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SINTESI IN PRIMO PIANO – 20 settembre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Elezioni: si teme una bassa affluenza
– Corona virus: allarme contagi
– Enea ed Eni verso il nucleare pulito
– 150 anni dalla Breccia di Porta Pia

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Foschi Paolo 
Titolo: Voto, si teme una bassa affluenza – L’incognita dell’affluenza Scrutatori, corsa a ostacoli
Tema: Timore per le elezioni

La grande incognita della prima tornata elettorale ai tempi della pandemia è l’affluenza alle urne. Un inquietante prologo è andato in scena ieri, quando dal nord al sud è scattata la fuga dei presidenti di seggio e degli scrutatori. Le defezioni in massa sono state attribuite alla paura del contagio. Subito è partita la ricerca di sostituti, il Comune di Milano ha lanciato un appello sui social per coprire i posti rimasti all’improvviso vacanti, oltre 80 tra i presidenti. E in poche ore sono state raccolte disponibilità superiori alle esigenze. Si va comunque alle urne in un clima di incertezza: 46 milioni di italiani sono chiamati a pronunciarsi sul referendum sulla riforma costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari (non è richiesto alcun quorum), ma si vota anche per rinnovare le cariche elettive in sette Regioni (Veneto, Toscana, Marche, Campania, Liguria, Puglia e Val d’Aosta) e in 962 Comuni (fra cui i capoluoghi regionali Trento, Venezia e Aosta).
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Foschini Giuliano – Sannino Conchita 
Titolo: Virus, emergenza ai seggi – Paura Covid, fuga degli scrutatori In campo la Protezione civile
Tema: Timore per le elezioni

Settantacinquemila scrutatori e trentamila presidenti di seggio mancanti, che non hanno risposto alla chiamata dei loro Comuni per paura da contagio Covid 19. Una corsa all’ultimo momento per cercare di sostituirli, utilizzando personale della Protezione civile e dipendenti comunali richiamati dai riposi. Una situazione che ha rischiato di essere irrecuperabile e che, invece, nella tarda serata di ieri suonava più o meno così: il voto oggi e domani per la consultazione referendaria e per le elezioni amministrative, laddove ci sono, si terrà regolarmente. I seggi sono tutti costituiti. I soli problemi ancora irrisolti erano a Roma e a Napoli dove, nella notte, sono stati allertati i vigili urbani. Non è però tutto finito: la grande paura è per oggi dove, le rigide norme di sicurezza ai seggi, costringeranno inevitabilmente molte persone a restare all’esterno delle scuole dove si vota. Con rischio assembramenti. «L’obiettivo è però assicurare il voto a tutti» spiegano dal Viminale,in particolare alle persone fragili, gli anziani, che potrebbero essere spaventati dall’esercitare il loro diritto. E il loro voto pesa. Non poco. In Italia sono chiamati al voto oggi 46 milioni e 415.806 elettori, divisi per un totale di 61.622 sezioni. Gli scrutatori sono 150mila all’incirca. Secondo una stima effettuata dall’Anci, ha rinunciato la metà. Mentre trentamila all’incirca sono i presidenti di seggio che hanno dato forfait.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Conti Marco 
Titolo: L’analisi – La posta in gioco per leader e governo – Cosa si giocano i leader
Tema: Timore per le elezioni

A palazzo Chigi si incrociano le dita nella speranza che nessuno dei due principali partiti della maggioranza drammatizzi o enfatizzi troppo i risultati elettorali. Con i 5S impegnati sul referendum e il Pd sulle regionali, il rischio del corto circuito è forte. Sul referendum la partita è quasi scontata. Affluenza e percentuali diranno quanto è ancora alto il sentiment antipolitico ma effetti sul governo sono da escludere. II voto al tempo del Covid ha depotenziato molte delle tradizionali ricadute delle consultazioni regionali, anche se il centrodestra – in caso di vittoria schiacciante – chiederà al Quirinale di valutare un ritorno rapido alle urne. A differenza di ciò che accadde in Umbria, stavolta Giuseppe Conte si è guardato bene dall’intervenire nelle campagna elettorale. Ha espresso un suo favore per il quesito referendario, ma poichè la maggioranza è andata in ordine sparso, ha evitato persino le foto con i candidati. Eppure il tasso di nervosismo dei partiti della maggioranza è altissimo e destinato a scuotere già da domani sera l’esecutivo. Ufficialmente nessuno chiede un rimpasto, ma una messa a punto sarà inevitabile e non è detto che non si concluda con qualche avvicendamento che potrebbe anche rafforzare l’esecutivo-Conte e blindarlo sino alla fine della legislatura.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Colombo Monica 
Titolo: Stadi aperti, 1000 spettatori con mascherina
Tema: Riaprono gli stadi

