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SINTESI IN PRIMO PIANO – 23 gennaio 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Italia Viva riapre, ma Conte chiude a Renzi. E ora il governo rischia sulla giustizia.
– Recovery Plan, le condizioni Ue: riforma di giustizia e pensioni.
– Vaccini, la rabbia di Arcuri: “Non mi fido più di Pfizer”. In ritardo anche AstraZeneca.
– Decide il Garante, Tik Tok bloccato ma per i nostri figli i garanti siamo noi.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Stampa 
Autore:  Ghisleri Alessandra 
Titolo: Gli italiani bocciano il governicchio Il partito del premier vola al 10%
Tema: Crisi di governo

Se prima della crisi la pressione politica di un singolo era argomento di talk e accettabile, oggi, con la scelta di singoli sostenitori “costruttori” e non di linee politiche condivise, la somma di coloro che potrebbero avere pretese dal premier e dal suo esecutivo è difficilmente sopportabile. Con lo spettacolo svelato – anche dai testimoni diretti – delle contrattazioni tra i nostri parlamentari, l’industria della fragilità umana ha dato fondo a molte delle sue sfumature dimostrando ancora una volta di essere un settore senza crisi. Il 53% degli italiani non si ritiene soddisfatto della maggioranza raccolta da Giuseppe Conte in parlamento e tra questi, neppure tanto a sorpresa troviamo il 35,9% degli elettori del Pd. Altro dato interessante è quel 26,2% di elettori di Forza Italia che non chiudono totalmente la porta a Giuseppe Conte. È ben chiaro che Matteo Renzi, con l’attuale situazione politica, potrà essere libero in ogni occasione di votare a favore o contro il governo a partire dalle singole Commissioni, rimanendo – per sua scelta – nel perimetro della maggioranza, ma a distanza. Sono sempre quelli che potremmo definire esperimenti a mostrarcelo, anche se spesso le scelte delle peggiori decisioni sono sostenute da emozioni personali impetuose, come, ad esempio, gli scontri di personalità.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Pagnoncelli Nando 
Titolo: Solo un italiano su 5 vuole le urne. Il 42% non capisce i motivi della crisi
Tema: Crisi di governo

Dopo il voto di fiducia ottenuto dal governo Conte al Senato martedì scorso, non accennano a diminuire gli interrogativi sul futuro dell’esecutivo, a seguito dell’uscita di Italia viva dalla maggioranza. Nonostante il profluvio di interventi dei parlamentari alle Camere, puntualmente riportati dai mass media, e l’attenzione con cui gli italiani hanno seguito il dibattito sulla fiducia, si accentua il disorientamento riguardo alle vicende politiche di questi giorni, basti pensare che la quota di persone che dichiarano di aver capito le ragioni della crisi (38%) diminuisce di 7 punti rispetto alla scorsa settimana, mentre rimangono stabili coloro che ammettono esplicitamente di non aver capito (42%) e aumentano i cittadini che non si esprimono (20%). Uno su due ha condiviso maggiormente la posizione e le argomentazioni del premier rispetto a quelle di Renzi mentre il 14% è di parere opposto, e va osservato che gli elettori della Lega e FdI sono molto divisi (27% a 26 % a favore di Conte, con il 47% che non si esprime). Viceversa, gli elettori di FI si riconoscono più nettamente in Conte (48%) rispetto a Renzi (29%); da notare, infine, che quasi un dem su dieci ha trovato più convincente il leader di Iv. L’indice di gradimento del governo (51) è aumentato di due punti in una settimana, più per la capacità di tenuta dell’esecutivo che per provvedimenti specifici adottati, quello per il premier si mantiene stabile a 56.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Verderami Francesco 
Titolo: SetteGiorni – Prove di grande gioco – Giorgetti e le scelte della Lega La spinta sul governo istituzionale
Tema: Crisi di governo

