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SINTESI IN PRIMO PIANO – 2 dicembre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– In arrivo il nuovo Dpcm di “Natale”: aperture per il pranzo di Natale ma confermato il coprifuoco alle 22.
– Riforma del Mes: Berlusconi cede a Salvini, M5S diviso, esecutivo in ansia.
– Vaccini, a marzo 202 milioni di dosi. Da gennaio in campo l’esercito.
– Sfida alla Cina, così cambia la Nato.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica – Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Natale, tensione sui divieti – Alberghi, ristoranti e anziani Nel governo lite sulle deroghe
Tema: Il Dpcm di ‘Natale’

«Ci sono 800 morti al giorno…». E’ stato questo il dolente leitmotiv con cui Roberto Speranza negli ultimi estenuanti vertici con le Regioni, i capigruppo e poi i capi delegazione ha provato a respingere ogni tentativo di allentare le misure di contenimento per le festività natalizie. E lo stesso concetto il ministro della Salute scandirà oggi in Parlamento: «Senza rigore avremo una recrudescenza dell’epidemia a gennaio, proprio nel momento in cui dovremo iniziare le vaccinazioni contro il virus. Sarebbe un segnale devastante». Sulla spinta di numeri ancora drammatici il governo si è convinto che non ci sia alternativa alla stretta. E anche se l’ufficialità arriverà solo domani sera, quando il presidente del Consiglio firmerà il Dpcm destinato a entrare in vigore venerdì, le principali misure sono confermate. «Dobbiamo mantenere rigore e prudenza per non vanificare i primi risultati», esorta Speran za. E Francesco Boccia prova a convincere gli italiani che «si può restare in casa con i propri cari». Il primo pilastro è il coprifuoco «senza deroghe» fino alle 22, anche a Natale e a Capodanno. Il confronto con la Cei è aperto, ma l’orientamento è che la messa delle 24 possa tenersi alle 20.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso – Ziniti Alessandra 
Titolo: Un Natale senza spostarsi Permessi ai parenti, è scontro
Tema: Il Dpcm di ‘Natale’

È sera quando il governo si ritrova per risolvere il nodo più delicato del “decreto di Natale”. Bisogna decidere se fissare in modo rigoroso il blocco alla mobilità regionale. L’obiettivo é impedire tutti i movimenti, ad eccezione di chi fa ritorno nel proprio luogo di residenza o al massimo di domicilio, inteso come base primaria dei propri interessi. Giuseppe Conte e contrario. Insiste, e favorevole ai ricongiungimenti familiari e alle vacanze nelle seconde case. Si oppongono, pert), i capidelegazione di Pd, Movimento e Leu. Fanno presente al premier che nessuno tra loro intende assumersi una responsabilità del genere. Contrari non solo peri 785 morti registrati ancora ieri. Ma perché, come ripete Roberto Speranza – sapendo di poter contare sul sostegno di Dario Franceschini e Alfonso Bonafede – «senza misure rigorose durante le feste, ci ritroveremo a febbraio con una terza ondata peggiore della seconda». L’orientamento, nella notte, resta quello della linea dura, al limite derogando solo per limitatissimi casi, consentendo di raggiungere anziani soli.
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Testata:  Mattino 
Autore:  Vazza Lucilla 
Titolo: «Immuni alla fine del 2021» – «Italia zona gialla a Natale? Il traguardo è raggiungibile»
Tema: Intervista a Silvio Brusaferro – Vaccini