Con il mondo del calcio in rivolta e le Regioni all’attacco a colpi di ordinanza per agevolare un afflusso parziale dei tifosi allo stadio, il governo apre gli impianti fino a un massimo di mille persone su tutto il territorio. Mentre si concludeva Fiorentina-Torino, antipasto della prima giornata della stagione, dopo polemiche e fughe in avanti dei governatori, da un vertice convocato d’urgenza dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, con il titolare dello Sport Vincenzo Spadafora, quello della Salute Roberto Speranza e il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, nasceva la decisione attesa dalle istituzioni calcistiche. L’annuncio di venerdì del ministro dello Sport di consentire l’ingresso di mille persone agli Internazionali di tennis è stata la mossa che ha scatenato una serie di reazioni.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Giambertone Francesco 
Titolo: Meno contagiati ma 24 vittime Europa, è allarme – Aumentano le vittime: 24 in un giorno
Tema: Coronavirus

Ventiquattro morti in 24 ore. II numero di vittime quotidiane da Covid-19 comunicato ieri dal ministero della Sanità è il più alto in Italia dal 7 luglio: da allora non c’erano mai stati più di 20 morti in un giorno. E invece sabato sono più che raddoppiati dai 10 del giorno precedente, a fronte di un lento e costante aumento delle persone in terapia intensiva (ora 215, +5 su venerdì, raddoppiate in 18 giorni) e di un lieve calo di nuovi casi: ieri ne sono stati registrati 1.638, quasi 300 in meno di venerdì, su oltre 103 mila tamponi. E positivo l’1,59% dei test: in linea con la media delle ultime tre settimane, da quando anche qui si è assistito a un nuovo aumento di contagi. La Lombardia resta la regione più colpita: quella con più casi — 243 ieri — e con più decessi, ben 9, quasi quanti in tutta Italia il giorno prima. Seguono il Lazio con 197 positivi e il Veneto con 186, ma la seconda regione per vittime è la Liguria, dove sono morte quattro persone. Per il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università degli Studi di Milano, intervistato da Adnkronos, il balzello nel numero di vittime (ora in totale 35.692 da inizio pandemia) è dovuto «all’innalzamento dell’età media degli infetti», che in piena estate erano invece soprattutto giovani. Ma la situazione italiana è meno delicata di quella di altri Paesi europei.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Fiori Simonetta 
Titolo: Porta Pia Roma libera e italiana
Tema: Breccia di Porta Pia

«Romani! La mattina del 20 settembre 1870 segna una data delle più memorabili nella storia. Roma ancora una volta è tornata, e per sempre, ad essere la grande Capitale d’una grande Nazione!». Così il generale Raffaele Cadorna salutò la conquista della città eterna dopo aver aperto una breccia a pochi metri da Porta Pia. Alle 10 del mattino di centocinquant’anni fa i primi bersaglieri e fanti del neonato Stato italiano fecero il loro ingresso a Roma, portando a compimento il processo di unificazione nazionale e mettendo fine al millenario potere temporale del papa re. Una data storica – come la cele di Simonetta Fiori brò Cadorna – che però è stata largamente dimenticata dagli italiani, per il quale il Venti Settembre è il nome di una via o di una piazza. Eppure rappresentò una ferita lacerante per il mondo cattolico italiano, come racconta in queste pagine lo storico Andrea Riccardi, che traccia una piccola memoria famigliare di quell’apocalisse in una cittadina umbra. Uno stordimento presto superato dal realismo dei romani papalini che impararono in fretta a fare affari con i “buzzurri”. Nasceva allora, con la Breccia di Porta Pia, un conflitto tra Stato e Chiesa che avrebbe conosciuto alterne vicende: sullo stato attuale di questi rapporti interviene Francesco Margiotta Broglio, studioso del diritto cresciuto alla scuola di Arturo Carlo Jemolo e di Lelio Basso, e protagonista del Concordato siglato nell’84. Porta Pia rappresentò l’ultima battaglia del Risorgimento, la cui premessa politica e teorica era stata disegnata con lucidità da Camillo Benso conte di Cavour nei tre discorsi su Roma capitale pronunciati nel neonato Parlamento italiano tra il marzo e l’aprile del 1861.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  … 
Titolo: Intervista ad Antonio Patuelli – Patuelli. La dottrina Cavour e il sogno mai realizzato – “Il sogno di Cavour nascosto in tre discorsi come una profezia”
Tema: Breccia di Porta Pia 