Non avere «nemici a sinistra» fu la sindrome che influenzò le scelte politiche dei comunisti: Giorgetti vuole impedire che Salvini ne resti afflitto e che commetta errori pur di non avere «nemici a destra». Perché a breve il capo del Carroccio potrebbe essere chiamato a decisioni che segnerebbero non solo la sua storia politica personale e quella del suo partito, ma anche le sorti dell’intero centrodestra. Ed è evidente che certe scelte strategiche siano oggi condizionate dalla competizione con l’alleata Meloni, che davanti all’ipotesi di crisi continua a battere il tasto del voto anticipato, mostrandosi contraria a soluzioni alternative. Per ora Salvini non le ha la sciato spazi e non ne lascerà finché il gabinetto Conte non sarà formalmente caduto. Ma se e quando dovesse accadere, Giorgetti pensa che la Lega dovrebbe abbandonare lo slogan delle urne, che non sono una strada praticabile, per offrire una prospett iva al Paese aprendo all’idea di un governo istituzionale. Percio non ha condiviso la linea decisa dalla delegazione del centrodestra quando è salita l’altro ieri al Quirinale: anche solo evocare le elezioni — a suo giudizio — non fa che accelerare la formazione di un altro esecutivo di centrosinistra.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Carfagna Mara 
Titolo: La lettera – Noi non cadiamo nella trappola dei liberali di Conte
Tema: Crisi di governo

Caro direttore, leggo con sconcerto gli aggettivi con cui si cerca di promuovere la nascita di un gruppo-cuscinetto a sostegno del governo di Giuseppe Conte alla Camera e al Senato e, in prospettiva, di un «partito del premier». Popolari. Patrioti. Come se bastasse un nome per modificare la natura dell’operazione, che ai miei occhi è un rammendo occasionale e frettoloso di una maggioranza senza più ossigeno né prospettiva che non sia quella di arrivare al semestre bianco. Rubare questi due aggettivi, incardinati da una decennale tradizione al mondo dei moderati e del centrodestra (non certo ai savonarola del M5S o alle fondamenta internazionaliste della sinistra), rappresenterebbe un «furto di senso», l’ultimo imbroglio di una politica senza radici che si appropria di sanitaria ed economica del Covid, abbia bisogno di punti di riferimento solidi, che costruiscano credibili percorsi di ripresa e salvezza. Il centrodestra ha, sulla carta, un buon vantaggio sulle attuali forze di maggioranza. Ma dovremmo tutti essere consapevoli di due rischi. Il primo lo ha ricordato ieri Silvio Berlusconi: due mesi di campagna elettorale determinerebbero una paralisi delle decisioni politiche che l’Italia nell’emergenza non può permettersi. Il secondo riguarda il mito della «spallata»: nella storia del nostro Paese, ha prodotto solo brucianti sconfitte per chi lo ha coltivato.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: La Nota – Un esecutivo condizionato dalle ambizioni di Palazzo Chigi
Tema: Crisi di governo

Le tentazioni elettorali appaiono in ritirata, benché siano tutt’altro che smaltite. Ma sembra meno probabile anche la sopravvivenza del governo di Giuseppe Conte. L’idea che comincia ad affiorare è quella di un esecutivo magari guidato da lui; ma allargato ai «centristi» e aperto ai renziani che vorranno farne parte: possibilmente prescindendo da Matteo Renzi. Proprio il leader di Iv, promotore di uno strappo avventato, se non peggio, ora chiede ai suoi di parlare poco per evitare provocazioni. Questo dice quanto speri di rientrare nei giochi senza perdere pezzi. Archiviare il Conte due sta emergendo come una via d’uscita da un blocco di veti incrociati, difficile da superare: tanto più con la tagliola della fiducia ai provvedimenti sulla giustizia di mercoledì prossimo al Senato. Quando un alleato del premier come Bruno Tabacci, «costruttore» di un embrione di partito centrista, incontra il ministro grillino Luigi Di Maio e poi di chiara: «Serve un governo nuovo, non basta un piccolo rimpasto», fa capire che i giochi si stanno riaprendo. Passerebbero per le dimissioni e un probabile reincarico a Conte: almeno fino a che il Movimento 5 Stelle e il Pd continueranno a considerarlo l’unico punto di equilibrio.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Panebianco Angelo 
Titolo: Il sistema sbagliato
Tema: Crisi di governo

Si va da un governo all’altro, dal Conte 1 (5 Stelle e Lega) al Conte 2 (5 Stelle e Pd), senza passaggi elettorali e quando, come è appena accaduto, un partito di governo se ne va aprendo una falla nella maggioranza, il Primo ministro va a caccia di transfughi che possano tappare il buco. Il probabile imminente varo di una legge elettorale compiutamente proporzionale (auspicato da Conte) non sarà quindi uno strappo molto forte. Le coalizioni di centrosinistra e di centrodestra rimarranno in vigore a livello locale e regionale (dove vige il principio maggioritario). La novità sarà che quelle coalizioni non esisteranno più neanche formalmente a livello nazionale. A dirlo oggi si rischia di passare per nostalgici di una stagione ormai conclusa ma ci sono due ottime ragioni per preferire i sistemi maggioritari a quelli proporzionali. La prima è che, in regime di maggioritario, la guida del governo spetta a chi ha ricevuto un mandato popolare : Silvio Berlusconi e Romano Prodi, nella breve stagione maggioritaria, si alternarono al governo del Paese in funzione dei voti presi dalle coalizioni da essi guidate.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Folli Stefano 
Titolo: Il punto – Una stagione finita Alternativa cercasi
Tema: Crisi di governo