«La terza ondata non è un destino ineluttabile. Dipende da noi, non è detto che arrivi. Dovremo convivere ancora con il virus, ma ora dobbiamo resistere: il nostro comportamento singolo e collettivo determina la circolazione del virus». Il messaggio del presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, è chiaro. E lo è anche rispetto ai famosi 21 indicatori per individuare le aree del Paese a rischio, che in molti chiedono siano ridotti e semplificati drasticamente «oggi ci sono quelli e sono efficaci, poi tutto è migliorabile, però al momento funzionano» e dunque, Brusaferro non lo dice esplicitamente, ma per ora non si toccano. Presidente, cominciamo da una buona notizia: ieri i primi due vaccini (Biontech-Pfizer e Moderna) hanno chiesto l’autorizzazione per l’immissione in commercio all’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali. Un passo decisivo verso l’uscita dal tunnel? «Un’ottima notizi a perché significa che avremo presto una rigorosa valutazione dei risultati rispetto all’efficacia e la sicurezza di questi due primi vaccini americani, che contemporaneamente sono in valutazione all’Fda, l’Autority peri farmaci statunitense (che si esprimerà su questo il 10 dicembre, ndr). È il primo passo per i vaccini in Europa, con l’Ema che, ricordiamolo, come ente regolatorio sui farmaci è assolutamente indipendente ed è garanzia di assoluto rigore e indipendenza rispetto alla valutazione dei dossier sui due vaccini».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  P.D.C. 
Titolo: Mes, la maggioranza in Aula rischia Berlusconi si sfila e il M5S si divide
Tema: Dietrofront di FI sulla Riforma del Mes

II colpo di scena arriva alla fine di una mattinata agitatissima e rischia di innescare una reazione a catena sia nella maggioranza che nell’opposizione. Con un possibile risultato clamoroso: la bocciatura della riforma del Mes, decisa lunedì dall’Eurogruppo, nel voto previsto in Parlamento per il 9 dicembre. A cambiare quello che sembrava un percorso prevedibile — il sostegno di Forza Italia al voto sulla riforma del Mes (che non riguarda il capitolo sanitario, ma il meccanismo del salva-Stati e in particolare del salvataggio delle banche in difficolta) — è stata la dichiarazione inattesa di Silvio Berlusconi: «Non sosterremo in Parlamento la riforma del Mes perché non riteniamo che la modifica del Meccanismo di Stabilità approvata dall’Eurogruppo sia soddisfacente per l’Italia e non va neppure nella direzione proposta dal Parlamento europeo», anche se resta il sì all’accesso ai fondi per l’emergenza sanitaria. Parole a nticipate dalla fedelissima Licia Ronzulli e arrivate dopo che Matteo Salvini poco prima aveva lanciato un vero e proprio ultimatum: se una forza alleata approverà «questo oltraggio e danno per l’Italia», allora «finirà di essere compagno di strada della Lega».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Caro Paola 
Titolo: Tajani e il dietrofront «Noi succubi della Lega? Votiamo per convinzione»
Tema: Intervista ad Antonio Tajani – Dietrofront di FI sulla Riforma del Mes

Antonio Tajani, quindi sul Mes Salvini detta la linea e vol scattate sull’attenti? «Ma quale attenti? Non obbediamo ai diktat di nessuno e non siamo sudditi né di Conte né di Salvini. Noi ci muoviamo — e votiamo — in base alle nostre convinzioni». Avete cambiato idea dopo aver detto per mesi che sul Mes non avreste sentito ragioni. «Ma continuiamo a dirlo: eravamo e restiamo favorevoli a ricorrere ai 37 miliardi del Mes, ma siamo contrari a questa riforma che non fa gli interessi del Paese». Una riforma che ha il sì di tutti i governi europei, compresi quelli a guida Ppe, e il no dei sovranisti. «Qui non è questione di famiglie europee ma dl Stati. Perché in questa trattativa hanno prevalso interessi degli Stati e non dell’Unione Europea come la intendiamo noi».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lopapa Carmelo
Titolo: Berlusconi cede a Salvini sul Mes Ma in Forza Italia scatta la rivolta
Tema: Dietrofront di FI sulla Riforma del Mes
Stavolta è Silvio Berlusconi a piegarsi alla prova di forza di Matteo Salvini. Un diktat da padrone del centrodestra al quale il capo di Forza Italia si adegua: non voterà la riforma del Mes 1119 dicembre, come pretendono Lega e Fdi. Il Cavaliere tenta così di ricomporre l’alleanza – dopo lo strappo sullo scostamento di bilancio, sull’emendamento salva Mediaset e dopo il “ratto” dei deputati forzisti – ma il prezzo e salatissimo: in poche ore gli salta per aria il partito. Se vota la riforma del Mes col governo è fuori dal centrodestra, è il messaggio neanche tanto velato che gli recapita a freddo in’ tarda mattinata il segretario leghista, parlando a margine di una visita in un’area archeologica di Centocelle. «Se lo vota la maggioranza non mi stupisce – sono le parole testuali – se lo fa qualche membro dell’opposizione finisce di essere compagno di strada della Lega. Perché qua si ipoteca il futuro dei nostri figli». Passano un paio d’ore e, prima il braccio destro Licia Ronzuili, poi lo stesso Berlusconi correggono la linea tenuta finora.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lauria Emanuele 
Titolo: Cresce il dissenso nei 5 Stelle in aula maggioranza a rischio
Tema: Dissensi sulla Riforma del Mes