«Non si potrebbe comprendere Porta Pia senza i tre discorsi di Cavour, che ne costituiscono la premessa teorica e politica». Antonio Patuelli si definisce «un banchiere con l’hobby del Risorgimento». Tra il marzo e l’aprile del 1861, nel Parlamento del neonato Stato italiano, Cavour illustrò le ragioni per cui fosse necessario non solo annettere Roma ma farne la capitale, altrimenti la nazione sarebbe risultata incompiuta. «Quegli interventi del primo presidente del Consiglio d’Italia erano il frutto di un lungo processo culturale e storico cominciato con Dante. E non è un caso che a Dante si richiami esplicitamente Mazzini per elaborare il sogno dell’unità d’Italia con Roma capitale. Cavour fa proprie le suggestioni mazziniane adattandole alle forme realisticamente possibili». Nei discorsi di Cavour va cercata l’origine concettuale oltre che politica della formula “libera Chiesa in libero Stato”. «Questo è il pilastro di tutto il suo argomentare: il Papa doveva convincersi che non aveva bisogno del potere temporale ossia di essere anche Re per esprimere il suo magistero nella pienezza dell’autorità religiosa. L’autonomia del Pontefice, dice Cavour, si tutela ancora di più mettendo fine alla sua sovranità temporale. Da qui nasce la formulazione dell’indipendenza dei due poteri, il civile e il religioso, che non devono mai sovrapporsi ma procedere come due rette parallele».
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Dominelli Celestina 
Titolo: Enea-Eni guidano l’Italia verso il nucleare pulito – L’asse Enea-Eni con la filiera italiana per accelerare il nucleare «pulito»
Tema: Asse Enea- Eni per il nucleare

Nel percorso che porterà nel 2050, se tutto procede senza intoppi, a Demo, il primo reattore ncleare in grado di produrre su larga scala energia elettrica da fusione pulita, e a basso costo, l’Italia è scesa in campo, forte di una tradizione fatta di solide competenze scientifiche e di eccellenze indusriali, che ne fanno uno dei principali protagonisti in questo settore in Europa e nel mondo. Un ruolo cruciale, dunque, che si snoda attorno al Dtt (Divertor Tokamak Test), il progetto messo in pista da Dtt Scarl, la società costituita dall’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile presieduta da Francesco Testa, dall’Eni e dal consorzio Create (Consorzio di ricedca per l’energia, l’automazione e le teconlogie dell’automazione) che riunisce alcuni degli atenei più prestigiosi della penisola.Dtt avrà il suo baricentro a Frascati, nei pressi di Roma, e il suo “motore” sarà rappresentato da una macchina sperimentale concepita per sciolgliere alcuni dei nodi più complessi lungo il cammino della fusione, a cominciare dalla grande quantità di calore sprigionata da un simile processo.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Giliberto Jacopo 
Titolo: L’analisi – Le frontiere della scienza Più energia senza pericoli
Tema: Asse Enea- Eni per il nucleare
L’energia da fusione nucleare, la stessa che accende il sole e le altre stelle, non è ancora a un passo di distanza da noi. Però la frontiera è sempre più vicina. Le esperienze internazionali di Iter di Cadarache (alla periferia di Marsiglia) o del Dtt di Frascati cui lavorano l’Eni, l’Enea e Create ci stanno portando verso questa nuova forma di energia nucleare definita pulita. Ma avanzano anche le tecnologie per l’altro nucleare, quello tradizionale a uranio messo a punto perla prima volta nel 1943 da Enrico Fermi con il reattore Chicago-1. Si cerca di avere reattori che producano meno scorie, che siano meno esposti ad avarie e incidenti, che consumino meno combustibile nucleare ma soprattutto che siano più piccoli e compatti: oggi entrano nella sala macchine delle navi atomiche e dei sottomarini nucleari, un domani potrebbero avere dimensioni da cofano. Ecco le frontiere della ricerca e della tecnologia.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Colombo Davide – Rogari Marco 
Titolo: Pensioni: per i lavori gravosi a 62 anni, poi a 64 con penalità – Pensioni, ipotesi doppia uscita: a 62 anni solo per lavori gravosi
Tema: Nodo pensioni

