un calo del 20 per cento. A confermare la ripartenza difficile e debole sono i dati del Pmi (l’indice dei responsabili degli acquisti), che si attesta a 45,4 a maggio per l’industria e a 28,9 nei servizi.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Bulian Lodovica 
Titolo: I consumi a picco: non si riparte ancora – Acquisti ancora in quarantena A maggio il crollo è del 30%
Tema: Crisi post lockdown

La riapertura non è stata una ripresa. Gli effetti di tre mesi di pandemia sono uno tsunami sui consumi. Solo a maggio, il mese della ripartenza, avverte Confcommercio, sono scesi del 29,4 per cento. Con la chiusura totale ad aprile era arrivato a -47 per cento.  Il confronto degli ultimi tre mesi con quelli del 2019 consegna una contrazione del 36,4% dei consumi, un gap che si riuscirà a recuperare “solo in parte nei prossimi mesi”. Si è quasi azzerata la domanda di servizi, soprattutto per quelli legati alla fruizione del tempo libero (-92%), per alberghi, bar e ristoranti (-66%) e abbigliamento (-55%). “Si stima per giugno una crescita congiunturale del Pil del 4,7%, dato che porterebbe ad una decrescita del 17,2% rispetto allo stesso mese del 2019. Nel complesso del secondo trimestre, la riduzione sarebbe del 17,4% congiunturale e del 21,9% su base annua. Queste cifre rendono ben chiara l’entità della montagna che il Paese deve scalare”, prosegue il report.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Baroni Paolo 
Titolo: Atlantia cerca l’intesa con il governo “Trattiamo anche dopo il 30 giugno”
Tema: Atlantia

Atlantia fa un nuovo passo verso il governo con l’intento di trovare un’intesa sul dossier Autostrade. Attraverso una lettera inviata al Mit, il cda ha espresso la volontà del gruppo di proseguire “anche successivamente al 30 giugno 2020 le interlocuzioni per definire un’intesa, continuando nel frattempo a gestire la concessione”. Atlantia ed Aspi tolgono così di mezzo la tagliola del 30 giugno, in modo da poter elaborare una nuova offerta al governo. Però Autostrade, già critica sulle norme del Milleproroghe che ridurrebbero l’ammontare dell’indennizzo dovuto allo Stato in caso di revoca della concessione ad appena 7 miliardi, non intende rinunciare ai propri diritti. Al governo da giorni ha avanzato una richiesta precisa: per poter migliorare la propria offerta, occorre mettere Aspi in grado di finanziarsi sul mercato. Ma per far questo occorre rimuovere, in qualche modo, il famigerato articolo 35 del Milleproroghe che, deprezzando il valore della società, le impedisce di finanziarsi sul mercato. La nuova trattativa ripartirà inevitabilmente dal capitolo tariffe e dagli investimenti. Poi c’è il tema degli assetti azionari: investitori istituzionali (da Cdp al fondo F2i a grandi fondi pensione) potrebbero rilevare una quota del capitale di Autostrade ed ottenere vari posti nel cda. Si potrebbe procedere anche per gradi con l’acquisizione di un primo pacchetto di minoranza, ma non si esclude nemmeno la possibilità che Atlantia, che ora controlla l’88% del capitale di Aspi, scenda sotto il 51%.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Tamburini Fabio 
Titolo: Intervista ad Andrea Enria Enria: «Servono aggregazioni bancarie» – Enria: «La pandemia comprimerà ancora la redditività, è utile che le banche valutino nuove aggregazioni»
Tema: Banche

Dice il  presidente del Consiglio di vigilanza Bce, Andrea Enria: “La pandemia metterà ancora di più sotto pressione la redditività delle banche, che già è insufficiente. L’aggravarsi di questa debolezza strutturale potrebbe rendere utile considerare operazioni di aggreazione, anche se non sta a noi, come autorità dl vigilanza, intervenire direttamente”. Prosegue l’economista: “Resta una situazione di debolezza strutturale perché il settore brucia capitale da dieci anni. Sulle ragioni si può discutere a lungo. Di sicuro c’è carenza di ristrutturazioni. Credo sia utile il confronto con il caso statunitense. Dopo la crisi della Lehman brothers, il consolidamento è stato rapido: oltre 450 banche chiuse in soli quattro anni, con operazioni di consolidamento a livello federale. In Europa, al contrario, ci sono stati finanziamenti pubblici a pioggia da parte dei singoli Stati, più qualche consolidamento ma solo nazionale”. E ancora: “Le azioni possono essere diverse, e sono principalmente nelle mani del management bancario. Noi diciamo che le banche devono ritornare ad attrarre gli investitori e aumentare la capacità di generazione del capitale. E questo vale per tutti i Paesi dell’area euro, anche se ci sono situazioni differenziate”.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Cerati Francesca 
Titolo: Panorama – Oms: la pandemia accelera, record di contagi nel mondo -Oms: «La pandemia accelera» Record di contagi nel mondo
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero

L’organizzazione mondiale della sanità ha registrato oltre 183mila casi in più in 24 ore. È il dato più alto dall’inizio della pandemia e a determinarlo sono soprattutto i paesi dell’America Latina, dove i contagi sono saliti a oltre 2 milioni, metà dei quali sono in Brasile. Secondo i dati della John Hopkins University, il Paese più colpito restano gli Stati Uniti, con più di 2,2 milioni di casi e quasi 120 mila morti. I casi in Africa sono invece omrai più di 300.000 come emerge dagli ultimi dati dei Centri di controllo e prevenzione delle malattie dell’Unione Africana. L’Oms, per voce del suo direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, ieri ha precisato che a livello globale il peggio non è ancora passato: “La pandemia continua ad accelerare nel mondo. Sappiamo che è molto più di una crisi sanitaria, è una crisi economica, sociale e, in molti paesi, politica. E i suoi effetti si faranno sentire per decenni”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Colarusso Gabriella 
Titolo: Superati i 9 milioni di contagi I morti sfiorano quota 500 mila
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero

Nell’incontro che tiene quotidianamente con la stampa per aggiornare sull’andamento della pandemia di coronavirus, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ieri è apparso preoccupato: la diffusione del virus continua ad «accelerare», ha spiegato, e «non è solo una crisi sanitaria, ma economica, sociale e in molti Paesi politica», i cui «effetti si faranno sentire per decenni». I contagi nel mondo hanno superato i 9 milioni, le vittime sfiorano le 500 mila: 469.220 secondo i calcoli della Johns Hopkins University. Nuovo picco registrato domenica, con 183 mila nuovi contagi in 24 ore.  La pandemia si sta sviluppando con una doppia velocità e questo spiega anche la differenza di percezione trai cittadini: nei Paesi che sono stati colpiti per primi ha rallentato, ma nel mondo sta crescendo più velocemente e in aree molto popolose. Nuovo focolaio anche a Seul, in Corea del Sud.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Tebano Elena 
Titolo: Il maxi focolaio nel mattatoio: 1.533 malati, l’allarme di Merkel
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero

L’immensa fabbrica di carne della Tönnies, a Rheda Wiedenbrück nel Nord RenoVestfalia, è ferma dopo essere diventata il nuovo epicentro dell’epidemia di Covid-19 in Germania: 1.533 contagiati (ma si attendono gli esiti di altri test), settemila tra lavoratori e familiari in quarantena, infezioni in crescita nelle zone circostanti. Ieri il presidente cristianodemocratico del circondario di Gütersloh, SvenGeorg Adenauer, ha detto per la prima volta che un nuovo lockdown, almeno a livello regionale, è possibile. “Bisogna fare tutto ciò che è in nostro potere per contenere questo focolaio”, ha detto la cancelliera Angela Merkel tramite il suo portavoce Steffen Seibert. La maggior parte dei contagi sarebbe avvenuta tra gli operai che lavorano ai tagli della carne, settore in cui si lavora in gruppi di 34 addetti in file serrate. Ma non è ancora chiaro se i contagi siano venuti nelle linee di produzione o nei luoghi di socializzazione degli addetti.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mastrobuoni Tonia 
Titolo: Virus, i focolai nei macelli tedeschi “Operai stipati e trattati da schiavi”
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero

Le fiammate di coronavirus registrate nei macelli tedeschi aprono una dura polemica in Germania sulle condizioni dei lavoratori. “Il problema non è il singolo scandalo: è il sistema. Che sfrutta gli uomini fino all’osso e tortura gli animali”, accusa Friedrich Mülln, il più famoso animalista tedesco. “Dormono in molti in un’unica stanza e si dividono spesso un solo bagno o una sola cucina in 50 o 60. In queste condizioni, distanziamento e igiene non esistono”, dice; e ancora: “Questi schiavi salariati, non hanno auto proprie. Le imprese di subappalto che li impiegano, li portano nei bus, in sei o in otto”. Anche lì il distanziamento è zero. Idem negli stabilimenti, dove le misure di sicurezza sono un’utopia come dimostra un video dell’8 aprile: nella mensa i lavoratori mangiavano uno addosso all’altro.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gaggi Massimo 
Titolo: L’estate difficile di Trump – L’estate difficile di Trump (tradito dalla folla)
Tema: USA