I numeri per un sì incondizionato alla riforma del Mes non ci sono. E ora la maggioranza ha una settimana di tempo per venir fuori dal tunnel in cui si è cacciata, ed evitare o in qualche modo rendere digeribile un voto d’aula rischiosissimo per il premier Giuseppe Conte. Prima ancora che Berlusconi si sfilasse ufficialmente, beffando chi sperava comunque nel soccorso azzurro, lunedì sera i 5 Stelle hanno tenuto una riunione di gruppo molto tesa in Senato. Nel mirino il ministro pd Roberto Gualtieri, accusato di avere illustrato alle commissioni parlamentari, con la logica del “pacchetto unico”, decisioni già prese e blindate. Senza neppure la possibilità di una ratiflca. Ma il malumore dei grillini a Palazzo Madama ha investito anche il reggente Vito Crimi (assente alla riunione), che nella stessa giornata aveva assicurato il via libera del Movimento alla riforma del fondo salva Stati, precisando che è cosa diversa dall’utilizzo – sempre con testato dal 5S – dello strumento di credito.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Malaguti Andrea 
Titolo: Giorgetti: “Mes misura da vecchia Europa La task force è un’idea stupida”
Tema: Intervista a Giancarlo Giorgetti – La retromarcia sul Mes

Nel giorno in cui Silvio Berlusconi annuncia la retromarcia sul Mes, il vicesegretario della Lega Giancarlo Giorgetti spiega in questa intervista a La Stampa perché la scelta di Conte di puntare su una task force per gestire i soldi del Recovery Fund senza coinvolgere le opposizioni, più che sbagliata gli sembri stupida e perché — mentre le categorie meno garantite e aggredite dalla crisi rischiano l’estinzione – l’interventismo senza sosta dello Stato (da Monte dei Paschi ad Alitalia) rischi di riportare indietro le lancette della storia. «Stiamo vivendo in una bolla che ha congelato la politica, mettendo il governo al riparo. Ma quando questa bolla esploderà dovremo farci trovare pronti, perché troveremo un paese prostrato». Onorevole Giorgetti, che cosa pensa del terremoto Unicredit e del passo indietro di Mustier? «Penso che si stia preparando qualcosa che il Ceo di Unicredit non gradisce. E cioè un matrimonio di i nteresse con una realtà in pericolo e per questo in cerca di un marito. Difficile capire se questo avvenga nell’interesse del Paese o solo di un governo pressato dalla commissione europea sugli aiuti di Stato».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Sorgi Marcello 
Titolo: Il taccuino – Il premier e quel difficile compromesso da trovare
Tema: La Riforma del Mes