Comincia il percorso di avvicinamento alla nuova era del “dopo” quota 100. Governo e sindacati si vedranno venerdì 25 settembre per cominciare a gettare le basi del nuovo assetto previdenziale, che dovrà entrare in vigore il 1° gennaio 2022 una volta terminata la sperimentazione triennale dei pensionamenti anticipati voluti dal Conte-1 a tinte giallo-verdi. II cammino sarà lungo, anche perché le attenzioni dell’esecutivo sono concentrate su due appuntamenti già in agenda e molto attesi: l’ormai irnminente legge di bilancio, che conterrà un mini-pacchetto pensioni ma senza grandi novità, e la definizione del Recovery plan italiano per dare una destinazione certa ai 209 miliardi aiuti europei messi a disposizione del nostro Paese. Ma anche se l’architettura del nuovo dispositivo di uscite dovrà essere disegnato il prossimo anno, come assicurato dal governo nel Programma nazionale di riforma (Pnr) inviato a Bruxelles, già da alcune settimane sono in corso valutazioni su alcune ipotesi per rendere meno rigido, e comunque sostenibile, il sistema pensionistico. E nel ventaglio di opzioni già sul tavolo c’è anche quella della “doppia flessibilità in uscita”. Che prevede anzitutto la possibilità di consentire ad una prima fetta di categorie di lavoratori, a cominciare da quelli che svolgono attività gravose o comunque usuranti, di andare in pensione già a 62 (o 63) anni con un’anzianità contributiva di 36 (o 37) anni senza eccessive penalizzazioni e con la possibilità di sfruttare il canale alternativo dell’Ape sociale in versione potenziata e strutturale.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pogliotti Giorgio 
Titolo: Il Governo: 3,5-4 milioni di posti in più – Sfida Recovery: 3,5-4 milioni di posti in più
Tema: Recovery fund

Bisogna aumentare il tasso di occupazione di 10 punti percentuali per arrivare alla media europea del 73,2% contro il 63% dell’Italia. È questo uno dei principali obiettivi economico -sociali di lungo termine indicati dal governo nelle linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che, tradotto in cifre, equivale ad un aumento di 3,5-4 milioni di occupati. Per vincere questa sfida occorrerà recuperare, anzitutto, il differenziale negativo di 15 punti relativo ai giovani della fascia d’età tra 15 e 24 anni che hanno un posto di lavoro, insieme al gap di 13,5 punti relativo all’occupazione femminile (ma il divario aumenta di parecchio se si guarda all’occupazione femminile al Sud) e di 5,6 punti tra gli uomini. Nel documento consegnato dal Governo al Parlamento che fa riferimento ai dati Eurostat relativi al 2019 per la fascia d’età tra 20 e 64 anni è contenuto anche l’obiettivo prioritario di raddoppiare il tasso di crescita dell’economia italiana (0,8% nell’ultimo decennio), portandolo «quantomeno in linea con la media Ue (1,6%)». Il primo motore dell’occupazione è rappresentato dalla crescita.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Moavero Milanesi Enzo 
Titolo: Ripresa, il freno delle incertezze – Recovery fund, la ripresa frenata dalle incertezze
Tema: Recovery fund