La candela del Conte-2 si estingue lentamente, giorno dopo giorno. Un colpo di scena è sempre possibile, per quanto riguarda il drappello dei famosi “volonterosi”, ma l’atmosfera che si respira è tipica di una stagione che volge al termine: come testimonia anche la vicenda di Cesa. E infatti il voto atteso sulla relazione del ministro della Giustizia, Bonafede, si va caricando di oscuri presagi. L’ipotesi di elezioni anticipate resta sullo sfondo, è ovvio, ma al momento è soprattutto un’arma politica brandita da Conte e in parte dal Pd per spingere gli incerti a puntellare la maggioranza. Con risultati poco incoraggianti. Ne deriva che occorre mettere sul tavolo qualche idea un po’ più costruttiva. Non c’è molto da scegliere. La prima delinea un recupero di Matteo Renzi e di Italia Viva – il partito che a Palazzo Chigi vorrebbero disarticolare; la seconda, più ambiziosa ma poco praticabile, adombra quello che con enfasi viene chiamato esecutivo “istituzionale” o di “unità nazionale”. Senza che nessuno abbia chiaro come realizzarlo. Riaprire il negoziato con Renzi sarebbe la via più breve, ma a chi spetta prendere l’iniziativa?
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Chiale Stefania 
Titolo: Lombardia arancione da domani Lo scontro sull’Rt sbagliato
Tema: Tensione esecutivo – Regione Lombardia sulla zona rossa

Con un indice di contagio Rt sceso a 0.82, inferiore rispetto ad altre 18 regioni d’Italia, la Lombardia da domani torna in zona arancione. Il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà l’ordinanza che attesta il passaggio cromatico, finora vincolato allo scadere del 31 gennaio o alla sentenza del Tar del Lazio a cui la Regione si era rivolta. E invece il cambiamento, con una settimana di anticipo rispetto a quanto previsto dalle normative, è stato motivato dai nuovi dati emersi dal monitoraggio settimanale della Cabina di regia e dalla rettifica, da parte della Regione Lombardia, dei valori che l’avevano spedita in zona rossa. Rettifica certificata dall’istituto superiore di sanità, e smentita da Palazzo Lombardia, alla fine di una giornata di accuse, contro accuse e polemiche. Tre sono gli scenari indagati con l’esercitazione scolastica della spartizione dei seggi possibile: quello attuale che rispecchierebbe i partiti in campo, quello con il partito di Con te e quello con il premier capo politico del Movimento 5 Stelle. Da tenere in considerazione che con l’attuale legge elettorale la soglia di sbarramento è al 3% e ad oggi, dopo il referendum costituzionale, avremmo 600 deputati di cui 400 alla Camera e 200 al Senato. Nelle tre ipotesi avremmo una spartizione di seggi tra 5 o 6 partiti, ma con delle differenze importanti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: «Diritto ai ristori per le attività tenute chiuse» – «Salvini? Si faccia spiegare da Fontana Il sistema funziona lo dicono i numeri»
Tema: Intervista a Francesco Boccia – Tensione esecutivo – Regione Lombardia sulla zona rossa

Ministro Francesco Boccia, per un clamoroso errore la Lombardia ha fatto una settimana in rosso. Il sistema dei tre colori è da rifare? «Il sistema funziona, ancora una volta lo ha dimostrato. La prima volta l’Rt della Lombardia scese di oltre un punto. E anche ora, grazie alle misure regionali e alle limitazioni delle festività, è tornato sotto l’1. Fontana accusa il governo di aver calunniato la regione. Chi ha sbagliato? «Il presidente Fontana conosce il rigore dell’Istituto superiore di sanità e sa come sono andate le cose. A volte basta dire la verità per essere nel giusto. I dati trasmessi la scorsa settimana erano incompleti, per ammissione degli uffici di Regione Lombardia. Questa settimana hanno trasmesso e certificato dati che loro stessi hanno definito “rettificati”». Avete evitato in tempo la sentenza di lunedì del Tar, che avrebbe fatto fare una pessima figura al governo? «Il governo si è attenuto ai dati di Regione Lombardia e non c’era bisogno del Tar ». Tocca allo Stato pagare i danni, come accusa Salvini? «Poiché la Lombardia è stata area rossa, le attività chiuse hanno diritto automatico ai ristori. Salvini? Come spesso capita non sarà stato informato da Fontana, eppure dovrebbe conoscere bene la regione che la Lega governa».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Ferrari Gilda 
Titolo: Vaccini, la rabbia di Arcuri “Non mi fido più di Pfizer”- Arcuri: “Pfizer inadempiente Pronti a portarli in tribunale”
Tema: Intervista a Domenico Arcuri – Vaccini