L’aspetto più clamoroso di questa vigilia del voto parlamentare sul Mes, che s’annuncia rovente, è l’incredibile voltafaccia di Berlusconi. Dopo aver portato tutto il centrodestra, meno di una settimana fa, a votare lo scostamento di bilancio proposto dal governo, e dopo aver sostenuto per mesi che il Mes era necessario per l’Italia, il Cavaliere ha cambiato idea e s’è schierato con Salvini e Meloni per il “no”. Il ministro dell’Economia Gualtieri aveva appena ottenuto un via libera per approvare in sede di Eurogruppo la riforma del fondo Salva Stati, ma ecco che il “sì” dell’Italia, che dovrebbe essere espresso dalle Camere il prossimo 9 dicembre, torna in forse. Anche a causa della contrarietà del Movimento 5 stelle, che sul Mes non vuol dare nessun vantaggio a Salvini. E tuttaviaieri, nei corridoi affollati di Montecitorio, erano pochi i bookmakers disposti a scommettere su una crisi di governo su una materia così delicata.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmieri Lina 
Titolo: Politica 2.0 – Il voto sulla Ue e lo scenario Draghi
Tema: Riforma del Mes

Ieri, a dare lo spartito politico della giornata è stato Salvini con quella sfida lanciata a Forza Italia sul Mes, che è il Fondo Salva Stati – di cui si voterà la riforma la prossima settimana alle Camere – ma da cui viene anche il prestito sanitario di 37 miliardi. «Se qualche membro dell’opposizione vota la riforma del Salva Stati si separa dalla Lega». Una prova di forza sul Cavaliere che ha sempre esibito le differenze con gli alleati su posizioni europeiste spingendo, tra l’altro, per il prestito sanitario. E invece con una capriola, Berlusconi ha fatto sapere che è contro il Salva-Stati ma a favore della richiesta dei 37 miliardi e che il suo partito voterà con Salvini e Meloni. Solo a riferire questa dichiarazione viene il mal di testa ma da quelle parti dicono che incassata la norma su Mediaset, al Cavaliere non importi granché della coerenza nè di dare lo scettro della coalizione al capo leghista.
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Economia e finanza

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Polito Antonio 
Titolo: Il commento – Il Mes e il vero obiettivo: tenersi le mani libere
Tema: Riforma del Mes

Quali e quanti soldi verranno stanziati per fronteggiare la crisi in corso, per ricostruire il sistema, per rafforzare il territorio, per organizzare la vaccinazione di massa. Noi cittadini potremmo infatti anche accettare che si decida di spendere un po’ di più all’anno in interessi sul debito (trecento milioni, secondo i calcoli del Tesoro): la politica ha le sue ragioni che la ragione non conosce. Purché però si spenda per la sanità tutto ciò che serve, oggi per gestire questa emergenza e domani per non averne un’altra. Nasce infatti il fondato sospetto che l’unica «condizione» di quel Mes che al nostro governo davvero non piace è l’obbligo di spendere i soldi solo ed esclusivamente per l’emergenza sanitaria, in maniera diretta o indiretta, e di rendicontarne l’utilizzo. Per tenersi le mani libere la politica, che non ha mai disdegnato di far debiti, evidentemente preferisce ricorrere all’emissione di titoli sul mercato. I ntanto perché al momento costano molto poco, e anche questo lo dobbiamo all’Europa, cioè al massiccio piano di acquisti da parte della Banca Centrale. E poi perché fare debito in questo modo ha il grosso vantaggio che puoi spendere i soldi come vuoi; e anzi, anche non spenderli
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Testata:  Stampa 
Autore:  Cottarelli Carlo 
Titolo: L’Italia non abbia paura della riforma del Mes può salvare le nostre banche se vanno in crisi
Tema: La riforma del Mes