Il Presidente USA Donald Trump contava di rinvigorire la propria popolarità, in netto calo a causa della pandemia, della conseguente crisi economica e della mobilitazione contro le discriminazioni razziali, tornando a tenere un comizio dopo ben 110 giorni dall’ultimo bagno di folla. Invece il flop di sbaato a Tulsa ha spinto molti a considerarlo già sconfitto nella corsa alla Casa Bianca del prossimo novembre. II sondaggista Nate Silver ipotizza addirittura una vittoria a valanga di Joe Biden mentre altri temono che Trump, chiuso in un angolo, dia sfogo ai suoi istinti autoritari o tenti di far saltare il voto. Ogni verdetto, però, è prematuro: Trump è un combattente, la sua base, minoritaria ma compatta, continua a seguirlo ciecamente e gli strateghi della campagna non ripeteranno gli errori fatti a Tulsa. Tuttavia le difficoltà della campagna sono evidenti: il Presidente non ha un progetto da offrire agli americani e non ha nulla contro cui indirizzare le paure degli americani, come fece nel 2016 contro la Clinton. II coronavirus ha tolto poi al Presidente la carta dell’economia in crescita, e il dilagare del virus lo ha privato del ruolo di protettore della Nazione dalla minaccia sanitaria. La scelta degli strateghi della campagna di Trump è chiara: sganciarsi dalla pandemia che altrimenti rischia di frenare le iniziative elettorali e che è incontrollabile, col rischio di una nuova fiammata di contagi in autunno, allavigilia del voto. Sperare in una sia pur parziale ripresa dell’economia nella seconda metà dell’anno. Proporre agli americani una ricetta credibile per il secondo mandato.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  G. Sar. 
Titolo: La furia di Trump su Parscale per il comizio-flop
Tema: USA

Donald Trump era furioso sabato notte, dopo il flop del comizio organizzato a Tulsa. Un fallimento politico e organizzativo, con gli spalti dell’arena pieni solo per un terzo. Secondo il New York Times a sabotare l’appuntamento elettorale sarebbero stati dei gruppi di ragazzi mobilitatisi sui soccial, ma il capo della campagna di Trump, Brad Pascale, ha replicato: “Impossibile, noi filtriamo le richieste e siamo in grado di individuare e cancellare le prenotazioni fasulle”. Brad lavora come consulente per i Trump dal 2011. Ha curato e sviluppato la dimensione digitale della Trump Organization. L’ex costruttore newyorkese lo ha sempre considerato uno di famiglia e dunque fu per lui naturale coinvolgerlo nell’avventura politica fin dal 2015. Ma lo scivolone di Tulsa lo fa ora traballare.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Teddy scende da cavallo La rivolta delle statue travolge anche Roosevelt
Tema: USA

Nel furore iconoclasta che attraversa gli Stati Uniti, l’ultima statua condannata è quella di un presidente che fu considerato per molti aspetti un progressista. Theodore Roosevelt detto Teddy, non darà più il benvenuto ai visitatori del Museo di Storia Naturale a New York. La sua rimozione dalla scalinata d’ingresso, sul lato ovest di Central Park, è stata annunciata dal sindaco democratico Bill de Blasio. Ciò che ha condannato quella statua è la scena che raffigura: il 26esimo presidente degli Stati Uniti è a cavallo; a piedi ai suoi lati ci sono un indiano d’America e un nero, a simboleggiare la sottomissione delle due etnie. “L’American Museum of Natural History — si legge nell’annuncio del sindaco de Blasio — ha chiesto di rimuovere la statua di Theodore Roosevelt perché descrive neri e indigeni come popoli soggiogati e inferiori. La città appoggia la richiesta. È la decisione giusta nel momento giusto”. Ted Roosevelt, cugino di terzo grado di un altro celebre presidente (Franklin), è una delle figure più importanti della storia americana. La sua fu la prima presidenza “imperiale”, con una visione espansionista del ruolo degli Usa nel mondo. Ma vinse un Nobel per la pace per il suo ruolo di mediatore tra Giappone e Russia.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Perosino Monica 
Titolo: Intervista a Rafal Trzaskowski – “Così batterò i sovranisti di Kaczynski e riporterò la mia Polonia in Europa”
Tema: Polonia