«La riduzione del 20% della fornitura dei vaccini Pfizer non è una stima. È una triste certezza. Purtroppo con Pfizer e nella quotidiana applicazione della gestione dell’emergenza io non sono più a mio agio con le stime. Non mi servono le rassicurazioni, mi servono i vaccini». Sono sempre più aspri i toni dello scontro tra il commissario straordinario all’emergenza Covid Domenico Arcuri e Pfizer per il mancato rispetto degli accordi nelle consegne. Arcuri ieri era a Genova per partecipare alla commemorazione di Guido Rossa, operaio e sindacalista dell’allora Italsider ucciso dalle Brigate Rosse 42 anni fa. La strada della battaglia giudiziaria con la multinazionale americana sembra ormai senza ritorno. I toni si sono fatti sempre più duri, la rottura appare inevitabile. «Dal punto di vista contrattuale – spiega Arcuri – la fornitura dei vaccini è molto semplice. L’Unione europea con i produttori del farmaco ha sottoscritto u n contratto in nome e per conto dei 27 Stati membri. Inoltre, ogni Stato membro, quindi anche l’Italia, ha sottoscritto dei contratti derivati rispetto al contratto generale. Sul contratto generale dell’Ue ci sono quantità, termini, scadenze per la consegna e questi sono richiamati anche nei contratti dei vari Paesi».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Bonini Carlo 
Titolo: L’analisi – La mossa del cavallo – Il premier cambia faccia all’intelligence e porta a casa il grosso della posta
Tema: Servizi segreti

Giuseppe Conte chiude la partita sul controllo dell’Intelligence, uno dei capitoli cruciali nell’apertura della crisi e passaggio decisivo per gli equilibri futuri del delicatissimo rapporto tra poteri del premier, apparati e Parlamento, con la mossa del cavallo. Che lo libera da un assedio consentendogli di portare a casa parte significativa della posta. Se non tutta, quella decisiva. La nomina del suo consigliere diplomatico, l’ambasciatore Piero Benassi, a sottosegretario con delega al Servizi e quelle, a cascata, di tre vicedirettori nelle due agenzie operative – il suo consigliere militare Carlo Massagli e il generale della Finanza Luigi Della Volpe all’Aise, il generale del carabinieri Carlo De Donno all’Aisi – riscrivono infatti non solo i rapporti di forza all’interno dei vertici dell’Intelligence, rompendo l’isolamento durato due anni del direttore del Dis, Gennaro Vecchione, “proxy” di Conte. Ma portano a compimento il disegno a lungo accarezzato dal premier di “doppia re”, attraverso lo strumento e il controllo del Servizi, le funzioni proprie di dicasteri chiave come  il ministero degli Esteri e quello dell’Interno fino ad assumerne di fatto la sostanza su di sé.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Perrone Manuela – Pogliotti Giorgio 
Titolo: Recovery plan, Conte vede i sindacati e apre a modifiche
Tema: Recovery Plan

Ai sindacati visti ieri in videocollegamento da Palazzo Chigi Giuseppe Conte ha teso le mani, riannodando i fili di un rapporto fermo agli Stati generali di giugno e promettendo «un confronto intenso e costruttivo» sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Questo passaggio con voi ci spingerà a modificareulteriormente, perquanto necessario e opportuno, questo progetto» di Recovery Plan. Un piano che per il premier «serve a far fare un salto di qualità alla nostra capacità produttiva e occupazionale». Ma anche un documento che, dopo sei mesi di lavoro e di rassicurazioni, appare ancora un work in progress: la versione finale dovrà recepire tanto le osservazioni di sigle e imprese (Confindustria e le altre associazioni datoriali sono attese lunedì da Conte) quanto quelle che arriveranno dal Parlamento.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  … 
Titolo: Recovery, ecco i paletti per ottenere i fondi Ue I controlli? Semestrali
Tema: Recovery Plan