Qual è la rilevanza dell’accordo raggiunto all’Eurogruppo lunedì scorso sulla riforma del Mes? A parte la sostanza della questione, è utile rispondere a questa domanda perché in Italia (non altrove ma qui sì), tutto quello che riguarda il Mes è politico… e confuso. Tanto che ieri la relazione al parlamento di Gualtieri su questo tema ha suscitato vivaci reazioni. Crimi ha detto che la riforma non gli piaceva, ma che i pentastellati non si sarebbero opposti. Berlusconi ha detto che era contro la riforma anche se favorisce il Mes sanitario. La Lega ha ribadito la propria opposizione a entrambe le cose. C’è da farsi venire il mal di testa… La prima cosa da capire è che la decisione presa dall’Eurogruppo non ha nulla a che fare con quello di cui si è discusso negli ultimi mesi, ma ha a che fare con quello di cui, anche qui con toni politici molto accesi, si discuteva in autunno. Traduco: la decisione non ha riguardato i p restiti della linea “sanitaria” del Mes creata in risposta alla crisi Covid (l’Italia potrebbe prendere a prestito 36 miliardi a tassi di interesse negativi sui 10 anni). Ha riguardato la riforma del Mes “normale”, i prestiti che il Mes erogherebbe se un Paese avesse bisogno di fondi per fronteggiare una crisi non sanitaria e che potrebbero ammontare, per un Paese delle dimensioni dell’Italia, non a qualche decina di miliardi ma a qualche centinaio di miliardi. Tutta un’altra cosa. E questi prestiti richiederebbero condizioni ben più pesanti di quelle legate al Mes sanitario.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco -Trovati Guido 
Titolo: I ristori puntano oltre i 40 miliardi e superano il peso della manovra
Tema: Aiuti all’economia

Con la creazione del «fondo perequativo» per finanziare aiuti aggiuntivi ai settori più colpiti dalla crisi il decreto Ristori-quater lancia un ponte verso la fase finale dell’operazione aiuti Che dovrà essere scritta all’inizio del 2021 anche grazie al nuovo scostamento già annunciato dal governo. Tra vecchi e nuovi provvedimenti, l’intera architettura dei «ristori» che ora sta sviluppando al Senato l’esame parlamentare punta di slancio a superare i 40 miliardi Muovendo quindi una cifra superiore ai 39,1 miliardi della legge di bilancio ora alla Camera. E presto la bilancia potrebbe pendere ulteriormente a favore degli aiuti diretti, perché nella legge di bilando c’è un altro “fondo Ristori” da 3,8 miliardi per il prossimo anno che potrebbe essere assorbito dal decreto “finale” di gennaio.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Garibaldi Pietro 
Titolo: I magnifici 300 del Recovery
Tema: Aiuti all’economia

Il programma del NextGenEu – o Recovery Plan come spesso viene chiamato in Italia – è stato lanciato dall’Unione europea lo scorso giugno. Dopo il rapporto Colao per la ripartenza e l’inutile fanfara degli Stati generali – il Governo ha prodotto solo delle generiche linee guida sull’utilizzo dei fondi. Un programma che riguarda sei aree di interventi di cui il Paese ha certamente bisogno: digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture, istruzione, formazione, salute, equità, etc. Del programma in concreto sappiamo quasi nulla. Non sappiamo quali infrastrutture verranno proposte, né quali programmi di istruzione saranno potenziati. Non sappiamo come il Paese affronterà la transizione ecologica. Il presidente del Consiglio sostiene che in realtà è tutto quasi pronto. Mentre sulla sostanza regna il silenzio, il Governo ha annunciato che il programma del NextGenEu sarà gestito da un triumvirato formato dal presidente del Cons iglio, dal ministro dell’Economia e dal ministro dello Sviluppo economico. Questi tre ministeri avranno il controllo sui sei manager responsabili delle singole aree di intervento. A valle dei manager, ci sarà poi una task force di trecento specialisti: un vero e proprio nuovo ministero. Difficile capire come questa nuova squadra si interfaccerà con i singoli ministeri, che avranno responsabilità sulle aeree di loro competenza. Per placare le polemiche degli esclusi, il Governo ha annunciato che la scelta dei progetti non sarà del solo triumvirato, ma verrà estesa al Comitato interministeriale per gli affari europei (Ciae) dove siedono quasi tutti i ministri.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Miraglia Roberta 
Titolo: Ocse, a fine anno Pil in calo (-4,2%) e ripresa più lenta Italia a -9,1%
Ocse: con l’arrivo dei vaccini meno incertezze per l’economia
Tema: Pil in calo