In Europa, da mesi il dibattito politico ruota intorno al cosiddetto Recovery fund volto a finanziare il rilancio economico con investimenti e riforme strutturali. La sfida per il suo impiego efficiente e rapido riguarda sia gli Stati, sia le istituzioni dell’Unione Europea. La diffusa tendenza è di badare perlopiù a cosa fanno o non fanno i governi, i Parlamenti e le pubbliche amministrazioni nazionali. In effetti, dalle loro scelte e dall’efficacia realizzatrice dipenderà buona parte del successo (mercoledì sono uscite le linee base italiane). Tuttavia, non va dimenticato che è l’Unione stessa, con i suoi organi operativi, che deve assicurare numerose decisioni nodali. Osservato da questa prospettiva, il contesto attuale continua a mostrare fluidità e incertezze che, malgrado le frequenti solenni asserzioni di buoni propositi, non confermano quell’immagine di ritrovato slancio che si vuole accreditare. Anzi, poiché a Bruxelles bisogna ancora approvare atti normativi chiave e chiarire vari punti, i più critici e dubbiosi evocano perfino possibili colpi di coda degli scontenti del compromesso raggiunto a luglio al Consiglio Europeo.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Orsini Jacopo 
Titolo: Dalla Ue 5 miliardi in più per l’Italia, il 70% al Mezzogiorno
Tema: Fondi Ue

Aumentano i fondi strutturali europei per le regioni italiane nel periodo 2021-2027. La Penisola nei prossimi sette anni potrà contare complessivamente su finanziamenti per oltre 37,3 miliardi, contro i circa 33,9 del precedente bilancio 2014-2020, una cifra che era già stata incrementata di 1,6 miliardi nel 2016 rispetto alla partizione originaria (cresciuta quindi di circa 5 miliardi). Le risorse saranno destinate in gran parte alle aree meno sviluppate del Sud: la distribuzione dovrebbe ricalcare infatti quella del settennato che si chiuderà a dicembre. I fondi messi a disposizione dall’Unione nel periodo 2014-2020 sono andati infatti per il 70% circa alle regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e a quelle definite in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna). Meno di un terzo è servito invece per finanziare i progetti messi in campo da quelli del Centro-Nord. Ma è vero che i governi che si sono succeduti negli ultimi anni, hanno utilizzato le risorse europee “in sostituzione” di quelle ordinarie per il Sud, che solo grazie ai contributi comunitari ha ttenuto risorse pari alla sua popolazione (34% di quella nazionale).
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Testata:  Giornale 
Autore:  De Francesco Gian_Maria 
Titolo: «Il Pil peggiora ancora» E la ripresa si allontana – Il governo peggiora le stime, Pil a -9%
Tema: Pil in peggioramento

Anche il ministro dell’Economia, roberto Gualtieri, si arrende al pessimismo degli analisti internazionali e peggiora le stime del Pil nel 2020, mantenendole, però, all’interno del calo a singola cifra da lui continuamente ribadito. Secondo fonti di Via XX Settembre, infatti, la nota di aggiornamento del Def, (Nadef), attesa entro domenica 27, il calo del prodotto interno lordo quest’anno sarà rivisto dal -8% di primavera al -9 per cento. Di conseguenza, peggiorerà anche il rapporto debito/Pil dal 155,7% di primavera al 158-159%, rapporto che assorbe anche i 100 miliardi di extradeficit approvati per finanziare i decreti emergenziali. Ua soglia sempre più allarmante che conferma come la crisi post-Covid sarà pesante. La lettura resta comunque più ottimistica rispetto a quella di autorevoli analisti. Come il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, secondo cui la caduta del Pil dovrebbe essere di poco inferiore al 10%, con una successiva, molto graduale, ripresa. Nel suo outlook di settembre, Fitch ha abbassato le stime sul calo del Pil italiano per il 2020 a -10%, dal precedente -9,5% di giugno. Nell’aggiornamento dell’Economic outlook diffuso in settimana, l’Ocse ha rivisto a -10,5% dal -11,3% di giugno (-14% con una seconda ondata di contagi) la contrazione del Pil 2020 dell’Italia
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Vallefuoco Valerio 
Titolo: Criptovalute, allarme criminalità L’anonimato facilita le mafie – Sulle criptovalute l’anonimato agevola il rischio criminalità
Tema: Criptovalute e criminalità