La Commissione Ue ha pubblicato le linee guida definitive che spiegano come devono essere redatti i piani di ripresa e resilienza nazionali (con sistema di controllo annesso), che danno accesso ai fondi di Next Generation Eu, per superare l’esame di Bruxelles e del Consiglio: 55 pagine più un template che aiuta alla compilazione. Ora i governi possono passare dalle bozze al piano vero e proprio. Ci sono alcune differenze rispetto al documento di settembre perché nel frattempo Consiglio e Parlamento Ue hanno trovato l’accordo sulla governance della Recovery and Resilience Facility, che ha portato ad alcune modifiche. Ora il piano si deve basare su «sei pilastri», che comprendono oltre alla transizione verde e digitale anche una crescita inclusiva, con riferimento esplicito alla parità di genere, alle politiche per le future generazioni e al tema sociale (che gioca un ruolo anche nella valutazione degli impatti delle riforme e dei progetti). Sono s tati inseriti anche Investimenti per favorire l’autonomia strategica nel digitale e i progetti transfrontalieri. «Gli Stati membri sono invitati — si legge nel documento — a descrivere l’impatto del loro piano sulla qualità, composizione e sostenibilit&agr ave; a lungo termine delle finanze pubbliche e sulle riserve finanziarie nel settore privato come indicatore della resilienza finanziaria».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Onida Fabrizio 
Titolo: Circolo virtuoso per coinvolgere capitali privati nel Recovery plan
Tema: Recovery Plan

Superati gli scogli della crisi in corso, il governo ha poco più di tre mesi per predisporre e far approvare dal Parlamento il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) articolato per progetti specifici, modalità di realizzazione e tempistiche. L’entità delle risorse che l’Europa mette in campo fa tremare i polsi: per la sola Italia 210 miliardi (sui 750 totali) di cui 83 di sovvenzioni e 127 di prestiti rimborsabili in un orizzonte di molti anni. Senza contare altre decine di miliardi assegnati sui fondi nazionali nel Quadro pluriennale di finanza pubblica. Vengono indicate sei “Missioni”, largamente coincidenti con gli indirizzi espressi nei Pnrr dei Paesi europei: •digitalizzazione-innovazione-competitività-cultura; •rivoluzione verde e transizione ecologica; •infrastrutture per la mobilità sostenibile; •istruzione e ricerca; •inclusione e coesione; •salute. Il CdM del 12 gennaio ha approvato una dettagliata&nbs p;proposta di interventi su ben 160 pagine, come base di discussione per il confronto col Parlamento, oltre che con la più ampia platea di regioni ed enti locali, parti sociali, terzo settore, reti di cittadinanza.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Cellino Maximilian 
Titolo: L’instabilità colpisce Borsa e spread Bond decennali, la Grecia batte l’Italia
Tema: L’andamento dei mercati

L’ondata di contagi che non si arresta e minaccia di rimandare la sospirata ripresa economica alla seconda parte dell’anno, le incertezze che avvolgono ancora il futuro del Governo Conte e, da ultimo, anche i timori di una Bce meno propensa a intervenire in modo massiccio sui mercati nei mesi a venire creano l’ambiente ideale per mettere nel mirino degli investitori l’Italia, la sua Borsa e i suoi titoli di Stato. Così, nella seduta finale di una settimana cruciale, densa di tensioni e avvenimenti e che sembrava potersi concludere quasi senza danni, Piazza Affari si ritrova con un passivo a carico dell’1,52% e la peggiore performance fra i listini del Vecchio Continente, peraltro tutti chi più, chi meno, in discesa. Ma fa ancora più notizia il nuovo e per certi versi inatteso allargamento dello spread fra BTp e Bund, che si è portato ieri a 123 punti base fino a rivedere i livelli di novembre. E soprattutto il fatto che il rendimento del decennale italiano , fino a qualche settimana fa attorno allo 0,50%, sia ormai salito fino allo 0,72% e abbia così superato anche quello della Grecia, fermo sulla stessa scadenza allo 0,71%, insediandosi nella poco ambita ultima posizione fra i titoli governativi in Europa.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Marro Enrico 
Titolo: Moody’s: Italia, rischio incertezza Borsa giù, spread a quota 126
Tema: L’andamento dei mercati