«Per la prima volta da quando la pandemia è iniziata esiste la speranza di un futuro migliore. Il progresso nei vaccini e nelle cure ha migliorato le aspettative e l’incertezza è venuta meno». Comincia con l’ottimismo generato dalla scienza l’outlook semestrale dell’Ocse presentato ieri. Ma poi il documento avverte che i problemi non sono ancora alle spalle: le economie dovranno confrontarsi con altri sei-nove mesi in cui «convivere con il virus sarà difficile», tra la recrudescenza dei contagi e la sospensione di molte attività. Grazie agli interventi di Governi e banche centrali «il peggio è stato evitato, il tessuto economico preservato e messo in grado di riprendersi velocemente ma la situazione rimane precaria per le persone, le imprese e i Paesi più vulnerabil»i. In molti Stati nel 2022 il prodotto interno rimarrà circa il 5% al di sotto delle aspettative pre crisi. I più deboli continue ranno a soffrirne maggiormente.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Voltattorni Claudia 
Titolo: Fabbisogno record a 155 miliardi Corrette al ribasso le stime sul Pil
Tema: Pil in calo

La crescita del Pil nel terzo trimestre c’è stata (+15,9%), ma la cattiva notizia è che è andata meno bene di quello che si prevedeva (Istat aveva stimato un +16,1% in ottobre). E ancora bisogna fare i conti con la seconda ondata del virus e le misure di contenimento decise dopo, motivo per cui la stima dell’Istat di -8,3% del Pil per il 2020 rischia di essere disattesa da una nuova frenata della crescita economica. E anche la stima del governo di un -9% contenuta nella Nadef rischia di diventare troppo ottimistica. Però, sottolinea l’Istat, la crescita nel terzo trimestre c’è stata: «L’economia italiana registra un consistente recupero dopo la forte contrazione nella prima metà dell’anno» con «la ripresa diffusa a tutti i comparti economici» con effetti sia sui consumi privati (+7,5%), sia sugli investimenti (+5,3%). Confindustria frena gli entusiasmi presentando i dati di novembre della produzione industriale: -2,3%. E già prevede «un contributo negativo dell’industria per il Pil nel quarto trimestre».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Davi Luca 
Titolo: UniCredit, titolo -8% La banca assicura su Mps: no a operazioni che ci danneggino
Tema: Unicredit

La tempesta borsistica generata dall’uscita improvvisa di Jean Pierre Mustier costringe UniCredit a correre ai ripari. E a chiarire al mercato un principio di per sè scontato: e cioè che qualsiasi fusione – che oggi molti ipotizzano con Mps – sarà fatta senza impattare negativamente sulla posizione patrimoniale delle banca. «Il cda non accetterà mai alcuna operazione che possa danneggiare gli interessi del gruppoe in particolare la sua posizione patrimoniale», si legge in una nota del board. Un assunto ovvio ma necessario dopo che il titolo ha perso in due sedute 2,5 miliardi di capitalizzazione, con due cali consecutivi del 5%e dell’8%, sull’onda delle incertezze relative alle scelte strategiche
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: Il retroscena – La zavorra del rischio Italia sulle mosse della banca La Bce sorpresa dalla rottura
Tema: Unicredit

È dall’estate scorsa che progressivamente il consiglio d’amministrazione di Unicredit, ben prima che vi entrasse Pier Carlo Padoan, aveva indicato una via a Jean Pierre Mustier sul Monte dei Paschi di Siena: l’amministratore delegato poteva perseguire l’acquisizione, caldeggiata dal governo, ma solo se alla banca non fosse costata niente. La condizione era che il ministero dell’Economia azionista di Mps al 68,2% dopo averla salvata nel 2016, avrebbe dovuto fornire a Unicredit garanzie simili a quelle offerte a Intesa Sanpaolo quando nel 2017 assorbì Veneto Banca e la Popolare di Vicenza in liquidazione. In forme diverse, il governo avrebbe dovuto sussidiare l’operazione con circa cinque miliardi e mettere l’acquirente al riparo dai rischi legali accumulati a Siena negli ultimi anni. L’arrivo di Padoan in consiglio non ha cambiato questa linea e l’ex ministro dell’Economia, designato per la presidenza della banca, non ha assunto su Mps una posizione diversa da quella deg li altri consiglieri e di Mustier stesso.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Conte Valentina 
Titolo: Povertà, il governo costretto a cambiare il reddito di cittadinanza
Tema: Reddito di cittadinanza