Intervista al sindaco di Varsavia, il liberale Rafal Trzaskowski, astro nascente del partito d’opposizione Piattaforma Civica, che ha deciso di candidarsi alle elezioni di domenica prossima in opposizione al presidente in carica Andrzej Duda.  Secondo gli ultimi sondaggi Duda avrebbe il 40% dei consensi, davanti a Trzaskowski di circa 5 punti, ma se si arrivasse al secondo turno (il 12 luglio) distacco sarebbe inferiore a un punto. La partita è quindi apertissima. “La speranza di riportare la democrazia in Polonia ora è più concreta”, dice, spiegando di voler difendere quella parte del Paese “che da troppi anni è sotto attacco interno, punita da un governo che ne ha rovinato la reputazione internazionale. Rappresento la Polonia democratica, aperta, solidale, quella che da troppo tempo viene schiacciata dall’autoritarismo. La maggioranza sovranista non è più così solida come qualche anno fa”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Alessandro Jaime 
Titolo: Intervista a Garry Kasparov – Kasparov: Putin ha un piano cyber per spiare i ragazzi – Kasparov “Putin spia e tiene in scacco anche i ragazzi”
Tema: Russia

Garry Kasparov, 57 anni, uno dei più attivi oppositori di Vladimir Putin, sostiene che il governo russo ha istallato un sistema di videocontrollo nelle scuole del Paese, basato su algoritmi e telecamere, finalizzati, secondo dichiarazioni ufficiali, a garantire la sicurezza degli studenti individuando subito ogni possibile intruso. “Puntano alle scuole perché i ragazzi sono la parte tecnicamente più aggiornata della popolazione”, dice Kasparov, “e Vladimir Putin vuol sapere che cosa si insegna e che cosa dicono gli studenti. Ha in mano i social network russi e soltanto a Mosca sono state istallate 200 mila videocamere con la stessa tecnologia di riconoscimento facciale”. Orwell il nome del sistema, nelle mani della Rostec di Sergey Chemezov: “Uno degli alleati di Putin e suo amico di lunga data. Membro di quel gruppo ristretto di persone che possiede di fatto l’intero Paese”, dice ancora Kasparov, che conclude: “Posso assicurare che, nonostante sistemi come Orwell, fra quel che dice il governo di Mosca e le condizioni di vita delle persone la differenza è enorme. E non c’è modo di nascondere questa realtà”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Longo Grazia 
Titolo: Intervista a Vincenzo Camporini – “Il Cairo cerca di arginare Turchia e Iran”
Tema: Medioriente

Le parole dell’ex capo di stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, consigliere scientifico dell’Istituto affari internazionali, che non dà una interpretazione negativa della vendita italiana di due fregate Fremm all’Egitto: “Un conto sono gli affari economici, un altro la questione etica del caso Regeni: i due aspetti non possono assolutamente essere messi in contrapposizione. E in ogni caso, anche per quanto concerne il ricercatore friulano torturato e ucciso, per ottenere qualcosa dall’Egitto dobbiamo legarlo al nostro Paese e non farcelo nemico”. Spiega Camporini: “Il problema è molto più ampio: prendere l’Egitto di punta non serve a niente, mentre renderlo dipendente da noi può muovere qualcosa anche per Giulio Regeni. Per quanto ci riguarda, un regime che ha 60 mila detenuti solo perché si sono ribellati al sistema, può allentare la stretta sui diritti umani solo se è legato al nostro Paese. Dobbiamo, insisto, renderlo dipendente”. E ancora: “Ritengo sia utile valutare la situazione su un doppio versante. Uno esterno, per l’inserimento nel dominio mediorientale, l’altro di politica interna. Da un lato, cioè, l’Egitto, popolo molto orgoglioso della propria storia, punta a infilarsi nella corsa del dominio regionale da parte di Arabia Saudita, Turchia e Iran. Senza dimenticare che l’Egitto si oppone alla Turchia anche per il processo di pacificazione in Libia. E poi c’è la questione interna: per il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi il nemico principale da sconfiggere in casa è costituito dalla fratellanza musulmana, legata al Qatar. E Qatar significa Iran, quindi l’emergenza è doppiamente da tenere sotto controllo”.
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