L’incertezza politica preoccupa i mercati e già se ne avvertono le conseguenze. Ieri, mentre la Borsa ha chiuso a – 1,5% e lo spread tra Btp e Bund tedeschi è salito a 126 punti base (non accadeva da novembre) l’agenzia di rating Moody’s ha pubblicato un report sull’Italia che suona come un campanello d’allarme, fin dal titolo: «Governo italiano: una maggioranza più fragile intensifica le sfide politiche post-pandemiche». Una sorta di avvertimento, visto che la stessa Moody’s ha confermato lo scorso novembre il rating sul debito sovrano dell’Italia a Baa3, appena un gradino sopra al livello junk (spazzatura), e che il 7 maggio è in calendario la prossima valutazione. Il fatto che l’esecutivo Conte abbia perso il sostegno di Italia viva e non disponga al Senato della maggioranza assoluta apre, secondo Moody’s, uno scenario rischioso.
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Testata:  Sole 24 Ore
Autore:  Pesole Dino
Titolo: L’analisi – Le previsioni del Governo: servono 10 anni per portare il debito/Pil sui livelli del 2019
Tema: Debito pubblico

Un decennio, dunque, per riassorbire l’incremento esponenziale registrato nel 2020 a causa della pandemia. Si parte dal 157% del Pil (un punto in meno rispetto alla Nota di aggiornamento del Def), lo stesso livello atteso quest’anno, quando invece si stimava una leggera discesa al 155,6 per cento. È l’inevitabile conseguenza del combinato di una crescita del prodotto più contenuta rispetto al “rimbalzo” del 6% stimato solo qualche mese fa (5,1% nel profilo tendenziale), e dell’incremento del deficit. Nella nuova previsione (di cui darà conto ad aprile il nuovo Def) si va verso l’8,8% in rapporto al Pil, dunque 1,8% punti percentuali in più rispetto al 7% indicato in precedenza. La tabella di marcia del Mef prevede che nel 2022 e 2023 si possa conseguire una riduzione del debito pari a circa 2 punti percentuali annui, e poi lentamente verso la situazione pre-Covid.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Di Maio Luigi 
Titolo: Dalle esportazioni alla politica: i progetti chiari portano risultati
Tema: La lettera di Luigi Di Maio – l’export

Caro Direttore, il momento che stiamo attraversando è complicatissimo. La crisi in corso rischia di avere pesanti ripercussioni sulla nostra economia e in queste ore stiamo lavorando intensamente per offrire un’opportunità di coesione intorno ad un progetto politico chiaro e trasparente. I cittadini, le famiglie, le fasce più fragili ma soprattutto il nostro comparto produttivo chiedono di essere ascoltati. E ritengo che alla base di ogni scelta o iniziativa politica la pianificazione sia un elemento propedeutico e centrale. In questa cornice, credo sia altrettanto utile e importante sottolineare i risultati fin qui ottenuti proprio grazie all’intraprendenza mostrata dal ministero degli Esteri nel pieno della prima ondata Quando il virus ci aveva lasciato immobili e sopresi, anche con il prezioso supporto del sottosegretario Manlio Di Stefano e dell’ambasciatore Lorenzo Angeloni abbiamo fin da subito elaborato un piano, il Patto per l’export, che oggi sta gi&agra ve; offrendo i primi – seppur parziali – segnali di ripresa II dato tendenziale e congiunturale sulle esportazioni del mese di novembre, che l’Istat ha certificato pochi giorni fa, testimonia infatti ancora una voltale straordinarie capacità dei nostri imprenditori, evidenziando un elemento chiave, ovvero che la crescita si ottiene solo perseguendo un progetto ispirato a una visione.
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Testata:  Sole 24 Ore
Autore:  D.Col – G.Pog.
Titolo: Covid, effetto positivo sul lavoro agile ma persi 42mila contratti
Tema: Lavoro

Con l’emergenza Covid il mercato del lavoro nel 2020 ha segnato un saldo negativo di 42mila contratti. Le cessazioni (4,823 milioni) hanno superato le attivazioni (4,781 milioni), mentre nel 2019 il saldo era positivo per 300mila posti di lavoro. Un’analisi congiunta ministero del Lavoro – Banca d’Italia evidenzia come il flusso complessivo di nuove posizioni di lavoro permanente nel 2020 è stato positivo (260mila) ma con 90mila contratti in meno rispetto al 2019. A soffrire di più è il contratto a tempo determinato che segna un saldo negativo di 252mila posizioni. Sui due andamenti ha inciso, oltre al clima di incertezza legato alla pandemia, il blocco dei licenziamenti in vigore dallo scorso 17 marzo che ha spinto le aziende in difficoltà a non confermare i contratti temporanei alla scadenza
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ippolito Luigi 
Titolo: Johnson: variante inglese più letale dei 30% AstraZeneca, consegne in ritardo nella Ue
Tema: Covid e vaccini