Il governo si appresta a riformare.il Reddito di cittadinanza, sdoppiarlo, financo snaturarlo. Non più strumento ibrido per la povertà e anche per la ricerca di un’occupazione. Ma solo sostegno alla fragilità. I dati sulla nuova povertà – 5,5 milioni di poveri in più come eredità 2020 del Covid, per un totale di 14 milioni di italiani che vivono disuguaglianze e deprivazioni – allarmano Palazzo Chigi. Di qui l’idea di riportare il Rdc allo spirito del Rei, il Reddito di inclusione varato dal governo Gentiloni, poi riassorbito e cancellato dal Reddito grillino. E di agganciare le politiche attive del lavoro alla riforma degli ammortizzatori sociali che arriverà nel 2021.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Stampa 
Autore:  Stefanini Stefano 
Titolo: Sfida alla Cina, così cambia la Nato
Tema: La nuova Nato

Ieri la Nato ha risposto a chi la dava per spacciata. Oggi anticipa il futuro dell’Alleanza: rimanere il perno della sicurezza europea (e mediterranea) con un respiro globale che guarda oltre gli orizzonti geografici. Inevitabilmente, anche alla Cina. Che, da assoluto protagonista mondiale, non può più essere ignorata chiudendosi in un guscio atlantico. Non presenta una minaccia militare ma una sfida sì. Metterla in agenda Nato è importante per gli americani ma lo è forse ancor più per gli europei. Altrimenti si troverebbero in ordine sparso sia con Pechino che con Washington. Ne uscirebbero più deboli e stritolati. Ieri il rapporto del “gruppo di riflessione” nominato dal Segretario Generale, cui partecipava per l’Italia Marta Dassù ha disegnato il ruolo dell’Alleanza nel prossimo decennio da Est (Russia) a Sud, dal controllo armamenti alle tecnologie destabilizzanti – non dimenticando cambiamenti climatici e pandemie. Ma la Na to non può, e non vuole, far tutto da sola. L’incontro di oggi, che vede intorno al tavolo (virtuale) i ministri degli Esteri dei 30 alleati, quelli di Svezia, Finlandia, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e l’Alto Rappresentante dell’Ue, ne è la dimostrazione.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Dassù Marta 
Titolo: Cina e sfide cyber le scelte per rilanciare la Nato del futuro
Tema: La nuova Nato

Non è così frequente che un’alleanza politico-militare discuta in modo pubblico del proprio futuro. L’Alleanza atlantica, dopo le critiche di Emmanuel Macron sulla “morte celebrale” della Nato, ha deciso di farlo. Jens Stoltenberg, segretario generale, ha affidato ad un Gruppo di riflessione indipendente íl compito di rispondere a una domanda di fondo: se la Nato funziona bene come alleanza militare, come si può rafforzarla anche sul piano politico? Dopo 90 video-conferenze e scambi infiniti di mail, Il nostro Rapporto, “NAT02030: United for a new era” è stato discusso ieri dai ministri degli Esteri dell’Alleanza. Cerchiamo di comprimere 138 raccomandazioni specifiche in tre messaggi centrali. Il primo è che il contesto di sicurezza in cui la Nato si trova ad operare – dominato dalla competizione con potenze autoritarie – è almeno in parte cambiato rispetto al 2010. L’attuale concetto strategico della Nato, che ha appunto un decennio, va quindi aggiornato”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Foschini Giuliano 
Titolo: Regeni, la fiducia di Palazzo Chigi “Processo in Italia: un passo avanti”
Tema: Il caso Regeni