Continua il forte impegno internazionale del Gruppo d’azione finanziaria (Gafi) alla lotta al riciclaggio ed al finanziamento del terrorismo attraverso i cosidetti virtual asset. Dopo la revisione dell’implementazione dei suoi standard riveduti sulle valute virtuali e sui fornitori di servizi di valuta virtuale, avvenuta il 7luglio 2020, il Gafi ha completato la sua analisi del nuovo fenomeno pubblicando lo scorso 14 settembre 2020 un Report sugli indicatori di anomalia sulle valute virtuali. Come è ormai sempre più noto infatti gli asset virtuali utilizzano una tecnologia innovativa per trasferire rapidamente il valore in tutto il mondo e hanno molti potenziali vantaggi, tra cui la possibilità di effettuare pagamenti più veloci e meno costosi. Ma l’anonimato ad essi associato attira anche i criminali, che hanno utilizzato le criptovalute per riciclare i proventi di una serie di reati come il traffico di droga, il contrabbando illegale di armi, la frode, l’evasione fiscale, gli attacchi informatici, l’evasione delle sanzioni, ed addirittura lo sfruttamento dei minori e la tratta di esseri umani. Anche alcuni gruppi terroristici hanno utilizzato questo strumento per finanziare le proprie azioni.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Addio alla giudice amata dai liberal Trump all’assalto della Corte suprema
Tema: Trump-Corte suprema

E’ morta a 87 anni “la donna che cambiò i diritti delle dorme”, la giudice costituzionale Ruth Bader Ginsburg, una figura di eccezionale influenza nell’America contemporanea. Ma la sua scomparsa apre un nuovo scontro politico, drammatizza più che mai gli ultimi 45 giorni nella corsa alla Casa Bianca. Donald Trump, ignorando i desideri espressi dalla stessa Ginsburg in punto dl morte, annuncia: «Nominerò subito un sostituto». I democratici denunciano un colpo di mano, e ricordano un precedente: quando mori il giudice di destra Antonin Scalia nel febbraio 2016 mancavano nove mesi al voto ma i repubblicani al Senato boicottarono le nomine di Barack Obama insistendo che bisognava prima dare la parola agli elettori sulla scelta del nuovo presidente. Il candidato democratico alla Casa Bianca, Joe Biden, ora fa sua la posizione repubblicana di quattro anni fa: «Decidano gli elettori. Loro devono scegliere il nuovo presidente, e il presidente nominerà il candidato al seggio di Ruth Bader Ginsburg».
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Guaita Anna 
Titolo: Addio Ginsburg Ora Trump vuole un giudice amico – L’addio ingombrante di Ruth giudice paladina delle donne
Tema: Trump-Corte suprema

La tregua è durata meno di 12 ore. Alla notizia della morte del giudice Ruth Bader Ginsburg, il presidente ha ordinato che le bandiere fossero calate a mezz’asta e ha salutato la paladina dei diritti civili come «un Titano della legge». Ma il Paese ha avuto solo la notte per riprendersi dal dolore di aver perso un personaggio amato e stimato, che da anni combatteva contro un cancro al pancreas. Se morendo l’87enne giudice della Corte Suprema aveva espresso il desiderio di non essere rimpiazzata «fino a che non sarà installato un nuovo presidente», Donald Trump e il suo alleato al Senato Mitch McConnell non ci pensano neanche a soddisfare un simile desiderio. E già ieri mattina il presidente, che avverte la possibilità di rafforzare la sua base evangelica e conservatrice, ha annunciato che bisogna provvedere «al più presto» alla conferma di un nuovo giudice, mentre McConnel prometteva che quando il presidente sceglierà un nome «verrà subito messo ai voti al Senato»
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Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Argenio Alberto 
Titolo: Migranti, ecco il piano Von der Leyen: redistribuzione obbligatoria – Il piano Von der Leyen “Obbligo di distribuire tutti i migranti salvati”
Tema: Piano Ue per i migranti