Boris Johnson lancia l’allarme: la variante inglese del coronavirus uccide di più. L’esempio fatto dai consiglieri scientifici del governo britannico è quello dei sessantenni: se in quella fascia di età, con la variante «tradizionale», soccombono 10 persone ogni 1000 contagiati, con la variante inglese ne muoiono 13-14. Questo vuol dire una letalità più alta del 30-40 per cento. Finora si riteneva che la variante del Covid individuata per la prima volta nel sud del l’Inghilterra, fosse solo più contagiosa del 70 per cento: ma ora si scopre che è anche più pericolosa. La buona notizia arriva però dal fronte dei vaccini: funzionano anche con la variante inglese. E dunque Londra spinge sull’acceleratore dell’immunizzazione di massa, in una disperata corsa contro il tempo rispetto al diffondersi dei contagi: a ieri in Gran Bretagna erano state vaccinate circa 5 milioni 400 mila persone, con un record di 400 mila iniezioni nelle precedenti 24 ore.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Deaglio Mario 
Titolo: Strategie anti Covid e i confini delle libertà
Tema: Covid e vaccini

Ha fatto bene, naturalmente, Joe Biden a firmare subito un pacchetto di “ordini esecutivi” che bloccano alcuni dei meccanismi più dannosi messi in moto dal suo predecessore. Ha fatto bene, ma non basta. C’è infatti un punto che Biden, come pressoché tutti i capi di stato e di governo, ha finora evitato e che influenza sia il nostro presente sia il nostro futuro: i rapporti tra gli stati, presi individualmente o collettivamente, e i “grandi” delle nuove tecnologie, da Internet all’intelligenza artificiale. Compresi i produttori di vaccini anti-coronavirus. Non bisogna procedere a facili colpevolizzazioni ma l’attuale mancanza di regole semplicemente non può andare avanti: partendo proprio dalla pandemia, si dà il caso di una società produttrice di un vaccino anti-Covid che non rispetta un obbligo contrattuale con l’Unione europea, adducendo come motivo non meglio precisati “problemi produttivi”. Il che potrebbe anche mandare all’aria l’intera strategia anti-Covid di molti, o addirittura tutti i Paesi de ll’Unione e ritardare almeno di un trimestre il nostro recupero economico. Sarebbe facile puntare il dito su questa società ma non sta qui il vero problema: esso consiste nella carenza di informazioni sulle sue intese con l’Unione, della mancanza di una procedura d’incontro tra singole imprese e singoli governi, mentre simili tavoli esistono per le controversie tra “pari grado”, ossia tra un’impresa e un’altra impresa oppure tra un governo e un altro governo. In questo modo, i cittadini sono alla mercé didecisioniunilateralidelle imprese che potrebbero aumentare contagi e mortalità.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Impeachment a Trump, via al processo I repubblicani divisi prendono tempo
Tema: USA

Doppio schermo per la politica americana. Da una parte i piani di Joe Biden per contrastare il Covid-19 e rilanciare l’economia; dall’altra il processo a Donald Trump. La Speaker della Camera, Nancy Pelosi, trasmetterà la risoluzione di impeachment al Senato, lunedì 25 gennaio. A quel punto, stando alle regole, dovrebbe cominciare immediatamente la fase finale per stabilire se l’ex presidente abbia «incitato all’insurrezione», cioè all’assalto di Capitol Hill il 6 gennaio. Ma il calendario è ancora fluido. Date e regolamenti si incrociano con le spinte della nuova amministrazione e con le divisioni nel partito repubblicano. Ora spetta al democratico Chuck Schumer, nuovo leader della maggioranza nella Camera Alta, dettare l’agenda. La sua controparte, il repubblicano Mitch McConnell, ha chiesto di rinviare il dibattimento fino a metà febbraio, per consentire a Trump «di organizzare la sua difesa».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Biden alza il salario minimo 15 dollari l’ora contro il Covid
Tema: USA

«Troppi americani non possono permettersi di aspettare. Dobbiamo agire, agire subito». Joe Biden vara aiuti d’emergenza per i più poveri, accelera la distribuzione degli assegni federali, aumenta i buoni pasto, alza il salario minimo a 15 dollari l’ora. Deve giostrare però con l’arrivo dell’impeachment contro Donald Trump, che interferisce con la sua manovra di spesa pubblica più sostanziosa. Nel terzo giorno dall’insediamento, Biden affronta l’emergenza economica. Le nuove 900.000 richieste di indennità di disoccupazione presentate la settimana scorsa hanno confermato una battuta d’arresto nella ripresa americana. Mentre da un lato il presidente cerca di accelerare le vaccinazioni con leggi di guerra e mobilitazione della protezione civile, sul fronte sociale vuole agire subito per venire incontro alle fasce deboli della popolazione.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: Il retroscena – Hickey, un imprenditore della Silicon Valley per l’ambasciata a Roma
Tema: USA