La partita non è ancora chiusa. Il governo italiano è ancora convinto di poter ottenere un gesto di collaborazione da parte dell’Egitto prima della chiusura dell’inchiesta sul sequestro, le torture e l’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto il 2 febbraio del 2016. Nel giro di una settimana, infatti, la procura generale del Cairo potrebbe rispondere a una delle rogatorie, ancora inevase, inviate dalla procura di Roma e comunicare il domicilio dei cinque agenti della National security indagati per il sequestro di Giulio. Si tratterebbe di «un atto dimostrativo», come annunciato dal presidente, Giuseppe Conte, davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta.
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Testata:  Foglio 
Autore:  … 
Titolo: Editoriale – Brava Rep. su Giulio Regeni
Tema: Il caso Regeni

Brava Repubblica, perché ieri ha dedicato la seconda e la terza pagina, più un pezzo molto in evidenza sulla prima pagina, al trucchetto giudiziario che l’Egitto sta tentando di attuare per sbarazzarsi di ogni responsabilità nel caso di Giulio Regeni. Il ricercatore italiano fu trucidato quasi cinque anni fa ormai, dopo essere stato sequestrato e torturato da uomini che – secondo la procura di Roma – fanno parte dei servizi di sicurezza egiziani. E quindi brava Repubblica perché, dalla sua posizione di piattaforma media molto letta in Italia, getta il proprio peso in questa faccenda che rischia sempre di sbiadire e di scivolare via dall’attenzione nazionale, come di certo sperano in Egitto.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Tortello Letizia 
Titolo: Auto sulla folla in Germania Una bimba tra i cinque morti
Tema: Strage in Germania

Bernd W. era completamente ubriaco a bordo della sua Range Rover, quando ieri pomeriggio è piombato nell’area pedonale del centro di Treviri, in Germania, e ha fatto strage di pedoni: 5 morti, di cui una neonata di 9 settimane, il padre di 45 anni e tre donne di 73,25 e 52 anni. Ha guidato a zig zag, per colpire di più nei 900 metri di orrore e sangue che ha percorso in quattro minuti, racconta la polizia, che è riuscita poi a speronare l’auto del 51enne e l’ha arrestato. «Potrebbe essere affetto da malattia psichiatrica», ha spiegato in serata il procuratore capo, Peter Fritzen, durante una conferenza stampa. Tl quadro di una mente fortemente disturbata sarebbe emerso dopo una visita medica successiva al fermo. Oggi verrà disposta la perizia psichiatrica.
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Testata:  Avvenire 
Autore:  Guzzetti Silvia 
Titolo: Brexit, domande di lavoro al via Limiti agli ingressi per gli europei
Tema: Brexit

Via libera da ieri per chi vuole fare domanda per un permesso di lavoro nel Regno Unito a partire dal prossimo primo gennaio, quando la Gran Bretagna avrà lasciato Ue. II sistema è disponibile online per gli europei che, dopo l’avvio della Brexit, il prossimo 31 dicembre, verranno trattati alla pari dei cittadini del resto del mondo, che già oggi hanno bisogno di un visto per stabilirsi oltremanica. Il nuovo sistema di visti sarà a punti. Chi arriva in cerca di lavoro, per esempio, per restare dovrà ottenere 70 punti: se trova un impiego qualificato avrà diritto a 40 punti, ai quali se ne aggiungeranno altri 10 se conosce l’inglese. I punti rimanenti possono provenire dallo stipendio che, se frutta almeno 28.500 euro all’anno, vale altri 20 punti. Un titolo come un dottorato di ricerca o un’occupazione particolarmente richiesta nel Regno Unito daranno diritto a punti extra. Diversa la situazione degli italiani e degli altri europei che gi&agr ave; si trovano in Gran Bretagna, magari da molti anni, e che per avere il diritto di rimanere devono ottenere, entro giugno, il «settled status».
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PRIME PAGINE

IL SOLE 24 ORE
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