Un sistema di ripartizione obbligatorio dei migranti salvati nel Mediterraneo. Questa è la vera novità del “Patto sui migranti”, la riforma del regolamento di Dublino che la Commissione europea di Ursula von der Leyen presenterà mercoledì prossimo a Bruxelles. Ed è anche il punto sul quale, già in queste ore, si concentra lo scontro all’interno dello stesso esecutivo comunitario e tra i diversi governi dell’Unione. Il meccanismo è pensato per aiutare Italia e Grecia, ma contiene alcune eccezioni che Roma e Atene vogliono limare. Sul fronte opposto, i quattro di Visegrad, baltici e Austria già si dicono contrari a qualsiasi forma di solidarietà obbligatoria. Ecco perché nei prossimi tre giorni le trattative saranno intense e i testi potrebbero essere modificati. Una volta presentata da Bruxelles, la riforma dovrà essere negoziata dai governi – e sarà battaglia – prima della sua approvazione finale.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ziniti Alessandra 
Titolo: Sbarcati 500 mila, ricollocati 13 mila ecco perché Dublino ha fatto flop
Tema: Piano Ue per i migranti

Mezzo milione di persone sbarcate negli ultimi cinque anni in Italia, 13.500 redstribuite in Europa, neanche 3 su 100. Nei tre anni di piano Ue di ricollocamenti (in teoria) obbligatori, dal 2015 al 2017,11 periodo della vera emergenza in cui in Italia approdarono più di 450.000 migranti, siamo riusciti a redistribuirne appena 12.000. Nel 2018, in assenza di qualsiasi accordo, un numero ridicolo: solo 189, sceso ancora – nei primi nove mesi del 2019 – a 125. L’accordo di Malta, voluto dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e firmato un anno fa con pochissimi Paesi `volonterosi”, ha portato ad un piccolo incremento: 689 persone. Un’inezia rispetto al flussi migratori che – seppure ben lontani dall’emergenza del 2015-2016 – quest’anno hanno già superato quota 21.000. Sta tutta in questi numeri il perchè della pressante richiesta dell’Italia alla Commissione europea di prevedere, nel piano europeo per l’immigrazione che sta per vedere la luce, un meccanismo di redistribuzione prevedibile e obbligatorio dei migranti che sbarcano nei Paesi rivieraschi. Paesi che, secondo Roma, vanno alleggeriti del peso economico ma soprattutto organizzativo dei rimpatri quasi impossibili di chi non ha diritto all’asilo, i cosiddetti migranti economici.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Barlaam Riccardo 
Titolo: La reazione della Cina al blocco Usa: nella lista nera Apple, Hsbc e FedEx – La lista nera di Pechino, rappresaglia per TikTok
Tema: La Cina reagisce al bando USA

Apple e altre grandi aziende americane rischiano di essere vietate in Cina. Parte della dura risposta del governo di Pechino che ha annunciato ieri, attraverso il ministero del Commercio, maggiori dettagli su una lista di società straniere ritenute pericolose per la sicurezza nazionale, lo sviluppo economico e gli interessi cinesi. La nuova policy prevede il divieto all’import e all’export, ilblocco degli investimenti, restrizioni nei permessi di residenza e neivisti per gli executive alle corporation presenti nell’elenco. La prima lista delle societàbandite – che sarebbero una quindicina – è pronta. Ma non è stata volutamente diffusa dalle autorità cinesi: indiscrezioni sulle aziende sanzionate sono state riportate da diversi media governativi, tra cui il Global Times.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  R. Es. 
Titolo: In piazza contro il lockdown a Londra, allarme Germania
Tema: Coronavirus in Europa