La corsa all’ambasciata di via Veneto è appena iniziata, con tanti pretendenti, ma un candidato sta emergendo come favorito. Si chiama Doug Hickey, era capo della delegazione americana all’Expo di Milano, ha un solido passato di imprenditore nella Silicon Valley, ed è stato fra i principali finanziatori di Kerry, Obama e Biden, che ha anche ospitato a casa sua. Roma è sempre una destinazione ambita, non solo per la sua bellezza. Il capo della Casa Bianca vuole rilanciare i rapporti con l’Europa, e ciò apre grandi opportunità. Lo ha dimostrato il consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan, che nel primo giorno di lavoro ha chiamato i colleghi di Francia, Germania, Regno Unito e Giappone. «Con i partner europei – ha spiegato la portavoce Emily Horne – ha sottolineato l’intenzione di rafforzare le alleanze transatlantiche e ha affermato che gli Usa sono pronti a lavorare insieme su una serie di priorità condivise, comprese Cina, Iran e Russia». Roma nota che la sua assenza non è un caso diplomatico, ma è dipesa dal cambiamento di ruolo del consigliere di Palazzo Chigi Benassi. Il contatto avverrà a breve, ma intanto la Farnesina si è mobilitata per facilitare un colloquio o un incontro fra il segretario di Stato Blinken e il ministro Di Maio.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Pennisi Martina 
Titolo: I minori e l’età Il Garante blocca TikTok – TikTok, scatta il blocco immediato «Il social accerti l’età degli utenti»
Tema: Il Garante blocca TikTok

Tiktok deve, di fatto, fermarsi in Italia fino al 15 febbraio. Lo ha deciso il Garante per la privacy, anticipando gli esiti delle due inchieste della Procura di Palermo sulla morte di una bambina di 10 anni. E’ l’età la leva del divieto senza precedenti nel nostro Paese: per la legge italiana i minori di quattordici anni non possono avere un profilo su piattaforme come TikTok, YouTube o Facebook senza il consenso dei genitori. Secondo le regole dell’app della cinese Bytedance, è vietata l’iscrizione agli under 13. Sembra, invece, che la bambina di Palermo avesse più profili su diversi social e che su TikTok, che in Italia ha circa 8 milioni di iscritti, possa essersi imbattuta in una sfida che l’ha portata a legarsi una cintura intorno al collo. Il suo cellulare è stato sequestrato e aiuterà a fare chiarezza, ma intanto il Garante ha accelerato ripartendo da una contestazione avanzata in dicembre: TikTok non tutela i minori, anche perch&eacute ; è troppo facile aggirare il limite dell’età (basta mentire quando si compila il form).
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Testata:  Corriere della Sera 
Titolo: «Almeno fino ai 12 anni non lasciate i figli soli quando navigano in Rete»
Tema: Intervista a Nunzia Ciardi (Polizia Postale) – TikTok

I fanatici dell’autolesionismo blue whale, il bambino che si uccide seguendo l’uomo col cappuccio, adesso la bimbetta che muore in una sfida social su TikTok. Ogni volta che la cronaca ci costringe a guardare nell’oscurita del web, ecco la domanda di sempre: cosa fare per evitare che i nostri figli finiscano preda di tutto questo? Nunzia Ciardi, direttore della Polizia postale, premette che «non sarebbe corretto parlare del caso di questa bambina perché ci sono indagini in corso, quindi non lo farò». Sarebbe invece «necessario che chi ha a che fare con minori avesse sempre in mente quella domanda: come faccio a difenderli da certi contenuti della Rete?». Come si fa, secondo lei? «Per esempio se ho un bambino piccolo — e sto parlando di 4-6 anni — dovrei evitare di lasciarlo solo davanti a un dispositivo pensando che tanto lo sa usare e si cerca da solo il filmato o il cartone animato. Si potrebbe ritrovare di fronte a immagini t erribili. Crescendo — diciamo fino ai 10-12 anni — sarebbe opportuna almeno una navigazione semicontrollata». Con l’adolescenza diventa tutto molto più difficile. «Ma lì bisognerebbe aver già seminato… Se è stato fatto &eg rave; più facile cogliere i segnali d’allarme».
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