La fase attuale dell’epidemia di coronavi.rus è scandita dagli aggiornamenti quotidiani che impongono nuovi record ai vari Paesi, uniti all’elenco di restrizioni sempre più severe: nel disperato tentativo dei governi di evitare l’uso del termine “nazionale” in riferimento ai lockdown, là dove il mondo sperava di concentrarsi sulla ripresa delle attività mentre si ritrova a pagare il prezzo del venir meno delle restrizioni. Tra i Paesi più in difficoltà è sempre la Gran Bretagna, dove l’epidemiologo Neil Ferguson (dimissionario dal gruppo di consulenti scientifici del governo per le emergenze) ha detto che il Paese ha di fronte una tempesta perfetta, a causa dell’allentamento dei controlli consentito nel corso dell’estate. La Gran Bretagna sta per attraversare una seconda ondata, ha ammesso venerdì il premier Boris Johnson. Trascorrerà il fine settimana a confrontarsi con esperti a Downing Street, per preparare nuove misure a livello nazionale.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Molinari Maurizio 
Titolo: Editoriale – Medio Oriente la nuova rotta dell’America – Medio Oriente, la nuova rotta americana
Tema: Gli USA puntano al Medio Oriente

L9 accordo di pace fra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein ha coinciso nelle prime due settimane di settembre con il ritiro di importanti contingenti Usa dall’Iraq e l’inizio della trattativa di Doha fra Stati Uniti e taleban afgani, disegnando I contorni di un processo di portata regionale: l’accelerazione del riassetto americano in Medio Oriente in risposta alle mosse, efficaci ed aggressive, compiute dalla Russia negli ultimi cinque anni. Sin dall’insediamento alla Casa Bianca nel gennaio 2017 il presidente Donald Trump ha chiarito di voler ritirare le truppe dal Medio Oriente portando a termine la decisione presa dal predecessore Barack Obama — in una rara condivisione di obiettivi fra leader molto diversi fra loro —ponendo fine agli interventi militari decisi da George W. Bush in Afghanistan nel 2001 ed Iraq nel 2003 a seguito degli attacchi dell’11 settembre. Ma per porre termine a ciò che resta della presenza militare in questi Paesi Trump deve far coincidere l’uscita di scena degli ultimi reparti con la genesi di un nuovo assetto strategico capace di proteggere gli interessi americani nella regione che va dal Canale di Suez al Khyber Pass. Ovvero, servono degli accordi di sicurezza capaci di rimpiazzare i soldati americani nel Grande Medio Oriente.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Battistini Francesco 
Titolo: Se l’autostrada «taglia» le Piramidi
Tema: Egitto: un autostrada vicino alle Piramidi

Dall’alto delle Piramidi ci guardano quaranta secoli di storia, diceva Napoleone. Dal basso, le guarderanno presto milioni d’automobilisti in coda. Una delle più inquinate e intasate megalopoli del globo, il Cairo, ha pensato bene di risolvere (male) il problema del traffico. Con due grandi autostrade, una direzione Nord e l’altra direzione Sud, che taglieranno in tre la più cartolinata delle Piane, quella di Giza. Fra l’antico padre Nilo e l’antichissima Menfi. Nel deserto che più di 4mila anni fa diede l’argilla per costruire le tombe dei Faraoni. Dove gli archeologi giurano ci sia ancora da scavare tantissimo. E la nuova, grande opera del generale Abdel Fattah al-Sisi. L’ultima tentazione nasseriana di rifare la storia dell’Egitto. Ma con le galere (vedi il caso Zaki), le storie nere (la morte di Regeni) e le betoniere: costruendo una nuova capitale a 20 chilometri dai 20 milioni di cairoti, ampliando il Canale di Suez, litigando sulle dighe coi vicini etiopi, ora stringendo nell’asfalto le ultime, e uniche, sopravvissute fra le antiche Sette Meraviglie del mondo. Non sappiamo come le costruirono, PiramidieSfinge, però possiamo immaginarci come le distruggeranno: già corrose da uno smog impossibile e da un’incontenibile espansione edilizia, saranno segate da due nastri a otto corsie. Che passeranno l’uno a 2,5 km dalla tomba di Cheope, l’altro fra la piramide a gradoni di Saqqara, la più antica, e la necropoli di Dahshur, dove ci sono la Piramide Rossa e quella romboidale di Snefru.
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